eldavidinho94
27.12.2010, 10:16
Fabio Cannavaro: "Agnelli fa bene a difendere la Juve su Calciopoli. Delneri duro con Buffon? Mi viene da ridere..."
In una lunga intervista concessa a "La Gazzetta dello Sport", l'ex difensore della Juventus e della Nazionale, Fabio Cannavaro, ha parlato del suo passato azzurro, delle polemiche Buffon-Delneri e Del Piero-Ferrara, e della linea dura intrapresa da Agnelli sul fronte Calciopoli. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Le manca la Nazionale?
«Sì, molto. Perché tutta la mia carriera è stata scandita dall’azzurro. Sono arrivato a 79 partite da capitano: chissà se qualcuno un giorno passerà quel limite. Dalle giovanili sino a Berlino, al Sudafrica ho vissuto emozioni grandissime. Con la grande delusione dell’Europeo perso nel 2000, ma con l’immensa gioia di aver alzato la Coppa del Mondo».
Poi in Sudafrica solo lacrime.
«Mi dispiace che qualcuno abbia goduto di più per quell’eliminazione che per la vittoria in Germania. Ma sapevamo che era impensabile rivincere il titolo. Ora è logico si paghi la fine di un ciclo. Per Prandelli non sarà facile: l’ho chiamato per augurargli "in bocca al lupo". Mi pare che i presuppostidi un gruppo unito ci siano».
Ha sentito Lippi?
«Sì, più volte. Così come il direttore Valentini e Gigi Riva».
La telefonata più curiosa da Coverciano.
«Quella di Chiellini e Quagliarella quasi intimoriti di entrare in quella camera 202 che ho occupato per 15 anni. La prima volta me l’assegnarono con l’Under 21».
A proposito di altri azzurri: Gigi Buffon fatica a rientrare e Delneri per un paio di volte è stato duro con lui.
«Mi viene da ridere a leggere certe dichiarazioni. Gigi sta bene, presto rientra: lui ha il numero 1 stampato sulla pelle e non ha bisogno di dimostrare niente. Mi piace pensare che l’allenatore l’abbia fatto per stimolare Storari».
Del Piero e Ferrara non se le sono mandate a dire sul recente passato. Era la sua Juve.
«Fare l’allenatore con un gruppo di giocatori esperti come lo eravamo noi in bianconero non è stato semplice nemmeno per Ciro. Nelle loro discussioni non voglio entrare, ma forse sarebbe stato meglio chiarirsi a quattr’occhi».
La politica societaria Juve è cambiata: da John Elkann che ha accettato le responsabilità di Calciopoli, ad Andrea Agnelli che non nasconde di rimpiangere quei tempi, difendendo anche Moggi.
«E fa bene. Perché quella squadra era la più forte sul campo».
Ma le sembra normale acquistare delle schede telefoniche per poter parlare privatamente con gli arbitri?
«No, non lo è. Ma più o meno tutti avevano relazioni non proprio trasparenti. Bisogna fissare regole certe e lasciare gli arbitri sereni e tranquilli».
In una lunga intervista concessa a "La Gazzetta dello Sport", l'ex difensore della Juventus e della Nazionale, Fabio Cannavaro, ha parlato del suo passato azzurro, delle polemiche Buffon-Delneri e Del Piero-Ferrara, e della linea dura intrapresa da Agnelli sul fronte Calciopoli. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Le manca la Nazionale?
«Sì, molto. Perché tutta la mia carriera è stata scandita dall’azzurro. Sono arrivato a 79 partite da capitano: chissà se qualcuno un giorno passerà quel limite. Dalle giovanili sino a Berlino, al Sudafrica ho vissuto emozioni grandissime. Con la grande delusione dell’Europeo perso nel 2000, ma con l’immensa gioia di aver alzato la Coppa del Mondo».
Poi in Sudafrica solo lacrime.
«Mi dispiace che qualcuno abbia goduto di più per quell’eliminazione che per la vittoria in Germania. Ma sapevamo che era impensabile rivincere il titolo. Ora è logico si paghi la fine di un ciclo. Per Prandelli non sarà facile: l’ho chiamato per augurargli "in bocca al lupo". Mi pare che i presuppostidi un gruppo unito ci siano».
Ha sentito Lippi?
«Sì, più volte. Così come il direttore Valentini e Gigi Riva».
La telefonata più curiosa da Coverciano.
«Quella di Chiellini e Quagliarella quasi intimoriti di entrare in quella camera 202 che ho occupato per 15 anni. La prima volta me l’assegnarono con l’Under 21».
A proposito di altri azzurri: Gigi Buffon fatica a rientrare e Delneri per un paio di volte è stato duro con lui.
«Mi viene da ridere a leggere certe dichiarazioni. Gigi sta bene, presto rientra: lui ha il numero 1 stampato sulla pelle e non ha bisogno di dimostrare niente. Mi piace pensare che l’allenatore l’abbia fatto per stimolare Storari».
Del Piero e Ferrara non se le sono mandate a dire sul recente passato. Era la sua Juve.
«Fare l’allenatore con un gruppo di giocatori esperti come lo eravamo noi in bianconero non è stato semplice nemmeno per Ciro. Nelle loro discussioni non voglio entrare, ma forse sarebbe stato meglio chiarirsi a quattr’occhi».
La politica societaria Juve è cambiata: da John Elkann che ha accettato le responsabilità di Calciopoli, ad Andrea Agnelli che non nasconde di rimpiangere quei tempi, difendendo anche Moggi.
«E fa bene. Perché quella squadra era la più forte sul campo».
Ma le sembra normale acquistare delle schede telefoniche per poter parlare privatamente con gli arbitri?
«No, non lo è. Ma più o meno tutti avevano relazioni non proprio trasparenti. Bisogna fissare regole certe e lasciare gli arbitri sereni e tranquilli».