PDA

Visualizza versione completa : Farsopoli, i fatti sono questi


Luca
10.04.2010, 16:11
FARSOPOLI, I FATTI SONO QUESTI
[/URL]

Fonte: Ju29ro

<script type="text/javascript"><!-- google_ad_client = "pub-1849572464300268"; google_ad_width = 468; google_ad_height = 60; google_ad_format = "468x60_as"; google_ad_type = "text_image"; google_ad_channel =""; google_color_border = "ffffff"; google_color_bg = "ffffff"; google_color_link = "FFCC33"; google_color_url = "FFCC33"; google_color_text = "000000"; //--></script> <script type="text/javascript" src="http://pagead2.googlesyndication.com/pagead/show_ads.js"></script>



Riporto un articolo tratto dal sito ju29ro che io invito tutti a leggere fino in fondo e a diffondere il più possibile.

Si può diffonderlo mandandolo agli indirizzi presenti in questo topic:
http://www.juveforum.it/forum/calciopoli-2-indirizzi-mail-dove-spedire-t31903.html (http://www.juvenews.net/searchautore.php?idautore=73)

Ora basta. Chi scrive ha sempre cercato di argomentare ogni più piccola questione, ogni minima sfaccettatura riguardo a quanto accaduto dal 2006 ad oggi. Ma adesso è arrivata l’ora di posare i calamai e di dare battaglia. Una battaglia di consapevolezza, cui faccia seguito una ferrea presa di posizione. Le nuove intercettazioni che stanno nuovamente scuotendo il mondo del calcio hanno aperto una voragine nelle coscienze di coloro che hanno voluto far passare una vergognosa menzogna per indiscutibile verità. Le penne reazionarie si sono già mosse per dare una nuova inquadratura alla situazione e stanno cercando di far passare l'idea della revoca dello scudetto all'Inter come eventualità sufficiente per rimettere tutto a posto. Continuano a dire che esisteva un Sistema Moggi, che “quello che ha fatto la Juve è sotto gli occhi di tutti”, che “ci sono stati fatti gravissimi che hanno portato ad una giusta condanna”. No, le cose non stanno così e non accettiamo nemmeno la logica del tutti innocenti o tutti colpevoli.
I colpevoli ci sono, ma sono altri.

Non esiste nessuna intercettazione di Luciano Moggi con un arbitro, non esiste nessuna richiesta di favori da parte di questi a chicchessia, non esiste – e fatevene una ragione – nulla di nulla. Luciano Moggi è stato intercettato, pedinato, umiliato e fatto a pezzi in ogni modo possibile e la prova massima della sua colpevolezza è risultata essere una discussione sulle griglie con il designatore Bergamo. Consuetudine che, apprendiamo ora, era ben gradita a tutti e praticata da certuni con una malizia sconosciuta persino a chi è stato per anni additato come causa suprema di ogni male del pallone.
E non vi era neanche un sistema diffuso, il cosiddetto illecito strutturato. No signori, anche questa è una favola, un raccontino della buonanotte. E a svegliare i sognatori non siamo stati noi, partigiani dell’opinione, ma i testimoni del processo penale che si sta svolgendo a Napoli.
Come può essere credibile un’indagine indirizzata a senso unico, condotta con fretta e superficialità, incentrata sui riassunti della Gazzetta dello Sport, con inquirenti che non si sono neppure degnati di guardare le partite, di verificare se le loro accuse potevano essere dimostrate, che non hanno voluto investigare (“L’Inter non ci interessa” cfr. deposizione di Rosario Coppola), che hanno sbandierato ai quattro venti che “piaccia o non piaccia” non esistevano altre telefonate all’infuori di quelle dei dirigenti già sotto accusa?
Niente di tutto questo può essere credibile.

