Visualizza versione completa : Processo Di Napoli
gabriele
18.03.2010, 22:41
Calciopoli, dichiarazione Luciano Moggi
Tribunale di Napoli - Udienza del 16 marzo 2010.
«Io voglio fare seguito a quello che ha detto Ignazio Scardina su Pieroni. Dunque Lui è andato a trovare Pieroni ed effettivamente era in uno stato, direi dopo la detenzione, sicuramente non buono. Siccome Ignazio Scardina è un buono per natura e a me fa anche difficoltà a vederlo qui nelle aule del processo».
Caoria: «Vabbè..»
«Mi fece una telefona, e si presidente guardi..»
Casoria: «Lei deve far dichiarazioni che riguardano il processo e non deve dire le sue sensazioni..avanti»
«Questo riguarda il processo..».
«Mi telefonò, mi disse che in pratica era senza scarpe e senza una macchina. Mi disse vediamo se si può fare qualcosa. Signor Presidente io ho preso - siccome la macchina l'avevamo al 50% - ho preso una macchina al 50% dalla Fiat e il rimanente 50% l’ho pagato io personalmente ed ho dato la macchina al signor Pieroni.
Questo per dimostrare in pratica che con le persone si può fare anche del bene e credo che Ignazio Scardina abbia cercato di fare questo. Io mi sono adoperato per aiutare uno che non poteva.
Detto questo, il problema particolare, quando il Colonnello ha parlato: "altrimenti scendiamo nel bar sport", qui mi sembra che, citando proprio il "Processo" di Biscardi, lui possa essere sceso nel bar sport. Anche perché seguo delle cose e altre un po’ meno. E altre un po’ meno.
Adesso mi ha fatto impressione - sarà un’impressione mia che non devo dire - però sentendo che ha attenzionato l’articolo di Repubblica sulle dichiarazioni di Pieroni, veramente viene, è una cosa che, insomma, deve far riflettere e ha detto pure chi ha firmato l’artiolo: Zunino. Zunino. Quindici giorni dopo questo signore sa cosa ha fatto? Ha fatto un altro articolo su di me, ha detto “Moggi Luciano, 150 milioni alla banca dello IOR al Vaticano”. Io non sapevo neppure se esisteva questa banca al Vaticano! Allora ho detto a lui - ho detto a lui, l’ho detto tramite giornale- le faccio una dedica, vada a prendere i 150 milioni, 75 li prenda lui e gli altri in beneficenza. Queste cose qua, ecco questi sono certi giornali che deviano e attenzionare questi giornali su una cosa così seria che rovina le famiglie, mi sembra abbastanza una cosa da prendere in considerazione.
Se poi dopo vedo che, secondo.. calciopoli è dettato dalle dichiarazioni di Armando Carbone, il quale Armando Carbone ha creato il calcio scommesse. E' venuto qui e si è presentato come l’ aggiustatore di partite. A questo punto mi zitto. A questo punto mi zitto perché si può fare tutto ma non queste cose.
Adesso entriamo nel discorso che è stato posto in essere. Prendiamo Roma-Juventus, la famosa Roma-Juventus, nella quale dice il colonnello, io difendevo Racalbuto. Presidente, io non difendevo Racalbuto io stavo difendendo la Juventus, perché quando ad un arbitro viene detto che sarà interrogato dall’ufficio inchieste, gli altri arbitri quando vengono alla juventus, se c'è un rigore a favore della Juventus se ne infischiano proprio, perché dicono tranquillamente e pensano che se io vo in favore dalla Juventus posso avere dei guai ed in caso contrario nessuno mi tocca.
Questo è il problema principale, tanto che c’era un’ altra partita, Lecce-Milan - perché noi in quel campionato erano in lotta con il Milan - dove l’arbitro Trefoloni ne combina più di Carlo Francia per far vincere il Milan. Ad un certo punto io ho detto, vabbé allora fate una cosa, sospendete o interrogate Racalbuto e interrogate anche Trefoloni. Si è fermato tutto. Si è fermato tutto. Hanno interrogato Racalbuto nelle sedi dovute, perché io avevo l’idea che se veniva a Roma con tutto quello che succede, prendevano a: "interrogato Racalbuto"! Se ne sono andati a cercare Racalbuto e lo hanno interrogato davanti ai suoi legali, non so nemmeno dove, ma lo hanno interrogato.
Si evince da questa partita che quello che aveva meno responsabilità di tutti era l’arbitro Racalbuto e che l’assistente Pisacreta ne ha combinate di tutti i colori (dando un gol in fuorigioco dando praticamente un rigore che non era rigore) e responsabile chi era? Era Racalbuto amico di Moggi, che poi tutto si tratta tranne che un amico di Moggi.
Quindi io difendevo questo signore. Tra l’alto il Colonnello si è pure sbagliato quando ha parlato delle famose.. di queste cose, delle telefonate. Ha detto che si riferiva a Cagliari-Juventus, invece si riferiva Roma-Juventus, quindi ha pure commesso un errore in questo. Bisogna starci attenti perché queste cose, ripeto, sono abbastanza gravi.
Ma, ma. Quando si tratta di altre partite loro non le guardano assolutamente, non le guardano per niente. C’è stato un Atalanta-Juventus, in quell'anno che ha vinto la Roma, arbitrata dal signor De Santis. Noi vincevamo 1 a 0 e abbiamo perso con due fuorigioco, 2-1! Erano talmente plateali che non c’era bisogno nemmeno della televisione, riconosciuti da tutti i giornali; però a loro non importa niente, importa solo di Roma-Juventus. E non va bene questa cosa qui perché il calcio si attenziona a 360 gradi e non puntando una persona e no puntando una società come hanno fatto loro.
Per quanto riguarda poi i russi, noi non abbiamo cercato nessun favore dalla Federazione, assolutamente no. Noi abbiamo cercato soltanto di appellarci ad una legge dello stato italiano, all’art . 5 della legge 91 del 1981, che diceva che i giocatori potevano essere vincolati per 5 anni; quindi non abbiamo chiesto favori. Poi dopo, quando la cosa viene fuori, certamente uno da la "guazza" ad una persona, uno ad un’altra: bravo qui e bravo la, ma la sostanza quale è? È che la legge 91, 1981 e l’art.5, che dicevamo che potevamo tenere, ed in base a quello è stato fatto praticamente il riciclaggio dei giocatori. Attenzione questo, e li non lo hanno messo in evidenza penso anche volutamente, una lotta di procura, dove un procuratore russo ha cercato di portarci via questi i giocati. Questo nessuno lo dice, noi questi giocatori li avevamo pagati e li avevamo stipendiati. Questo nessuno lo dice. Allora noi, se ci difendiamo poi viene fuori che abbiamo ottenuto favori dalla Federazione, ma i favori della Federazione dove sono stati per la Juventus? Abbiamo perso un campionato con la Lazio, dove ci sono stati 75 minuti tra il primo e il secondo tempo per un acquazzone, arbitro Collina, il quale Collina era anche a Milano a fare Milan -Juventus famosa. Poi lo troviamo nelle intercettazioni con Meani, però non contano niente quando dice “voglio andare da te, quando è chiuso il locale, a mezzanotte dalla porta dietro", ed è l’arbitro di Milan- Juventus che decideva il campionato. Questo praticamente va ricordato».
Difesa Meani: «Ricordiamo che l’ha persa. L’ha vinta la Juve quella partita si ricorda?..».
Moggi: «Quale?».
Casoria: «Non può fare la difesa del Milan qua».
Moggi: «L’ha vinta la Juve perché ha giocato meglio, punto e basta. Però l’arbitro..l’arbitro però..».
Casoria: «Questa risposta l’avvocato Dardossi..lei poi difenderà in altra..sede».
«Questo qua per quanto riguarda la prima parte. Perdiamo il campionato, dopo 75 minuti di intervallo tra il primo e il secondo tempo, cosa mai avvenuta in tutto calcio - no europeo ma italiano mondiale- perché c’era stato un acquazzone. E' stato espulso persino Zambrotta perché nella vasca da bagno è scivolato e Collina ha preso e l'ha cacciato fuori. Questo per quanto riguarda il discorso di Perugia che ha poi portato la Lazio a vincere il campionato.
C’è anche di più, per dimostrare che noi non avevamo niente con la Federazione, c’è una legge modificata durante settimana che precedeva Roma-Juventus. Questa legge che prevedeva l'ingresso degli extra-comunicati, che fino ad allora non potevano giocare. Guarda caso, quella settimana di Juventus-Roma, per effetto di questa legge, entra Nakata e ci segna il gol del pareggio e noi perdiamo il campionato.
Questi sono i favori che ci hanno fatto la Federazione, questi sono i legami che noi avevamo con la Federazione!
Per quanto riguarda il sorteggio, io non avevo dubbi, che avrebbe detto il Colonnello quello che pensavo. A domanda risponde, ha detto che gli assistenti venivano non sorteggiati ma designati. E' stata fatta la domanda al Colonnello: "dopo il sorteggio è mai venuta fuori una telefonata di Moggi?" Non avevo dubbi che il Colonnello avrebbe detto di no.
Perché io ho un capo d’imputazione perché alla 11:53 - io conoscevo gli assistenti - in quanto che, una segretaria mia, mi telefona alle 11:53 e mi dice:" l’arbitro è uscito". Si sapeva perché alle 11:01, l’arbitro lo ufficializzano i giornalisti che estraggo e io quindi lo sanno tutti. Alle 11:53 mi telefona e mi dice:"però non ci sono gli assistenti".
Ed io quando - siccome ero in macchina - gli dico: ”guardi quando mi chiama mi dica che sono questi due “ , gli dissi i nomi dei due assistenti perché li sapevo, perché nell’interrogatorio che ho subito a Roma ho detto che avevo telefonato. Il Colonnello sa perfettamente, qui mente il Colonnello».
Casoria: «Vabbè ..dice cose inesatte».
«Sa perfettamente che ci sono dei fax, degli sms intercettati, in cui c’è una persona che alle 11:23, alle 11:30, alle 11:45 informa tutti quanti sull’esito dei designatori ed io devo prendermi un capo d’imputazione perché ho parlato con quello li e mi ha detto chi sono gli assistenti. Le sembra giusta questa cosa qua?
Mi scusi il tono, io sono come Scardina, purtroppo sto subendo e ho subito tante cose, tante cose che hanno coinvolto mio figlio, la mia famiglia; hanno coinvolto anche dei poveri giovani arbitri che adesso non stanno a lavorare, ed è una vergogna questa.
Io credo che ci sia (ci debba essere) anche un po’di buon senso a dare quello che uno deve dare. Io non dico che non devono parlare, ma devono dire la verità e non dire che io non ho telefonato, li ci sono degli sms, ma loro cosa han fatto? Hanno mica guardato quando facevano queste indagini a tutto questo?».
Casoria: «Vabbè controlleremo se lei l’ha saputo per telefono».
«Presidente, ho delle intercettazioni che posso anche produrre, posso anche produrre».
Casoria: «Vabbè».
«Grazie»
gabriele
23.03.2010, 17:10
Calciopoli, audizione Auricchio VII parte
Tribunale di Napoli - Udienza del 16 marzo 2010. Terza audizione teste Auricchio, VII parte
Avvocato Messeri, difesa Bertini.
L’avvocato chiede al teste di illustrare la composizione e l’organizzazione della FIGC e da chi e come vengono elette le cariche federali.
Il presidente era in quel momento Carraro.
Messeri: «Avete verificato come si sono svolte le elezioni di Carraro? Chi ha votato a favore e chi ha votato contro…».
Auricchio: «Abbiamo svolto degli accertamenti sull’esito dell’elezione. Chi ha votato contro e chi ha votato a favore per noi non era un dato sostanzialmente rilevante». Ma come, ci avete detto che la pseudo-cupola si era attivata per far arrivare i voti a Carraro, e non verificate nemmeno se i votanti (corrotti secondo l’accusa) effettivamente danno il voto a Carraro?!
Messeri: «Lei ci ha detto che la partita politica si è giocata anche sulle presidenze di FIGC e Lega, mi sembra strano che non sia rilevante ai fini investigativi».
Auricchio: «No, non è rilevante sul chi ha votato chi, non sugli esiti…». Appunto!
Messeri: «Ne prendo atto: non avete accertato di quali delegati ha preso il voto Carraro per diventare presidente della FIGC».
Auricchio: «Sì». Bravi!
Analogo discorso vale per i due vice presidenti Mazzini e Abete, non hanno verificato chi ha votato chi.
Messeri: «Avete acquisito i verbali dei consigli federali dei campionati di cui ci stiamo occupando?»
Auricchio: «Tutti i verbali no. A ragion veduta abbiamo acquisito del materiale, io stesso sono andato in federazione per acquisire di volta in volta del materiale che ci serviva».
Messeri: «Oltre al consiglio federale, quali altri organi ci sono che possono influire sulla regolarità del campionato?»
Auricchio: «Beh, tutti gli organi sono richiamati nel consiglio federale, c’è ad esempio l’AIA, che ha una sua rilevanza all’interno della politica e della struttura ei campionati e ha un suo rappresentante…»
Messeri: «Le ho sentito leggere telefonate di componenti CAF. Poi c’è la Procura federale…»
Auricchio: «Sono organi di giustizia sportiva»
Messeri: «Che possono incidere sul campionato, possono infliggere sanzioni che poi cadono a pioggia sul campionato».
Auricchio: «Ci sono anche le commissioni, adesso che me lo fa venire in mente. Ad esempio la Commissione tesseramenti».
Messeri: «Quali organi, non le persone, sono stati oggetto delle vostre indagini?»
Auricchio: «Se la domanda è, “preso l’organigramma, che cosa avete scelto di approfondire?”, le rispondo “No, non è questa la procedura”. Erano le conversazioni a determinare gli interessi».
Messeri: «Quindi il filone guida sono stati i risultati delle intercettazioni telefoniche?»
Auricchio: «Naturalmente».
Come per la federazione, il legale chiede al teste della Lega e di come si sceglieva chi far sedere sulle poltrone.
Messeri: «Chi era il presidente?»
Auricchio: «Il presidente era Galliani»
Messeri: «Abbiamo parlato della campagna elettorale, ma poi non abbiamo parlato del dopo elezione. Avete accertato chi ha votato per Galliani, con quanti voti ha vinto?»
Auricchio: «Questo dato è stato verificato non nel senso del voto di ciascuno, ma abbiamo ricostruito, anche citando le intercettazioni, la conta di questi voti». Come sopra.
Messeri: «Se le chiedo di dirmi come ha votato la Juve, è in grado di dircelo?»
Auricchio: «Dovrei consultare la documentazione, non ce l’ho sotto mano»
Messeri: «Se le chiedo lo stesso per la Lazio?»
Auricchio: «Non ricordo se la votazione fosse segreta o ratificata. Se lo ricorda lei ce lo può dire».
Messeri: «Io faccio le domande».
Casoria: «Lei ricorda quanti voti prese Galliani?»
Auricchio: «Non lo ricordo ora a mente, ma nel documento che abbiamo acquisito sicuramente c’è».
Messeri: «Glielo chiedo perché lei ci ha detto che era importante per le indagini»
Auricchio: «Il dato importante era: “Una certa compagine che noi stavamo attenzionando perorava l’elezione di Carraro alla FIGC e Galliani alla Lega”».
Messeri: «L’ho chiesto per sapere se vi siete fermati solo ad una certa compagine o siete andati a vedere tutte le altre compagini come hanno votato».
Auricchio: «Sicuramente ho mandato qualcuno a Milano ad acquisire documentazione. Sulle fazioni che si erano caratterizzate, ne abbiamo parlato. La fazione contraria a Galliani era capeggiata dal presidente della Fiorentina. Dall’analisi dei voti a favore e contro si può fare questa valutazione».
Messeri: «Quanti sono stati i telefono sotto controllo? E da chi?».
Auricchio: «Vuole il dato tecnico? Non ce l’ho».
Messeri: «Siccome sono stato tra coloro che si sono opposti a che lei consultasse dati che non fossero a sua firma, a questo punto sono incuriosito dal sapere lei con che criterio è venuto a rispondere alle domande, che materiale ha portato? Perché altrimenti son costretto a…»
Auricchio: «Alla prima udienza (la sua prima udienza, ndr) ho citato esattamente le informative».
Messeri: «Però se le chiedo di chi erano i telefono sotto controllo…»
Auricchio: «Ma la domanda qual è, avvocato?»
Messeri: «Di chi quali e per quanto tempo?»
Auricchio: «E lei pensa che io possa rispondere a memoria su questo?» Hai le informative da consultare.
Messeri: «E’ stato autorizzato a consultare il suo computer! Per me può consultare tutto.»
Auricchio: «Nel mio computer non c’è questo dato». C’erano quelli che interessavano ai pm…
Messeri: «Venga la prossima volta e ci porti il dato».
Auricchio: «Guardi, lei o il presidente può fare richiesta al comando di Roma. Io non faccio più parte della struttura».
Insorge Prioreschi: «Però quando fanno il controesame gli avvocati, venisse con la documentazione e venisse preparato! Perché non facciamo la solita storia che al pm risponde “punto virgola e punto esclamativo” e quando tocca agli avvocati “non mi ricordo, non l’ho portato…”!».
Il teste prova a dare una risposta: «Li possiamo citare, elenco la tabella: Rit. 2330 Alessandro Moggi…»
Messeri: «A me bastava sapere il numero di quante persone sono state intercettate, per quanto tempo e quante sono le telefonate intercettate».
Auricchio: «Ma non lo so. Non posso contare le telefonate… Non sono domande… Verrò preparato, lei mi chiede un’indagine statistica e io la prossima volta vengo esattamente con i numeri dell’indagine. I soggetti ce li ho qui possiamo contare…». E conta e dice i nomi degli intercettati.
Messeri: «Complessivamente il periodo intercettato va da a?»
Auricchio: «Non è uguale per tutti. Il periodo complessivo va da 11 ottobre 2004 fino a maggio 2005. Per alcune utenze l’ultima utenze è giugno 2005».
Messeri: «Avete mai intercettato una telefonata in cui l’interlocutore era Paolo Bertini?»
Auricchio: «No».
Il legale poi si sofferma su alcune partite. La prima di queste è Atalanta-Milan del marzo 2005(che non è tra i capi di imputazione, ma fu oggetto di indagine) della quale parlano successivamente Moggi e Biscardi. Messeri chiede chi era l’arbitro della partita -Bertini-, il punteggio e se ci furono episodi contestati.
Il colonnello: «So che l’ha arbitrata Bertini dalla conversazione che lei mio ha citato»
Messeri: «Quindi lei non l’ha analizzata?»
Auricchio: «Non l’ho cosa? ».
Messeri: «Ci ha parlato di tante partite!» E questa qui non se la ricorda.
Auricchio: «Non è nel capo di imputazione, non è da noi stata trattata. È come se mi chiedesse di Napoli-Fiorentina di sabato scorso, c’è stato un errore arbitrale… eh eh…». Vuoi vedere che Auricchio tifa ‘o Napule?
Segue la lettura della telefonata tra Moggi e Biscardi. Telefonata nella quale Moggi si lamenta dell’arbitraggio di Bertini che avrebbe favorito la vittoria rossonera.
Si passa poi a parlare della cosiddetta “patente a punti” per gli arbitri, rubrica del Processo di Biscardi.
Messeri: «Avete approfondito questa patente a punti? Quanti punti aveva Bertini?»
Auricchio: «No, non so».
Messeri: «Avete parlato di intervento istituzionale e mediatico di Moggi a favore degli arbitri. Che cosa intendeva? Quando Moggi voleva fare questo intervento istituzionale, a chi lo faceva?»
Auricchio: «Attivando soggetti ed organi della federazione, stamattina abbiamo fatto l’esempio di Racalbuto…»
L’avvocato, al di là degli esempi, vorrebbe sapere presso quali enti od organi interveniva Moggi.
Auricchio: «Non ho parlato di enti e organi, ho parlato di interventi di tipo istituzionale, che è un po’ diverso. Moggi non è che ha fatto o scritto in carta bollata a Ghirelli, ha chiamato: “ohi France’…”. È diverso. Se lei mi chiede organi istituzionali, le rispondo non mi risultano interventi su organi istituzionali».
Messeri: «Ha parlato di interventi mediatici per difendere gli arbitri. Sempre da parte di Moggi. In che cosa sono consistiti, a quali testate giornalistiche, radiofoniche, televisive, internet, eccetera si è rivolto per fare interventi pro arbitri?»
Auricchio: «Abbiamo due informative con relativi capitoli, fermo restando il Processo di Biscardi dove abbiamo individuato la moviola di Baldas come “asservita alle esigenze” . Più mediatico di questo!?»
Messeri: «Lei ha parlato di partite che sono state oggetto di attenzione investigativa. Quale di queste partite ha visionato?»
Auricchio: «Che vuol dire?»
Messeri: «Visionato vuol dire vedere la partita»
Auricchio: «Beh, qualcuna l’ho visionata»
Messeri: «Mi può dire quale?»
Auricchio: «Non ricordo quale. Ho visto qualche partita, ma noi non abbiamo fatto le indagini sul campionato di calcio “è rigore o non è rigore”. Nessuno di noi, polizia giudiziaria e i pm, ha avuto mai l’ardimento di fare questo. Saremmo stati i più fessi del mondo. Saremmo nel ”Bar dello sport” che quotidianamente vediamo anche ai margini di questo processo. C’è semplicemente l’analisi di un dato investigativo: “Caro, mi raccomando fai il 50% della tua parte per quella partita, poi la palla è rotonda”», sbaglio o sta stravolgendo una frase di Innocenzo Mazzini?, «Certo, il 50% per la nostra modestissima valutazione investigativa rappresenta la configurabilità del reato per cui si sta discutendo»! Amen.
Ricordiamo solo che l’avvocato Bagattini nella stessa udienza aveva avuto modo offrire un’altra lettura: «Il 50%. è la sintesi completa dell’imparzialità».
Messeri: «Delle partite che sono nel capo di imputazione di Bertini ne ha vista qualcuna?»
Auricchio consulta i documenti e poi risponde di aver visto solo Juve – Milan, che ha visto per interessi investigativi. Poi si confonde tra il match di andata e quello di ritorno, ma si corregge immediatamente.
L’Avvocato Messeri fa riferimento alle udienze precedenti quando si era «parlato di ammonizioni che non c’erano, gol in fuorigioco, infrazioni regolamentari..» e porge la domanda: «conferma questo dato o il risultato del campo per voi è assolutamente ininfluente e quello che ha detto è stata una valutazione da sportivo.. ha parlato genericamente di ammonizioni che non c’erano e gol in fuorigioco..?»
Auricchio dice di non aver «mai detto ammonizioni che non c’erano», ma di aver raccolto materiale «di ammonizioni che ci sono state la volta prima per la volta successiva».
L’avvocato Messeri ricorda della sua opposizione -respinta - nella precedente udienza e chiede, quando «ha parlato di gol in evidente fuorigioco (Siena-Milan);quando sento dire gol in fuorigioco, cosa intende?»
Auricchio: «Abbiamo semplicemente fatto riferimento ai tabellini sportivi..».
Messeri: «Tabellini acquisiti dove?».
Auricchio: «Nell’informativa. Ogni partita ha due tre riferimenti di cronaca dei giornali; non abbiamo preso la cronaca di Firenze, ma Gazzetta, Corriere...Tuttosport no» si sente sorridere il colonnello.
Il colonnello ricorda il riferimento al contenuto della partita Roma – Juventus.
L’Avv. Messeri chiede quando è che un gol è in fuorigioco.
Auricchio: «Non ricordo la regola tecnica, possiamo andarla a riprendere, glielo dico da amante sportivo (amante è eccessivo) non è tecnicamente...». Legge la parte e sorride dicendo che essendo Bergamo in prima fila potrebbe rispondere di lui. Bergamo chiede se lo sta prendendo in giro.
Messeri sollecita nuovamente la risposta.
Auricchio: «Vabbè…..ammonisce per varie tipologie di fallo: fallo tecnico, viene interrotto il gioco dell’avversario.. o ammonito per proteste, perché dopo un gol si toglie la maglia.......».
Messeri: «Questa è la casistica, le chiedo la regola perché se si parla di ammonizione non dovuta.. ».
Auricchio: «Io non ho mai detto ammonizione non dovuta.. ».
Casoria: «Abbiamo già spiegato..che non è una sua opinione diretta ma si è formata.. ».
L’avvocato a questo punto ricorda che nel capo di imputazione si parla di ammonizione dolosa,
e che quindi la domanda è relativa a quanto scritto nel capo d’imputazione, e domanda: «le sto chiedendo, per poter poi decidere se un’ammonizione è dovuta o non dovuta e se non dovuta se sbagliata per colpa o per dolo, sapere quando è che si deve ammonire o no».
Casoria: «Non è attento ai regolamenti».
Auricchio: «Se l’avv. Fa riferimento alle ammonizioni dolose, lo abbiamo detto perché c’era la telefonata del De Santis che diceva “quello ha fatto il delitto perfetto..».
Casoria: «L’avvocato vuole sapere se lei conosce il regolamento, dove sono elencate le ammonizioni perché ci sono varie tipologie».
Messeri: «…Se la risposta è :”non sono in grado di stabilire quando, posso avere un’opinione personale come sportivo, come spettatore, ma non sono in grado stabilire quando deve essere fatto o non fatto..nè ho introdotto in questo processo un dato sotto forma di testimonianza”..».
Casoria: «Perché insiste..ha assunto un atteggiamento agnostico..».
Messeri: «Ci dica da chi ha appreso che il gol di Siena-Milan era in fuorigioco…quando ha detto :”l’ho appreso dai giornali..”».
Auricchio: «Siena-Milan, non l’ho appreso dai giornali, l’abbiamo commentato come risultato dalla cronaca, ma c’è stato il commento dell’assistente, ne abbiamo parlato.. Se lei mi chiede quando viene decretata un’ammonizione da regolamento, io le rispondo non è mai stato un mio problema investigativo, se lei mi chiede…però lei non mi ha chiesto questo».
Messeri: «Se la risposta è: “ho appreso dai giornali” è un dato che sapremo come interpretarlo…dal punto di vista che lei ci da come materiale probatorio…».
Auricchio: «Posso rispondere o me lo dice lei cosa devo rispondere? Sulle ammonizioni non ho mai parlato di ammonizioni giuste o sbagliate. Se abbiamo fatto dei riferimenti a gol in fuorigioco al rigore c’era o non c’era, lo abbiamo fatto soltanto prendendo spunto dai tabellini e dalle cronache. Se invece abbiamo parlato di ammonizioni dolose, lo abbiamo fatto in relazione alle conversazioni telefoniche che stabilivano, da parte di alcuni protagonisti arbitri, come per esempio De Santis, in relazione a quanto da loro dichiarato. E’ come se lei mi fa la domanda era in fuorigioco e c’era fallo in Arezzo-Salernita, non è che parlo io..che la Salernitana, è l’assistente che ha detto: “ho alzato la bandierina per evitare che..”, in quel caso io parlo di fallo fischiato ad hoc, non perché io sia il tecnico che valuta questo, ma perché ce lo dice l’assistente, cioè colui che alza la bandierina».
Casoria: «Andiamo avanti avvocato».
Intercettazioni del 22.04 e del 25.04
Gli interlocutori sono Mazzini Innocenzo e Mencucci Sandro. Nella prima intercettazione Mencucci chiama Mazzini.
Auricchio inizia a leggere l’intercettazione e dopo la precisazione dell’avvocato, continua riportando solo il passaggio in cui «Mazzini chiede a Mencucci chi sia l’arbitro della partita».
Avv. Messeri: «La domanda è se è Mazzini che chiede a Mencucci chi sia l’arbitro di Bologna-Fiorentina». Auricchio legge il passo richiesto e conferma: «Quindi Mencucci informa Mazzini –dalla lettura- che l’arbitro designato per domenica è Bertini».
Avv. Messeri: «Mencucci è il dirigente della Fiorentina che informa il vicepresidente della Federazione chi sia l’arbitro di Bologna-Fiorentina».
Si passa alla telefonata successiva dove Mazzini chiama Mencucci. L’avvocato chiede di leggere l’inizio «è suggestivo. Non c’entra niente l’arbitraggio». Auricchio legge la parte indicata.
Avv. Messeri: «La domanda è: a cosa si riferiscono i due interlocutori, soprattutto Mazzini quando esordisce parlando di ufficio indagini, in tono scerzoso-ironico, nei confronti di Mencucci?».
Auricchio: «Mi sta chiedendo cosa intende, la mia interpretazione quindi?».
Avv. Messeri: «Le sto chiedendo, siccome la partita (Bologna-Fiorentina) non è poi oggetto nel capo d’imputazione, l’ interpretazione è quella di tutti, cioè le due squadre si sono -in termini leciti-, può succedere che un risultato per come sta andando l’incontro, ad un certo punto della gara tutte e due le squadre si siano accontentate del pareggio? Ritiene che quando Mazzini parla di ufficio indagine, e soprattutto di ultimi 15 minuti come vergogna nazionale, faccia riferimento a questo atteggiamento di entrambe le squadre o all’arbitraggio? Perché sennò può diventare suggestivo».
Auricchio: «Lei mia fa la domanda, la mia interpretazione, posso rispondere a questo punto liberamente. Mazzini esordisce con una battuta piuttosto tipica nei suoi esordi. “L’ufficio indagine vi sta cercando…” è una battuta di inizio perché poi la conversazione verte subito sull’argomento dell’arbitro che "è andata bene". La telefonata prima diceva: “Bertini è contro di noi, non ci ha mai trattato bene...”; l’abbiamo letta prima, quindi la soddisfazione di Mencucci sta nel fatto l’aretino è stato bravo».
Avv. Messeri: «Quando Mazzini dice a Mencucci “vi sta cercando l’ufficio indagini”, glielo dice in riferimento all’arbitraggio secondo lei?».
Auricchio: «No, non ho detto questo».
Interviene Casoria per precisare dopo qualche altro scambio di battuta: «Il teste ha risposto che la battuta che “sta cercando l’ufficio indagini” è sganciata dal contesto successivo».
Avv. Messeri: «Parliamo dell’ufficio indagini. La seconda battuta quella dei 15 minuti di vergogna nazionale é ancora volta sganciata dal contesto successivo che riguarda invece l’arbitro?».
Auricchio: «È l’esordio della conversazione, infatti Mazzini subito dopo... ». Legge nuovamente il passo.
Avv. Messeri: «Sono sganciate dal discorso arbitraggio oppure no?».
Auricchio: «Secondo me sono sganciatissime!». Anche secondo Messeri!
A questo punto L’Avv. Messeri fa riferimento alle precedenti dichiarazioni di Auricchio in cui diceva che «il risultato di Bologna-Fiorentina fu un risultato favorevole alla Fiorentina», quando invece dal contesto della telefonata sembra che Mencucci lamenti il fatto che la squadra non ha giocato gli ultimi 15 minuti, chiedendo da quali frasi «rileva che il risultato di 0-0 è stato giudicato in maniera favorevole per la Fiorentina».
Auricchio: «Il risultato è giudicato da entrambi favorevole, sia da Mazzini sia da Mencucci. Sicuramente se chiede a Mencucci se gli faceva più piacere vincere, sicuramente... avrebbe detto... Ma siccome è la prima partita che gioca la Fiorentina dopo quello che abbiamo più volte ribadito in questa sede, il riallineamento... in quelle giornate si sta cercando di mettere appunto una strategia finalizzata al salvataggio della Fiorentina; è chiaro che pareggiare 0-0 a Bologna non è sicuramente un risultato negativo. Se poi lo mette in relazione alla telefonata che lei mi ha fatto leggere di prima e cioè dove il Mencucci nel comunicargli l’arbitro lo diceva come un fatto negativo, preoccupante, Bertini… allora il risultato è ancora più positivo».
Avv. Messeri: «A sembra che Mencucci sull’arbitro non dica niente, che sia tutto Mazzini che dice e l’altro..».
Auricchio: «Mencucci gli dice chi è l’arbitro».
Avv. Messeri: «È già importante che sia Mencucci a riferirlo a Mazzini».
Il colonnello riprende il passo dell’intercettazione e nella sua visione, tutto sommato Bologna -Fiorentina 0-0, era sicuramente positiva.
Avv. Messeri: «Non hanno ancora giocato, la visione positiva può essere la designazione ma non il risultato... altrimenti si va su deduzioni». Prosegue uno scambio di battute in cui Messeri insiste nel chiedere secondo quali frasi desume la positività del pareggio e il colonnello che ripete quanto detto in precedenza.
Opposizione della difesa Mazzini: «Opposizione al metodo attraverso il quale è condotto il controesame del teste. Se il tribunale inserisce un parametro che al teste non è consentito la valutazione di un dato probatorio neutro, vale per il pm e per le difese. Se le domande continuano in questa direzione su contenuti ... ».
Avv. Messeri: «Sono d’accordo con il collega, siccome l’altra volta mi sembra non era presente, l’introduzione nel materiale che si sta analizzando, non l’ho fatta io certamente, … siccome sono state già fatte fare l’altra volta delle interpretazioni su quelle frasi, altrimenti non mi sarei inventato-sognato di chiedere al teste..., perché gli è stato chiesto l’altra volta».
Casoria : «Basta avanti, non continui più su questo tema. Colonnello non può esprimere pareri, da chiunque richiesti».
L’avvocato Messeri chiede come è finita la partita e se ci sono stati episodi contestati e come hanno titolato i giornali. Il colonnello conferma che la partita è finita 0-0 ed evidenzia «Il titolo della gazzetta dello sport del 24-04: “Una partita brutta e fallosa, giocano con la paura di perdere . Poche emozioni e un punto che serve a poco».
Nessuna altra domanda.
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Auricchio ci rivela che il Milan non ha televisioni
www.ju29ro (http://www.ju29ro).com Martedì 23 Marzo 2010 11:26
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A Napoli oggi è in corso una nuova udienza del processo denominato "Calciopoli". Tra i presenti in aula ci sono Moggi, Bergamo e De Santis. Continua il controesame del tenente colonnello Attilio Auricchio che, allora maggiore, coordinò le indagini su Calciopoli. A condurre il controesame, in questo momento, è l'avvocato Prioreschi del collegio di difesa di Luciano Moggi. L'avvocato ha chiesto al teste dell'accusa quale era l'oggetto della delega che aveva ricevuto a luglio 2004, e che indagini ha fatto nel periodo tra luglio e settembre, quando produsse la prima informativa. Auricchio ha risposto che aveva indagato sugli arbitri Gabriele e Palanca, sui giocatori del Messina, su Spinelli ed acquisito la verbalizzazione delle dichiarazioni di Cellino, senza allegare nessuna documentazione ma solo dichiarazioni. L'avvocato Prioreschi, quindi, ha chiesto: "Che cosa era emerso? Che ipotesi formula nell'informativa?" ed ottiene in risposta da Auricchio "Una strategia fondata sul ricatto". Sempre Prioreschi: "Quindi si è subito indirizzato su Moggi", al quale Auricchio risponde: "Sì, quello che colpiva era la posizione dominante esercitata anche sulla struttura arbitrale". Subito dopo Prioreschi ha iniziato a trattare il tema delle sim svizzere, chiedendo ad Auricchio quali accertamenti sono stati fatti e con quale procedura.
Si entra, quindi, nel tema intercettazioni, con il dialogo che segue:
Avv. Prioreschi: Perchè sui documenti c'è scritto centro intercettazioni Rono?
Auricchio: Credo che sia un errore, meglio una improprietà
Avv. Prioreschi: Non c'è scritto che il centro era il vostro
Auricchio: Ripeto, è una improprietà, ma non cambia molto
Avv. Prioreschi: In tutti i documenti c'è la stessa improprietà
Auricchio: Sì, ma ripeto, non cambia molto
Avv. Prioreschi: intercettazione del 5.1.2005, ore 14.30, tra Fazi e Bergamo, dove questi riferisce telefonate di Moratti e di una cena che aveva organzizato con Facchetti perchè si lamentavano degli arbitri, altra telefonata in cui Bergamo riferisce di colloqui con Moratti. Ora, noi abbiamo cercato queste interlocuzioni tra Bergamo e Moratti, ma non le abbiamo trovate. Lei sa spiegare perchè queste telefonate non ci sono? Visto che il telefono di bergamo era intercettato?
Auricchio: Non lo so, non so dare spiegazioni
PM: E' l'avvocato che lo dice, ma non può dimostrare nulla
Avv. Prioreschi: Dottore lei ha messo sotto intercettazione tutti i telefoni di Bergamo
PM: Qualcosa sarà sfuggita
Auricchio: Tutte le telefonate intercettate sono state riportate, e quelle che non sono state riportate sono state compendiate. Facchetti avrà chiamato su altro numero.
L'interrogatorio continua con l'avvocato Prioreschi che passa ad analizzare le risultanze di indagine sulle partite, e chiede ad Auricchio di Udinese-Brescia, partita che, secondo l'inquirente, aveva visto "ammonizioni pilotate". Auricchio tergiversa un po' nelle risposte, ammette di non aver visto la partita, richiama un colloquio intercettato tra Meani e Babini nel quale veniva esaltato questo meccanismo.
Prioreschi, allora, chiede: Colonnello io le ho fatto una domanda specifica. Come ha individuato queste ammonizioni dolose?
Auricchio: Abbiamo ricostruito da una analisi tabellare.
Avv. Prioreschi: Io voglio sapere questa, Udinese-Brescia!
Auricchio: Non la trovo in questa tabella. Sulla base della telefonata di Meani abbiamo cercato di ricostruire, durante il campionato, questo fenomeno
Avv. Prioreschi: Lei ha visto gli atti ufficiali di gara per capire perchè ci funono le ammonizioni?
Auricchio: Non credo
Avv. Prioreschi: Quando è che un'ammonizione può definirsi dolosa?
Auricchio: Secondo la nostra interpretazione? Il problema del rigore è rigore, ammonizione è ammonizione, non ci riguardava. Ci riguardava dal punto di vista investigativo, non il dato tecnico, ma se due persone da noi intercettate dicono "in Arezzo-Salenitana, visto che mi è stato raccomandato l'Arezzo..."
Avv. Prioreschi: No, caro colonnello, quando lei ascolta una intercettazione in cui uno dice che ha ammazzato il Papa, che fa? Una informativa, o va a verificare se il Papa è stato ammazzato?
Auricchio: No, ma che c'entra, io vado a vedere solo le cose che dal punto di vista investigativo ci interessano. Per esempio, Milan-Juve non l'abbiamo investigata perchè ormai gli imputati erano già stati avvisati, era inutile.
Avv. Prioreschi: Lei sa bene che la frode si attiva con atti fraudolenti. Bene, ha accertato se le amminizioni erano dolose? Perchè erano state fatte?
Auricchio: Le ho già detto che la partita non era indicata.
Avv. Prioreschi: Si dice che a seguito di queste ammonizioni dolose, perchè fatte ai diffidati, la partita successiva i tre non hanno giocato contro la Juve. Ha fatto accertamenti per verificare se i tre erano diffidati, e se hanno o no giocato la partita con la Juve?
PM: Opposizione! A quella data non c'erano le intercettazioni
Auricchio: Comunque non le ho fatte
Avv. Prioreschi: Siccome questa partita è nel capo di imputazione, sto cercando di far capire che bastava poco per verificare la circostanzanza
L'avvocato Prioreschi, quindi, incalza Auricchio citando un buon numero di partite oggetto di indagine, per le quali l'atto fraudolento era il sorteggio, e chiedendo al teste se ha visto quelle partite. Le risposte di Auricchio sono quasi tutte negative. Poi l'avvocato concentra le sue domande su Fiorentina-Bologna
Avv. Prioreschi: Fiorentina-Bologna, 1-0, 5.12.04. Ha visto la gara?
Auricchio: No
Avv. Prioreschi: anche qui ci sarebbe l'alterazione del sorteggio. Ha fatto accertamenti specifici, o le sono stati delegati dal pm?
Auricchio: No
Avv. Prioreschi: poi c'è la dolosa ammonizione di Nastase, Petruzzi e Gamberini diffidati e che saltavano la gara successiva con la Juve. Ha visionato gli atti di gara?
Auricchio: Sì, abbiamo verificato che al termine dell'incontro erano stati ammoniti i giocatori, e poi squalificati
Avv. Prioreschi: Lei sa all'epoca chi era la coppia titolare dei difensori del Bologna?
Auricchio: No, non lo ricordo
Avv. Prioreschi: Sa quante furono le presenze di Nastase?
Auricchio: No
Avv. Prioreschi: 7 su 38 gare. E sa Petruzzi quante ne ha fatte?
Auricchio: No
Avv. Prioreschi: 17. E sa che hanno fatto i tre per essere ammoniti?
Auricchio: Comportamento scorretto
Avv. Prioreschi: Juve-Bologna, successiva, l'ha vista?
Auricchio: Credo di sì
Avv. Prioreschi: Ci sono stati episodi particolari?
Auricchio: Sì, dal Corriere, Repubblica a Gazzetta: la Juve vince con una una mezza punizione dal limite e negati due mezzi rigori al Bologna
Avv. Prioreschi: Sono tratti dalla stampa
Auricchio: Come sempre
Avv. Prioreschi: Poichè aveva detto che l'aveva vista, pensavo che fossero suoi commenti
Auricchio: No, sarebbe folle, non sono un tecnico
L'interrogatorio continua con Prioreschi che infila una serie di domande su altre partite, sempre chiedendo al teste se le ha viste e quali accertamenti ha fatto. La risposta di Auricchio è, quasi sempre, la stessa: non le ha viste e non sono stati fatti accertamenti oltre le intercettazioni. Sulle domande se certe ammonizioni erano giuste o "dolose", Auricchio si salva in calcio d'angolo, ripetendo la formula "Non sono un tecnico, non sono in grado di giudicarlo". Poi, però, entra in questioni tecniche, come gli fa rilevare Prioreschi, quando esamina Cagliari-Juve e Roma-Juve, 1-2, del 5.3.2005; questa l'ha vista e ricorda il fuorigioco di Cannavaro sul goal ed il rigore con Zalayeta fuori area. Prioreschi non può fare a meno di dire "Sulla linea. Vedo che quando vuole è un esperto". L'avvocato romano gli chiede se in quella gara ha notato episodi sfavorevoli alla Juve, ed Auricchio ricorda solo il pugno di Cufrè sul volto di Del Piero. Prioreschi elenca altri episodi di quella partita: "Cufrè su Zebina e Blasi da espulsione li ha notati? Il goaol di Cassano in fuorigioco l'ha notato? Il goal regolareol annullato ad Ibrahimovic l'ha notato?" . Ma Auricchio risponde sempre: "Non lo ricordo".
Prima della pausa l'avvocato Prioreschi elenca una serie di dati e comparazioni tra i punti fatti dalla Juve con gli arbitri indagati e quelli non indagati, ed elenca la classifica delle squadre che beneficiarono di giocatori avversari squalificati e diffidati nel turno precedente: classifica che vedeva in testa l'Atalanta con 30, la Juve dietro la Reggina con 24, mentre l'Inter ne aveva beneficiato in 21 occasioni. Prioreschi ricorda anche che la Juve era ultima nella classifica delle squadre che beneficiarono di espulsioni di avversari nel corso della partita. Tutte analisi che Auricchio e la sua squadra dei "Magnifici 12" (citazione di Repubblica ndr.) non hanno fatto.
Come nella precedente udienza Auricchio certifica che fonte di indagine erano ben determinati giornali; a Prioreschi che ha chiesto se avesse fatto accertamenti sul sorteggio di Juve-Udinese, Auricchio risponde "Abbiamo sostenuto sempre, dagli articoli di Gazzetta e Repubblica, che tra gli episodi c'era l'annullamento di un gol".
Avv. Prioreschi: Tuttosport no?
Auricchio: E' come se leggessi Il Mattino sul rigore di Lavezzi
a questa risposta si è levato un diffuso mormorio in aula.
Quindi, per Auricchio, Tuttosport se non è fazioso è almeno di parte, mentre la Gazzetta e Repubblica sono super-partes e, nei loro articoli, non manifestano mai simpatie per le romane e le milanesi, concorrenti della Juventus.
Dopo la pausa l'udienza è ripresa con l'avvocato Prioreschi che ha completato l'esame sulle "ammonizioni dolose", quindi è passato ad interrogare il teste sul caso dei quattro giocatori positivi al Gentalyn, citato da Auricchio nella scorsa udienza, rimarcando che il teste aveva dimenticato di citare il caso di Rossetti, seguendo una sua teoria che partiva da una telefonata di Moggi a Foti. Prioreschi ha ricordato ad Auricchio che aveva affermato che c'erano quattro casi analoghi e, guarda caso, ne aveva dimanticato uno che era a favore.
Il commento del giudice Casoria è stato tagliente.
Subito dopo è iniziato l'esame del caso Reggina-Juventus:
Avv. Prioreschi: Vicenda Paparesta negli spogliatoi. Lei ha evidenziato la frase "Le faccio ritirare la patente"
Auricchio: Sì
Avv. Prioreschi: Lei ha accertato se a Paparesta è stata ritirata la patente, o se quella era solo una battuta?
Auricchio: Sì, nella classifica che faceva Baldas
Avv. Prioreschi: Ma no! Volevo sapere se Paparesta ha subito una sospensione dalla Federazione
Auricchio: Credo che abbia saltato un turno di campionato e poi sia stato mandato in B
Avv. Prioreschi: Ha accertato se la terna è stata fermata?
Auricchio: I due assistenti non hanno più arbitrato la juve
Avv. Prioreschi: Io le ho fatto una domanda diversa, se sono stati sospesi
Auricchio: Sì
Avv. Prioreschi: Ma quando mai?
Auricchio: Sì, sicuramente hanno avuto un turno di sospensione in serie A
Avv. Prioreschi: ma non è vero!
Auricchio: Controllo
Auricchio: Allora, non mi ricordo
Avv. Prioreschi: Giudice io Le chiedo di ammonire il teste per reticenza
Prioreschi, quindi, chiede ad Auricchio se nella visita di Moggi nello spogliatoio di Paparesta, a fine partita, lui rilevi una condotta delinquenziale. Auricchio risponde "No, ma rimane il fatto oggettivo della discesa negli spogliatoi", al che Prioreschi cita il caso di Lucchesi, in un Fiorentina-Samp:
Le do il dato giornalistico, visto che così fa lei. La Gazzetta del giorno dopo titola: 'Lucchesi, la sfuriata gli costa 5 mesi di stop'. Anche la decisione di laudi parla di un dirigente non iscritto nella lista che entra negli spogliatoi, che spintonava i dirigenti della società avversaria, poi protestava bestemmiando e facendo minacce all'arbitro, poi, nell'uscire rompe un piatto. Questo comportamento di Lucchesi come lo chiamerebbe?
Il pm si oppone e Prioreschi formula un'altra domanda.
Avv. Prioreschi: Lei è a conoscenza che il giudice sportivo ha applicato una sanzione a Facchetti per una vicenda parallela a quella di Paparesta?
PM: Mi oppongo. Ma l'opposizione viene rigettata e Prioreschi continua leggendo la sentenza di Laudi su Facchetti che entrò nello spogliatoio della terna addirittura nell'intervallo.
Auricchio: Sì, ma qui l'arbitro ha verbalizzato tutto.
Avv. Prioreschi: Secondo Lei il "Ci penso io" di Facchetti e il "Ci penso io" di Moggi?
Questa volta l'obiezione del PM viene accolta e toglie Auricchio dall'imbarazzo.
Poi da Auricchio una novità sul mondo dei media; questo lo scambio:
Avv Prioreschi: Sa quale è lo share del Processo di Biscardi?
Auricchio: Circa un milione di spettatori.
Avv Prioreschi: Su che canale andava in onda?
Auricchio: Su La 7.
Avv Prioreschi: Era un canale nazionale?
Auricchio: Sì.
Avv Prioreschi: Visibile in tutta italia?
Auricchio: Credo di sì, poi anche la Rai in alcune zone non si vede.
Avv Prioreschi: Sa se ci sono altre squadre di calcio che hanno a disposizione televisioni, o programmi?
Auricchio: No, non mi risulta
Avv Prioreschi: Ha mai sentito parlare di Mediaset e di chi sia il suo padrone?
Auricchio: Certo, ma non mi risulta che sia controllata dal Milan.
Prioreschi introduce poi il tema del legame tra Moggi e De Santis.
Avv. Prioreschi: Commentando una telefonata di De Santis con Mafredi Martino Lei parla di una vicinanza particolare tra i due. Mi sa dire a che si riferisce? Glielo dico io? Alle magliette?
Auricchio: Un po' riduttivo, ma sì.
Avv. Prioreschi: Ma si rende conto? Lei parla di una vicinanza tra l'arbitro e la Juve perché De Santis ha avuto 23 magliette della Juve?
(Prioreschi si scalda). Lei lo sa che è prassi che a fine partita le società regalano le magliette agli arbitri?
Auricchio: Immagino di sì, ma non credo nei termini della telefonata.
Sempre per dimostrare l'amicizia c'è la telefonata con Damascelli, quella sul "delitto perfetto".
Prioreschi fa notare che Moggi nella telefonata non sapeva nemmeno che i tre del Bologna fossero diffidati.
Avv. Prioreschi: Come fa a parlare di un preventivo accordo preesistente, della realizzazione di un progetto?
Auricchio: Moggi, dice solo che non si ricorda...
Avv. Prioreschi: Che non si ricorda lo aggiunge Lei...
In effetti il senso della telefonata è ben altro, Moggi sembra cascar proprio dalle nuvole in proposito...
Il rapporto tra Moggi e De Santis viene ulteriormente approfondito:
Avv. Prioreschi: Colonnello, spiluccando nelle intercettazioni, ne abbiamo anche trovate altre di Moggi su De Santis che Lei si è ben guardato dall'evidenziare. La Fazzi racconta a Bergamo di un colloquio con Moggi. Lei dice: Ce l'ha con Massimo: a me non mi deve regalare niente, quello che c'è me lo deve dare questo ********. Quindi sono due associati che parlano, una riferisce quello che gli avrebbe detto l'associato principale e che si esprime in questi termini. Dov'è l'associazione?
Auricchio: De Santis ha modificato il suo atteggiamento nei confronti della Juve, aveva i suoi obiettivi e voleva sdoganarsi dal concetto di essere arbitro a favore della Juve.
Avv. Prioreschi: Queste sono sue considerazioni. Poco prima la Fazi dice che Moggi ha la cacarella. Sa perché?
Auricchio: Perché era un momento di testa a testa col Milan.
(Prioreschi sbuffa)
Avv. Prioreschi: Palermo-Juve del febbraio 2005, arbitra De Santis, la Juve perde e il Milan va a 2 punti, questa partita Lei l'ha vista?
Auricchio: La ricordo vagamente.
Avv. Prioreschi: Al 90' De Santis amico, sodale, non dà un rigore netto alla Juve. Ha fatto indagini per verificare?
Auricchio: Lo dice Lei un rigore netto.
Avv. Prioreschi: No, lo dice la Gazzetta, proprio stavolta...
Auricchio: Non ricordo, ma questa non era una partita attenzionata...
Prioreschi legge la cronaca della gara con un rigore non dato per fallo su Zambrotta col difensore che ha un piede sulla linea..
Auricchio: E Lei parla di rigore netto?
Avv. Prioreschi: Quello della Roma fuori area era un elemento a favore e poi questo era sulla linea?
Auricchio: In quel momento De Santis aveva situazioni processuali da risolvere (Gabriele e Palanca) e proprio in quel periodo aveva bisogno di sdoganarsi dal target di arbitro pro Juventus, proprio in quel periodo modificò il suo atteggiamento. Quindi, lui nasce come arbitro amico, successivamante dal febbraio 2005, mette in atto atteggiamenti atti a sdoganarsi.
Avv. Prioreschi: De Santis il 30.4.05 arbitra Fiorentina-Milan precedente Milan-Juve con tre giocatori del Milan in diffida. Le risulta se De Santis ha ammonito qualcuno di questi?
Auricchio: Non mi risulta.
Avv. Prioreschi: Le risulta che De Santis nega due rigori alla Fiorentina?
Auricchio: Non mi risulta, ma anche questa gara rientra nel periodo di cui sopra.
Avv. Prioreschi: Poi arbitra Juve-Parma e nega un rigore netto a Del Piero.
Auricchio: Sì, lo ricordo bene, anche senza l'ausilio della Gazzetta.
Si passa ad un'altra telefonata, quella del 20 aprile 2005.
Avv. Prioreschi: Tosatti chiama Moggi e dice "Gli arbitri ti pisciano addosso?" e Moggi poi parla male di De Santis.
Auricchio: Questa telefonata per noi, conferma quello che dicevo prima sull'atteggiamento dell'arbitro.
Avv. Prioreschi: Ancora con Tosatti, Moggi parla di tutto il campionato dicendo che se la Juve lo perde è colpa di De Santis
Auricchio: Le ho già detto: il De Santis nelle due gare in un momento importante, Palermo e Parma, si è oggettivamente comportato contro la Juve. Tosatti si meraviglia proprio di questo, parlano solo di De Santis.
Avv. Prioreschi: Colonnello, secondo la sua prospettiva, De Santis era il capo di una combriccola...
Auricchio: Di arbitri, però e non ci sono arbitri della "combriccola romana" che arbitrano la Juventus. E' un concetto differente rispetto agli arbitraggi della Juve: è un gruppo di arbitri che sono amici tra di loro. In questo gruppo, il referente più importante è De Santis che è un arbitro legato alla Juve e successivamente si registra un comportamento sdoganante su De Santis.
Auricchio: Colonnello, Lei ha fatto una informativa sulla combriccola romana per la quale ha ottenuto di effettuare intercettazioni e adesso ci viene e dire che era tutta un'altra cosa?
Abbiamo finalmente appreso che la "combriccola romana" è solo un grupo di amici, stile compagni di merende.
Così come abbiamo appreso che ad Auricchio interesava approfondire solo ciò che andava contro la Juve; ma che questo fosse l'assunto del teorema, già lo sapevamo; ce l'aveva spifferato il guardalinee Coppola.
Dopo una fase dell'interrogatorio nella quale Prioreschi rivolge domande sulle elezioni in Federazione ed in Lega di Carraro e Galliani, si passa ai pranzi e alle cene.
Avv. Prioreschi: Incontro a Livorno tra Bergamo, Moggi, Giraudo e Mazzini. Il 21 maggio, quale era la finalità, che cosa ha accertato? Se, ad esempio, alla data del 21 maggio la Juve aveva già vinto matematicamente lo scudetto?
Auricchio: Sicuramente la Juve aveva già chiuso
Avv. Prioreschi: E sa quale poteva essere la finalità?
Auricchio: Noi abbiamo contestualizzato l'incontro nelle attività riconducibili alla Fiorentina
Avv. Prioreschi: Che c'entra la Fiorentina?
Auricchio non risponde, evidentemente non ha una risposta logica da opporre alla domanda dell'avvocato Prioreschi.
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La difesa di Moggi incalza Auricchio
www.ju29ro.com Martedì 23 Marzo 2010 00:18
News, 23 marzo 2010.
Prioreschi incalza Auricchio - Decisamente imbarazzante la risposta di Auricchio alla richiesta delle difese di riferire gli accertamenti fatti per Lecce-Parma, quella che è considerata la partita truccata per eccellenza, al fine di salvare la Fiorentina: Auricchio sostiene di non aver predisposto alcun accertamento sul sorteggio che pure doveva essere pilotato, se si presuppone la frode. Prioreschi ha poi incalzato con successo il capo degli inquirenti sulla teoria delle ammonizioni mirate: Auricchio ammette di avere sottoposto ad esame solo la Juventus, senza confrontare il dato con le altre squadre. Dal confronto risulta che ci sono squadre che hanno ottenuto più ammonizioni di diffidati rispetto alla Juve, stesso valga per le espulsioni in previsione della gara e durante la gara, in cui la Juve figura addirittura ultima. Quanto alle giornate in cui l'ammonizione preventiva sarebbe capitata, l'Inter con 17 è davanti alla Juve con 16.
