Collegati

Visualizza versione completa : Omicidio Garlasco Alberto Stasi assolto


eldavidinho94
17.12.2009, 17:02
Rito abbreviato davanti al gup di Vigevano Stefano Vitelli

Omicidio Garlasco, Alberto Stasi assolto
La mamma di Chiara: giustizia non è fatta

Riconosciuto non colpevole per prove insufficienti: «Sono uscito da un incubo». I Poggi ricorrono in appello

<!-- OAS AD '180x150'begin --> <script type="text/javascript"> <!-- OAS_AD('Bottom1'); //--> </script> <!-- OAS AD '180x150' end -->VIGEVANO - Alberto Stasi è stato assolto. Dopo oltre 5 ore di Camera di consiglio il gup di Vigevano Stefano Vitelli ha dunque ritenuto che il ragazzo non è colpevole della morte di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. La sentenza di assoluzione è stata emessa, al termine del processo di primo grado con rito abbreviato, in base all'articolo 530, secondo comma del codice di procedura penale: stabilisce che deve essere pronunciata sentenza di assoluzione «quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova».
STASI: USCITO DA UN INCUBO - Alla lettura del dispositivo Stasi è scoppiato in lacrime: «Lo sapevo, io non ho ucciso. Sono uscito da un incubo» ha esclamato, abbracciando i suoi avvocati. I pm Muscio e Michelucci avevano chiesto la condanna a trent'anni di reclusione (http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_10/garlasco-pm-ora-delitto-poggi_0dbc39ac-e594-11de-9093-00144f02aabc.shtml).
I GENITORI DI CHIARA - Amaro il commento di Rita Poggi, mamma di Chiara: «Una sentenza che non rende giustizia». Insieme al marito ha tenuto una conferenza stampa al termine dell'udienza. I due coniugi hanno detto che prendono atto del verdetto, ma che si tratta solo di un primo tassello del processo dato che i loro legali hanno già pronto il ricorso in appello, che verrà dunque presentato immediatamente: «Continueremo a cercare la verità». Giuseppe e Rita Poggi hanno ringraziato i pm, i carabinieri, gli avvocati, i periti e i giornalisti e hanno escluso la possibilità di un riavvicinamento con Stasi. «Certo - ha concluso il papà di Chiara -, se uscirà un nuovo colpevole…».
LA RICHIESTA - Cala così il sipario sul primo atto del processo che ha visto imputato l'ex studente, ritenuto dai pm Rosa Muscio e Claudio Michelucci responsabile del delitto in base a indizi «chiari e inequivocabili». I legali di Stasi, nel ribadire la sua innocenza, avevano invece chiesto l'assoluzione perché il processo non ha provato la sua responsabilità e non si è superato ogni ragionevole dubbio. La sentenza avrebbe dovuto arrivare il 30 aprile, ma il giudice dispose quattro perizie, ritenendo «incomplete» le indagini della Procura.
I PUNTI OSCURI - Ecco tutti i punti critici dell'inchiesta analizzati dal gup prima di emettere il verdetto.
Ora della morte. Chiara è stata uccisa tra le 11 e le 11.30, secondo la prima versione dell'accusa. Nella requisitoria bis il pm Rosa Muscio sposta in avanti le lancette del decesso: la 26enne è morta dopo le 12.20 o meglio tra le 12.46 e le 13.26. Un cambiamento d'orario che segue la perizia informatica super partes che stabilisce che Alberto, dalle 9.36 alle 12.20, lavora al file della sua tesi di laurea. Una teoria che non trova d'accordo la parte civile (Chiara è morta tra le 9 e le 10) e la difesa: il decesso è avvenuto tra le 9.30 e le 10.
Scarpe. Impossibile non sporcarsi le suole calpestando il pavimento di casa Poggi, sostiene l'accusa. Nella villetta non ci sono tracce di estranei e non ci sono impronte delle suole delle Lacoste di Alberto che ha scoperto il cadavere della fidanzata. A spiegare le scarpe pulite, però, ci sono esperti in chimica: le suole del ragazzo sono idrorepellenti e potrebbe essersi ripulito continuandoci a camminare per ore.
Computer. Alberto ha sempre sostenuto di lavorare alla tesi di laurea mentre Chiara moriva. Un alibi cancellato dagli accessi illeciti fatti dai carabinieri. Solo ad agosto scorso, due anni dopo l'omicidio, la perizia informatica ricostruisce quanto avvenuto la mattina del delitto. Alberto ha acceso il computer alle 9.35 e dalle 9.36 alle 12.20 ha salvato in continuazione il file.
Bicicletta. «Non è possibile precisare la natura del materiale biologico di Chiara Poggi, presente sui pedali» scrivono gli esperti super partes. Se è sangue per l'accusa, non si può escludere, precisa la difesa, che si tratti di muco o saliva.
Portasapone. L'impronta di Alberto mista al Dna della vittima viene trovata sull'erogatore del sapone liquido all'interno del bagno dove l'assassino si è lavato prima di fuggire. Una prova per l'accusa, ma per la difesa e i consulenti nominati dal giudice «la più ragionevole e semplice spiegazione è che i due abbiano entrambi toccato l'oggetto, in tempi e per un numero di volte del tutto sconosciuti». Elementi che rendono il dato «del tutto irrilevante al fine della costituzione di una prova scientifica», scrivono gli esperti.
Arma. Almeno una dozzina le armi che nel corso delle indagini si alternano: da un martello da carpentiere a un ferro da stiro, fino a una stampella. L'ultima novità arriva da una consulenza dell'accusa: Chiara è stata uccisa con un paio di forbici da sarto, ma da casa Poggi manca, a quanto trapela, solo un martello. L'unica verità è che l'arma non è mai stata trovata.
Movente. Per i pm e la parte civile i due fidanzati litigano la sera precedente. Chiara potrebbe aver visto qualcosa sul computer dello studente. Una lite sfociata nell'omicidio del 13 agosto 2007. «Solo una supposizione» si limita a ribattere l'accusa.