E smettiamola con le solite accuse, più volte smentite, persino dalle stesse sentenze sportive.
Le ammonizioni pilotate non esistono, è una fantasia costruita nella testa di Leonardo Meani nei suoi colloqui telefonici con i guardalinee Copelli e Puglisi, e immediatamente presa per buona: nell’anno oggetto di indagine la Juventus ne ha totalizzate 17, a livello delle altre grandi (le stesse dell’Inter), e ben sotto il primo posto dell’Atalanta. Dieci di queste sono, per giunta, arrivate da arbitri considerati estranei alla cosiddetta Cupola. In un’intercettazione il giornalista Tony Damascelli informa Luciano Moggi delle sanzioni comminate a Nastase, Petruzzi e Gamberini (quest’ultimo nemmeno in diffida) in Fiorentina-Bologna, ma Moggi, stupito, dimostra di non conoscere nemmeno chi fossero i diffidati della gara in questione. Mai, da nessuna parte, si sente o si legge Luciano Moggi chiedere esplicitamente di comminare sanzioni fraudolente. Ed è una leggenda anche la telefonata, imputata a Giraudo, nella quale si ascolta “Se l’arbitro è sveglio ci dimezza l’Udinese”. La conversazione infatti è successiva di un’ora all’incontro Udinese-Brescia dove fu, in maniera assolutamente corretta, espulso il friulano Jankulovski.
E chiariamolo una volta per tutte, i sorteggi erano regolari. Ogni sorteggio si svolgeva in presenza di un notaio e l’estrazione della pallina con il nome dell’arbitro era affidata ad un giornalista ogni volta diverso, che estraeva dopo che Pairetto aveva aperto la pallina contenente la partita da assegnare.
Questa circostanza è stata più volte spiegata, persino dall’Unione Stampa Sportiva (comunicato del 15 maggio 2006) e dalle sentenze sportive, che non prendono in considerazione questo ridicolo capo d’accusa per motivare la condanna. Persino Mazzei, in una delle nuove telefonate, cerca di convincere Facchetti che non c’è nulla da fare, anche se si vuole - come l’ex presidente interista desidererebbe - manipolarlo.
Moggi conosceva prima i nomi degli arbitri e dei guardalinee? Bugia. Bugia enorme. Veniva avvisato solo dopo l’avvenuta designazione, anche se in anticipo rispetto alle comunicazioni ufficiali agli organi di stampa. Ma c’era chi veniva a conoscenza delle stesse ben prima del DG juventino. Leonardo Meani, ad esempio, come dimostrano gli sms portati dalla difesa al processo di Napoli. E lo stesso Facchetti, che veniva informato, addirittura un giorno prima, su chi fossero i guardalinee di Inter-Juventus. Non di una partita qualsiasi…
E finiamola con la storia di Paparesta chiuso nello spogliatoio. La vicenda è stata innumerevoli volte chiarita dall’arbitro stesso e archiviata dalla Procura di Reggio Calabria.
Moggi poteva decidere le sorti degli arbitri? Altra gigantesca menzogna.
Moggi minaccia di far sospendere Paparesta che, invece, arbitra regolarmente già dalla giornata successiva. Anzi, è vero il contrario. Questo dichiara Pairetto di fronte al giudice Casoria: “Chi ha danneggiato la Juve e' tornato subito ad arbitrare, chi l'ha favorita viene sospeso per due mesi e mezzo”. Come nel caso di Racalbuto, dopo Roma-Juventus.
Moggi controllava De Santis?
Ridicolo. Nell’anno indagato è l’arbitro con cui la Juve ha ottenuto la media punti più bassa (1,4). Così il compianto Giorgio Tosatti in una telefonata Moggi del 20 aprile 2005: “Ormai gli arbitri ti pisciano addosso a te. Ieri l’ho detto, ho detto ieri in Federazione: avete fatto apposta a mandare De Santis perché vada in **** alla Juve”. E Moggi risponde: “Con quest’anno, tra Palermo, Parma e questa qui, ci costa tranquillamente sei punti. Ci ha creato mille problemi in questo campionato. Se noi perdiamo il campionato uno degli artefici è lui perché c’ha dato troppo contro”. Recentemente è stato poi dimostrato con chi in realtà intrattenesse rapporti amichevoli l’arbitro romano, con Giacinto Facchetti.
E prima che qualcuno obietti, parliamo subito delle schede, delle famosissime schede svizzere.
Lo sanno i signori che commentano il pallone che, in un processo penale, la prova si costituisce in dibattimento?
Questa, quindi, è una prova ancora tutta da dimostrare. Nella realtà, fino ad ora, sono emersi solo elementi ampiamente favorevoli alla difesa. La scheda a Paparesta è un falso, era di suo padre. Quelle di Cassarà e Gabriele (che mai avevano arbitrato la Juventus nelle stagioni 2004/05 e 2005/06), false pure quelle: assolti dalla giustizia ordinaria il 18 gennaio 2010. Gli schemini con le ricostruzioni delle chiamate effettuate sono stati definiti dal Maresciallo Di Laroni, che svolse queste indagini, “presumibili”, senza contare innumerevoli errori nell’assegnazione delle celle, con arbitri da tutt’altra parte al momento delle chiamate loro imputate.
A farsi benedire anche la scheda ritenuta essere in possesso di De Santis, come lo stesso arbitro dimostrerà al processo: “Mi viene attribuita una scheda svizzera tra il 7 gennaio e il 28 marzo ma essendo io uno degli organizzatori della cupola, mi sembra strano che potessi averla solo in quel periodo. Io non l’ho mai posseduta né usata, in quel periodo stavo facendo un corso come vicecommissario di polizia penitenziaria, lo frequentavo tutti i giorni e ho portato le prove. In molti degli orari in cui mi viene attribuito l'uso della scheda svizzera ero a scuola a frequentare il corso”.
E che dire del fatto che la Juventus, con i cosiddetti arbitri “svizzeri” avesse una media punti inferiore a quella di Milan (2,08 a fronte di una media campionato di 2,07) e di Inter (1,9 su media totale di 1,89). La Juventus infatti totalizzò una media di 1,88 punti, a fronte di una media complessiva ben superiore: 2,26!!!