Prioreschi chiede inoltre ad Auricchio di mettere a confronto i risultati della Juve con arbitri indagati e non indagati. Auricchio ammette che tale analisi non si è prestata a suffragare le ipotesi investigative (la verità è che, più precisamente, le contraddice, ndr). L'analisi degli inquirenti, ammette di nuovo Auricchio, si è concentrata solo la Juve, senza alcun confronto con le avversarie.
Ammonizioni mirate: dolose oppure no? - Un altro spunto molto importante ha riguardato le cosidette ammonizioni mirate. L'avvocato Prioreschi ha posto questa domanda ad Auricchio: "Lei sa bene che la frode si attiva con atti fraudolenti, ha quindi accertato se queste ammonizioni erano dolose?". La risposta è stata che non ci sono stati accertamenti del genere; in una intercettazione di Meani col segnalinee Babini si era parlato di questa teoria delle ammonizioni mirate e allora gli inquirenti, questo il senso delle risposte di Auricchio, hanno fatto un riepilogo delle ammonizioni che comportavano la squalifica nella successiva partita con la Juve e quelle ammonizioni sono state ritenute non solo mirate ma anche e comunque dolose. Gli inquirenti non hanno esaminato i singoli episodi anche perché, a detta di Auricchio, non erano i grado di giudicare se un'ammoniione era giusta oppure no. Segnaliamo che una delle partite ripetutamente citate dall'avvocato Prioreschi è Udinese-Brescia anche perché risulta come uno dei capi di imputazione di frode sportiva; con riferimento a questa partita ricordiamo, come segnalato a suo tempo sul sito, che gli inquienti hanno materialmente commesso degli errori dando per diffidati giocatori che non lo erano e che nella condanna del dottor Giraudo questa risulta proprio come " frode sportiva" addebbitata a Giraudo stesso. Una frode secondo la sentenza, senza però, in base a quanto emerso oggi, che nessuno abbia indagato sulla dolosità degli episodi finiti nelle indagini.
Qualcosa sarà sfuggito - Durante l'udienza in corso a Napoli, l'avvocato Prioreschi ha domandato al ten. col. Auricchio la ragione della sparizione di alcune telefonate ricevute da Paolo Bergamo da Moratti e Facchetti, e delle quali l'ex designatore parla chiaramente in una intercettazione con l'ex segretaria della CAN, Maria Grazia Fazi. "Non so, non so dare spiegazioni", è stata la risposta di Auricchio. Il pm Narducci, invece, è intervenuto affermando che "Qualcosa sarà sfuggito. Facchetti avrà chiamato su un altro numero".
Questo processo sta diventando più farsa di farsopoli
AlexnelCuore
23.03.2010, 18:05
e si giungerà mai ad una fine???
Si fa prima ad arrivare alla prescrizione
AlexnelCuore
23.03.2010, 18:22
mah...........ormai non ci si capisce più un tubo
eldavidinho94
23.03.2010, 21:50
ecco l'articolo di tuttosport...
Processo Calciopoli, le difese vanno al contrattacco
http://www.tuttosport.com/images/14/C_3_Media_477314_immagine_l.jpg
A Napoli otto ore di controesame per il colonnello Auricchio: i legali di Moggi e De Santis mettono sotto torchio l'ufficiale che diresse le indagini. In aula momenti di grande tensione
NAPOLI, 23 marzo - Le indagini sulle "sim" telefoniche segrete acquistate dagli indagati in Svizzera, gli accertamenti sulle partite sospette, il ruolo dell'arbitro Massimo De Santis. Su questi argomenti si sono concentrate principalmente le domande dei difensori nel corso dell'udienza del processo Calciopoli, ripreso oggi davanti alla nona sezione del Tribunale di Napoli, dedicata al controesame del colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio che diresse le investigazioni. Otto ore complessive, comprese due interruzioni, è durata la deposizione del testimone che proseguirà alla prossima udienza. L'ufficiale ha risposto alle domande dell'avvocato Maurilio Prioreschi, che con l'avv. Paolo Trofino assiste l'ex dg della Juve Luciano Moggi, e dell'avvocato Paolo Gallinelli, legale dell'ex arbitro Massimo De Santis.
LE SCHEDE SVIZZERE - Auricchio ha spiegato in primo luogo che dopo una intercettazione di una telefonata, si scoprì che il designatore Paolo Bergamo aveva utilizzato una sim del gestore svizzero Sunrise e che, attraverso un ufficiale di collegamento della polizia svizzera presso il ministero dell'Interno - figure con ruoli analoghi, ha precisato, esistono anche per i rapporti con altre polizie europee - fu acquisito il nominativo del titolare della scheda. Un'attività investigativa quindi assolutamente normale - ha detto in sintesi - che non ha bisogno di autorizzazioni della magistratura e di rogatorie. Più volte il legale di Moggi ha insistito nel chiedere l'attività di indagine svolta su ogni singola partita e Auricchio, come nell'udienza precedente, ha sottolineato che l'investigazione si limitava più che altro a esaminare quanto emergeva dalle intercettazioni e non riguardava nello specifico la valutazione delle decisioni arbitrali (ammonizioni, espulsioni, rigori, fuorigioco ecc.) ma ci si limitava a confrontare gli indizi raccolti dalle telefonate con i tabellini e le cronache delle partite "sospette" che solo in alcuni casi furono visionate dai carabinieri.
IL GIOCO DEI GIALLI - Le domande hanno poi riguardato il gioco delle ammonizioni inflitte ai giocatori diffidati che venivano poi squalificati, secondo l'accusa dolosamente, per l'incontro successivo con la Juventus. Prioreschi, riferendo alcuni dati statistici, dal canto suo ha sottolineato che la squadra bianconera non è stata tra le squadre più beneficiate dai cartellini gialli (24-25 volte meno di Atalanta, 30, e di altre compagini) e che la media di punti ottenuti dalla Juve nelle partite dirette dagli arbitri indagati è di 1,89 mentre 2,63 è la media dei punti ottenute negli incontri arbitrati da direttori di gara non coinvolti nelle indagini. Quando i legali hanno osservato che con De Santis la Juventus ha incassato anche due sconfitte in cinque incontri diretti, Auricchio ha spiegato che l'arbitro «mutò atteggiamento, voleva sdoganarsi dall'essere visto come un arbitro pro Juve» e questo in quanto nel febbraio 2005 capì di essere sotto indagine per la vicenda della presunta "combriccola romana" di arbitri mentre il mese successivo gli venne notificato l'avviso sul suo coinvolgimento nell'inchiesta Calciopoli condotta dalla procura di Napoli.
I POTERI DI MOGGI - Altre domande hanno avuto come argomento centrale l'accusa di associazione per delinquere contestata a Moggi in riferimento, tra l'altro, al suo presunto potere di condizionamento per le elezioni dei vertici della Federcalcio e della Lega. Prioreschi ha evidenziato che in una telefonata Moggi affermava che «non sarebbe male» se Galliani non venisse rieletto e ciò, a suo giudizio, sconfessa l'impostazione accusatoria. Alle domande della difesa, Auricchio ha precisato che non ci sono telefonate in cui Moggi chiede a rappresentanti di società di votare Carraro alla Figc e Galliani alla Lega.
I RAPPORTI CON BALDINI - Infine ad Auricchio sono state rivolte domande su un argomento già affrontato nel processo Gea davanti al tribunale di Roma, ovvero i rapporti con l'ex manager della Roma Franco Baldini. Auricchio ha confermato di averlo conosciuto durante l'inchiesta sulle fidejussioni e di averlo incontrato due o tre volte volte dall'agosto 2003 (al tempo dell'inchiesta sulle iscrizioni al campionato) fino a quando lo ascoltò come persona informata dei fatti di calciopoli nel 2006.
REGISTRAZIONI MANCANTI - A proposito di una conversazione tra Bergamo e la segretaria Fazi, in cui l'ex designatore affermava che avrebbe dovuto incontrare Moratti e Facchetti i quali protestavano per gli arbitraggi sfavorevoli, Prioreschi ha chiesto a Auricchio perché non sia stata intercettata la probabile telefonata di Bergamo con i dirigenti nerazzurri. Ecco la trascrizione letterale del botta e risposta tra i legali della difesa, Auricchio e il pm Narducci:
Avv. Prioreschi: «Colonnello Auricchio, le cito un’intercettazione del 5 gennaio 2005, ore 14.30, tra Maria Grazia Fazi e Bergamo, dove il designatore riferisce telefonate di Moratti e di una cena che aveva organizzato con Facchetti perché si lamentavano degli arbitri quelli dell’Inter, poi di un’altra telefonata del 29 marzo 2005 in cui Bergamo riferisce di colloqui con Moratti. Ora, noi abbiamo cercato queste interlocuzioni tra Bergamo e Moratti, ma non le abbiamo trovate. Lei, tenente colonnello Auricchio, sa spiegare perché queste telefonate non ci sono, visto che i telefoni di Bergamo erano intercettato?».
Ten. Col. Auricchio: «Non lo so perché, non so dare spiegazioni».
Pm Narducci: «È l'avvocato che lo dice, ma non può dimostrare nulla».
Avv. Prioreschi: «Dottor Narducci, lei ha messo sotto intercettazione tutti i telefoni di Bergamo».
Pm Narducci: «Qualcosa sarà sfuggita, magari non tutti i telefoni erano sotto controllo».
Auricchio: «Tutte le telefonate intercettate sono state riportate, e quelle che non sono state riportate sono state compendiate. Facchetti avrà chiamato su altro numero».
Giudice Casoria: «E va bene, avvocato, non lo sa spiegare».
Avv. Trofino: «Ci chiedete perché ci interessa, beh dopo tutto quello che è venuto fuori al processo Telecom...»
gabriele
24.03.2010, 07:42
Auricchio crolla con calciopoli!
Aula 216, Tribunale di Napoli, Avvocato Prioreschi (difesa Moggi) vs Colonnello Auricchio.
Il Colonnello che ha condotto le indagini dello scandalo del calcio del 2006 letteralmente incalzato dai difensori di Moggi e De Santis.
Evidenziate indagini fatiscenti e a senso unico, utili a mirare solo alla Juventus e la sua ex dirigenza.
Si inizia a parlare della delega ricevuta nel luglio 2004, con la quale i pm incaricavano Auricchio per le indagini relative ad altro procedimento (scommesse sportive, i rapporti tra la Gea ed alcuni arbitri e indagini relative al Messina calcio). Le indagini prendono forma focalizzandosi sugli arbitri Gabriele e Palanca, i giocatori del Messina Calcio. Vengono inoltre acquisite e verbalizzate le dichiarazioni di Cellino, presidente del Cagliari.
Alle dichiarazioni, non è stata allegata nessuna documentazione.
Il teste conferma che l'indagine si è da subito indirizzata verso L. Moggi e che il quadro che emerge è quello di una strategia fondata sul “ricatto” e la “posizione dominante” esercitata sulla classe arbitrale.
La difesa chiede attraverso quali accertamenti Auricchio ha verificato l’utenza mobile straniera chiamata da Bergamo nel febbraio 2005. Il Colonnello spiega che ha ottenuto, telefonicamente, l’informazione da un ufficiale di collegamento svizzero, “una carica istituzionale” di cui non sa dire altro.
Prioreschi insiste: “Mi scusi, ma se un ufficiale francese vi chiama per sapere un intestatario di una sim della Tim, lei che fa?"
Auricchio: ”Faccio il 1412 e glielo dico”.
Il reparto operativo di Roma era collegato con la Procura di Roma, una linea poteva dare spazio a più intercettazioni (più di 250) ed il metodo adottato è quello del riascolto delle intercettazioni, che per legge devono avvenire presso la Procura. La telefonata viene prima registrata nel sistema e dopo viene rimandata alla sala di ascolto. Il 3 novembre 2004, successivmane alle prime intercettazioni, viene chiesto alla Procura di installare presso la sala di ascolto lo stesso server per altre intercettazioni.
L’avvocato chiede cosa significa la sigla “Rono” riportata su tutti i documenti. Il Colonnello parla di un errore, un’improprietà.
Si entra nel vivo e viene chiesto, in riferimento alla telefonata tra Fazi e Bergamo (dove questi riferisce telefonate di Moratti e di una cena che aveva organizzato con Facchetti perché si lamentavano degli arbitri) e un’altra (in cui Bergamo riferisce di colloqui con Moratti), di cui non si ha traccia e chiede una spiegazione visto che il telefono dell’ex designatore era sotto controllo.
Auricchio: ”Non lo so, non so dare spiegazioni. Tutte le telefonate intercettate sono state riportate. E quelle che non sono state riportate sono state compendiate. Facchetti avrà chiamato su altro numero” . Interviene anche il pm dicendo che “forse qualcosa sarà anche sfuggito.
Si inizia a parlare delle partite che sono state analizzate dalle risultanze della carta stampata.
Le ammonizioni mirate.
Viene chiesto al teste come ha individuato queste ammonizioni dolose. Il Colonnello dice di averlo fatto avendo a riferimento le intercettazioni e la ricostruzione dei tabellini, senza mai consultare gli atti ufficiali della gara.
Prioreschi: “No, caro colonnello, quando lei ascolta una intercettazioni in cui uno dice ho ammazzato il Papa, che fa, una informativa o va a verificare che il Papa è stato ammazzato?"
Auricchio.” No, ma che c'entra? Io vado a vedere solo le cose che dal punto di vista investigativo ci interessano, era inutile".
Quello che emerge è l’assenza di controlli per verificare se le ammonizioni erano realmente dolose, se gli ammoniti hanno poi giocato la partita successiva; nessuna chiara risposta.
Alcune partite comprese nel capo d’imputazione non le ricorda e non sono oggetto di accertamenti. Gli unici dati esaminati sono quelli dei giornali (dal Corriere, Repubblica a Gazzetta).
Proseguendo nella lettura delle partite si ha la conferma, dallo stesso Auricchio, che gli atti fraudolenti sono ricavati dalle intercettazioni. Oltre alle telefonate non sono stati fatti ulteriori accertamenti. L’arbitraggio di Racalbuto in Cagliari-Juve 1-1, è stato oggetto di verifica perché c’è l’intercettazione con Baldas del processo di Biscardi in cui Moggi chiedeva la tutela di Racalbuto. Quindi in alcuni casi si ed in altri no.
Si esaminano i dati statistici sugli arbitri che hanno diretto la Juventus (11 arbitri diversi su 37 partite. Con arbitri non indagati una media punti di 2,63 con gli arbitri indagati 1,89).
Arriva la conferma che le indagini sugli arbitri e sulle ammonizioni mirate (15 da arbitri indagati) sono state fatte solo per la Juventus; hanno verificato i cartellini gialli "mirati" (16 giornate per 24 calciatori- l’inter ne ha beneficiato per 17), ma non i cartellini rossi a favore (la Juve è ultima nella graduatoria dei beneficiari di espulsione di un giocatore avversario).
Si analizza il caso doping Mozart e si evidenziano le differenze rispetto agli altri casi trattati dalla CAF, non lo stesso giorno come aveva riferito il teste, ma qualche giorno prima: Mozart aveva spalmato una pomata alla figlia, gli altri l’avevano utilizzata per una dermatite. Viene riportato anche l’analogo caso, omesso dal Colonnello, di Rossetti del Cesena che come per Mozart viene accolto. (Prioreschi: “Insomma, lei ci aveva detto che c'erano quattro casi analoghi e non lo erano, si è dimenticato di uno che era a favore...”.
“Casoria: voleva far risultare quello che voleva far risultare”.
Caso Paparesta.
L’avvocato chiede se l'arbitro barese è stato sospeso dopo l’arbitraggio di Reggina-Juventus così come gli altri componenti la terna. Auricchio dice che sono stati sospesi per almeno un turno.
Viene rapportato il caso Moggi con gli analoghi casi Facchetti e Lucchesi (Prioreschi:” secondo lei "il ci penso io" di Facchetti e il "ci penso io" di Moggi... e il caso Lucchesi, entrato nello spogliatoio tra il primo e il secondo tempo della gara...").
In conclusione, gli arbitri che vanno a favore della Juve subiscono penalizzazioni, quelli che vanno contro nemmeno vengono sospesi (Racalbuto-Paparesta). Prioreschi evidenzia: ” Ma perché lei non verifica mai le cose che andrebbero a favore della Juve? ”.
Il teste in alcune risposte è reticente ("non ricordo").
Prioreschi confronta il peso che ha il Processo di Biscardi nel panorama televisivo nazionale, ad Auricchio che non vede vicinanza tra Mediaset e il Milan, chiede: "Ha mai sentito parlare di Mediaset e di chi sia il suo padrone?"
De Santis è vicino a Moggi, secondo il teste, anche perché riceve (come poi è prassi), magliette della Juventus. Auricchio parla di un atteggiamento che è cambiato in De Santis, perché voleva sdoganarsi dall’essere un arbitro pro Juve e perché aveva altre e differenti situazioni processuali da risolvere (Gabriele e Palanca).
Prioreschi: “Colonnello, lei ha fatto una informativa sulla “combricola romana” per la quale ha ottenuto di effettuare intercettazioni e adesso ci viene e dire che era tutta un'altra cosa?
Il controllo del Palazzo
"Galliani e Carraro non sono imputati perché non hanno commesso reati" (Auricchio).
Prioreschi chiede ad Auricchio se sono stati fatti controlli che accertino che Moggi “ha contattato tutte le componenti della federazione necessari per l'elezione” o se si sono limitati a Mazzini. Auricchio: ”Per me non è rilevante avere contatti con tizio o caio per i voti. Ci sono pacchetti di voti che sono stati portati”.
Elezioni FIGC e Lega: conservare lo status quo.
L'avvocato chiede se la garanzia di conservare lo status quo fosse data solo da Cararro o anche da Abete (si prevedeva un biennio di presidenza a testa).
Prioreschi: "Ma se l'associazione a delinquere fosse stata così potente, perché accontentarsi di un accordo riduttivo solo per due anni e non calcare la mano?"
Auricchio: "In un contesso politico disomogeneo come era la federazione, non c'entrava il potere, bisognava evitare il commissariamento e quindi un accordo a due anni, tutto sommato era un risultato pregevole".
Prioreschi: "Passando alla elezione di Galliani, Moggi dice a Bergamo che tra un mese la lega sarà commissariata. Sarà effettivamente così?"
Auricchio: "No, la conversazione è antecedente sia alla conferma di Carraro che alla elezione di Galliani, in quel momento da un lato occorre garantirsi la riconferma di Carrarro, dall'altro occorre garantirsi l'elezione di Galliani. Il 14 febbraio poco dopo la telefonata raggiungono il primo obiettivo con Carrarro, il secondo il 23 marzo".
Prioreschi: "E perchè allora il 9 febbraio Moggi parla di commissariamento? A Moggi interessava fare eleggere questa gente o non gliene fregava niente?"
Auricchio: "La la telefonata è del 9 febbraio l'elezione il 23 marzo, ne passa del tempo".
Prioreschi: "Dunque Galliani era lo status quo. Berlusconi si adoperava per fare eleggere Galliani?"
Auricchio: "Non lo so, se ha il riferimento alle telefonate me lo richiami".
Prioreschi glielo fornisce: "Moggi dice nella telefonata . Galliani ha utilizzato anche il potere politico di Berlusconi per l'elezione?"
Opposizione, accolta.
Rapporto Moggi - Mazzini
Prioreschi domanda ad Auricchio il perché parli di "cautela di Mazzini" in una telefona intercettata (in cui Mazzini chiama Moggi dicendogli di richiamarlo su un numero che gli ha fornito nell'occasione). Secondo il Colonnello, "la cautela è che Mazzini ha bisogno di un numero diverso, di un interno, una cautela di tipo logistico". "Questa è una sua libera interpretazione", replica l'avvocato.
E ancora: "Incontro a Livorno tra Bergamo-Moggi-Giraudo e Mazzini. Il 21 maggio. Quale era la finalità, che cosa ha accertato? Ad esempio alla data del 21 maggio la Juve aveva già vinto matematicamente lo scudetto?"
"Sicuramente la Juve aveva già chiuso" (Auricchio)
"E sa quale poteva essere la finalità?". A questa domanda il carabiniere non sa cosa rispondere.
Capitolo Sorteggi
Dopo aver accertato che il comunicato ufficiale dei sorteggi (effettuati dalle 11:00 alle 11:15, ndr) era diramato sempre tra le 12.15 e le 12.30, e che Moggi non era mai stato intercettato con i designatori dopo i sorteggi, Auricchio conferma che l'esito veniva comunicato dall'ansa subito dopo l'effettuazione degli abbinamenti arbitri-partite, "quasi in tempo reale".
Prioreschi: "E la designazione degli assistenti e del quarto uomo quando avveniva?"
Auricchio: "Subito dopo"
Prioreschi: "No, si è sbagliato. L'indicazione formale avviene prima del sorteggio perchè poi l'arbitro viene sorteggiato e poi abbinato. La procedura era questa: prima i guardalinee poi l'arbitro abbinato ad essi".
L'amicizia con Baldini
Si comincia a parlare della famosa intercettazione Baldini-Mazzini riguardo un'eventuale assunzione di Castagnini all'Arezzo grazie all'influenza di Moggi.
Auricchio conferma che "la modifica di Castagnini non c'è mai stata".
Sollecitato dalle domande dell'Avv. Prioreschi, ammette di conoscere Baldini dal 2003 e di avere un rapporto di amicizia con l'ex dirigente della Roma.
Prioreschi: "Ho notato che l'esame di Baldini avviene solo tra lei e Baldini, senza nessun altro. Negli altri c'era sempre qualche altro. Perché?"
Opposizione dei PM.
Ancora Prioreschi: "A me quel verbale sembra un tema scritto, non ci sono domande, per questo mi interessava. Nelle volte in cui ha visto Baldini gli ha parlato di questo procedimento?"
Auricchio: "Sì"
"Per verificare l'attendibilità del teste", Prioreschi chiede ad Auricchio se avesse conosciuto il procuratore Antonelli prima dell'interrogatorio del febbraio 2005, ottenendo una risposta negativa.
Casoria: "Ma perché Antonelli dice cose diverse?"
Prioreschi: "Si, Antonelli dice che nell'ottobre 2004 lo chiama Baldini e gli dice che c'era un maggiore dei carabinieri di nome Auricchio che stava indagando nel calcio e che se lui avesse avuto qualcosa da dire poteva rivolgersi a lui. Atonelli chiama Auricchio e vanno a prendersi un caffè. Dunque, lei ha mai parlato con Baldini di questo processo?"
Auricchio: "Dei fatti di Calciopoli no."
Prioreschi: "Ha parlato con Antonelli prima del febbraio 2005? Ha preso un caffè con Antonelli?"
Auricchio: "Ricordo di avere preso un caffè con Antonelli ma non riesco a colegarlo temporalmente."
Prioreschi: "Prima dell'interrogatorio?"
Auricchio: "Probabilmente sì"
Prioreschi: "Quindi modifica la sua versione di prima? Ricorda l'oggetto del colloquio?"
Auricchio: "Vagamente, ma siccome c'era un procedimento amministrativo dell'antitrust credo di aver discusso di ciò con Antonelli."
Prioreschi: "Quindi se lei ha parlato con Antonelli, e Antonelli dice che il suo nome glielo ha fatto Baldini, vuole rivedere la sua risposta di prima? Ha mai parlato a Baldini di questo processo?
Auricchio: "No, confermo."
Prioreschi insiste su questo punto: "Baldini dice a Mazzini: Questo ad aprile. Lei ha parlato con Baldini di questo processo?"
Auricchio: "Confermo, no!"
Di fatto, l'esame dell'Avvocato Prioreschi finisce qui.
Aula 216, Tribunale di Napoli, Avvocato Gallinelli (difesa De Santis) vs Colonnello Auricchio.
Lecce -Parma 3-3
Avvocato Gllinelli difesa De Santis: "Quali condotte arbitrali di De Santis ha potuto rilevare?"
Auricchio: "Anomalie tecniche? Lo stesso de santis ci dice come si è comportato..."
Gallinelli: "No, lei ha detto che ha visto la gara, quindi, può anche valutare da solo quali comportamenti fraudolenti ha potuto notare nel corso della gara?"
Auricchio: "Ha gestito la gara in modo da..."
Gallinelli: "Non parlo di condotta, parlo di cose specifiche se ha visto la gara, mi chiedo quale è stato il risultato di questa indagine?"
Casoria: "Lui non ha rilevato alcunché dal punto di vista tecnico..."
Gallinelli: "Nel capo di imputazione si parla di atteggiamento mirato a fare il 3-3, io voglio sapere quali sono questi fatti. Se si parla di condotte finalizzate a predeterminare il risultato..."
Auricchio: "Nessuno ha detto il tre pari".
Gallinelli: "Se hanno visto la gara qualcosa sapranno dire..."
Casoria: "Se no che l'avete vista a fare..."
Auricchio: "Nella parte finale della gara... De Santis, dopo la gara..."
Gallinelli: "No, mi scusi, lei si rifà sempre alle intercettazioni. Io le ho chiesto della gara: da che desume che De Santis e Bergamo hanno predeterminato il risultato di tre pari? Che ha fatto negli ultimi 10 minuti De Santis per meritare questo capo di imputazione?"
Auricchio:"Non ho detto 3 a 3 ho parlato di pareggio. Nel finale lo stesso De Santis ha parlato di alcuni atteggiamenti. Nella circostanza c'è un'intercettazione tra Cinquini e De Santis sulle ammonizioni e le espulsioni che portavano il Parma a giocare lo spareggio con cinque squalificati
Gallinelli: "Le ripeto: avete visto, VOI, se ci sono stati atteggiamenti del De Santis? Ciò che dsi dice in quella telefonata corrisponde al referto arbitrale?
Auricchio: "Sì"
Gallinelli: "Quello che le ho chiesto io: dalla visione della gara ha rilevato che De Santis ha ammonito un giocatore senza motivo? Che quindi era un'ammonizione non compatibile col regolamento?"
Auricchio: "No, non abbiamo fatto questa indagine".
Gallinelli: "Notò un comportamento anomalo dei giocatori delLlecce sul finale della gara? In che senso?
Auricchio: "Scarso impegno"
Gallinelli:"E i giocatori del Parma?"
Auricchio: ""Altrettanto".
Gallinelli: "E questo dipendeva dall'arbitro? Secondo lei questo comportamento era normale?"
Auricchio: "No, era un comportamento anormale"
Gallinelli: "Ma svincolato da qualunque attività arbitrale?"
Auricchio: "Sì"
Gallinelli: "Zeman che ha detto? Si ricorda se Zeman rivolse le spalle al campo come protesta verso i suoi giocatori?"
Auricchio: "No, non lo ricordo, ricordo solo che aveva chiesto di far spegnere i tabelloni".
Gallinelli: "In questo c'entrava De Santis?"
Auricchio: "No, certamente".
Gallinelli: "Quindi Zeman era già preoccupato del comportamento della sua squadra?"
Auricchio: "Questo era quello che aveva dichiarato lui".
Gallinelli: "A che minuto è iniziata la fase di stanca?"
Auricchio: "Ricordo una minore intensità sul 3 a 3, che è stato realizzato all'11 del secondo tempo".
Gallinelli: "Quindi la condotta di De Santis era predeterminata per il risultato di parità... Quanti minuti di recupero ha dato De Santis che aveva interesse a che rimanesse tale risultato?
Auricchio: "Quattro minuti".
Gallinelli: "In quei 4 minuti quale delle due squadre stava per segnare? L'aiuto, Bresciano del Parma, con parata miracolosa di Sicignano".
Auricchio: "Il recupero non poteva essere diverso, con sei sostituzioni".
Gallinelli:"Lei ha visto tante gare, 4 minuti è un tempo consistente rispetto alla media... Si si ricorda perchè Morfeo fu ammonito?"
Auricchio: "Per proteste".
Gallinelli: "E' compatibile con il regolamento?"
Auricchio: "Si poi Morfeo fu espulso".
Gallinelli: "No questa è una inesattezza".
Auricchio: "Sì, è vero, il tabellino riportava questo..."
Gallinelli: "Ma allora l'avete vista o no la gara??"
Auricchio: "Il tabellino di un giornale portava Morfeo espulso e noi lo abbiamo riportato così... la gazzetta riportava così, poi abbiamo riferito il comunicato ufficiale e abbiamo corretto il dato. Non è un errore nostro ma della gazzetta.
Gallinelli: "Ma quando ha visto la gara e ha visto il cartellino, ha visto il colore?"
Auricchio: "Noi abbiamo riportato esattamente le sanzioni successive alla partita e abbiamo scritto Morfeo tra i calciatori squalificati non espulsi, è stato un errore materiale, in cui siamo caduti"
Gallinelli: "Mi scusi, lei che intende per tabellino?"
Auricchio: "Il dato che abbiamo importato con taglia incolla dal sito della gazzetta dello sport, con formazioni, arbitri e note. Questo tabellino riporta un errore che abbiamo subito modificato.
"Veniamo agli arbitraggi favorevoli alla Juve"
Gallinelli: "In quali gare avete ravvisato una condotta del genere? Parliamo di Juve-inter 20.4.05 risultato 0-1, rispetto alla gara che può dire? Quali comportamenti unilateralmente favorevoli avete ravvisato? Chi era in lotta per lo scudetto?
Auricchio: "Il Milan e con quella sconfitta raggiunse gli stessi punti della Juve- Aprile 2005 è un periodo chiaro perchè De Santis ha avuto un avviso..."
Gallinelli: "No presidente, io ho chiesto della gara".
Auricchio: "Quella è una delle partite come quella del Palermo e del Parma, in cui l'atteggiamento del De Santis era contrario".
Il legale: "No, io ho parlato di atteggiamenti specifici".
Casoria: "non ci sono..."
Avvocato: "Si ricorda contestazioni sulla mancata espulsione di Cordoba?"
Auricchio: "Non mi ricordo".
Gallinelli: "Si ricorda se la Juve aveva come diffidato Ibrahimovic?"
Il teste: "Non mi ricordo".
Gallinelli: "Si ricorda se Appiah era diffidato?"
Auricchio: "Non lo ricordo"
Gallinelli: "Si ricorda se vennero ammoniti?"
Il teste non lo ricorda...
Gallinelli: "Dai tabellini ha potuto verificare se a seguito di quella gara Ibrahimovic venne squalificato per tre turni?"
Auricchio: "Si con la prova televisiva".
Gallinelli: "No, venne squalificato per un turno per l'ammonizione e due per la prova televisiva e non giocò l'incontro decisivo. Questa ammonizione venne comminata da De Santis. Chi può chiedere la prova televisiva?"
Auricchio: "Dipende"
Gallinelli: "No, c'è una procedura che è prevista dal regolamento?"
Casoria: "Lo dica lei, avvocato così andiamo avanti".
Avvocato: "La Procura federale apre il procedimento, poi chiama l'arbitro che se dice di aver visto l'episodio e di averlo valutato, finisce lì. Quindi se De Santis avesse dichiarato di aver visto l'episodio, avrebbe consentito ad Ibrahimovic di giocare col Milan... è compatibile tale atteggiamento col suo teorema?
Auricchio: "Il comportamento di De Santis in questo momento storico è contrario alla Juve. Non è compatibile con quello che si sosteneva all'inizio, ma poi De Santis dal febbraio 2005 ha mutato atteggiamento. Ad aprile ha avuto cognizione delle indagini e si è allontanato dalla Juve..."
Gallinelli: "E a maggio? Con Lecce-Parma?"
Auricchio: "Ricambia atteggiamento..."
Gallinelli: "Mi scusi, ma se una persona è strutturata in questo strumento associativo in nove mesi cambia idea due volte... ma Juve-Parma è del 6 gennaio, il campionato dura otto mesi, ma quando è stato associato sto De Santis?? Ha quattro mesi di ripensamento su otto di campionato..."
Auricchio: "Dal 2005 De Santis assume un atteggiamento logico secondo noi, Lecce-Parma non è pro Juve ma pro Fiorentina".
Gallinelli: "Ma il tutto faceva parte del programma complessivo da voi delineato... Parma_Juve è del 6 gennaio, con tante critiche all'arbitro... in quel campionato ci sono già Inter, Palermo...Fiorentina-Bologna, secondo voi si inquadra nei vantaggi non più diretti ma indiretti... una delle due affronterà la settimana dopo la Juve. Nel capo di imputazione si parla di manipolazione del sorteggio e per de santis l'avere ammonito i tre diffidati del bologna. in questo caso sono state compiuyte attività tecniche per i riscontri sul sorteggio?"
Auricchio: "Noi, il sorteggio no"
Gallinelli: "Quindi nessuna anomalia"
Auricchio: "No"
Gallinelli: "Aavete visionato il filmato?"
Auricchiop: "No"
A questo punto viene chiesto che il processo venga rinviato visto che sono otto ore che va avanti e visto che non si finirà comunque oggi.
Anche in questa circostanza preferisco glissare, domandando al lettore: lo sapevate che in Italia le indagini vengono fatte dalla Gazzetta e da Repubblica?
Per questo ed altro l'appuntamento che rinnovo a tutti voi è il solito: a giorni la redazione di GLMDJ proporrà l'udienza integrale di oggi, martedì 23 marzo 2010, nella quale potrete leggere quanto detto all'interno dell'aula 216 del Tribunale di Napoli.
Dopo otto ore di interrogatorio viene chiesto il rinvio, che presumibilmente proseguirà nei prossimi giorni. Dopo quattro anni di illazioni e supposizioni non rimane nient'altro da dire, solo indignazione nei confronti di chi, ancora oggi, cerca di dare un senso ad una farsa che un senso non l'avrà mai.
eldavidinho94
24.03.2010, 12:57
Calciopoli, introvabili le telefonate di Moratti a Bergamo
http://www.tuttosport.com/images/70/C_3_Media_1020570_immagine_l.jpg
Quelle telefonate di cui si parla nell’infor*mativa dei carabinieri del 19 aprile 2005 non si trovano da nessuna parte. Ne parlano tra loro i plurintercettati Berga*mo e Maria Grazia Fazi, ma non si trovano trascrizioni e sonoro
NAPOLI, 24 marzo - Dal controesame di Attilio Auricchio, co*sì come dal dibattito vivace tra difesa e pm che obiettano, s’op*pongono, parlottano col teste durante le pause dell’udienza, al*cune perle significative. Come questa che fa chiarezza, anzi no su una delle domande ricorrenti di Moggie Bergamosui con*tatti con Facchetti del designatore, amico del presidente in*terista scomparso. Quelle telefonate di cui si parla nell’infor*mativa dei carabinieri del 19 aprile 2005 non si trovano da nessuna parte. Ne parlano tra loro i plurintercettati Berga*mo e Maria Grazia Fazi, ma non si trova trascrizioni e sonoro.
Avv. Prioreschi (difesa Moggi): «Colonnello Auricchio, le ci*to un’intercettazione del 5 gennaio 2005, ore 14.30, tra Maria Grazia Fazi e Bergamo, dove il designatore riferisce telefona*te di Moratti e di una cena che aveva organizzato con Facchet*ti perché si lamentavano degli arbitri quelli dell’Inter, poi di un’altra telefonata del 29 marzo 2005 in cui Bergamo riferi*sce di colloqui con Moratti. Ora, noi abbiamo cercato queste interlocuzioni tra Bergamo e Moratti, ma non le abbiamo tro*vate. Lei, tenente colonnello Auricchio, sa spiegare perché que*ste telefonate non ci sono, visto che i telefoni di Bergamo era*no intercettati?»
Ten. Col. Auricchio: «Non so dare spiegazioni».
Pm Narducci: «E’ l’avvocato che lo dice, ma non può dimo*strare nulla».
Avv. Prioreschi: «Dottor Narducci, lei ha messo sotto inter*cettazione tutti i telefoni di Bergamo».
Pm Narducci: «Qualcosa sarà sfuggita, magari non tutti i te*lefoni erano sotto controllo».
Auricchio: «Tutte le telefonate intercettate sono state ripor*tate, e quelle che non sono state riportate sono state compen*diate. Facchetti avrà chiamato su altro numero».
Giudice Casoria: «Va bene, avvocato, non lo sa spiegare».
Avv. Trofino (difesa Moggi): «Perché ci interessa? Beh do*po tutto quello che è venuto fuori al processo Telecom...»
Avv. Prioreschi: «Magari il pm può appellarsi al Segreto di Stato...».
cavolo questa è una bomba!!!
AlexnelCuore
24.03.2010, 16:04
Ecco gli audio in cui Bergamo parla degli interisti
Fonte:Ju29ro.com
Tra i passaggi più interessanti dell'udienza di ieri al processo di Napoli, c'è quello in cui l'avvocato Prioreschi chiede conto al responsabile dell'indagine Offside di colloqui e contatti con dirigenti interisti citati in telefonate intercorse fra gli imputati Paolo Bergamo e Maria Grazia Fazi. A rigor di logica, dato che i telefoni dei due erano sotto controllo, qualche intercettazione con i dirigenti interisti avrebbe dovuto esserci, ma agli atti così non è.
Nella prima telefonata che vi proponiamo, risalente al 5 gennaio 2005, l'allora designatore arbitrale Bergamo racconta alla segretaria della CAN di un colloquio che ha appena avuto col patron interista. Dunque, anche Moratti con i designatori ci parlava. Inoltre, dal racconto di Bergamo sembra proprio che i rapporti fossero ottimi e che Moratti esprimesse gradimento nei suoi confronti: parla di "sei anni di rapporti di grande correttezza" e considera un vero e proprio "cruccio" il fatto che l'Inter dell'era Moratti, fino a quel momento, non avesse ancora vinto nulla.
E a un certo punto l'ex designatore racconta di aver parlato al presidente interista della designazione dell'arbitro per il successivo derby della Madunina...
Certo che sarebbe stato proprio interessante ascoltare il dialogo che riporta Bergamo. Ma intercettazioni come questa, per uno strano caso della vita, al quale lo stesso Colonnello Auricchio non ha saputo dare una spiegazione, non possiamo ascoltarle. Intanto, però ascoltiamo bene
YouTube- Intercettazioni Inedite: Bergamo, la Fazi e l'Inter 1
Nella seconda telefonata, del 29 marzo 2005, ascoltiamo Bergamo e Fazi organizzare un incontro con un alto dirigente interista, molto probabilmente l'ex presidente Giacinto Facchetti. Ricordiamo che uno dei cardini dell'accusa a Moggi e associati consiste nel fatto che, nell'arco della stagione 2004-05, avessero talvolta organizzato delle cene. Nel brano che potete ascoltare qui sotto, noterete che la Fazi accenna a problemi tra l'allora allenatore dell'Inter e certi arbitri. Inoltre, sembra aver appena raccolto degli sfoghi contro la Juve da parte del Milan. Come potrete ascoltare qua sotto, per la preoccupazione che la "Zarina" esprime nel consigliare Bergamo sul modo di approcciare il suo commensale interista, sembra quasi che dovrà andare a sostenere una sorta di esame d'accusa.
YouTube- Intercettazioni Inedite: Bergamo, la Fazi e l'Inter 2
gabriele
25.03.2010, 16:30
Ho trovato questo interessante articolo sul sito giùlemanidallajuve
Cupola “inversa”
La serata di Luglio è calda, afosa. E l’Italia suda, inchiodata davanti al televisore. Siamo ai tempi supplementari e in campo c’è la Juventus: Buffon, Cannavaro, Thuram, Zambrotta, Vieira, Camoranesi, Del Piero, Trezeguet. Ebbene sì, a essere precisi ne mancano un paio per completare il quadro: Nedved e Ibrahimovic, in fondo due tipi qualunque, la cui nazionalità non permette loro di essere in campo, perché qui si gioca Italia-Francia, la finale del Mondiale 2006.
Quella Juventus ha appena vinto lo scudetto, stradominando il campionato 2005/2006 – come l’anno prima del resto. L’unica squadra ad averle tenuto testa è il Milan, reduce dalla finale di Champions nella stagione precedente. L’Inter finisce parecchio sotto – come l’anno prima del resto – a meno quindici.
Luciano Moggi è scaltro, autoritario, antipatico come la sua Juventus, e conosce il calcio come nessuno. Non c’è dubbio. E il Direttore ha costruito negli anni la Juventus che molti indicano come la più forte della storia, un’armata vincente che tritura gli avversari. Ma Moggi lo conosciamo bene: è anche cinico calcolatore, previdente, e forse ha ben chiaro che non basta costruire una squadra di campioni per garantire gloria e vittorie ai tifosi. Luciano sa perfettamente che è assolutamente necessario preparare, edificare ed alimentare un sistema favorevole alla propria squadra facendo leva sulla sua influenza a tutti i livelli del mondo del calcio, un sistema in cui le designazioni arbitrali possano essere sapientemente pilotate, e arbitri compiacenti possano aiutare la squadra sia direttamente, come ad esempio concedendo rigori a favore o chiudendo un occhio nelle segnalazioni di fuorigioco, sia indirettamente, ad esempio comminando ammonizioni artatamente a giocatori diffidati di squadre che devono affrontare la Juventus nella partita successiva, indebolendone così la loro pericolosità.
Per mettere in piedi un tale apparato di favori, è necessario poter contare su un complesso e articolato ecosistema di relazioni a tutti i livelli. Ma le relazioni si alimentano comunicando, anche telefonicamente.
E dunque grazie all’opera di valenti esperti di squadre investigative che mettono sotto osservazione numerose utenze telefoniche, ecco che viene svelata – come si sospettava da tempo – l’esistenza di una vera e propria “cupola” che fa capo al boss “Lucky” Luciano, padrone indiscusso del calcio italiano.
Questo fu a grandi linee ciò che dalla totalità di stampa e media ci fu raccontato nella primavera di quel 2006, mentre veniva montato “Calciopoli”, il più grande scandalo sportivo di tutti i tempi. Anzi, con la massima solerzia, i giornali si precipitarono a pubblicare le intercettazioni addirittura prima che la fase istruttoria fosse conclusa. Ma, si sa, siamo in Italia e ci si diverte un mondo all’idea che i processi si consumino prima nelle piazze che nei tribunali.
Orbene, la Juventus rubava, e quindi vinceva. Del resto, lo dicevano tutti da sempre: era il sentimento popolare. In fondo, un teorema molto semplice da capire. Semplice specialmente per chi, come ad esempio l’Inter, non riusciva più a giustificare ai propri tifosi i continui fallimenti sportivi di molti anni, nonostante le tanto faraoniche quanto improbabili campagne acquisti. Non rimaneva allora che attendere l’esito della giustizia sportiva: le carte parlavano chiaro, erano addirittura da Serie C – come ammetteva persino l’avvocato Zaccone chiamato a difendere (difendere?) la Juventus – e allora ci voleva una punizione esemplare. La sentenza fu infatti fulminea e l’esito inesorabile. A ben vedere, avendo magari a disposizione qualche giorno in più di quella calda estate per analizzare più attentamente le migliaia di pagine dell’accusa redatte sulla base delle scrupolose indagini ed intercettazioni coordinate dall’allora maggiore dei carabinieri Auricchio (oggi colonnello), qualche incongruenza pareva saltare subito all’occhio e finanche lo stesso collegio sportivo giudicante aveva dovuto fare pesante ricorso alla creatività giuridica, introducendo di fatto una nuova norma che assurgesse la somma di più peccati veniali (perché quelli erano alla fine i riscontri dell’accusa) ad un peccato mortale. Altrimenti non c’era verso di potere castigare la Juventus: alterazione della classifica senza la parvenza di alterazione di alcuna singola partita. Ad ogni modo, il grande manovratore, il professionista dell’illecito sportivo “Lucky” Luciano, era finalmente indicato come il boss della “cupola” che aveva sapientemente architettato, e la Juve vinceva perché “ruvvava”. Finalmente vi era una spiegazione per ogni tifoso delle squadre avversarie, una giustificazione al perdurare delle numerose sconfitte sportive patite. Giustizia era fatta. D’ora in poi il calcio sarebbe stato più onesto, ma soprattutto dominato da una squadra di onesti.
Questa è la storia che sapevamo, che ci avevano raccontato negli ultimi quattro anni.
Fino a ieri. Ebbene sì, perché ieri Martedì 23 Marzo 2010, durante l’udienza del processo di Napoli, lo stesso tenente colonnello Auricchio, rispondendo alle domande rivoltegli dagli avvocati difensori, ha permesso di fare luce su alcuni fatti molto interessanti, dai quali si evince in modo inequivocabile che il terribile Luciano Moggi, qualora avesse mai voluto architettare una “cupola”, di certo l’avrebbe costruita piuttosto male. Anzi, al rovescio. Un sistema non a favore, bensì a sfavore della Juventus.
Ma andiamo con ordine. Già da qualche settimana eravamo stati illuminati dal tenente colonnello sulla scrupolosa e raffinata metodologia da lui applicata alle proprie indagini, fondata essenzialmente sugli esami delle intercettazioni telefoniche e conseguenti riscontri basati sul copia e incolla di articoli della Gazzetta dello Sport e del Corriere dello Sport (sì, avete letto bene), notoriamente imparziali nei loro commenti (imparziali per chi? Il primo esce a Milano, l’altro a Roma). Il tutto a provare l’esistenza del complesso sistema di relazioni a sostegno della cosiddetta “cupola” governata da Moggi per pilotare il campionato ad esclusivo vantaggio della Juventus.
Tuttavia, proprio dal dibattimento del 23 marzo si apprende ad esempio che il tenente colonnello non fosse a conoscenza del fatto che, durante il campionato indagato, la Juventus avesse ottenuto una media punti per partita pari a 1,89 quando veniva arbitrata da terne arbitrali presunte affiliate alla “cupola” – arbitri e assistenti indagati nel processo in quanto ritenuti facenti parte del sistema Moggi –, mentre la media punti saliva a ben 2,63 quando la Juventus veniva arbitrata da terne ritenute neutre, cioè da arbitri e assistenti non ritenuti facenti parte del sistema Moggi. Il tenente inoltre non avrebbe fatto attenzione al fatto che la Juventus era all’ultimo posto nella graduatoria delle espulsioni “favorevoli”, ossia inflitte da arbitri presunti amici verso squadre avversarie, e pressoché nella media nella graduatoria delle ammonizioni “favorevoli”, e comunque dietro l’Inter, giusto per nominare una squadra avversaria.
Altro dato rilevante e inequivocabile dimostra che con arbitri presunti amici la Juventus riuscì a conseguire 36 punti, in linea con la media per un posto in Coppa Uefa, mentre con arbitri neutri i punti conseguiti furono 50. E nelle ultime nove partite, quelle decisive per il testa a testa finale con il Milan, il presunto boss “Lucky” Luciano sarebbe riuscito a posizionare solamente tre arbitri presunti amici a dirigere le partite della sua Juventus, con esito disastroso: 4 punti su 9 disponibili.
Se tutto ciò deve dimostrare l’esistenza di una cupola, la cupola che viene fuori è indubbiamente “sui generis”. Evidentemente Moggi non si era applicato proprio bene nell’architettarla, anzi, alla luce di quei miseri risultati, gli era venuta proprio male.
Un altro fatto interessante che si evidenzia durante la testimonianza del teste dell’accusa Auricchio (sì avete capito bene, non è testimone a favore della difesa) riguarda il destino degli arbitri presunti amici. Quando un arbitro commetteva un errore a svantaggio della Juventus, veniva spesso punito con un turno di inattività, e a volte neanche quello, quindi arbitrava regolarmente una gara di campionato la giornata successiva. Quando invece l’errore era a favore della Juventus, ebbene le sanzioni disciplinari erano di norma ben più severe, fino a nove giornate di stop. Non certo una bella vita per quegli arbitri e assistenti che si fossero malauguratamente affiliati alla “cupola”. Per loro si sarebbero prospettate solo minori opportunità di arbitrare, e quindi di avanzare nella carriera, e nemmeno la magra consolazione di un beneficio materiale o pecuniario. Infatti, per dovere di cronaca, i libri contabili della società Juventus sono passati nel frattempo sotto i raggi X dagli investigatori nell’ambito dell’indagine sulla presunta infedeltà patrimoniale a carico di Giraudo, Moggi e Bettega chiusa qualche mese fa, il cui esito processuale è stato la completa assoluzione dell’ex-dirigenza in toto perché “il fatto non sussiste”.
A latere di quanto esposto, si apprende inoltre che nel corso delle indagini non furono mai acquisite alcune telefonate che pur dovevano essere intercorse tra alcuni alti dirigenti dell’Inter – Facchetti e Moratti – e il designatore arbitrale Bergamo, come esplicitamente riferito da quest’ultimo ad altro interlocutore in alcune intercettazioni messe agli atti del processo. Il tenente colonnello, a sua discolpa, afferma che “tutte le telefonate intercettate sono state riportate, e quelle che non sono state riportate sono state compendiate. Facchetti avrà chiamato su altro numero”. Era evidentemente poco interessante per il tenente approfondire questa misteriosa circostanza. Appare tuttavia quanto meno realistica l’ipotesi di indagini eseguite a senso unico, essenzialmente mirate a colpire esclusivamente un soggetto ben preciso. E in effetti ciò lo si poteva già ampiamente dedurre da altre dichiarazioni rese in precedenza al processo, come ad esempio dall’arbitro Coppola, che durante un interrogatorio dei carabinieri in cui voleva riferire di pressioni esercitate direttamente su di lui da parte di dirigenti dell’Inter gli fu risposto dagli stessi carabinieri (forse Auricchio stesso?) che “a noi questo non interessa”.
Si potrebbe continuare virtualmente all’infinito su questa linea, poiché ciò che è emerso finora nell’arco di quasi un anno di dibattimento processuale al tribunale di Napoli non porta altro che ulteriori conferme agli elementi finora sommariamente accennati.
Eh sì, Luciano Moggi doveva certamente avere fatto male i suoi calcoli! La sua presunta “cupola”, da cui si diceva dominasse e controllasse il campionato di calcio in favore della sua Juventus, faceva evidentemente acqua da tutte le parti. Se fosse esistita veramente, avrebbe generato più svantaggi che vantaggi alla sua stessa Juventus. Questo è dimostrato dalle testimonianze rese in tribunale, fatti comprovati, dati reali e oggettivi, e non “sensazioni” soggettive, pari alle chiacchiere da bar.
Luciano Moggi, certamente un campione di competenza tecnica e sportiva, si rivela un vero e proprio disastro come presunto boss di un’associazione a delinquere. La sua, se mai esistita, è una cupola “inversa”. Mentre non si può escludere che di vere “cupole” e associazioni a delinquere in quell’ambito ne esistessero veramente, e forse ne esistano ancora, ben più attrezzate e competenti.
In linea con la propria storia centenaria fatta di successi e con il blasone riconosciuto da sempre in ogni angolo del mondo, la Juventus di quegli anni era stata costruita da Moggi, Giraudo e Bettega per vincere, e vinceva sul campo. Durante l’estate del 2006 si consumava quello che si sta delineando sempre più chiaramente come un assassinio, invece di un’esemplare e giusta punizione.
Chi amava la Juventus, lo capì subito. Tra coloro che non la amavano, i più attenti ne avevano la prova già in quell’afosa serata di Luglio.
Tutti gli altri lo capiranno presto.
amorejuve
26.03.2010, 15:36
mah...........ormai non ci si capisce più un tubo
Non ci si capisce cosa? A me sembra tutto molto chiaro
Purtroppo è tutto chiarissimo.
Ci sono voulti alcuni anni ma la verità è venuta fuori.
Tuttavia è necessario che qualcuno obblighi i mass media a parlarne per spazzare via quell'artificioso "sentimento popolare" che ha massacrato la Juventus e la sua nobile storia.
Certo che, oggi come coggi, io sono il primo a dire che "questa Juventus" meriterebbe di essere radiata dal calcio al pari dell'Inter.
eldavidinho94
27.03.2010, 08:51
concordo su tutto tranne che con la radiazione della juventus
questa juventus è frutto di calciopoli,
e non andrebbe radiata, ma curata
radiando sia inter che juve,
la meglio l'avrà l'inter
bisogna avere pazienza,
ma soprattutto forza di saper REAGIRE,
saper affrontare la situazione e cercare di cambiare il piu possibile
questa juve, frutto di calciopoli, è nata male...
logico che se la maggior parte dei tifosi
si rende conto solo adesso delle verita di moggi
e del male che ci sta facendo elkan,
allora la situazione rimarrà la stessa per molti anni
Io sono per la radiazione delle società che non c'entrano nulla con lo sport.
Ovvio che l'atteggiamento della proprietà Juventus non aveva nulla di sportivo. Utilizzare la Juventus per guerre intestine al gruppo. Che schifo!
Ovvio che l'Inter ha fatto anche di peggio e quindi dovrebbe essere radiata.
Nel calcio dovrebbero esserci società oneste che condividano i valori dello sport. E per ora non ci siamo proprio.
Ed io mi sono quasi dimenticato del calcio guardando altri sport come tennis e basket. Almeno lì non ci sono personaggi come Elka, Montezemolo, Tronchetti, Moratti, ecc....
eldavidinho94
27.03.2010, 21:54
Io sono per la radiazione delle società che non c'entrano nulla con lo sport.
Ovvio che l'atteggiamento della proprietà Juventus non aveva nulla di sportivo. Utilizzare la Juventus per guerre intestine al gruppo. Che schifo!
Ovvio che l'Inter ha fatto anche di peggio e quindi dovrebbe essere radiata.
Nel calcio dovrebbero esserci società oneste che condividano i valori dello sport. E per ora non ci siamo proprio.
Ed io mi sono quasi dimenticato del calcio guardando altri sport come tennis e basket. Almeno lì non ci sono personaggi come Elka, Montezemolo, Tronchetti, Moratti, ecc....
hai ragione, ma non per questo andrebbe radiata una societa come la juventus
una societa che nei suoi 109 anni di storia
ha sempre rispettato i valori dello sport, li ha messi in atto
e li ha insegnati a molti
è sempre stata una SOCIETA ITALIANA,
ha messo a disposizione per la nazionale
rose intere, un serbatoio che continua ancora oggi
nonostante il periodo buio
siamo d'accordo che il male oscuro è prodotto dagli elkan, bene,
radiamo loro e non noi!
gabriele
29.03.2010, 16:34
Calciopoli, Prioreschi difesa Moggi. VI parte
Tribunale di Napoli - Udienza del 23 marzo 2010. Quarta audizione teste Auricchio VI parte. Prioreschi, difesa Moggi
Roma Juventus
Prioreschi: «Il famoso 1-1. Racalbuto che sbaglia a dare il rigore..il solito...
Le risulta che Racalbuto dopo aver “favorito” la Juventus in Roma-Juventus, è stato fermato dai designatori per 8 turni?».
Auricchio: «No. Non mi risulta».
Prioreschi: «E Racabulto è un arbitro che troviamo sul secondo capo d’imputazione accusatoria; amico presunto..Tra l’altro lei su Racalbuto, (in Cagliari-Juve) fa riferimento a tutte quelle.. Cagliari Juve si discute sull’arbitraggio etc, e lei evidenzia che ci sarebbe questo tentativo di proteggere Racalbuto da parte di Moggi, io le ho detto che Moggi cercava di proteggere la Juventus.. c’è un dato che oggettivo che Racalbuto favorisce la Juventus e sta fermo 8 turni e lei questo non lo sa e non lo evidenzia. Io registro un modo di aver fatto le indagini.. Per contro abbiamo Paparesta, Copelli, la terna di Reggina-Juventus, ed è un altro dato oggettivo, che sfavoriscono, danneggiano la Juventus e a noi non risulta che abbiamo subito sospensioni; Copelli è andato tranquillamente ai mondiali».