AlexnelCuore
17.12.2009, 17:06
ma che schifo la Giustizia italiana :vomito:

alessandro magno
17.12.2009, 17:51
Cronaca Percorso:ANSA.it (http://www.ansa.it/) > Cronaca (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/cronaca.shtml) > News
Omicidio Garlasco Alberto Stasi assolto

Il Gup: 'Non ha ucciso Chiara Poggi'

17 dicembre, 18:49
<script type="text/javascript"> <!-- function initToolbar(){ $("#main-commento-link").attr("value", document.location.href); $("#main-redazione-link").attr("value", document.location.href); $("#main-commento-title").attr("value", document.title); $("#main-redazione-title").attr("value", document.title); $("#main-commento-sender").attr("value", getMeta("sender")); $("#main-redazione-sender").attr("value", getMeta("sender")); $("#main-redazione-author").attr("value", getMeta("autore")); $("#main-redazione-emailauthor").attr("value", getMeta("email")); } //--> </script> <!-- /tools-bar --> <script type="text/javascript"> <!-- initToolbar(); //--> </script> <!-- 4w_net_content_start --> http://www.ansa.it/webimages/medium/2009/12/16/re216yqvX_20091216.jpg VIGEVANO (PAVIA) - Alberto Stasi è stato assolto per non aver commesso il fatto dall'accusa di aver ucciso a Garlasco (Pavia), il 13 agosto 2007, la sua fidanzata Chiara Poggi. La sentenza, a conclusione del processo con rito abbreviato, é stata emessa dal gup di Vigevano Stefano Vitelli. Il pubblico ministero Rosa Muscio aveva chiesto la condanna di Stasi a 30 anni di reclusione.
La sentenza di assoluzione è stata emessa in base all'articolo 530, secondo comma del codice di procedura penale, il quale stabilisce che deve essere pronunciata sentenza di assoluzione "quando manca, é insufficiente o è contraddittoria la prova" che l'imputato abbia commesso il fatto.
"Lo sapevo" ha esclamato Alberto Stasi che alla lettura della sentenza e' scoppiato in lacrime. Alberto ha poi abbracciato i suoi avvocati e in particiolare le praticanti dello studio legale.
"Continueremo a cercare la verità ": così i genitori di Chiara Poggi nella conferenza stampa dopo la sentenza che ha assolto Alberto Stasi. "Accetto la sentenza, ma è chiaro che continueremo a cercare la verità", ha detto il padre di Chiara, Giuseppe.
"Per me è come essere uscito da un incubo, adesso voglio solo silenzio" ha detto Alberto Stasi, che non ha voluto partecipare alla breve conferenza stampa organizzata dopo la lettura della sentenza. "Siamo riusciti a demolire tutte le indagini iniziali - ha detto uno dei suoi legali, Alberto Giarda - Capite anche voi che per Alberto sono stati due anni traumatici e abbiamo dovuto aiutarlo molto".
ALBERTO, VITA DA INDIZIATO PER 27 MESI /ANSA