Allora dove sarebbe questa famigerata Cupola? Da quali elementi si può desumere che Luciano Moggi e Antonio Giraudo - lasciati soli a se stessi, senza nessuna stampa e televisione amica e senza il supporto della proprietà - controllassero le sorti del campionato italiano? Una tale ricostruzione della realtà può esistere solo nelle menti di chi voleva colpire un unico bersaglio e nelle parole di chi questa teoria ha sostenuto ed alimentato.
Perché, ad esempio, non è mai stata posta attenzione sui comportamenti delle squadre milanesi? Infatti non sono in nessun modo paragonabili i comportamenti dei dirigenti di Inter e Milan con quelli addebitati a Luciano Moggi. Certo, ma in peggio. Proviamo a fare chiarezza.

Non esistono intercettazioni tra Luciano Moggi e gli arbitri. Ci sono invece fatti incontestabili riguardo i rapporti intrattenuti da alcuni di questi con le squadre meneghine. Sono stati dimostrati gli stretti rapporti tra Giacinto Facchetti e l’arbitro Nucini, fischietto all’epoca in attività e oggi misteriosamente scomparso dai salotti televisivi che era solito frequentare. Sono stati dimostrati i rapporti dell’ex presidente nerazzurro con Massimo De Santis, proprio lui, l’arbitro sbeffeggiato e calunniato da tutti come asservito al potere moggiano. Con il fischietto di Tivoli Facchetti parla di Walter Gagg, il funzionario FIFA, già accusato di aver svolto compiti “in nome e in funzione dell’Inter”.
Laddove Luciano Moggi confrontava griglie arbitrali, Giacinto Facchetti cerca direttamente di bypassarle, alterando il sorteggio prima di Inter-Juventus del 28 novembre 2004:

Facchetti: «No, lì non devono fare i sorteggi, ci devono...».
Mazzei: «Come si fa, Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte»

Questo Luciano Moggi non l’ha MAI fatto.
Luciano Moggi non conosceva le designazioni un giorno prima delle partite, Moggi non falsificava passaporti (cfr. Oriali condannato dalla giustizia ordinaria) con il fine di rendere disponibile un calciatore che, altrimenti, non avrebbe potuto essere schierato. Così si falsano realmente i campionati.
Moggi non incontrava gli arbitri prima delle partite (cfr. Moratti che va a salutare Bertini prima di Inter-Sampdoria) e nemmeno durante l’intervallo (cfr. squalifica di Facchetti dopo Chievo-Inter del 2002/03).
Mai, nessun dirigente della Juventus F.C. si è permesso di far pedinare e intercettare illegalmente un suo calciatore e, men che meno, dirigenti di altre squadre, arbitri o esponenti della Federcalcio. Mai la Juventus, con un'azienda nell’orbita della sua proprietà, ha sponsorizzato il campionato italiano e la Coppa Italia (cfr. sponsor TIM su entrambe le competizioni).
Questa è la realtà dei fatti.

E il Milan? Sono loro che parlano con quasi tutti gli arbitri e i guardalinee! Sono loro che hanno il potere. Un proprietario Presidente del Consiglio e un Presidente che, all’epoca dei fatti, era a capo della Lega Calcio e gran cerimoniere dei diritti televisivi. Tre televisioni nazionali al servizio della loroverità, tre televisioni con le quali dire, non dire, omettere, stravolgere. Giornali, radio, siti internet e una valanga di opinionisti al servizio della loro versione dei fatti.
Ma tanto era la Juve che tramava a palazzo. Allora mi spieghino queste intercettazioni (già comprese nelle informative, ma mai considerate…):

Mazzini a Moggi, riguardo le prossime elezioni in Lega: “Con Cellino, mi dice Galliani, non ci sono problemi perché lo fa votare Berlusconi”.

Ghirelli a Mazzini, sempre a proposito di elezioni: “Galliani deve muoversi tramite Berlusconi” per “influenzare AN e compagnia”.

Mazzini a Moggi: “Comunque stamani io ho chiamato Galliani, gli ho detto: senti, stammi bene a sentire, dico, guarda, muovi anche i tuoi padrini politici, perché, che Zamparini è di AN e che voti per Abete è veramente una cosa che non… non esiste al mondo”.

Bergamo a Mazzini: “Gigi (Pairetto, ndr) risponde alla Sampdoria, al Milan, all’Inter, al Verona, al Vicenza, al Palermo, a tutti quelli dove ci sono grandi magazzini e lui ha bisogno di lavorare”.

Come mai avrebbero potuto due solitari dirigenti avversari mettere nel sacco un impero tanto grande? Infatti non poterono, perché tutto esiste solo nella mente di un personaggio con la strana e peculiare carica di “addetto agli arbitri”. Quel Leonardo Meani, credibile quando dice di difendersi dalla Juve, semplice co.co.co da rinnegare quando intrattiene rapporti di ogni tipo con la quasi totalità della classe arbitrale.

Non ci credete? Cominciamo da Collina, per il quale venivano organizzati incontri per conto di Galliani, nel ristorante di proprietà di Meani. Per di più nel giorno di chiusura, “così non ci vede nessuno”. Meani che gli augura di essere presto designatore, così “non ti chiamo più”, che gli rammenta quando lo aiutava nelle scelte “mi ricordo di quando avevamo posto il veto a Pisacreta” e che chiamava “il capo, il grande capo” per relazionare di questa sua bellissima amicizia con l’arbitro viareggino.
No, queste cose Moggi non le faceva.