Auricchio: «Lo stesso Paparesta è tornato ad arbitrare la Juventus».
Prioreschi: «Paparesta lo abbiamo sentito ce lo ha confermato ..non è stato fermato mai...Lei ha anche questi dati».
Auricchio: «Anche che ha chiamato subito dopo..».
Designazioni internazionali
Prioreschi: «Sappiamo tutto non si preoccupi. E questo è un altro tema “strumenti e metodi di un’associazione”. Nell’informativa di gennaio è riportata una telefonata (3477 ) tra l’arbitro Morganti e Meani che fanno riferimento alla designazione per l’arbitro per i quarti di finale di champions league tra la Juventus e un’altra squadra; designazione dell’arbitro Belga (?), nell’interlocuzione grosso modo è in questi senso.."Depleceer è un uomo di Pairetto la dirigenza bianconera riesce ad influenzare pure le designazioni anche a livello europeo, se fossi gli inglesi dice Meani avrei fatto un gran casino. In riferimento a queste affermazioni che emergono dalle indagini tecniche (che lei a preso come riferimento; quello che è risultato dalle intercettazioni) ha fatto indagini di iniziativa o le sono state delegate per verificare se questo arbitro in questa partita avesse favorito la Juventus?».
Auricchio: «No».
Prioreschi: «E allora quale -mi scusi ma è spontaneo -quale è lo scopo di evidenziare un’intercettazione se poi non si fa nessuna indagine per verificare? ..dato sterile».
Auricchio: «Ce ne sono molti di dati sterili. L’intercettazione è indicata».
Prioreschi: «L’accertamento lo abbiamo fatto noi: la Juventus viene eliminata perché non gli da un rigore. Il processo è una cosa seria. Lei evidenzia questo dato nell’informativa a dimostrazione dello strapotere di Moggi, che non solo riesce a controllare le designazioni del campionato nazionale ma arriva ad influenzare le designazioni.., la mette li, lo scrive, chi si legge l’informativa e non fa nessun accertamento. E' un modo corretto questo? ».
Auricchio: «È un’ipotesi investigativa tant’è.. è un nostro sistema».
Prioreschi: «Le ipotesi vanno verificate. Allora tutto quello che lei ha scritto sono delle ipotesi investigative? ».
Auricchio: «L' intercettazione non è un’ipotesi investigativa».
Prioreschi: «Quello che ha scritto nell’informativa sono sue ipotesi».
Auricchio: «Se ci sono delle conferme, le conferme investigative hanno portato a ricostruire..In questo caso, sulle designazioni internazionale non mi pare che sono state avanzate né delle conclusione né delle affermazione in questi termini, quindi evidentemente non è stato approfondito l’aspetto delle designazioni internazionali ».
Casoria: «L’avvocato chiede allora perché dato è stato inserito se è un dato insignificante».
Auricchio: «Perché c’è la conversazione e la conversazione la dobbiamo riportare e l’abbiamo commentata».
Prioreschi: «Ma perché lei non verifica mai i dati che dovrebbero andare a favore .. ».
Casoria: «Vabbè abbiamo capito».
Prioreschi: «Abbiamo capito?».
Auricchio: «Ma non è vero. Proprio sulla pagina prima ci sono gli stessi dati statistici presi sulla Juventus, ci sono sul Milan: gli arbitri, le partite gli assistenti sono stati trattati anche sul Milan».
Il processo: Baldas e Biscardi
Prioreschi: «Ultimo argomento di questo capitolo (devo dire bei capitoli) “dì strumenti metodi dell’associazione” : Baldas Biscardi, "il processo".
Lei con riferimento a Baldas -già nella dichiarazione di Scardina abbiamo appreso quale è l’importanza poi di questa trasmissione- comunque lei, a pag 23 sostiene che Baldas e Biscardi erano necessari al fine che si prefiggeva l’associazione. Mi sa dire perché non sono indagati?».
Auricchio: «Io credo li ho messi in rubrica».
Casoria: «Questa è una domanda che non dovrebbe..non si doveva..».
Prioreschi: «Sa quale era lo share?».
Auricchio: «Lo abbiamo verificato, tra i 700.000 e 1.200.000, comunque in una serata del lunedì sera..su una televisione minore..».
Prioreschi: «Veniva trasmessa su quale emittente?».
Auricchio: «La 7».
Prioreschi: «All’epoca aveva una copertura nazionale?».
Auricchio: «Credo di si.. La 7 è un’emittente nazionale. Anche la rai a casa di qualcuno non si prende».
Prioreschi: «Le risulta che altre società di calcio avessero per così dire a disposizione altre televisioni, altre trasmissioni, canali televisivi?».
Auricchio: «Su tv private credo di si».
Narducci: «Questo dato se lo chiede come investigatore o come cittadino?».
Prioreschi: «Come investigatore».
Narducci: «Sa la domanda è un po’..».
Casoria: «Avendo fatto un’indagine...».
Prioreschi: «Presidente scusi. Quando scrive sul processo di Biscardi è investigatore, quando gli chiedo..».
Narducci: «Li c’erano sono le intercettazioni..non è che si dilettava Auricchio al tema calcio televisione … si sta sollecitando la risposta come cittadino, no come investigatore».
Prioreschi: «Lo dice lei».
Casoria: «Perché come cittadino, sentiamo».
Prioreschi: «Voglio sapere se lei ha accertato o le risulta, per sua esperienza professionale, per sue conoscenze oniriche, se ci sono società di calcio che hanno a disposizione televisione, trasmissioni..».
Auricchio: «Questo non mi risulta. Mi risulta evidentemente che ci sono delle tv locali, questo lo posso dire soltanto qui a Napoli, che fanno dei programmi sportivi serali che sono vicini all’ atteggiamento dei tifosi, no che società di calcio controllino altre…».
Casoria: «Non le risulta, basta avvocato, inutile..».
Prioreschi: «Lei ha mai sentito parlare di Mediaset, del Milan, di chi è il padrone del Milan..?».
Auricchio: «Non mi risulta che la società di calcio controlli questo».
Prioreschi: «Che Tronchetti Provera sia socio in alcune emittenti...».
Auricchio: «Non mi risulta».
Casoria: «Vabbè vabbè andiamo avanti».
Il Legame Moggi- De Santis
Prioreschi: «Capitolo dell’informativa riguardante l’associazione e il presunto legame tra Luciano Moggi e Massimo De Santis. A conforto di questa ipotesi lei ha evidenziato (pag. 468) la intercettazione (Progr.936 16.11.2004 11.38) De Santis-Manfredi Martino, secondo quanto lei scrive, questa telefonata dimostra lo stretto rapporto di amicizia tra De Santis e Moggi..».
Auricchio: «Non credo che abbiamo tratto questo dato sulla base di un’unica trasmissione».
Prioreschi legge la parte dell'informativa in cui M. De Santis, a sostegno del legame di amicizia che lega l’arbitro alla Juventus, «con tono di voce compiaciuto» invitando il teste a dire quello di cui sta parlando.
Prioreschi: «Sono le magliette regalate dopo Lecce-Juventus».
Auricchio: «Un po’ riduttivo..».
L'avvocato continua a leggere alzando il tono di voce:«Il compiacimento è sicuramente riferito alle magliette... e De Sanrtis compiacendosi con se stesso»..Prioreschi: «stiamo parlando di magliette regalate Colonnello eh.. ...adesso lei mi deve spiegare!».
Casoria: «Non si alteri» e rivolgendosi ad Auricchio: «perché ha detto riduttivo solo maglie?».
Narducci: «Spieghiamo».
Casoria: «Questo commento, lei l’ha fatto sulle maglie però ha detto riduttivo il commento generale, perché che altro c’era oltre alle maglie?».
Auricchio: «Riferimento al voto che deve prendere l’assistente Cennicola in relazione..aspetti che prendo..».
Narducci: «Però deve ascoltare le risposte..».
Prioreschi: «Proseguono.. mo si mettono a discutere: "a me ma dato Trezeguet a te ti ha dato.. io volevo ..quell’altro Zambrotta… Questo dimostra, presidente, tutta questa capacità criminale. Le scrive lui queste cose; il processo questo è, non altro. Ed è enfatizzata questa telefonata delle magliette, capitolo "il legame Moggi De Santis» .
Casoria: «Il teste ha detto che il commento è per le magliette».
Prioreschi: «Vado avanti?».
Casoria: «Andiamo avanti».
Prioreschi: «Lei sa, colonnello che è prassi fine partita; tutti regalano le magliette agli arbitri, assistenti, al quarto uomo?».
Auricchio: «Si. Dalla telefonata di De Santis non in questi termini...perché altrimenti».
Prioreschi: «Per cortesia voglio dire».
Prioreschi: «Sempre per dimostrare questa amicizia c’è la telefonata con Damascelli (quella del delitto perfetto ha presente?) prog. 5738 05.12.2004, Moggi- Damascelli».
Auricchio: «Sono già sul punto».
Prioreschi: «Non avevo dubbio. Lei questa telefonata la introduce e la commenta in questi termini. La conversione del 05.12 fornisce elementi concreti…».
Opposizione Narducci: «Non può essere condotto un esame nel quale possono essere legittimamente rivolte tutte le domande al testimone sui fatti dell’investigazione, che ha come filo conduttore quello che in realtà l’avocato da tre ore sta cercando di fare, la contestazione della ricostruzione investigativa dalle parole che il colonnello ha usato nell’informativa, che peraltro nel processo non ci sono perché l’informativa è fuori dal processo e c’è la deposizione e quindi le domande, in realtà violando ... ha violando la norma del codice che richiede che comunque il teste venga esaminato sui fatti investigativi; verte unicamente sulle espressioni usate dal teste nell’informativa perché si deve mirare a dimostrare che il testimone ha usato espressioni che enfatizzano».
Casoria: «Ma quando è inserito nell’informativa anche quello è un fatto».
Narducci: «Il fatto non sono le espressioni usate dal testimone per illustrare. I fatti sono i fatti dell’indagine».
Casoria: «In realtà non si dovrebbero illustrare».
Prioreschi: «Il Dr. Narducci su questa telefonata ha intrattenuto il teste».
Narducci: «Lo faccia anche lei sulla telefonata».
Prioreschi: «E il teste ci ha dato non solo la lettura più o meno parziale della cosa, ma ci ha dato anche come abbiamo avuto modo di assistere nell’esame e controesame, le sue valutazioni ed opinioni».
Auricchio: «Non le ho mai date».
Narducci: «Faccia riferimento ai verbali della precedenza udienza, non all’informativa! si attenga a regole elementari che il pm rispetta!».
Casoria: «Pm, non ho capito perché non può fare domande sull’informativa, questa è una sua opinione personale e vabbè poi vediamo. Può andare avanti».
Narducci: «Penso che sia l’opinione del legislatore».
Casoria: «Vabbè, poi vedremo l’opinione del legislatore. Il controesame, bisogna pur dare la possibilità alla gente di difendersi. E' il fulcro del processo».
Prioreschi continua la lettura della conversazione (è Damascelli ad informare Moggi delle ammonizioni di Petruzzi, Nastase e Gamberini) e dice: «Non ci arrivo non ho la sua sensibilità investigativa.. ».
Casoria:«Ha capito la domanda? Moggi sembra scendere dalle nuvole...».
Auricchio: «La lettura..Moggi non si ricorda».
Prioreschi: «Non si ricorda, lo aggiunge lei... Questo sarebbe il secondo, il primo le magliette»
Prioreschi: «Spiluccando nelle intercettazioni e nelle carte del processo abbiamo trovato anche altre intercettazioni che riguardano De Santis e riguardano giudizi che Moggi fa su De Santis, che lei si è ben guardato dall’evidenziare . Progressivo 490 del 08.02.05, Fazi-Bergamo (Fazi racconta a Bergamo di un altro colloquio avuto con Bergamo..e dice che Moggi ce l'ha con Massimo: "io non voglio che mi regali niente, quello che c’è me lo deve dare questo ********". Qui sono due associati per delinquere: Bergomi e Fazi che parlano; una riferisce quello che gli avrebbe detto un altro associato per delinquere, anzi l’associato presunto capo di tutta l'associazione, che gli avrebbe parlato di un altro capo promotore presunto dell’associazione e si esprime in questi termini. Quale è la sua valutazione investigativa visto che ce ne ha date tante.. ci dia pure questa su questa telefonata».
Auricchio: «Il rapporto ha avuto delle modifiche nel corso dei mesi di lavoro, il De Santis ha modificato in corso il suo atteggiamento nei confronti della Juventus e si è reso protagonista di due arbitraggi abbastanza contro la juventus, annoverando 2 sconfitte e proprio questa è una delle conversazioni. Perché ha modificato, aveva i suoi obiettivi e voleva sdoganarsi dal concetto di essere arbitro pro-juventus e tuttavia in questi due arbitraggi..».
Prioreschi: «Ma queste sono sue valutazioni».
Auricchio: «Sono valutazioni contenute anche in altre conversazioni telefoniche».
Prioreschi: «Poco prima la Fazi dice anche un’altra cosa sempre parlando con Moggi (legge il passo dove parla della "cacarella" di Moggi). Qui stiamo parlando del presunto capo della cupola che gestisce tutto il palazzo, gli arbitri, la cosa e che a febbraio 2005 ha la cacarella perché gli arbitri sembra che gli stanno dando contro. Non mi pare che sia un atteggiamento consono ad un capo boss di un'associazione. Oppure perché aveva la cacarrella Moggi, ha indagato perché aveva paura degli arbitri Moggi?».
Auricchio: «Momento di tensione in campionato; testa a teste Milan Juventus; evidentemente per questo..».
Casoria: «Andiamo avanti».
«Palermo- Juventus
Prioreschi: «Palermo -Juventus 1-0. Non è nell’imputazione. Arbitra De Santis
Siamo in una fase importante nella lotta dello scudetto perché con questa sconfitta il Milan va a due punti dalla Juventus. E in due giornate il Milan recupera 6 punti alla juve. Arbitra De Santris che sarebbe un associato..in questa partita al 90.. lei l’ha vista?».
Auricchio: «La ricordo vagamente. Se mi dice l'episodio..».
Prioreschi: «In questa partita al 90° De Santis, amico sodale, presunto tale, non da un rigore netto alla Juve. Ha fatto indagini per verificare?».
Auricchio: «Lei dice un rigore netto».
Prioreschi: «Lo dice la gazzetta …».
Auricchio: «M’ha fatto l’abbocco! Non lo ricordo».
Casoria: «Non ha interessato l’indagine».
Prioreschi: «Partita importantissima. La gazzetta così scrive: "al 29° Mutarelli ferma Zambrotta, in realtà..era sulla linea.."».
Auricchio: «Rigore netto..mi sembrava».
Prioreschi: «Quello di Roma-Juventus…era..».
Auricchio: «Quello era fuori».
Prioreschi: «Lei è un fenomeno».
Auricchio: «Non lo dico io».
Prioreschi: «Quello era fuori e questo dentro; quale è la differenza?».
Auricchio: «Mi ha detto netto..».
Prioreschi: «Nessuna valutazione investigativa?».
Auricchio: «No. Resta quello che ho detto prima. Ha arbitrato due partite in quel frangente questa è una..».
Prioreschi: «Ma quando ha cambiato atteggiamento?».
Auricchio: «Esattamente in quel periodo».
Casoria: «A febbraio si voleva allontanare da questa soggezione».
Auricchio: «De Santis aveva anche delle situazioni processuali da gestire, una era quella che riguardava Palanca e Gabriele tra le argomentazioni... destava delle preoccupazioni....aveva bisogno di sdoganarsi almeno sul piano della pubblica opinione da questo, dal target di arbitro pro-juventus.
Prioreschi: «Non so tutto queste cose, ma mi dicono (da dietro) che Palanca era stato tutto archiviato (dicembre)...Le colloca in questo periodo..».
Auricchio: «Questa partita..mi sembra ce n’era anche un'altra che arbitra De Santis con la sconfitta della Juventus. Le abbiamo contate prima..».
Prioreschi: «Lei adesso ha detto che fino a febbraio era ostile e poi diventa amico».
Auricchio: «E' esattamente il contrario. Nasce come arbitro amico dal punto di vista investigativo, lo abbiamo ricostruito anche con alcune conversazioni che abbiamo successivamente (genna. Febb. 2005). De Santis mette in atto dei comportamenti che secondo la nostra ricostruzione sono finalizzati a sdoganarsi da questo legame pro-juventus».
Prioreschi: «Ma era appena cominciato...».
Auricchio: «Siamo a febbraio; 5 partite 2 sconfitte».
Prioreschi: «Ha una partecipazione a termine in questa associazione» .
Auricchio: «Non compete a me».
Prioreschi: «Poi valuteremo, sono sue considerazioni».
Prioreschi: «De Santis arbitra il 30 aprile 2005 Fiorentina-Milan con tre giocatori del Milan in diffida (Nesta, Rui Costa e Seedorf); la partita successiva è Milan-Juve, partita fondamentale per lo scudetto, i 3 giocatori fondamentali per il Milan. Le risulta che De Santis ha ammonito qualcuno di questi giocatori?».
Auricchio: «Non mi risulta».
Prioreschi: «E risulta che De Santis nega 2 rigori alla Fiorentina?».
Auricchio: «No, non mi risulta. Sicuramente se la domanda è:" anche ..questa partita?" rientra in questa ottica».
Prioreschi: «Poi arbitra Juve-Parma e qui nega un rigore sacro santo su Del Piero..».
Auricchio: «Mio giudizio non tecnico. Lo ricordo anche senza l’ausilio della gazzetta».
Prioreschi: «Sempre con riferimento ai presunti legami Moggi-De Santis, ci sono due intercettazioni tra Moggi e Giorgio Tosatti (progr. 40460 20 aprile 2005)... Tosatti, giornalista del Corriere dello sport, commentatore della domenica sportiva, uno dei più grandi giornalisti sportivi..». Legge l'intercettazione, quella in cui rivolgendosi a Moggi dice:"gli arbitri ti pigliano addosso..". Mi pare che anche da questa, non è che traspara tutta questa amicizia».
Auricchio: «La conversazione è tra un giornalista, uno dei massimi esperti del settore, ed il fatto di colloquiare con Moggi ed esordire su questo punto vuol, dire..».
Prioreschi: «Lasci stare i commenti colonnello».
Auricchio: «La mia valutazione è nell’ottica che avevo appena citato, tanto che ricordano di Palermo e Parma..».
Prioreschi: «La sua ottica l’abbiamo capita..» .
Prioreschi: «Altra conversazione (“se noi perdiamo il campionato uno degli artefici è lui”). Qui c’e un riferimento a tutto il campionato».
Auricchio: «Mi chiede la valutazione? prima ho capito che non le interessava!».
Prioreschi: «…non è che dobbiamo fare io e lei chi è il più bravo. Lei prima per uscire.. dice che da febbraio prende le distanze, qui c’è un riferimento a tutto il campionato».
Auricchio: «Non ha arbitrato. Il riferimento è una battuta fatta perché il De Santis, nelle due partite … non è che ha arbitrato tutte le partite, ne ha arbitrate due in un momento importante e le citano proprio loro..qui De Santis si è comportato oggettivamente contro la Juve…Perché Tosatti non chiede di un altro arbitro? si meraviglia di De Santis. Avrebbero potuto parlare di altri arbitri, non lo fanno perché vanno in chiaro sul legame di De Santis».
Prioreschi: «Nella sua prospettiva, recepita dal pm nei capi di imputazione, De Santis era il capo della combriccola romana, colui che gestiva anche diversi arbitri».
Auricchio: «Che era una combriccola di arbitri».
Prioreschi: «A favore della Juventus..».
Auricchio: «Li abbiamo indicati quali sono gli arbitri a cui era legato».
Prioreschi: «Il dato tecnico».
Auricchio: «Non ci sono arbitri che hanno arbitrato la Juventus della combriccola romana».
Prioreschi: «Non ci stanno allora che combriccola è?».
Auricchio: «Non è la combriccola di Moggi, ma è la combriccola romana…un termine non coniato da noi.. noi abbiamo solo riportato il dato».
Prioreschi: «Mi faccia capire. La combriccola non aiuta Moggi, non c’entra niente?».
Auricchio: «E' un concetto differente. Se lei valuta la combriccola romana rispetto agli arbitraggi delle partite a favore della Juventus, non è un fatto automatico..è un gruppo di arbitri..».
Prioreschi: «Che non favorisce la Juventus».
Auricchio: «Esattamente. No che non favorisce.. un gruppo di arbitri che sono amici tra di loro..».
Prioreschi: «Allora che fanno, vanno a giocare a calcetto?».
Auricchio: «In questa combriccola romana il riferimento più importante è l’arbitro De Santis che storicamente è un arbitro - anche le intercettazioni hanno connotato questo suo legame - a favore della Juventus. Successivamente registriamo palesemente (quelle sue conversazioni sono indicative) comportamento completamente sdoganante».
Prioreschi: «Colonnello, lei sulla combriccola romana ci ha fatto l’informativa del 19 settembre 2004 con la quale ha chiesto le intercettazioni. Si rende conto che adesso sta ipotizzando il contrario?».
Auricchio: «Assolutamente. Secondo lei le indagini che sono state sviluppate in due anni sono nate in un modo e devono necessariamente morire in quel modo?».
Casoria: «Hanno avuto uno sviluppo diverso. Avanti avvocato..».
Calciopoli, Prioreschi difesa Moggi. VII parte
Tribunale di Napoli - Udienza del 23 marzo 2010. Quarta audizione teste Auricchio VII parte. Prioreschi, difesa Moggi
Il controllo del Palazzo
Prioreschi: «Ulteriore tema. Uno dei capitoli, sempre dell’informativa, è il controllo del palazzo, elezione di Galliani e Carraro ai vertici rispettivamente della lega e della federazione.
È uno dei momenti più importanti, “fondamentali”, lei ci dice nell’informativa…(apparentamento condizione vitale, appare indispensabile avvalersi di elementi in posizione chiave che traggono la loro forza..). E ‘ in grado di spiegare come mai Moggi ai vertici della Lega e della Federazione mette due non associati? Uno dei quali Carraro, non è stato mai imputato di associazione a delinquere, prosciolto anche delle frodi; l'altro lei non lo ha nemmeno indicato come possibile soggetto che ha commesso qualche reato. Galliani non è stato mai..».
Auricchio: «L’apparentamento non è finalizzato.. è uno strumento di controllo delle attività del palazzo, non un attività finalizzata a commettere altri reati. Non ci sono…già a livello delle informative, di aver rilevato situazioni o singole fattispecie criminose legate a questa.... Solo un’esigenza di un mantenimento dello status quo..».
Prioreschi: «Io le ho fatto una domanda.. lei ha scritto una cosa diversa».
Auricchio: «Perché non indagati? Perché non hanno commesso reati. Carraro si è raccomandato di non favorire la Juventus..».
Prioreschi: «Io le ho fatto due domande: una perché non sono indagati, le rileggo quello che ha scritto (“appare indispensabile avvalersi…”)..».
Auricchio: «Non necessariamente Galliani..posizione chiave c’è anche Mazzini che è il vice-presidente..».
Prioreschi: «Stiamo parlando delle attività del palazzo..».
Auricchio: «Anche con le attività tecniche abbiamo messo in evidenza..».
Casoria:«Non si riferisce necessariamente ai vertici, ma anche ai sub vertici;ha fatto riferimento a Mazzini..».
Prioreschi: «Allora perché non ci mette Mazzini a far il presidente della Federcalcio?».
Auricchio: «Carraro viene mantenuto perché viene mantenuto lo status quo!».
Prioreschi: «Perché favorisce l'elezione al vertice della lega di Galliani che è un suo antagonista?».
Auricchio: «È un suo antagonista calcistico..sportivo non dal punto di vista gestionale».
Prioreschi: «La presidenza della lega è un posizione di potere».
Auricchio: «Spiegazioni data dallo stesso Galliani. Non posso citarlo non so se è stato chiamato.. disparità sportiva, ma poi in ambito di Lega, le grandi società in termini di politica di lega devono essere d’accordo in termini di spartizione dei diritti. Lo status quo era Gallini non ha portato dei nuovi candidati, la stessa attività tecnica ha evitato l’arrivo di altri candidati».
Prioreschi: «Poi vedremo se Galliani era un amico».
Prioreschi: «Lei conosce il sistema per l’elezione del presidente federale?».
Auricchio: «Si, lo abbiamo ricordato».
Prioreschi: «Sa con quale percentuale Carraro è stato eletto?».
Auricchio: «Non ricordo il dato tecnico». Glielo ricorda Prioreschi.
Prioreschi: «Le risulta che Carraro è stato eletto solo dopo aver fatto un accordo con Abete che prevedeva..».
Auricchio: «Questo emerge anche dall’ attività tecnica che prevedeva una doppietta per due anni di..».
Prioreschi: «Quindi?».
Auricchio: «Non lo so.. intanto lo status quo per due anni era garantito».
Auricchio: «Ah. Ho capito!».
Prioreschi: «Mi corregga. Con riferimento ai criteri dell’elezione, se le risulta che siano questi..( e legge il regolamento..). Ora lei ha fatto accertamento o le sono stati delegati accertamenti, a prescindere dalle intercettazioni, per verificare se Luciano Moggi ha avuto contatto con tutte queste associazioni....?».
Auricchio: «Ho fatto accertamenti. Ci sono anche acquisizioni di materiale sulle varie attività..se ha il materiale possiamo recuperalo ..non ricordo».
Prioreschi: «Sugli allenatori?».
Casoria: «Su questi contatti ..si spieghi meglio».
Auricchio: «I contatti telefonici sono numerosi. In termini numerici..».
Prioreschi: «Sulle singole componenti?».
Auricchio: «La fetta più importante era rappresentata da Mazzini».
Prioreschi: «Abbiamo letto che la maggioranza.. sono tutte importanti, è un requisito per essere eletto.. se lei ha accertato e quali accertamenti ha fatto..».
Casoria: «Si può dire che lei ha fatto solo riferimento a Mazzini?»
Auricchio: «A Mazzini, ma anche i riferimenti con la componente calciatori..».
Prioreschi: «Con quali calciato ha parlato Moggi?».
Auricchio: «Non è: chi ha parlato con chi. C'è una conversazione dove Ghirelli..».
Prioreschi: «Se devo influire su una elezione.. ci sono 10 persone, io devo portare, se è a maggioranza almeno 6 su 10.. Inutile che mi dice Mazzini, ha detto calciatori: nome cognome indirizzo».
Auricchio: «Il dato non è automatico».
Prioreschi: «Il teste non risponde».
Casoria: «No, l’ha fatto. Non è che non risponde, ha detto che questi contatti diretti non li ha verificati»
Auricchio: «Non è rilevante esserci contatti tra tizio e caio per un voto; sono pacchetti di voto che sono stati portati».
L'argomento è ancora quello dell'elezione di Carraro e controllo del Palazzo, l'avvocato Prioreschi richiama l'intercettazione in cui Carraro chiama Moggi (03/02/05) (si parla delle prossime elezione, di schieramenti e quant’altro) e il tenore della telefonata è: - Carraro: ”Vabbé per forza è sempre stato così il fratello di Abete Luigi, che pure ha più personalità di lui è il primo cavaliere di Della Valle nel senso che lui fa sempre le vacanze pagate da Della Valle (Cala di Volte o sulla barca.,. ). E' in BNL perché Della Valle lo sostiene, per tanto voglio dire non c’è dubbio che sia così, è un fatto un po’ politico, perché tutto il gruppo Della Valle (L. Cordero di Montezemolo, Cipolletta), danno anche un contenuto politico basta leggere. Moggi: “no no, io, è fuori dubbio”. Carraro:" basta leggere l’atteggiamento che ha il sole 24 ore; questo è un gruppo di potere che vuole mettere le mani sul calcio e io lo avevo capito da tempo e quando ho detto che me ne volevo andare è perché ho capito che noi siamo un’armata brancaleone". Moggi:" su questo non ho dubbi..., mi dispiace pure..ma è la verità... ". Carraro: "questa è un’armata Brancaleone, alla fine io per carità se ci si fa, ci si fa, altrimenti me ne vado”.
Prioreschi: «Lei in una parte dell’informativa del 19 aprile, dedicata a questo quadro di associazione.. lei parla di metodi "criminali" per far eleggere Carraro, in un’interlocuzione tra Carraro e Moggi -colui che dovrebbe beneficiare soggetto estraneo che però dovrebbe beneficiare dell’associazione -Carraro dice così noi siamo un’armata Brancaleone, se ci si riesce ci si riesce altrimenti chi se ne frega.,la sostanza è questa La prima domanda è: siamo in presenza di un’associazione o di un’armata brancaleone?».
Opposizione. Domanda non ammessa.
Prioreschi: «Le risulta che dopo questa interlocuzione con Moggi, Carraro per garantirsi la rielezione va a Milano o Roma parla con Abete, si mette d’accordo e chiude la trattativa e si garantisce la rielezione?».
Auricchio: «Risulta, ed è anche un dato pubblico questo dell’accordo che hanno fatto i due (la doppietta che dopo 2 anni sarebbe subentrato Abete), tanto che Abete ricoprirà una carica, sarà uno dei vicepresidenti».
Prioreschi: «Lei questa intercettazione la conosceva, è del 3 febbraio, subito dopo Carraro si mette d’accordo con Abete. Lei l’informativa l’ha fatta ad aprile e continua a sostenere che l’associazione avrebbe fatto chissà che per far eleggere Carraro. Ora il dato oggettivo sulla elezione di Carraro (obiettivamente abbiamo sentito anche Carraro) é l’accordo con Abete, non è l’associazione che fa eleggere Carraro . Lei ha svolto accertamenti specifici per verificare se l’elezione è dovuta ad accordi con Abete e non come dice ad attività dell’associazione? Questo lo colleghiamo ai metodi: "metodo complesso della elezione del presidente"; le intercettazioni sul punto; tutta la stampa dell’epoca sul punto che da ampio risalto che Carraro si garantisce la rielezione grazie all’accordo e non grazie a chissà a chi. Non ha ritenuto di evidenziare anche questo dato oggettivo nelle sua informative?».
Auricchio: «L’attività è relativa sicuramente all’accordo Abete-Carraro, altrimenti la rielezione ci sarebbe stato ben prima della fine dell’anno. E’ stata più volte rinviata fino a quando non è stato raggiunto l’accordo tra le due anime che si erano rese antagoniste:Carraro e Abete. La soluzione non è una soluzione che va oltre quello che abbiamo sostenuto. La soluzione é stata quella di non impattare gli uni contro gli altri e di mantenere lo status quo dando un’ulteriore conferma per due anni (mondiale e preparazione degli europei) e poi successivamente sarebbe subentrato Abete».
Prioreschi: «Il fatto che ci siano stati una serie di rinvii, evidentemente perché Carraro non era certo di essere eletto senza l’accordo con Abete. Credo, mi dica lei altrimenti, se erano così forti e certi di far eleggere Carraro non credo fossero necessari tutti questi movimenti».
Auricchio: «Il problema non era avere un uomo nuovo, era mantenere Carraro, mentre l’uomo nuovo sarebbe stato Abete».
Prioreschi: «Se rinviano in continuazione da dicembre fino febbraio perché, evidentemente, non si era in grado di avere la certezza».
Auricchio: «Non hanno raggiunto l’accordo e poi, come ricordava lei, tra Carraro e Abete che hanno poi raggiunto..».
Prioreschi: «L’elezione deriva da un accordo di potere?».
Auricchio: «L’accordo di potere sicuramente.. a questo accordo di potere la parte su abbiamo ragionato, Moggi in particolare ha fatto in modo di garantire la riconferma di Carraro dal punto di vista dei voti».
Prioreschi: «Come?».
Auricchio: «Lo abbiamo ricordato. L’accordo non è eleggere Abete ma Carraro, per consentire questo, evidentemente, c’è stato bisogno di coinvolgere anche Abete e dire per ora fai il vicepresidente tra due anni subentri..».
Casoria: «L’avvocato vuole sapere le modalità dell’intervento di Moggi.. di questa operazione».
Prioreschi: «Che ha fatto?».
Auricchio: «L’intervento di Moggi é sicuramente finalizzato alla conferma di Carraro. Questa conferma, probabilmente, per renderla necessaria si è dovuto anche procedere a questo accordo con Abete da qui a venire; in quel momento prende l’incarico di vicepresidente e sarebbe da li a due anni..»
Prioreschi: «L’accordo con Abete chi lo fa?».
Auricchio: «Carraro».
Prioreschi: «Mica lo fa Moggi».
Auricchio: «Che è il presidente uscente, voglio dire..Non c’è dubbio, non mi pare di aver sostenuto».
Casoria: «Le modalità di intervento, vogliono sapere».
Prioreschi: «Le modalità di intervento sono di Moggi su Carraro, Moggi dai discorsi che ha fatto con Carraro..».
Prioreschi: «Scusi..».
Auricchio: «L’ha letta prima lei..».
Casoria: «Avvocato, poi interpreteremo noi le intercettazioni».
Prioreschi: «Sempre il discorso tra le chiacchiere che si fanno al telefono e i fatti, voglio dire».
Auricchio: «Lo dice Carraro, lo ha ricordato lei...».
Prioreschi: «Siamo L’armata brancaleone..».
Auricchio: «C’è un parte importante che non può essere ignorata anche da un punto di vista politico...».
Prioreschi: «Quale categoria con diritto di voto controllava Abete?».
Auricchio: «Controllava sicuramente, in quel momento aveva..».
Prioreschi: «La serie C».
Auricchio: «Aveva la Lega di C».
Prioreschi: «Chi aveva la percentuale più alta di voti?».
Auricchio: «No, non credo.. se vogliamo controllare.. se la battono la lega di C e dilettanti. La lega dilettanti credo che fosse più riconducibile ad Innocenzo Mazzini».
Prioreschi: «Lega dilettanti 34%, e la lega di C 17%».
Auricchio: «Dato preponderante era Mazzini, tanto che comunque Mazzini venne riconfermato vicepresidente proprio in ragione di questo».
Prioreschi: «Lei sa meglio di me che ci sono una serie di intercettazioni tra Carraro,Ghirelli ..dove si diceva che Mazzini tirava per se».
Auricchio: «..non c’è dubbio. Mazzini non correva per la patria..credo che possiamo dire che aveva un interesse per avere un incarico di vicepresidente..ha lavorato per questo».
Prioreschi: «Con riferimento allo status quo.. c’era un’esigenza di mantenere lo status quo con la conferma Carraro che avviene con questo accordo di potere. Le domando: sostanzialmente la presunta associazione si accontenta di un accordo riduttivo e quindi di mantenere lo status quo solo per due anni perché poi va via Carraro o anche Abete faceva parte?..».
Auricchio: «In quel momento era un accordo che innanzitutto avrebbe garantito la riconferma di Carraro, evitato fatti negativi come il commissariamento .. e di li a poco gli eventi avrebbero consentito di esaltare una ricucitura (Fiorentina) avrebbe comunque comportato un rinsaldamento anche di quella parte li».
Prioreschi: «Questa gioiosa macchina bellica messa in piedi da Moggi per ottenere questo fatto, che lei ha scritto che è vitale. Se questa associazione fosse stata così potente ed avesse avuto tutti questi mezzi di persuasione, perché accontentarsi di un accordo riduttivo che le consentiva di sopravvivere ancora solo per due anni e poi passare la mano? e non dire se erano così forti come dice lei..andiamo allo scontro...».
Auricchio: «Il fatto di essere così forti in un contesto così variegato e disomogeneo come la Federcalcio e la Lega, non significa avere il potere di decidere vita e morte del mondo, anzi, lo stesso Carraro in quel colloquio.. esaltano che, al di la della competenze calcistica ci sono anche degli aspetti politico-finanziario che comunque non può essere sottaciuto. L’aspetto di evitare il commissariamento che sarebbe stato inevitabile; l’aspetto di raggiungere un accordo che avrebbe garantito due anni in questo senso.., credo che sia, non una cosa riduttiva.. ma in quel momento lo vedo come un risultato pregevole ».
Calciopoli, Prioreschi difesa Moggi. VIII parte
Tribunale di Napoli - Udienza del 23 marzo 2010. Quarta audizione teste Auricchio VIII parte. Prioreschi, difesa Moggi.
Prioreschi: «Passando alla rielezioni di Galliani c’è un’intercettazione (N.123 del 09.02.05) sostanzialmente..Moggi parlando con Bergamo dice che entro un mese la Lega verrà commissariata.. questo è il senso, dico bene? ».
Auricchio: «E’ molto lunga la conversazione».
Prioreschi legge un passaggio più lungo della stessa intercettazione
Prioreschi: «Allora voglio dire, lei è partito da un’ipotesi su un fatto: da un lato la figc e sappiamo come è andata perché è stato eletto.., da un lato dice che Moggi si era adoperato anche per Galliani per la Lega e l’intercettazione dice “guarda che tra un mese.. dice che è pure meglio”..
In riferimento alla lega.. Come spiega questa dicatomia, atteggiamento schizzofrenico, che da un lato Moggi si adopera per eleggere Galliani e poi nel parlare con Bergamo dice che la Lega deve essere commissariata. Innanzi tutto, abbiamo accertato se la lega è stata commissariata?».
Auricchio: «Non è stata commissariata».
Prioreschi: «Lei quale valenza da a questa intercettazione sotto il profilo..?».
Auricchio: «Questa intercettazione accade in un periodo storico precedente alle due soluzioni Lega-Federlcacio».
Prioreschi: «No colonnello è del 9 febbraio».
Auricchio: «Infatti è proprio precedente. Dicevo è antecedente sia alla riconferma di Carraro sia all’elezione di Galliani, siamo in un momento in cui da un lato conta garantirsi la riconferma di Carraro (come detto…) e dall’altro bisogna trovare una soluzione a livello di lega e la valutazione espressa dagli interessati é nella preferenza di Galliani in luogo di altri ipotetici candidati all’interno della Lega».
Prioreschi: «Le ho fatto una domanda molto più semplice».
Auricchio: «La conversazione a cui lei ha fatto riferimento è precedente a ciò che è accaduto dopo.. ».
Prioreschi: «Ma che significa?».
Casoria: «Sono superati».
Prioreschi: «La decisione di far eleggere Galliani è successiva al 9 febbraio..?».
Auricchio: «Assolutamente, la lega nazionale vedo la data è il 23 marzo».
Prioreschi: «L’elezione?».
Auricchio: «La nomina di Galliani..la soluzione del caso Lega è del 23 marzo, si ragiona. Lei mi ha fatto prima una domanda: Carraro o Abete? allora è riduttiva l’elezione… se la vede in linea assoluta si, ma nel contesto di quel periodo no, perché c’è l’ipotesi del commissariamento della Federcalcio e contestualmente l’ipotesi del commissariamento della Lega.. Lo stesso Bergamo dice “che per noi è un problema il commissariamento, se la classe arbitrale non ha riferimenti chiari per me è un problema..” Lei ha letto che Moggi commenta positivamente.. invece l’altro interlocutore, Bergamo, dice che è un problema… Questo ragionamento accade in un momento in cui i nostri interlocutori sono in piena attività politica per garantire queste due nomine. Il primo obiettivo viene risolto il 14.02 ed è la riconferma di Carraro, il secondo obiettivo avviene il 23 marzo con la nomina di Galliani».
Prioreschi: «Scusi e come concilia un comportamento di Moggi che prima ha detto che si è ha operato per far eleggere Galliani e che il 09 febbraio auspica..?».
Auricchio: «Non è che auspica, rimarrebbe indifferente perché se non c’è un accordo..La stessa partita che si giocava in Federazione tra Abete e Carraro si giocava anche all’interno della Lega tra Della Valle e Galliani».
Prioreschi: «Le rileggo quanto aveva scritto sulle elezioni: “Appare quindi indispensabile per l’organizzazione Moggiana avvalersi di elementi organici e di assoluta affidabilità collocati in posizione chiave, che traggono la loro forza proprio dall’appartenenza..”
Mi faccia capire non è che le risposte valgono per tutte le stagioni.. allora si operava per fare eleggere questa gente, oppure non gliene fregava niente? da quello che emerge da questa..».
Auricchio: «Sono due episodi distinti.. ».
Casoria: «Nel passaggio del tempo si è evoluta la situazione».
Auricchio: «Dal’08 al 23 marzo saranno successe altre cose..».
Prioreschi: «Sono partiti da mesi per preparare..».
Casoria: «Vabbé avvocato, sarà argomento di discussioni non è che ci vogliamo impelagare con il testimone»
Prioreschi: «Tanto è vero, sempre in tema, che lei dedica un capitolo sul mantenimento dello status quo e Galliani era lo status quo, vabbé poi valuteremo. Berlusconi si adoperava per far eleggere Galliani? ».
Auricchio: «E’ una domanda? Non lo so, credo ci siamo dei riferimenti nelle intercettazioni, non lo ricordo. Se lei ha dei riferimenti lo rivediamo».
Prioreschi: «Prog. 2872 12.11.04 Moggi Mazzini, siamo a novembre 2004..».
Auricchio: «Come le dicevo prima, nasce da prima, anzi l’accordo proprio perché non era stato trovato prima di dicembre, andava per lunghe e rischiava il commissariamento della Federcalcio».
Prioreschi legge l’intercettazione ( “con Cellino, mi dice Galliani non ci sono problemi perché lo fa votare Berlusconi..” ). Quindi? Era un fatto rilevante, tanto che si interesserebbe anche Berlusconi».
Auricchio: «Oltre ai dati calcistici sportivi, la Federazione è una struttura che non è esente da interesse di ordine politico, anzi anche di polita finanziaria. È questo quello che si discute».
Prioreschi: «Galliani ha anche sfruttato la capacità di potere di Berlusconi per cercare di farsi eleggere al vertice della lega?».
Opposizione in aula: «Chiederemo a Galliani da chi si è fatto sostenere..»
Opposizione accolta
Prioreschi: «Non ho capito una cosa, (prog. 5577, 12.04, Moggi-Mazzini), Mazzini chiama Moggi da utenza fissa della Federcalcio.. e gli dice:”Lucià, richiamami su questo numero”. Mazzini chiama dal fisso Moggi sul cellulare e dal “tuo cellulare richiamai su questo numero fisso”. Lei su questa telefonata scrive: “si evidenzia la cura, l’aspetto della cautela con la quale si devono muovere” . Le chiedo: presupposto che i due numero sono gli stessi…».
Auricchio: «Il primo era il centralino, il secondo l’interno».
Prioreschi: «Ho capito…è sempre il telefono della federazione..quale è la cautela di questi indagati così furbi…sempre intercettati sarebbero stati..».
Auricchio: «La cautela, ha bisogno di un numero diverso l’altro interlocutore. C’è una cosa molto interessante, la cautela è di usare un altro interno, una cautela in termini non di eventuale intercettazione, ma una cautela di tipo logistico ».
Prioreschi: «Cosa sarebbe una cautela di tipo logistico?». E rilegge il passo..
Auricchio: «Una cautela logistica evidenziata da Mazzini, non può parlare in quel momento e preferisce dirottare la conversazione su un altro interno».
Prioreschi: «Questa è una sua libera interpretazione».
Prioreschi: «L’incontro che ci sarebbe stato a Livorno il 21 maggio 2005 tra Bergamo, Moggi, Giraudo e Mazzini, quale era la finalità, cosa ha accertato su questo incontro..? C’è questo incontro che lei evidenzia .. lei ha accertato se alla data del 21 maggio prima di Livorno-Juventus, la Juventus aveva vinto matematicamente lo scudetto? ».
Auricchio: «Siamo alla fine, la juve sicuramente, matematicamente aveva già chiuso..si prima della penultima credo, quindi che era già matematicamente vincitrice».
Prioreschi: «Quindi la finalità lei la sa? Poteva trattarsi..? ».
Auricchio: «Noi lo abbiamo contestualizzato non nell’ambito delle partite della Juventus, ma nell’ambito delle attività riconducibili anche e soprattutto alla Fiorentina».
Prioreschi: «Che c’entra.. ci sono Bergamo, Moggi, Giraudo e Mazzini, quindi la Fiorentina..?».
Il Colonnello sembra cercare qualcosa che non trova. Non risponde.
Prioreschi: «Senta .. parliamo della cena a casa Pairetto, 21.12.2004.. lei rispondendo al pm, ha accennato ad alcune intercettazioni…. Vorrei capire la rilevanza di una telefonata che lei ha evidenziato (22.12.04) tra la moglie a la figlia Giorgia di Lanese (“.. Lalla utilizzando l’udienza del marito chiama la figlia…..risponde già l’ho detto, ho lavato i piatti insieme alla signora Pairetto”).
Auricchio: «Le abbiamo indicate per sostenere la presenza di Lanese alla cena, il dato tecnico..».
Prioreschi: «Già emergeva..siccome lei fa riferimento al contenuto..».
Ulteriori scambi tra l’avvocato e il Colonnello sullo stesso tema.
Prioreschi: «Rispondendo al p.m. mi sembra che ha detto che gli unici sorteggi.. nel quale ha mandato i suoi uomini ( 31.05.2005 a Roma e 13.05.05 a Coverciano).. la scorsa udienza il pm è tornato sui sorteggi per chiedere e sapere quando l’esito dei sorteggi divenisse ufficiale,quando la Federcalcio diramava ufficialmente i comunicati. Lei ha detto 12.30».
Auricchio: «12,30, precisando che in alcuni casi anche 12.15,12.20».
Prioreschi: «Ha detto pure che dopo l’effettuazione dei sorteggi non ha rilevato intercettazioni tra Moggi e i presenti designatori.. torno a quello che ho detto prima sui comunicati ansa, così tranquillizzo il pm che erano allegati agli atti del processo. Lei ha acquisito i verbali dei sorteggi…?».
Auricchio: «Si riferisce in genere o ai due?».
Prioreschi: «In genere...pressoché era sempre lo stesso.. Lei ricorda e me lo ha riconfermato che oltre ai verbali, ha acquisito i lanci dell’ansa sull’esito dei sorteggi».
Auricchio: «Non ricordo di aver detto questo.. ».
Prioreschi: «Questa mattina quando le ho detto..al fatto che Dattilo è stato fermo due mesi….dopo allegati..le risulta che l’ansa già un minuto dopo l’effettuazione comunicava questo..».
Auricchio: «Si, non sempre».
Prioreschi: «Io ne ho 3 a campione».
Auricchio: «Laddove era presente il giornalista ansa è accaduto e accadeva spesso che c’era il comunicato ansa».
Prioreschi: «Se non c’era ansa… c’era qualche altro giornalista che immediatamente comunicava l’esito».
Auricchio: «Se c’è l’ansa in automatico.. se mancava il giornalista ansa non è automatico..».
Prioreschi: «Ma lei lo ha accertato?».
Auricchio: «Per questo le chiedevo… se mi fa un dato sue due servizi o in generale…».
Prioreschi: «In diretta praticamente».
Auricchio: «Si dopo il sorteggio».
Auricchio: «Si dopo il sorteggio».
Prioreschi: «Ha accertato la procedura di designazione degli assistenti e del quarto uomo quando avveniva?».
Auricchio: «Subito dopo. Lo abbiamo detto la volta scorsa».
Prioreschi: «Si è sbagliato. La designazione degli assistenti e del quarto avviene prima del sorteggio perché poi l’arbitro viene sorteggiato e abbinato».
Narducci: «Scienza privata».
Prioreschi: «Che scienza privata. L’avete fatte voi le indagini sui sorteggi, ci dite che sono truccati e poi non possiamo fare domande dei sorteggi…».
Narducci: «Una sua scienza privata contrabbandata per verità ufficiale».
Prioreschi: «Io non contrabbando..»
Casoria: «Ma non è una prassi controllabile pm? Perché lei contesta questo dato».
Narducci: «È esattamente l’opposto».
Prioreschi: «Non è l’opposto».
Auricchio: «Ho confermato adesso.. quando esce l’arbitro. La formazione non posso verificarla non c’eravamo li..».
Prioreschi: «E quando lo verifichiamo, alla fine del processo? La procedura:venivano indicati gli assistenti e il quarto uomo prima, poi avveniva il sorteggio e veniva inserito».
Casoria: «Il pm contestava questo dato. E’ verificabile… ».
Prioreschi: «È verificabile, ma mi sembra che così era. Quando vengono estratti l’arbitri, in concomitanza la quaterna arbitrale era completa. Tanto è vero che è così che abbiamo gli sms di Manfredo Martini in quell’ orario che comunica le quaterne complete».
Auricchio: «Per esempio ricorderà che proprio in una circostanza ha dovuto modificare la comunicazione dell’assistente perché è cambiato».
Prioreschi: «Può essere che si è sbagliato».
Auricchio: «No è cambiato.. ecco perché ero.. ».
Prioreschi: «Quando arriva il comunicato ufficiale erano già noti..».
Auricchio: «Il comunicato esce leggermente dopo perché ha bisogno dell’ufficialità».
Prioreschi: «Ma i presenti…, tutti sapevano chi erano stati eletti».
Auricchio: «Non tutti i presenti».
Prioreschi: «I giornalisti presenti».
Auricchio: «..ci poteva essere la variazione.. ».
Prioreschi: «L’eccezione. Intorno alle 11.30, 11.35.. ».
Auricchio: «O mezzogiorno meno15.. Era nota a tutti i giornalisti presenti al sorteggio e su questo tema abbiamo…».
Baldini-Castagnini-Antonelli
Prioreschi: «Rif Alla vicenda tra Baldini e Mazzini sulla raccomandazione di Baldini a Mazzini su Castagnini. Lei ha fatto accertamenti o le sono stati delegati accertamenti per verificare se poi Castagni è stato assunto all’Arezzo..?».
Auricchio: «La telefonata era in un contesto, la raccomandazione aveva un pregresso».
Prioreschi sollecita la risposta alla domanda
Auricchio: «Subito dopo c’era una conversazione che diceva per ora…cambiamo l’allenatore il direttore sportivo a fine anno. Non c’è stata».
Prioreschi: «A fine anno?».
Auricchio: «No».
Prioreschi: «Passiamo ad un tema e chiudo che abbiamo già affrontato a Roma nel corso dell’esame al processo Gea. Io nella lista testi ho chiesto ai sensi del 468 autorizzazione ai verbali di Roma e li ho depositati al tribunale sia i tabulati di Auricchio, Baldini e Antonelli.
Lei conosce Franco Baldini, come lo ha conosciuto, quando, che rapporti aveva con Baldini».
Auricchio: «Conosco Franco Baldini, l’ho sconosciuto quando era direttore sportivo della A.S. Roma e relativamente ..all’indagine sulle “fidejussioni”».
Prioreschi: «Quando lo conosce?».
Auricchio: «Estate 2003. La questione delle fidejussioni, alcune società di calcio erano state oggetto di attività fraudolenta..Fidejussioni per coprire il debito per le iscrizioni, e la Roma per conto del direttore sportivo, presentò denuncia in questo contesto per..».
Prioreschi: «L'ha frequentato, vi siete rivisti, vi siete parlati, è nata un’amicizia..?».
Auricchio: «Sempre sul solco delle stesse domande di quel processo, un altro paio di volte l’ho rivisto in altre circostanze prima di un’assunzione di informazioni che io ho compiuto in questo procedimento penale. Collocazione aprile 2005».
Prioreschi: «Possiamo affermare che i suoi rapporti erano di amicizia?» .
Auricchio: «L’ho confermato.. ho conosciuto in quella circostanza, l’ho incontrato in altre due circostanze che ho analiticamente..».
Prioreschi: «Tra agosto 2004 e il 14 aprile 2005, data di audizione (lei sente Baldini), quante volte lei si è visto e ha parlato con Baldini, prima, in questo periodo… prima dell’audizione?».
Auricchio: «L’avrò incrociato in un’altra circostanza (agosto 2004 aprile 2005). Se il suo spazio temporale é agosto 2003 e aprile 2005 arriviamo a due o tre circostanze. Ho indicato anche i motivi».
Prioreschi: «Il tribunale non lo sa, io il verbale di Baldini l’ho letto. Lei quante persone ha sentito nell’ambito di questo procedimento? più di cento, meno di cento..?».
Auricchio: «Tantissime».
Prioreschi: «Ho notato che l’esame di Baldini avviene tra lei e Baldini senza nessun altro. Unico verbale in cui lei sta solo con la persona informata sui fatti è il verbale di Baldini. In tutti gli altri verbali c’era Di Laroni, Ziino, a volte eravate in 3, 4, 5, ma mai solo. Come mai lei ha ritenuto di interrogare Baldini da solo?».
Opposizione
Casoria: «Ci dovrebbe spiegare, perché ha rilevanza questa domanda».
Prioreschi: «Perché è un verbale, monologo, sembra un tema scritto, in cui non ci sono domande, ma c’è una dichiarazione lunghissima che fa riferimento..».
Narducci: «E' bravo sui temi..».
Casoria: «Abbiamo accertato che non c’era nessun altro, lui e Baldini.. vabbè».
Prioreschi: «Lei, nelle volte in cui ha visto Baldini gli ha parlato di questo procedimento, che stava indagando sul calcio?».
Auricchio: «No».
Prioreschi: «E' sicuro colonnello?».
Auricchio: «Si si».
Prioreschi: «Allora, sempre nel processo Gea è stato sentito.. Stefano Antonelli che é un procuratore di calciatori. Lei conosceva Antonelli?».
Opposizione di Narducci: «E' esorbitante ..rispetto.. questione sviluppata solo ed esclusivamente nel processo…».
Prioreschi: «Io ho fatto nella premessa.. che io avrei fatto l’esame e nel capitolo, nei testi ammessi, ci sono i rapporti tra Baldini e Auricchio e io faccio la domanda su questo..».
Narducci: «Per quale motivo?».
Casoria: «Perché è rilevante?».
Prioreschi: «Devo verificare l’attendibilità di questo teste. Siccome a me risultano cose diverse rispetto a quelle che sta dicendo il teste e a Roma, attraverso l’esame di Antonelli abbiamo accertato che è diverso..».
Casoria: «Ma questo Baldini lo dobbiamo sentire?».
Prioreschi: «Si».
Narducci: «La risposta immagino l’abbiamo già data i giudici romani visto che è stata data una sentenza il primo grado...».
Prioreschi: «Mi servono per l’attendibilità».
Casoria: «Ma su che circostanza?».
Prioreschi: «L’attendibilità è l’attendibilità in genere».
Casoria: «Quale è la domanda?».
Prioreschi: «Lui interroga Anotonelli il 1-2 febbraio 2005, se conosceva Antonelli prima di averlo interrogato e se aveva mai parlato con Antonelli prima di averlo indicato e lui ha detto di no».
Auricchio: «No assolutamente».
Prioreschi: «Questa stessa domanda l'ho fatta ad Antonelli».
Narducci: «Opposizione, ma due volte non una».
Prioreschi: «Sto verificando l’attendibilità del teste, i verbali di Antonelli stanno in questo processo, li ho depositati io».
Narducci: «Antonelli con questo processo non ha nulla a che vedere, che lei abbia depositato..».
Casoria: «Che Antonelli dice cosa contraria».
Prioreschi: «Certo. Io posso, attraverso queste domande..».
Casoria: «Ma Antonelli lo dobbiamo sentire?».
Narducci: «No».
Prioreschi: «Si è teste nostro, di lista nostra».
Narducci: «Comunque l’avvocato non può fare riferimento al contenuto della dichiarazione, poi faccia la domanda».
Prioreschi: «È il verbale di dibattimento depositato che utilizzo non di indagine».
