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eldavidinho94
19.01.2011, 18:55
La Figc alla Corte Coni: «Che facciamo con Moggi e Giraudo?»

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Inviata pochi minuti fa la richiesta di parere interpretativo sulla norma che riguarda le radiazioni sancite prima del 2007

ROMA, 19 gennaio – È arrivata oggi pomeriggio all’Alta Corte del Coni la richiesta di parere interpretativo da parte della Federcalcio sulla “radiabilità” di Moggi, Giraudo e altri 40 tesserati sanzionati con la pena massima per differenti violazioni del codice di giustizia federale. Una richiesta volutamente generica ad una corte che – in caso di effettiva decisione di radiare gente che ha praticamente scontato il 90 per cento della propria pena – sarebbe l’organismo di appello avverso alla radiazione. Nel parere la Figc chiede se la «presa d’atto» del Consiglio federale e della Figc sulla radiazione implicita cui faceva riferimento la Corte di Giustizia Figc nel suo parere dello scorso luglio sia conforme ai principi vigenti nell’ordinamento sportivo nazionale, visto che la radiazione è stata proposta con un diverso statuto (nel 2006 decideva il presidente federale, oggi decide l’organo di giustizia che assegna la pena).

IL PRECEDENTE - La questione solleverà molte polemiche anche in virtù del fatto che analogo provvedimento – cioè la sanzione della radiazione – sia stato cancellato per il presidente del Genoa Preziosi in una conciliazione Figc-Genoa di cui non si trova esplicita traccia nei documenti federali a disposizione del pubblico.

IL COMUNICATO - «L'Alta Corte di Giustizia Sportiva - si legge in una nota del Coni - comunica che, in data odierna, è pervenuta una richiesta di parere, da parte della Figc, nell'ambito della quale la suddetta Federazione chiede se la presa d'atto, da parte degli organi federali, delle proposte di radiazione formulate in vigenza del preesistente codice, sia conforme ai vigenti principi dell'ordinamento sportivo e statuale, considerando la riforma della disciplina medio tempore intervenuta, le implicazioni - che tali provvedimenti rivestono - e le modalità con le quali vengono determinate».

<cite class="txt_Author">Alvaro Moretti</cite>

alessandro magno
20.01.2011, 07:49
non possono proprio fare niente perche' creerebbero un precedente pericoloso . Con i processi in corso dove tutto ancora puo succedere l unica scelta obbiettiva che hanno e non far nulla


.
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juventinadelsud
20.01.2011, 09:02
se solo non fosse piu radiato......e potesse tornare!
ma rientra nei piani elkann-agnelli o sono i primi a fare in modo che cio non accade???

alessandro magno
20.01.2011, 09:20
alla prima domanda ti rispondo che a giugno gli scade la squalifica quindi puo rientrare (se nel fratempo non lo radiano davvero).
Alla seconda ti dico che andrea lo vorrebbe ma il cugino no per cui staremo a vedere.
Postato via Mobile Device

juventinadelsud
20.01.2011, 09:23
io spero che hai ragione tu e che uno dei 2 cugini lo rivuole almeno ci resta una speranza