E che dire del guardalinee Puglisi, definito da Babini, altro guardalinee “Puglia, l’ultrà del Milan”. Prima del derby di Champions, Puglisi chiama l’amicone: “L’importante è che noi riusciamo a fargli il **** a ‘sti interisti”. Qualche giorno dopo Meani lo rincuora sul suo futuro: “Secondo te, perché so? Perché io sto spingendo da matti per te, no!”. Lo stesso Puglisi che chiede a Meani se farà Milan-Chievo e questi che gli risponde che era stato già scelto per Parma-Sampdoria, ma che farà cambiare designazione. Come in effetti accade. E si cautela pure, ridacchiando: “Tu comunque vedi di star zitto su questo cose che ti dico, eh?”. Per finire gli racconta come ha istruito Babini per Milan-Chievo: “Mercoledì da intelligente come vogliono quelli lì, nel dubbio da una parte vai su e dall’altra stai giù. Poi se le cose eclatanti che vedono tutti, nessuno dice niente eh!”.
E per lui spingeva anche con Galliani : “Puglisi però bisogna far tutto per metterlo in A e in B, eh?”. D’altra parte il Presidente aveva già capito tutto: “Ho saputo che lei ha già parlato con Puglisi”.

Ma avete mai sentito Moggi dire roba del genere?

Si era persino stupito l’arbitro Messina, che al telefono con il ristoratore lodigiano, chiede: “Oh, ma li hai designati te i guardalinee (Milan-Chievo, ndr) o loro?”

E Copelli? Prima di Milan-Sampdoria viene tranquillizzato: “Hai visto che sto rilanciando e son troppo… sto rilanciando anche Messina”. Copelli è colui che il 13 maggio 2006, davanti a Borrelli, dichiara: “Se un assistente avesse voluto arbitrare un incontro del Milan non si doveva rivolgere ai designatori, ma a Meani”. Già, infatti, tante volte Meani glielo aveva detto direttamente: “Stai tranquillo, adesso ci penso io. Parlo con Galliani, lui lo sa Galliani, gli dico: senta, questo qui è un nostro uomo gli dico io”.

E poi le confidenze a Contini, altro guardalinee: “Io e te siamo amici, qualcosina in più me la puoi dare oh… ma va bene… il giocatore tu lo richiami invece di ammonirlo, cioè sono queste cose qui, eh…”.

Babini addirittura si spaventa. Dopo aver saputo che Meani aveva scelto i guardalinee di Milan-Chievo, lo chiama per dirgli: “Bisognerebbe rifiutarla quella partita lì, con questa designazione confermano che è tutta una porcheria [...] Ti ho detto che facciamo ridere tutta Italia con questa designazione”.

Indimenticabile la promessa a Rodomonti: “T’ho fatto anche prendere sette e mezzo da Cecere […]Comunque, guarda che mi ha telefonato il mio presidente che ti dà l’indirizzo e ti manda a fare anche a te il trapianto dei capelli in Svizzera”.

E come dimenticarsi di Meani che chiede a Mazzei di mandare Ambrosino, che dice a Pasquale D’Addato (osservatore AIA di Bologna) di stare sereno per il suo avanzamento di carriera perché ne parlerà a Lanese: “Noi avremmo piacere che questo D’Addato possa fare il presidente regionale. Gli dico: il dottor Galliani vorrebbe fargli fare il presidente”.

Si potrebbe andare avanti per molte pagine, ma ci fermiamo qui, non senza ricordare l’ormai famoso avvertimento a Bergamo in vista della decisiva Milan-Juventus (partita prima della quale Meani regalò orologi alla terna arbitrale… “però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto, perché sennò gli tagliamo la testa noi”) e gli amorosi sforzi di Galliani che si muove perché un dossier dell’arbitro Paparesta sulla sua attività lavorativa all’AssoBioDiesel arrivi nelle mani del sottosegretario Gianni Letta.

Allora smettiamola, una volta per tutte, di raccontarci favole. I poteri erano altri, ed erano molto forti. Ma è finalmente arrivato il momento di prenderne coscienza, tutti quanti. E’ inaccettabile che vogliano ancora ingannarci su quanto è successo. E’ inaccettabile che ci propongano soluzioni di comodo. Noi vogliamo giustizia, e che sia giustizia integrale. A partire dalla restituzione dei due scudetti ingiustamente sottratti, fino alla certezza di una dura pena a chi, veramente, operava con modalità assai poco cristalline. La nostra battaglia, ora, è questa.

[url]http://www.ju29ro.com

amorejuve
10.04.2010, 19:33
Sì, i fatti sono questi.

La cosa buona dei nuovi eventi e che credo non esista più uno juventino che pensi, in fondo Moggi qualcosa aveva fatto.

Spero che questo riporti il popolo juventino unito come avrebbe dovuto essere, e non fu, nel 2006.

Quello che manca e bisogna cominiciare a pensarci è una prospettiva per il dopo Calciopoli bis, perchè se si tramuterà in Farsopoli bis, cosa purtroppo da mettere in preventivo; cioè nessuna punizione dell'Inter per la prescrizione; nessuna riapertura processo Juve (perchè mai la FIGC dovrebbe riaprire un processo che la porterebbe a dover pagare i danni?)... allora non potrà più continuare come prima.