La domanda viene ammessa
Narducci: «C'è un codice di procedura penale che vale solo per l’avvocato».
Prioreschi: «Antonelli a questa domanda ha riposto dicendo che un bel giorno intorno a settembre- ottobre-novembre 2004 lo chiama Baldini e gli dice che c’era un maggiore dei carabinieri di nome Auricchio che stava indagando e che se lui avesse avuto qualcosa da dire poteva parlare con questo maggiore. Antonelli dice ancora che ad un certo punto lo chiama il maggiore Auricchio, si vedono a prendere un caffè, un the, non ricordo dove e il maggiore gli dice che se lui gli deve dire qualcosa..poi è possibile che abbia detto una bugia Antonelli».
Auricchio: «Non ho neanche risposto».
Narducci: «Possibile che abbia riassunto male anche lei».
Prioreschi: «Ha mai parlato con Baldini di questo processo prima di sentirlo a verbale?».
Auricchio: «Di questo processo no».
Prioreschi: «Dei fatti di calciopoli?».
Auricchio: «Dei fatti di calciopoli no».
Prioreschi: «Ha parlato con Antonelli prima del 1 febbraio 2005, si è preso un caffè..con Antonelli e ha detto io sono a sua ..».
Auricchio: «In che periodo? ricordo di aver preso un caffè con Antonelli ma non riesco a collocarlo temporalmente».
Prioreschi: «Fra ottobre 2004 e febbraio 2005, prima dell’interrogatorio di Antonelli».
Auricchio: «E' possibile».
Prioreschi: «Quindi modifica la risposta precedente».
Auricchio: «Mantengo il no per l’indagine di calciopoli».
Casoria: «Mi sembrano riferimenti marginali».
Prioreschi: «Marginali, lui a Roma quando gli ho chiesto se lo aveva visto mi aveva detto di no».
Narducci: «Dovrebbe fare l’appello, è tema del suo processo di appello».
Casoria: «Non mi pare che è molto influente sull’attendibilità, è marginale».
Prioreschi: «Non è marginale..».
Prioreschi: «Ricorda di aver preso il caffè, ricorda l’oggetto?».
Auricchio: «Gli avrò chiesto se aveva delle.. ricordo vagamente, siccome c’era un procedimento amministrativo innanzi all’antitrust, dove peraltro i due citati sono stati ascoltati specificatamente, credo di aver discusso di questo argomento con Antonelli. Aggiungo che il problema, l’esigenza scomparve perché dalle intercettazioni emergeva esattamente un aspetto -che per altro ha formato oggetto di questo procedimento penale- poi stralciato e confluito a Roma».
Prioreschi: «Cerchiamo di ricostruire. Se lei ha parlato con Antonelli, Antonelli dice che l’indicazione su di lei l'ha data Baldini, mi pare evidente che dovrebbe rivedere un attimo la risposta sul fatto che lei non aveva mai parlato con Baldini di questo processo».
Auricchio: «Lo confermo che non ho mai parlato di questo processo e che il collegamento era legato all’attività istruttoria tanto è vero che entrambi i soggetti sono stati ascoltati dal garante».
Prioreschi: «Non c’entra niente…». E ripete.
Casoria: «Ha detto no, punto e basta andiamo avanti».
Prioreschi: «Baldini- Mazzini, 4 aprile 2005, Baldini dice: "ascolta io ti dico una cosa, forse se ti comporti bene quando farò il ribaltone perché io lo farò, vivo per quello…". 4 aprile, quando ancora non era stato ascoltato. . Lei ha parlato con Baldini prima del 14 aprile?».
Auricchio: «Confermo la risposta, no. Aggiungo che per altro se andate a prendere i verbali resi prima del 4 aprile 2005, nella raccolta di Pieroni, dove il giornalista Zunino dice di Baldini dice: “……..…” Cioè ...non fa riferimento alle attività tecniche e procedurali di questo processo, ma di un’attività del processo di Roma».
Prioreschi: «C’è un’altra intercettazione del 17.10.04 tra Antonelli e A. Moggi in cui Antonelli insiste per veder A. Moggi…».
Auricchio: «Questa conversazione è stata stralciata perché confluita a Roma».
Prioreschi: «Fa parte di questo processo. È riportata nei verbali..se il Presidente mi ammette la domanda.. Antonelli fa riferimento ad un procedimento penale per illecita concorrenza con violenza e minaccia, che io le devo dire la verità, nemmeno sapevo che esisteva e Antonelli che è un procuratore sportivo nel 2004 - quando è stato sentito non so se aveva parlato già con lei- dice ad Alessandro Moggi parliamo, vediamoci..»...
Auricchio: «Confermo, tanto che l’antitrust procede proprio su questi aspetti».
Prioreschi: «Come è finita per l’antitrust?».
Auricchio: «Con l’archiviazione».
Prioreschi: «Io non ho altre domande».
alessandro magno
29.03.2010, 17:11
inizio a pensare che tutto questo perlare3 finirà in prescrizione e poichè per il ''senso comune italiano'' la prescrizione equivale a una condanna , noi tifosi ce la prenderemo tutti nel frac .
amorejuve
29.03.2010, 18:05
Grazie a Berlusconi che ha modificato (o aveva intenzione di farlo ma in questo caso certamente ci riuscirà) la legge sui termini di prescrizione
Grazie a lui Moggi e Farsopoli finiranno in prescrizione.
Grazie a lui l'infamia per la Juve sarà eterna e il nostro sacrificio
(la B) un sacrificio vano da autentici cogxxxni
Grazie a lui verrano distrutte centinaia di migliaia di intercettazioni illegali
comprese quelle relative a Farsopoli e altre che forse avrebbero potuto spiegare molte cose.
Se penso che lo votai...
:vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito: :vomito:
gabriele
30.03.2010, 16:42
Calciopoli, difesa De Santis. I parte
Tribunale di Napoli – Udienza del 23 marzo 2010, quarta audizione teste Auricchio. Gallinelli, difesa De Santis. I parte
Gallinelli: «Le farò una serie di domande finalizzate a consentire al tribunale di verificare la sua credibilità investigativa e la correttezza del risultato indiziario che voi credete di aver raggiunto.
Mi sa dire quando, in riferimento alla posizione di De Santis, quando inizia l'analisi di calciopoli (capo A d’imputazione)?».
Auricchio: «Rientra nella primissima richiesta di intercettazione telefonica. Siamo già a Settembre 2004, che sarebbe l’esito della delega di indagine dei pm di Napoli del luglio 2004».
Gallinelli: «Quindi non è stata fatta nessuna attività di indagine con ricerca di riscontri in merito, di valenza indiziaria, in merito alla partita di Juventus-Parma del campionato 1999/2000, diretta dall'arbitro De Santis?».
Auricchio: «No».
Gallinelli: «Che compresa partita indicata nel capo A..La domanda è si o no?».
Auricchio: «No».
Gallinelli: «Nessuna attività di carattere investigativa con riferimento a questa competizione calcistica».
Gallinelli: «A pag. 7 dell’informativa del 02 11 05, è scritto che l’indagine svolte hanno consentito di osservare gran parte della partite (2004-2005) attraverso le attività tecniche a campionato già iniziato (30 turni dei 38 disputati). Tra questi 30 turni, lei ha detto c’è Lecce-Parma del 29.05.05 arbitrata da De Santis. Ha riferito che questa partita è stata attenzionata e livello investigativo e non sportivo. E corretto?».
Auricchio: «.. investigativo si».
Gallinelli: «Con quali modalità?».
Auricchio: «Abbiamo inteso questo per indicare la interpolazione dei dati promanati dalle attività tecniche in relazione a quell’evento sportivo».
Gallinelli: «La differenza rispetto alle altre modalità di osservazione delle partite, quale è stata? Lecce-Parma e le altre partite arbitrate da De Santis, quali sono le differenze?».
Auricchio: «Lo ribadiamo, lo abbiamo più volte indicato questo concetto, le attività tecniche facevano emergere degli elementi e dei riferimenti in relazione ai singoli eventi sportivi; quei singoli eventi sportivi sono stati analizzati, non tutte le partite di tutte le giornate di campionato».
Gallinelli: «Per le altre partite arbitrate da De Santis non ci sono degli elementi tecnici che vi hanno spinto ad osservare?».
Auricchio: «Se non ci sono elementi tecnici non sono state osservate».
Gallinelli: «Ci sono stati elementi tecnici che vi hanno spinto ad osservare, con le stesse modalità di Lecce -Parma le altre partite arbitrate da De Santis?».
Auricchio: «Si. Nel caso di Lecce-Parma..».
Gallinelli: «Le altre..Lecce-Parma mi ha risposto».
Auricchio: «Ce ne sono altre..che abbiamo analizzato».
Gallinelli: «Arbitrate da De Santis?».
Auricchio: «Arbitrate da De Santis».
Gallinelli: «Non a livello investigativo?».
Auricchio: «A livello investigativo dico.. uno che abbiamo fatto riferimenti in precedenza..per esempio nel..».
Gallinelli: «Non vi è nessuna differenza tra le modalità di osservazione tra la partita Lecce-Parma e le altre partite arbitrate da De Santis che sono state oggetto della vostra indagine?».
Auricchio: «Sono state attenzionate investigativamente quelle con dei collegamenti promanati dalle intercettazioni. Se lei mi chiede tutte le partite arbitrate da De Santis no».
Gallinelli: «Siccome lei ha detto, Lecce-Parma è stata osservata a livello investigativo, la mia domanda è ovvia, quali sono state le differenze, diciamo a livello di analisi, di questa partita rispetto alle altre se ha specificato che questa è stata esaminata a livello investigativo e non sportivo?».
Auricchio: «Mi perdoni avvocato, io non comprendo».
Gallinelli: «Sono stati effettuati dei servizi di osservazione a Lecce allo stadio?».
Auricchio: «No assolutamente no».
Gallinelli: «Questo volevo dire».
Gallinelli: «Cosa intende per modalità investigativa rispetto alle modalità con cui avete osservato le altre partite?».
Auricchio: «Ecco nel caso di Lecce-Parma non abbiamo osservato sul posto la partita».
Gallinelli: «Dice che avevate degli elementi tecnici, quindi attività tecniche e non avete ritenuto di andare di dover mandare...E perché no visto che avevate questi dati e elementi che sono emersi da attività tecnica ritenuto di dover controllare sul posto il regolare o irregolare andamento di questa partita di calcio?».
Auricchio: «Noi abbiamo controllato, su quella partita in particola abbiamo visionato il filmato della partita, abbiamo verificato l’andamento della partita e abbiamo riscontrato».
Gallinelli: «A livello investigativo intende la visione del filmato?».
Auricchio: «Si»
Gallinelli: «Con quale modalità è stato visionato questo filmato, da lei, solo da lei, e da chi altro?».
Auricchio: «Da me e dai mie collaboratori dal punto di vista a livello televisivo».
Gallinelli: «In che data?».
Auricchio: «Credo Subito dopo una giornata.. 24 ore».
Gallinelli: «È stata redatta un’annotazione di servizio su questa osservazione del filmato?».
Auricchio: «No».
Gallinelli: «E questo filmato dove è stato visionato?».
Auricchio: «E' stato visionato..Credo su sky ora non ricordo con precisione».
Gallinelli: «A casa sua o negli ufficio del nucleo?».
Auricchio: «Negli uffici del nucleo».
Gallinelli: «Non si ricorda insieme, unitamente a quali altri suoi colleghi dell’indagine?».
Auricchio: «No».
Gallinelli: «Non si ricorda.. e via Inselci ha una postazione sky?».
Auricchio: «Abbiamo registrato a partita di sky e l’abbiamo verificata successivamente».
Gallinelli: «Solo per questa partita, per le altre partitre non è stato ovviamento effettuato questo tipo..».
Auricchio: «Anche questa mattina mi é stato chiesto quando ci sono stati riferimenti alle partite visionate, ho risposto si o no a seconda che sia stata visionata o meno la partita».
Gallinelli: «Quindi è stata visionata su sky, ma registrata. Negli uffici del nucleo investigazione di via Inselci, non è stata redatta nessuna annotazione tecnica su questa attività svolta?».
Auricchio: «No».
Gallinelli: «Benissimo».
Gallinelli: «Per altre attività di indagine, credo voi annotate tutte le attività svolte?».
Auricchio: «Non mi pare».
Gallinelli: «Chiedo».
Auricchio: «Se è un'attività esterna, un servizio di osservazione esterno, si produce un’annotazione di polizia giudiziaria, in questo caso non è un filmato particolare, è un filmato verificabile sempre, non c’è un’acquisizione».
Gallinelli: «Dico, avete visionato tutta la partita, l’avete visionata avvalendovi della moviola? come è stato?».
Auricchio: «L’abbiamo visionata la partita, ma non ci sono degli esiti tecnici relativi alla partita..cui lei mi chiede».
Gallinelli: «L'avete visionata da un punto di vista investigativo, l’ha detto lei».
Auricchio: «Si, l’abbiamo visionato ma non è un’attività tecnica che è stata fatta».
Gallinelli: «Chi ha registrato la partita?»
Auricchio: «Non lo ricordo»
Gallinelli: «Quindi una partita così importante, tanto che anche a livello sportivo è costata una squalifica importante per De Santis, non è stata attenzionata con le formalità richieste».
L'attenzione del legale si sposta su un altro aspetto: “la condotta automatica”.
Gallinelli: «Nell'informativa del 2 novembre 2005 viene affermato quanto segue, “Quando il determinato arbitro si vede assegnato per lo specifico incontro sembra agire per automatismo verso il conseguimento dello scopo cui si tende, attivandosi per far maturare durante la gara i presupposti che gli consentono di favorire la squadra beneficiante, ciò è apparso sistematico e fin troppo evidente per la Juventus”. Per la Juve parleremo dopo. Per quanto riguarda Lecce-Parma avete ipotizzato una condotta automatica, con scopi già prefissati. Quale senso ha, rispetto a quello prospettato nell'informativa, la telefonata della mattina tra Bergamo e De Santis se la condotta arbitrale -fraudolenta a vostro dire-, era automatica? Quale senso avrebbe, secondo la sua intelligenza investigativa, tale telefonata?»
Auricchio: «In effetti De Santis rassicura Bergamo... non la vedo in contrasto».
Gallinelli: «Quindi non c'era un automatismo».
Auricchio: «Bergamo gli dà un “in bocca al lupo” e De Santis risponda “usiamo la testa, ho detto agli assistenti correte poco e usate la testa”, Bergamo gli dice, “Bravo. Massimo evitiamo pure...” …»
Gallinelli: «Ecco, poi il contenuto lo valuterà il tribunale. Dal punto di vista formale c'è qualcosa di strano? C'è un'anomalia in una telefonata prima della partita tra uno dei designatori e l'arbitro?»
Auricchio: «Beh, siamo sicuramente all'ultima giornata del campionato... »
Gallinelli: «No, io le chiedo se è anomalo dal punto di vista formale che il designatore chiami l'arbitro».
Auricchio: «No, in questo senso no».
Gallinelli: «Telefonata del 22 maggio 2005 (una settimana prima di Lecce-Parma), tra Maria Grazia Fazi e Bergamo, entrambi imputati e che sarebbero associati con il Da Santis. Quale rilevanza avrebbe avuto il comportamento arbitrale, definito da voi fraudolento, per le finalità dell'associazione? Il risultato di parità a quale società avrebbe dovuto apportare vantaggio?»
Auricchio: «Nel caso dell'ultima giornata alla Fiorentina »
Gallinelli: «Quindi De Santis avrebbe avuto un ruolo determinante?»
Il legale dell'ex arbitro romano sintetizza la telefonata in questione tra la Fazi e Bergamo evidenziando il seguente passaggio: «Fazi, “Massimo De Santis è disintegrato, è morto”».
Gallinelli: «Dalla visione di Lecce-Parma quali condotte arbitrali strane ha potuto rilevare? Condotte anomale oppure contrarie al regolamento di gioco?»
Auricchio: «Anomalie tecniche no. Lo stesso De Santis ci dice alla fine della partita come si è comportato»
Gallinelli: «Quali comportamenti fraudolenti ha potuto notare nel comportamento dell'arbitro nel corso di Lecce-Parma?»
Auricchio: «Ha gestito la partita in modo da ...»
Gallinelli: «Le chiedo dei fatti specifici».
Auricchio: «Per quanto riguarda i fatti specifici, ha proceduto secondo quanto dice lui, “Abbiamo fatto un bel servizio...”»
Gallinelli: «No lo dice lei, io lo chiedo a lei»
Casoria: «Vabbè ma questa è una valutazione stretta, avvocato non gliela ammetto».
Gallinelli: «La valutazione giustamente la dovrà fare il tribunale. Siccome ha visto la partita per uno scopo investigativo, mi chiedo quale è stato il risultato di tale attività»
Casoria: «Non ha rilevato cose particolari, mi pare di aver capito».
Auricchio: «Sì, se non le circostanze che lo stesso De Santis ci dice...»
Gallinelli: «E' una partita che è stata contestata, risponde anche di questa partita De Santis. Non è una partita che non ha rilevato, che non è di riferimento»
Auricchio: «Nel senso che da attività tecnica, di ammonizioni,espulsioni... »
l'avvocato Gallinelli ricorda il capo di imputazione, dal quale risulta che la designazione dell'arbitro romano fu preordinata al 3-3 di Lecce-Parma.
Casoria: «Lui fatti non ne ha percepiti. È così?»
Gallinelli: «Se si parla di condotte finalizzate a predeterminare non l'esito della partita, “vince il Parma” o “vince il Lecce”, ma addirittura il risultato, tre pari».
Auricchio: «Nessuno ha detto del tre pari». Qui non si dice nulla, ma si allude a tutto...
Casoria: «Dice, se ha visto la partita qualcosa che destasse sospetto doveva rilevarla nella circostanza. Se no che l'avete vista a fare?».
Auricchio: «La visione del filmato era per verificare alcune circostanze che si sono poi verificate nel corso della parte finale della partita. Noi stessi abbiamo poi convocato alcuni protagonisti...».
Gallinelli: «Nella parte finale della partita da che minuto?»
Auricchio: «Gli ultimi dieci minuti, ma c'è un motivo: De Santis dopo la partita nel commentare con Mazzini dice, “Ha fatto lo st***do alla fine Vignaroli...”»
Gallinelli: «Mi scusi, lei sta riferendo quello che dice il mio assistito, io sto facendo le domande a lei...»
Auricchio: «Lei potrebbe chiedermi perché i dieci minuti finali e non quelli iniziali».
Gallinelli: «Non ho chiesto dei dieci minuti iniziali, ho chiesto della partita perché è la partita che a De Santis viene contestata, sulla base di una vostra attività investigativa. Perché i capi di imputazione non nascono nelle procure per caso. Allora, da che cosa desume che De Santis, con Bergamo e compagnia bella, ha predeterminato addirittura il risultato di tre pari per questa partita»
Casoria: «Avvocato, il risultato di tre pari già ha detto che non lo ha detto»
Gallinelli: «Siccome parlava di dieci minuti, che cosa succede in quei dieci minuti? Cosa ha fatto De Santis per meritare questo capo di imputazione?»
Auricchio: «Il risultato è il risultato di pareggio, non di 3-3... »
Gallinelli: «E quindi?»
Il pm Capuano: «Presidente possiamo far rispondere il teste? Perché interrompe» Capuano si guadagna la pagnotta con un intervento di alleggerimento in favore del teste.
Casoria : «Non deve accavallarsi avvocato».
Auricchio: «Quindi il risultato della partita che era il pareggio. Risultato utile nel contesto complessivo di partite, che investigativamente abbiamo ritenuto interessanti e rilevanti. In particolare nella condotta di De Santis, lo stesso nella conversazione che ha richiamato l'avvocato dice, “Sono intervenuto su Morfeo, mi ero messo avanti con il lavoro”. Lo riferisce a Mazzini che non è un designatore, visto che prima abbiamo detto, “E' normale che il designatore chiami De Santis”. In questo caso è meno normale che il Mazzini chiami il De Santis».
Gallinelli: «Mazzini è?»
Auricchio: «Il vicepresidente della federazione».
Gallinelli: «E' il dirigente di una società?»
Auricchio: «No, infatti non ho detto che è anomalo, ho detto che è meno normale. In questa telefonata si fa riferimento alle attività di ammonizione ed espulsione comminate nel corso della partita e in particolar modo nella parte finale, dove ha espulso Vignaroli, calciatore del Parma. Testualmente dice: “No ha fatto lo st***do alla fine Vignaroli, l'ho considerato espulso perché mi ha minacciato. Poi è venuto Cinquini che mi dice, 'senta però una partita così ci vuole un minimo di buon senso. Ho finito la partita adesso vado a fare lo spareggio, ho cinque squalificati'. E io gli ho detto, 'E allora, è un problema mio?'». Segue la lettura della conversazione. «Quindi l'attività che è stata fatta è sulla base delle attività sanzionatorie comminate da De Santis nel corso della partita. Sanzioni che incidono sull'andamento della partita»
Gallinelli: «Incidono su tutti i campionati, anche su quello in corso. La domanda è se avete riscontrato attività fraudolente da parte di De Santis. Quanto riferito da De Santis, corrisponde al referto arbitrale?».
Auricchio: «Sì sì»
Gallinelli: «Dalla visione della partita ha rilevato che De Santis ha ammonito un calciatore scrivendo nel referto che ha colpito un avversario, ma non ha colpito nessuno? E il referto è quindi non compatibile con il regolamento?»
Auricchio: «No».
Gallinelli: «Poi se il tribunale mi autorizza, ho prodotto i filmati, possiamo vederli e commentarli con il teste. Però che si addebiti a De Santis attività fraudolenta sulla base di ipotesi astratte».
Casoria: «Queste dissonanze non le ha rilevate».
Gallinelli: «Ricorda se notò un comportamento da parte dei giocatori del Lecce nella parte finale della partita?»
Auricchio: «Anomalo in che senso?»
Gallinelli: «Lei ha ascoltato Zeman?»
Auricchio: «Sì».
Si ripercorre un elemento già analizzato durante i precedenti controesami: il disimpegno dei leccesi e dei parmensi oltre alla reazione di Zeman.
Gallinelli: «Questo dipendeva dal comportamento dell'arbitro?»
Auricchio cerca di svicola poi ammette: «Sì, sono i giocatori».
Gallinelli: «Lei dice che De Santis aveva interesse che il risultato di pareggio permanesse. Quanti minuti di recupero ha dato?»
Auricchio: «Tre minuti al primo tempo e quattro al secondo».
Anche qui si ripete quanto già detto e cioè che nel recupero il Parma andò vicinissimo al gol.
Auricchio: «Il recupero è piuttosto oggettivo. Non è stato finalizzato a...» In pratica uno si adopera per novanta minuti al fine delinquenziale e poi fa in modo di buttare tutto alle ortiche con il recupero, quando poi non ci sarebbero più opportunità di rimediare?
In realtà, come fa notare il difensore dell'ex fischietto, essendo state solo due le sostituzioni, il recupero poteva essere anche inferiore.
Calciopoli, difesa De Santis. II parte
Tribunale di Napoli – Udienza del 23 marzo 2010, quarta audizione teste Auricchio. Gallinelli, difesa De Santis. II parte
Il sistema di "autocontrollo"
L'avvocato Gallinelli attinge ancora alla informativa del 2 novembre 2005: «”Il sistema di autocontrollo, sospensione di uno o più turni, arbitraggio di partite di minor interesse, relegazione al ruolo di quarto arbitro, note caratteriali a fine campionato positive o negative, sono gestite in totale discrezionalità dai due designatori e concretizzano ormai da lunghi anni i necessari strumenti di coazione psicologica che comprimono ogni autonomia decisionale in capo al singolo arbitro interessato”. Lei ha notato nel corso della partita Lecce-Parma una compressione dell'autonomia decisionale di De Santis? Avete analizzate altre partite di De Santis?»
Auricchio: «Sono state comminate ammonizioni, come da referto aveva le motivazioni per farlo»
Gallinelli: «Ricorda ad esempio per quale motivo fu ammonito Morfeo?»
Auricchio: «Per proteste».
Gallinelli: «La protesta è un presupposto di fatto compatibile con un provvedimento di ammonizione?»
Auricchio: «Sì, sì. Fu espulso poi Morfeo...»
Gallinelli: «No e questo è un dato tabellarmente che posso confutare, è un'altra distorsione. È stato ammonito e non espulso. È stato frutto di una vostra erronea valutazione?».
Auricchio: «Il tabellino sportivo della stampa... » era sbagliato
Gallinelli: «Il referto dell'arbitro è stato acquisito prima di scrivere l'informativa o solo dopo?»
Auricchio: «Nell'informativa poi riportiamo il referto e il dato corretto. Io ho riportato la gazzetta dello sport».
Gallinelli: «Beh, ogni tanto avreste dovuto leggere anche altri giornali»
Auricchio: «L'errore non è nostro, Morfeo espulso era riportato secondo il giornale gazzetta»
Gallinelli: «Lei cosa intende per tabellino sportivo?»
Auricchio: «Per ogni partita abbiamo riportato, con un modestissimo taglia/incolla, il dato da tabellino sportivo che abbiamo importato dal sito della gazzetta dello sport, formazioni, arbitro, marcatori, note».
Il teste precisa che a causa della concitazione della partita per i quotidiani era stato difficile ricostruire i provvedimenti disciplinari dell'arbitro. Successivamente i carabinieri hanno verificato la reale situazione tramite il comunicato ufficiale della Lega.
Gallinelli smentisce questa asserita confusione giornalistica producendo un giornale della sera stessa della partita.
Collina l'intoccabile
Gallinelli: «Mentre si giocava Lecce-Parma, che secondo le prospettazioni dell'accusa fu alterata a favore della Fiorentina, si ricorda con chi giocava la Fiorentina, chi era l'arbitro e quale fu il risultato?»
Auricchio: «Fiorentina-Brescia 3-0, arbitro Collina»
Gallinelli: «Ha visto la partita dal punto di vista investigativo? Ha notato delle anomalie e gol cosiddetti fantasma che sono stati dati alla Fiorentina?»
Auricchio: «Non lo ricordo per Fiorentina-Brescia, la partita si è subito messa su un binario, 2-0. Non è stata una partita particolarmente tesa o anomala nel comportamento arbitrale»
Gallinelli: «Ci sono state polemiche su questa partita? O forse perché arbitrava Collina le polemiche non sono neanche consentite?»
Auricchio: «Non ricordo commenti particolarmente sensibili sull'arbitraggio».
Gallinelli: «Nell'informativa parla di due episodi entrambi sfavorevoli alla squadra ospite»
Auricchio legge i titoli degli articoli richiamati nell'informativa che non riportano gli episodi dubbi. Il legale invece legge l'informativa, laddove sono ricordati i due episodi ed è scritto: “Episodi dubbi vennero citati solo marginalmente dai mass-media perché la terna arbitrale era guidata da Collina” .
Gallinelli: «Che ha l'immunità arbitrale Collina?». Poi aggiunge: «Quindi ci sono state contestazioni.
Auricchio: «Veramente sosteniamo il contrario, vennero citati solo marginalmente dai media».Ennesima conferma che l'attività investigativa si indirizzava secondo le polemiche mediatiche.
Gallinelli: «Se l'arbitro fosse stato De Santis al posto di Collina forse...no? »
Auricchio: «Beh, l'obiettivo era quello di salvare la Fiorentina, l'ipotesi investigativa è questa». E l'arbitro che sbagliando favorisce direttamente i viola non viene indagato...
Casoria: «Vabbè..., andiamo...». Vabbè che?
Gallinelli: «L'arbitro era Collina non De Santis... »
Pm Capuano: «Presidente però questi commenti...Domanda e risposta, senza commenti».
Gallinelli: «Il colonnello lo ha scritto nell'informativa...»
Capuano: «Che domanda è?» Se vuoi te lo spiego io che cos'è il non indagare su Collina: omissioni in atti d'ufficio.
Come al solito quando ci sono difficoltà per qualcuno, si crea ad arte la caciara...
Gallinelli: «La partita precedente a Fiorentina-Brescia, Brescia-Messina, da chi fu arbitrata? Si ricorda il risultato finale?»
Auricchio: «2-1 per il Brescia. L'arbitro non me lo ricordo».
Gallinelli: «L'arbitro era De Santis. Aiutandosi con la sua documentazione, il Brescia aveva in campo dei giocatori diffidati?»
Auricchio: «Non lo ricordo. Non ricordo che Brescia-Messina sia stata attenzionata da noi».
Gallinelli spiega perché si concentra su questa partita: «Il risultato positivo per il Brescia, poteva pregiudicare le aspettative della Fiorentina. La Fiorentina avrebbe preferito una vittoria o una sconfitta del Brescia?»
Auricchio: «Una sconfitta del Brescia, credo».
Gallinelli: «Quindi De Santis in questo caso sarebbe andato contro, non avrebbe favorito la Fiorentina».
Auricchio: «No, non avrebbe favorito la Fiorentina».
Gallinelli: «C'era un giocatore diffidato del Brescia, si ricorda se è stato ammonito?»
Auricchio: «No, non lo ricordo».
I cosiddetti arbitraggi “favorevoli alla Juventus”
Gallinelli: «Informativa del 19 aprile 2005, “I risultati acquisiti dall'attività di indagine convergono verso una pianificazione stabile e sistematica diretta a creare le condizioni che consentono il conseguimento del risultato più conveniente alla squadra di cui Moggi è Direttore generale, alterandone lo svolgimento e quindi l'esito delle gare attraverso la collocazione di arbitri ad hoc, che arbitrano in modo unilaterale a favore della Juve. Il vantaggio ricavato dagli arbitri per la loro contiguità risulta essere la garanzia di giungere ai massimi livelli di carriera” eccetera eccetera... Ecco, estrapolando il De Santis da questa categoria di arbitri corrotti, che arbitrano in modo unilaterale in favore della Juventus, con riferimento a quali partite da voi attenzionate avete ravvisato tale tipo di condotta?»
Auricchio: «Le abbiamo citate in sede di esame..., sono nei capi di imputazione comunque, Lecce-Juve ad esempio...»
Gallinelli: «Posso aiutarla io? Juventus-inter? Tredicesima giornata, 20 aprile 2005, risultato Juve zero inter uno. Rispetto a questa partita cosa mi può dire?»
Auricchio: «Vale quello che abbiamo detto prima».
Gallinelli: «Quali comportamenti favorevoli alla Juventus ha ravvisato da parte di De Santis?»
Auricchio: «Le attività di De Santis a partire dal febbraio 2005... »
Gallinelli: «Si ricorda chi era in lotta con la Juve per lo scudetto il 20 aprile del 2005? »
Auricchio: «Era in lotta con il Milan. Con quella sconfitta credo che il Milan raggiunse gli stessi punti della Juve».
Gallinelli: «Quali condotte favorevoli (alla Juve, ndr) del De Santis ha ravvisato in questa partita? Come vantaggi diretti»
Auricchio: «Aprile 2005 è un periodo investigativo piuttosto chiaro, De Santis riceve una notifica di proroga delle indagini...»
Gallinelli: «Chiedo scusa presidente, ho delineato bene la domanda...»
Casoria: «Allora risponda direttamente su questa partita. Poi dice la spiegazione».
Auricchio: «La partita di cui lei parla, come Parma-Juventus e Palermo-Juventus, è una di quelle per le quali l'atteggiamento del De Santis è esattamente all'opposto. La motivazione che noi abbiamo dato a questo atteggiamento è legata sostanzialmente...».
Gallinelli: «Chiedo scusa, ma io ho parlato di condotte arbitrali specifiche. Quali episodi?»
Auricchio: «Non ci sono condotte tecniche da questo punto di vista, le sto dando una motivazione, se la vuole, se no, la mia risposta è no».
Casoria: «Non ci sono».
Gallinelli: «Allora l'aiuterò...».
Il legale evidenzia la mancata espulsione di Cordoba, che il teste non ricorda. Evidenzia lo status di diffidati di Ibrahimovic e Appiah, anche di questa circostanza il teste non ricorda, così come non ricorda se furono ammoniti.
Gallinelli: «Ricorda se a seguito di quella partita Ibrahimovic fu squalificato per tre turni, squalifica che non gli consentì di giocare lo scontro diretto con il Milan?»
Auricchio: «In seguito della prova televisiva»
Gallinelli: «Un turno per ammonizione e due in seguito alla prova televisiva».
Ovviamente con riferimento alla prova televisiva il legale di De Santis vuole fra notare che se l'arbitro avesse riferito di aver visto l'episodio per il quale venne chiesta, considerando non sanzionabile l'episodio, non vi sarebbero stati i due turni di stop per lo svedese.
Gallinelli: «Quale organo della giustizia sportiva è deputato a chiedere l'applicazione di tale strumento disciplinare?»
Auricchio: «Dipende dalla circostanza...»
Gallinelli: «C'è una procedura che è stabile ed è sempre quella. È prevista dal regolamento».
Casoria: «Avvocato lo dica, chi è che ha preso questa iniziativa? E così lui controlla... »
Gallinelli: «La procura federale chiede l'applicazione della prova televisiva. Poi il giudice sportivo convoca l'arbitro, se l'arbitro dichiara di aver visto l'episodio e valutato, non si procede a nessuna applicazione di prova televisiva. Se l'arbitro dice di non aver visto l'episodio, a quel punto si instaura la procedura».
Casoria: «Questo perché inciderebbe sulla posizione di De Santis?»
Gallinelli: «Adesso vediamo. L'arbitro De Santis se avesse dichiarato di aver visto e valutato l'episodio, non avrebbe consentito l'applicazione della prova televisiva, e quindi Ibrahimovic non avrebbe avuto altre due giornate di squalifica e quindi avrebbe giocato la partita decisiva. Le sembra questo comportamento compatibile con quel teorema accusatorio vostro?»
Auricchio: «Il comportamento è compatibile secondo la nostra ricostruzione... »
Gallinelli: «No, no».
Casoria: «Vediamo come giustifica...»
il pm Capuano non appena gli toccano il teorema: «Presidente facciamo finire di rispondere però... perché ogni volta che risponde però... avvocato anche lei...». Sembra un bambino che protesta...
Interviene il Presidente per ristabilire l'ordine.
Auricchio: «Il comportamento storico del De Santis in questo momento storico del campionato è un comportamento oggettivamente contrario alla Juventus. Lo abbiamo sostenuto e lo abbiamo poggiato su valutazioni obiettive». Obiettive per chi?!
Casoria: «L'avvocato vuole sapere “compatibile” perché?»
Auricchio: «C'è una motivazione oggettiva per cui ciò accade, secondo la nostra valutazione, ed è quella che il De Santis, in quel momento storico, a partire dal febbraio in merito alle sue attività di acquisizioni sulle inchieste che lo stavano andando a riguardare, ha fatto questo tipo di valutazione». Lo “sdoganamento”.
Gallinelli: «Da febbraio, il campionato di calcio quanti mesi dura »
Auricchio: «Parliamo di febbraio, marzo e aprile. A febbraio aveva le esigenze conoscitive, ad aprile ha avuto direttamente cognizione...»
Gallinelli: «Ve lo ha detto lui?»
Auricchio: «E' stata notificata la richiesta di proroga delle indagini ai soggetti sottoposti a indagine».
Casoria: «Loro hanno verificato una presa di distanza dalla Juventus e hanno interpretato... »
Gallinelli: «Ecco e siamo ad aprile, febbraio, marzo e aprile. Poi Lecce-Parma 29 maggio. Invece non aveva più l'avviso di garanzia, non aveva niente?»
Auricchio: «No, Lecce-Parma invece rientra, evidentemente il signor De Santis ricambia... »
Gallinelli: «E' un camaleonte!»
Auricchio: «...ricambia e ce lo dicono gli stessi colloqui». Ma ci faccia il piacere ci faccia!
Gallinelli: «Quanto dura il campionato di calcio 2004-05?»
Auricchio: «Da Agosto a maggio.»
Gallinelli: «Quindi, abbiamo tre mesi di ripensamento. Una persona strutturata in un contesto associativo, con un ruolo determinante come quello di capo della combriccola romana, perché ad aprile gli è arrivato un avviso di garanzia, non si presta più a favorire più la squadra della Juventus (già da febbraio! Ndr), pregiudicando tutta un'attività»
Auricchio: «Assumere atteggiamenti oggettivi di contrarietà alla Juventus».
Gallinelli: «Addirittura di contrarietà? Si sarebbe esposto comunque»
Auricchio: «Si espone lo abbiamo anche registrato nei colloqui, si è preso dei riferimenti come hanno citato la Fazi e Bergamo, dove il problema era proprio De Santis. Questo comportamento non è passato in modo irrilevante. La parte finale non è a favore della Juve, ma è a favore della Fiiorentina. Ne è consapevole perché nella telefonata con Mazzini dopo Lecce-Parma è lo stesso De Santis che riferisce il collegamento con la Fiorentina che si è salvata. Anzi fa proprio la battuta esaltando il concetto che lui durante la partita ha fatto finta di non sapere che la Fiorentina sarebbe stata salva con quel risultato».
Gallinelli: «Però prima abbiamo fatto un riferimento anche a Brescia-Messina», che smentisce questa ricostruzione. «Cominciamo a mettere insieme questi comportamenti di ripensamento. Allora: Brescia-Messina, De Santis arbitra, vince il Brescia...»
Auricchio: «Nessuno gli ha chiesto niente, nessuno gli ha detto niente...». Comodo uscirsene così!
Gallinelli: «Una condotta anti-associativa, giusta?»
Auricchio: «Brescia-Messina lo dice lei, per noi è irrilevante. Perché in quel momento la partita è Lazio-Fiorentina, che se non si fosse chiusa con quell'episodio eclatante, la partita si sarebbe chiusa in quel momento, non ci sarebbe stato neanche bisogno di Lecce-Parma». Tutto quello che non corrobora l'accusa è “irrilevante” per il colonnello!
Gallinelli: «Senta, ma io parlo delle partite di De Santis. Se il Brescia avesse vinto a Firenze, avrebbe avuto rilevanza Lecce-Parma?»
Auricchio: «La Fiorentina sarebbe andata in serie B».
Gallinelli: «Siccome ho sentito parlare di ripensamenti, non nell'arco di dieci anni di struttura associativa, e sarebbe comprensibile che ha avuto tre mesi di ripensamento. Ma qui parliamo di nove mesi... De Santis avrebbe compromesso...»
Auricchio: «Da febbraio diciamo».
Gallinelli: «Parma-Juventus è del 6 gennaio, là che atteggiamento ha De Santis?».
Auricchio: «Esattamente, iniziamo da quell'anno, non da agosto».
Gallinelli: «Un mese in più allora?»
Auricchio: «Ma anche maggio. L'ultimo anello...»
Gallinelli: «Ma quand'è che è associato De Santis?»
Auricchio: «L'ultimo anello che abbiamo esaltato è in relazione alla Fiorentina, non in relazione alla Juventus. Non un ripensamento...».
Gallinelli: «Adesso mi sembra che sia suggestiva questa cosa. Si tratta di programma criminoso, a De Santis viene contestato di essere promotore, organizzatore e partecipe di questa struttura associativa. È anche promotore e ripensa..., è partecipe, sicché ripensa..., si fa dei rimorsi di coscienza... Ha quattro mesi di ripensamento»
Auricchio: «Non quattro mesi. Dal 2005 in poi De Santis assume un atteggiamento logico secondo la nostra ricostruzione». Logica sì. Quale? «L'ultima partita, Lecce-Parma, non è un pro-Juve, è un pro-Fiorentina...»
Gallinelli: «Chiedo scusa, sono condotte anche queste del programma cosiddetto finalizzato anche al salvataggio della Fiorentina. Quindi secondo la vostra ricostruzione accusatoria, De Santis sarebbe stato asservito alle società Messina (e già c'è un atto contrario al fine associativo, il Messina perde contro il Brescia), Juventus (Parma-Juventus è del 6 gennaio)... Palermo-Juventus, Parma-Juventus e Juventus-inter, secondo Moggi, intercettato al telefono in tempi non sospetti, sarebbero costate per colpa del De Santis sei punti alla Juventus. Sei punti in un campionato sono importanti, soprattutto tra squadre che sono state in lotta per la conquista del titolo fino all'ultimo punto».
Fiorentina-Bologna, arbitro De Santis
Gallinelli: «Questa partita si inquadra, secondo la vostra prospettazione accusatoria, nei vantaggi non più diretti, ma indiretti, Cioè, De Santis non arbitra la partita contestatagli, ma arbitra una partita in cui una della due squadre la settimana successiva deve incontrare la Juventus. Capo G dell'imputazione, “ De Santis, Bergamo, Moggi compivano atti fraudolenti consistiti nell'alterazione del sorteggio del direttore di gara e per De Santis nella dolosa ammonizione, come se esistesse quella colposa, dei calciatori del Bologna, successivo avversario della Juve, Petruzzi, Nastase e Gamberini, già diffidati e conseguentemente squalificati per l'incontro Bologna-Juve. Atti finalizzati ad influire sull'andamento della partita successiva, ma che comunque alteravano la regolarità e l'andamento della partita Fiorentina-Bologna”. Con questa unica condotta non solo gli si contesta la direzione arbitrale per quella partita, ma ha anche concorso con l'arbitro poi che arbitrerà Bologna-Juventus, perché avrebbe pregiudicato il Bologna. Sono state compiute attività tecniche, servizi di osservazione nella sede in cui veniva effettuato il sorteggio arbitrale, e che vi hanno consentito di raccogliere dei riscontri oggettivi in merito all'alterazione del sorteggio e alla designazione fraudolenta del De Santis per la partita Fiorentina Bologna?».
Auricchio: «No il sorteggio...»
Gallinelli: «Quindi non avete riscontrato nessuna...? Avete visionato il filmato della partita Fiorentina Bologna?»
Il Presidente chiede di sospendere per cinque minuti per necessità dello stenotipista, però si deve arrendere alle richieste dei pm e degli avvocati, tra i quali Trofino: «Presidente, lei lo sa, sono piuttosto datato, sono piuttosto vecchietto, ma dopo nove ore... Domani abbiamo un processo»
L'avvocato Gallinelli rende noto che ha ancora circa due ore di controesame...
Il Presidente acconsente alle richieste e aggiorna la causa al 30 marzo.
Calciopoli. News da Napoli
Gallinelli difesa De Santis. Udienza del 30.03.2010.
Moggi non sapeva nemmeno che il Bologna avesse giocatori diffidati e ammoniti da De Santis!
Continua l’esame del teste da parte dell’Avvocato Gallinelli, difensore di De Santis. Si parte analizzando la partita Fiorentina Bologna del 05.04.2004 e ci sono i primi tentennamenti di Auricchio. I procedimenti a carico di Palanca e Gabriele erano in corso e -secondo il colonnello- De Santis non era condizionato da questo fatto. Il “ripensamento” pur essendo collegato “anche” a questa gara, non incide in quando l’arbitro favorirebbe comunque indirettamente la Juventus. La gara non è stata seguita, nessun servizio di osservazione allo stadio, non è stata vista la registrazione, non ci sono telefonate tra De Santis e Moggi, Pairetto o Bergamo prima della partita, non sono stati ascoltati i collaborati dell’arbitro. Il Colonnello ricorda ancora la presunta telefonata tra Moggi e Racalbuto ma interviene Prioreschi:” Giudice, ancora con questa telefonata... lo ipotizzano loro che sia Racalbuto.
Telefonata Damascelli-Moggi. “Ma è una telefonata giudice che importanza ha...?”
Dopo aver accertato che la telefonata parte da Damascelli, Gallinelli chiede chi -a differenza di quanto riportato nell'informativa- utilizza l'espressione “delitto perfetto” ed il Colonnello afferma che l’espressione appartiene a Damascelli, che è vero che Moggi non sapeva che il Bologna avesse giocatori diffidati e ammoniti da De Santis e che Damascelli erroneamente dice che i diffidati erano 3 mentre erano solo 2 (Gamberini no) e quindi Moggi non sapeva né che ci fossero giocatori diffidati, né che De Santis lo avesse ammonito.
PM: “Ma è una telefonata, giudice che importanza ha...?” Dopo aver fondato tutto l’esame sulle telefonate ora dicono che non ha importanza!
In merito alle diffide, non hanno verificato se i giocatori avessero messo in atto atteggiamenti tali da comportare le ammonizioni; è stato acquisito il verbale di gara ma non hanno riscontrato il dato; non hanno sentito né giocatori né dirigenti del Bologna, non hanno letto i commenti successivi.
Intercettazione Meani-Bergamo
L’interesse investigativo è suscitato dalla curiosità di Meani ( al telefono con Bergamo: "Fa un'ammonizione un po’ così, poi un'altra ammonizione... erano due diffidati...e la domenica dopo incontrava la juve"). Non è stato accertato quante ammonizioni avevano avuto in precedenza i due squalificati e chi gliele aveva date (ammonizioni tutte fatte da arbitri non coinvolti nel processo).
Vantaggi diretti
De Santis ha arbitrato per 5 volte la Juventus (Juve-Atalanta, Lecce-Juve, Parma-Juve, Palemo-Juve, Juve-Inter) e si inizia analizzando la partita con il Parma. L’avvocato legge il pezzo dell’informativa dove viene scritto: “l'atteggiamento di De Santis è talmente sfacciato che anche l'osservatore parla di atteggiamento particolare dell'arbitro”. Una partita (pareggio) che permise al Milan -vittorioso- di ridurre la distanza della Juve e caratterizzata da un mancato rigore alla Juventus che il colonnello dice di non ricordare. Questa gara non è stata contestata a De Santis, “Perchè dal contenuto delle intercettazioni emergeva che Moggi negli spogliatoi aveva detto che non era colpa sua”. Auricchio conferma che secondo lui la Juventus non è stata danneggiata in quella partita.
“Lo Sdoganamento”: il procedimento è quello della procura di Torino di Guariniello!
Introducendo la partita Palermo-Lecce del 20.02.2005, chiede se De Santis aveva già ricevuto l’avviso e Auricchio, lasciando sorpresi sia l’avvocato, sia la stessa Casoria ( “lei lo aveva messo in collegamento...”) afferma: “non parlavo di questo procedimento ma quello della procura di Torino di Guariniello”.
Juventus-Inter: Ibra e Appiah
Non sono state fatte indagini per verificare quanti diffidati sono stati ammoniti da De Santis.
Forentina- Milan e Livorno-Siena. “Questa non è correttezza professionale!”
Tre diffidati: Rui Costa, Nesta e Seedorf; De Santis non ammonì nessuno dei tre ma Auricchio non ricorda. In quel momento, a detta del Colonello, De Santis era “sdoganato” e Gallinelli fa presente:” la settimana dopo, visto che entra ed esce dall'associazione... c'è un capo di imputazione, Livorno-Siena......”. Contestazione dell’avvocato che tiene a precisare:” Innanzitutto le dico che l'avviso di proroga delle indagini arriva a De Santis solo a giugno e non a febbraio, le risulta o no, pm? questa non è correttezza processuale! Livorno-Siena, viene contestata l'aggravante dei “motivi abietti e futili… “, De Santis avrebbe arbitrato in un certo modo questa gara per vendicarsi di Spinelli che aveva rilasciato dichiarazioni sulla combriccola romana. De Santis che il 1 maggio era sdoganato, l'8 rientra in dogana e arbitra in quel modo Livorso-Siena?”. Seguono le domande di rito a cui Auricchio risponde di non aver visto la gara, che non ci sono conversazioni telefoniche, che non ha controllato quante giornate furono date a Galante e che non risulta atto fraudolento di De Santis; ricorda solo il risultato. Viene inoltre chiesto se il giocatore ha dato un calcio a gioco fermo all’avversario e Auricchio conferma. De Santis ha arbitrato una sola volta il Livorno e l’ipotesi era il rapporto conflittuale con Spinelli.
Reggina-Cagliari
Non c’è stata alterazione del sorteggio, l’arbitro della gara doveva essere Rosetti sostituito poi da De Santis. Anche per questa gara si parla di un atteggiamento di De Santis contro Cellino, anche lui reo di aver parlato della combriccola. Non c’è stata nessuna verifica volte ad accertare quante volte De Santis ha arbitrato il Cagliari. Viene anche preso in esame un articolo della Gazzetta in cui si evidenzia che l’arbitro non era gradito nemmeno alla Reggina (“visto che leggete la gazzetta”..). Cellino viene squalificato dopo la gara (perché aveva rivolto parole di ironico complimento all'arbitro facendo segno con la mano), ma nel momento in cui l’avvocato chiede se hanno confrontato il referto, Auricchio tergiversa e se ne accorge la stessa Casoria: “il teste non vuole rispondere, vuole divagare”.
I vantaggi per De Santis
Andare ai mondiali ed arbitrare più partite possibili ma il colonnello non ha controllato il dato e non sa rispondere. L’avvocato legge un riscontro che conferma “più o meno” lo stesso numero di partite arbitrate dagli altri e non andò al mondiale.
Sim Svizzere e fuga di notizie
Gallinelli - Le risulta che De Santis nel 2004 - 2005 frequentava un corso per polizia penitenziaria?
Auricchio - Si
Gallinelli - Avete mai verificato dove si trovasse De Santis quando veniva intercettato?
Auricchio - No, non ho seguito io questo aspetto.
Gallinelli- Se si ricorda se ci fu un procedimento sulla fuga di notizie da parte dell'espresso
Auricchio - Sono sicuro che c' è stata un ‘inchiesta attivata proprio da mie dichiarazioni
Gallinelli - Venne accertata se questa fuga avvenne all'interno del nucleo investigativo?
Opposizione, domanda non ammessa.
Avvocato De Vita per Bergamo
Poche parole. Viene confermato il dato sulla partenza delle intercettazioni (dal 05.11.04 al 03.06.05, e dal 07.03.05 al 05.06.05 oltre che quella fissa dal 04.02.05 al 03..6.05). L’avvocato De Vita chiede se nell'ambito di questo lungo periodo, oltre ai soggetti noti ha individuato altri dirigenti, altri interlocutori della federazione. La risposta di Auricchio è generica: il numero è consistente, risponderle non è facile”.
Non hanno ascoltato tutte le intercettazioni (su tutte ci sono i brogliacci) e i brogliacci non sono altro che l’elenco dei contatti.
Avvocato Cirillo per Titomanlio e Ambrosino
L’avvocato ricorda due partite: Arezzo-Salernitana e Reggina-Messina. Per la prima ricorda di aver verificato due circostante, quelle che risultavano da una intercettazione di Meani (“ricordo di aver verificato la corrispondenza di quegli episodi con quello che diceva Titomanlio in quella telefonata). L’ altra non ricorda di averla visionata.
Difesa Della Valle
Rielezione di Carraro e Galliani. L’intervento è teso a constatare che fu con una modalità specifica di successione (accordo per due anni e poi sarebbe subentrato Abete). Il Colonnello non ricorda i programmi, ma fu subito introdotto il sistema del commissario unico, affiancato da 5 vicecommissari con designazione diretta, che era stato prospettato da Abete. Elezione di Carraro, viene chiesto se sono stati verificati gli schieramenti al fine di dire che fu “compromesso” tra le varie posizioni (Il ruolo di vicepresidente della lega venne completamente occupato da coloro che erano contrari a Galliani). Sul tema dei diritti televisivi il Colonnello dice di non saperne “granchè”.
Fiorentina-Messina ( compresa nel capo d’imputazione).
Auricchio: “Questa non è una partita che abbiamo approfondito, abbiamo solo preso quella intercettazione e per completezza abbiamo inserito gli articoli della gazzetta”.
Avvocato: “Colonnello, mi scusi, io le ho chiesto solo le fonti”
Auricchio: “Nessuna”
Bologna-Fiorentina
Avvocato: “Colonnello, a prescindere dal dato delle intercettazioni, dal punto di vista investigativa l'avete vista?”.
Auricchio: “No”.
Avvocato: “L'avete valutata?”
Auricchio: “Si”.
Avvocato: “Con quali fonti?”
Auricchio: “Quelle riportate nelle informativa”
Avvocato: “Quindi gli articoli dei giornali”
Auricchio: “Si”
Fiorentina-Milan
“Irrilevante”. Non sono stati fatti accertamenti investigativi specifici.
Appuntamento tra i Della Valle e Bergamo del 14.05
Avvocato: “Mi dice che cosa avete accertato?”
Auricchio: “I protagonisti dell'incontro”
Avvocato: “Solo questo?” Auricchio:”si”
Avvocato: “Quindi la vostra attività si è rivolta alla osservazione esterna dei partecipanti all'incontro, non avendo svolto intercettazioni ambientali né accesso all'interno della sala?”
Auricchio: ”No, non c'è stata attività tecnica”.
Vi era già conoscenza dell’indagine!
Avvocato: ”Avete mai sottoposto ad intercettazione diretta i due Della Valle?”
Auricchio: ”No”.
Avvocato: ”e perché, visto che ha dichiarato che quando emergevano altri soggetti come interlocutori mettevate sotto intercettazione anche loro?”
Auricchio: ”Perché eravamo già a maggio ed avevamo già l'idea di chiudere le attività tecniche e perché vi era già conoscenza dell'indagine”.
Avvocato: ”Che elemento ha per dire che i Della Valle e Mencucci erano a conoscenza di indagini relative ad altri soggetti?”.
Auricchio: ”Nessuna”.
Lazio-Fiorentina
Partita successiva all'incontro del 14 maggio. Si evidenzia il fallo di mani sulla linea di porta che non venne visto dalla terna e che sfavorì la Fiorentina.
Ultima giornata di campionato
L’avvocato chiede come mai non sono state attenzionate tutte le partite che riguardavano la lotta per la salvezza (sette su nove), anche se erano possibili 2187 combinazioni e nonostante nella informativa del 2 novembre opera una ricostruzione diversa. Include in questa analisi questi incontri ma anche altre valutazioni.
Fiorentina-Brescia
Attività di indagine: trascrizione dei commenti dei giornali (al tabellino dell'incontro di gazzetta e repubblica). I giornali quale squadra ritenevano che dovesse vincere; Collina arbitro e non sono stati fatti accertamenti su di lui.
Lecce-Parma
Questa partita è finita 5 minuti dopo la partita della Fiorentina e Auricchio conferma che non ha attenzionato questa situazione (nemmeno se sulla panchina erano al corrente della cosa), ma di averne notizia perché i tifosi aspettavano al Franchi la fine della gara.
Morescanti
Chiede riscontro sugli accertamenti svolti per determinare se il sorteggio era truccato: nessuno
Chiede riscontro della telefonata sulla griglia: Moggi-Bergamo e se nella prima griglia ci sono sempre le stesse squadre (quasi) e se gli arbitri sono sempre gli stessi (no, lo esclude).
Chiede quale era il contributo del notaio presente al sorteggio: “per conferire regolarità”, ma esclude -da una visione fatta a quel tempo- che da quelle verbalizzazioni potevano emergere elementi di rilevanza.
Vengono fatte ulteriori domande sulla modalità del sorteggio, sulla presenza dei giornalisti, sulla presenza dei designatori .
Chiede in che momento venivano scelti gli assistenti e Auricchio afferma in un momento successivo al sorteggio (è una deduzione del Colonnello).
Chiede se anche la figc ha anche la responsabilità dell'ordine pubblico durante la gara e Auricchio lo esclude: “fermo restando che la responsabilità è sempre della pubblica sicurezza, posso dire che la figc ha un ruolo in alcuni soggetti soprattutto per i casi di sospensione delle gare”.
Chiede se ha mai intercettato una telefonata in cui Bergamo diceva ad un arbitro “ora vai arbitra in questo modo fai vincere questa determinata squadra”: No
Chiede della vicinanza del Messina alla Juve e visto che quella indagine veniva svolta per verificare la vicinanza delle due squadre perché hanno escluso il Messina dalle intercettazioni: “L'ipotesi di frode sportiva non era configurata nei confronti del Messina. Era configurato solo il problema della consistenza dei giocatori Gea nel Messina, accanto a ciò c'era il discorso della combriccola romana da cui sono emerse le posizioni di Palanca e Gabriele.
