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eldavidinho94
08.12.2010, 08:33
Beha: “E se Moggiopoli la chiamassimo Auricchiopoli o Federopoli?”

Oliviero Beha, popolare giornalista radiotelevisivo e della carta stampata, intervenendo telefonicamente nel corso della trasmissione bianconera “Signora Mia”, condotta da Marco Venditti in collaborazione con la “Combriccola Romana” di “Tutti Pazzi Per La Juve ”, in onda sulle frequenze dell’emittente capitolina Rete Oro TV (http://juvemania.it/beha-e-se-moggiopoli-la-chiamassimo-auricchiopoli-o-federopoli/), ha espresso la propria opinione su Calciopoli e sullo scarso interesse dei media che, a differenza dell’estate 2006, oggi risultano riluttanti nel dare informazioni riguardanti il Processo penale in corso a Napoli.


Buonasera Dottor Beha, nel 2006 lei ha coniato il termine “Moggiopoli”, ma visto quello che sta emergendo dal processo di Napoli, può essere coniato un altro termine che inquadri la situazione attuale?
“Mi viene da pensare subito ad una domanda retorica perché io ho scritto dappertutto che pur avendo coniato con facilità ed al volo il termine “Moggiopoli” quando scoppiò lo scandalo, nei giorni successivi, vedendo l’andazzo, lo cambiai immediatamente in “Calciopoli” per evitare che il nome di Moggi nascondesse eventuali responsabilità di altri che poi si sono rivelate ben più che eventuali. Adesso forse è tempo, probabilmente, di aggiornare anche il termine “Calciopoli”. Sull’argomento mi batto da quattro anni, oggi, fortunatamente, in compagnia di qualche altro analista, osservatore, giornalista e soprattutto in compagnia di spezzoni di realtà ed intercettazioni che finalmente stanno venendo fuori. Ormai è chiaro a tutti che il sistema calcio è malato. Questo discorso probabilmente interessa ai tifosi della Juventus come a quelli del Milan o del Cosenza. Detto questo, le responsabilità degli altri sono venute fuori. Questa è la verità.Quindi, al posto di Calciopoli, potremmo provare ad azzardare qualche nuovo neologismo del momento, per esempio: “Federopoli”, vi dice niente? Oppure: “Auricchiopoli”, com’è? Voglio dire che ci sono delle responsabilità enormi che non riguardano solo il calcio, ma chi (http://juvemania.it/beha-e-se-moggiopoli-la-chiamassimo-auricchiopoli-o-federopoli/) ha trovato in questo ambiente delle giunzioni e dei punti di contatto con tutta la politica ed economia italiana”.
Come mai, secondo lei, c’è pochissimo interesse da parte dei media e dei giornali su quello che sta accadendo in Calciopoli 2?
“Per due motivi semplici. Il primo motivo è che sono costretti a rivedere tutto quello che hanno scritto: il sistema mediatico non rivede sé stesso fino all’ultimo, se non quando vi è proprio costretto. Quindi, quando ci saranno le sentenze, saranno costretti a farlo.Un anno e mezzo fa non se ne parlava: ero quasi in solitudine, non c’era nessuno a tenermi compagnia, adesso sono costretti a dare qualche notizia. Pensate per esempio alla Gazzetta dello Sport un anno fa, tanto per nominare il maggiore quotidiano sportivo, adesso è costretta a dare qualche notizia. Il secondo motivo è che se Moggi non è Belzebù o Totò Riina o quel mostro che è stato dipinto quattro anni fa, beh, “qualcun altro”, nel calcio, le responsabilità, delle colpe, ce l’ha e quindi sarebbero costretti ad indagare su questo “qualcun altro”. Siccome i rapporti tra gli altri, questo “qualcun altro diffuso” ed il sistema mediatico sono evidenti, basta leggere i giornali, nello sport come nel resto di tutti i giorni, ecco che nessuno vuole indagare sul suo padrone. Non so se ho reso l’idea”….

bdc
08.12.2010, 10:43
Auricchiopoli mi piace molto ma Federopoli trasmette meglio quello che è successo nel 2006 e continua ad accadere anche oggi.