I tifosi torneranno lo stesso allo stadio?

Voglio sperare di no.

mplatini62
11.04.2010, 08:20
se non calerà la stessa mannaia
a punire gli altri colpevoli/innocenti,
la stessa che inesorabilmente,
senza alcun ragionevole dubbio,
senza alcuna titubanza è calata sulla
nostra testa e ci ha decapitato e disonorato...
se non vedrò la tenacia e la volontà
vera di lottare e reagire all'eventuale
ennesimo sopruso,
da parte della proprietà e dirigenza nh.
io, l'ho già detto, mi dimetterò da tifoso di calcio.
senza se e senza ma.

alessandro magno
23.07.2010, 22:27
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="570"><tbody><tr><td align="center" height="60" valign="bottom" width="400">Attualità di P. CICCONOFRI del 23/07/2010 7.19.45</td> </tr> <tr> <td class="style15" align="center" height="100" valign="middle">Accà nisciun è fess</td> </tr> <tr> <td colspan="3" align="center" height="15">
</td> </tr> <tr> <td colspan="4" align="left">Siamo alle comiche!

Dopo quattro anni di insabbiamenti compiacenti, la giustizia sportiva vuole fare chiarezza (un nobile scopo) e dare credibilità ad un’inchiesta, monca, che si trascina dal 2006, ma chiede altri due anni per poter trascrivere tutte le intercettazioni. Avete letto bene altri due anni!!

La Giustizia Sportiva, quella giustizialista dell’estate del 2006, quella del rinnovamento, quella dei processi sommari svolti in 15 giorni che avrebbero cambiato gli equilibri dell’intero mondo calcistico, oggi è diventata garantista, e non si azzarda a prendere decisioni, abbandonando anche la tanto cara “caratteristica prioritaria di tempestività e celerità dei giudizi”.

Il materiale oggi a disposizione è sufficiente (nel processo sportivo del 2006, contro la Juventus, sono state utilizzate circa 200 intercettazioni, a fronte di più di 100.000 ..) per intraprendere, immediatamente, tutte le iniziative atte a garantire equità, correttezza e professionalità. Anzi, non solo si dovrebbe agire immediatamente, ma tutti gli organi sportivi sono in dolo di almeno quattro anni; anni in cui hanno cercato di insabbiare e nascondere, impossibilitati solo dalle evidenze uscite dal processo Napoletano, a non chiudere definitivamente ogni tentativo di rivalsa. Costretti dagli eventi, ad intervenire, lo fanno evidenziando ancora una volta, di non essere in grado di garantire giustizia, ma solo la tutela di tutti quegli interessi che permettono, ancora una volta, la sopravvivenza. Il prezzo da pagare è alto per tutti: per i tifosi, per il calcio, per l’interesse che suscita nel complesso il movimento sportivo; inutile ribadire chi e cosa, invece, si ritrova a guadagnare da questi provvedimenti.

Vergognatevi! Avete svenduto il nostro calcio, in nome dell’etica, attraverso comportamenti privi di una morale; state rendendo ridicolo e senza valore un codice sportivo che non è più in grado di garantire una corretta competizione. Tutti sono consapevoli e possono vedere il doppiopesismo che sistematicamente viene messo in atto e che così facendo non rende più credibile una gestione del calcio orami al collasso.

Accà nisciun è fess, prima o poi qualcuno dovrà rispondere di tanta incompetenza e strafottenza!
</td></tr></tbody></table>

alessandro magno
23.07.2010, 22:28
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="570"><tbody><tr><td align="center" height="60" valign="bottom" width="400">Attualità di M. LANCIERI del 23/07/2010 15.19.39</td> </tr> <tr> <td class="style15" align="center" height="100" valign="middle">L’allegro garantismo della Figc</td> </tr> <tr> <td colspan="3" align="center" height="15">
</td> </tr> <tr> <td colspan="4" align="left">L’ultimo editoriale di Paola (Accà nisciun è fess) mi ha fatto riflettere su un paio di aspetti.
Paola, nella sua ottima disamina, riprende una battuta ricorrente: “La Giustizia Sportiva, quella giustizialista dell’estate del 2006 (…), oggi è diventata garantista”.

Cosa significa garantismo? Riporto da un dizionario di recente pubblicazione: concezione teorico-giuridica che pone alla base delle istituzioni civili e politiche dello Stato di diritto, il rispetto e la tutela delle libertà individuali e collettive del cittadino. Più semplicemente, con un termine di recente coniazione (provate a cercare “garantismo” in un dizionario un po’ datato: non lo troverete!), si è enfatizzato un concetto che dovrebbe essere chiaro a chiunque vive in uno stato di diritto: ognuno di noi, dal più bello al più brutto, dal più simpatico al più antipatico, dal più onesto al meno interista, è innocente fino a prova contraria e, proprio per questo, la sua libertà e la sua dignità vanno tutelate fino all’ultimo grado di giudizio. Non solo: per arrivare ad una condanna definitiva, è giusto prendere tutto il tempo necessario. Meglio assolvere cento colpevoli che condannare anche un solo innocente. Qualcuno dissente? Allora si metta nei panni dell’ingiustamente condannato.

