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eldavidinho94
05.08.2009, 14:04
la gara dei 100 e lode

Maturità, ecco i ragazzi più bravi
Il Sud vince la gara dei 100 e lode

Pieni voti a 3.529 studenti. In Puglia più del doppio della Lombardia

MILANO — L’Italia dei cen*to e lode, l’eccellenza della no*stra popolazione studentesca, esce leggermente ridimensio*nata dall’ultimo esame di ma*turità. Quest’anno i quadri af*fissi all’esterno delle scuole hanno certificato la promozio*ne a pieni voti di 3.529 studen*ti, premiati non solo con il 100 ma anche con la lode che dà diritto all’ormai consueto premio ministeriale (Ecco la lista completa (http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_03/lode_index_bf72512c-804a-11de-bb07-00144f02aabc.shtml)). L’anno scorso le lodi erano state 4.008, ma il numero comples*sivo dei maturandi era un po’ più alto. Quest’anno il totale di candidati esaminati è stato di 383.167 unità: la media per*centuale dei premiati con il massimo dei voti è rimasta inalterata, intorno allo 0,9% del totale.

In ogni caso su questi dati esercita un certo peso anche il clima di maggior severità im*posto dal ministro Mariastella Gelmini, che ha avuto il suo primo riflesso immediato sul numero dei respinti, cresciuto dal 2,5% dell’anno scorso al 3,1 di quest’anno. Sono inve*ce diminuiti drasticamente i cento senza lode. Sono 19.078, nel 2008 erano quasi il doppio, così come sono calati in proporzione sensibile an*che i voti più alti, tra 81 e 99.

La nuova valutazione in cen*tesimi è stata introdotta nel 2007 dall’allora ministro di centrosinistra Giuseppe Fioro*ni. Come prescrive la legge, per ottenere cento gli studenti devono portare in dote un cre*dito di 25 punti riferito al cur*riculum e alle esperienze ex*trascolastiche dell’ultimo tri*ennio, ottenere il massimo nelle tre prove scritte (ciascu*na delle quali vale 15 punti), e poi tutto si gioca all’esame ora*le che da solo vale 30 punti. In*fine i commissari, che da que*st’anno hanno dovuto tener presente anche il voto in con*dotta, si riservano 5 punti di bonus.

Degli oltre 3.500 cento e lo*de, buona parte provengono da scuole meridionali. Per la precisione si tratta di 1.704 su complessivi 156.159 diploma*ti. Sono invece 764 gli studen*ti modello usciti da istituti del centro su 83.592 maturandi, e 1.061 da scuole settentrionali su 143.273 candidati al diplo*ma. Anche se confrontiamo i dati relativi a chi ha preso sol*tanto 100, l’impressione di uno squilibrio a Sud nelle va*lutazioni viene confermato dai numeri. Le sole Campania, Puglia, Sicilia e Calabria ne mettono insieme 8.024, oltre il 40%, molti di più di tutti i migliori studenti del Nord, do*ve i maturati con 100 sono sta*ti 6.121. In media solo il 5% de*gli esaminati ottiene il punteg*gio più alto, in Sicilia si viag*gia sul 5,6%, in Puglia si arriva al 6,5, in Calabria addirittura al 7,9. Naturalmente è il set*tentrione a tenere bassa la me*dia. Il Piemonte è appena sot*to l’asticella, con il 4,8%, il Ve*neto si mantiene a quota 4,2, la Lombardia tocca il fondo con il 3,2.

La regione delle lodi è la Pu*glia, che detiene il record di promossi a pieni voti: 523, quasi 15% del totale nazio*nale, molto più della la*boriosa Lombardia, do*ve gli esiti degli esami pubblicati qualche gior*no fa hanno incorona*to solo 210 studenti modello. E il dato risul*ta anche più impressio*nante se si considera che nel tacco d’Italia i di*plomati non superano quota 31 mila, mentre nelle scuole lombarde sono stati quasi il doppio, 51.315.

I dati delle altre regioni con*fortano questa tesi, visto che anche in Campania si registra un cospicuo numero di promo*zioni con il voto massimo, ben 388, o in Calabria e Basilicata, che insieme ne vantano 341, pur totalizzando 22.429 esami*nati contro i 29.919 del Vene*to, dove invece i 100 con lode sono stati 219. Anche peggio è andata nelle scuole piemonte*si, dove a fronte di 23.598 can*didati i promossi a pieni voti sono 190, mentre in Sicilia se ne contano 369 su 39.770.

«Mi piacerebbe sostenere che gli studenti pugliesi siano i migliori di Italia — afferma la direttrice dell’ufficio scola*stico della Puglia, Lucrezia Stellacci — e in effetti i nostri ragazzi riescono a ottenere ri*sultati eccellenti grazie alle lo*ro straordinarie doti. Tuttavia, avendo lavorato anche in altre regioni, non posso nasconde*re che certi risultati non sono dovuti solo alla bravura dei di*scenti, ma anche ai diversi me*tri di valutazione». Secondo il dirigente scolastico manca una disciplina unica: «I docen*ti sono costretti a regolarsi cia*scuno a modo suo, e del resto difficilmente potrebbe essere altrimenti dal momento che non è stato ancora approvato il regolamento per l’attribuzio*ne dei voti di maturità».

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eldavidinho94
05.08.2009, 14:05
chi ha ottenuto il punteggio massimo riceve mille euro

«Università pagata
ai primi mille in Italia»

Idea della Gelmini dal 2010.


Scelta del ministero

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AlexnelCuore
05.08.2009, 14:30
mi fa immansemente piacere sapere che al sud ci siano i voti più alti, ma sicura ce non siano tutti meritati, purtroppo il sistema è fatto così e la Gelmini ne è l'esempio più grande

mplatini62
05.08.2009, 16:57
Se fosse vero...
ma c'è di mezzo il clientelismo,
il nepotismo, le baronie nelle università...
Hai voglia! Noi al Sud...
non ci facciamo mancare nulla!
Secondo me c'è da scremare e tanto
su quei dati! Soprattutto verificarne
l'effettiva natura.

Qui da noi molto spesso:
i figli di notai...fanno i notai.
I figli di farmacisti fanno i farmacisti.
I figli di primari diventeranno primari.
I parenti e gli affini trovano occupazione
nelle zone contigue...
Tutte coincidenze? Mah!

mplatini62
05.08.2009, 16:59
mi fa immansemente piacere sapere che al sud ci siano i voti più alti, ma sicura ce non siano tutti meritati, purtroppo il sistema è fatto così e la Gelmini ne è l'esempio più grande

Non vorrei aver capito male.
Spiegami cosa intendi dire a proposito
della Gelmini.
Grazie.

AlexnelCuore
05.08.2009, 17:09
Non vorrei aver capito male.
Spiegami cosa intendi dire a proposito
della Gelmini.
Grazie.
La Gelmini ha preso la laurea a Reggio Calabria riesci ad immagginare il perchè????:icon_wink:

mplatini62
06.08.2009, 06:53
Io non lo so.
Se tu hai notizie più attendibili di suoi intrallazzi
personali, daccele. Attendo.

Una cosa però è certa:
finora è quella(l'unica)che sta smuovendo le acque,
sta mettendo in allarme e in ambasce tutto
l'ambiente scolastico, sta facendo venir fuori
eventuali magagne, sta portando più
serietà e severità in tutto l'ambiente, ha fatto
più riforme lei in pochi mesi che tutte coloro
che l'hanno preceduta!
Di questi dati allarmanti e sconcertanti prima non
ne parlava nessuno.
Solo ora vanno a scoperchiarsi certi altarini...
certe sacche di disonestà, di clientelismo,
di malfunzionalità del Sistema Scuola e
anche delle Università! Ha toccato molti Intoccabili!
Nervi scoperti!

Certamente non è abbastanza, certamente
si può e si deve far di più...
però almeno si comincia a intravedere qualcosa di
positivo!!!

eldavidinho94
07.08.2009, 11:31
Se fosse vero...
ma c'è di mezzo il clientelismo,
il nepotismo, le baronie nelle università...
Hai voglia! Noi al Sud...
non ci facciamo mancare nulla!
Secondo me c'è da scremare e tanto
su quei dati! Soprattutto verificarne
l'effettiva natura.

Qui da noi molto spesso:
i figli di notai...fanno i notai.
I figli di farmacisti fanno i farmacisti.
I figli di primari diventeranno primari.
I parenti e gli affini trovano occupazione
nelle zone contigue...
Tutte coincidenze? Mah!

questo è vero mplat
molte volte i ragazzi nascono gia progettati
gia con un lavoro in tasca, gia affidati a qualcuno o qualcosa...
al nord è anche peggio
tutti sono aziendalisti e commercialisti
e di solito lavorano nelle industrie con i genitori
ai voglia quante ce ne sono li di imprese!

un po di verita nei dati pero...c'è
anche perche se una parte dei ragazzi ha gia un futuro certo
l'altra parte deve laurearsi per averlo!
e quindi anche qui ci sono le lauree comprate
giusto per attestare l'idoneita del figlio al lavoro gia acquisito
e le lauree 'sudate' per cercare lavoro...chissa dove!

è come un pendolo
che si muove prima da una parte(quella dei raccomandati)
e poi dall'altra(quella degli sfortunati, usiamo questo termine va)

pero, nella prima opzione si muove piu velocemente,
rapidamente e ...frequentemente

mplatini62
07.08.2009, 13:09
questo è vero mplat
molte volte i ragazzi nascono gia progettati
gia con un lavoro in tasca, gia affidati a qualcuno o qualcosa...
al nord è anche peggio
tutti sono aziendalisti e commercialisti
e di solito lavorano nelle industrie con i genitori
ai voglia quante ce ne sono li di imprese!

un po di verita nei dati pero...c'è
anche perche se una parte dei ragazzi ha gia un futuro certo
l'altra parte deve laurearsi per averlo!
e quindi anche qui ci sono le lauree comprate
giusto per attestare l'idoneita del figlio al lavoro gia acquisito
e le lauree 'sudate' per cercare lavoro...chissa dove!

è come un pendolo
che si muove prima da una parte(quella dei raccomandati)
e poi dall'altra(quella degli sfortunati, usiamo questo termine va)

pero, nella prima opzione si muove piu velocemente,
rapidamente e ...frequentemente

Io infatti dicevo che quei "figli di papà", come dici tu
progettati a proseguire la carriera dei padri, molto
spesso truccano le lauree e i concorsi a cattedre
universitarie...a scapito di chi magari meriterebbe molto
più di loro!

eldavidinho94
08.08.2009, 18:09
Io infatti dicevo che quei "figli di papà", come dici tu
progettati a proseguire la carriera dei padri, molto
spesso truccano le lauree e i concorsi a cattedre
universitarie...a scapito di chi magari meriterebbe molto
più di loro!

certo!
è su questo che la gelmini dovrebbe puntellare di piu.
oltre al merito dei docenti,
anche all'efettivo merito degli alunni!

i ministri dell'istruzione passano,
attuano delle riforme,
ma uno in grado di cambiare RADICALMENTE,
ma dico radicalmente! il sistema
è impossibile trovarlo!

qualcuno che cambi tangibilmente, agli occhi di tutti
questo dannato sistema!

mplatini62
08.08.2009, 18:24
Se gli danno tempo, fiducia e ascolto...
penso che la Gelmini possa farcela a
cambiare le cose!
Magari non a risolverle totalmente, ma
una sterzata decisa verso la meritocrazia
e la serietà...vediamo...

Furiaceca
04.01.2010, 10:09
La Gelmini ha preso la laurea a Reggio Calabria riesci ad immagginare il perchè????:icon_wink:

No Angela, Si è laureata a Brescia....(Laureata in Giurisprudenza (http://it.wikipedia.org/wiki/Giurisprudenza) presso l'Università degli Studi di Brescia (http://it.wikipedia.org/wiki/Universit%C3%A0_degli_Studi_di_Brescia))

In ogni caso c'è un divario enorme tra Nord e Sud.
Nei test europei gli studenti del nord italiano risultano
tra i migliori d'europa, quelli del Sud tra i peggiori d'europa...
Ergo al sud è molto ma molto ma molto più facile avere
voti migliori....i dati parlano chiarissimo, ci sono test europei
ad hoc.

Dai Test PISA più recenti risulta che il SUD sia a livello della Thailandia.

AlexnelCuore
04.01.2010, 15:01
Al sud per la precisione i voti sono regalati

AlexnelCuore
04.01.2010, 15:03
Nella città calabrese l'anno precedente il record di ammessi con il 93 per cento

Da Brescia a Reggio Calabria Così la Gelmini diventò avvocato

L'esame di abilitazione all'albo nel 2001.
Il ministro dell'Istruzione: «Dovevo lavorare subito»


Novantatré per cento di ammessi agli orali! Come resistere alla tentazione? E così, tra i furbetti che nel 2001 scesero dal profondo Nord a fare gli esami da avvocato a Reggio Calabria si infilò anche Mariastella Gelmini. Ignara delle polemiche che, nelle vesti di ministro, avrebbe sollevato con i (giusti) sermoni sulla necessità di ripristinare il merito e la denuncia delle condizioni in cui versano le scuole meridionali. Scuole disastrose in tutte le classifiche «scientifiche» internazionali a dispetto della generosità con cui a fine anno vengono quasi tutti promossi.
La notizia, stupefacente proprio per lo strascico di polemiche sulla preparazione, la permissività, la necessità di corsi di aggiornamento, il bagaglio culturale dei professori del Mezzogiorno, polemiche che hanno visto battagliare, sull'uno o sull'altro fronte, gran parte delle intelligenze italiane, è stata data nella sua rubrica su laStampa.it da Flavia Amabile. La reazione degli internauti che l'hanno intercettata è facile da immaginare. Una per tutti, quella di Peppino Calabrese: «Un po' di dignità ministro: si dimetta!!» Direte: possibile che sia tutto vero? La risposta è nello stesso blog della giornalista. Dove la Gelmini ammette. E spiega le sue ragioni.
Un passo indietro. È il 2001. Mariastella, astro nascente di Forza Italia, presidente del consiglio comunale di Desenzano ma non ancora lanciata come assessore al Territorio della provincia di Brescia, consigliere regionale lombarda, coordinatrice azzurra per la Lombardia, è una giovane e ambiziosa laureata in giurisprudenza che deve affrontare uno dei passaggi più delicati: l'esame di Stato.
Per diventare avvocati, infatti, non basta la laurea. Occorre iscriversi all'albo dei praticanti procuratori, passare due anni nello studio di un avvocato, «battere» i tribunali per accumulare esperienza, raccogliere via via su un libretto i timbri dei cancellieri che accertino l'effettiva frequenza alle udienze e infine superare appunto l'esame indetto anno per anno nelle sedi regionali delle corti d'Appello con una prova scritta (tre temi: diritto penale, civile e pratica di atti giudiziari) e una (successiva) prova orale. Un ostacolo vero. Sul quale si infrangono le speranze, mediamente, della metà dei concorrenti. La media nazionale, però, vale e non vale. Tradizionalmente ostico in larga parte delle sedi settentrionali, con picchi del 94% di respinti, l'esame è infatti facile o addirittura facilissimo in alcune sedi meridionali.
Un esempio? Catanzaro. Dove negli anni Novanta l'«esamificio» diventa via via una industria. I circa 250 posti nei cinque alberghi cittadini vengono bloccati con mesi d'anticipo, nascono bed&breakfast per accogliere i pellegrini giudiziari, riaprono in pieno inverno i villaggi sulla costa che a volte propongono un pacchetto «all-included»: camera, colazione, cena e minibus andata ritorno per la sede dell'esame.
Ma proprio alla vigilia del turno della Gelmini scoppia lo scandalo dell'esame taroccato nella sede d'Appello catanzarese. Inchiesta della magistratura: come hanno fatto 2.295 su 2.301 partecipanti, a fare esattamente lo stesso identico compito perfino, in tantissimi casi, con lo stesso errore («recisamente» al posto di «precisamente», con la «p» iniziale cancellata) come se si fosse corretto al volo chi stava dettando la soluzione? Polemiche roventi. Commissari in trincea: «I candidati — giura il presidente della «corte» forense Francesco Granata — avevano perso qualsiasi autocontrollo, erano come impazziti». «Come vuole che sia andata? — spiega anonimamente una dei concorrenti imbroglioni —. Entra un commissario e fa: "Scrivete". E comincia a dettare il tema. Bello e fatto. Piano piano. Per dar modo a tutti di non perdere il filo».