Intanto un ringraziamento va rivolto a Beha che da buon anti-juventino non si fa problemi ad ammettere che nell'estate del 2006 ha sbagliato a sparare contro la triade.

alessandro magno
08.12.2010, 12:52
per noi e' da sempre farsopoli quindi siamo gia' avanti.
Postato via Mobile Device

eldavidinho94
22.12.2010, 12:25
Articolo di Beha.


E’ partita ufficialmente Calciopoli 2 con l’audizione di Paolo Bergamo con scarso risalto da parte dei media, ma al proposito non vi erano dubbi. In ogni caso ancora una volta si distingue Oliviero Beha che pur non entrando nello specifico fa delle interessanti considerazioni su Moratti, in un articolo di cui Vi riporto solo la prima parte che è quella che più ci riguarda, mentre la seconda tratta di altre squadre e degli ultimi risultati.
Gira tutto o quasi intorno a Moratti Massimo. Ma se adesso titoliamo "Morattopoli" tutti pensano a "Tangentopoli" o a "Calciopoli" per le storture del linguaggio e l'inerzia della ricezione. Tangentopoli era correttamente alla lettera "la città delle tangenti", tutti gli altri suffissi "poli" sono stati sinonimo di scandalo ovunque applicati, anche se non vogliono dire niente di ciò in sé. Insomma, "Morattopoli" è soltanto la polis o il Paese dei Moratti. Ma scrivendo così faccio involontariamente subito il verso al libro del valido Meletti "Nel Paese dei Moratti", che sta suscitando polemiche anche solo per il fatto (Il Fatto) che qualcuno ha fatto sapere in giro che del tal libro non si debba parlare. Su questo giornale nella pagina delle lettere di domenica scorsa c'era uno scambio tra l'avvocato morattofilo e il Meletti summenzionato, su tutto ciò ma anche a proposito dell'accenno a un elemento nuovo, cioè "all'ignobiltà del parlare di chi non è più in vita", contestato al legale da Meletti che allude anche a "un mago cui rivolgersi per sapere ciò che l'avvocato in questione sostiene e l'Ansa non ha riportato". Interessante: per il mago, consiglio a Meletti e a tutti gli interessati o taroccati o taroccofili la Maga Clara cui si rivolgeva il presidente dell'Inter tempo fa, per aiuti presumo trascendenti nella campagna acquisti. Maga poi arrestata. Quanto ai defunti, par-ce sepultis naturalmente ma allora ditemi: se cito Dante, o Pasolini, o Carmelo Bene sono ignobile? Più o meno ignobile che se riporto le trascrizioni di "Calciopoli" che riguardano Facchetti, la cui morte prematura mi è molto dispiaciuta ma senza esimermi credo dal cercare di fare nel modo meno ignobile possibile il mio lavoro di testimonianza senza pregiudizi? E temo che di quest'ultimo aspetto riparleremo parecchio durante i tempi supplementari del processo di Napoli, fino ai rigori... Teniamoci pronti, perché verrà fuori - ritengo - un calcio penalmente "irrilevante" e invece groviera sul piano della lealtà sportiva, sul piano etico, sul piano della decenza interpersonale ma per tutti, Belzebù, Belfagor e santarellini. Solo che i santarellini avrebbero volentieri permesso che nella "discarica Moggi" finisse dentro tutto, anche ciò che riguardava gli altri. E questo, ammettetelo tifosi di qualunque sponda, non è carino.. Come non sarà carino quando sempre il Terribile Capatàz della Juventus pigliatutto che a questo punto non si sa bene quali arbitri abbia corrotto, con una lunga biografia nel pallone fatta di competenza e molti escamotage, tirerà fuori dalla cassaforte un contratto già firmato ma non da lui che lo vincolava alla fine degli anni '90, quindi con alle spalle una biografia pallonara già più che consistente nei chiari e negli oscuri, a un importante club milanese. Sarà il Milan, penserete, sarà il club del presidentissimo Berlusconi che ieri si è "pappato" sul mercato anche Cassano (presidente e fantasista hanno molto in comune almeno a leggere le leggendarie battute del primo con o senza lettone di Putin e il libro casanovesco scritto per il barese tatuato sulle donne da lui trombate, in due centinaia di migliaia...). E no, mi risulta sia invece l'Inter, e la firma in calce di quel Moratti di cui stiamo parlando anche se non in forma di "Morattopoli" per evitare equivoci.