Ha portato avanti la sua vita per 27 mesi, rinchiuso nella bolla del sospetto, fino all'assoluzione di oggi. Oltre due anni durante i quali Alberto Stasi, che al momento dell'omicidio della fidanzata ne aveva 24, ha cercato di continuare un'esistenza normale. Si è laureato, ha trovato un lavoro, ha ricominciato ad uscire la sera con gli amici e ha cominciato a frequentare altre ragazze. Alberto, figlio unico, sta preparando la sua tesi quando Chiara Poggi, già laureata da un anno e mezzo, viene uccisa. Deve discuterla nella sessione autunnale, ma poi tutto salterà nell'uragano che si abbatte su di lui. Biondo, gli occhi chiari, il fisico asciutto anche se non è molto alto, il giovane ha da subito un comportamento che può essere interpretato in molti modi. Sembra freddo e distaccato, ma forse in realtà è soltanto frastornato e disorientato. Non parla, non si lascia intervistare: per alcuni una tattica, per altri la dimostrazione di un dolore autentico. Lo proteggono i genitori (il padre gestisce un'azienda di autoricambi) nella villa in via Carducci e gli avvocati, il professor Alberto Giarda e i fratelli Giulio e Giuseppe Colli (presso lo studio dei quali a Vigevano lavorerà). Fino al 13 agosto 2007 il mondo di Alberto ha le stesse dimensioni, non un parallelo di più, né un parallelo di meno, di tanti suoi coetanei. Ha completato con successo gli studi fino alla maturità ed è iscritto all'Università Bocconi di Milano. I genitori non gli fanno mancare nulla. Abbigliamento firmato, vacanze all'estero, la Golf, soldi in tasca per le serate con gli amici e le uscite con la fidanzata. Pare che Chiara sia la sua prima storia d'amore vera e completa.
Quando la giovane viene trovata uccisa il radar dei sospetti si sposta immediatamente su di lui. Il 24 settembre, 40 giorni dopo il delitto, finisce in carcere. Alberto piange, si dispera, dalla cella chiede che gli portino un pupazzetto che Chiara gli ha regalato durante una recentissima vacanza a Londra. Esce dopo 4 giorni, ma la sua vita ormai è cambiata. I genitori di Chiara, fino a quel momento pronti a difenderlo, cominciano ad avere qualche dubbio. Dubbi che diventano tormentosi sospetti quando spunta il materiale che Alberto custodisce nel computer. L'accusa di detenzione di materiale pedopornografico sembra alienargli la simpatia della gente molto di più di quella di omicidio. "Capisco uccidere qualcuno in un momento di rabbia - dicono i curiosi davanti al tribunale di Vigevano - ma avere quelle passioni li, proprio no". Alberto intanto ha completato la sua tesi e il 27 marzo del 2008 si laurea con una discussione su 'Profili tecnici e normativi nella tassazione delle imprese d'assicurazioné. Nell' estate del 2007 quando aveva cominciato ad elaborarla, voleva dedicare quella tesi a Chiara, che lui - ha stabilito oggi il gup - non ha ucciso.











certo che se davvero non è stato lui come sembra i pm si meritano di andare in galera loro , visto che di fatto han creato un mostro.


son sempre dell'idea che i processi andrebbero fatti di piu in tribunale e di meno in tv e sui giornali, e noi juventini ne dovremmo sapere qualcosa.