eldavidinho94
21.01.2011, 19:49
Alla luce della domanda posta dalla FIGC alla Corte di Giustizia del Coni riguardo alla possibile validità della radiazione di Moggi, Giraudo ed altri 40 tesserati, lo stesso ex DG della Juventus si è espresso in merito scrivendo un articolo per Libero, giornale che ospita la rubrica personale di Luciano Moggi: "La recente richiesta di un parere da parte della Figc all’Alta Corte del Coni sulla mia presunta radiazione, rappresenta l’ennesima stucchevole ed infondata iniziativa con la quale si cerca, disperatamente, di salvare ilpessimo ed illegittimo operato della giustizia sportiva del 2006. Dal processo di Napoli sta emergendo che non solo non ho mai condizionato alcuna scelta arbitrale, ma che, anzi, non ero certo io quel dirigente che si accomodava nello spogliatoio del direttore di gara o invitava a ritirare regali nella propria sede sociale o disponeva pedinamenti ed intercettazioni illegittime. Dunque,invece di prendere atto responsabilmente di tutto ciò e cercare, davvero, di fare chiarezza, in via Allegri sono terrorizzati dal mio fantasma che evidentemente turba i loro sonni e da mesi, senza successo e con comiche polemiche interne, rincorrono un cavillo degno di un Azzeccagarbugli per assicurarsi che io non possa tornare, ammesso che ne abbia davvero voglia ed intenzione, nel calcio. Sistema ridicolo Mentre il sistema calcio in Italia è sull’orlo del fallimento, sportivo e finanziario, mentre emerge che ben avrebbero dovuto condannare altri per aver violato le norme federali, per la Figc l’“affaire Moggi” rappre - senta la priorità! È come se si volesse combattere la mafia sanzionando i divieti di sosta: mentre io al massimo posso aver parcheggiato in doppia fila, altri commettevano stragi (sportive, s’intende), eppure sono tutti ancora lì e nessuno ritiene di condannarli comemeriterebbero. In tutto questo, Abete, preoccupato dal dover lui stesso, in prima persona, assumere decisioni su di me che lo esporrebbero immediatamente ad azioni giudiziarie, chiede un parere ad un organo estraneo alla Figc, l’Alta Corte del Coni, appunto, per sapere se fa bene a “prendere atto” del - le sentenze della propria giustizia sportiva. Siamo al paradosso, è come se il preside di una scuola chiedesse al Ministro dell’Istruzione se è giusto che accetti il voto dato da un professore ad un alunno della sua scuola... è ovvio! Ancora una volta hanno tentato una furbata ma l’hanno gestita in modo maldestro e goffo. Avrebbero semmaidovuto chiedere alConi se fosse giusto radiare Moggi (e, per esempio, non Preziosi che pure versa nella medesime condizioni ma gode di una speciale immunità, anzi impunità), benché nelle pur severissime sentenze sportive del 2006 non vi fosse questo provvedimento. Invece, il presidente della Federazione chiede di sapere se è conforme ai principi dell’ordinamento sportivo la propria “presa d’atto” riguardo ad un recente parere di un suo organo giudicante, che s’ è inventato, con sorprendente creatività, la mia automatica radiazione, della quale tuttavia, misteriosamente, la stessa Figc per 4 anni non si era occupata. Questa paradossale vicenda non mi preoccupa affatto a livello personale, molto, invece, come appassionato di calcio. È avvilente che la classe dirigente federale impieghi energie ed economie (in parte pubbliche, cioè soldi che provengono dai cittadini) non per risolvere problemi, ma per rincorrere fantasmi con pervicace accanimento. Si insiste su teoremi sgangherati come se nulla di nuovo fosse emerso dal processo. Quando si smetterà di dar credito a chi vuol nascondere la verità? Duello milanese Ora il campionato. L’Inter ha faticato parecchio per battere il Cesena. I punti di differenza dal Milan sono ora sei (tre potenziali). Suona la grancassa il tifo nerazzurro (secondo un sondaggio il 70% vede l’Inter favorita per lo scudetto). La squadra di Leo giocava con i titolari (Materazzi e Castellazzi a parte) ma ha rischiato grosso. Pesano sul risultato l’espulsione affrettata di Giaccherini e un rigore negato che ha fatto infuriare patron Campedelli. Dovrebbe saperlo: i rigori contro l’Inter sono rari e Moratti sul punto è un professionista del silenzio. In altri tempi, invece, parlava eccome. Qualcosa sulla Coppa Italia. Ranieri ha vinto il derby e non ha perso tempo nell’imbastire la prima polemica: perché i quarti con la Juve si giocano a Torino? Segnale evidente che tiene molto alla Coppa, come i bianconeri del resto, in cerca di consolazioni per riscattare un campionato ancora poco appagante."