Fonte: di Oliviero Beha per "Il Fatto Quotidiano"

gabriele
22.12.2010, 15:51
L'avv. Benedetto: nemmeno i due scudi basterebbero a risarcire la Juve dei danni della farsa - L'avvocato Giuseppe Benedetto nel 2006 era Giudice unico del settore della Figc. Nel 2006 fu uno dei pochi a denunciare il carattere farsesco, se non grandguignolesco, di Calciopoli; e preso dal "ribrezzo" di una sentenza che parlava di illeciti che non c'erano, si dimise. Sono passati quattro anni, e i fatti, che pian paino stanno emergendo dalle dune di sabbia che minacciavano di seppellirli per l'eternità danno ragione a lui. E a noi che abbiamo scavato. E quella che si apre adesso per Giuseppe Benedetto non è una nuova indagine, è finalmente "un'indagine, perché allora non ce ne fu nessuna e di nessun tipo - spiega a Tuttosport - Oltre a non esserci stata, durante i processi del 2006, una fase di istruttoria dibattimentale, che avrebbe potuto cercare meglio la verità. Fu una vera aberrazione del diritto che partorì un’oscenità giuridica, provocando danni gravi. Fu una farsa, nella quale ognuno aveva una parte preordinata e l’ha recitata pedissequamente. Altro che ricerca della verità! E aggiungo che anche le vittime si attennero al copione…". E addirittura non è più nemmeno necessario indagare oggi, con quel che emerso a Napoli: "Quel materiale è sufficiente per cancellare il 2006, per togliere quello scudetto assegnato in modo scellerato all’Inter e restituire i due tolti alla Juventus. Sarebbe un risarcimento indispensabile, ma non sufficiente a coprire del tutto i danni di quelle sentenze". Ma a condannare la Juve allora fu il sentimento popolare, quello del Bar sport, dove andava, e va, di moda quel foglio rosa i cui giornalisti e le cui pagine furono la base, i testimoni e le prove del tutto. E questa era l'aria che si respirava anche in Federazione: "Si respirava un’aria di decisioni già prese, di giustizia popolare che, per me - osserva l'avv. Benedetto - è sempre giustizia tribale o, come si scrisse, giustizia da bar sport. Gli uomini liberi, come il mio amico Francesco Cossiga, all’epoca lo dissero che una cosa del genere non poteva chiamarsi “processo”, ma non vennero ascoltati".

AlexnelCuore
22.12.2010, 23:46
e non servirebbero no, noi abiamo fatto un anno di B e solo noi sappiamo che significa, non ci sarà sentenza che possa cancellare quell'anno