AlexnelCuore
17.12.2009, 17:57
Benny lo stesso è qua http://www.juveforum.it/forum/amanda-quale-vendettai-meredith-era-mia-amica-non-lho-mai-odiata-t24107.html?p=361567#post361567 sposteresti il mio commento????

alessandro magno
17.12.2009, 18:08
non ho capito angela li è l'omicidio di perugia questo è quello di garlasco.

AlexnelCuore
17.12.2009, 19:41
si ma Elda ha postato il tuo stesso articolo e io ho commentato la

alessandro magno
17.12.2009, 21:46
a ok vedo. ora vedo se riesco a staccarli e portarli qua

Furiaceca
19.12.2009, 10:44
meglio un colpevole fuori che un innocente in carcere.
Se non si hanno prove a sufficienza, pazienza, è troppo
dannoso incominciare a colpevolizzare le persone anche
con prove scarse o non adeguate.

eldavidinho94
20.12.2009, 09:53
questo è vero furia, e capisco il tuo modo di vedere questo caso
ma quando dopo molti mesi non si trovano colpevoli,
con tutte le tecniche moderne che si hanno al giorno d'oggi,
è lecito far ricadere al colpa sulla persona piu vicina
a colui che è morto misteriosamente

e non fa niente che le prove sono poche
ma sto stasi deve rimanere sotto ferreo controllo
degli addetti ai lavori

eldavidinho94
24.12.2009, 12:11
Delitto Poggi

Garlasco, il libro che Stasi non vuole

Contiene «fotografie private e personali», dice Alberto.
Il perché della diffida al Corriere


Alberto Stasi vorrebbe non vedere nelle edicole il libro-inchiesta del Corriere della Sera «Alberto e Chiara. La verità di Garlasco» (http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_18/garlasco_libro_corriere_bd8dec50-ebb5-11de-b41e-00144f02aabc.shtml). Non pubblicatelo, non divulgatelo, né vendetelo «in ogni modo, luogo e forma» chiede all’editore la lettera del suo avvocato e amico, Giulio Colli. La domanda è: perché? Contiene «fotografie private e personali», dice il biondino di Garlasco che una settimana fa è stato assolto dall’accusa di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi, il 13 agosto del 2007.
È vero. Il libro contiene materiale inedito, comprese fotografie che Stasi definisce «private». Mette a nudo le debolezze e le lacune delle indagini, offre retroscena e dettagli che dicono più di quanto è stato raccontato in due anni e quattro mesi. Ma attenzione: la richiesta di Alberto non è, semmai, quella di non pubblicare le «fotografie private e personali». La sua diffida riguarda tutto il libro. Che di sicuro non è il frutto di un plagio, non viola la legge Scelba sull’apologia del fascismo né contiene pagine oscene: gli unici tre casi per i quali l’articolo 21 della Costituzione prevede il sequestro degli stampati.
Ora: dopo che per ventotto mesi la sua vita, le sue abitudini sessuali, le sue amicizie, tutto di lui è diventato pubblico, perché — viene da chiedersi —il problema di Alberto è un libro? Sono davvero quelle fotografie a far minacciare il dottor Stasi di ricorrere «sia in sede civile che penale» contro il Corriere? Se così fosse diventa inspiegabile il suo silenzio davanti alle ripetute pubblicazioni — per mesi, sulle pagine di tutti i quotidiani e dagli schermi televisivi — di fotografie private-privatissime «saccheggiate» dagli atti dell’inchiesta. Perché di questo si tratta: sono immagini che dal punto di vista giudiziario appartengono all’inchiesta. Erano nei computer di Alberto e di Chiara e sono finite — fra il materiale sequestrato — nelle mani della procura di Vigevano, dei periti, degli avvocati e del giudice. Mai una lamentela, per le pubblicazioni dei mesi scorsi. Nessuna diffida.
<!-- OAS AD '180x150'begin --> <script type="text/javascript"> <!-- OAS_AD('Bottom1'); //--> </script> <!-- OAS AD '180x150' end -->
In questi due anni e quattro mesi di caso Garlasco il Corriere ha dato spazio ai fatti, come sempre, cercando ogni volta di sentire tutte le parti in causa. Insistendo, spesso, anche dopo decine di telefonate senza risposta che avrebbero autorizzato chiunque ad arrendersi. Sono stati raccontati i fatti, così com’erano. Sia quando si è trattato di dar voce a una tesi dell’accusa, sia quando la voce era invece quella della difesa. Basti ricordare la perizia sul computer di Alberto, quella che confermò il suo alibi e segnò la svolta verso l’assoluzione. Furono gli articoli del Corriere, come riconobbe lo stesso avvocato Giulio Colli, a sfondare il muro dei colpevolisti, fino ad allora in maggioranza. Nel libro-inchiesta che rimarrà in edicola per un mese si parte dalla fine: la sentenza. Alberto è stato assolto. Non colpevole. Solo Alberto Stasi, il ragazzo che sorride con i piedi a mollo nel mare da una delle sue fotografie «private e personali».