Chiede se Racalbuto è stato mai intercettato: No.
AlexnelCuore
30.03.2010, 18:18
ECCO LE TELEFONATE TRA BERGAMO E L'INTER
Fonte: Ju29ro.com
Ecco le telefonate dell'Inter - Colpo di scena: Bergamo, che ha sempre riferito di sue telefonate con i dirigenti interisti, aveva ragione, le telefonate ci sono. Nella scorsa udienza erano state citate alcune telefonate tra il designatore Bergamo e Maria Grazia Fazi, sua assistente personale, in cui si parlava di una cena con Facchetti che doveva avvenire la sera del 5 gennaio 2005, e di alcune telefonate preparatorie dell'evento, che avvenne proprio alla vigilia di Livorno-Inter 0-2. Il teste Auricchio e il PM avevano detto di non sapere il perché quelle telefonate non fossero nelle informative e che, probabilmente, qualcosa poteva essere sfuggita. Oggi il colpo di scena, siamo venuti a conoscenza del fatto che gli avvocati della difesa hanno rinvenuto, tra le tante, le telefonate partite dal cellulare di Bergamo verso quello di Moratti e quelle intercorse con Facchetti. Nelle prossime ore cercheremo di fornire maggiori informazioni e rendere disponibili gli audio delle suddette telefonate.
Probabilmente i mass media cercheranno di insabbiare tutto.
Però non credo che il processo finisca in prescrizione.
Ultimamente ho letto poco per motivi di lavoro. Ma fino a poco tempo fa la prescrizione non era automatica.
Raggiunta la data di prescrizione del reato, è facoltà dell'imputato decidere se avvalersi dell aprescrizione o andare avanti fino al termine del processo.
Di solito quelli colpevoli chiedono immediatamente la prescrizione.
Quelli innocenti, dopo tanti anni di udienze, pretendono ch eil processo vada a termine per uscire puliti dalle accuse.
Io spero proprio che moggi non chieda la prescrizione e venga fatta luce su tuttii i fatti.
Se poi le leggi sulla prescrizione sono cambiate io non ne sono a conoscenza.
Finalmente, TeleLombardia/Antenna3 da 2 giorni ne stanno parlando &hanno trasmesso qualche intercetazzione prese da ju29ro...
Aspettiamo gli altri... :mod:
gabriele
31.03.2010, 09:57
Probabilmente i mass media cercheranno di insabbiare tutto.
Però non credo che il processo finisca in prescrizione.
Ultimamente ho letto poco per motivi di lavoro. Ma fino a poco tempo fa la prescrizione non era automatica.
Raggiunta la data di prescrizione del reato, è facoltà dell'imputato decidere se avvalersi dell aprescrizione o andare avanti fino al termine del processo.
Di solito quelli colpevoli chiedono immediatamente la prescrizione.
Quelli innocenti, dopo tanti anni di udienze, pretendono ch eil processo vada a termine per uscire puliti dalle accuse.
Io spero proprio che moggi non chieda la prescrizione e venga fatta luce su tuttii i fatti.
Se poi le leggi sulla prescrizione sono cambiate io non ne sono a conoscenza.
Fino all'ultima dichiarazione sulla prescrizione Moggi ha sempre detto che lui il processo lo porterà fino alla fine e visto come sta andando il processo FA BENE
eldavidinho94
31.03.2010, 13:31
Calciopoli, spuntano intercettazioni su Inter e Milan
http://www.tuttosport.com/images/24/C_3_Media_985324_immagine_l.jpg
Al Processo di Napoli si profilano elementi per clamorosi colpi di scena. Non era solo la Juve a contattare i designatori. Potrebbero entrare in scena telefonate di Galliani a Pairetto e di Moratti e Facchetti a Bergamo, il cui contenuto non è ancora noto
TORINO, 31 marzo - Mentre l’accuratezza delle indagini del tenente colonnello Auricchio scricchiola sotto i colpi della difesa, a Napoli si attende “il” colpo di scena. Gli avvocati di Luciano Moggi avrebbero, infatti, in mano delle intercettazioni, mai inserite nelle informative e nelle quali i dirigenti di Milan e Inter parlano con Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, i designatori arbitrali della stagione 2004/05. Gli uomini della difesa di Moggi hanno pazientemente scavato nell’immenso corpus di oltre centomila intercettazioni telefoniche, base dell’indagine di calciopoli, e sono spuntate circa cinquanta chiamate intercorse fra Adriano Galliani, ad del Milan, e Pairetto dal novembre 2004 al maggio 2005. E una serie consistente di chiamate dello stesso Galliani a Bergamo nella settimana precedente a Milan-Juventus, scontro diretto decisivo per lo scudetto. Non è ancora noto il contenuto delle telefonate, che potrebbero essere messe in gioco nella prossima udienza e cambiare ulteriormente lo scenario del processo di Napoli.
IL TEOREMA - Seconda l’accusa, infatti, esisteva una cupola con a capo Moggi e Giraudo che condizionava gli arbitri fin dalla designazione di questi. Se spuntassero altri condizionamenti da parte di altri dirigenti, lo scenario muterebbe in modo sostanziale. Ma le nuove telefonate potrebbero far inquadrare in modo diverso anche il processo sportivo, durante il quale queste telefonate non furono prese in considerazione.
LA CENA - Insomma, non solo Moggi chiamava i designatori arbitrali, ma anche i dirigenti dell’Inter, mai entrati in calciopoli anche perché mai intercettazioni nei loro riguardi sono emerse nel corso del procedimento sportivo e in quello ordinario. Ma nel colpo di scena che a Napoli tutti attendono, dovrebbero comparire anche delle telefonate fra l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti e Paolo Bergamo. Non solo, ci sarebbero anche delle telefonate di Bergamo a Massimo Moratti, sempre nel periodo novembre-maggio, nate dalle lamentele del patron nerazzurro per alcuni errori arbitrali subiti dall’Inter. Ma anche in questo caso, sull’effettivo contenuto delle telefonate circolano solo illazioni. E solo nelle prossime settimane si potrà sapere qualcosa di più in proposito.
amorejuve
31.03.2010, 15:04
Probabilmente i mass media cercheranno di insabbiare tutto.
Però non credo che il processo finisca in prescrizione.
Ultimamente ho letto poco per motivi di lavoro. Ma fino a poco tempo fa la prescrizione non era automatica.
Raggiunta la data di prescrizione del reato, è facoltà dell'imputato decidere se avvalersi dell aprescrizione o andare avanti fino al termine del processo.
Di solito quelli colpevoli chiedono immediatamente la prescrizione.
Quelli innocenti, dopo tanti anni di udienze, pretendono ch eil processo vada a termine per uscire puliti dalle accuse.
Io spero proprio che moggi non chieda la prescrizione e venga fatta luce su tuttii i fatti.
Se poi le leggi sulla prescrizione sono cambiate io non ne sono a conoscenza.
Qualche mese fa si parlava di "prescrizione breve"... (bravo Berlusca...)
e si diceva che avrebbe "spazzato via" il processo di Napoli...
ma forse questo era l'auspicio dei giornali.
Tecnicamente non so se sia possibile scegliere di avvalersi o no della prescrizione, a naso credo di no... come non è facoltà di alcun soggetto interessato l'istruire un processo. Penso che la precrizione sia non un strumento per la difesa di un soggetto ma una sentenza automatica su un'irregolarità procedurale (l'esagerata lunghezza del procedimento).
Ma potrei sbagliarmi
Chissà perchè si parla di prescrizione proprio quando stanno venendo fuori delle cosine niente male!
Forse qualcuno inzia ad aver paura?
gabriele
01.04.2010, 08:00
Tratto dal sito giùlemanidallajuve
Le telefonate ci sono!
Come riportato sul nostro forum dall’assistente di Luciano Moggi, le telefonate di cui da anni parlano sia l’ex direttore generale della Juventus che l’ex designatore Bergamo ci sono ed in un numero molto consistente. Inutile sottolineare come queste telefonate, in quanto misteriosamente ritenute meno “compromettenti” di quelle di Giraudo e di Moggi agli occhi di procura e Auricchio's team, recitino una parte molto importante nel processo di Napoli, e che per questo non verranno divulgate al volo né saranno divulgate - nella loro totalità - prima delle prossime udienze. Quello che possiamo fare oggi è dire che non stiamo parlando di semplici tabulati e chiederci: perché l’ex designatore Paolo Bergamo chiama Giacinto Facchetti alle 16:47 del 3 gennaio 2005? E perché Giacinto Facchetti chiama, sempre Bergamo, solo due giorni dopo, alla vigilia di Livorno-Inter (18:33 del 5 gennaio 2005)? Cosa si sono detti? Un semplice scambio di auguri per la befana?
maurizio
01.04.2010, 10:22
Tuttosport - Legale Moggi: "Ecco perché Moratti deve restituire lo scudetto"
Prioreschi: "Ci sono le telefonate con Bergamo: il presidente dell'Inter ha un dovere morale. Anche Galliani parlava con i designatori: o è illecito per tutti o non lo è per nessuno. La Juve tiri fuori la testa dalla sabbia e prenda una posizione"
01.04.2010 09:19 di Redazione TuttoJuve (http://www.tuttojuve.com/?action=contatti&idutente=3&id=18636) articolo letto 919 volte
Fonte: Tuttosport
http://tmwnetwork-storage.tccstatic.com/storage/tuttojuve.com/img_notizie/thumb1/190810ffd930afbdfc2184cb3519ae6c-1270106884.jpeg© foto di Federico de Luca
Maurilio Priore*schi è l’avvocato difensore di Luciano Moggi nel processo di Napoli. Insieme a Paolo Trofino, l’altro legale dell’ex dg juventino, e un efficientis*simo team di consulenti sta lentamente, ma - finora - ine*sorabilmente smontando le tesi dell’accusa. Traballa, in*calzato dalle sue domande, il teste che doveva spianare la strada ai pm, il tenente colon*nello Attilio Auricchio, l’auto*re delle indagini, costretto ad ammettere nelle ultime udienze che qualche omissio*ne o mancato controllo c’è ef*fettivamente stato. S’incrina pericolosamente la stessa cu*pola, quella che - secondo l’ac*cusa - aveva permesso a Lu*ciano Moggi (e Antonio Gi*raudo) di controllare il calcio italiano e, soprattutto, il siste*ma arbitrale: perché le depo*sizioni dei teste e le puntiglio*se ricostruzioni della difesa stanno dimostrando che se c’era, questa cupola, non era poi così potente e, molto pro*babilmente, non esisteva del tutto. Ma ora è grande l’atte*sa per un colpo di scena che potrebbe cambiare radical*mente lo scenario del proces*so: l’esistenza di intercetta*zioni che riguardano altri di*rigenti di altri club. Telefona*te di Massimo Moratti e Gia*cinto Facchetti a Paolo Ber*gamo, così come chiamate di Adriano Galliani a Pierluigi Pairetto. Intercettazioni “nuove”, perché mai trascrit*te dagli inquirenti e, quindi, escluse dalle informative del processo, ma scovate nella sconfinata massa di intercet*tazioni effettuate nel periodo delle indagini.
Avvocato Prioreschi, allora non era solamente Luciano Moggi a usare il telefono.
«A quanto pare no. Nell’enor*me corpus di intercettazioni che abbiamo scandagliato so*no emerse delle telefonate di Massimo Moratti a Paolo Bergamo e anche di Giacinto Facchetti. Così come di diri*genti di altri club. Ce n’è uno, di cui per il momento non è il caso di fare il nome, che ha chiamato i designatori arbi*trali cento volte nel periodo novembre 2004-maggio 2005. E fra questi c’è anche chi di*chiarava di sentire Bergamo e Pairetto solamente per gli auguri di Pasqua e Natale: cento telefonate di auguri, però, sono un po’ tante...».
Anche Massimo Moratti te*lefonava ai designatori?
«Sì, ci sono chiamate di Mo*rattti e anche di Facchetti che potrebbero confermare la fa*mosa cena fra Bergamo e lo stesso Facchetti avvenuta nei primi giorni di gennaio del 2005, alla vigilia di Livorno*-Inter 0-2».
A questo punto cosa può succedere?
«La prima cosa che mi aspet*to è una presa di posizione da parte di Moratti. Perché non ha mai detto di aver chiama*to anche lui i designatori? Perché non ha mai parlato della cena fra Bergamo e Fac*chetti di cui era al corrente? La lealtà sportiva, quella del*l’articolo uno del codice di giu*stizia sportiva include il fatto di essere trasparenti. Tutte le telefonate di Moggi ai desi*gnatori sono state considera*te altrettanti “articoli 1” dal*la Caf, che li ha sommati per ottenere una condanna per articolo 6, illecito sportivo. Ora mi chiedo: per Moratti non vale la stessa regola: te*lefonate uguale articolo uno?».
Moratti cosa dovrebbe di*re?
«A mio parere ha un doppio dovere: morale e regolamen*tare. Deve ammettere quelle telefonate ai designatori e, a questo punto, restituire lo scudetto assegnatogli nel lu*glio del 2006. Io se fossi in lui non lo vorrei più. Quello scu*detto non è stato vinto sul campo, ma è stato assegnato dalla giustizia sportiva a una squadra che, in teoria, era ri*masta fuori dall’indagine. Le telefonate che abbiamo trova*to fanno saltare questo pre*supposto ».
Perché queste telefonate spuntano solo ora? Come mai gli inquirenti non le hanno mai prese in conside*razione?
«Effettivamente è “strano” che nessuna, dicasi nessuna, di queste chiamate sia stata trascritta dai Carabinieri. Vo*glio dire, sono inserite delle intercettazioni come quella della moglie di Lanese che parla con la figlia e gli raccon*ta di aver lavato i piatti insie*me alla moglie di Pairetto, ma non c’è traccia della chia*mata in cui Facchetti e Ber*gamo si organizzano per ve*dersi a cena. Qualche sospet*to viene, anche perché questo “fa scopa” con la vicenda del*l’assistente Coppola che ha raccontato di essere andato dagli inquirenti per racconta*re delle chiamate ricevute dai dirigenti interisti e si è senti*to rispondere: l’Inter non ci interessa, indaghiamo sulla Juve. La sensazione è che si sia indagato a senso unico».
La sensazione, alla fine di questa chiacchierata, è che tutti, o quasi tutti, i dirigen*ti chiamavano i designatori. Giusta?
«E’ quello che sta finalmente emergendo: il “così fan tutti”. Ora, per me la situazione è questa: o è lecito chiamare i designatori (ed effettivamen*te non c’è nulla nel regola*mento che lo vieti in modo di*retto) oppure è illecito. Nel primo caso Moggi non ha commesso nessun illecito, nel secondo non lo ha commesso solamente lui, ma anche chi si è visto premiare con uno scudetto. E, a questo punto, mi aspetto ancora qualcosa».
Cosa?
«Che la Juventus tiri fuori la testa dalla sabbia e prenda una posizione. Alla luce di questi nuovi eventi la diri*genza o, meglio, la proprietà dovrebbero dire qualcosa, perché lo scenario sta per cambiare radicalmente».
Leggi l'intera intervista sull'edizione odierna di Tuttosport
La Stampa - Legale Moggi: "Abbiamo i colloqui tra l'Inter e Bergamo. Sono interessanti..."
Avvocato Maurilio Prioreschi, lei difende Luciano Moggi al processo di Calciopoli a Napoli: perché si ha riscontro solo adesso delle telefonate fra Bergamo, Moratti e Facchetti?
«È la domanda che mi sono posto anch’io. Insieme a un’altra: perché non erano state trascritte? Perché erano state occultate? Curioso».
Come ci siete arrivati?
«Calciopoli consta, globalmente, di 171 mila telefonate intercettate. Abbiamo controllato le utenze di Bergamo, il relativo traffico in uscita e in arrivo. Di qui la scoperta. Che poi non è stata una scoperta, ma una conferma. All’epoca, telefonare ai designatori era lecito, e lo facevano tutti. Ripeto: tutti».
La differenza dovrebbero però farla i contenuti, non trova?
«Non escludo che siano robe da educande, i racconti che si facevano Moggi e Bergamo, rispetto a quello che pensiamo di trovare».
A che punto siete?
«Delle 171 mila in totale, ne abbiamo ascoltate 30 mila. E qualcuna è già affiorata».
Anche di Moratti e Facchetti, dunque?
«Certo. Anche dei dirigenti dell’Inter».
Moratti ha sostenuto che non era lui a chiamare, ma loro (i designatori).
«Cambia poco, direi».
Uno dei più «affezionati» era il presidente del Cagliari, Cellino.
«Esatto».
Galliani?
«Ci sono colloqui fra lui e Pairetto, l’altro designatore».
E fra Galliani e Bergamo?
«Non risultano. Il riferimento dell’allora presidente della Lega era Pairetto».
Le conversazioni si possono ascoltare?
«In linea di massima sì, e qualcuna l’abbiamo già ascoltata. Interessante... Ne divulgheremo i contenuti a tempo debito. Magari già nel corso della prossima udienza, il 13 aprile».
Perché «in linea di massima»?
«Perché qualcuna non riusciamo ad aprirla».
Ricapitolando?
«Telefonavano tutti, ma per Moggi si è avuto un riguardo quasi morboso, per altri invece un’attenzione molto distratta, quasi privilegiata. Ribadisco: nella stagione 2004-2005, si poteva parlare con Bergamo e Pairetto. Resta un mistero perché i colloqui fra Bergamo, Moratti e Facchetti non siano stati presi in considerazione da Auricchio».
Perché tali da non suscitare sospetti, forse.
«La chiarezza e la completezza, in questi casi, avrebbero contribuito ad allontanare fin dall’inizio ombre e maldicenze. L’Inter ci ha ricavato pure uno scudetto, dalla sua (presunta) “diversità”».
«Qualcosa sarà sfuggito», si è giustificato il pm Narducci.
«Solo qualcosa?».
eldavidinho94
01.04.2010, 10:31
http://www.tuttosport.com/images/00/C_3_Media_1028300_immagine_l.jpg
ragazzi se non ricordo male qualcuno chiese anche di
poter patteggiare
e di solito patteggia chi non vuole portare avanti un processo,
oppure non ha le carte in regola per sostenere
una netta vittoria in tribunale
ma io non ricordo chi era! venitemi in aiuto
mplatini62
01.04.2010, 13:28
ma come chi, elda?
i ns dirigenti lo fecero in modo assai preventivo
per tutelarsi contro l'operato di moggi...
erano disposti a sborsare parecchi sghei.
talmente preventivo che a processo finito furono
smentiti dall'innocenza di moggi...e non dovettero
sborsare un solo euro.
in pratica si erano fasciati la testa prima di rompersela...
pensando così di dimostrarsi innocenti e al di sopra di
ogni sospetto.
la stessa cosa che fece l'avvocato zaccone...
accettando ben volentieri la b...asserendo che ci era
andata pure bene!
e tutto ciò anche allora, prima che cominciasse alcun
processo!
la da quel momento celebre, colpevolezza preventiva!
maurizio
01.04.2010, 15:19
Libero: i numeri delle telefonate ritrovate. Sulle telefonate di Calciopoli ritrovate dalla difesa di Moggi, molto interessante anche l'articolo odierno di Fabrizio Biasin per Libero, con annesso specchietto dove sono riportati alcuni numeri riguardanti le chiamate ritrovate fino ad ora (i tecnici, si riporta, sono solo ad un quinto dell'opera): Bergamo-Facchetti 35; Bergamo-Moratti 10; Bergamo-Galliani 10 (in 10 giorni, quelli precedenti il big match di campionato tra Milan e Juve); Bergamo-Cellino circa 100; Pairetto-Facchetti circa 20; Pairetto-Moratti 3; Pairetto-Galliani circa 50; Pairetto-Cellino circa 65. Biasin ricorda che in aula Bergamo aveva sostenuto: "Tutti mi chiamavano, esiste una telefonata in cui Facchetti si accorda per venire a cena da me prima di Livorno-Inter", al che Auricchio ed il pm Narducci avevano subito replicato "Non risulta". Biasin replica "Ed invece risulta", e cita per prima un' intercettazione del 3 gennaio 2005, ore 16.47, nella quale Bergamo invita a cena Facchetti, per poi riferire di un'altra intercettazione del 5 gennaio in cui Facchetti chiamerebbe Bergamo, alle 18.33, per chiedere "Dove devo parcheggiare?". Nello stesso articolo si parla di diverso tempo speso al telefono tra Bergamo e Galliani nella settimana che precede Milan-Juve, per la quale fu designato Collina, partita decisiva per lo scudetto, e di una telefonata del 10 gennaio nella quale Bergamo chiederebbe a Moratti chi preferisse avere come arbitro tra Palanca e Gabriele, entrambi al ritorno dopo la sospensione, per Inter-Bologna di Coppa Italia (finita 3-1). Biasin conclude il suo articolo scrivendo che i contenuti di tante altre telefonate sono ancora "sconosciuti. Badate bene, non "misteriosi", "sconosciuti"; il tempo di passare al setaccio le telefonate e tutto verrà a galla".
Noi aggiungiamo che, in aula, Auricchio e l'accusa hanno sostenuto che le chiamate degli altri dirigenti erano semplici telefonate di cortesia per gli auguri di Natale e Pasqua: circa 165 telefonate di Cellino ai due designatori per fare gli auguri?
INTERCETTAZIONI, prime indiscrezioni sui contenuti - Dopo la notizia del rinvenimento da parte dei difensori di Moggi di alcune intercettazioni tra i vertici arbitrali e i dirigenti dell'Inter e di altre squadre di Serie A riferite alla stagione 2004/2005, cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sui contenuti.
In una delle telefonate in questione sarebbe stato rinvenuto un colloquio tra Moratti e Bergamo in cui il designatore spiega al presidente dell'Inter di aver appena chiamato Facchetti per comunicargli in anteprima la designazione di Marco Gabriele, appena rientrato da una lunga squalifica, per la successiva partita di Coppa Italia del 13/1/2005 con il Bologna.
Come abbiamo scritto ieri, non tutti i giornali si dimostrano disattenti a questa evoluzione di "calciopoli". Oggi si trovano interessanti articoli su Libero e su La Stampa online.
In un'intervista rilasciata dall'avvocato Prioreschi a Beccantini, e pubblicata oggi da lastampa.it, il legale di Moggi spiega come sono arrivati alla scoperta di queste telefonate, avendone esaminate fino ad ora solo 30 mila sulle oltre 171 mila che fanno parte dell'inchiesta. Prioreschi, oltre a confermare le telefonate di Moratti e Facchetti con Bergamo, parla anche di telefonate tra Galliani ed il suo interlocutore Pairetto, e conferma a Beccantini che Cellino, che è stato teste dell'accusa a Napoli, era uno dei più "affezionati". L'avvocato romano ribadisce che chiamare i designatori era lecito: "Telefonavano tutti, ma per Moggi si è avuto un riguardo quasi morboso, per altri invece un’attenzione molto distratta, quasi privilegiata. Ribadisco: nella stagione 2004-2005, si poteva parlare con Bergamo e Pairetto. Resta un mistero perché i colloqui fra Bergamo, Moratti e Facchetti non siano stati presi in considerazione da Auricchio" . Inoltre, Prioreschi definisce alcune telefonate "interessanti", e dichiara che "Ne divulgheremo i contenuti a tempo debito. Magari già nel corso della prossima udienza, il 13 aprile".
gabriele
01.04.2010, 15:40
Tratto dal sito ju29ro
Anteprima: svelata una telefonata!
Ancora una news in anteprima sul nostro forum da parte dell'assistente di Luciano Moggi.
Dopo le telefonate tra Bergamo e Facchetti, viene svelata ora, data e contenuto di una telefonata tra l'ex designatore Paolo Bergamo ed il patron dell'Inter Massimo Moratti.
Il 10 gennaio 2005 ore 12.20 Bergamo chiama Moratti, e dopo i convenevoli il designatore comunica a Moratti che avrebbe pensato a Gabriele per l'Inter e Moratti risponde che va bene...
Il 13 gennaio 2005 si giocherà Bologna-Inter di Coppa Italia, terminata con la vittoria dell'Inter per 1-3 e l'arbitro era Gabriele.
messaggio aggiunto automaticamente su quello inviato 8 minuti fa:
Volete vedere che alla fine quello che telefonava di meno era propio Moggi ?
E si tutti puliti e canditi!!
Onestoni su tutti!
eldavidinho94
01.04.2010, 19:20
ma come chi, elda?
i ns dirigenti lo fecero in modo assai preventivo
per tutelarsi contro l'operato di moggi...
erano disposti a sborsare parecchi sghei.
talmente preventivo che a processo finito furono
smentiti dall'innocenza di moggi...e non dovettero
sborsare un solo euro.
in pratica si erano fasciati la testa prima di rompersela...
pensando così di dimostrarsi innocenti e al di sopra di
ogni sospetto.
la stessa cosa che fece l'avvocato zaccone...
accettando ben volentieri la b...asserendo che ci era
andata pure bene!
e tutto ciò anche allora, prima che cominciasse alcun
processo!
la da quel momento celebre, colpevolezza preventiva!
ecco, non mi riferivo ai dirigenti ma all'avvocato zaccone
e ricordo anche che qualche mese fa,
anche l'inter intendeva patteggiare per altri scandali
che cominciarono ad uscire sotto l'occhio dei riflettori
ecco, non mi riferivo ai dirigenti ma all'avvocato zaccone
e ricordo anche che qualche mese fa,
anche l'inter intendeva patteggiare per altri scandali
che cominciarono ad uscire sotto l'occhio dei riflettori
Beh andando per ordine
Cobolli dopo proclami di impugnare il ricorso al TAR fa spallucce e retrofront
Nel famoso "processo farsa" fatto dalla giustizia sportiva, Zaccone, ovviamente sotto indicazioni dalla proprietà indica la serie "B" come pena congrua
E' nel processo per "Doping Amministrativo" che la società Juventus, tramite i suoi avvocati propone il patteggiamento, mentre poi ci fu l'assoluzione dato che son caduti i capi d'accusa.
Ora il processo su calciopoli vediamo che posizione prenderanno anche in virtù di questi nuovi elementi.
Interessante l'intervista a Prioreschi, uno degli avvocati difensori di Moggi
Qui sotto due risposte significative e due interrogativi ai quali son curioso di sapere cosa avrebbero da dire in merito gli indossatori diretti interessati.
Perché queste telefonate spuntano solo ora? Come mai gli inquirenti non le hanno mai prese in conside*razione?
«Effettivamente è “strano” che nessuna, dicasi nessuna, di queste chiamate sia stata trascritta dai Carabinieri. Vo*glio dire, sono inserite delle intercettazioni come quella della moglie di Lanese che parla con la figlia e gli raccon*ta di aver lavato i piatti insie*me alla moglie di Pairetto, ma non c’è traccia della chia*mata in cui Facchetti e Ber*gamo si organizzano per ve*dersi a cena. Qualche sospet*to viene, anche perché questo “fa scopa” con la vicenda del*l’assistente Coppola che ha raccontato di essere andato dagli inquirenti per racconta*re delle chiamate ricevute dai dirigenti interisti e si è senti*to rispondere: l’Inter non ci interessa, indaghiamo sulla Juve. La sensazione è che si sia indagato a senso unico».
La sensazione, alla fine di questa chiacchierata, è che tutti, o quasi tutti, i dirigen*ti chiamavano i designatori. Giusta?
«E’ quello che sta finalmente emergendo: il “così fan tutti”. Ora, per me la situazione è questa: o è lecito chiamare i designatori (ed effettivamen*te non c’è nulla nel regola*mento che lo vieti in modo di*retto) oppure è illecito. Nel primo caso Moggi non ha commesso nessun illecito, nel secondo non lo ha commesso solamente lui, ma anche chi si è visto premiare con uno scudetto. E, a questo punto, mi aspetto ancora qualcosa».
Cosa?
«Che la Juventus tiri fuori la testa dalla sabbia e prenda una posizione. Alla luce di questi nuovi eventi la diri*genza o, meglio, la proprietà dovrebbero dire qualcosa, perché lo scenario sta per cambiare radicalmente».
e sull'utlima domanda voglio vedere che farà sta proprietà, sperando a breve cambi
AlexnelCuore
02.04.2010, 00:59
se aspettiamo una reazione da questa società stiamo freschi
amorejuve
02.04.2010, 08:58
Volete vedere che alla fine quello che telefonava di meno era propio Moggi ?
Sì, non c'è dubbio che sia così. Per un motivo molto semplice: hanno estratto un 45-50 intercettazioni dalle 171mila. Se ce ne fossero state di piu' le avrebbero tirare fatto pur di distruggerci. Ma questo l'avevamo capito tutti.
Non potevano mica farsi 120 mila telefonate di auguri...
Sta accadendo qualcosa di grosso.
Attendiamo che Palazzi si svegli.
Quello che sta emergendo è già sufficiente per chiedere la serie B
Ma mi domando quali schifosi trucchi escogiteranno per salvarli
eldavidinho94
02.04.2010, 11:32
Intercettazione Moratti a Bergamo: “Quel Bertini si è comportato benissimo…” (http://juvemania.it/intercettazione-moratti-a-bergamo-quel-bertini-si-e-comportato-benissimo/)
Ora si balla… Se queste sono le premesse nei prossimi giorni ci sarà realmente da divertirsi. Di seguito il testo della prima intercettazione tra Bergamo e il presidente dell’Inter, Massimo Moratti. La partita in oggetto è Inter-Sampdoria 3-2 del gennaio 2005, l’arbitro Bertini. Con la Samp in vantaggio per 2-0 fino al 38′ del secondo tempo, ci saranno 4 minuti di recupero e l’Inter segnerà all’88,’ al 91′, e al 93′. Provate a sostituire Moggi a Moratti… il risultato sarebbe -2 scudetti.
Bergamo: Presidente Moratti sono Bergamo..
Moratti: Volevo chiamarLa io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (Bertini) che si è comportato benissimo durante la partita che poteva finire in un pestaggio ben grave…
Bergamo: Era diventata la più difficile Inter-Sampdoria, hanno lavorato bene anche gli assistenti…
Moratti: L’ho detto a loro alla fine, guardate proprio bravi, perché era già due volte… bravi a beccarli, come ***** fate voi a beccarli… mi hanno strizzato l’occhio…
Bergamo: Vediamo di fare dieci risultati partite utili di fila, eh!
Moratti: Pensavo di chiamarLa ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo (Bertini); dopo che sono andato dal ragazzo, che si è comportato benissimo, io pensavo poi che era domenica e riceve sempre le telefonate di chi è contento e di chi non è contento…
AlexnelCuore
02.04.2010, 15:09
QUALCOSA CHE NON VA...
di Massimo Pavan (http://www.tuttojuve.com/?action=contatti&idutente=52&id=18710)
Che ci fosse qualcosa che non andava nel Processo di Napoli ce ne siamo accorti tutti, tuttavia ora preferiamo concentrarci sulle parole del nostro amico Lingua Lunga che ieri, è tornato a parlare del campionato.. "poco poco".. come diceva Kaori dello spot televisivo. Ha detto "non è una lotta a tre: è una lotta di una squadra contro tante altre cose".
Ecco, partendo da queste parole vogliamo fare una piccola riflessione: Mourinho ha detto che è una lotta tra l'Inter e tante altre cose... benissimo!
Vogliamo sapere quali sono queste altre cose, se le conosce. Secondo vogliamo capire quali sono queste forze oscure, il male oscuro che vieta all'Inter di cavalcare felice nelle praterie dei campi di calcio italiano.
Detto questo, visto che ci sono forze oscure che sono "le famose altre cose", vorrei capire se sono le stesse del 2006, perchè allora se fossero le stesse ci sarebbe un problema.
Il grande male non era stato estirpato? Non si era creata la giustizia dopo quelle sentenze? Se era così, come mai ci sono ancora queste forze oscure... che vede Mourinho?
Qui i conti non tornano....o era sbagliato prima o è sbagliato adesso.... Le due situazioni sono inconciliabili.
eldavidinho94
02.04.2010, 19:11
QUALCOSA CHE NON VA...
di Massimo Pavan (http://www.tuttojuve.com/?action=contatti&idutente=52&id=18710)
Che ci fosse qualcosa che non andava nel Processo di Napoli ce ne siamo accorti tutti, tuttavia ora preferiamo concentrarci sulle parole del nostro amico Lingua Lunga che ieri, è tornato a parlare del campionato.. "poco poco".. come diceva Kaori dello spot televisivo. Ha detto "non è una lotta a tre: è una lotta di una squadra contro tante altre cose".
Ecco, partendo da queste parole vogliamo fare una piccola riflessione: Mourinho ha detto che è una lotta tra l'Inter e tante altre cose... benissimo!
Vogliamo sapere quali sono queste altre cose, se le conosce. Secondo vogliamo capire quali sono queste forze oscure, il male oscuro che vieta all'Inter di cavalcare felice nelle praterie dei campi di calcio italiano.
Detto questo, visto che ci sono forze oscure che sono "le famose altre cose", vorrei capire se sono le stesse del 2006, perchè allora se fossero le stesse ci sarebbe un problema.
Il grande male non era stato estirpato? Non si era creata la giustizia dopo quelle sentenze? Se era così, come mai ci sono ancora queste forze oscure... che vede Mourinho?
Qui i conti non tornano....o era sbagliato prima o è sbagliato adesso.... Le due situazioni sono inconciliabili.
:quoto::quoto::quoto:
Intercettazione Moratti a Bergamo: “Quel Bertini si è comportato benissimo…” (http://juvemania.it/intercettazione-moratti-a-bergamo-quel-bertini-si-e-comportato-benissimo/)
Ora si balla… Se queste sono le premesse nei prossimi giorni ci sarà realmente da divertirsi. Di seguito il testo della prima intercettazione tra Bergamo e il presidente dell’Inter, Massimo Moratti. La partita in oggetto è Inter-Sampdoria 3-2 del gennaio 2005, l’arbitro Bertini. Con la Samp in vantaggio per 2-0 fino al 38′ del secondo tempo, ci saranno 4 minuti di recupero e l’Inter segnerà all’88,’ al 91′, e al 93′. Provate a sostituire Moggi a Moratti… il risultato sarebbe -2 scudetti.
Bergamo: Presidente Moratti sono Bergamo..
Moratti: Volevo chiamarLa io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (Bertini) che si è comportato benissimo durante la partita che poteva finire in un pestaggio ben grave…
Bergamo: Era diventata la più difficile Inter-Sampdoria, hanno lavorato bene anche gli assistenti…
Moratti: L’ho detto a loro alla fine, guardate proprio bravi, perché era già due volte… bravi a beccarli, come ***** fate voi a beccarli… mi hanno strizzato l’occhio…
Bergamo: Vediamo di fare dieci risultati partite utili di fila, eh!
Moratti: Pensavo di chiamarLa ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo (Bertini); dopo che sono andato dal ragazzo, che si è comportato benissimo, io pensavo poi che era domenica e riceve sempre le telefonate di chi è contento e di chi non è contento…
Trovatemi una telefonata di Moggi più "compromettente" di questa...
Ora aspetto come certi giornalai giustificheranno il tutto... :fischio:
gabriele
03.04.2010, 07:56
12 maggio del 2005: Bergamo riceve una telefonata dal presidente del Cagliari.
Bergamo: Pronto?
Cellino: La disturbo? Sono Cellino...
Bergamo: Presidente, buongiorno, come va?
Cellino: Mah, così, niente mi sono permesso di chiamarla se è lecito sempre...
Bergamo: Ci mancherebbe altro...
Cellino: No, perché quelli del Messina domenica, stanno facendo dei proclami premio triplo quadruplo, a me mi hanno trattato male a Cagliari, perciò niente, di aver un arbitro... Sarà una partita calda lì, io non ci vado perché mi hanno minacciato...
Bergamo: Addirittura. No, no, vi metto in prima fascia allora, così gli internazionali... Ha fatto benissimo a chiamarmi.
Prioreschi dichiara. L'avvocato Prioreschi ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "Martedì chiederemo che vengano trascritte tutte quelle che sono state inspiegabilmente ignorate nel corso delle indagini preliminari. Insomma, in Calciopoli si sono usati due pesi e due misure". Quindi, continua: "Nelle telefonate tra altri dirigenti del calcio e designatore si parla di incontri riservati, incontri tra Moratti e dirigenti, di cene come quella di Facchetti con Bergamo. A questo proposito non si capisce perché quella cena non è stata filmata dai carabinieri, mentre quella tra Della Valle e Bergamo è stata filmata, ascoltata, ci sono stati pedinamenti. Ma nel caso Facchetti-Bergamo, la telefonata che annunciava la cena non è stata nemmeno trascritta. Sa cosa hanno, invece, fatto i carabinieri a Moggi? Lo hanno pedinato e filmato anche quando era a pranzo con i suoi avvocati".
Prioreschi cita poi la "strizzatina d'occhio" dei guardalinee a Moratti, nello spogliatoio, dopo Inter-Sampdoria (partita che la Gazzetta ha immortalato in un DVD dal titolo "Incredibile Inter, Nulla è impossibile"): "Moratti scende negli spogliatoi per incontrare la terna arbitrale e questo non viene evidenziato nelle indagini dei carabinieri: se lo avesse fatto Moggi, magari strizzare un occhio, non so cosa avrebbero fatto gli inquirenti".
Moggi: Tutti colpevoli o tutti innocenti. "La cosa è semplice: qui o sono tutti innocenti o tutti colpevoli. Secondo me sono tutti innocenti", così ha detto all'ANSA Luciano Moggi commentando le nuove intercettazioni che sono state diffuse, quelle tra Bergamo e Moratti. E ha aggiunto: "Forse non si aspettavano queste novità. Invito tutti a riflettere. In molti forse non pensavano che vi fossero altre cose, ma i fatti parlano da soli. Comunque aspetto sereno le valutazioni della giustizia non voglio aggiungere altro. Rischierei di ripetermi e di dire cose già dette a proposito della cosiddetta Calciopoli".
Bergamo: ho sempre detto che parlavo con tutti. Anche Paolo Bergamo, dopo Luciano Moggi, affida all'ANSA il suo commento sulla diffusione delle nuove intercettazioni tra lui e Moratti: "Non mi meraviglio per niente: infatti ho sempre detto che parlavo con tutti. Mi hanno detto che c'è un'altra intercettazione dove io parlo al telefono con il presidente dell'Inter Moratti dopo una gara tra i nerazzurri e la Sampdoria in cui entrambi facciamo i complimenti a Bertini. Ma lui non era quello che faceva parte della 'cupola' pro Juve? Allora questa 'cupola' faceva acqua da tutte le parti". Su cosa potrà accadere ora se la cava con un "Su questo non mi esprimo". E spiega: "Da tutte le parti, primi fra tutti i media, in quel periodo chiedevano di cambiare la figura del designatore, di umanizzarla. Ed era quello che io iniziai a fare subito parlando con i dirigenti che mi chiamavano. Ma, come ha confermato anche il tenente colonnello Attilio Auricchio, non ho mai parlato con un arbitro o un assistente dopo una designazione". L'ex designatore ricorda anche altre intercettazioni e la decisione, "da me comunicata ai dirigenti di Milan e Inter", di inviare Gabriele e Palanca a dirigere le due squadre milanesi nelle gare di Coppa Italia. "Palanca e Gabriele - conclude - rientravano dopo un periodo di sospensione di sei mesi e avevano il morale sotto i tacchi. Visto che le designazioni per la Coppa Italia le facevo direttamente io, mi sembrò giusto cercare di aiutarli inviandoli ad arbitrare uno l'Inter e l'altro il Milan, spiegando i motivi della scelta alle due società. Era proprio il tentativo di umanizzare il mio ruolo".
AlexnelCuore
03.04.2010, 14:00
ammazza quanti Moggi stanno uscendo fuori
In che senzo quanti Moggi?
Anche Moggi era complice dei magistrati che nascondevano le prove al processo? Oppure era complice di tavaroli nell'attività di spionaggio e ricatto di vari esponenti del sistema calcio?
E' solo una precisazione perchè mi sembra offensivo per Moggi quest'abbinamento.
AlexnelCuore
03.04.2010, 15:23
nel senso che fino ad ora Moggi sembra toto riina ma tanti presidenti facevano le sue stesse telefonate
AlexnelCuore
03.04.2010, 16:05
Calciopoli, Bergamo parla con Galliani
Nuovi stralci delle intercettazioni emerse dal processo di Napoli
NAPOLI - Altre telefonate gettano ombre sul campionato. Sono molte mle intercettazioni che emregono nell'ambito del processo di Napoli, prodotte dalla difesa di Moggi. Ecco quella fra l'ex designatore arbitrale Paolo Bergamo, con Adriano Galliani, ad del Milan, nell'aprile del 2005, prima della sfida scudetto Milan-Juventus. Ecco il testo della trascrizione, fatta dal perito di parte della difesa dell'ex dg juventino.
Bergamo: «Dottore buonasera».
Galliani: «Eccomi buonasera».
Bergamo: «Volevo farla partecipe di una guerra di cui il solo responsabile sono io, Paolo Bergamo, perchè Griselli (un assistente) è di Livorno (http://adv.edintorni.net/click/?mo=T&ky=livorno&af=4794&ct=it&rf=http%3A%2F%2Fwww%2Ecalciomercato%2Eit%2Fnews%2F 76692%2FCalciopoli%2DBergamo%2Dparla%2Dcon%2DGalli ani%2Ehtml&re=&ts=1270307111609&hs=dc3bec2e3d677adbd2076dc2234d32cd), se avesse visto salvava capra e cavoli, ma siccome non è andata così...è uno sfogo tra me e lei...».
Galliani: «Questi signori han perso la testa mi creda, perchè ci sono comportamenti nei confronti dell'universo, in Lega in Federazione...».
Bergamo: «Io glielo voglio dire perchè si sappia, tra me e lei naturalmente...».
Galliani: «Non si preoccupi tale rimane...».
Bergamo: «Io posso sbagliare magari una griglia (http://adv.edintorni.net/click/?mo=T&ky=griglia&af=4794&ct=it&rf=http%3A%2F%2Fwww%2Ecalciomercato%2Eit%2Fnews%2F 76692%2FCalciopoli%2DBergamo%2Dparla%2Dcon%2DGalli ani%2Ehtml&re=&ts=1270307111609&hs=994af490b5b0a5d72a41cbd1b4bc0408) penso che un arbitro sia in forma e magari non è in forma, oppure l'arbitro è in forma e sbaglia, però a priori voler sbagliare è tutta un'altra cosa, mi taglierei le mani mi creda... Ecco questo filo che ho con lei vorrei tenerlo fino a giugno Dottore...».
Gallliani: «No no no ma poi si vedrà...adesso vediamo la fine del campionato...con i giusti equilibri...».
Bergamo: «Mi faccia sentire un po' il suo calore il suo calore in questo momento perchè...».
Galliani: «Assolutamente...».
Bergamo: «Sono solo, non solo, meno che solo...».
Galliani: «Ma no no ci sono io...».
C.Z.
eldavidinho94
03.04.2010, 18:21
Meani chiama Bergamo del 28 aprile 2005
M. Però non mandarci nè Ivaldi nè Pisacreta eh? Inventane un altro..
B. Eh no, dovrò inventarne 2, Mitro ce l’ho, Mitro sta facendo bene, uno dovremo inventarlo e non sarà faci*le.
M. Non sarà facile ma a te che c...o te ne frega, Griselli lo mandi no? E’ il numero 2 hai tutte le giustificazioni del mondo.. A te cosa c... te ne frega.
B. Eh bravo ma ora... ecco fammi fa*re un passo alla volta.
M. A Firenze chi hai pensato di man*darmi?
B. A Firenze ancora non ho guarda*to, mi ci metto dopo cena. Voi con Stagnoli come vi siete trovati?
M. Bene, con Stagnoli bene, ma se vuoi mettere uno che con noi è anda*to bene anche Ambrosino, è venuto da noi 2 o 3 domeniche fa, può anche andar bene non so se ce l’hai in gri*glia come la pensi..
B. No, no è uno che sta andando be*ne, fa l’avvocato.
M. A me Stagnoli e Ambrosino van*no bene..
B. Ayroldi no eh?
M. Ayroldi sì, è un po’ che non viene.
B. Sei sicuro che è per lo meno 1 me*se che non viene?
M. Sì.
B. Allora fanno + affidamento Sta*gnolie e Ayroldi.
Bergamo e Moratti al telefono (do*po Inter-Samp del 10 gennaio del 2005, rimonta nerazzurra da 0*2 all’88 sino al successo per 3-2)
B. Presidente Moratti sono Berga*mo..
M. Volevo chiamarLa io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (Ber*tini) che si è comportato benissimo durante la partita che poteva finire in un pestaggio ben grave...
B. Era diventata la più difficile In*ter- Sampdoria, hanno lavorato bene anche gli assistenti...
Moratti: L’ho detto a loro alla fine, guardate proprio bravi, perché era già due volte... bravi a beccarli, come c...o fate voi a beccarli... mi hanno strizzato l’occhio...
B. Vediamo di fare dieci risultati partite utili di fila, eh!
M. Pensavo di chiamarLa ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo (Bertini); dopo che sono andato dal ragazzo, che si è comportato benissi*mo, io pensavo poi che era domenica e riceve sempre le telefonate di chi è contento e di chi non è contento...
eldavidinho94
04.04.2010, 13:43
Meani a Bergamo: “Richiama Trefoloni o gli tagliamo la testa” (http://juvemania.it/meani-a-bergamo-richiama-trefoloni-o-gli-tagliamo-la-testa/)
Moratti e Bergamo, Bergamo e Galliani, Foti e Bergamo, Cellino e Bergamo, Meani e Collina… Quelle di seguito sono le telefonate che la difesa sta scartabellando per dimostrare che farsa sia Calciopoli e alcune di esse saranno alla base della controffensiva della prossima udienza, prevista per il 13 aprile. Fine febbraio 2005
Meani: «Ti prometto che quando diventerai designatore non ti chiamo più…» Collina: «Dai ah ah ah» Meani: «Mi ricorderò sempre che quando avevamo posto il veto a Pisacreta l’unico che mi ha chiamato per dirmi che sbagliavamo è stato lui, Brontolo…»
Collina: «Va buono dai, ho provato a chiamarlo ma da una parte è staccato, il cellulare è staccato, all’altra probabilmente la segretaria non c’è…»
Meani: «Il massimo sai cos’è? Che lui va a San Siro assieme all’altro, il peggiore con cui trattare è lui, no perché a lui non va bene niente, fuori qui, su, giù, chi sono questi, chi è quest’altro…sono tutti i casini che fa, poi è cattivo come l’aglio… gli allenatori fan casino e lui li manda via…è micidiale capito?»
Collina: «No ti dicevo ho chiamato il capo…» Meani: «Sì, il grande capo» Collina: «Ma il cellulare era staccato, segreteria, invece quello dell’ufficio diretto ti passava il centralino, io tramite il centralino preferivo evitare per cui…»
Aprile 2005
Galliani: «Questi signori han perso la testa mi creda, perché ci sono comportamenti nei confronti dell’universo, in Lega in Federazione…»
Bergamo: «Glielo voglio dire perché si sappia, tra me e lei naturalmente…»
Galliani: «Non si preoccupi tale rimane…»
Bergamo: «Io posso sbagliare magari una griglia, penso che un arbitro sia in forma e magari non è in forma, oppure l’arbitro è in forma e sbaglia, però a priori voler sbagliare è tutta un’altra cosa, mi taglierei le mani mi creda… Ecco questo filo che ho con lei vorrei tenerlo fino a giugno dottore…»
Galliani: «No no no ma poi si vedrà…adesso vediamo la fine del campionato…con i giusti equilibri…»
Bergamo: «Mi faccia sentire un po’ il suo calore in questo momento perché…» Galliani: «Assolutamente…» Bergamo: «Sono solo, non solo, meno che solo…»
Galliani: « Ma no no ci sono io…»
22 Febbraio 2005
Cellino: «Sono contrario a dare un anno di proroga a Collina… è una persona che non mi fa impazzire, e anche come arbitro ha ****, ma non mi fa impazzire, è uno molto fortunato ma non mi fa impazzire (…) Vuole la proroga? E vada in Inghilterra, vada in Giappone…Ma vai dove c… vuoi…Paparesta è arbitro di livello, Collina gli pulisce le scarpe…»
Bergamo: «Vedo che capisce»
Aprile 2005
Meani: «Te chi mi mandi a Firenze?» Bergamo: «Come griglia? Te dici come griglia di arbitri? L’abbiamo fatta a 3 ma mi fai dire una cosa che con Gigi (Pierluigi Pairetto, l’altro designatore, ndr) non abbiamo ancora concordato… Ho in mente di metterne tre perché non voglio preclusioni e gli arbitri sono Messina, Farina e Rodomonti per me, poi sentiamo Gigi perché poi immaginerai quelli che sono i tre che voglio mettere la domenica successiva»
Meani: «Ho capito, tu vuoi mettere Paparesta» Bergamo: «Sì» Meani: «Collina» Bergamo: «Sì» Meani: «Trefoloni» Bergamo: «Sissignore, e mi ci gioco la testa»
Meani: «Però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto…»
Bergamo: «Stai tranquillo, stai tranquillo…»
Meani: «Perché se no gli tagliamo la testa noi» Bergamo: «Stai tranquillo» Meani: «Se no chiamalo e parlagli»
http://oas.rcsadv.it/5/corriere.it/pp/cronache/L-23/1692013764/Bottom1/RCS/PF_TEST_COR_PP_RCT_010410/code_simply.html/6c776c44676b6f303431554144597052?_RM_EMPTY_&kw1=http://www.corriere.it/cronache/10_aprile_04/bufi_de583530-3fc5-11df-8d90-00144f02aabe.shtml&XE&Category=ATTUALITA&SubCategory=News&tax23_RefDocLoc=http://www.facewolf.com/gadgets/news/html/notizie_juventus.html&if_nt_CookieAccept=Y&XE
Novembre 2004
Bergamo: «Domani c’è il sorteggio a Roma, lo fa Gigi. Abbiamo pensato a Parma-Reggina da seconda fascia perché in prima fascia non ci va, e in seconda fascia c’è un po’ di esperti, anche un giovane che sta facendo bene, vediamo un po’ che cosa vi tocca…»
Foti: «Ti raccomando che è troppo importante…»
Bergamo: Ti dico: c’è un esperto, De Santis, c’è Morganti, che è un altro esperto, Saccani ha fatto una quarantina di gare in serie A e poi il giovane è Tagliavento che vogliamo lanciarlo… a meno che domani mattina si cambi qualche idea, ti do quello che avevamo concordato…»
amorejuve
04.04.2010, 15:29
Bergamo: «Mi faccia sentire un po' il suo calore il suo calore in questo momento perchè...».
Galliani: «Assolutamente...».
Bergamo: «Sono solo, non solo, meno che solo...».
Galliani: «Ma no no ci sono io...».
[/B]
Anche il Diavolo al caldo all'Inferno.... Radiazione per tutti!
messaggio aggiunto automaticamente su quello inviato 11 minuti fa:
nel senso che fino ad ora Moggi sembra toto riina ma tanti presidenti facevano le sue stesse telefonate
Di Moggi hanno trovato solo circa 50 telefonate.
Qua ne abbiamo 171mila!
Tolte 50 x 20 presidenti = 1000
le altre 170mila sono tutte di auguri?
Moggi cercava solo di difendersi in un sistema già esistente
e nel quale non era affatto il protagonista
eldavidinho94
04.04.2010, 21:44
mi chiedo secondo quale criterio
hanno creduto nel 2006 che moggi avesse potuto fare,
a questo punto, 171 telefonate!
assurdo ed impensabile
questo ragionamento è valido
se ne avevano scoperte solo una parte di telefonate:
se invece le intercettazioni c'erano, ma erano state oscurate,
è stata una cosa fatta apposta
resta il fatto che è impensabile veder moggi
fare 171.000 telefonate
eldavidinho94
04.04.2010, 22:24
Bergamo a Facchetti: “Grazie a Bertini la partita la vinciamo assieme” (http://juvemania.it/bergamo-a-facchetti-grazie-a-bertini-la-partita-la-vinciamo-assieme/)
Premessa: quanto si legge di seguito non è né più né meno di quanto diceva Luciano Moggi ai designatori arbitrali, parole che sono costate alla Juventus la Serie B con penalizzazione e -2 scudetti vinti sul campo.
L’intercettazione sottostante è del 9 Gennaio 2005, ore 12.53: poco prima di Inter-Sampdoria 3-2 (quella della rimonta nei minuti di recupero e del DVD celebrativo della Gazzetta) il presidente dell’Inter Facchetti chiama il deisgnatore Bergamo dicendo di aver istruito la squadra a non protestare con Bertini, visto che era “tutto parlato”. “E’ una sfida che vedrai la vinciamo insieme”, dice Bergamo.
Facchetti: Pronto Paolo, sono Facchetti.
Bergamo: Buongiorno Giacinto.
Facchetti: Sto andando allo stadio l’ho detto con i miei di avere con Bertini un certo tatto, una certa disponibilità. L’ho detto con i giocatori, con Mancini e gli altri.
Bergamo: Vedrai che sarà una bella partita.
Facchetti: Va bene.
Bergamo: Viene predisposto (Bertini ndr) a fare una bella partita.
Facchetti: Si si, va bene.
Bergamo: È una sfida che vedrai la vinciamo insieme.
Facchetti: Volevo solo dirti che l’ho fatto (riferendosi al fatto che ha parlato alla squadra per non tenere un atteggiamento sbagliato nei confronti di Bertini ndr).
Bergamo: Vedrai che le cose andranno per il verso giusto poi la squadra sta ricominciando ad avere fiducia, a fare i risultati, fa morale….
eldavidinho94
08.04.2010, 14:44
Parla la moglie di Bertini: “Arbitri succubi dei club” (http://juvemania.it/parla-la-moglie-di-bertini-arbitri-succubi-dei-club/)
La storia di Paolo Bertini, arbitro dismesso nell’estate del 2008, viene raccontata dalle colonne de ‘La Stampa’ dalla signora Daniela Mariani, 41 anni, mamma di Tommaso 12
anni, Elena 7. La moglie dell’arbitro Bertini. Bertini, corretto con le regole dell’Associazione Arbitri, non può rilasciare dichiarazioni se non autorizzato. Il marito di Daniela è imputato per associazione a delinquere e frode sportiva per diverse partite di A.
LO STATO D’ANIMO
«È lo stesso da 4 anni. Oggi sono certa che mio marito sia coinvolto in una storia che non ha alcun senso. È estraneo sotto ogni punto di vista. Gli ultimi avvenimenti non cambieranno la linea difensiva. Paolo è estraneo a tutti i capi d’imputazione».
LE NUOVE INTERCETTAZIONI
«Siamo sorpresi dello stupore con cui vengono accolte le intercettazioni. Sono situazioni ovvie nel momento in cui viene partorita l’idea del doppio designatore. Gli addetti ai lavori avevano già capito quel che sarebbe successo. Non si può immaginare un dirigente federale che avvalla il progetto del doppio designatore e si sorprende se questi parlano con le società. Sono ignorante in materia, ma se nominano due designatori come referenti di altrettanti gruppi di società, il designatiore in questione come fa a non rispondere nel momento in cui una società, del gruppo che lo ha sostenuto, gli telefona?».