gabriele
23.12.2010, 15:59
Bergamo vuota il sacco della sua rabbia - Dopo il colloquio con Palazzi, che gli ha fatto sicuramente rivivere la terrificante, grottesca, kafkiana estate del 2006, Bergamo parla, come un fiume in piena, a 'Radio Sportiva', raccontando quella che, piaccia o non piaccia, è la verità. Ribadisce il concetto espresso al termine del rendez-vous col Procuratore federale: "Il processo fu una farsa, non ci siamo potuti difendere, tutti potevano chiamarci, il telefono era di proprietà della Federazione. Oggi finalmente sono uscite alcune telefonate e si vede che era tutto sotto la luce del sole, non c'è mai stato illecito. Il processo aveva solo l'obiettivo di condannare, io non volevo essere macchiato da una sentenza del genere, detti le dimissioni perché non volevo essere giudicato così. Non davano la possibilità di avere una difesa, sono amareggiato. C'è delusione perché la vita di molti di noi è stata segnata da questa ingiustizia. Io non ho niente da recriminare, io non mi sono mai permesso di parlare con un arbitro e indirizzarlo verso una società o un'altra. Avevamo un gruppo di arbitri molto forte, purtroppo siamo stati danneggiati da qualcuno, questo è un piano di qualcuno". Parole indubbiamente forti, che fanno capire chiaramente che la cupola non era quella di Moggi, ma che altri furono i cupolanti. La colpa di Moggi era un'altra: "Moggi era il più bravo, sapeva fare il mercato, Milan e Juve dominavano i campionati tanto che sono anche andati in finale di Champions insieme". Tutto fu falso, falsato, e vuole dirlo: "Io sono disponibile a dare ancora una volta la mia testimonianza, ho fatto una colazione con il Presidente della Fiorentina Della Valle e sono stato accusato, incredibile. Io non la chiamo Calciopoli ma Falsopoli". Perché una montatura fu, lo ripete di nuovo: "Parlavamo con tutti i dirigenti, questo è accertato, è tutto una farsa incredibile, una montatura. È stato detto che mai nessuno ha sentito una mia telefonata non corretta e non lecita. Gli errori c'erano tutte le settimana, quando le cose non andavano bene c'erano polemiche, ma era normale. Noi siamo stati corretti". Perché ciò che ora è proibito prima era assolutamente lecito: "Dopo i regolamenti hanno impedito ai dirigenti di fare telefonate con i presidenti, con i dirigenti delle varie società. Ma prima non era proibito. Il rapporto deve essere aperto e trasparente, non è possibile che i dirigenti arbitrali non possono affrontare le situazioni". Ma perché è successo, dunque? "Gli arbitri non possono parlare, Nicchi potrebbe ma non è in grado di farlo. Lo dico e me ne assumo le responsabilità. Qualcuno ha voluto che Calciopoli scoppiasse, è ovvio".

eldavidinho94
24.01.2011, 19:17
Beha polemico con il calcio italiano.

Oliviero Beha, noto giornalista della carta stampata, famoso per le sue inchieste e contemporaneamente conduttore televisivo e radiofonico, torna a parlare di calcio giocato e non, e lo fa riportando un articolo su 'Il Fatto Quotidiano'.