eldavidinho94
08.04.2010, 15:04
Alberto Stasi a Matrix: il video dell’intervista integrale

Ieri sera a Matrix è stato ospite Alberto Stasi, il principale indagato per il delitto di Garlasco. Intervistato da Alessio Vinci, l’ex fidanzato della vittima: Chiara Poggi, ha raccontato la sua storia difronte (http://tooltips.heyos.com/appoggioKelkoo/Kelkoo.php?q=fronte&idutente=8370&tipo=G&ideditore=510&pos=2&action=CLICK&d=http%253A%252F%252Ftubiamo%252Enet%252F2010%252F 04%252F07%252Falberto%252Dstasi%252Da%252Dmatrix%2 52Dil%252Dvideo%252Ddellintervista%252Dintegrale%2 52F&timestamp=4/8/2010%203:58:33%20PM) alle telecamere di Canale 5. Il conduttore si aspettava di trovarsi di fronte (http://tooltips.heyos.com/appoggioKelkoo/Kelkoo.php?q=fronte&idutente=8370&tipo=G&ideditore=510&pos=2&action=CLICK&d=http%253A%252F%252Ftubiamo%252Enet%252F2010%252F 04%252F07%252Falberto%252Dstasi%252Da%252Dmatrix%2 52Dil%252Dvideo%252Ddellintervista%252Dintegrale%2 52F&timestamp=4/8/2010%203:58:33%20PM) un ragazzo timido, riservato. Invece, per sua stessa ammissione, Alberto Stasi si è rivelato un fiume in piena, che in una lunga chiacchierata di oltre due ore, ha raccontato dettagli inediti su alcuni dei momenti più complicati della sua storia. Come anticipato dal conduttore, lo speciale non voleva in alcun mod,o ancora una volta, analizzare al microscopio (http://tooltips.heyos.com/appoggioKelkoo/Kelkoo.php?q=microscopio&idutente=8370&tipo=G&ideditore=510&pos=2&action=CLICK&d=http%253A%252F%252Ftubiamo%252Enet%252F2010%252F 04%252F07%252Falberto%252Dstasi%252Da%252Dmatrix%2 52Dil%252Dvideo%252Ddellintervista%252Dintegrale%2 52F&timestamp=4/8/2010%203:58:33%20PM) l’omicidio di Chiara Poggi, piuttosto permettere al grande pubblico, che in questi mesi si è interessato alla vicenda, di conoscere meglio Alberto Stasi.

http://tubiamo.net/2010/04/07/alberto-stasi-a-matrix-il-video-dellintervista-integrale/

juventinadelsud
09.04.2010, 08:50
non si possono fare colpevoli senza prove altrimenti rischiamo sempre di far pagare chi colpe non ne ha!

alessandro magno
09.04.2010, 10:46
io son convinto che molte volte gli inquirenti preferiscono colpire dove è piu facile colpire piu tosto che indagare a fondo. Invito chi ha un paio d ora di tempo a guardare il film "nel nome del padre" di daniel day lewis che racconta una storia vera del genere.
Postato via Mobile Device

juventinadelsud
09.04.2010, 10:47
non conosco il film ma di questi casi ce ne sono eccome