ORMAI E’ UN’ESPERTA
«Ho studiato molto, in questi ultimi quattro anni di inferno. La Lega, formata dalle società, ha voluto creare un vincolo più stretto con gli arbitri. Lo ha fatto con lo strumento economico, evidente anche a me, basta leggere. Gli arbitri sono la voce di costo della Lega che trasferisce i fondi alla Federazione. Ufficialmente i soldi arrivano dalla Federazione, ma di fatto il costo è delle società. Fu questa l’innovazione di Paolo Bergamo. Il suo piano prevedeva ritrovi a Coverciano, ritiri, preparatori atletici e tecnici. Un arbitro sempre più professionista che impone costi importanti e che le società accettano di pagare. Cose che peraltro lo stesso Bergamo ha già detto. Sono scritte sui giornali dell’epoca. Basta aver voglia di studiare».
ARBITRI SUCCUBI DELLE SOCIETA’
«Le società volevano che il legame con gli arbitri fosse più forte. Non è un concetto sbagliato: il problema è stata questa degenerazione che è sotto gli occhi di tutti. Non ci si può stupire delle intercettazioni. Tutti sapevano tutto. Non potevano non sapere. Basta ascoltarle. Mi pare che Paolo sia gradito e sgradito da più parti. Era l’arbitro di tutti, nel bene e nel male. Situazioni che si intrecciano, si accavallano. Lo stesso Moggi, dopo gli errori di Atalanta-Milan, dice chiaramente che Paolo deve essere stroncato. Che ci fosse una stortura nel meccanismo è evidente. Mi è parso di capire che nel processo sportivo c’erano persone giudicate da individui nominati da loro stessi. Forse si doveva azzerare tutto e permettere a persone estranee di guardare e giudicare. Gli arbitri coinvolti sono stati scelti a caso. E tra questi mio marito che paga senza aver rotto effettivamente nulla».
(Credits: La Stampa)
maurizio
12.04.2010, 11:21
MOGGI: "Il bello viene ora"
L'ex dg bianconero: "Adesso tocca ad altri pagare"
12.04.2010 09:15 di Aniello Abbate (http://www.tuttojuve.com/?action=contatti&idutente=58&id=19238) articolo letto 3598 volte
Fonte: di Fulvio Bianchi per "La Repubblica"
http://tmwnetwork-storage.tccstatic.com/storage/tuttojuve.com/img_notizie/thumb1/16ea92c6d494cd962d7c3786ed482417-1271052871.jpeg© foto di Federico de Luca
Durante un’intervista a “La Repubblica”, Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, analizza le nuove intercettazioni di Calciopoli, negando ancora una volta l’esistenza di una “cupola”.
«Sa per chi lo faccio? Lo faccio per gli arbitri…».
Scusi, Moggi: ma se lei era il capo della Cupola, gli arbitri erano tutti a sua disposizione e adesso scatena questo nuovo putiferio di intercettazioni per loro…
«Sì, perché gli arbitri non hanno colpa, e qualcuno ci ha rimesso pure la salute».
Mentre le colpe ormai si sa di chi sono…
«Macché cupola e cupola. Dicevano che Paolo Bergamo era nostro sodale, ma quando mai? Lasciamo stare: guardi che sta succedendo in questi giorni, quanta gente che parlava…».
Le intercettazioni nuove riguardano l´Inter con Facchetti e Moratti, mentre quelle di Galliani, Meani, Collina, Cellino sono roba vecchia.
«Io dico una cosa: confrontiamo le mie telefonate con quelle degli altri. Io certe cose non le ho mai dette, non ho chiamate con gli arbitri. Guardi che dicevano altri e vedrà cosa ho fatto io e cosa hanno fatto questi signori… La Juve è stata fregata, e ha pagato. Ora tocca ad altri… Questa la verità che sta venendo fuori, mi fa piacere che qualcuno cominci a farsi un´altra idea di tutti questi anni».
Ma c´è chi sostiene che anche queste nuove intercettazioni saranno ininfluenti per il processo di Calciopoli.
«Non lo so. Lo vedremo martedì».
È vero che in aula ne svelerete altre, fra cui una dove Facchetti diceva a Bergamo di lasciar perdere col sorteggio arbitrale?
«Non so. Quelle che sono uscite adesso bastano e avanzano».
E se non verranno accolte dai giudici?
«Che facciamo, andiamo a casa? Vedremo in aula».
In Federcalcio secondo lei le avevano queste intercettazioni che riguardano l´Inter?
«Può darsi che le avessero. Ora di sicuro. E se non si muovono li denuncio per omissione d´atti d´ufficio. Devono riaprire il processo sportivo, altro che storie».
Che pensa che succederà martedì a Napoli?
«Cose divertenti. Il bello, mi creda, viene solo adesso. Io ho aspettato tanti anni ma sapevo che certe cose c´erano, e che prima o poi sarebbero venute a galla. Arrivederci a martedì».
eldavidinho94
12.04.2010, 12:23
Moggi: “Se la FIGC non riapre il processo sportivo li denuncio” (http://juvemania.it/moggi-se-la-figc-non-riapre-il-processo-sportivo-li-denuncio/)
:notworthy:
AlexnelCuore
12.04.2010, 14:34
a volte penso che ci stamo facendo false illusioni
gabriele
12.04.2010, 16:35
Calciopoli, Gallinelli difesa De Santis
Tribunale di Napoli – Udienza del 30 marzo 2010, quinta audizione teste Auricchio. Gallinelli, difesa De Santis. I parte
Condizionamenti diretti, indiretti e lo "sdoganamento"
Gallinelli: «Buongiorno Colonnello Auricchio, è pronto?»
Prioresci: «Lui è sempre pronto..»
Gallinelli: «La scorsa udienza il controesame aveva toccato i presunti vantaggi diretti apportati dall’arbitro De Santis alla Juventus, tornerò più avanti su quell’ aspetto. Proseguirò l’esame sui vantaggi indiretti apportati da De Santis alla Juventus e a società collegate alla Juventus (come voi riportate nelle informativa). La vostra ipotesi, o tesi investigativa, si è basata sul fatto che l’arbitro De Santis avrebbe ammonito giocatori diffidati appartenenti a squadre che il turno successivo di campionato (2004-2005) avrebbero affrontato la Juventus, favorendo indirettamente la società di cui il Dr. Moggi era D.G.
Passiamo al capo G dell’imputazione (Fiorentina-Bologna 05.12.04), leggo testualmente: - Non l’avete scritto voi il capo d’imputazione, ma credo sia il frutto delle vostre valutazioni investigative- "Moggi, De Santis, Pairetto i quali compivano atto fraudolento sorteggio, consistente nell’ alterazione del sorteggio del direttore di gara, De Santis nella dolosa ammonizione dei calciatori del Bologna, successivo avversario della Juventus (Petruzzi, Nastase e Gamberini), già diffidati e conseguentemente squalificati per l’incontro Bologna-Juve (non arbitrata da De Santis). Atti finalizzati ad influire sull'andamento della partita successiva, ma che comunque alteravano la regolarità e l’andamento della partita Fiorentina-Bologna". Viene ipotizzata responsabilità diretta per frode sportiva di De Santis e una responsabilità in concorso relativamente ad un incontro successivo non arbitrato da De Santis, in concorso con l’arbitro Pieri (che arbitrò la partita). Le devo leggere e si impone questa lettura: informativa del 02.11.05 pag. 62 la strategia complessiva elaborata per favorire l’ascesa della juve. “Tale obiettivo viene tutelato con interventi sia diretti sul campo di gioco e indiretti sul campo che nel medesimo turno vedono squadre che la volta successiva devono gareggiare contro la juv”e, come nel caso in esame:Fiorentina Bologna …. De Santis arbitrerà poi Fiorentina-Milan (arriveremo anche a questa partita). Quando De Santis arbitrò questa partita (Fiorentina- Bologna), era già emersa l’esistenza di un procedimento penale, di un’indagine nei confronti degli arbitri Palanca e Gabriele?».
Auricchio «si».
Gallinelli: «E quindi il De Santis non era condizionato dall’ esistenza di questo procedimento?»
Auricchio «Emerso in che senso?».
Gallinelli: «Era già in corso attività di indagine nei confronti di Palanca e Gabriele. Credo dovrebbe conoscere bene queste circostanze».
Auricchio «Erano stati indagati nell’estate »
Gallinelli: «All’ epoca della partita, il 05.12 Fiorentina-Bologna, arbitrata da De Santis..... questo procedimento era in corso o no?».
Auricchio «Era in corso».
Gallinelli: «Non avete ravvisato un condizionamento, ripensamento, sdoganamento?.
Auricchio «No».
Gallinelli: «Non aveva subito nessun condizionamento dalla conoscenza....poi dimostreremo..».
Auricchio: «Anzi, in merito a quel procedimento, dall’ attività tecnica, sono emerse anche informazioni che De Santis aveva sull’ andamento e dal suo tenore, anche colloquiale al telefono, era tranquillo».
Gallinelli: «Il cosiddetto ripensamento non lo avete collegato a questa indagine su Palanca e Gabriele..?».
Auricchio «Lo abbiamo collegato essenzialmente..».
Gallinelli: «La domanda è se non lo avete collegato..».
Auricchio: «Lo abbiamo collegato a..».
Gallinelli: «Non lo avete collegato all’esistenza, di un procedimento penale?».
Auricchio: «La domanda è: lo avete o non lo avete collegato? Lo abbiamo collegato anche a questo procedimento penale riguardante Palanca e Gabriele».
Gallinelli: «Nonostante questo ripensamento e preoccupazione De Santis favorisce lo stesso la Juventus?
Auricchio: «Quale è la domanda?».
Gallinelli: «Questa. Gliene ho fatto 3 e non ha risposto a nessuna delle 3».
Gallinelli: «In questo momento, nonostante questo collegamento all’epoca in cui si giocava questa partita, il De Santis non era preoccupato e quindi favoriva indirettamente la Juventus».
Auricchio: «Non solo non era preoccupato ma, dallo stesso tenore di alcune conversazioni che abbiamo riportato e pure richiamato in sede di interrogatorio…. Era tranquillo».
Gallinelli: «E quindi poteva anche non conoscere l’esistenza di questo procedimento?».
Auricchio: «Lo conosceva, posso anche citare alcuni collegamenti».
Gallinelli: «Poi ci arriveremo a tutte le evoluzioni e involuzioni investigative».
Auricchio: «In quel momento non era preoccupato».
Gallinelli: «Avete visionato il filmato della partita Fiorentina-Bologna?».
Auricchio «Che io ricordi, no».
Gallinelli: «E certo, che ricorda».
Gallinelli: «Avete svolto servizio di osservazione allo stadio?».
Auricchio «No».
Gallinelli: «Ha visionato presso la sede del nucleo investigativo di via In Selci, il filmato della partita? Non le hanno fornito, non ha richiesto il filmato?
Auricchio «No».
Gallinelli: «Avete intercettato, captato, o svolto attività tecnica come avete precedente definito, telefonate tra il De Santis e Moggi, De Santis-Bergamo- Pairetto precedenti la partita Fiorentina-Bologna?».
Il Colonnello risponde di no
Gallinelli: «Avete intercettato telefonate nella quali si parlava della condotta arbitrale che avrebbe dovuto tenere De Santis durante l’incontro?».
Auricchio «Si, le abbiamo citate..».
Gallinelli: «Mi riferisco all’ammonizione di giocatori diffidati».
Auricchio «Abbiamo registrato delle conversazioni richiamate in sede di esame, riguardanti interlocutori: Moggi e Racalbuto e Moggi e Damascelli...».
Gallinelli: «La domanda era un'altra..».
Prioreschi:"E' la terza volta che il colonnello fa riferimento a Moggi e Racalbuto.. La conversazione è tra Moggi e un altro soggetto che loro ipotizzano essere Racalbuto. Questo deve essere chiaro».
L'avvocato Gallinelli precisa che la sua domanda era un'altra; chiedeva se c'erano telefonate tra De Santis e Moggi (..) e non tra altri interlocutori. Casoria interviene dicendo che lo stesso avvocato ha ampliato il discorso anche sugli altri interlocutori. La risposta del Colonello è comunque no.
Gallinelli: «Avete assunto a sommarie informazioni testimoniale gli assistenti di gara (Lanciano e Pirondini e Banti)?».
Auricchio «No».
L'avvocato richiama l'informativa del 19.05.2005 e chiede riscontro sulla telefonata tra Damascelli e Moggi, quella del "delitto perfetto".
Gallinelli: «Ci può confermare che era Damascelli a chiamare Moggi?».
Il colonnello conferma
Gallinelli: «Damascelli chiama Moggi che, a differenza di quanto riportato nell’informativa, l’espressione "delitto perfetto" è stata utilizzata solo dal giornalista Damascelli?
Auricchio «Si..lo abbiamo anche detto la volta scorsa..».
Gallinelli: «Che Moggi non era nemmeno a conoscenza che il Bologna aveva due giocatori diffidati e che l’arbitro De Santis li avesse ammoniti? ci conferma questo?».
Auricchio «Si».
Gallinelli: «Che Damascelli ha erroneamente riferito a Moggi che i giocatori ammoniti e diffidati erano 3 anziché due (Nastase e Petruzzi non Gamberini)».
Auricchio: «Si lo abbiamo già detto».
Gallinelli: «Moggi non era a conoscenza, non solo del numero dei giocatori del Bologna diffidati, ma che tale squadra aveva giocatori diffidati, che De Santis li avesse ammoniti, che sarebbero stati squalificati e che di conseguenza non avrebbero potuto partecipare al successivo incontro con la Juventus. Ci conferma la circostanza?».
Auricchio: «Confermo che Damascelli fa riferimenti a 3..».
Gallinelli: «Ma Moggi non corregge..».
Casoria: Avvocato poi leggiamo e vediamo che Moggi non insiste. Mettere in evidenza fino ad un certo punto».
Gallinelli: «Avete verificato sempre (sempre Fiorentina-Bologna), violazioni del regolamento di gioco posto in essere dai diffidati?».
Auricchio: «Abbiamo riportato gli esiti della qualifica del giudice sportivo». Legge la decisione
Gallinelli: «Ma avete acquisito il referto di gara, gli atti..?».
Auricchio: «Il Giudice sportivo lo valuta in base al referto».
Gallinelli: «Voi avete acquisito il giudizio del giudice sportivo, e il referto lo avete acquisito?».
Auricchio: «Si, credo sia agli atti..».
Gallinelli: «Avete accertato se Nastase e Petruzzi sono stati ammoniti e magari non c’erano e non hanno nemmeno giocato o hanno giocato e hanno commesso un'infrazione al regolamento..?».
Casoria chiede di non insistere "su cose pacifiche".
Gallinelli: «Non hanno..se hanno protestato.. se hanno dato un calcio all’avversario..».
Il colonnello legge la parte riguardante i due diffidati (Nastase comportamento scorretto, Petruzzi per proteste).
Gallinelli: «Le proteste c'erano e il comportamento scorretto anche..».
Auricchio: «Non lo so». Non ha la possibilità di confermare.
Gallinelli: «Le indagini non le ho fatte io..».
Casoria: «Hanno esaminato le determinazioni del Giudice sportivo».
Prioreschi: «E la gazzetta..».
Gallinelli: «Avete acquisito a sommarie informazioni, i dirigenti e giocatori della società Bologna?».
Auricchio: «No, non credo proprio».
Gallinelli: «Ah, non li avete sentiti? perfetto».
Gallinelli: «Avete utilizzato articoli di stampa relativamente a questo incontro come elementi di riscontro alle vostre ipotesi investigative? cioè il tabellino sportivo cosi detto da lei?».
Auricchio: «Non lo abbiamo mai utilizzato per riscontro, queste attività lo..».
Gallinelli: «La gazzetta dello sport... ce lo ha riferito altre volte».
L'avvocato chiede ancora se hanno mai utilizzato o letto giornali e commenti e il colonnello conferma che non li ha «mai utilizzati a riscontro».
Gallinelli: «Se lei lo ha riferito, ha dato un valore».
Auricchio: «Li abbiamo riportati ma è cosa diversa “utilizzati come riscontro”».
Gallinelli: «Non avete letto commenti di gazzetta.. in merito alla condotta arbitrale del De Santis?».
Auricchio: «Vedo il tabellino».
Si discute ancora sulla cosa, c'è un'opposizione del pm e l'insistenza dell’avvocato fino all'intervento di Casoria:«Non li hanno menzionati. Per gli articoli sportivi è negativa».
Gallinelli spiega, portando come riferimento un recente commento di attualità (Inter-Roma) in cui il giornale scrive: "arbitri e assistenti sbagliano tutto", se c'era una situazione simile («stiamo parlando dell’attualità e no di calciopoli»).
Gllinelli: «Avete collegato la condotta arbitrale del De Santis ad una telefonata del 7 maggio, tra Meani e Bergamo? Nell'informativa:“La severità arbitrale dimostrata da De Santis nell'incontro Fiorentina-Bologna suscita l'attenzione anche del dirigente milanista Meani”. Questa attenzione del Meani, l'avete utilizzata come elemento accusatorio, investigativo, di sospetto?»
Auricchio: «Sì»
Gallinelli legge la trascrizione della telefonata in questione, durante la quale Meani dice di guardare la partita Fiorentina-Bologna (di alcuni mesi prima) e dice: “Lui (De Santis) fa un'ammonizione un po' così..., dopo un po' un'altra ammonizione. Poi vado a vedere, erano tutti e due diffidati! E la domenica dopo il Bologna incontrava la Juve, mica un'altra squadra!”. Bergamo in un caso conviene sulla eccessiva severità dell'arbitro, ma nell'altro è in disaccordo, “Ma sai Petruzzi è uno che...”
Gllinelli: «Ora colonnello, voi avete lasciato questa trascrizione con i puntini sospensivi. Le telefonate bisogna ascoltarle tutte e trascrivere tutto. Gliela riporto tutta:
Bergamo: “Ma sai Petruzzi è uno che...”
Meani: “Un rompipalle”
Bergamo: “Che se le guadagna!”
Questa parte non era contenuta nell'informativa, questa telefonata era stata tagliata con i puntini...»
Auricchio: «Beh, tagliata lo dice lei, le telefonate sono integrali...»
Casoria: «Nel senso che era trascritta...»
Capuano: «Presidente, ma qual è la domanda? Abbiamo letto una telefonata senza avere una domanda...».
Gallinelli: «Se aspetta, gliela facciamo la domanda »
Capuano: «Ma le telefonate sono state depositate integralmente...»
Auricchio: «Ma anche lì (nell'informativa è stata trascritta integralmente». Bah!
Il Presidente preferisce sorvolare su questa circostanza.
Gallinelli: «Avete verificato la procedura disciplinare di diffida e squalifica dei calciatori? Mi spiego: la diffida è un provvedimento rimesso alla discrezionalità dell'arbitro?»
Auricchio: «E' del giudice sportivo».
Gallinelli: «Ma cosa deve fare un giocatore per essere diffidato? »
Auricchio: «Deve raccogliere un certo numero di ammonizioni». E viene ricostruito il meccanismo della diffida: dopo le prime tre ammonizioni poi a scalare.
Glalinelli: «Rispetto a Nastase e Petruzzi, avete accertato quante ammonizioni avevano subito e chi gliele aveva comminate e in quali partite?»
Auricchio: «Siamo a inizio campionato...»
Gallinelli: «E le tre ammonizioni precedenti furono comminate tutte dal De Santis? Non avete accertato questa circostanza?»
Auricchio: «No».
Gallinelli: «Se un giocatore diffidato protesta, l'ammonizione scatta per proteste maggiori rispetto ad un giocatore non diffidato? Il parametro di valutazione è lo stesso o cambia?»
Auricchio divaga.
Gallinelli ripercorre il cammino disciplinare di Nastase e Petruzzi che furono ammoniti in precedenza da Farina, Preschern, Rosetti, Tagliavento e Saccani.
Auricchio: «Sembrava non giocasse mai titolare Nastase...». E il fatto che ogni volta che gioca si becca il cartellino, non ti dice niente? E infatti Prioreschi: «Sette partite sei ammonizioni...»
Gallinelli: «Avete accertato tutto ciò?»
Auricchio: «No...»
Gallinelli: «Faccio questa domanda perché a Saccani (e agli altri) non è contestato il concorso, come per De Santis-Pieri, senza l'ammonizione di Saccani, i due non sarebbero stati diffidati» e avrebbero pesato meno i cartellini di De Santis.
C'è opposizione di pm; la situazione non è la stessa, quando Saccani ammonisce i due giocatori, questi non erano diffidati...
Casoria: «Gli antecedenti non li hanno valutati».
Gallinelli: «Visto che nelle informative si dice che De Santis non ammoniva qualunque giocatore diffidato, ma badava al peso specifico del calciatore, avete accertato quante partite hanno disputato Nastase e Petruzzi nel 2004/05?»
Auricchio: «Me l'ha già fatta l'avvocato Prioreschi questa domanda».
Gallinelli: «Non ricordavo, quindi lei adesso se lo ricorda...»
Prioreschi: «Colonnello, ha giocato sette partite ed è stato ammonito quattro volte!»
Gallinelli: «Nella partita Fiorentina-Bologna, De Santis ammonì anche giocatori della Fiorentina? »
Auricchio: «Controllo. Dainelli e Miccoli, ma ha ammonito anche altri giocatori del Bologna, non solo i diffidati».
Gallinelli: «Avete verificato se De Santis in altre gare ammonì giocatori diffidati appartenenti a squadre che la domenica successiva avrebbero dovuto affrontare la Juve o squadre asseritamente collegate alla Juventus?»
Auricchio: «Non lo so dovrei controllare... Sì, abbiamo indicato un Reggina-Messina, arbitro De Santis, due diffidati della Reggina (successiva avversaria della Juve) sono stati ammoniti»
Gallinelli: «Questa partita è stata segnalata?»
Auricchio: «No». Il perché risiede sempre nel metodo seguito, non se ne parla nelle intercettazioni e quindi non si attenzionavano le partite.
Gallinelli: «Quindi ritorniamo alla domanda precedente: ci sono telefonate in cui si dice a De Santis che deve ammonire dei giocatori diffidati?»
Auricchio: «Ho già risposto a questa domanda, ho detto no»
Gallinelli: «Senta, lei ha detto che avete analizzato trenta turni di campionato su trentotto»
Auricchio: «Io non ho mai detto una cosa del genere».
Gallinelli: «Lo avete scritto voi nell'informativa».
Auricchio: «Sono state ripercorsi trenta turni per diciannove partite...»
Gllinelli: «Tra partite da voi analizzate, attenzionate, vi è anche la partita Parma-Roma?»
Auricchio: «No, non la ricordo».
Gallinelli: «Non si ricorda se Trefoloni, se l’arbitro ammonì 4 giocatori del Parma».
Auricchio: «Abbiamo fatto una tabella per questo..».
Gallinelli: «Nella tabella ci sta. La partita successiva è Juventus-Parma, quindi il Parma la domenica successiva gioca contro la Juventus ed ha nella partita Parma-Roma 4 giocatori diffidati (Contini, Vignaroli e Simplicio)».
Auricchio: «Parma-Roma è nella tabella, arbitro Racalbuto».
Gallinelli: «No, quella è precedente. Io dico quella dell’08 maggio, arbitrata da Trefoloni. Racalbuto arbitra Roma-Parma all’andata a dicembre se non sbaglio..».
Auricchio: «Ho trovato..Trefoloni, Parma-Roma».
Gallinelli: «Mi conferma che ammonisce 3 giocatori diffidati del Parma?».
Auricchio: «Si ..Contini, Simplicio e Vignaroli».
Gallinelli: «E la domenica successiva, il Parma quale squadra avrebbe incontro?».
Auricchio: «La Juventus lo abbiamo riportato per questo».
Gallinelli: «Quindi l’08 maggio era un periodo determinante per la conquista del titolo? l’avete scritto voi nell’informativa, “c’era un testa a testa Milan-Juve”..».
Auricchio: «No, credo c’era già stato».
Gallinelli: «È l’08 maggio..stanno ancora..».
Gallinelli: «Questi giocatori Contini, Vignaroli..(quello venne ammonito anche da De Santis in Lecce-Parma), saltarono, furono squalificati dal Giudice sportivo saltando ovviamente l'incontro con la Juventus?».
Auricchio: «si».
Gallinelli: «E perché nei confronti di Trefoloni non avete seguito lo stesso percorso valutativo?».
Auricchio: «Sempre per lo stesso ragionamento che ho fatto prima».
Casoria: «Le ha spiegato avvocato, le telefonate sono il punto di partenza».
Gallinelli: «Vorrei trovare il punto di arrivo -chiedo scusa Presidente- devo accertare se c’è stato un punto di arrivo serio ed è questo l’accertamento che chiediamo al tribunale».
Gallinelli: «Io faccio una domanda suggestiva, lo dico subito».
Pm Capuano: «Allora c’è l’opposizione ancora prima che lo fa».
Casoria: «Vediamo che domanda..».
Gallinelli: «Se l’arbitro della partita fosse stato De Santis, avreste effettuato l’accertamento?».
Non ammessa
Prioreschi: «Sicuramente si».
Gallinelli: «Vantaggi diretti alla Juventus. Altro capitolo dell’informativa. Comportamento arbitrale di De Santis nelle partite giocata dalla Juve e da lui arbitrate».
Gallinelli: «Quante volte De Santis ha arbitrato la Juventus nel campionato 2004-2005?».
Auricchio: «Lo abbiamo già detto la volta scorsa avvocato».
Gallinelli: «E lo so, se me lo può ripetere..».
Auricchio: «5 volte. 2 vittorie, 1 pari, 2 sconfitte».
Gallinelli: «Juventus-Atalanta, settembre 2004 mi conferma?».
Auricchio: «Si».
Gallinelli: «Risultato?».
Auricchio: «Non lo ricordo».
Gallinelli: «2-0, mi conferma?».
Auricchio: «Si».
Gallinelli: «Ovviamente questa non è stata investigata..?
Auricchio: «No».
Gallinelli: «Lecce Juventus?».
Auricchio: «Si è stata investigata».
Gallinelli: «14 novembre, è quella della magliette; ovviamente questa l'ha analizzata bene l’avv. Prioreschi».
Gallinelli: «Gennaio 2005».
Auricchio: «Parma Juventus».
Gallinelli: «1-1.Conferma?».
Gallinelli: «Palermo-Juventus».
Auricchio: «1-0».
Gallinelli: «Juventus-Inter».
Auricchio: «0-1».
Gallinelli: «Vittoria dell’inter. Una che non è stata riferita, supercoppa italiana agosto 2005, Juventus-Inter, vittoria dell’Inter anche in questa partita. La Juventus perde».
Informativa 19.04.2005, pag 469.
Gallinelli: «"A tale episodio" -telefonata Damascelli/Moggi - (viene chiamata episodio, non telefonata), "si aggiunge l’arbitro De Santis in occasione dell’incontro Parma-Juve del 6 gennaio, durante il quale il comportamento del predetto nei confronti della Juve, è risultato talmente sfacciato tanto che l’osservatore dell’incontro (quarto uomo Boschi) lo commenta nel merito con il presidente dell’AIA Lanese.
L’osservatore muove osservazioni sull’arbitraggio complessivo oltre che sullo specifico episodio del mancato rigore della Juve (parla di un rigore non concesso alla Juve) da voi definito “piccolo particolare”, riferendo a Lanese ciò che ha direttamente esternato a De Sanrtis dopo l’incontro (per ammonire un giocatore della Juve devi dargli una coltellata altrimenti non ammonisce). Poi Boschi riferisce a Lanese di essere stato chiamato dal direttore del Parma Cinquini (non dal direttore della Juventus Moggi; Cinquini chiama e si lamenta con Boschi)". Veniamo alla domanda e ovviamente mi riferisco sempre alle vostre informative. Questo pareggio della Juventus con il Parma cosa ha comportato -ovviamente con riguardo alla posizione in classifica- ha danneggiato la Juventus in riferimento a questa lotta per il titolo?».
Auricchio: «Siamo a gennaio, quindi ..è un pareggio».
Gallinelli: «..Il Milan cosa ha fatto?
Auricchio: «Non lo ricordo. Se lo sa lei, risparmiamo tempo».
Gallinelli legge il passaggio in cui viene scritto che il pareggio con il Parma comporta alla Juve la riduzione della distanza dal Milan che, vincendo contro il Lecce per 5-2 accorcia e va a soli due punti dalla Juventus.
Gallinelli: «Avete analizzato -e questa è la domanda- se era legittima la mancata concessione del rigore alla Juventus da parte del De Santis?».
Auricchio: «L’abbiamo analizzata anche perché c’è una conversazione…diciamo».
Gallinelli: «Ci sono telefonate ma questa partita viene contestata..».
Casoria: «Faccia rispondere».
Auricchio: «Su questo c’e proprio De Santis che parla».
Gallinelli: «Se voi lo avete visionato questo episodio della mancata concessione del rigore..».
Auricchio: «Sempre restando nel merito, De Santis che spiega che quella partita ha avuto -su quel mancato rigore- ha avuto anche un colloquio diretto..è stato giustificato "non è colpa tua.."».
Gallinelli: «Chiedo scusa colonnello, non mi sono spiegato. Se De Santis avesse detto al telefono di aver ammazzato Boschi avreste accertato questa circostanza se era vera o no?».
Auricchio: «Si».
Gallinelli: «Al di la delle dichiarazioni, avete visionato questo episodio a cui fa riferimento De Santis, se c’era questo o rigore o no?».
Auricchio: «Sicuramente lo abbiamo fatto. Se lei ora mi chiede se ricordi l’episodio le dico di no. Ricordo questa circostanza però ricordo il dato investigativo: la conversazione telefonica».
Gallinelli: «Questa partita è stata contestata anche a livello investigativo al De Santis?».
Auricchio: «Non è stata contestata questa partita».
Gallinelli: «E c’erano telefonate questa volta».
Auricchio: «Si».
Gallinelli: «E come mai? c’erano telefonate a cui si faceva riferimento a questa partita, c’erano episodi contestati e questa partita invece ha fatto una fine diversa rispetto a quelle altre contestate?».
Auricchio: «Dal contenuto delle intercettazioni telefoniche, emergeva un certo rapporto, che lo steso Moggi ha intrattenuto con De Santis post partita negli spogliatoi, all’uscita dello stesso De Santis; ci sono anche riferimenti esterni (quel Boschi riferisce al designatore di essere entrato nello spogliatoio e De Santis che parlava con Moggi); lo stesso De Santis: "mi hanno detto che non c’è problema perché sul mio mancato intervento (nel caso del mancato rigore) lo stesso Moggi ha detto che non è colpa mia ma è stata è colpa dell’assistente"...».
Gallinelli: «Moggi, riguardo al riferimento da lei fatto, era arrabbiato, si sentiva danneggiato?».
Auricchio: «Era arrabbiato per il risultato».
Gallinelli: «Si sentiva danneggiato..?».
Auricchio: «Non mi pare, nei confronti del De Santis. Non era amareggiato, anzi c’è un motivazione oggettiva: non era colpa sua».
Gallinelli: «Io parlo di riscontri oggettivi. Voi avete ipotizzato questo senza verificare se il rigore non concesso doveva essere concesso o non doveva essere concesso. Questo, si o no?».
Auricchio: «Si. Esattamente come dice lei».
Gallinelli: «Bene benissimo».
Gallinelli: «Avete sostenuto nell’informativa:“Arbitraggio del De Santis sfacciatamente favorevole alla Juventus". Da quali comportamenti concreti (non parlo di conversazioni telefoniche) avete desunto questo comportamento favorevole in modo unilaterale da parte dell’arbitro De Santis. Da quali episodi?».
Auricchio: «Se possiamo prendere queste conversazioni, ci sono anche dei passaggi sul fatto che siccome il Parma ha pareggiato negli ultimi minuti c’è un recupero fatto.. c’è anche un commento su questo di Boschi che può essere utile».
Gallinelli: «…Gli ho detto, al di la delle conversazione..che parliamo a fare?.. presidente io parlo..io ho chiesto al di la delle conversazioni, quali riscontri.. anche lei a volte ha sollecitato un analisi dei riscontri..le telefonate le ha elencate nel corso dell’esame, il controesame vuole dei riscontri, altrimenti che controesame è?». </B>
Auricchio rilegge una parte dell'intercettazione in cui Moggi giustifica De Santis ( De Santis ne parla al telefono) dicendo che non poteva vedere che era rigore, anzi che aveva fatto bene a non concederlo (perché non poteva vederlo), mentre rivolgendosi all'assistente gli dice che la prossima volta gli avrebbe regalato un paio di occhiali.
Gallinelli: «Quando Moggi entrava nello spogliatoio -abbiamo appurato che potevano entrare c'era una circolare non è una condotta strana- tanto è vero che poi tra l'altro Cinquini che chiama Boschi e voi non l’avete attenzionata..vabbè. c'è una telefonata, Moggi Tosatti.. dove si fa riferimenti (oltre ad altri danni che avrebbe causato questo associato alla presunta cupola) tra i danni anche la partita Parma-Juve. Questa telefonata la conosciamo tutti, quindi anche voi..
Quando dice..senta come dice: "mi è passato davanti, non l’ho nemmeno salutato non mi va nemmeno di parlarci".. mentre Cinquini parla con Boschi, "nemmeno l'ho cagato… ci sono rimasto così male..ha beccato tutti i giocatori diffidati".. della Juventus..sta parlando.. lo dice Moggi.. Ecco perché prima le ho fatto la domanda se aveva ammonito anche giocatori diffidati della Juventus».
Auricchio: «L’interlocuzione è Moggi-Tosatti».
Gallinelli: «..."E che poteva dare un rigore e non ve l’ ha dato, che c’erano dei falli dal limite che non vi ha dato."Ecco perché ho chiesto riscontro della telefonata, per questo le ho chiesto se ha visionato la partita come si visiona il luogo di un delitto se c’è un delitto».
Auricchio: «Questa volta lei da un valore a Moggi-Tosatti mente prima, Moggi-Damascelli non ha valore, mentre la telefonata di Lanese (presidente AIA), telefonata con Boschi osservatore..della partita, lei non la ritiene utile».
Gallinelli: «Sa cosa sta facendo?...lei sta sindacando il mio operato. Io non sto selezionando, sto cercando di dare una visione complessiva e di far vedere anche l’altro aspetto. Se facciamo vedere solo l’aspetto accusatorio, di congetture e di sospetto...».
Auricchio: «Non ho capito quale è l’ altro aspetto..».
Gallinelli: «Quando ho completato quella telefonate non l’ho fatto per divertimento o per mancanza di rispetto al tribunale, ma per rispetto alla verità che è quella che dobbiamo accertare in questa aula».
Casoria: «Vabbè andiamo avanti avvocato».
Pm Capuano: «Quale è la domanda, Presidente scusi, a me sfugge..».
Gallinelli: «Lei può leggere le telefonate e io non le posso le leggere? la domanda viene dopo la lettura. Adesso arriva pm! Se mi da il tempo, tanto ce ne abbiamo, poi lei può chiudere l'esame.
La domanda era questa: contro il Parma, partita Parma-Juve, ha effettivamente danneggiato la Juventus? non mi ricordo se ha risposto».
Auricchio: «Ho risposto; ho detto No, non ha danneggiato la Juventus, no nel temine del pareggio».
Gallinelli: «Quali sono stati i commenti di Luciano Moggi a proposito dell'operato di De Santis in Parma-Juve? Visto che non è stata danneggiata la Juve...»
Auricchio: «Abbiamo riferito di un colloquio tra i due protagonisti, Moggi e De Santis... »
Gllinelli: «Colonnello, è una domanda specifica »
Auricchio imperterrito continua per la sua strada: «... in cui Moggi non ha inveito contro il De Santis, tanto è vero che gli ha detto, “tu non la potevi vedere”...».
Gllinelli: «Moggi era soddisfatto o non soddisfatto dell'arbitraggio De Santis? »
Auricchio divaga: «Moggi ha giustificato l'errore sul rigore. Moggi non era in alcun modo particolarmente amareggiato per l'arbitraggio di De Santis».
Casoria: «Va bene, lo interpreteremo noi. Lo ha perdonato avvocato. Questo è l'unico commento, perché questa è l'unica telefonata».
Passiamo allo “sdoganamento”
Gallinelli: «Lei nelle scorse udienze ha riferito che il De Santis si sarebbe sdoganato “dalla presunta associazione a seguito della notifica della proroga delle indagini ricevuta dal De Santis” nel mese di?»
Auricchio: «Beh, lo abbiamo anche anticipato, a febbraio lo abbiamo calcolato»
Casoria: «Lo aveva già detto».
Gallinelli: «Vedrà che ci sarà un aggiornamento documentale su questo. Quindi la partita Parma-Juventus è precedente a questo sdoganamento?»
Auricchio: «Sì».
Gallinelli: «Prima ha detto con Palanca, non ha nessuna incidenza sulla condotta fraudolenta di De Santis...»
Auricchio: «Non ho detto così, ho detto nel periodo di autunno, novembre-dicembre, assolutamente. Anzi, dal tenore delle telefonate di De Santis, sembra di avere tutto sotto controllo»
Gallinelli: «Quindi il 6 gennaio De Santis quando arbitra Parma-Juventus non ha ricevuto alcun avviso di proroga delle indagini, quindi diciamo, è libero -secondo l'assunto investigativo-, di favorire in modo unilaterale la Juventus, non avrebbe nessun condizionamento»
Auricchio: «No».
Gallinelli: «Però nella informativa del 2 novembre 2005 è scritto testualmente, in modo molto eclatante, “De Santis è una creatura generata da Moggi, gestita sempre dallo stesso, di conseguenza emerge una continuata (non saltuaria) opera svolta dal De Santis ad appannaggio degli interessi dell'associazione e quindi della Juventus”. Come giustifica questi sdoganamenti con questa opera continuativa svolta dal De Santis?»
Auricchio fa rilevare che l'informativa è del novembre 2005 e lo sdoganamento a suo dire sarebbe del febbraio successivo.
Capuano: «Presidente, c'è anche opposizione, perché su questa circostanza il teste ha risposto all'udienza scorsa... Fino a un certo punto De Santis è stato un sodale dell'associazione, successivamente, all'esito di una serie di circostanze, il teste ha rappresentato che il De Santis si è staccato dall'associazione».
Casoria: «Avvocato, non insista sul punto, il teste ha manifestato quello che è il suo pensiero».
Gallinelli: «Senta, in queste vostre valutazioni, che normalmente dovrebbero essere riservate al magistrato inquirente...»
Capuano morso da una tarantola: «Questi sono dei commenti però presidente». Ogni volta che si oppone sembra di ascoltare i piagnistei di un bambino.
Gallinelli: «Sto parlando con me stesso... »
Auricchio: «Perché a chi lo abbiamo riferito?»
Capuano il suggeritore: «No, non risponda lei colonnello...»
Gallinelli: «In questo escursus, siete stati condizionati dal risultato delle partite? »
Auricchio: «No, non ho capito la domanda»
Gllinelli: «In queste vostre valutazioni sull'apporto continuativo, saltuario, a cottimo... del De Santis nell'associazione, siete stati investigativamente condizionati dai risultati degli incontri della Juventus?»
Auricchio: «No, le sto dicendo di no. Parma-Juve è l'espressione più libera di questo condizionamento».
Casoria: «Avvocato non insista»
Gallinelli: «Presidente è un punto importante e questa importanza la rileveremo nella partita Fiorentina-Milan ... Capo “S” dell'imputazione, partita Palermo-Lecce 3-2 del 20 febbraio 2005. Qua aveva ricevuto l'avviso di proroga delle indagini preliminari?»
Auricchio: «Non credo».
Gallinelli: «Ha detto febbraio prima, siamo al 20»
Auricchio: «Non ho parlato di ricezione dell'avviso. Ho detto addirittura ad aprile per questo procedimento (il presente processo), a febbraio abbiamo fatto riferimento ad altro procedimento, che era quello della Procura di Torino, dottor Guariniello».
Gallinelli: «Questa è una circostanza erronea perché De Santis non ha ricevuto nessun avviso»
Auricchio: «No, ma io non ho mai detto questo»
Casoria: «Però lei ha detto febbraio»
Auricchio: «Ho detto febbraio, se mi fate dire perché...»
Casoria: «Il perché non ha importanza, però lei ha collegato questo... »
Auricchio: «Ho detto febbraio, perché a febbraio ci sono delle cose utili, per parte nostra, per giustificare quello che l'avvocato chiama»
Gallinelli: «E' l'avvocato di De Santis che fa il controesame, non è per Rosetti od altri. Se questa circostanza, se questo avviso lo porta come rilevante, io penso e quindi vengo indotto in errore, che sia relativo a De Santis. Adesso invece mi dice che è relativo ad altri?!»
Capuano: «No, no. Presidente, non ha detto questo, se facciamo rappresentare al teste quello che ha detto...»
Casoria: «Andiamo avanti»
Gallinelli: «Presidente, abbiamo parlato di sdoganamento, abbiamo cristallizzato questo sdoganamento...»
Casoria: «A febbraio 2005, quella che sia la motivazione, poi vediamo. Qual è la domanda?».
Gallinelli: «Palermo-Lecce del 20 febbraio, assistenti Papi e Grilli, quarto uomo Tagliavento, poi attinge all'informativa, “De Santis compiva atti fraudolenti consistiti nella dolosa ammonizione dei calciatori del Lecce Pinardi e Rullo”. Lei si ricorda se nella stagione 2004/05 Pinardi e Rullo sono stati i calciatori più sanzionati disciplinarmente dagli arbitri? E non solo da De Santis?»
In aula, stante le difficoltà del teste a ricordare la partita, qualcuno commenta: «Era già sdoganato...», il difensore dell'ex arbitro: «Appunto, è quello che gli ho chiesto prima, ma non me lo ha detto».
Auricchio: «Io non la ricordo questa partita, tra l'altro...»
Il Presidente interviene a chiarire la domanda relativa a Pinardi e Rullo. Il teste non ricorda.
Gallinelli: «Allora dolosa ammonizione di Pinardi e Rullo (due giocatori dal peso specifico...), quindi non più Petruzzi e Nastase, questi campioni del mondo...»
Un nuovo piagnisteo di Capuano: «Non si devono fare dei commenti, si devono fare le domande...». Adesso si lamenta di questi commenti, loro che hanno fatto i capi di imputazione con la gazzetta dello sport! Vergogna!
Gallinelli: «Pinardi e Rullo, squalificati dal giudice sportivo per la successiva Lecce-Messina. Qua De Santis non favorisce la Juventus, ma il Messina».
Poi il legale di De Santis giustifica le domande precedenti, leggendo l'informativa del 2 novembre: «”Il fenomeno dei calciatori assenti per squalifica (ovviamente delle squadre che affrontano la Juve), assume una valenza fondamentale oltre che per il peso specifico dei singoli giocatori interessati, laddove si considera che la lotta per la vittoria finale del campionato 2004/05 tra Juve e Milan, è stata talmente serrata ed incerta, tanto che le due formazioni per ben dieci giornate di campionato sono state in testa alla classifica a pari merito, e quindi ogni incontro delle due squadre assumeva un'importanza vitale per le sorti finali del torneo”» e confronta questo passaggio con quanto scritto in un altro punto dell'informativa (pag. 378), «”il momentaneo raffreddamento di de Santis nei confronti della compagine moggiana è verosimilmente da ricercarsi nell'aspirazione nutrita dal medesimo (quindi non da notifiche di proroga delle indagini)di avere la certezza di essere designato quale arbitro italiano per i mondiali di Germania 2006. Di conseguenza il predetto, atteso che all'inizio della primavera la società diretta da Moggi appariva non fornire sufficienti garanzie di certezza per la conquista dello scudetto, mentre il Milan attraversava contemporaneamente un trend positivo, un rapido calcolo di convenienza induceva De Santis a spostarsi verso il competitore ritenuto più forte. Ma De Santis è tornato quasi immediatamente sui suoi passi, avendo Moggi rinsaldato le fila della compagine e dimostrato di rappresentare ancora la vera forza dominante marciando in modo decisivo verso la conquista dell'ennesimo scudetto”». E Don Vito Corleone dove lo hanno sbolognato?
L'avvocato Gallinelli riporta una telefonata tra Moggi e Tosatti:
Moggi: “De Santis ha proprio rotto i co..., ha rotto!”
Tosatti: “Ormai gli arbitri ti pi... addosso a te...”.
M: “Oggi ci è proprio contro alla grande”.
T: “Ho detto in federazione: avete fatto apposta a mandare De Santis, perché vada nel sedere alla Juve”.
M: “e già, e questo quest'anno ci costa tra Palermo, Parma e questa qui (Juve-inter), ci costa tranquillamente sei punti, è una cosa incredibile guarda”.
Altra telefonata:
Moggi: “E' un figlio di p...”
Tosatti: “Sì, ma proprio alla grande”.
M. “Ci ha creato un sacco di difficoltà, se noi perdiamo il campionato uno degli artefici è lui! Perché c'ha dato troppo contro; a Palermo non c'ha dato un rigore, a Parma c'era rigore e non ce l'ha dato, oggi deva cacciare Cordoba e non lo caccia!”
T: “Ed il rigore su Nedved? Non lo dà”
M: “E' un casino”.
T: “Non vede il fallo di Mihajlovic su Ibrahimovic”
M: “Non l'ho neppure salutato, non mi va di parlarci, manco l'ho cagato... Ha beccato tutti i giocatori diffidati”
Casoria: «Avvocato, su questa base che domanda dobbiamo fare?»
Gallinelli: «Se si è analizzato il comportamento arbitrale di De Santis, nelle partite della Juventus da lui arbitrate, quanti giocatori della Juventus diffidati sono stati ammoniti? Avete fatto questa indagine?»
Auricchio sommessamente: «No».
Fiorentina-Milan, 1 maggio 2005
Gallinelli: «Ricorda con chi giocò il Milan il 1 maggio, partita precedente lo scontro diretto con la Juve?»
Auricchio: «Non lo ricordo, dovrei controllare»
Gallinelli: «Fiorentina-Milan?»
Auricchio: «Sì, 1-2».
Gallinelli: «Sa se il Milan affrontò quella partita con qualche giocatore diffidato?»
Auricchio: «Non ricordo. Non è stata una partita attenzionata».
Gallinelli: «Si ricorda se erano diffidati Rui Costa, Nesta e Seedorf?»
Capuano: «Ha già risposto presidente, ha detto che non si ricordava». Già, il colonnello “Non ricordo”
Gallinelli: «Quindi non si ricorda neanche se De Santis arbitrò quella partita? De santis era attenzionato dalla vostra indagine...»
Auricchio: «Ma certamente lo ricordo io in questo..., ma se mi chiede avete attenzionato questa partita, io le rispondo, no». Poi sembra ribellarsi alla ripetitività della domande (“hai visto la partita?”, “hai visto sky?” Io le rispondo no)
Gallinelli: «Però si ricorda che De Santis arbitrò Fiorentina-Milan del 1 maggio»
Casoria: «Che rilevanza ha, se lui ricorda che De Santis...? »
Gallinelli: «Perché De Santis non ha ammonito nessuno dei giocatori diffidati del Milan, che poi giocava contro la Juventus. E le sembra poco? »
Casoria: «Ma ha già spiegato che lui non se ne è interessato».
Gallinelli: «E io sto arrivando a perché non se ne è interessato!»
Casoria: «Perché non risultava dalle intercettazioni».
Gallinelli: «Perché non era conveniente, perché non era conveniente”»
Trofino: «Perché distruggeva il teorema».
Capuano: «Presidente però o siamo in una fase di contestazione o iniziamo la discussione...». Sennò io così non gioco più!
Gallinelli: «Visto che è esperto in telefonate, riformulo la domanda in altro modo. Avete captato conversazioni telefoniche nel corso delle quali De Santis viene rimproverato, direttamente o indirettamente, per no aver ammonito giocatori diffidati del Milan?»
Auricchio: «Non mi ricordo questa circostanza»
Gallinelli: «Non ci sono telefonate in relazione a Fiorentina-Milan? Ci sono delle telefonatine... Ce n'è una che riguarda anche Moggi, dovrebbe conoscerla».
Auricchio non riesce a trovarla...
2 maggio 2005 Moggi a Della Valle:
Moggi: “Certo l'arbitro (De Santis) vi ha fatto un bel sedere eh?”
Auricchio mentre scartabella nei suoi documenti afferma che la partita Fiorentina-Milan fu diretta da Farina e che Puglisi era uno del due assistenti.
Mentre il teste brancola nel buio delle sue ricerche, il legale spiega che questa partita non può sfuggire ai ricordi del colonnello perché nelle informative si afferma che i viola da quando furono accolti nell'associazione, inanellarono una serie di risultati positivi interrotti, quale unica eccezione, dalla gara con il Milan!
Si apre anche un battibecco tra i pm e lo stesso De Santis, presente in aula, con le proteste del pm Capuano: «Presidente cos'è questa interlocuzione con gli imputati?»
Casoria: «De Santis, lei deve stare zitto».
De Santis: «Dottoressa, se il pm mi dice... »
Casoria: «Dopo, quando vuole intervenire, dopo».
Auricchio: «Ho trovato la conversazione». Olé! Poi conferma la frase ed il tenore della telefonata già riportata dal difensore dell'ex arbitro romano.
Gallinelli: «E ricorda se dopo Fiorentina-Milan per protesta la Juve decise il silenzio stampa?»
Auricchio: «Sì, sì. Questo lo ricordo perché è la conversazione del 5 maggio De Santis-Meani che commentano ridendo del silenzio stampa della Juve».
Gallinelli: «Aedsso che ricorda, riesce anche a ricordare se Rui Costa, Nesta e Seedorf erano diffidati?»
Auricchio: «No, non lo ricordo».
Gallinelli: «Si ricorda se quando arbitrò Fiorentina-Milan De Santis era sdoganato dall'associazione?»
Auricchio: «Sì, secondo la nostra ricostruzione si distingueva per una posizione anti-juventina». Da sentimento popolare, diciamo va!
Gallinelli: «Ed era il primo maggio. L'otto maggio era sdoganato oppure no dall'associazione? Visto che entra ed esce...»
Capuano ha imparato l'arte da Narducci e presta soccorso al tentennante colonnello: «Presidente, però pure questo è un commento!»
Casoria: «E' un commento».
Gallinelli: «No, non è un commento! Lo hanno detto loro che entra ed esce. Presidente è il teorema accusatorio!»
Capuano: «Non si possono fare gli interrogatori con i commenti. Questo è motivo di discussione, non è una domanda!»
Il Presidente cerca di ristabilire l'ordine: «L'otto maggio quale sarebbe la sua posizione?»
Gallinelli: «Presidente, c'è un capo di imputazione per l'otto maggio, ed è Livorno-Siena. Colonnello, lei ha capito perfettamente, avanti su!» e lo hanno capito anche i due pm... «Il primo maggio lei ha detto che era sdoganato De Santis. Quindi “entra ed esce” non l'ho detto io pubblico ministero, lo dite voi!»
Auricchio: «Ma Livorno-Siena è un'attività assolutamente autonoma, lo abbiamo detto in sede di esame... »
Gallinelli: «Non mi superi con le risposte! Le ho chiesto: era sdoganato o no l'otto maggio?»
Auricchio: «Secondo me era ancora sdoganato». E secondo me l'hai sparata lì, “addò cojo cojo!”
Gallinelli: «Ah, era sdoganato?! »
Auricchio: «Sì».
Gallinelli: «Allora, contestazione: Livorno-Siena, 8 maggio 2005, e c'era già stata la notifica della proroga delle indagini?»
Auricchio: «Sì».
Gallinelli: «Che poi presidente, dimostrerò che la proroga delle indagini venne notificata a de Santis a giugno 2005, a campionato finito...»
Capuano: «Presidente possiamo sentire la domanda?»
Gallinelli: «E lo so, non fa comodo...»
Capuano: «Ha aperto una parentesi in una contestazione» “Hai aperto la parente? Chiudila!”
Gallinelli: «Io mi sarei aspettato che questa circostanza venisse corretta dalla procura, visto che l'avviso... »
Lo stizzito Capuano: «Presidente io sto attendendo la contestazione su Livorno-Siena». Attendere prego...
Casoria: «La domanda...»
Gallinelli: «Non è una contestazione, è una domanda pubblico ministero. La contestazione l'ho fatta, e per rispetto al tribunale la ripeto, l'ho fatta alla procura [sul? ndr] quando è stato spedito l'avviso di proroga delle indagini. E questa è correttezza processuale».
Capuano: «Avvocato lei sta facendo il controesame, sennò qui si fanno le sei e non riusciamo mai a finire...» 'O pm tiene a che fa.
Gallinelli: «L'avete fatta voi o no? Poi lo dimostreremo documentalmente».
Capuano: «Sì, ma sono sempre in attesa della domanda».
Gallinelli: «Livorno-Siena, partita giocata l'otto maggio arbitrata da De Santis. Addirittura viene contestata qui l'aggravante dei motivi abietti e futili: De Santis compie un arbitraggio fraudolento per vendicarsi di Spinelli, il quale aveva parlato della combriccola romana»
Casoria: «Qual è la domanda?»
Gallinelli: «La domanda è: avete visionato la partita (perché le partite devono essere trattate allo stesso modo)? Innanzitutto se si ricorda con quale risultato terminò»
Auricchio: «Ricordo un risultato di tipo tennistico, 3 a 6»
Casoria: «L'ha vista lei questa partita?»
Auricchio: «Ne abbiamo parlato in sede di esame... »
Casoria: «No, vuol sapere se lei se l'è guardata».
Auricchio: «Non ricordo».
Gallinelli legge l'informativa: «Allora, “In qualità di direttore di gara compiva atti fraudolenti consistiti, tra l'altro, nell'espulsione del giocatore Galante. Atti finalizzati ad alterare il risultato di predetto incontro, dovendo il Livorno giocare per oltre settanta minuti in inferiorità numerica ed avendo commesso il fatto per il motivo abietto di vendicarsi del presidente del Livorno, Spinelli, che aveva rilasciato dichiarazioni sulla cosiddetta combriccola romana di cui De Santis fa parte”. La domanda, c'è stata una designazione fraudolenta di De Santis per questa partita?»
Auricchio: «No, non che mi risulti».
Gallinelli: «Quindi è casuale... Avete captato conversazioni telefoniche in cui si fa riferimento all'alterazione delle griglie arbitrali finalizzate alla designazione di De Santis per tale incontro?»
Auricchio: «No».
Gallinelli: «Avete accertato quante giornate di squalifica vengono comminate a Galante?»
Auricchio: «Sto trovando la partita...» poi vinto dall'inutilità della ricerca (e forse dall'assenza del dato, «Non lo ricordo avvocato».
Gallinelli: «Va bene. De Santis e Mazzini, “Mò voglio vedè se gli dà due giornate di squalifica Laudi”. Galante ha preso una giornata di squalifica». Il legale poi cita i tabellini sportivi del corriere dello sport che giustificano l'espulsione.
Gallinelli: «La vostra ipotesi, o tesi, accusativa è fondata sul rapporto conflittuale, visto che è stata contestata l'aggravante, tra Spinelli e De Santis? »
Auricchio, che stavolta ricorda prontamente: «Lo dice De Santis, che nelle intercettazioni telefoniche fa riferimento, “Pronti via, Galante espulso”. Poi su Spinelli, non al bar dello sport, lo dice con il vicepresidente della federcalcio facendo riferimento al fatto che Spinelli si era reso protagonista di quelle dichiarazioni». Poi aggiunge ad abundantiam, «Così come ricorderà che in sede d'esame abbiamo accennato di Cellino».
Gallinelli: «Informativa del 19 aprile 2005, “Nel contempo si procedeva ad individuare una distinta direzione d'indagine con l'obiettivo di dare concretezza alle ipotesi iniziali circa l'esistenza di elementi di veridicità promananti dalle dichiarazioni di Dal Cin e Spinelli”. Quindi, quali sono stati i vostri riscontri?»