Per vedere un po’ di calcio, non tanto, appena un’azione manovrata, quattro/cinque passaggi di fila, una conclusione, il rischio di “scoprirti” e di prendere un po’ di freddo (gol), avevi voglia domenica a far zapping… Sì, l’Udinese che ormai ne fa quattro a (quasi) chiunque: ma se pensi che questo Genoa aveva la miglior difesa del campionato… Sì, un po’ di battaglia veloce a Cesena e lenta a Roma, e a Brescia che almeno tiravano legnate in porta… Ma dell’ex campionato più bello del mondo resta davvero poco. E’ dunque la cosa più interessante è stato l’inarrivabile Arrigo Sacchi in tv: tra abituali commentatori e conduttori febbrili dietro il bancone del mercato, il nostro “scienziato” più civile ha impartito una lezione memorabile al calcio di questo Paese e al Paese di questo calcio.Anzi, a ben sentire con un poco di orecchio metaforico, la lectio magistralis era anche o addirittura per la politica del Paese del Bunga Bunga, Mangia Mangia, Mangia Bunga. Che ha detto l’Arrigo mentre ci si felicitava in studio dell’incertezza del torneo, della classifica corta che fa ancora sperare un po’ tutti (e il Milan l’avrebbe sottoscritto in serata…), dei risultati in bilico fino all’ultimo e magari cambiati in extremis? Cose semplici, semplicissime, tipo il famoso o famigerato “il re è nudo” di Andersen senza alcun riferimento al premier rubacuori di sorta. Ma cose che non si sentono dire troppo spesso: voi mi parlate di campionato incerto, ha detto in sostanza Sacchi che qualcosina di calcio ha masticato e che può essere discusso ovviamente su tutto, ma non su quello che segue, che viene infatti ignorato. Ma, sostiene il Nostro, il campionato è non tanto incerto quanto scadente. Si gioca male, non si rischia mai per offrire uno spettacolo degno, una tattica offensiva, un’idea di gioco. Vince il solista di turno, e comanda in classifica chi ne ha di più e di meglio, vedi quindi Milan, Inter, Roma a scalare. Al tifoso basta un gol al novantesimo, e non gliene può fregare di meno che la sua squadra giochi male. Se vince. Si incazza eccome però, se perde, molto di più di quanto non lo turbi una squadra senza anima, nerbo, identità, riconoscibilità, concerto d’insieme. Ma a tutti va bene così, è la conclusione dell’Arrigo pluridecorato con il Milan e assai meno fortunato con altre squadre malgrado la sua indubbia dote callipigia (un “sedere” storico), Nazionale compresa. E tra quei tutti di cui parla l’Arrigo, cioè club, squadre, mister, giocatori, tifosi, simpatizzanti ecc., ci sono anche i recensori rotondo-logici cui sta bene così perché il prodotto televisivo tira comunque. E lo debbono vendere. Ma almeno Sacchi se ne frega e gliele canta. Se gli dessero più retta, se si avesse più fiducia nel gioco, se si desse più tempo e anche più responsabilità (“alla Ferguson”) agli allenatori, se si insegnassero le regole e il gusto ludico di una palla che gira e di un’armonia di gruppo ai ragazzini, se i soldi non fossero tutto… se… se… se. Seguendo l’Arrigo, il calcio non sarebbe diventato quella cosa scandalosa che è, con i club più visibili che in qualche modo controllano la situazione economica e quando non lo fanno c’è qualcuno che rimedia nottetempo (ricordate il leggendario “spalma debiti”?), e quelli periferici sulla soglia della bancarotta. O già nel baratro.