Juveforum

gabriele
22.01.2011, 10:23
Paco D'Onofrio: Il rebus della radiazione di Moggi - L'avvocato Paco D'Onofrio, esperto di diritto sportivo e uno dei legali di Moggi in ambito sportivo, intervenuto telefonicamente a 'Il bianco e il nero' su Radio Radio, ha spiegato come stiano i fatti a proposito della radiazione di Moggi, sul piano squisitamente giuridico. "Facciamo una premessa - ha esordito - Luciano Moggi non è stato radiato, sembra una dichiarazione ovvia, ma ormai da sei-sette-otto mesi questa questione della sua radiazione, ogni tanto, si direbbe ad orologeria, viene ritirata fuori. Moggi non è un soggetto radiato perché la radiazione è un provvedimento e, come tale, deve essere notificato. Per essere chiari, deve arrivare una letterina a casa di Luciano Moggi che gli dice: 'Caro Luciano Moggi, sei stato radiato'. Occorre che qualcuno questa letterina la firmi, ma il problema è che sembra che nessuno voglia mettere la firma su quella lettera". Poi l'avvocato D'Onofrio ripercorre la genesi del problema: "Moggi nel luglio 2006 ha come sanzione cinque anni di squalifica e la proposta di radiazione. La giustizia sportiva, che non poteva all'epoca comminare la radiazione, la propone al presidente federale, che all'epoca non c'era, ma di lì a poco sarebbe arrivato e questa decisione della radiazione doveva essere presa dal presidente federale. Quando il presidente federale arriva non solo non la prende, ma nemmeno successivamente considera questa ipotesi fino all'estate scorsa, quando gli viene in mente che c'è questa eventualità, si rivolge alla giustizia sportiva e la giustizia sportiva gli dice: 'Guarda che nel frattempo le regole sono cambiate, cioè non sei più tu che devi assumere questa decisione, ma è proprio la giustizia sportiva a doverlo fare'; e quindi secondo la giustizia sportiva a questo punto la radiazione dovrebbe essere automatica, cosa che va contro ogni principio giuridico, perché si presuppone che una norma entrata in vigore nei mesi scorsi possa essere considerata retroattiva in modo penalizzante. E' come dire: tre anni fa durante un processo vado assolto, tre anni dopo il Parlamento dice che quel mio comportamento è diventato reato; mentre sto tranquillamente a casa mia, mi vengono a prendere i carabinieri perché nel frattempo è diventato reato. E' un principio che non esiste né a livello statale né a livello sportivo". E allora? Allora, per l'avvocato D'Onofrio, la vera spiegazione è una sola: "La decisione della Federazione non è trovare un fondamento giuridico alla propria azione, ma trovare un alibi, a questo punto si rivolge al Coni, perché spera evidentemente che il Coni vi possa dare in qualche modo legittimazione, cioè spera che qualcuno all'infuori di se stessa condivida la scelta di forzare la mano e considerare illegittimamente Moggi radiato".

eldavidinho94
22.01.2011, 13:54
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=sL7j8OaXhIk

eldavidinho94
01.02.2011, 19:51
Alta Corte Coni: «Su radiazione Moggi decida la Figc»

Giudicato "inammissibile" il quesito procedurale presentato dalla Federcalcio sulla titolarità della radiazione di 42 tesserati, tra i quali l'ex dg della Juve
ROMA, 1 febbraio - L'Alta Corte di giustizia del Coni ha giudicato "inammissibile" il quesito procedurale presentato dalla Federcalcio sulla titolarità della radiazione di 42 tesserati, tra i quali Luciano Moggi. "Non possiamo dare pareri - è in sintesi il responso della Corte - su controversie per le quali ci sia una procedura avanti a organi della giustizia sportiva o in ordine alla quale vi sia la possibilità di ricorrere alla stessa Alta Corte". Giovedì, con ogni probabilità, l'argomento verrà affrontato in occasione del Consiglio federale.

IL COMUNICATO - Questo il testo integrale del comunicato dell'Alta Corte di Giustizia del Coni: "L’Alta Corte di Giustizia sportiva composta dal Presidente, Riccardo Chieppa, e da Alberto De Roberto, Giovanni Francesco Lo Turco, Massimo Luciani, e Roberto Pardolesi, Relatore, su richiesta di parere della FIGC, tramite il CONI (trasmessa a questa Alta Corte di Giustizia Sportiva il 19 gennaio 2011), udito il Relatore Prof. Roberto Pardolesi, vista la documentazione trasmessa dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, nella adunanza del 27 gennaio 2011 ha emesso il seguente parere. Con atto in data 17 gennaio 2011, indirizzato al CONI con nota della Federazione Italiana Giuoco Calcio, FIGC, in pari data, trasmesso a questa Alta Corte in data 19 gennaio 2011, il Presidente della FIGC richiede il parere dell’Alta Corte sul quesito riassunto in appresso: Posto che: l’art. 14, comma 2, del Codice di giustizia sportiva vigente fino al 30 giugno 2007 prevedeva che l’organo di giustizia sportiva, qualora avesse considerato di particolare gravità l’infrazione, irrogando la sanzione massima di cinque anni, avrebbe potuto proporre al presidente Federale la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della FIGC; il successivo codice di giustizia sportiva, emanato il 21 giugno 2007 (ed entrato in vigore, ai sensi dell’art. 54, il 1° luglio 2007), adeguandosi all’art. 3 (già art. 18) dei principi fondamentali degli statuti federali del CONI, che prevede la netta separazione tra gli organi di gestione sportiva e gli organi della giustizia sportiva, ha modificato il su citato art. 14, attribuendo soltanto a questi ultimi il potere di adottare il provvedimento in preclusione; su alcune proposte preclusive formulate in vigenza del precedente codice, i competenti organi federali non hanno assunto decisioni; in assenza di disposizioni transitorie sul punto, si è chiesto alla Corte di giustizia federale di esprimere un parere interpretativo; la Corte di giustizia federale ha ritenuto che la Federazione non potesse che prendere atto delle decisioni a suo tempo assunte dagli organi di giustizia sportiva, sì che il provvedimento di preclusione deve ritenersi implicito, quale effetto ex lege della proposta, con la conseguenza che la FIGC deve limitarsi a effettuare agli interessati le comunicazioni circa l’intervenuta applicazione, nei loro confronti, della preclusione; tutto ciò premesso, si chiede di conoscere se considerate le implicazioni che i provvedimenti preclusivi hanno in altri ordinamenti sottoposti al controllo del CONI; tenuto conto del su richiamato principio di separazione dei poteri; considerato che la mera presa d’atto da parte degli organi federali impone, quanto meno nella sua fase esecutiva, una valutazione di conformità al dettato dell’art. 4.1 (rispetto del contraddittorio) dei principi di giustizia sportiva emanati dal CONI, un tale operato sia in linea con detti principi e con ogni altro principio generale sancito dall’ordinamento statale.