Auricchio: «Avvocato, gli elementi... lei mi dice quello che è scritto nella informativa del 19 aprile, che non potrà mai dirmi cosa succederà nella partita del 8 maggio... »
Gallinelli: «Ma qua stiamo al processo, le indagini sono finite!»
Auricchio: «Allora, la partita Livorno-Siena è stata da noi trattata secondo il metodo classico direi...»
Prioreschi: «(Metodo) Sbagliato...»
Auricchio: «...Perché è lo stesso protagonista che, non ad un qualsiasi tabaccaio recuperato per strada, ma al vicepresidente Mazzini»
Gallinelli: «”Tabaccaio”?»
Auricchio: «Visto che a lei piace fare questo tipo di digressioni...»
Capuà, questo non è un commento? Per giunta pure insolente...
Gallinelli: «Quindi a seconda della persona con cui parla?»
Auricchio: «il signor De Santis dice, e si erano sentiti prima della partita, il Renzi dice, “Ti passo il tuo padrone”. Chi è il padrone che risponde al telefono? È Mazzini». E il fatto che “padrone” possa significare dirigente della federazione di cui fa parte? Una sorta di datore di lavoro, no eh?
Gallinelli: «Scusi, ma Galante il calcio glielo ha dato o no?»
Auricchio svicola: «Prima della partita. Dopo la partita De Santis telefona a Mazzini...» e nonostante l'avvocato cerchi di fermarlo (è lanciato come un Freccia Rossa, adesso ricorda benissimo...), «... dice “Povero Spinelli è stato come sempre splendido...”»
Gallinelli: «La domanda è un'altra... Presidente lo fermi! Presidente, è un'altra la domanda! Loro hanno scritto che hanno fatto attività di ricerca e di riscontri, quali riscontri?»
Casoria: «Lei il calcio l'ha visto?»
Auricchio: «Ma non credo che la domanda sia questa presidente».
Gallinelli: «E' questa la domanda, Auricchio. Ha dato Galante un calcio a gioco fermo all'avversario?».
Auricchio: «Sì, non ho mica detto il contrario!» E sghignazza...
Gallinelli: «Quindi non c'è stato un riscontro positivo alle dichiarazioni di Spinelli? Era un riscontro positivo o negativo?»
Auricchio: «Il riscontro non è quello che dice lei. Su Galante ho risposto no».
Gallinelli: «Nel capo di imputazione c'è scritto, “tra l'altro procedeva all'espulsione di Galante!. “Tra l'altro”. Quali sono gli altri episodi che vi hanno inquietati a livello investigativo?»
Casoria: «Questo “tra l'altro” a che cosa si riferisce? »
Auricchio: «Si riferisce alla attività che lo stesso De Santis racconta nella intercettazione in riferimento al suo arbitraggio, e cioè, chiaramente lui dalle sue parole,
“Hai capito che mi ha detto Lucarelli, lì quando ho cacciato quello (Galante), m'ha detto -ma che bisogna salvà questi perché son della GEA?-. Gli ho detto senti non comincià a dire queste *******te, le solite *******, pecché mò te caccio pure a te, capito?. E no, e no, alla fine del primo tempo mi è venuto Spinelli che mi fa -Massimo, belìn, ma uno con la tua esperienza poteva fare un giallo e tutto stava a posto-. Gli ho detto, senti belìn, ma un co****ne come il tuo, invece di dargli un calcio, non se poteva sta bono?”
Trovando concorde Mazzini che,
“Ma sì, se poi quell'id**ta di Galante è recidivo e poi si mette a fare la vittima delle ingiustizie... questa testa di c***o vuole fare il protagonista...”
E questo è il riferimento a Galante».
È incredibile le stesse telefonate che gli inquirenti pongono a fondamento dei teoremi accusatori, sono la prima prova dell'inconsistenza dei medesimi!
Gallinelli chiede ancora di quel “tra l'altro”: «Ha espulso altri giocatori? Non ha concesso rigori al Livorno? Questo le ho chiesto».
Auricchio: «Avvocato, non può chiedere il capo di imputazione perché non lo faccio io».
Gallinelli: «Non sto parlando del capo d'imputazione! Però chiedo scusa presidente, quando gli parlo delle telefonate, non posso parlare del capo di imputazione; quando gli parlo degli episodi, non conosce in capo di imputazione e non è compito suo. Siamo d'accordo, ma anche prima ho detto che non è compito della polizia giudiziaria fare delle valutazioni nell'informativa, ma le fa il pubblico ministero. Vero dottor Capuano? Gli ho chiesto: quali episodi?»
Casoria: «Non ce ne sono».
Auricchio: «No, l'episodio c'è ed è quello di Spinelli».
Gallinelli: «Io spero che sia un equivoco ingeneratosi in modo casuale, perché se io chiedo un episodio, non è la telefonata! Episodi calcistici, di condotta dell'arbitro».
Casoria: «Episodi calcistici dice l'avvocato»
Auricchio: «Infatti per questa partita abbiamo sostenuto l'episodio Galante-calcio e Spinelli per le dichiarazioni rese alcuni mesi prima sulla combriccola romana».
Gallinelli: «De Santis ha concesso un rigore al Livorno in quella partita?»
Auricchio: «6 a 3 ora vedo il tabellino. Probabilmente ha ragione... questo se lo sa... Ha concesso un rigore al Livorno».
Gallinelli: «Qual era il punteggio al momento dell'assegnazione del rigore?»
Auricchio: «1-0 per il Siena»
Gallinelli: «Quante volte nella stagione 2004/05 De Santis ha arbitrato il Livorno, squadra del presidente Spinelli?»
Auricchio: «Non lo so».
Gllinelli: «C'era un rapporto conflittuale tra Spinelli e De Santis »
Auricchio: «Sì».
Gallinelli: «E De Santis ha arbitrato solo una volta il Livorno in quella stagione?»
Auricchio: «Non lo so».
Il legale fa notare che avendo (secondo l'accusa) il De Santis una corsia preferenziale con i designatori, poteva farsi designare più di una volta per le gare del Livorno e attuare più pienamente i suoi propositi di vendetta verso il presidente Spinelli.
Rapporti con la stampa
Gallinelli: «Nelle vostre informative evidenziate che ci fossero tra Moggi e alcuni giornalisti accordi finalizzati a difendere l'operato degli arbitri asseritamente appartenenti alla presunta struttura associativa. Avete accertato l'esistenza di conversazioni telefoniche in cui Moggi uno o più giornalisti a difendere l'operato arbitrale del De Santis?»
Auricchio: «Non lo ricordo in questo momento».
Gallinelli: «Non le risulta?»
Auricchio: «Non lo escludo». Nel dubbio... (In dubbio contra reo)
Gallinelli: «No, se mi dice che non lo esclude allora le chiedo di verificare».
Auricchio: «Verifichiamo...»
Prioreschi: «Colonnello non si attacchi sempre alla stampella... se non ci sta non ci sta... ma ti pare che gli faceva la domanda se ci stava?...»
Dopo più di due minuti di ricerca, Auricchio: «Beh, ne ho trovato un paio. Ce n'è una in riferimento alla partita Lecce-Juventus arbitrata da De Santis...» Passano altri tre minuti, durante i quali, Gallinelli: «E certo che non le trova...»; Prioreschi bisbiglia: «E' mezzora che sta cercando... faceva prima a dire no...».
Auricchio: «Quindi il progressivo 4781, del 15 novembre 2004, in relazione alla partita Lecce-Juventus. Progressivo 30758 del 1 febbraio 2005, in relazione alla partita Milan-Bologna sempre arbitrata da De Santis...»
Gallinelli: «Ecco, come vi si difende l'operato di De Santis? Cosa dicono?»
Auricchio: «Moggi-Baldas, il primo progressivo 4781:
B: “Magari sentilo anche tu, così vediamo, non vorrei che quello ti mettesse qualcosa lì sui fuorigioco della partita di Ceniccola, no?”
M: “Che c***o mette?”
B: “Voglio dire sai no, eh?”
M: “Lui sa pure come so io”
B: “Ecco appunto appunto, magari sentilo”.
Ecco questo è il riferimento a Lecce-Juventus». E che c'azzecca con la domanda?
Gallinelli: «Non la voglio interrompere colonnello, ma io le ho chiesto di telefonate in cui si difende l'operato non di Ceniccola, ma di De Santis».
Auricchio: «Eh, ma l'assistente di Ceniccola...». Ma ci è o ci fa?
Gallinelli: «Arbitro De Santis!»
E via un'altra ricerca. Strano che i pm, desiderosi di chiudere per le sei del pomeriggio, non sollecitino a maggior sveltezza il teste.
Auricchio: «Progressivo 30758...»
Gallinelli: «Quindi nell'altra non c'erano questi riferimenti a tutela giornalistica dell'arbitro De Santis?»
Auricchio: «Lì è Ceniccola l'assistente, lei ha detto che non va bene...».
Calciopoli, Gallinelli difesa De Santis. II parte
Tribunale di Napoli – Udienza del 30 marzo 2010, quinta audizione teste Auricchio. Gallinelli, difesa De Santis. II parte
Avvocato Paolo Gallinelli difensore di Massimo De Santis - Allora tornando sempre alla presunta sete di vendetta del De Santis ........a questi istinti......non posso non richiamare il capo di imputazione nel quale si fa riferimento alla partita Reggina Cagliari 3-2. Si ricorda in quale mese ed anno venne giocata questa partita?
Attilio Auricchio - Dunque Reggina Cagliari...
Avvocato Paolo Gallinelli - Se non sbaglio lei citò anche il tabellino di un giornale sportivo.
Attilio Auricchio - Si, Si. Reggina Cagliari 3-2 con squalifica di Cellino. E' questa la partita? Avvocato Paolo Gallinelli - Sì, 12 dicembre 2004 (lo aiuta).
Attilio Auricchio - No, dico con la squalifica di Cellino che originò......
Avvocato Paolo Gallinelli -Sì, non giocava Cellino però venne squalificato per altre cose
Attilio Auricchio - Sì però il ricordo è quello
Avvocato Paolo Gallinelli – E’ il presidente del Cagliari Cellino.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - La domanda quale è specificatamente?
Avvocato Paolo Gallinelli -La domanda presuppone la contestazione all'assunto investigativo che costituisce la base della accusa di tale capo di imputazione. Leggo dall'informativa "le intercettazioni fanno emergere la ripicca mossa da De Santis...." testuale e signor presidente " a danno del Cagliari di cui è presidente Massimo Cellino" quindi non è più Spinelli ma adesso è Cellino " il quale nel recente passato aveva espresso dichiarazioni proprio sulla esistenza della cosiddetta combriccola romana e del collegamento tra la stessa Moggi e la Gea". Quindi capo L dell'imputazione Begamo-Foti e altri soggetti. Quindi le chiedo innanzitutto se avete riscontrato una designazione fraudolenta o una alterazione del sorteggio perché venisse designato il De Santis per questo incontro.
Attilio Auricchio - No.
Avvocato Paolo Gallinelli - Non avete riscontrato alcuna alterazione del sorteggio questa volta. Si ricorda come mai venne designato De Santis?
Attilio Auricchio - maaaah
Avvocato Paolo Gallinelli - Si ricorda chi doveva essere l'arbitro di questa partita?
Attilio Auricchio -L'arbitro inizialmente doveva essere Rosetti forse? Fu sostituito perché aveva un problema personale grave.....
Avvocato Paolo Gallinelli – De Santis era quindi riserva?
Attilio Auricchio -Si si era riserva
Avvocato Paolo Gallinelli - Quindi posso dire che fu casuale questa designazione?
Attilio Auricchio - Certamente, ....
Avvocato Paolo Gallinelli - Si ricorda quante volte il De Santis arbitrò il Cagliari in quella stagione 2004/05?
Attilio Auricchio - No.
Avvocato Paolo Gallinelli - Una, solo in quella occasione. Quindi se Rosetti non si fosse fatto male.....
Attilio Auricchio – E’ una domanda solo in quella occasione?
Avvocato Paolo Gallinelli - L'avete accertato?
Attilio Auricchio - Non ricordo se ha arbitrato altre partite del Cagliari
Avvocato Paolo Gallinelli - Cioè avete prospettato la volontà di vendetta del De Santis nei confronti di Cellino e non avete accertato quante volte ha arbitrato il Cagliari?
Attilio Auricchio – Non ho accertato quante volte De Santis ha arbitrato il Cagliari.
Avvocato Paolo Gallinelli - Prendo atto Colonnello grazie. Allora leggiamo "Compivano Bergamo, Foti e De Santis atti fraudolenti finalizzati a predeterminare il risultato Reggina Cagliari 3 a 2. Risultato perseguito da Bergamo e De Santis, assistenti erano Stagnoli e Carretta, che si adoperavano per il risultato comunque favorevole alla squadra di Foti" Non è stata ravvisata quindi la volontà di vendetta al pari di quello che avete sostenuto con Spinelli?
Attilio Auricchio - Almeno per quanto riguarda la mia ricostruzione, quindi al netto di quanto da lei letto che è il capo di imputazione e non mi riguarda, sono due episodi sostanzialmente analoghi. Spinelli e Cellino. Diamo anche la motivazione: entrambi protagonisti di dichiarazioni ritenute dal De Santis lesive nei suoi confronti e della cosiddetta combriccola romana.
Avvocato Paolo Gallinelli - Senta si ricorda che ruolo rivestiva Ghirelli nella federazione era un giornalista o che ruolo aveva all'interno?
Attilio Auricchio - Ghirelli era il capo della segreteria tecnica (???) se non ricordo male.
Avvocato Paolo Gallinelli - Forse Direttore Generale?
Attilio Auricchio - Sì della federcalcio.
Avvocato Paolo Gallinelli - Lei si ricorda se nel corso di una telefonata, Cellino parlando con il direttore generale della figc definì il De Santis un Figlio di Pu....
Attilio Auricchio - Sì si, i progressivi li abbiamo ricordati in sede di esame ma li ricordiamo sono il 13883 dell'11 dicembre Ghirelli viene chiamato da Cellino poi il Ghirelli chiama Bergamo progressivo 8086, poi ancora Ghirelli chiama Cellino progressivo 14032 e questi tre progressivi sono relativi al fatto che Cellino quando scopre che per una congiuntura particolare legata alla designazione iniziale di Rosetti e poi alla sostituzione per motivi familiari dello stesso viene designato De Santis praticamente chiama subito il Ghirelli e gli dice appunto non c'è più Rosetti l'altro risponde adesso ti faccio sapere e dice mi hanno mandato sai chi? De Santis a Reggio Calabria!
Avvocato Paolo Gallinelli - Quindi definisce De Santis Figlio di ..?
Attilio Auricchio -Ghirelli che non sa il reale motivo risponde è stato estratto male? perché lui non sa il reale motivo...(mena il can per l'Aia!)
Avvocato Paolo Gallinelli - Va beh, il motivo qual'era? Stava male Rosetti o no?
Attilio Auricchio - Sì.
Avvocato Paolo Gallinelli - Ohhhhh, e allora
Attilio Auricchio -No, non lo sa ancora il motivo sta dicendo mi informo. Cellino dice ieri notte stava bene come un grillo, proprio De Santis c***o.......
Avvocato Paolo Gallinelli - Chi è che dice stava bene come un grillo Cellino?
Attilio Auricchio - Si, si...
Avvocato Paolo Gallinelli - Era a casa sua? Si erano visti?
Attilio Auricchio - a Rosetti riferito?
Il Ghirelli chiama Bergamo e comprende il motivo.
Avvocato Paolo Gallinelli - Sì ma la domanda era se Cellino ha definito De Santis figlio di pu****na parlando con un direttore generale della federazione. Quindi un presidente di una squadra di calcio che parla con il direttore generale della Figc che definisce un arbitro, che è pur sempre un dipendete Can che è pur sempre tesserato della federazione: un ba****do, figlio di pu****na, che non si allena ed è grasso.
Attilio Auricchio - Sì si questo lo ha fatto successivamente.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - Abbiamo già appurato che Cellino non è una persona molto fine.
Avvocato Paolo Gallinelli - Perché tale giudizio viene espresso anche da Moggi che lo chiama figli di ... parlando con un giornalista quindi mi sembra sintomatica questa cosa, allora la domanda è questa: se mi conferma che Cellino definisce De Santis…
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - ha detto sì!
Avvocato Paolo Gallinelli - aspetti è un'altra la domanda, allo stesso modo in cui lo definisce Moggi?
Attilio Auricchio - ma figlio di.....un ba****do tra i peggiori al mondo.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - in modo affine.
Avvocato Paolo Gallinelli - allora, questa volta mi impunto, perché nel progressivo 16703
Attilio Auricchio - Ma quel progressivo è dopo la partita.
Avvocato Paolo Gallinelli - Colonnello lei mi capisce perfettamente..
Attilio Auricchio - Avvocato siamo fermi a tre telefonate.
Avvocato Paolo Gallinelli -Allora progressivo 16703, "figlio di pu****na, non si allena ed è grasso" quindi non sono parole affini, sono le stesse sia di Moggi che di Cellino. La stessa definizione ma Moggi parlando con un giornalista mentre Cellino parlando con il direttore generale della Figc.
Attilio Auricchio - Sì, si glielo confermo, comunque lo sa che Ghirelli cerca di calmarlo.
Avvocato Paolo Gallinelli - la domanda è finita.
Attilio Auricchio - Ma lui dice è un ruffiano, un figlio di pu****na e basta
Avvocato Paolo Gallinelli - Ohhh, finalmente, che bravo e che educato Cellino....
P.M. Capuano - Presidente però i commenti, per favore...
Avvocato Paolo Gallinelli - Quali commenti ...è un arrogante. Allora volevo sapere se lei colonnello portò a risconto di tale partita un articolo della Gazzetta dello sport in cui si commentava il comportamento arbitrale del De Santis?
Attilio Auricchio - Ne abbiamo citati tanti
Avvocato Paolo Gallinelli - Allora riporto un articolo a firma Rosario De Luca che non censurò assolutamente la direzione del De Santis, conferma?
Attilio Auricchio - Non ho capito la domanda
Avvocato Paolo Gallinelli - Allora preciso. Dice che la Reggina non voleva De Santis. Quindi Cellino non lo voleva ma neanche la Reggina che, come dite voi e non dico io era, collegato alla Gea e a Moggi…
Attilio Auricchio - Chi lo dice questo?
Avvocato Paolo Gallinelli - La gazzetta.
Attilio Auricchio - E va beh, io cosa devo rispondere.
Avvocato Paolo Gallinelli -Gazzetta, De Luca, 12 dicembre 2004 pagina 14..
Attilio Auricchio - sì, dico la domanda qual'è, gli articoli che noi abbiamo utilizzato sono a commento della partita.
Avvocato Paolo Gallinelli - Questo è precedente.
Attilio Auricchio –E’ chiaro che non l’ho utilizzato.
Avvocato Paolo Gallinelli -allora le chiedo se le risulta, visto che leggete la gazzetta, che anche alla Reggina era un arbitro sgradito De Santis.
Attilio Auricchio -Non mi risulta che era sgradito, investigativamente.
Avvocato Paolo Gallinelli -Allora io segnalo al tribunale questa intervista a Mazzarri che era l'allenatore della Reggina che esprime che non era gradito alla Reggina. Non era gradito a nessuno. Dunque prima ha fatto riferimento alla squalifica di Cellino si ricorda?
Attilio Auricchio - Si ma quando? (...)
Avvocato Paolo Gallinelli -Per fatti accaduti alla fine della partita Reggina-Cagliari.
Attilio Auricchio – Sì.
Avvocato Paolo Gallinelli - Lei si ricorda perché, quale fu l'episodio che portò alla squalifica?
Attilio Auricchio -Dunque abbiamo riportato la motivazione " perchè in violazione ai doveri inerenti al suo ruolo di Presidente della società Cagliari, al rientro dagli spogliatoi al termine della gara rivolgeva all'arbitro in segno di irrisione parole di ironico complimento sottolineate da gesti con la mano".
Avvocato Paolo Gallinelli –Ecco..
Attilio Auricchio - La sanzione comminata a questo fatto fu una inibizione a svolgere attività in federazione a ricoprire cariche e rappresentare la società in ambito federale e un'ammenda di 5.000,00 euro.
Avvocato Paolo Gallinelli - Si ricorda se il Presidente Cellino raccontò a qualcuno il fatto telefonicamente?
Attilio Auricchio -Sì, sul post partita abbiamo individuato 2 conversazioni telefoniche dove De Santis viene chiamato da Palanca (che c'azzecca?)
Avvocato Paolo Gallinelli - No, chiedo scusa, specifico : il fatto è raccontato da Cellino a Ghirelli.
Attilio Auricchio -Noi investigativamente abbiamo sentito due conversazioni post partita, De Santis e Palanca
Avvocato Paolo Gallinelli -Io le sto parlando di questa telefonata in cui Cellino spiega a Ghirelli cosa disse a De Santis: si ricorda cosa disse?
Attilio Auricchio -Nel progressivo
Avvocato Paolo Gallinelli -Cosa ha detto Cellino a De Santis?
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria -C'è una confessione di Cellino
Attilio Auricchio -Telefona per comunicargli che per la prima volta in quindici anni è stato squalificato da un arbitro, si è rivolto a De Santis complimentandosi con scherno. Ha avuto 10.000,00 euro che poi sono diventati 5.000,00 e l'inibizione fino al 19 dicembre, poi si lamenta per come il De Santis ha trattato il suo allenatore e i suoi giocatori in campo, in merito Cellino dice testualmente "è inutile che parliamo di designazioni, di estrazioni, di moviola, bisogna mandarli a casa 6 o 7 arbitri che abbiamo. E' inutile che Franco dice ditemelo Voi che li mando a casa perché adesso ci sono le elezioni. C ***o c'è gente di m**da, ma come si fa a far arbitrare De Santis ancora dai.........Ghirelli dice che comunque a livello Europeo viene considerato tra i più bravi e qui c'è il pezzo dei complimenti che abbiamo letto prima.
Avvocato Paolo Gallinelli - Allora l'episodio che racconta glielo dico io: Cellino dice "gli ho detto non sei in giornata ehh, De Santis? E lui ti faccio squalificare. Ma chi c***o fai squalificare? Ti ho detto che non sei in giornata anziché dirti che sei scarso e tu mi fai squalificare?" Negli spogliatoi credo che gli abbia detto questo.
Attilio Auricchio - Sì
Avvocato Paolo Gallinelli - "Io agli arbitri non gli faccio l'occhiolino come qualcun'altro". Commento investigativo "Con queste parole il De Santis pone l'accento sul fatto che il De Santis abbia favorito la Reggina perché il Presidente Foti risulta legato a Moggi ed alla Gea eccetera ...dicendo che tutti gli appartenenti alla sezione RM1 siano tifosi della Juve". Anzitutto le chiedo se in merito a quanto riferito da Cellino a Ghirelli poi trova riscontro con quanto scritto dal De Santis nel referto" perché in violazione ai doveri inerenti al suo ruolo di Presidente della società Cagliari, al rientro dagli spogliatoi al termine della gara rivolgeva all'arbitro in segno di irrisione parole di ironico complimento sottolineate da gesti con la mano". Ha scritto qualcosa che è al di fuori rispetto al racconto di Cellino a Ghirelli o è addirittura riduttivo?
Attilio Auricchio - Beh dalle parole del De Santis al progressivo 3322 non ci sarebbe ......
Avvocato Paolo Gallinelli - No, chiedo scusa.
P.M. Capuano - possiamo per favore far rispondere il teste?
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - Chiedeva del referto arbitrale P.M.
Avvocato Paolo Gallinelli -Io voglio una risposta corretta.
P.M. Capuano - Avvocato facciamo rispondere poi vediamo se è corretta.
Avv.Trofino - Però deve dare risposte non difendere le sue tesi.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria -Nella versione di Cellino a Ghirelli e nel referto arbitrale vede corrispondenza o no?
Attilio Auricchio – Non è che ho sentito solo Cellino, nel progressivo ...
Avvocato Paolo Gallinelli - No, è un episodio specifico. Ha scritto il falso De Santis
Attilio Auricchio - Sì, secondo me sì (arrestatelo e buttate via la chiave) ha scritto parzialmente non il falso perché nella versione che De Santis racconta a Palanca c'è anche il motivo dice "sai che m'ha detto Cellino?"
Avvocato Paolo Gallinelli -No. Presidente allora.
Attilio Auricchio - "quando mi ha chiamato Dal Cin gli ho detto sono c***i tuoi così per fare una battuta" e Palanca risponde "se succedeva che vi facevate i c***i tuoi te e quegli altri due co****ni"..
Avvocato Paolo Gallinelli - Cosa c'entra, cosa c'entra
Avvocato Paolo Gallinelli -Presidente non è ammissibile che io faccia una domanda.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria -Basta. Il teste non vuole rispondere a questa domanda.
Avvocato Paolo Gallinelli - Come non vuole rispondere a questa domanda? Ma come non vuole rispondere, ma scherziamo...
Avv. Prioreschi - Ammoniamo il teste
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria -Il teste vuole divagare.
P.M. Capuano - il teste non ha divagato (noooooooooooooo) ha dato una spiegazione.
Avvocato Paolo Gallinelli -E' un teste doppiamente pubblico ufficiale, Presidente.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria -Le telefonate lei non le deve considerare, però lei le chiede un'opinione io non gliela ammetto.
Avvocato Paolo Gallinelli -Non è un opinione Presidente.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - Allora confrontando il referto arbitrale e la telefonata Cellino-Ghirelli, lei vede corrispondenza in quello che confessa Cellino e non quello di altre telefonate.
Attilio Auricchio - Non ho mai ritenuto da nessuna parte che la squalifica di Cellino sia una squalifica ingiusta. Non abbiamo detto De Santis ha fatto squalificare Cellino ingiustamente, abbiamo spiegato perché dal complesso delle conversazioni De Santis vuole che venga punito in questa circostanza.
Avvocato Paolo Gallinelli -Non mi interessa il complesso delle conversazioni.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria -Il teste adesso ha dato una risposta soddisfacente, andiamo avanti.
Avvocato Paolo Gallinelli - Avete visionato il filmato della partita Reggina Cagliari?
Attilio Auricchio - No, assolutamente.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - Avvocato lei però non deve divagare perché nel capo di imputazione non ci sono scritte neanche ........non ci sono episodi calcistici specifici in questa partita.
Avvocato Paolo Gallinelli - Come no?
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - No, è generico e lui che doveva vedere se non c'è scritto ha espulso a questo ha ammonito a quello......
Avvocato Paolo Gallinelli - Però io vorrei capire come arrivano a quel capo di imputazione Presidente.
Attilio Auricchio - Non lo deve chiedere a me questo.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - Mi pare che sia stato chiarito che deriva dal contrasto ideologico.
Avvocato Paolo Gallinelli - Beh, se mi dicono che io ho ammazzato una persona vorrei capire come, dove, quando e perché ........... ho ammazzato una persona e vorrei sapere chi anche ......chi ho ammazzato o no?
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - Andiamo avanti
Avvocato Paolo Gallinelli -Facciamo un passo indietro all'ultima giornata, non voglio ripercorrere oltre Lecce Parma perché già abbondantemente affrontata però mi è sorto un dubbio, siccome leggo nelle informative che Collina sarebbe stato un arbitro non attenzionato, perché al di sopra da ogni sospetto. Giusto, le risulta?
Attilio Auricchio - Non viene attenzionato perché dalle conversazioni telefoniche non emerge (sicuro, che non parlottasse e si incontrasse furtivamente in ristoranti milanisti nei giorni di chiusura passando dal retro?)
Avvocato Paolo Gallinelli - Così dite testualmente nelle informative.
Attilio Auricchio - Usando le parole degli interlocutori.
Avvocato Paolo Gallinelli - Lecce Parma arbitrata da De Santis e Fiorentina Brescia arbitrata da Collina.
Attilio Auricchio - Me l'ha già chiesta, abbiamo fatto mezz'ora l'altra volta.
Avvocato Paolo Gallinelli - visto che la permanenza in A della Fiorentina si sarebbe decisa in quella partita col Brescia insieme a tante altre combinazioni e che De Santis aveva i tabelloni spenti e non poteva sapere il risultato, so che la domanda può essere rigettata e me ne assumo la responsabilità, non le sembra strano che questa associazione non lo abbia previsto e non abbia designato un arbitro a sé vicino anziché Collina? Se il Brescia avesse pareggiato o vinto contro la Fiorentina quest'ultima sarebbe andata in B oppure no a prescindere dagli altri risultati? Lo avete accertato questo?
Attilio Auricchio - La Fiorentina doveva vincere, il pareggio poteva andare bene solo con una combinazione di risultati.
Avvocato Paolo Gallinelli - Ah, benissimo......
Avvocato Paolo Gallinelli - Dunque passiamo all'informativa del 2 febbraio 2005 e qui andiamo ad un altro capitolo sul De Santis........pagina 499 "emerge il fermento del De Santis, emerge la sua capacità delinquenziale che si attiva per conoscere la portata di tali azioni giudiziarie dimostrando l'estrema pericolosità degli strumenti di cui dispone preso gli ambienti giudiziari addirittura presso il CSM. Dimostra di potersi avvalere di un particolare canale informativo nel cuore dello stesso ordinamento giudiziario attraverso la presenza in loco di un fedele ed attendibile informatore. Il quale dalla sua autorevole posizione rivela di poter attingere utili notizie per rintracciare Magistrati e soprattutto dà validi suggerimenti per avvicinarli"........Ci può dire chi era questo autorevole informatore?
Attilio Auricchio - Non ho capito chi era chi?
Avvocato Paolo Gallinelli - Questo fedele ed autorevole informatore.
Attilio Auricchio - Pepe Guglielmo.
Avvocato Paolo Gallinelli - Si ricorda quale professione lavorativa svolgeva?
Attilio Auricchio - Autista al Consiglio Superiore, che abbiamo anche escusso.
Avvocato Paolo Gallinelli - l'informativa prosegue " l'Associazione si sarebbe attivata per raccogliere notizie relative a processi penali in corso. Stabilendo anche rapporti con esponenti di vertice delle forze dell'ordine appartenenti alla Guardia di finanza e alla polizia di Stato " Lei si ricorda a quale corpo apparteneva il Pepe Guglielmo?
Attilio Auricchio - Non apparteneva a un corpo di polizia.
Avvocato Paolo Gallinelli - Ah, era un civile?
Attilio Auricchio - Penso proprio di sì.
Avvocato Paolo Gallinelli - "Instaurando e stabilendo rapporti con esponenti della Magistratura Ordinaria allo scopo di perseguire indebiti vantaggi" Ci può dire se De Santis aveva rapporti diretti con Magistrati e se si può indicarcene i nomi?
Attilio Auricchio - Non credo che questa affermazione sia riferita a De Santis.
Avvocato Paolo Gallinelli – E’ nel comparto della associativa.
Attilio Auricchio - Ma non è riferita direttamente a De Santis, su questo tema non è emerso nulla De Santis - Magistrati.
Avvocato Paolo Gallinelli - Solo De Santis autista civile.
Attilio Auricchio - Da quello che risulta dalle conversazioni è emerso questo contatto con il chiaro obiettivo di acquisire informazioni ed è collocato 28 febbraio e solo una conversazione.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - Solo Pepe Guglielmo.
Avvocato Paolo Gallinelli - Vantaggi del De Santis dalla presunta appartenenza alla fantomatica Associazione. Avete accertato quali sarebbero stati i vantaggi del De Santis come promotore, organizzatore o anche solo partecipe alla associazione? In concreto quali vantaggi ha conseguito?
Attilio Auricchio - Sicuramente il De Santis per questa sua disponibilità a soddisfare le esigenze dell'associazione ha avuto degli indubbi vantaggi.
Avvocato Paolo Gallinelli - Quali?
Attilio Auricchio - In termini di carriera arbitrale .
Avvocato Paolo Gallinelli - Me li può dire in concreto?
Attilio Auricchio - Il suo obiettivo primario è quello di essere uno degli arbitri designati al mondiale del 2006.
Avvocato Paolo Gallinelli - Poi avete scritto nell'informativa anche arbitrare più partite vero?
Attilio Auricchio - Certamente
Avvocato Paolo Gallinelli - Anche partite più importanti, e vantaggi economici perché più partite arbitri e più guadagni vero?
Attilio Auricchio - Sì.
Avvocato Paolo Gallinelli - Nel campionato 2004/05 quante partite ha arbitrato De Santis?
Attilio Auricchio - Non lo ricordo.
Avvocato Paolo Gallinelli - Come lei ha detto che questo era lo scopo proprio di questa attività.
Attilio Auricchio - Ha arbitrato quasi ogni domenica voglio dire
Avvocato Paolo Gallinelli - No che vuol dire quasi ogni domenica, mi dica il numero
Attilio Auricchio - Il dato tecnico non lo ricordo
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - Ha detto che ha arbitrato quasi ogni domenica.
Avvocato Paolo Gallinelli - Allora De Santis arbitra 21 partite di A e 4 di B, Collina arbitra 28 partite di A e 4 di B, Farina arbitra 24 partite di A e 3 di B, Paparesta arbitra 26 partite di A e 3 di B, Rosetti, questo famoso Rosetti arbitra 25 partite di A e 3 di B, Trefoloni, quello di Parma Roma, arbitra 24 partite di A e 3 di B
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - Le risultano questi dati a Lei?
Attilio Auricchio - Si...non ...beh...sono dati oggettivi
Avvocato Paolo Gallinelli - Le risulta che De Santis poi partecipò o andò ai mondiali di Germania?
Attilio Auricchio - Non credo per cause a lui dipendenti
Avvocato Paolo Gallinelli - Mi dica se le risulta
Attilio Auricchio - No non è andato ai mondiali ed è andato Rosetti.
Avvocato Paolo Gallinelli - Per quale motivo?
Attilio Auricchio - Non lo so questo, perché forse fu coinvolto nelle attività investigative
Avvocato Paolo Gallinelli - Ah ecco e andò Rosetti al suo posto, quello che fece 23 partite di A e 3 di B
Attilio Auricchio - Sì lo ricordo che fu uno dei due (??) ..... Sì.
Avvocato Paolo Gallinelli - Farò un piccolo riferimento alle schede svizzere argomento su cui è stato sentito Di Laroni, ma noi non c'eravamo ancora. Se il teste è in grado di rispondere bene se no se il P.M. mi consente la farò a Di Laroni. Le chiedo se le risulta che il De Santis frequentava nel 2004/05 un corso per vicecommissario per polizia penitenziaria.
Attilio Auricchio - Sì mi risulta.
Avvocato Paolo Gallinelli - Parte di questo corso venne anche svolto presso il nucleo investigativo di via In Selci.
Attilio Auricchio - Si, si, non presso il, ma nell'ambito del corso ci sono delle visite presso ...tra cui via In Selci
Avvocato Paolo Gallinelli - Perfetto. Per risalire all'attribuzione di queste famose schede svizzere al De Santis, Voi avete utilizzato il metodo delle celle agganciate dalla scheda ....quindi ubicazione della cella, abitazione del De Santis, posto di lavoro del De Santis, partecipazione alle gare o ai raduni di Coverciano .......avete mai verificato dove si trovasse il De Santis nei giorni di queste telefonate?
Attilio Auricchio - Rispondo subito, il metodo è quello che ha citato lei, sugli esiti dell'attribuzione io non posso rispondere su questo.
Avvocato Paolo Gallinelli - Valuteremo quindi sugli esiti di sentire eventualmente Di Laroni.
Avvocato Paolo Gallinelli - Parliamo di fuga di notizie, di soggetti che conoscono in anticipo i procedimenti penali .... Si ricorda se ci fu un procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Roma in merito alla fuga di notizie ovvero alla pubblicazione delle intercettazioni di questo processo da parte del settimanale l'Espresso
Attilio Auricchio - Sono sicuro che c'è stata un'inchiesta attivata dal sottoscritto, da mie dichiarazioni rese alla Procura di Napoli.
Avvocato Paolo Gallinelli - Esatto, comunque non individuati i responsabili ma che la fuga di notizie avvenne dall'interno del nucleo investigativo?
P.M. Capuano - Presidente c'è opposizione.
Presidente sig.ra Dott.ssa Teresa Casoria - Questa domanda non viene ammessa.
Avvocato Paolo Gallinelli - Va bene ho terminato il mio esame del teste.
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Calciopoli, controesame difese
Tribunale di Napoli – Udienza del 30 marzo 2010, quinta audizione teste Auricchio.
Avvocato De Vita per Bergamo
De Vita: «Sarò veramente breve. Vorrei avere la conferma del periodo durante il quale le utenze del signor Bergamo sono state sottoposte a intercettazione telefonica»
Auricchio: «Lo abbiamo indicato. Glielo ripeto: il 335... dal 05/11/2004 al 03/06/2005; il 338... dal 07/03/2005 al 05/06/2005; l'utenza fissa 0586... dal 04/02/2005 al 03/06/2005»
De Vita: «Con riferimento alla prima utenza da lei citata, mi può dire quanti sono stati i progressivi che sono stati individuati nel corso...»
Auricchio: «No, questo dato... »
De Vita: «Posso darglielo io? 51.525?» Cioè l'incredibile media di 244 telefonate al giorno?! Incredibile appunto.
Auricchio: «Non so, può dirmi qualunque numero».
Casoria: «Perché poi è il numero finale».
Auricchio: «Sì, non di quelle utilizzate..., di quelle registrate». Infatti ci siamo accorti che non le avete utilizzate tutte...
Casoria: «Ma non solo di Bergamo?»
De Vita: «Anche se ci sono dei contatti ripetuti più volte, però è un dato assolutamente rilevante. Le ripeto, è quello che io vedo dal verbale di fine delle intercettazioni telefoniche. Nell'ambito di questo lungo periodo, oltre ai soggetti che sono stati indicato quali interlocutori e che voi avete selezionato, avete individuato altri dirigenti di società sportive, rappresentanti di società sportive o altri dirigenti federali del mondo arbitrale che hanno intrattenuto rapporti telefonici con il signor Bergamo? O le altre telefonate riguardavano solo rapporti di famiglia...?»
Auricchio esita in modo sospetto: «Il numero è consistente. Ora, risponderle in termini numerici... »
De Vita: «Magari un dirigente che ha sollecitato la sua attenzione, un dirigente di una squadra di calcio in particoalre, Bologna, inter, Genoa...»
Auricchio: «No, sicuramente ci sono state concentrazioni di auguri, Natale, Pasqua, insomma... Le conversazioni da noi utilizzate sono state quelle ritenute utili investigativamente»
De Vita: «Quindi avete fatto questo tipo di selezione?»
Auricchio: «Sì, esattamente».
De Vita: «Ma le avete ascoltate tutte?»
Auricchio: «Su tutte le conversazioni ci sono i brogliacci, dei quali non mi chieda di rispondere personalmente perché ci sono degli ufficiali di polizia giudiziaria»
De Vita: «”Brogliacci” nel senso del riassunto della conversazione?»
Auricchio: «No...»
De Vita: «L'indicazione del contatto telefonico?»
Auricchio: «Esattamente».
De Vita: «Ma non c'è... »
Auricchio: «Sono state tutte ascoltate».
De Vita: «Va bene, io allo stato non ho altre domande».
Il teste passa a rispondere alle domande dell'avvocato Cirillo, difensore di Stefano Titomanlio e Marcello Ambrosino
Cirillo: «Lei ha visionato la partita Arezzo-Salernitana?» Questa domanda attiene alla posizione di Titomanlio.
Auricchio: «Ricordo di aver visionato con certezza due circostanze che sono state richiamate nell'ambito delle conversazioni telefoniche. In particolare una conversazione tra Meani e Titomanlio».
Cirillo: «Quando è stata intercettata questa telefonata?»
Auricchio: «16 maggio, 11:49».
Cirillo: «Per quanto riguarda questa partita contestata, chi ha verificato gli episodi?»
Auricchio: «Io ricordo di aver visionato la partita. Sicuramente i miei collaboratori lo hanno fatto. In ogni caso, ricordo di aver verificato la corrispondenza rispetto alle dichiarazioni che fa Titomanlio in quella conversazione. Si parla di due, in realtà ce ne sono tre di azioni di contropiede della Salernitana, o inizio di azioni di contropiede, che è l'argomento della conversazione».
Cirillo: «Ho capito, l'ha verificata lei. Per quanto riguarda il signor Ambrosino, la partita Reggina-Messina l'ha verificata? L'ha visionata?»
Auricchio dopo aver cercato nei documenti: «Sì, Reggina-Messina. Non ricordo di averla visionata»
Cirillo: «Non ricorda neanche la valutazione dell'osservatore, il giudizio che è stato dato al signor Ambrosino e a tutta la terna arbitrale?»
Auricchio: «No, non lo ricordo».
Cirillo: «Glielo dico io: 8,60, che dovrebbe essere un giudizio più che sufficiente»
Auricchio: «Sì, alto».
Cirillo: «Grazie, non ho altre domande».
Avvocato Picca, difesa di Andrea e Diego Della Valle e Sandro Mencucci
La rielezione di Carraro
Picca: «Vorrei tornare sulla vicenda relativa alla rielezione di Carraro alla presidenza della federazione. Mi conferma che la rielezione avvenne il 14 febbraio 2005?»
Auricchio: «Sì, 14 febbraio».
Picca: «Volevo che lei riferisse al tribunale quali erano gli schieramenti presenti in questa competizione».
Auricchio: «Per la rielezione federale, gli schieramenti erano sostanzialmente su due posizioni: la rielezione di Carraro o alla...»
Illegale interrompe e chiede di indicare «le persone fisiche che sostenevano le diverse candidature».
Auricchio: «In federazione intende dire?»
Picca: «Allora colonnello, lei alla scorsa udienza si è abbondantemente diffuso sul profilo istituzionale della rielezione di Carraro. Ha parlato diffusamente di contrasti, ha parlato diffusamente di contrapposizioni. Ora io vorrei che lei dettagliasse meglio questo contesto indicando innanzitutto la competizione tra chi avvenne, tra quali persone, tra quali candidati, tra quali schieramenti. Se lei lo ha accertato».
Auricchio: «Tra Carraro ed Abete, la competizione».
Picca: «Chi erano i soggetti, nell'ambito istituzionale della federazione, che appoggiavano l'uno piuttosto che l'altro?»
Auricchio: «Fondamentalmente Abete era appoggiato dal presidente della Fiorentina, Della Valle».
Picca: «Era appoggiato soltanto da Della Valle?»
Auricchio: «No, c'erano anche altre entità della federazione. Abbiamo ricordato la volta scorsa, che l'elezione in sé e per sé è il prodotto di una serie di percentuali...»
Picca: «Io sto facendo una domanda diversa, sto facendo riferimento agli schieramenti (Carraro e Abete)... La mia domanda è specifica: lei ha accertato chi fossero i soggetti nell'ambito dei presidenti delle squadre di A e di B, che appoggiavano l'uno piuttosto che l'altro».
Auricchio: «La sua osservazione non può prescindere dal rapporto all'interno della Lega, dove si erano evidenziate alcune posizioni contrastanti, in quel caso, la rielezione di Galliani. Le posizioni che appoggiavano la non rielezione di Galliani all'interno della Lega erano posizioni che non favorivano la rielezione di Carraro in seno alla federazione».
Picca: «Converrà con me che non ha risposto alla domanda. Io le ho fatto una domanda specifica. C'è una competizione, ci sono due candidati, la mia domanda è: lei ha accertato tra i presidenti di A e di B chi sosteneva l'uno, chi l'altro? Se sì mi risponde, se no mi dirà che non l'ha accertato»
Auricchio: «Ricordo che tra le altre posizioni di presidenti, c'erano Zamparini, Cellino e altri presidenti, che adesso non ricordo, della serie B».
Picca: «In appoggio a chi? »
Auricchio: «In appoggio a Della Valle».
Picca: «Quindi in appoggio ad Abete? »
Auricchio: «Esattamente».
Picca: «Sempre sul tema della rielezione di Carraro, le risulta che vi fu una rielezione con una modalità specifica di successione nella carica?»
Auricchio: «Sì. Era una sorta di riconferma a tempo di Carraro di lì a due anni, trascorso tale termine nella presidenza subentrava Abete, che comunque durante la presidenza di Carraro avrebbe ricoperto la vicepresidenza».
Picca: «Lei ha accertato poi quali erano i differenti programmi dei due candidati?»
Auricchio: «Non ricordo questo di aver fatto questo accertamento specifico. Nel senso che non ricordo un documento programmatico da cui poter trarre valutazioni di questo tipo».
Picca: «E ricorda, al di là dei documenti, delle interviste piuttosto che dalle esposizioni pubbliche di questi programmi?»
Auricchio: «Sì sì, ricordo, lo abbiamo anche riportato. Ad esempio alcuni commenti riguardavano proprio l'argomento della designazione arbitrale. In particolare lo schieramento riconducibile ad Abete sicuramente non gradiva...»
Picca: «E le risulta che ci fu un'intervista pubblica nella quale Abete rilanciò l'idea del meccanismo dell'unico designatore in luogo del doppio designatore?»
Auricchio: «Sicuramente. Questo lo ricordo. In un'intervista all'organo RAI»
Picca: «”Radio anch'io”? Lo ricorda?»
Auricchio: «Ricordo, a mente, un'intervista RAI. Ricordo questa circostanza perché alcuni interlocutori ne hanno fatto commento nelle attività tecniche»
Picca: «Lei ha accertato se nella stagione successiva a quella di cui ci stiamo occupando, cioè 2005/2006, fu mantenuto il doppio designatore?»
Auricchio: «Nella stagione successiva si cambiò completamente il sistema. Ci fu un commissario unico, con il metodo che non fu più della designazione mediante sorteggio (griglie eccetera), ma fu designazione diretta. Il commissario unico veniva poi affiancato da cinque vicecommissari».
Picca: «Lei ricorda anche il nome del designatore unico? »
Auricchio: «Sì, lo abbiamo ricordato, Mattei designatore unico».
Picca: «Quindi è corretto dire che nella stagione successiva al 2004/05 fu approvata l'idea programmatica di Abete?»
Auricchio: «Sì sì».
Picca: «Chi era il presidente della federazione? »
Auricchio: «Presidente della federazione era Carraro»
La rielezione di Galliani alla presidenza della Lega Nazionale Professionisti
Picca: «Anche qui le faccio la medesima domanda. Voi avete accertato i due diversi schieramenti? Cioè i due candidati, gli schieramenti a sostegno dell'uno piuttosto che dell'altro»
Auricchio: «Anche qui lo schieramento che sosteneva un soggetto diverso da Galliani, era lo stesso che sosteneva Della Valle».
Picca: «Era solo Della Valle in questo schieramento?»
Auricchio: «No, sicuramente anche lì tra serie A e B... »
Picca: «A me interessa sollecitare il suo ricordo sulla compagine dei presidenti di serie A in antitesi alla rielezione di Galliani»
Auricchio: «Ricordo sicuramente il presidente del Palermo, della Fiorentina ovviamente, il presidente del Cagliari, Cellino...»
Picca: «C'era anche il presidente del Livorno?»
Auricchio: «Spinelli...»
Picca: «C'era anche il presidente del Bologna?»
Auricchio: «Sì».
Picca: «C'era anche il presidente del Lecce?»
Auricchio: «Il presidente del Lecce, che se non vado errato era Semeraro in quel momento, sì era su questo schieramento».
Picca: «C'era anche il presidente della Sampdoria?»
Auricchio: «Sì».
Picca: «Lei ricorda come si concluse la fase di elezione di Galliani?»
Auricchio: «Beh, fu confermato Galliani».
Picca: «E Accanto a Galliani furono previste anche altre figure nell'ambito della vicepresidenza?»
Auricchio: «Sì, furono previste tre figure, credo di non ricordare male, non ricordo esattamente se la carica fosse di vicepresidenza o di..., andarono a ricoprire dei ruoli di rilievo diciamo all'interno di questa sorta di vicelega... (“vicelega”? Ma che sta dicendo? Ndr), ehm..., il presidente della Lazio, Lotito, il presidente della Sampdoria forse... »
Picca: «Lei si ricorda se il presidente del Palermo, Zamparini, e quindi appartenente alla cordata che si era schierata contro la rielezione fu poi eletto vicepresidente in questa tornata?»
Auricchio: «Sì, dovrei controllare perché questi sono risultati che abbiamo espressamente indicato».
Picca: «Sì, se può controllare, così diamo al tribunale un dato-certezza».
Auricchio: «Ecco allora, Zamparini ricoprì proprio il ruolo di vicepresidente vicario, mentre nel comitato di presidenza il presidente del Cagliari, il dottor Cellino e poi per la serie B Vincenzo Matarrese in rappresentanza del Bari».
Picca: «Quindi è corretto dire che il ruolo della vicepresidenza fu completamente occupato dai presidenti che si erano posti nella competizione elettorale in antitesi a Galliani?»
Auricchio: «Sì sì, sicuramente nella direzione di Zamparini e Cellino. Zamparini come vicepresidente vicario e Cellino membro del comitato di presidenza»
Picca: «Lei ha verificato come fu valutato, sia in ambito lega, sia in ambito stampa, questo esito della elezione?»
Auricchio: «In che senso?»
Picca: «Come fu riportato, quali furono le indicazioni all'esito dell'elezione?»
Auricchio: «Beh, onestamente non ricordo commenti di tipo giornalistico sul punto».
Picca: «E' vero ed è corretto dire che questa elezione di Galliani, in abbinato alla presenza di Zamparini e Cellino alla vicepresidenza fu commentato e visto, sia in ambito lega che in ambito stampa, come un compromesso intervenuto tra le varie posizioni?»
Auricchio: «Beh, sicuramente. Questo al di là del dato giornalistico. Se lei mi chiede quale giornale commentò questo, sicuramente il dato fu di compromesso, diciamo».
Picca: «Io le ho fatto una domanda su due versanti diversi... e questo dato di compromesso fu speso anche nell'ambito istituzionale della federazione e della lega, oltre che sul profilo “stampa”?»
Auricchio: «Sì, sicuramente sì».
Picca: «Identico giudizio venne dato anche con riferimento alla rielezione di Carraro e alla carica di vicepresidente di Abete?»
Auricchio: «Sì. Anche se devo dire che dal punto di vista mediatico, siccome la rielezione in federazione è precedente alle elezioni in lega, fu enfatizzato di più per la federazione questo discorso del compromesso».
Picca: «Lei ha mai sentito o verificato, accertato nell'ambito investigativo la sigla “Consorzio Calcio Italia”?»
Auricchio: «No».
Picca: «Lei si è mai verificato delle iniziative assunte da questo consorzio?»
Auricchio: «No, non me ne sono mai occupato investigativamente. Ricordo, ma è solo un ricordo, di una piattaforma di tipo televisivo che di lì a poco sarebbe stata portata avanti come progetto. Ma un ricordo vago, non certo investigativo».
Picca: «Quindi lei può escludere che nell'ambito della sua attività investigativa ha attenzionato o svolto specifici accertamenti con riferimento a questa sigla, cioè al Consorzio e alle iniziative che sono state poi assunte del Consorzio?»
Auricchio: «Sì, dal punto di vista investigativo non ha mai formato oggetto di approfondimento».
“Censure o posizioni critiche assunte dalla presidenza della Fiorentina nell'ambito della stagione 2004/05”
Picca: «Ci fu un'attività di censura da parte della Fiorentina nell'anno 2004/05 nei riguardi delle designazioni e soprattutto nei riguardi degli arbitraggi compiuti nelle partite in cui era impegnata la Fiorentina?»
Auricchio: «Dovrei capire che cosa intende per censura».
Picca: «Se pubblicamente, anche in sede di federazione ha presentato un reclamo piuttosto che una doglianza, piuttosto che una censura?»
Auricchio: «Sicuramente dal punto di vista formale furono avanzate a seguito di alcune partite valutazioni di censura da questo punto di vista, istituzionalmente».
Picca: «E questo identico atteggiamento fu assunto anche a livello pubblico? Dichiarazioni giornalistiche o articoli di stampa?»
Auricchio: «Beh, questo credo proprio di sì. Lo abbiamo anche riportato, ci sarà l'enfatizzazione maggiore o minore a secondo dell'evento sportivo ritenuto negativo dalla dirigenza della Fiorentina».
Picca: «Chi, secondo gli esiti dei vostri accertamenti, avrebbe assunto sia in ambito istituzionale che in ambito giornalistico questi atteggiamenti di censura, di critica o doglianza? Come persone fisiche si intende». Il legale, visto che il punto è stato oggetto di indagini, chiede di prescindere dalle attività di intercettazione
Auricchio: «No, non ricordo di aver svolto accertamenti sul tema delle doglianze. Aggiungo anche che lo stesso atteggiamento investigativo nei confronti della Fiorentina, proprio in virtù di tutte le considerazioni che abbiamo appena fatto, entra perentoriamente solo quando ci sono dal punto di vista tecnico dei contatti dove la Fiorentina, per attività dei suoi ruoli principali, Mencucci Sandro e i due proprietari, i fratelli Della Valle, si è attivata formalmente e meno istituzionalmente per avere una sorta di atteggiamento favorevole dal punto di vista sportivo nei suoi confronti».
Picca: «Scusi, lei segnala l'assunzione di un comportamento, allora le chiedo quando, dal punto di vista investigativo, avete accertato cronologicamente l'assunzione di questo comportamento?»
Auricchio: «Le doglianze a cui ho fatto riferimento sono di tipo mediatico. Io non ho svolto accertamenti sulle doglianze (istituzionali, ndr) e le ho anche indicato il motivo».
Picca: «Colonnello, la devo interrompere. Lei cinque minuti fa ha parlato di doglianze presenziate istituzionalmente dalla Fiorentina. Poi io fatto una domanda tesa a verificare i vostri accertamenti del tema “doglianze pubbliche”, cioè a mezzo organi di stampa. Torniamo un attimo indietro, doglianze istituzionali: mi dice chi le ha mosse e l'epoca in cui avete accertato queste doglianze?»
Auricchio: «Sicuramente le ha mosse Mencucci Sandro in riferimento al vicepresidente federale in riferimento al vicepresidente federale Mazzini Innocenzo».
Picca: «Doglianze che, lei converrà con me, avvengono con atto formale».
Casoria: «L'avvocato vuol sapere l'atto con il quale venivano mosse le doglianze com'è datato».
Auricchio: «No, qui sto parlando di doglianze sulle quali noi abbiamo poi fatto delle valutazioni investigative... »
Casoria: «Ma l'avvocato vuole collocarle nel tempo».
Auricchio: «Nel tempo le colloco nelle attività intorno..., a partire dall'aprile 2005».
Picca: «Quindi è corretto dire che le doglianze partono dall'aprile 2005. La mia domanda è: per l'attività di doglianza precedente a questa data voi avete svolto indagini?»
Auricchio: «No».
Picca: «Avete compulsato atti istituzionali? Segnatamente atti in federazione e in lega per accertare se precedentemente a questa data ci siano state analoghe posizione di censura o di doglianza?»
Auricchio: «No, non ricordo attività di questo tipo».
Picca: «E' corretto quindi dire che la vostra attività investigativa ha riguardato il periodo che va dal 25 aprile fino alla fine del campionato?»
Auricchio: «Sì, per quanto riguarda la Fiorentina sì».
Picca: «Non avete investigato né il periodo precedente, né il periodo successivo alla fine del campionato 2004/05?»
Auricchio: «Sì, è corretto dire questo». Cioè, non hanno investigato per fatti collocabili fuori da quel perimetro temporale.
“Problema della ripartizione dei diritti televisivi”
Picca: «Questo è un tema che voi avete investigato?»