Che mi dite del Catanzaro, un passato glorioso anche in A, una provincia tutt’altro che trascurabile, una squadra oggi ultima a zero punti nel girone C della Seconda Divisione, quindi l’inferno dantesco più profondo del subprofessionismo pallonaro? Il peggio del peggio, stipendi non pagati da molti mesi, vitto e alloggio sospesi per i calciatori, in campo la squadra dei ragazzi per cercare di completare il campionato sia pure sotto zero e non perdere definitivamente il titolo sportivo. Non sono calciatori, quelli del Catanzaro? Ma di loro, e di molti altri loro colleghi in Seconda Divisione, in Prima Divisione, a rischio in B e con il Bologna recuperato per il rotto della cuffia in A, sembra non importi niente a nessuno. Si investe sugli stranieri, mentre il vivaio parte male senza la didattica ludica di cui dice Sacchi e con la necessità poi di piazzare i giovani indipendentemente dal loro valore in qualche squadra professionistica. È un mercato saturo, è un movimento che si sta perdendo i pezzi. E se il discorso sul gioco dimesso vale per il Milan cui non bastano le prove mitologiche del gigante Ibra per vincere a Lecce, figuriamoci per gli altri. Nel frattempo gli imbonitori tv spacciano questi spettacoli come eccezionali “perché il livellamento è entusiasmante” anche se è verso il basso, e il pusher della comunicazione smercia “roba tagliata”. La Roma litiga e tiene, la Lazio non litiga, ondeggia, è stanca, ma tiene. L’Inter rimonta e il Napoli ha sulle spalle il peso di uno stadio spesso pieno e sognante e pretenzioso, ma tiene. La Juventus è quel qualcosa di informe sia che vinca sia che perda, in attesa di saperne di più sulla sua identità a calciomercato chiuso a fine mese.
Ma perché dicevo che la lectio sacchiana andava bene per il Paese, e per Montecitorio? Perché questa mancanza di attenzione ai contenuti è faccenda di tutti i settori, l’importante è vincere comunque anche giocando male, tanto ai tifosi/consumatori/cittadini sembra andar bene così all’infinito. Perché a Montecitorio debbono vincere comunque elettoralmente, in grande o in piccolo, e giocar bene (seminare per il Paese) e perdere non è previsto da questa classe politica e dai tifosi dei vari spezzoni di essa. Contenuti nisba, contenitori vuoti, come corazze che duellano senza niente dentro cigolando in modo atroce per l’udito, ognuna sperando che l’avversario inciampi: va bene per il calcio, va bene per il resto.
E andando oltre Sacchi, va detto che l’esito incerto di molte partite è stato condizionato dalle decisioni arbitrali, o, se preferite, dalle segnalazioni degli assistenti convalidate dai fischietti. L’elenco è sterminato è ve lo risparmio. Di sicuro tra arbitri e quelli che una volta venivano chiamati riduttiva-mente segnalinee o guardalinee e oggi sono assurti a personale assistenziale, un po’ come per gli infermieri che devi chiamare paramedici o la donna delle pulizie colf, di sicuro dicevo la magistratura in mutande del pallone ne fa abitualmente di tutti i colori. E il fatto che i giocatori sbaglino almeno come loro se non di più non assolve i primi ma casomai rientra nel discorso di imperizia già fatto per i secondi.
Mi viene in mente che forse bisognerebbe abolire gli assistenti federali, come fanno nelle categorie dilettantistiche inferiori o giovanili: ogni squadra si porta l’assistente di linea da casa, ogni arbitro sa che solitamente quello dà il fallo laterale a favore della squadra che lo ha indicato per quel “servizio” e quindi non se ne dà cura. E le partite dipendono soltanto dagli arbitri. Dice: e le regole? E bravi, forse che tutta la storia di Calnon si su arbitri “incupolati” e assistenti/squillo chiamati al telefono per ogni esigenza un po’ da tutti? Dunque se stiamo facendo i discorsi di sempre che cosa è cambiato dai tempi di Meani/Galliani/Collina, giacché qui si rimarca l’aspetto dei collaboratori di fascia? E quindi la differenza sarebbe la malafede di allora, ancora tutta da provare, a confronto con la buonafede di oggi, sempre tutta da provare, mentre gli errori si susseguono ad usum delfino-rum e non si distribuiscono affatto equamente come ogni tanto sento dire?
Che pasticcio: nella distrazione nazionalpopolare per eccellenza, il versante più autenticamente politico del Paese, il Calcio, si gioca male, si tifa peggio, si sbaglia nel giudizio arbitrale, e si decanta tutto ciò come qualcosa di imperdibile. Imperdibile, non impagabile. Si paga, eccome se si paga…