DIRITTO 1.- Ai sensi dell’art. 15, comma 3, lett. a) del Codice dell’Alta Corte di giustizia sportiva, l’Alta Corte non può rendere parere “su una controversia in atto per la quale sia stata avviata una procedura avanti a organi della giustizia sportiva o in ordine alla quale vi sia la possibilità di proporre ricorso all’Alta Corte”. Come più volte rimarcato in precedenza da questa Corte, il Codice ha così inteso differenziare nettamente le competenze consultive e quelle giustiziali dell’Alta Corte, del resto disciplinate da due diversi Titoli del Codice (II e III). La possibilità, anche semplicemente astratta, di un successivo coinvolgimento dell’Alta Corte nell’esercizio delle attribuzioni disciplinate dal Titolo II del Codice preclude qualsivoglia pronuncia in sede consultiva, che potrebbe risolversi in un autentico pre-giudizio sulla concreta controversia che essa potrebbe poi trovarsi a dover scrutinare. 2.- La richiesta di parere si riferisce a situazioni pregresse, circoscritte a casi già verificatisi e individuabili, rimasti senza specifica determinazione e soprattutto senza un espresso completamento procedurale: quindi - quale che possa essere la soluzione adottabile -, con possibilità di successiva tutela avanti a questa Alta Corte, tenuto anche conto della rilevanza della questione. In effetti, sono in discussione le modalità di irrogazione della misura sanzionatoria più grave dell’ordinamento sportivo, con preclusione della possibilità, per il destinatario, di tornare a far parte dell’ordinamento stesso. Ciò implica che sarebbero attinti diritti indisponibili dell’interessato, cui consegue, ex art. 1, comma 2, del Codice dell’Alta Corte di Giustizia Sportiva, la legittimazione a proporre ricorso innanzi alla Corte stessa. L’Alta Corte di Giustizia Sportiva dichiara pertanto inammissibile la richiesta di parere".

alessandro magno
01.02.2011, 21:11
altro punto a nostro favore

eldavidinho94
01.02.2011, 21:46
Se non sarà radiato, Moggi torna alla Juventus da luglio

Il trionfo della Roma a Torino spazza via la Juve piccola piccola di Gigi Delneri che, dopo essere stata sbattuta fuori dall’Europa League addirittura nella fase a gironi, con sei pareggi in sei gare, fallisce anche il secondo obiettivo stagionale: la Coppa Italia. Ranieri si prende un’altra rivincita sulla società che un anno e mezzo fa l’aveva inverecondamente fatto fuori, a sole due giornate dalla fine, pur avendo compiuto un lavoro eccellente. Gli elogi al signore di Testaccio non sono mai troppi: tre mesi fa la Roma aveva undici punti di distacco rispetto alla Lazio, ora scavalcata in classifica; in campionato la squadra è terza a sei punti dal Milan, ha appena conquistato la semifinale di Coppa Italia dove affronterà l’Inter, è negli ottavi di finale di Champions League; la società non conosce ancora il suo nuovo padrone, ma tecnico e giocatori fanno finta di nulla e volano; nelle scorse settimane Totti e Vucinic avevano litigato con l’allenatore e lo spogliatoio sembrava sul punto di trasformarsi in un Bounty. Eppure, Ranieri ha tenuto fermo il timone, ha domato i ribelli, ha ricominciato a vincere. Alla Juve è successo esattamente l’opposto: Marotta ha portato a Torino 13 nuovi giocatori (11 in estate, Toni e Barzagli in gennaio); ha ceduto fra gli altri Trezeguet, Zebina e Camoranesi; ha avuto carta bianca, ma la rivoluzione per ora è fallita, la squadra è malinconicamente sesta in classifica a 9 punti dai rossoneri e i tifosi sono fuori dalla grazia di Dio mentre Agnelli pensa a Capello e a Moggi che, se entro il 30 giugno non verrà radiato, il 1° luglio rimetterà trionfalmente piede in Corso Galileo Ferraris. Lo sanno anche i muri della sede bianconera.
Le rivali, intanto, sono scatenate. L’Inter campione del mondo ieri sera ha preso Pazzini, dopo essersi assicurata Ranocchia e Kharja; il Milan capolista ha risposto con Cassano, Emanuelson, Van Bommel e Didac Vilà; il Napoli ha piazzato il colpo Ruiz, ma non è finita. E meno male che il mercato di gennaio sarebbe dovuto essere loffio e grigio. Se la Juve non corre ai ripari entro le 19 di lunedì, il solco con la concorrenza rischia di diventare un abisso. Altro che scudetto: così com’è, la Juve rischia di non entrare manco in Champions League.