La giustizia sportiva è diventata garantista? Se garantismo fosse sinonimo di impunità, potremmo dire di sì. Basta ripensare al caso Motta-Milito, nel quale nonostante sia stata riconosciuta la colpevolezza di Moratti e Preziosi, di fatto non sono stati presi provvedimenti di alcun genere. Ma il garantismo è un’altra cosa: è quel concetto secondo il quale nessuno dovrebbe finire su una gogna ancora prima che cominci un processo; è l’idea per cui non si può condannare una persona se non si è certi della sua colpevolezza.

Ora ci dicono che serviranno due anni per trascrivere tutte le intercettazioni. Personalmente, mi pare un tempo esagerato, ma posso anche accettare che sia necessario. E allora cosa facciamo nel frattempo? Ovviamente, non condanniamo nessuno: non si ripristina la giustizia aggiungendo altre ingiustizie a quelle già commesse. Ma coloro che sono già stati condannati? Se, dopo quattro anni dai fatti di farsopoli, gli stessi che condannarono la Juve alla serie B ci dicono che servirà almeno un altro biennio per fare chiarezza, perché solo una squadra deve pagare? In poche ore ci hanno detto due cose. Prima: serviranno due anni solo per trascrivere le intercettazioni, da cui desumiamo che ne occorreranno altri ancora per arrivare ad una sentenza definitiva. Seconda: Moggi e Giraudo devono essere radiati. Alla faccia del garantismo! Mentre ci dicono di non avere ancora capito nulla di quanto accadde nel 2004/05, ammazzano i capri espiatori.

Se davvero la giustizia (io lo scrivo rigorosamente in minuscolo) sportiva intraprendesse una svolta garantista, noi di GLMDJ saremmo i primi ad esserne lieti. Ciò significherebbe l’immediato reintegro di tutti i protagonisti di farsopoli, che furono condannati in due settimane, sulla base di una decina di intercettazioni pubblicate sui giornali (lo stesso Palazzi ha confessato recentemente di non avere mai ricevuto alcun disco contenente le intercettazioni), la restituzione dei due scudetti alla Juve e la cancellazione dagli almanacchi della serie B bianconera, in attesa di fare completa chiarezza su quei fatti. Certo, sarebbe un palliativo, ma almeno dimostrerebbe un cambio di rotta importante da parte della federazione.
La realtà è che si continua ad utilizzare lo stesso metro a doppia misura che da molti anni regola i fatti calcistici italiani: se di mezzo ci sono gli “onesti”, la certezza della pena è un’utopia; al contrario, se c’è da bastonare la Juve, non ci si tira mai indietro.

E, a proposito di Juve, le ultime parole che abbiamo sentito dal nostro presidente sono ancora quelle per cui resta in “vigile attesa”. Dopo quasi quattro anni di immobilismo dei vecchi dirigenti, la pazienza non ci fa difetto. Sappiamo anche che scegliere i tempi e le parole giuste è fondamentale. Ma d’altro canto le prese in giro di questo sistema sono diventate insopportabili. E allora ci auguriamo che Andrea Agnelli si faccia sentire, con le parole ma soprattutto con le azioni, per dimostrare che la Juve finalmente si è svegliata dal torpore in cui è rimasta dal 2006 ad oggi.
Comunque vada, certamente noi di GLMDJ resteremo sveglia e continueremo la nostra lotta, anche a costo di farlo da soli. Del resto, ci siamo abituati!


aggiungo solo, per onestà che noi di juveforum non solo non li abbiam mai lasciati soli ma abbiamo sottoscritto e appoggiato tutte le loro inziative e sempre abbiamo inviato a loro le nostre.
</td></tr></tbody></table>

mplatini62
24.07.2010, 06:38
da parte mia aggiungo solo che io
queste stesse riflessioni(di paola),
le ho evidenziate già tempo fa...

e mi domando ancora una volta e fino allo sfinimento
mio e degli utenti miei amici:
cosa ci stiamo qui a fare? di cosa parliamo?
di quale sport stiamo discettando?
di quale giustizia sportiva? di quale lealtà?

loro, i soloni del calcio italiano, hanno bisogno
di almeno due anni per far finalmente giustizia completa di questo calcio italiano???
benissimo. io per almeno 2 anni tiro i remi in barca e sospendo
giudizi e attività a favore di questo sport!
io resto in stand by. in attesa, mi dedico ad altro.
ma resto vigile. come il presidente andrea.

maurizio
05.08.2010, 13:06
Calciopoli, Abete: «Stupiti di non avere le intercettazioni» <!--sizec--><!--/sizec-->

ROMA, 4 agosto - «Non siamo riusciti a sapere quanto bisogna pagare per entrare in possesso di tutte le intercettazioni di Calciopoli emerse nel Processo di Napoli. Nonostante il pressing restiamo stupiti dal fatto di non averle ancora a disposizione». Lo ha dichiarato il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, al termine del Consiglio Federale. «Come le hanno avute le parti, vorremo averle anche noi anche perché ci siamo mossi un mese fa» ha poi aggiunto Abete, che è anche tornato a parlare della possibile radiazione di Luciano Moggi. «Adesso forniremo tutta la documentazione ai consiglieri federali che la visioneranno e poi ne parlermo al prossimo Consiglio federale» ha concluso il presidente della Federcalcio.