Juveforum

eldavidinho94
23.02.2011, 11:57
Beha: “Quando gli arbitri aiutavano la Juve erano delinquenti, ora che aiutano Milan e Inter sono solo distratti”

Delle prime tre squadre in classifica, solo una ha vinto senza aiuti arbitrali e anzi ha sbagliato un rigore peraltro apparso ineccepibile. Dico del Napoli ovviamente, che a dimostrazione di quel ‘ci sta tutto nel livellamento verso il basso’ che paghiamo nelle Coppe e in Nazionale ha anche trovato il modo di soffrirselo, e soffriggerselo, il successo sul Catania in zona retrocessione. Ma non ha avuto regali arbitrali.
Invece – ma tu guarda lo spirito del tempo sotto la Madonnina evocato più volte anche da Moggi defenestrato nel 2006 dalla Mole ma profondo conoscitore del ramo -, la prima e la terza, il Milan e l’Inter, hanno vinto di misura grazie a sesquipedali errori arbitrali. Ho apprezzato molto, e lo dico senza ironia, gli esperti in studio del digitale di Mediaset che fin dall’intervallo di Chievo-Milan hanno rimarcato il braccio di Robinho abbonato dall’arbitro Banti in un modo raccapricciante. Provate solo a immaginare se fosse accaduto a Pellissier, dall’altra parte. Mani, era mani, gol da annullare hanno chiosato Pistocchi e soci. Poi nel dopo partita sono scivolati in una sorta di resipiscenza (non è una parolaccia) mentre veniva intervistato quel sagace Allegri, arrampicandosi sul fatto che fortunatamente poi il Chievo aveva pareggiato e quindi il gol di Robinho, pur irregolare, non era stato decisivo.

Valutazione che tratta la matematica più o meno come una Ruby qualsiasi: ma scusate, se è finita 2-1 per il Milan, al di là di come vanno le partite se segna prima uno o l’altro e in base a quando segnino, senza il gol di Robinho finiva 1-1, stando così le cose. Due punti in meno, o non so più far di conto? L’obiezione di Galliani sarebbe: e bravo tu, il giorno prima anche l’Inter – terza in classifica – aveva battuto il Cagliari con un gol solo e segnato con Ranocchia in macroscopico fuorigioco. Gol anch’esso da annullare. Quindi, potrebbe evincerne il Galliani, ci è stato semplicemente ridato il maltolto. Non fa una piega, se si accetta la logica per cui ci sono due squadre, le milanesi, dove prima ce ne erano tre, le stesse più la Juve e qualche volta la Roma, che si spartiscono le spoglie di campionato e potere. Ma il Cagliari e il Chievo sono due squadre di fessi? Ditecelo, così si fa prima. E il Napoli di De Laurentiis, ammesso che tenga fino in fondo per suo merito, avrebbe perfino il diritto di vincere il campionato o sarebbe uno scudetto ‘perso’ per il Palazzo perché uscito da Milano? Lo so, sono teorie moggesche almeno all’apparenza: ma invece di ricadere sotto le definizioni di comodo, perchè non si risponde alla domandina semplice semplice che segue. Se fosse accaduto alla Juve di Moggi sotto forma di Ranocchia e di Robinho quello che abbiamo appena visto, avreste pensato alla buona fede degli arbitri o a una loro ‘cricca’ teleguidata dal Belfagor di Monticiano via Civitavecchia? Sì? Davvero? Bugiardi, non vi mentite addosso, oppure spiegatemi il motivo perchè allora gli arbitri erano dei delinquenti e adesso sono dei fischietti garruli e distratti.

(Di Oliviero Beha per ‘Il Fatto quotidiano’)

AlexnelCuore
23.02.2011, 16:28
i misteri del calcio

alessandro magno
23.02.2011, 17:19
Beha: “Quando gli arbitri aiutavano la Juve erano delinquenti, ora che aiutano Milan e Inter sono solo distratti”


questo perchè prima c'erau n bombardamento meidadico su ogni fuorigioco mal interpretato a favore della juve , adesso si preferisce sorvolare

Baldasar62
23.02.2011, 17:42
Beha: “Quando gli arbitri aiutavano la Juve erano delinquenti, ora che aiutano Milan e Inter sono solo distratti”


questo perchè prima c'erau n bombardamento meidadico su ogni fuorigioco mal interpretato a favore della juve , adesso si preferisce sorvolare
Sta succedendo quello che aveva previsto il diavolo MOGGI in tempi non sospetti!!!!

Lucho
24.02.2011, 11:03
Beha: “Quando gli arbitri aiutavano la Juve erano delinquenti, ora che aiutano Milan e Inter sono solo distratti”


questo perchè prima c'erau n bombardamento meidadico su ogni fuorigioco mal interpretato a favore della juve , adesso si preferisce sorvolare
:quoto: