eldavidinho94
09.12.2010, 22:13
Gentile direttore,
sentivo di doverglielo, questo atto di leale riconoscimento per l’impegno e l’onestà intellettuale profusi in anni di strenua resistenza alla vulgata, spesso tracotante, della stampa avversa e del tifo pregiudizialmente ostile. Purtroppo, quella stampa e quel tifo annoverano i corifei della mia squadra di riferimento, l’Inter, cui mi legano 50 anni di emozioni, cui ho dato il cuore, ma non anche le mia modeste facoltà critiche. Per i miei “confedeli”, sono ormai quello che un interista non dovrebbe mai essere: sostenitore, sia pure sofferto, delle tesi difensive bianconere. E se queste fossero convincenti? Che importa: sarebbero comunque tesi avverse e, quel ch’è peggio, bianconere, dunque fraudolente per definizione… Ma tant’è. Me ne farò una ragione e, disattendendo le giulebbose prescrizioni di Severgnini, o quelle tonitruanti di Scarpini e inclita compagnia di giro, mi scelgo quale pigmalione Aristotele, secondo cui “Amicus Plato, sed magica amica veritas”, anche se quest’ultima, la verità, confuta una catechesi domestica che è stata data in pasto e supinamente assimilata da chi, prima delle vostre rivelazioni, poteva accampare, se non altro, gli eccessi della passione e l’attenuante dell’ignoranza. Oggi non più. Sopravviverò, comunque, all’ostracismo decretatomi, senza sentirmi, per questo, meno interista; se mai, lo sono con maggiore cognizione di causa. Se i fatti contraddicono i dogmi nei quali la “casa madre” nerazzurra vorrebbe che ci pascessimo, felici e ignari; se qualcuno, come lei e i suoi valorosi collaboratori, ci aiuta ad aprire gli occhi su una realtà che, da autentici interisti, non può che addolorarci, ma con la quale abbiamo il debito d’onore di fare i conti; se un contributo alla chiarezza viene dai nostri avversari (nemici mai, almeno per quanto mi riguarda) storici: ebbene, quei fatti finalmente disvelati, quell’opera compiuta dai nostri avversari costituiscono una delle più meritorie operazioni di riconciliazione con la verità storica, indipendentemente dalla circostanza che, a cadere vittima del suo definitivo trionfo, sia la nostra “Beneamata”. Che sarà sempre tale, anche, e soprattutto, se e quando verranno stigmatizzate le sue colpe. E aggiungo, a mo’ di amara conclusione, che ho conosciuto, amato, intrattenuto una lunga corrispondenza epistolare con persone che non disconosco per gli errori commessi, ma che sarebbero destinatari della mia accresciuta ammirazione e gratitudine se solo, finalmente, ammettessero che abbiamo goduto di una ingiustificata rendita di posizione. La quale può avere reso più ricca la nostra bacheca, ma solo al prezzo del nostro imbarazzo: un sentimento cui qualcuno dei miei confedeli riesce disinvoltamente a essere refrattario. Non lo invidio. Il che non m’impedisce di ammirare lei, egregio Corsa, e di stringerle la mano in segno di schiettissima stima.
Grato dell’ospitalità, mi firmo con nome e cognome, com’è giusto che sia: R.P.
http://www.uccellinodidelpiero.com/stretta-di-mano-con-un-tifoso-interista/comment-page-1/#comment-23164
l'ecccezione che conferma la regola?
sentivo di doverglielo, questo atto di leale riconoscimento per l’impegno e l’onestà intellettuale profusi in anni di strenua resistenza alla vulgata, spesso tracotante, della stampa avversa e del tifo pregiudizialmente ostile. Purtroppo, quella stampa e quel tifo annoverano i corifei della mia squadra di riferimento, l’Inter, cui mi legano 50 anni di emozioni, cui ho dato il cuore, ma non anche le mia modeste facoltà critiche. Per i miei “confedeli”, sono ormai quello che un interista non dovrebbe mai essere: sostenitore, sia pure sofferto, delle tesi difensive bianconere. E se queste fossero convincenti? Che importa: sarebbero comunque tesi avverse e, quel ch’è peggio, bianconere, dunque fraudolente per definizione… Ma tant’è. Me ne farò una ragione e, disattendendo le giulebbose prescrizioni di Severgnini, o quelle tonitruanti di Scarpini e inclita compagnia di giro, mi scelgo quale pigmalione Aristotele, secondo cui “Amicus Plato, sed magica amica veritas”, anche se quest’ultima, la verità, confuta una catechesi domestica che è stata data in pasto e supinamente assimilata da chi, prima delle vostre rivelazioni, poteva accampare, se non altro, gli eccessi della passione e l’attenuante dell’ignoranza. Oggi non più. Sopravviverò, comunque, all’ostracismo decretatomi, senza sentirmi, per questo, meno interista; se mai, lo sono con maggiore cognizione di causa. Se i fatti contraddicono i dogmi nei quali la “casa madre” nerazzurra vorrebbe che ci pascessimo, felici e ignari; se qualcuno, come lei e i suoi valorosi collaboratori, ci aiuta ad aprire gli occhi su una realtà che, da autentici interisti, non può che addolorarci, ma con la quale abbiamo il debito d’onore di fare i conti; se un contributo alla chiarezza viene dai nostri avversari (nemici mai, almeno per quanto mi riguarda) storici: ebbene, quei fatti finalmente disvelati, quell’opera compiuta dai nostri avversari costituiscono una delle più meritorie operazioni di riconciliazione con la verità storica, indipendentemente dalla circostanza che, a cadere vittima del suo definitivo trionfo, sia la nostra “Beneamata”. Che sarà sempre tale, anche, e soprattutto, se e quando verranno stigmatizzate le sue colpe. E aggiungo, a mo’ di amara conclusione, che ho conosciuto, amato, intrattenuto una lunga corrispondenza epistolare con persone che non disconosco per gli errori commessi, ma che sarebbero destinatari della mia accresciuta ammirazione e gratitudine se solo, finalmente, ammettessero che abbiamo goduto di una ingiustificata rendita di posizione. La quale può avere reso più ricca la nostra bacheca, ma solo al prezzo del nostro imbarazzo: un sentimento cui qualcuno dei miei confedeli riesce disinvoltamente a essere refrattario. Non lo invidio. Il che non m’impedisce di ammirare lei, egregio Corsa, e di stringerle la mano in segno di schiettissima stima.
Grato dell’ospitalità, mi firmo con nome e cognome, com’è giusto che sia: R.P.
http://www.uccellinodidelpiero.com/stretta-di-mano-con-un-tifoso-interista/comment-page-1/#comment-23164
l'ecccezione che conferma la regola?