Tuttosport.com

Chiedi a Moggi.. quanto ha speso.circa 35 mila € "ignobile essere:vomito: incompetente e corrotto!<!--Signature-->"<!--Signature-->

alessandro magno
09.08.2010, 22:44
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="570"><tbody><tr><td colspan="3"><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="100%"><tbody><tr><td width="3"> </td> <td bgcolor="#666666" width="2"> </td> <td class="style13" align="left" bgcolor="#666666">GLI ARTICOLI DI GLMDJ </td> </tr> </tbody></table></td> </tr> <tr> <td colspan="3" height="15">
</td> </tr> <tr> <td rowspan="2" align="left" valign="top" width="170"><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="100%"> <tbody><tr> <td height="160">http://www.giulemanidallajuve.com/public/redazione/bergamo1.jpg</td> </tr> </tbody></table></td> <td align="center" height="60" valign="bottom" width="400">Farsopoli di P. CICCONOFRI del 09/08/2010 1.59.05</td> </tr> <tr> <td class="style15" align="center" height="100" valign="middle">L’incultura del sospetto</td> </tr> <tr> <td colspan="3" align="center" height="15">
</td> </tr> <tr> <td colspan="4" align="left">«L’ansia di vittoria, divenuta incontenibile, ha fatto saltare ogni regola di correttezza formale. A quella sostanziale doveva provvedere chi allo scontro era estraneo, ma il nuovo clima ha finito per non risparmiare nessuno. In un paese predisposto al sospetto e non senza ragione visto l’intrecciarsi di scandalosi avvenimenti, è bastato poco per travolgere anche i non belligeranti».

Questa è una frase estrapolata dall’introduzione del libro “sono morto in una notte di luglio” scritto da Bergamo e Miliani che introduce una piacevole lettura fatta di ricordi di un uomo di sport che ripercorre i momenti più significativi della sua carriera e la sua vita fino all’avvento di calciopoli.

La mano dell’uomo non è «ancora in grado di cancellare la verità» scrive Bergamo, anche se la forza di calciopoli sembra rafforzata ad arte dai media.
Il calcio aveva già fornito segnali che preannunciavano quello che poi sarebbe successo, solo che è esploso nel momento in cui si è ritenuto opportuno far saltare determinati equilibri. Questa potrebbe essere una massima valida per tante situazioni: quella del calcolo e dell’opportunismo, del potere e della forza di colpire con la certezza di non sbagliare il bersaglio.

«Il circolo mediatico» montato ad arte, finisce per travolgere il calcio, «non piace accettare – scrive Bergamo- che i mezzi di informazione possono indirizzare le opinioni in senso voluto»], ma la conferma di quanto vera può essere questa affermazione, la possiamo riscontrare in tutti quei tifosi juventini, vittime proprio della manipolazione dei media, a cui abitualmente ci rivolgiamo per far capire la verità, verità che molto spesso non viene riconosciuta.

Bergamo ricorda con particolare emozione l’incontro con Gianni Agnelli, l’Avvocato; ne esalta l’umiltà, un uomo che dietro l’immagine pubblica si mostra con le passioni del vivere quotidiano.
«All’avvocato interessava sapere se in campo i suoi giocatori mi rendevano la vita difficile e quali fossero i più ostici…giocatori juventini che lui amava come fossero suoi figli». Questione di “stile” -scrive Bergamo- per un incontro che rimarrà come uno dei «più indimenticabili» della sua carriera.
Chiude il capitolo dedicato all’incontro con l’avvocato, con questa frase «..un uomo non si misura tanto da quello che è stato ma piuttosto dai ricordi che ha lasciato» e tutti noi juventini ne comprendiamo il significato, oggi più che mai.

Parlando di Juventini, mi ha colpito, proprio alla fine del libro, nella parte dedicata ai “ritagli” ed ai ricordi, la lettera che l’ex fischietto scrive a Gaetano Scirea alla conclusione della sua carriera agonistica: «l’unica che ho scritto e scriverò in questo senso». Una lettera di apprezzamento per le qualità tecnico-tattiche del campione che ha espresso la migliore interpretazione del “libero” e per la correttezza sempre avuta nei suoi confronti. Un orgoglio bianconero non solo per noi tifosi, ma per tutti quelli con cui è entrato in contatto.

Nella sua esperienza da fischietto, che Bergamo definisce da «esportazione», c’è un altro ricordo legato ad un altro juventino per eccellenza, quello di Platini. Scrive l’ex designatore: «Negli spogliatoi fui gratificato da uno dei più bei gesti di tutta la mia vita sportiva. Platinì capitano della nazionale francese, mi consegnò la sua maglia intrisa di sudore dicendomi che avrebbe avuto piacere se l’avessi conservata tra i miei ricordi». Quella stessa maglia Bergamo la portò con se nel 2005, in occasione della Confederetion Cup, ed in tribuna d’onore la fece autografare ad un Platinì commosso.

Ricorda inoltre il trasferimento diZavarov dalla Dinamo Kiev alla Juventus, con contratto firmato nella sua casa, proprio dopo che Boniperti -sorprendendolo- lo chiamò per aiutarlo a trovare un posto sicuro, al riparo dalla stampa dove poter concludere l’affare.

Nella sue esperienze di arbitro internazionale, riscopriamo quanto abbiamo avuto modo di appurare anche direttamente in altre circostanze, con questa frase che da sola rende chiaramente l'idea: «fuori dai nostri confini, all’interno dei quali l’intrallazzo è abituale costume di vita, l’onestà morale ha un peso..».

Nonostante «l’incultura del sospetto» e le «soluzioni all’italiana», le gratificazioni sono arrivate a P. Bergamo direttamente dai risultati sul campo, sia come arbitro che come designatore. Ricorda con orgoglio, il record di presenze internazionali «record irripetibili nella storia dell’AIA» -come tiene a precisare- durante il suo mandato a servizio dell'Associazione italiana arbitri.

Ho voluto con queste poche righe, mettere in evidenza, oltre che l’aspetto prettamente legato alla Juventus, il lato umano di un uomo e un professionista che non si è mai arreso e non ha mai accettato un’ingiustizia. Legato ai suoi ricordi, alle sue origini, che cerca giustizia senza perdere vista il legame che da sempre lo avvicina al mondo del calcio.

«Gli opportunisti dell’amicizia», quelli che nei momenti felici erano «amici di Paolo» gli hanno voltato le spalle, lo hanno lasciato solo ferendo prima l’uomo e dopo il professionista.
Spesso dimentichiamo proprio che dietro alla figura di un professionista, strumentalizzata, offesa e prestata, come in calciopoli, al gioco dell’accusa c’è un uomo che ha dedicato la sua vita alle sue passioni.

E proprio a quell’uomo voglio dedicare un ulteriore ringraziamento, perché proprio quando il calcio sembra essere solo un business, mi ha ricordato che rimane una passione e che i ricordi ne sono la tangibile testimonianza.
</td></tr></tbody></table>

maurizio
25.02.2011, 12:43
Il calcio pulito dal 2006


La 26° giornata del campionato di calcio della serie A si apre con l’anticipo alle 20.45 del sabato tra Cagliari-inter, terminato 1-0 per i nerazzurri. Al 7° minuto del primo tempo l’inter passa in vantaggio con un gol di Ranocchia che tocca sottomisura, dopo una conclusione di Kharja a seguito di una punizione battuta velocemente. Ranocchia è nettamente in fuorigioco, così come Thiago Motta, ma l'arbitro Celi convalida il gol. A fine partita il centrocampista del Cagliari Davide Biondini dichiara: "Ci hanno dato contro dal primo all'ultimo minuto. Spiace aver perso per un gol in fuorigioco. Abbiamo giocato in 12 contro 11. E sulla punizione battuta in fretta dall'Inter l'arbitro aveva detto che prima doveva fischiare lui". Cellino dov’è..?

Alle 15 della domenica va in scena la partita tra Chievo-milan, terminata 1-2 con reti di Robinho al 25’, pareggio di Fernandes al 61’e rete decisiva di Pato all’82’. La partita viene sbloccata con un gol di Robinho “viziato” da un fallo di mani dello stesso non “visto” dall’arbitro Banti. A fine partita il portiere del Chievo Sorrentino dichiara: “Non ho dubbi: l'1-0 del Milan era viziato da un fallo di mano, l'ho visto io e l'ha visto anche l'arbitro. Ma le grandi hanno un altro regolamento. Quell'episodio ha condizionato tutta la partita,togliete il gol di Robinho e il risultato è un altro”. Tra l’altro questo Banti è lo stesso di Milan-Palermo dove non venne fischiato un calcio di rigore al Palermo per fallo di mani di Boateng, cosa che Rizzoli fischiò in Juve-Roma ( per un fallo identico a quello di Boateng ) a Pepe su una punizione di Totti.

Questo è quello che ci viene offerto dal 2006, fatta fuori la Juventus, ”il male del calcio” , doveva essere tutto pulito, cosa che sta realmente accadendo.
Stranamente le prime tre in classifica vincono in modo discutibile, l’inter con un gol in fuorigioco, il milan con un fallo di mani, infine il Napoli a cui viene concesso un rigorino ridicolo!

CALCIOPOLI è ora, con la “banda degli onesti di Moratti” e i “preservativi di Galliani” .

fonte: GLMDJ

eldavidinho94
25.02.2011, 13:05
mamma mia maurizio, i topic vecchi e stravecchi li trovi tutti tu! :ridere_tanto:

a parte gli scherzi, vedere queste cose è 'quasi' normale,
con tutto quello che si sente...
ma dà fastidio vedere moratti che, il giorno dopo, intervistato,
dice che non si tratta assolutamente di sudditanza psicologica
e/o par condicio volontaria per le milanesi... :vomito:

maurizio
03.03.2011, 15:14
scusa non sapevo dove postare
visto che l'articolo parlava della penultima giornata giocata.
ma riferita al 2006 in cui c'era sudditanza
mentre ora è tutto pulito (solo errori)