(Di Xavier Jacobelli per ‘Quotidiano.net)

luna23
01.02.2011, 22:55
Grazie Xavier Jacobelli per le informazioni che sapevamo già.

AlexnelCuore
01.02.2011, 23:01
staremo a vedere

eldavidinho94
16.02.2011, 23:23
GLMDJ - Calciopoli, il processo sportivo è tutto da rifare


Fonte: di E. Loffredo per GiulemanidallaJuve/Calcio GP


Nelle scorse settimane per far fronte al "pasticcio radiazione" in cui si è ritrovata impelagata la FIGC, si è avanzata persino l'ipotesi di ricorrere all'articolo 39 del codice di giustizia sportiva. Immaginiamo che i vertici federali hanno pensato che percorrendo tale strada si garantirebbe il dovuto contraddittorio, come prescritto dalla (non) risposta data dall'Alta Corte del CONI, e non ci sarebbe bisogno di ricorrere a nuove norme a dir poco inopportune.
In realtà in via Allegri stanno ancora facendo un po' confusione. L'Alta Corte del CONI ha sì espresso la necessità che vi sia un contraddittorio, ma tale elemento era riferibile esclusivamente al parere richiesto. In sostanza gli ermellini del CONI hanno detto: “non ci esprimiamo, e comunque se anche volessimo farlo, data la situazione concreta di cui ci chiedete, non potremmo pronunciarci senza sentire le controparti” (tra le quali Moggi – ndr).
Abete invece sembra aver capito fischi per fiaschi, ha inteso che per radiare Moggi sia propedeutico instaurare un contraddittorio con l'ex Dg bianconero. Sic! Caro presidente federale, se vuole radiare Moggi non deve mica chiedergli se questi è d'accordo. Lo vuole fare? Crede di essere legittimato a farlo? Lo faccia, proceda con la radiazione! Poi vedremo cosa succede.
L'ipotesi di ricorrere alla revisione di calciopoli ex art. 39 del CGS tuttavia è meritevole di qualche riflessione. Se si intende revisionare i processi sportivi del 2006 per concedersi esclusivamente la possibilità di radiare Moggi lasciando inalterato il resto, beh, è meglio che in FIGC si facciano passare il prurito. L'ambiente non è più quello dell'estate di cinque anni fa. Una buona fetta del sentimento popolare (quella più disinformata) è ancora arroccata sulle stesse posizioni, ma oggi c'è una buona parte di popolo, quella bianconera, che non si farebbe trovare impreparata, non si farebbe piegare dai titoli rosa a nove colonne, questa volta il tifo juventino non si farebbe calpestare e non permetterebbe di reiterare l'oltraggio alla propria squadra. E poi a Torino c'è una dirigenza diversa da quella di cinque anni fa. Quindi Abete e compagnia tremolante non ci provassero neppure.
Se invece il presidente federale, nel quadro di una riflessione più ampia, indotta e imposta da tutto quanto è emerso nel processo di Napoli, si è avveduto che il da farsi sulla proposta radiazione di Moggi in realtà non prescinde da un'ineludibile e autentica revisione delle sentenze della giustizia sportiva del 2006, allora ci trova pienamente d'accordo. Perché rifare i processi già celebrati da Ruperto e Sandulli, giocoforza significa ridiscutere tutto, anche le pene inflitte.
Si ricorra dunque al summenzionato articolo 39, ma non per trovare una scappatoia all'incertezza di una radiazione ormai improcedibile, bensì perché questo impone la realtà certificata dal dibattimento nel processo che si sta celebrando nell'aula 216 del tribunale di Napoli.

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