Le polemiche si trascinano per mesi e mesi al punto che il governo Berlusconi non vede alternative: occorre riformare il sistema con cui si fanno questi esami. Un paio di anni e nel 2003 verrà varata, per le sessioni successive, una nuova regola: gli esami saranno giudicati estraendo a sorte le commissioni così che i compiti pugliesi possano essere corretti in Liguria o quelli sardi in Friuli e così via. Riforma sacrosanta. Che già al primo anno rovescerà tradizioni consolidate: gli aspiranti avvocati lombardi ad esempio, valutati da commissari d'esame napoletani, vedranno la loro quota di idonei raddoppiare dal 30 al 69%.
Per contro, i messinesi esaminati a Brescia saranno falciati del 34% o i reggini ad Ancona del 37%. Quanto a Catanzaro, dopo certi record arrivati al 94% di promossi, ecco il crollo: un quinto degli ammessi precedenti.
In quei mesi di tormenti a cavallo tra il 2000 e il 2001 la Gelmini si trova dunque a scegliere, spiegherà a Flavia Amabile: «La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi troppo a lungo agli studi, mio padre era un agricoltore. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l'esame per ottenere l'abilitazione alla professione». Quindi? «La sensazione era che esistesse un tetto del 30% che comprendeva i figli di avvocati e altri pochi fortunati che riuscivano ogni anno a superare l'esame. Per gli altri, nulla. C'era una logica di casta, per fortuna poi modificata perché il sistema è stato completamente rivisto». E così, «insieme con altri 30-40 amici molto demotivati da questa situazione, abbiamo deciso di andare a fare l'esame a Reggio Calabria».
I risultati della sessione del 2000, del resto, erano incoraggianti. Nonostante lo scoppio dello scandalo, nel capoluogo calabrese c'era stato il primato italiano di ammessi agli orali: 93,4%. Il triplo che nella Brescia della Gelmini (31,7) o a Milano (28,1), il quadruplo che ad Ancona. Idonei finali: 87% degli iscritti iniziali. Contro il 28% di Brescia, il 23,1% di Milano, il 17% di Firenze. Totale: 806 idonei. Cinque volte e mezzo quelli di Brescia: 144. Quanti Marche, Umbria, Basilicata, Trentino, Abruzzo, Sardegna e Friuli Venezia Giulia messi insieme.
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Insomma, la tentazione era forte. Spiega il ministro dell'Istruzione: «Molti ragazzi andavano lì e abbiamo deciso di farlo anche noi». Del resto, aggiunge, lei ha «una lunga consuetudine con il Sud. Una parte della mia famiglia ha parenti in Cilento». Certo, è a quasi cinquecento chilometri da Reggio. Ma sempre Mezzogiorno è. E l'esame? Com'è stato l'esame? «Assolutamente regolare». Non severissimo, diciamo, neppure in quella sessione. Quasi 57% di ammessi agli orali. Il doppio che a Roma o a Milano. Quasi il triplo che a Brescia. Dietro soltanto la solita Catanzaro, Caltanissetta, Salerno. Così facevan tutti, dice Mariastella Gelmini. Da oggi, dopo la scoperta che anche lei si è infilata tra i furbetti che cercavano l'esame facile, le sarà però un po' più difficile invocare il ripristino del merito, della severità, dell'importanza educativa di una scuola che sappia farsi rispettare. Tutte battaglie giuste. Giustissime. Ma anche chi condivide le scelte sul grembiule, sul sette in condotta, sull'imposizione dell'educazione civica e perfino sulla necessità di mettere mano con coraggio alla scuola a partire da quella meridionale, non può che chiedersi: non sarebbero battaglie meno difficili se perfino chi le ingaggia non avesse cercato la scorciatoia facile?