Auricchio: «No».
Picca: «E mi spiega perché non lo avete investigato? Qual è stata l'opzione di indagine che voi avete scelto per escluderne un'altra?»
Auricchio: «Non è che abbiamo scelto opzioni di indagine. Sicuramente è un tema di lavoro, ricordo benissimo che emergeva dalle attività di escussione testimoniale che furono sviluppate dopo la “discovery” delle attività investigative. Ricordo esattamente di aver affrontato in escussione testimoniale questi argomenti. Poi io personalmente non ho continuato a investigare su questo perché ho cambiato incarico»
Picca: «Converrà che la domanda era leggermente diversa: lei nel corso delle scorse udienze ha più volte indicato le ipotesi investigative da voi coltivate. La mia domanda è: nell'ambito delle attività investigative è emerso o meno il dibattito, la problematica relativa al tema “ripartizione dei diritti televisivi” nell'ambito della stagione 2004/05?»
Auricchio: «No Come fatto storico è emerso in relazione alle valutazioni che si facevano prima in materia di elezione del presidente della lega».
Picca: «Quindi è corretto dire che dal punto di vista fattuale e storico questo dato è venuto alla vostra attenzione».
Auricchio: «Come dato fattuale».
Il difensore dei Della Valle sottolinea, e il teste conferma, che anche in base alle attività di intercettazione il dibattito dei diritti TV è venuto alla conoscenza degli investigatori.
Picca: «Voi svolgeste indagini sul punto?»
Auricchio: «No, almeno per quel che mi riguarda».
Picca: «Perché non svolgeste indagini? Quali furono i ragionamenti sul piano delle opzioni investigative che voi avete volto per svolgere indagini su un tema piuttosto che su un altro?»
Auricchio: «Certo, perché la scelta dei temi di indagine, le ipotesi di lavoro erano sancite strettamente nella delega di indagine e nella richiesta delle intercettazioni telefoniche. I due settori sui quali abbiamo indagato con ipotesi di tipo investigativo erano la frode sportiva e la illecita concorrenza in ambito gestione dei calciatori. Le stesse attività tecniche sono state sempre connesse al mantenimento coerente con queste due impostazioni investigative».
Picca: «Lei ci sta dicendo che le tematiche sulle quali svolgevate attività erano quelle circoscritte dalle deleghe di indagine. È capitato, e se sì in quali occasioni, che voi esplorando ipotesi o temi investigativi avete al contrario riferito questi elementi alla Procura della Repubblica affinché vi fosse poi uno sviluppo dell'attività?»
Auricchio: «La risposta è no. Il dato fattuale a cui lei faceva riferimento è rimasto tale, non sono emersi dati significativi sotto il profilo investigativo, per quanto riguarda i diritti televisivi»
L'avvocato Picca specifica la domanda evidenziando che essa non è riferita solo ai diritti TV, ma a qualsiasi tema che emergesse.
Auricchio: «Non è mai capitato» che gli investigatori abbiano evidenziato dati o riscontri del genere alla Procura delegante.
Picca: «Lei è sicuro di questo? »
Auricchio: «Se lei mi dice, “è capitato che nelle 3500 pagine che lei ha scritto in collaborazione con i suoi ufficiali di polizia giudiziaria ha fatto riferimento a questo tema dei diritti televisivi?”, io in modo netto non sono in grado di rispondere. Le rispondo invece in maniera netta che come ipotesi di lavoro, nel senso che ci chiede di approfondire questo, le posso dire: “no, sicuramente”»
Il campionato della Fiorentina
Picca: «Voi avete valutato dal punto di vista investigativo l'andamento in campionato della Fiorentina?»
Auricchio: «L'andamento dall'inizio alla fine non in maniera specifica, se non in riferimento alle partite che sono state oggetto di conversazione telefonica»
Picca: «Dal punto di vista temporale? »
Auricchio: «Lo abbiamo indicato prima, aprile...». Da aprile 2005 a fine campionato
Picca: «Sempre lo stesso».
Il teste specifica che l'unica attività relativa alla Fiorentina collocabile prima di tale intervallo temporale riguarda il famoso dossier sui Della Valle che era stato offerto a Mazzini.
Picca: «Lei se la ricorda la partita Fiorentina-Messina? L'ha visionata, l'ha valutata, è caduta nell'ambito della sua attenzione investigativa?»
Auricchio: «Se è precedente a quel intervallo temporale... »
Picca: «La partita è del 20 aprile, l'avete investigata?».
Auricchio: «Non lo ricordo».
Picca: «Le sollecito il ricordo; voi ne fate menzione nell'informativa del novembre 2005. L'ha visionata la partita?».
Auricchio: «No».
Picca: «Le conclusioni che lei ha raggiunto su questa partita, da quali fonti investigative sono state desunte?»
Auricchio: «Ma, non ricordo se sono state raggiunte delle conclusioni di tipo sportivo. Su questa partita facciamo riferimento a un dato tecnico».
Picca: «Colonnello, lasci stare le intercettazioni. Nell'informativa voi operate riferimento a questa partita. La mia domanda è di tipo preliminare: quali sono state le fonti conoscitive con riferimento a questa specifica partita, premesso che lei ci dice che non l'ha vista?»
Auricchio: «Non solo non l'ho vista, ma non l'ho trattata investigativamente. Le dico cosa? Le fonti informative su che cosa?»
Picca: «Le devo esibire le parti dell'informativa?»
Auricchio: «Ce l'ho davanti e vedo esattamente quello a cui facevo riferimento prima, cioè una conversazione Mencucci-Mazzini»
Picca: «Colonnello, pagine 278 e 279 non sono riportati gli esiti dell'intercettazione. È riportato: “Fiorentina-Messina 1-1” ci sono le formazioni, c'è l'arbitro, c'è il tabellino e ci sono dei riferimenti agli articoli di stampa. È corretto?»
Auricchio: «Sì». E tanto ti ci voleva?
Picca: «Stiamo vedendo la stessa cosa? »
Auricchio: «Sì».
Picca: «Sulla partita, andamento, decisioni arbitrali, comportamenti dei giocatori e quant'altro che attiene alla partita le fonti conoscitive dal punto di vista investigativo quali sono state?»
Auricchio: «La domanda appare semplice...»
Picca: «Infatti è semplice!»
Auricchio: «Semplicemente, questa non è una partita che noi abbiamo approfondito dal punto di vista investigativo, se non in riferimento ai colloqui Mencucci-Mazzini. Siccome parlano della partita, allora per completezza abbiamo riportato il tabellino che lei ricorda, con l'arbitro Nucini e due articoli, “per il piacere di tutti” de la gazzetta dello sport, che chiaramente fanno riferimanto all'andamento, dal punto di vista giornalistico, della partita. Siccome Mencucci dice: “L'arbitro...”».
Picca: «Colonnello, io non le ho fatto la domanda sulla telefonata... », e specifica ancora una volta: «quali sono state le fonti di conoscenza investigativa relative a questa partita? Nessuna, una, se una quale...?»
Auricchio: «Nessuna».
Bologna-Fiorentina, 24 aprile 2005
Picca: «Lei ha visionata?» (Bologna-Fiorentina).
Auricchio: «Non lo ricordo».
Picca: «Ne ha trattato dal punto di vista investigativo?»
Auricchio: «Sì, abbiamo anche in questo caso in relazione alle emergenze tecniche»
Picca: «La mia domanda è sempre la stessa: con riferimento all'andamento della partita, alle decisioni arbitrali, … avete investigato la partita e se si quali sono le fonti conoscitive dal punto di vista investigativo? Se non l'avete investigata, mi risponderà che non l'avete investigata».
Auricchio: «L'abbiamo investigata in relazione alle intercettazioni telefoniche che riguardano questa partita, che sono riferite a due interlocutori, in particolare il direttore sportivo...»
Picca: «Colonnello, a prescindere dal dato di captazione telefonica...». Qui il legale intende ripercorrere lo stesso sentiero seguito per le domande precedenti riguardanti Fiorentina-Messina, andamento ed episodi della partita. Al legale dei Della Valle interessa sapere a quali fonti hanno attinto gli investigatori.
Auricchio: «Sì, l'abbiamo valutata da questo punto di vista. Le fonti sono i commenti giornalistici sul punto».
Picca: «Quindi l'unica fonte di conoscenza investigativa che lei ha utilizzato è quella riportato nell'informativa, ovvero gli articoli dei giornali».
Auricchio: «Sì, anche perché la partita non è stata oggetto di attenzione, è stato uno 0-0 che non ha destato dal punto di vista tecnico particolari osservazioni. L'arbitro era Bertini, abbiamo ricordato in sede di esame che c'è questo riferimento all'arbitro Bertini».
Picca: «Quindi la partita per voi non rivestiva alcuna rilevanza?»
Auricchio: «No, questo non l'ho mai detto. Lei mi ha chiesto le fonti e io le ho detto che quella partita ha rivestito rilevanza investigativa perché è la prima partita dove secondo i protagonisti delle conversazioni si va a delineare una sorta di valutazione, sotto il profilo arbitrale, per come ci dicono Mazzini e Mencucci, di loro gradimento».
Picca: «Quindi era una partita di interesse investigativo. Premesso questo, mi dice quali attività di indagine ha compiuto su questa partita? »
Auricchio: «Non sono stati di tipo tecnico sulla partita, ma semplicemente relativi agli esiti delle conversazioni telefoniche». Quindi riscontri oggettivi di eventuali atti fraudolenti prima, durante e dopo la partita non li hanno fatti?
Picca: «Quindi è corretto dire che l'unico accertamento che avete svolto è l'intercettazione telefonica?»
Auricchio: «Assolutamente corretto».
Picca: «Lei ricorda se la partita successiva fu Fiorentina-Milan, 30 aprile 2005? »
Auricchio: «Non lo ricordo», consulta l'informativa, «Sì».
Picca: «Avete valutato dal punto di vista investigativo questa partita? L'avete vista?»
Auricchio: «No»
Picca: «Avete svolto accertamenti specifici su questa partita?»
Auricchio: «No, le ho già risposto in sede di controesame»
Picca: «Non l'avete valutata, sull'andamento della gara, sui comportamenti arbitrali, dei giocatori? »
Auricchio: «No»
Picca: «Avete ritenuto questa partita non rilevante dal punto di vista investigativo?»
Auricchio: «Sì, non rilevante».
Incontro tra Bergamo e Diego e Andrea Della Valle
Picca: «Lei ha riferito, in sede di esame del pubblico ministero, di un'attività di osservazione fatta a Villa la Massa, riguardo a un incontro tra il designatore Bergamo e Diego e Andrea Della Valle»
Auricchio: «Sì».
Picca: «Può entrare nello specifico delle attività investigative compiute con riferimento a questo incontro? Questo incontro quando si è verificato?»
Auricchio: «Non lo so, non l'ho svolto io, c'è una relazione di servizio»
Picca: «14 maggio 2005. E' corretto?»
Auricchio conferma la data.
Picca: «Lei e i suoi uomini avevate notizia di questo incontro in epoca antecedente a quando poi si è verificato questo incontro? »
Auricchio: «Sì, altrimenti non avremmo disposto il servizio».
Picca: «Mi dice che cosa avete accertato su questo incontro?»
Auricchio: «I protagonisti dell'incontro. Sono stati individuati».
Picca: «Soltanto questo?»
Auricchio: «Ehhh... ».
Picca: «Lei ha svolto indagini per quanto riguarda il luogo dell'incontro?»
Auricchio: «Al ristorante Villa la massa a Bagni a Rivoli».
Picca: «Quindi l'incontro avvenne in un luogo pubblico?»
Auricchio: «Sì, in un ristorante, un esercizio pubblico».
Picca: «Ricorda l'orario in cui è avvenuto questo incontro? »
Auricchio: «Dalla relazione di servizio deduco che siamo intorno alle 12:30 in poi».
Picca: «Ricorda se questo era il ristorante di un albergo?»
Auricchio: «Io non lo ricordo perché non c'ero. Dalla relazione di servizio dove leggo, “Hotel villa la massa” credo di sì».
Picca: «Avete svolto attività propedeutiche a questo servizio? Vi siete recati sul posto, avete visto chi c'era, chi non c'era? O vi siete recati solo il 14 maggio?»
Auricchio: «Siamo andati sul posto il 14 maggio, il nostro obiettivo era semplicemente monitorare quell'incontro».
Picca: «Quindi è corretto dire che non vi siete recati sul posto prima di questa data?»
Auricchio: «Prima del 14 no. Non credo che ci fosse neanche il tempo tecnico».
Picca: «Dalle attività di indagine che stava compiendo, quanti giorni prima ha saputo che l'incontro si sarebbe verificato il 14 maggio a Villa la massa?»
Auricchio: «Ne abbiamo parlato in sede di esame, ma adesso non ricordo».
Picca: «Ad ulteriore ricordo, ci sono delle intercettazioni sul punto che datano fine aprile. E' corretto dire che voi di notizia dell'incontro 14 maggio Villa la Massa ne avete notizia a partire dalla fine di aprile?»
Auricchio: «Credo di non ricordare male, sicuramente dell'incontro, sul luogo onestamente non mi pare che sia come dice lei. Il dato Villa la Massa è emerso se non il giorno prima, due giorni prima».
Picca: «Lei è sicuro di questa circostanza?»
Auricchio: «Ehh, sicuro... Ora ricontrolliamo...».
L'avvocato Picca chiede di verificare le intercettazioni pertinenti a questa circostanza.
Auricchio dopo una breve ricerca: «Ecco qui siamo all'undici maggio per quanto riguarda il luogo», tre giorni prima gli interessati sono ancora alla scelta del luogo e poi due giorni prima si opta per Villa la Massa. «Anzi a dire il vero, per essere precisi il giorno prima, il 13 maggio. Il giorno prima c'è il dato del luogo d'incontro».
In relazione all'intento di incontrarsi vi è conoscenza dieci/quindici giorni prima, per quanto attiene ora e luogo solo il giorno prima.
Picca: «Lei ha accertato se il luogo scelto per l'incontro era il luogo di residenza abituale per i Della Valle?»
Auricchio: «No».
Picca: «Per questo incontro ha svolto attività di captazione ambientale?»
Auricchio: «No».
Picca: «Perché?»
Auricchio: «Perché non c'era la possibilità tecnica di farlo in tempi rapidi e per altro di farlo in termini genuini».
Picca: «Lei ha richiesto alla Procura l'autorizzazione a compiere questa attività?»
Auricchio: «No».
Picca: «Lei ha svolto un accesso nel ristorante mentre si svolgeva l'incontro?»
Auricchio: «Non sono andato io personalmente, lo può chiedere ai miei uomini».
Picca: «Quindi è corretto dire che sul piano dell'attività di indagine e sul piano dell'esito dell'attività di indagine sul tema “incontro a Villa la Massa” la vostra attività investigativa si è risolta in un'attività di osservazione esterna sui partecipanti? Perché non avete svolto né attività di captazione ambientale durante lo svolgimento dell'incontro, né accessi durante lo stesso nell'ambito della sala ristorante?»
Auricchio: «Per quanto riguarda l'accesso alla sala ristorante deve chiedere a chi c'è stato. Sicuramente ho il dato in termini di attività di servizio di coloro che hanno avuto accesso, naturalmente il tutto è condito da una copertura tecnica...»
Picca: «Lasciamo stare il condimento, è condita abbastanza, perché avete fatto anche delle riprese come se fosse un luogo isolato e lei invece poc'anzi mi ha confermato che eravate in una struttura alberghiera». In orario diurno e non di notte sul retro durante il giorno di chiusura...
L'avvocato ripete la domanda.
Auricchio: «No, non c'è stata attività tecnica in questo senso».
Picca: «A questa data, 14 maggio, voi avevate acquisito intercettazioni telefoniche relative alle persone di Diego e Andrea Della Valle? In cui gli interlocutori erano Andrea o Diego Della Valle»
Auricchio: «Così non lo ricordo».
Picca: «Può scorrere le intercettazioni telefoniche antecedenti all'incontro?»
Auricchio: «In maniera diretta no... Ecco, Andrea Della Valle chiama Mazzini il 4 maggio».
Picca: «Mi verifica se c'era anche Diego Della Valle e Sandro Mencucci? »
Auricchio: «Mencucci sicuramente, lo abbiamo già detto. Diego Della Valle, sì, progressivo 2446 del 2 maggio».
Picca: «Quindi è corretto dire che precedentemente all'incontro Diego e Andrea Della Valle e Mencucci erano emersi come interlocutori nelle telefonate da voi intercettate?»
Auricchio: «Sì».
Picca: «Voi avete mai sottoposto ad intercettazione diretta utenze fisse o mobili riferibili a queste tre persone?»
Auricchio: «No»
Picca: «Spiega al tribunale il perché di questa ulteriore scelta investigativa? Atteso che lei alla scorsa udienza ha riferito che “quando nell'ambito delle attività di intercettazione telefonica emergevano dirigenti o presidenti di squadre quali interlocutori, la vostra modalità investigativa era di sottoporre ad intercettazione diretta le utenze mobili o fisse di questi dirigenti”».
Auricchio: «Non lo abbiamo fatto perché dal punto di vista programmatico siamo a maggio. L'attività inerente alla Fiorentina è un'attività di ricostruzione successiva e noi in quel momento avevamo già un'idea di chiudere di lì a poco le attività tecniche...»
Picca: «Colonnello, si fermi. La mia domanda è semplice e le chiedo anche di dare al tribunale una risposta di compatibilità rispetto a quello che lei ha riferito nelle scorse udienze. Lei ha detto che le intercettazioni sulle utenze di Andrea e Diego Della Valle e Mencucci non le avete fatte».
Auricchio: «No».
Picca: «Benissimo. Spiega al tribunale il perché di questa scelta?»
Auricchio: «L'ho detto».
Casoria: «L'indagine era agli sgoccioli, stava per essere conclusa».
Auricchio: «Le indagini erano agli sgoccioli, gli indagati ne erano già a conoscenza, avevamo già registrato una serie di comportamenti telefonici che erano in contrasto con la genuinità del mezzo e dello strumento tecnico... Era orientamento nostro, condiviso dai pubblici ministeri, concludere di lì a poco, non appena si chiudeva il campionato... Monitorare Della Valle non aveva nessun senso dal punto di vista investigativo»
Picca: «Lei dice che gli indagati erano a conoscenza delle intercettazioni telefoniche. Mi dice dal 14 maggio 2005 ed epoca successiva quali atti e circostanze lei ha investigato per affermare che Diego e Andrea Della Valle e Sandro Mencucci fossero a conoscenza di attività di intercettazione in corso a danno di soggetti diversi da loro?»
Auricchio: «Nessuna. Infatti da questo punto di vista abbiamo continuato a registrare queste attività ...»
Picca: «Colonnello sono soddisfatto della sua risposta».
Capuano protesta: «Presidente, ma stava finendo di rispondere... quando sta finendo di rispondere lo interrompe...»
Casoria: «”Nessuna”, ha detto nessuna. “Nessuna” mi pare che è drastica».
Ad ulteriore chiarimento richiesto dal Presidente, Auricchio chiarisce che: «Il dato della conoscenza delle attività investigative non coincide con i suoi assistiti. Tanto è vero che abbiamo ritenuto in quel momento queste attività ancora dotate di quella genuinità che invece non caratterizzava in quello stesso periodo le intercettazioni telefoniche nei confronti degli indagati che avevano invece ricevuto la conoscenza delle indagini a loro carico».
Prioreschi: «Per quelli che lo sapevano [Incomprensibile], per quelli che non lo sapevano...». Convenienza inquisitoria...
Picca: «E' corretto dire che al 14 maggio e antecedente lei non ha accertato nessun fatto, nessuna circostanza che desse conto di conoscenza o conoscibilità da parte dei Della Valle e Mencucci delle attività in atto. È così?»
Auricchio: «Sì».
Picca: «Successivamente al 14 maggio 2005 lei ha svolto altre attività di indagine attraverso le intercettazioni telefoniche?»
Auricchio: «Fino al 3 giugno».
Picca: «In questa attività di intercettazione telefonica successiva (al 14 maggio, ndr) sono emersi quali interlocutori Andrea e Diego Della Valle e Sandro Mencucci?»
Auricchio: «Sì».
A questo punto anche a causa di sopravvenute esigenze di masterizzazione il legale esaurisce il suo controesame.
Picca: «Benissimo, per il momento mi fermo»
eldavidinho94
12.04.2010, 18:21
a volte penso che ci stamo facendo false illusioni
potresti anche avere ragione, angela,
ma vale la pena lottare
perche abbiamo ragione noi: non si è fatta chiarezza nel 2006
e non tutti sono stati puniti
il ragionamento che fai,
sarà giusto farlo quando arriveremo al fotofinish,
quando non ci sara veramente piu nulla da fare
ma noi dobbiamo continuare orgogliosi, imperterriti
a difendere la nostra juventus! :sciarpa:
AlexnelCuore
12.04.2010, 19:56
potresti anche avere ragione, angela,
ma vale la pena lottare
perche abbiamo ragione noi: non si è fatta chiarezza nel 2006
e non tutti sono stati puniti
il ragionamento che fai,
sarà giusto farlo quando arriveremo al fotofinish,
quando non ci sara veramente piu nulla da fare
ma noi dobbiamo continuare orgogliosi, imperterriti
a difendere la nostra juventus! :sciarpa:
condivido in pieno quello che dici, ma quando poi ascolto trasmissioni o leggo i giornali che non ci difendono, la perdo le speranze
Sta per inizierà lo "Show" che potete seguire "LIVE" qui:
http://download.ju29ro.com/processo_live.html
ore 9.30 - In aula ci sono più di 40 giornalisti accreditati. C'è grande fermento con una consistente presenza di radio e tv.
Già presenti Bergamo, Pairetto e Fabiani. Moggi ancora no
messaggio aggiunto automaticamente su quello inviato 13 minuti fa:
ore 10.00 - Grandissima confusione in aula. Il Presidente Casoria fa sfollare l'aula e poi fa rientrare, uno ad uno, prima gli avvocati e poi i giornalisti. Il pubblico rumoreggia ma, effettivamente, l'aula è troppo piccola per questa udienza.
:fischio:
gabriele
13.04.2010, 09:26
ore 10.10 - Luciano Moggi, ex dg della Juventus, è appena entrato in aula.
ore 10.20 - Prioreschi ha chiesto di acquisire agli atti 75 telefonate. Il Presidente Casoria ha chiesto il parere al pm, che si è preso 30 minuti di tempo per dare una risposta. Il giudice Casoria ha detto a Prioreschi di produrre tutte le telefonate alla prossima udienza.
Inizia il controesame del tenente colonnello Auricchio.
ore 10.30:
pausa pranzo! :ridere_tanto:
(scusate... :icon_redface: torniamo seri... :mod: )
gabriele
13.04.2010, 09:38
Presidente Casoria: Illustri la sua richiesta, anche se ci siamo già pronunciati nel 2009. Se ci sono altre trascrizioni non ci sono problemi.
Avv. Prioreschi: Bisogna portare il processo nella sua strada dopo le anticipazioni della stampa. Chiediamo di trascrivere una serie di intercettaazioni mai trascritte. In sede di requisitoria, nel giudizio abbreviato il 27.10.08, il pm si era espresso così: "Piaccia o non piaccia non ci sono mai telefonate con Moratti, Sensi... Sono balle smentite dai fatti le tesi che erano tutti a parlare con tutti. Solo gli imputati colloquiavano. Non è vero che ogni dirigente telefonava, ma solo gli imputati". Piaccia o non piaccia al pm le telefonate ci sono, piacca o non paiccia ogni dirigente telefonava, piaccia o non piaccia non erano balle difensive. Non lo dico per spirito di rivalsa, ma per dare atto alla correttezza del pm che non si sarebbe avventurato in quella dichiarazione se avesse avuto conoscenza delle telefonate. lo dico perchè è un dato oggettivo: queste intercettaziini sono state sottratte alle indagini, nel senso che non erano state evidenziate. Lo dico perchè se fossero state trovare prima, forse, in sede di indagini preliminari, queto processo avrebbe avuto un esito diverso
Presidente Casoria: Quante sono?
Avv. Prioreschi: Da trascrivere sono 75. Si evince che i pranzi e le cene li facevano tutti, si evince che di griglie parlavano tutti, le designazioni che moggi viene contestato di sapere un'ora prima, gli altri le sapevano il giorno prima. la richiesta è di trascrivere 75 telefonate e poi le chiedo di produrre dall'elenco delle 170 mila telefonate, abbiamo fatto gli incroci e abbiamo tirato fuori oltre 3000 contatti tra i designatori e vari contatti. Su queste non chiediamo la trascrizione ma produrremo un cd con 1700 contatti tra cellulrari di dirigenti di società di calcio e i designatori e mi riservo di produrre la stampa del tabulato di altri contatti.
PM: deve interloquire sia su profili di carattere processuale che di contenuto. Chiedo di avere un pò di tempo a disposizione per esaminare la documentazione prodotta.
Difesa di Pairetto: Avevamo individuato alcune telefonate ma non so se sono le stesse della difesa moggi, abbiamo bisogno anche noi di tempo.
Giudice Casoria: riteniamo di esaminare congiuntamente di esaminare alla prossima udienza sia la richiesta di Prioreschi che quella dei difensori di Pairetto, a meno che il PM non voglia interloquire già adesso. Entro la prossima udienza dovete darci l'elenco completo di tutte le telefonate che volete acquisire. Cominciamo con Auricchio.
Ci sarà qualcosa in doppio ma poi possiamo "pulire":
LIVE CALCIOPOLI - Telefonavano 11 squadre
13.04.2010 09:30
Fonte: TuttoJuve
Questa mattina alle 9.30, presso il nuovo palazzo di giustizia di Napoli, riprende il processo dello scandalo di Calciopoli, dopo due settimane all'insegna di intercettazioni telefoniche che coinvolgono l'ex designatore Paolo Bergamo e il presidente dell'Inter Massimo Moratti. I legali di Luciano Moggi chiederanno alla nona sezione del Tribunale, presieduta da Teresa Casoria, di acquisire le telefonate intercettate. Qualora la decisione venisse accolta dovrebbero essere comunque nuovamente trascritte da un perito incaricato dal Tribunale.
Inoltre Paolo Trofino, uno dei legali dell'ex dg bianconero, procederà con il contro interrogatorio del tenente colonnello Auricchio, l'ufficiale dei carabinieri che ha svolto le indagini per conto della Procura di Napoli. Dal canto suo Massimo Moratti ha fatto sapere di essere pronto a chiarire la sua posizione e i suoi rapporti con Bergamo. Sono attesi domani gruppi di tifosi bianconeri e sono stati richiesti accrediti da 40 testate giornalistiche diverse.
Oggi TuttoJuve.com seguirà minuto per minuto LIVE l'importantissima udienza, nella quale dovrebbero essere rese pubbliche altre clamorose ed inedite intercettazioni.
9:35 - La pioggia che sta cadendo copiosa su Napoli ha momentaneamente congelato la protesta dei tifosi bianconeri, annunciata all'esterno del Tribunale. Frattanto, all'interno, l'aula 216 è già molto affollata. Numerosi fotografi e giornalisti hanno già preso posto. Si attende l'arrivo di Luciano Moggi, mentre sono già arrivati Bergamo e Pairetto.
9:45 - Stamane "Tuttosport" fornisce alcune anticipazioni su ciò che verrà fuori nel corso dell'udienza odierna:
Telefonavano 11 squadre - «Piaccia o non piaccia agli imputati, non ci sono mai telefonate tra Bergamo e Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo. E’inutile sostenere balle smentite dai fatti. I cellulari erano intercettati 24 ore su 24, e non è vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzini (ex vicepresidente Figc, ndr) o a Lanese. Chia*mavano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Val*le e Diego Della Valle». Così diceva, il pm, ed era d’autun*no. Le parole arrivano, infatti, dalla prima udienza del processo ad Antonio Giraudo e datano 27 ottobre 2008. Le pronunciò Giuseppe Narducci, pubblico ministero che li*quidò in modo perentorio la tesi del «così facevan tutti». Oggi, nell’aula di Napoli, quelle categoriche affermazioni strideranno con la realtà dei fatti, perché le «altre squadre» chiamavano eccome i designatori e le intercettazioni, emerse dal vaso di Pandora delle 171.000 telefonate regi*strate, ma non tutte trascritte dagli inquirenti, riguarda*no anche Inter, Milan, Roma, Bologna, Palermo, Reggi*na, Cagliari e Udinese. Queste, sommate a Juventus, La*zio e Fiorentina di cui già si sapeva, portano a undici il to*tale dei club in contatto con i designatori arbitrali di allo*ra (la stagione è la 2004-05), come dire che più della metà di tutto il campionato di serie Atelefonava a Bergamo e Pairetto. La maggioranza assoluta, roba da far passare una legge in Parlamento o eleggere il Presidente della Re*pubblica al quarto tentativo. Piaccia o non piaccia.
9.58 - Moggi non si vede e l'udienza sta iniziando senza di lui. L'aula però è stracolma. C'è una folta rappresentanza di tifosi bianconeri. Troppi per il giudice Teresa Casoria , che sta cercando di farli uscire.
10.08 - Il Presidente Teresa Casoria ha fatto sgomberare l'aula e successivamente ha fatto rientrare avvocati e giornalisti. Quindi si è proceduto con l'appello.
10.10 - E' arrivato Luciano Moggi. L'ex dg bianconero è entrato in aula. Frattanto il suo avvocato ha già chiesto al giudice l'acquisizione delle trascrizioni.
10.20 - "Parlavo con tutti, non solo con la Juve, e l'avevo già detto 4 anni fa: ora sono soddisfatto che stia venendo a galla tutto, dicevo la verità. I miei rapporti con gli arbitri erano corretti, come ha detto anche Auricchio": così Paolo Bergamo prima dell'ingresso all'Udienza.
LIVE CALCIOPOLI - Tutto rimandato alla prossima udienza
10.30 - Casoria accetta la richiesta di Prioreschi, avvocato di Moggi, per la riproduzione delle altre telefonate, ma tutto viene rimandato alla prossima udienza, vista che sia Narducci che l’avvocato di Pairetto chiedono tempo
10.45 - La prossima udienza, ricordiamo, è prevista per martedì prossimo, 20 aprile.
gabriele
13.04.2010, 10:55
E' iniziato l'interrogatorio del teste Auricchio da parte del difensore di Mazzini
Auricchio dichiara di non sapere se a Mazzini siano mai state fornite schede telefoniche. D. Mazzini: Secondo la vostra attività investigativa che ruolo ha avuto Carraro nell'operazione di salvataggio della Lazio?
Auricchio: Ha avuto un ruolo marginale in questa operazione, non risolutivo, la vicenda ha visto come protagonisti Lotito, Mazzini
D. Mazzini: Come mai nelle conclusioni parlate di Carraro per questa vicenda?
Auricchio: Si riferisce ad una prima ricostruzione di aprile, poi ci sono stati ulteriori passi investigativi...
D. Mazzini: Nelle vostre informative date rilievo ad una cena del 21 maggio 2005 a Livorno?
Auricchio: Si, si
D. Mazzini: Su questa cena ci sono attività di captazione precedenti alla cena per esempio quella tra Fazi e Bergamo del 20 maggio 2005. Nelle informative evidenziate che in questo colloquio c'è una perplessità nel rendere partecipe Mazzini all'incontro. Che valutazioni fate?
Auricchio: La perplessità è stata evidenziata da Giraudo e non dagli altri.
D. Mazzini: Forse è il caso che rilegga la telefonata, mi sembra che questa perplessità viene evidenziata in più punti.
Auricchio: Sì ma già nel corso della chiamata viene superata
D. Mazzini: Quale era il contenuto di questo incontro?
Auricchio: Crediamo che sia stato importante per alcuni fatti che di lì a poco si sarebbero verificati, Bergamo poi chiede garanzie nella sua riconferma come designatore. La perplessità di cui parla riguarda il fatto di avere solo gli uomini e non le consorti.
D. Mazzini: Essendo un incontro con una specifica finalità la riconferma di Bergamo, volevo capire se non le sembrava strano che la presenza del vicepresidente della F.I.G.C. suscitasse tale perplessità?
Auricchio: Io tutte queste perplessità non le rilevo in quel momento, il Mazzini è una new entry in questo tipo di conviviali.
D. Mazzini: Nel rapporto tra Mazzini e la Fiorentina è lui a sollecitare Della Valle o il contrario?
Auricchio: Mazzini anche per la corregionalità è lui che si propone inizialmente come ruolo di catalizzatore e poi fa da attore protagonista
D. Mazzini: Volevo comprendere la genesi del contatto iniziale
Auricchio: E' un contatto con Mencucci, è da li che parte
D. Mazzini: Ma risponde ad una sollecitazione?
Auricchio: Non c'è proprio una richiesta da parte del Mencucci che è frustrato per l'andamento della Fiorentina e si sfoga con Mazzini che si propone.
messaggio aggiunto automaticamente su quello inviato 8 minuti fa:
11.02 GIUDICE CASORIA A PM NARDUCCI: «TELEFONATE RILEVANTI»
Il giudice Teresa Casoria si rivolge al pm Narducci: «Le telefonate mi sembrano rilevanti»
messaggio aggiunto automaticamente su quello inviato 41 minuti fa:
CONTROESAME AVV. TROFINO, difesa Moggi.
Avv. Trofino: Aveva rapporti di amicizia con Baldini?
Auricchio: Ho inziato ad avere rapporti nell'estare 2003, per lo scandalo fidejussioni
Avv. Trofino: Poi?
Auricchio: Tra il 2003 e il 2005 non ho avuto rapporti
Avv. Trofino: E' mai stato a Trigoria?
Auricchio: No, mai stato
Avv. Trofino: ....sente anche Baldini?
è coevo all'aprile del 20057
Avv. Trofino: Baldini si presentò o lo convocò?
Auricchio: Lo convocai
Avv. Trofino: E perchè?
Auricchio: Stavano emergendo fatti sulla procura di Blasi, che era di Antonelli. Vi era una sottrazione in favore della Gea del giocatore
Avv. Trofino: Ricorda quanto è durato l'interrogatorio di Baldini?
Auricchio: A mente no.. 11.30 - 17.50
Avv. Trofino: quindi 6 ore e mezza. Chi era presente?
Auricchio: Solo io. Non era un'anomalia, perchè sono solito scrivere io al pc
Avv. Trofino: Non ci furono interruzioni?
Auricchio: Solitamente le preciso
Avv. Trofino: Mi può indicare la durata degli altri interrogatori svolti dal suo gruppo?
Auricchio: Controllo... Paparesta 10 ore... ma non ero da solo
Avv. Trofino: Senta, avete letto a Paparesta le sue telefonate?
Auricchio: Sì
Avv. Trofino: Di quanti fogli consta le sommarie informazioni di Paparesta dopo 10 ore di interrogatorio?
Auricchio: 6
Avv. Trofino: Nello stesso giorno Lei sente anche Copelli, quanto è durato?
Auricchio: Non sono io a sentirlo, è il mio nucleo
Avv. Trofino: Lo so, siccome non era sant'Antonio, non poteva essere lei
Auricchio: Copelli inzia alle 17, fino alle 22.30, partecipo solo successivamente, 5 pagine
Avv. Trofino: 5 ore, 5 pagine... prenda ora Galati, ci conferma che è stato sentito 4 volte per circa 5 ore per volte, per una ventina di ore?
Auricchio: Galati è satto sentito nel 2007. Non c'ero io, non ho i verbali
Avv. Trofino: chiedo di esibirli al tribunale perchè si possa rilevare che questi interrogatgori sono durati circa 24 ore
Pm: mi oppongo, non so che inmportanza può avere
Auricchio: posso controllare ma non credo di essere io il verbalizzante.
Avv. Trofino: Manfred Martino quanto tempo è rimasto?
Auricchio: In 2 volte: la prima volta dalle 19 all'una di notte, 5 pagine
Avv. Trofino: Alla fine di quel verbale Manfredi esprime una sua preoccupazione. In quel momento tradiva una preoccupazione per essere indagato?
Auricchio: Ricordo di avere avuto avanti molte persone che non venivano con un certo piacere, non posso ricordare esattamnete la condizione di Manfredi
Avv. Trofino: Forse Baldini...
Auricchio: No anche lui era preoccupato
Avv. Trofino: In altre occasioni ha letto, o fatto ascoltare, deposizioni di altre persone?
Auricchio: Ho avuto centinaia di persone, non posso ricordarlo
Avv. Trofino: A me interessa sapere se le persone interrogate erano genuine o traevano le proprie idee da altre fonti
Auricchio: Abbiamo sempre scritto nei verbali di queste attività, delle telefonate che abbiamo fatto ascoltare
Avv. Trofino: Sulla riunione del 21 maggio, nella sua informativa, dice che la riunione avviene in un momento topico in cui Juve e Milan erano appaiate, e ci fa capire che era una riunione in relazione al campionato. Poi si accorge che era un errore, perchè la partita veniva dopo la conquista del titolo da parte della Juve. Lei non aveva valutato che il Milan aveva giocato il venerdì
Auricchio: Questo lo dice Lei
Avv. Trofino: No nell'informativa lo dice Lei
Auricchio: Non mi pare di avere esaltato quell'incontro
Avv. Trofino: Ma sì colonnello, anche due minuti fa Lei sosteneva che quella riunione... ci ha fatto intendere che chissà quali tramestii sarebbero avvenuti in quell'incontro. La Juve in quel momento era già canpione d'italia?
Auricchio: Sì.
gabriele
13.04.2010, 11:23
Avv. Trofino: E la riunione a casa Bergamo poteva mai essere finalizzata ad avere vantaggi?
Auricchio: Ma nessuno lo ha mai sostenuto
Avv. Trofino: Ah no?
Auricchio: No, abbiamo dato rilievo a quella riunione per la presenza di Mazzini, non era tanto riuniamoci per far vincere la Juve
Presidente Casoria: Non era tanto? Quindi c'è scritto nell'informativa?
Auricchio: No, non l'abbiamo mai scritto
Avv. Trofino: Quindi, quella cena era stata fatta per parlare con Mazzini?
Auricchio: E' stata fatta per parlare anche di problemi a cui Mazzini doveva presenziare
Avv. Trofino: E' il suo pensiero?
Auricchio: Lei questo mi ha chiesto
Avv. Trofino: Queste riunioni sono solo con dirigenti Juve o sono prassi delle squadre che giocavano a Livorno?
Auricchio: Abbiamo rilevato che qeusto incontro avesse consistenze investigative
Presidente Casoria: La domanda era un'altra
Auricchio: non mi risulta che c'erano altri incontri a casa Bergamo
Avv. Trofino: L'allora presidente dell'Inter è andato?
Auricchio: Dalle intercettazioni non mi risulta che Moratti sia stato a casa di Bergamo. Se il presidente dell'inter è Facchetti la risposta è sì, se invece è Moratti non ho elementi
Avv. Trofino: Abbiamo capito è sì. Sa che è successo dopo quella riunione? Sa se Bergamo diede le dimissioni?
Auricchio: Sì
Avv. Trofino: Quindi potevano anche aver parlato di questo?
Auricchio: potevano aver parlato di tutto, non certo prendiamoci un the!
Avv. Trofino: Se parlavano delle dimisisoni di Bergamo, anche quest'altra sua intuizione era errata
Auricchio: Non era un'intuizione...
Avv. Trofino: Questo processo è pieno di pensieri... Lei non ci ha saputo dire il nome dell'ufficiale al quale si è rivolto pe conoscere l'anagrafica delle sim
Auricchio: E' un ufficio, non un amico personale
Avv. Trofino: Quindi ha scritto a quell'ufficio...
Auricchio: Il colonnello non si è dimenticato di scrivere il dato anagrafico, mi sono prima accertato se fosse acquisibile senza autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Non era questo il caso, quindi mi è stato fornito, è un dato di polizia
Avv. Trofino: Quando ha ricevuto questo dato. Non ha ritenuto di fare una relazione di servizio?
Auricchio: L'ho citato nell'informativa
Avv. Trofino: Chi le ha dato materialmete questa notizia delle sim?
Auricchio: De Cillis, si presentò e ci disse di aver venduto delle sim con quei numeri a tizio, caio, ha indicato i seriali delle schede
Avv. Trofino: E, quindi, chi le ha acquisite?
Auricchio: Non c'è stata acquisizione, abbiamo avuto solo i numeri delle schede
Avv. Trofino: Il marescaillo Nardone lavora con lei?
Auricchio: Sì, è lui che è stato inviato a svolgere queste attività
Avv. Trofino: Lui ha dichiarato che da Como si è recato al negozio di De Cillis..
Auricchio: Questo fatto non mi risulta, insisto con il dire che non ci sono stati sequestri di schede
Avv. Trofino: Nardone ci ha detto di aver faxato le schede
Auricchio: Non lo ricordo
Avv. Trofino: Cerco il verbale, interrogatorio dell'avvocato Prioreschi a Nardone:
Domanda:Siete andati in svizzera?
Risposta: Sì
Domanda: Ad acquisire la documentazione delle schede svizzere?
Risposta: Sì
Domanda: Quindi le prime nove?
Risposta: Sì, l'abbiamo prese noi nel negozio di De Cillis in Svizzera
Nota: L'avvocato Trofino legge l'interrogatorio del maresciallo Nardone dal quale risulta che egli si è recato in svizzera a prendere le prime nove sim, con la macchina dello stesso De Cillis
Avv. Trofino: Vede il suo marescaillo si è recato in Svizzera e, contro ogni norma sulle rogatorie, ha preso la documentazione delle sim
Auricchio: Il dato è meramente cartaceo, sarà anche andato al negozio, ma non abbiamo acquisito le sim di un gestore svizzero, non ci sono verbali di sequestro di alcunchè, sono stati acquisiti i seriali senza violare regole del diritto internazionale.
Avv. Trofino: Quindi non esclude che i suoi siano andati in Svizzera?
Auricchio: Non lo posso escludere, bisogna chiedere a Nardone, la zona dove è il negozio non risentra nelle regola del diritto internazionale
Avv. Trofino: Ma ci è andato, o no?
Auricchio: Non lo so, ma anche se fosse andato il De Cillis ha fornito dati relativi alla sua memoria. Per quanto mi riguarda ho già risposto...
Avv. Trofino: Tra le telefonate che ha ascoltato, conferma che ci sono telefonate che riguardano il mercato dei calciatori?
Auricchio: Una parte del nostro componimento è stato rivolto alla compravendita dei giocatori
Avv. Trofino: Attenzione, quella è Gea, riguarda altre procure, io parlo di calciomercato. Ce ne sono, o no?
Auricchio: Non saprei se ci sono delle conversazioni che riguardano la compravendita di calciatori
Avv. Trofino: Lei è stato presente all'interrogatorio di Moggi. Moggi dichiarò che è vero che usava delle schede non riconducibili, ma le usava per il mercato perchè aveva paura di essere intercetatto?
Auricchio: Io non me lo ricordo
Avv. Trofino: Nel successivo interrogatorio, le è venuto in mente di fare delle indagini, che so, a procuratori, dirigenti, per chiedere se nel corso delle trattative usavano utenza diverse?
Auricchio: Quelle sono schede straniere intestate a Moggi
Avv. Trofino: Non mi sonio spiegato. Dico: sapendo il dato che Moggi usava delle schede particolari per svolgere il calciomercato, non ha ritenuto di interrogare i personaggi interessati al mercato per sapere da loro su quali utenze comunicava Moggi?
Auricchio: Come no, emergeva una scheda, e se vede le date di De Cillis...
Avv. Trofino: Colonnello sulle schede svizzere non ci sono interecttazioni, ci sono pensieri...
Il Presidente Casoria ripete la domanda di Trofino...
Auricchio: Ma non era questo l'argomenrto delle nostre indagini, il calciomercato.... l'oggetto sarebbe stato avulso dalle nostre indagini
Presidente Casoria: Andiamo vanti, ho capito
L'avvocato Trofino chiede di ascoltare una telefonata tra Facchetti e Bergamo, ma il pm si oppone
Presidente Casoria: Sentiamola, ma di che data era?
Avv. Trofino: Del 26.11.2004
12.51 UDIENZA RIPRENDE CON DOMANDE DI TROFINO
Riprende il controesame con le domande di uno dei difensori di Moggi, Trofino, in relazione ai rapporti tra l'ex dirigente bianconero e gli arbitri.
13.15 FINITO CONTROESAME TROFINO
E' terminato in questo momento il controesame del difensore di Moggi, Trofino
13.23 PENTA: MOGGI NON ERA IL PRIMO A SAPERE I NOMI DEGLI ASSISTENTI
Il consulente Nicola Penta ricostruisce un'altra circostanza di quelle divenute classiche del processo di Calciopoli del 2006: Moggi, secondo l'accusa, sapeva prima degli altri i nomi degli assistenti che, allora, venivano designati e non sorteggiati. «In realtà - dice Penta - abbiamo prodotto e incrociato con documenti già esistenti intercettazioni ed sms nei quali si evince chiaramente e spesso che Moggi arrivava addirittura terzo. C'è una volta in cui l'allora presidente dell'Inter (non ne pronuncia il nome, ndr.) chiama il videdesignatore Mazzei il giovedì alle 17.50 e ottiene i nomi che saranno resi pubblici il giorno dopo. Poi Meani incassa due sms dal segretario della Can Martino intorno alle 11.15 del venerdì. E Moggi, ormai terzo, si becca un capo di imputazione penale e sportiva perchè ottiene i nomi alle 11.53 del venerdì».
13.26 TROFINO IRONICO: «PER MILAN-JUVE ASSOCIAZIONE A DELINQUERE SGANGHERATA»
Adesso in aula sta parlando l'avvocato Edda Gandossi che è l'avvocato di Meani. Da segnalare le ultime battute dell'audizione di Auricchio, ancora sotto audizione, con l'avvocato Trofino che ha lasciato per ultima la parte riguardante la griglia sulla «madre di tutte le partite», quel Milan-Juve arbitrata da Collina che decise lo scudetto vinto dalla Juve. Auricchio risponde: «La griglia erano Collina, Paparesta e Trefoloni». Trofino allora chiede: «Mi conferma che nessuno di questi era un amico della Juve?». Auricchio risponde: «Di sicuro Collina ma anche Trefoloni e Paparesta .... anche se poi Paparesta aveva chiamato andando a Canossa da Moggi dopo la partita di Reggio però non posso dire che sia amico della Juve. Trefoloni era figlioccio di Bergamo anche se sulla Juve non era venuto fuori nulla». A questo punto Trofino incalza: «Come associazione a delinquere mi sembra davvero sgangherata, più che altro perchè fa mettere nel sorteggio decisivo nemmeno un arbitro di quelli considerati 'amici della Juve'».
Chiusura su De Santis che è anche lui considerato partecipante della cupola. Trofino chiede a Auricchio: «De Santis quell'anno affossa la Juve in almeno tre partite e lei lo sa. E me lo considera un associato? Mi dica da quali telefonate desume il fatto che poi lei lo consideri 'sdoganato' dal sistema Moggi». Auricchio risponde: «Le partite sono due e non tre. Le telefonate su De Santis?... Ehm...». A quel punto il computer del tenente colonnello Auricchio si blocca e Trofino afferma: «Il mio controesame può finire così».
14.30 FACCHETTI A BERGAMO: «ABBIAMO UN PROBLEMINO CON BERTINI...» (http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/calciopoli/2010/04/13-63884/Facchetti+a+Bergamo%3A+%C2%ABC%27%C3%A8+un+problem ino+con+Bertini...%C2%BB)
Ecco l'altra parte dell'intercettazione: oltre alla richiesta di inserire Collina l'allora Presidente dell'Inter fa presente all'ex designatore che con Bertini «Ha qualche problemino», ottenendo non solo rassicurazione, ma anche la promessa che ci parlerà lui e che forse sarebbe anche meglio se fosse estratto per la partita...
gabriele
13.04.2010, 13:48
Non viene ammesso l'ascolto della telefonata ma la lettura della trascrizione.
L'avvocato Trofino legge il testo della telefonata tra Facchetti e Mazzei, dove Facchetti chiede l'arbitro numero 1 (Collina n.d.r.)
Avv. Trofino: Mi dice quale era il criterio con il quale venivano individuati gli arbitri della prima fascia?
Auricchio: Gli internazionali
Avv. Trofino: Le ho chiesto: ha capito quali erano i criteri per formare le griglie? Conferma che comporre una griglia era una sorta di rompicapo?
Auricchio: Sì
Avv. Trofino: E allora, per tornare alla telefonata Moggi-Bergamo quando Moggi dice "tu chi ci metteresti, vediamo se hai studiato"
Auricchio: Mi serve il progressivo..
Avv. Trofino: Ma come, è la telefonata principe, non se la ricorda a memoria?
L'avvocato Trofino legge il progressivo, poi legge la telefonata in cui Moggi parla con Bergamo e si confronta sulla formazione delle griglie
Auricchio: Sì l'ho trovata, ma la telefonata non inizia così, non può fare una sintesti...
Giudice Casoria: La domanda avvocato
Avv. Trofino: Perchè queste sono state trascritte e depositate e quella di Facchetti no? Perchè?
Auricchio: Lo abbiamo anche ricordato, per avere il dato di riferimento della presenza di Lanese alla cena
Avv. Trofino: Ha ascoltato Manfredi Martino per molto tempo. Alla fine, egli le rilascia una dichiarazione nella quale dice che esclude che prima delle 12.30 fossero comunicati anche gli assistenti. Escludo matematicvamente che fossero noti. Nella vostra informativa dite cha Manfredi Martino invia a Meani 2 sms, alle 11.23, con cui comunica la designazione di Trefoloni come arbitro. Alle 11.51 un altro sms con cui comunica la designazione di Copelli e Ambrosino come assistenti. Se Lei ha queste due dichiarzaioni contrastanti perchè ha ritenuto di procedere nei riguardi di Moggi quando fa capire alla sua asistente di conoscere gli arbitri?
Auricchio: Abbiamo tratto le conclusioni, e le dico che le dichiaraziioni di Martino non sono state rese davanti a noi. Lo abbiamo inviato a parlare con il pm. Le prime due sono avvenute davanti alla polizia giudiziaria, le altre davanti al pm.
Avv. Trofino: Quindi, perchè non trae adesso le concousioni?
Auricchio: Proprio in quest'aula mi è stato chiesto delle griglie e delle designazioni, e abbiamo sempre risposto. La difesa di Mazzei ha portato un documento con le correzioni fatte da Bergamo. Nessuno ha sostenuto che le facesse Mazzei, nessuno ha sostenuto che non venissero veicolate abusivamente
Avv. Trofino: Ma sta andando fuori strada
Giudice Casoria: Perché avete proceduto con Moggi?
Auricchio: Perchè sono due cose differenti, gli assistenti non venivano sorteggiati ma designati
Avv. Trofino: Oltre a Manfredi, ai sorteggi erano presenti i giornalisti?
Auricchio: Sì
Avv. Trofino: Lei esclude che un giornalista possa aver chiamato qualcuno all'esterno per informare?
Auricchio: Poteva succedere, certo, l'ho detto
Avv. Trofino: E allora perchè ne fate un elemento di colpevolezza solo per Moggi?
Sospensione di 15 minuti per consentire all'avvocato Trofino di calmarsi.
Ore 13.05 - Riprende l'udienza
Avv. Trofino: Sorteggi pilotati con arbitri compiacenti, lei ha detto che nessuna indagine è stata fatta sul punto. Abbiamo anche detto che il sistema serviva all'associazione. Parliamo di Milan-Juventus: ha fatto indagini per sapere la griglia della partita?
Auricchio: Sì, la griglia era Collina, Trefoloni e Paparesta
Avv. Trofino: Quindi non erano arbitri favorevoli alla Juve?
Auricchio: Per Collina sì, ma per gli altri due non lo dico con la stessa serenità.
Avv. Trofino: In questo sorteggio, non c'era nessuno degli arbitri sotto processo?
Auricchio: No
Avv. Trofino: Allora le pare logico che il sorteggio fosse pilotato...
Opposizione del PM
Avv. Trofino: Quando le difese le hanno posto domande su alcune intercettazioni (Tosatti-Moggi, ad esempio) ha detto che De Santis era uno che si era sdoganato. Questa considerazione da dove la ricava?
Auricchio: E' una valutazione, e la ricavo dal complesso dell'attività investigativa
Avv. Trofino: Ma un fatto specifico?
Auricchio: Quello che Lei banalizza come 'inchiesta napoletana', è vero sono stati assolti, ma al momento...
Avv. Trofino: Ma qual è l'elemento investigativo? Da dove desume?
Auricchio: Innanzitutto le partite sono due, non tre
Avv. Trofino: Se vogliamo contestare anche i numeri... voglio sapere: in base a quale fatto?
Auricchio: Lo esterna lo stesso De Santis
Avv. Trofino: E dove?
Auricchio: Lo devo elencare?
Avv. Trofino: Certo, perchè io non le ho trovate. Lei, ovviamente, non ricorda alcun atto effettuato da Lei o dai suoi uomini..
Presidente Casoria: Solo intercettazioni, avvocato, hanno fatto solo intercettazioni..
Auricchio cerca gli atti ma non gli si accende il pc!
Il notebbok di Auricchio, non ne vuole più sapere, non si riaccende. L'interrogatorio dell'avvocato Trofino termina così, ed inizia il controesame dell'avvocato di Leonardo Meani.
CONTROEASAME DIFESA MEANI.
L'avvocato si concentra molto sul ruolo di Meani, su quali fossero le sue competenze.
Anche su questo punto Auricchio appare assolutamente impreparato, la sua testimonianza è piena di "Non so, non ricordo".
Auricchio dice che il 90% delle telefonate intercettate di Meani riguardano fatti personali.
Si passa, quindi, a parlare di Milan-Chievo, guardalinee Puglisi e Babini
Auricchio: I guardalinee annullano due gol in fuorigioco, uno per squadra ma, soprattutto, annullano un gol del Chievo, non mi chieda dati tecnici
Difesa Meani: Da dove ha rilevato questi dati? Dai tabellini?
Auricchio: Sì, lo abbiamo riportato nell'informativa.
Difesa Gemignani: Quante volte è stato presente Gemignani nelle griglie arbitrali della Juve?
Auricchio: Ha fatto l'assistente in 2 gare
Difesa Gemignani: Grazie
Difesa Bertini: Il colonnello ci promise, il 16 marzo, di risponderci su quante erano le telefonate interecattate in questo processo
Auricchio: Oltre 170mila
Difesa Bertini: E se ci poteva fare l'elenco dei telefoni intercettati, lo aveva già fatto, volevo sapere se c'erano integrazioni
Auricchio: No, quello è l'elenco.
Esame del Pm: Ci sono intercettazioni riguardanti Gemignani?
Auricchio: Sì
Pm: Viene intercettato proprio lui?
Auricchio: No, si parla di lui
Pm: E dattilo?
Auricchio: Sì, ci sono
Pm: E ambrosino?
Auricchio: Sì
Pm: Fabiani?
Auricchio: Sì
14.38 UDIENZA FINITA, VERSO L'ACQUISIZIONE
Il presidente Casoria ha chiuso l'udienza ricordando che la prossima, martedi 20, produrrà un'ordinanza ad hoc che fa capire che verranno accettate le 75 telefonate e i tabulati di oltre tremila contatti che i legali di Moggi hanno sbobinato tra le 171mila di Calciopoli e che riguardano dirigenti di società sportive anche non entrate nel procedimento nel 2006. L'orientamento è di acquisirle come prova. I Pm non si opporranno.
14.52 MOGGI ESCE DAL TRIBUNALE, APPLAUSI DAI TIFOSI
Sta uscendo ora Moggi dal tribunale. I tifosi della Juve presenti a Napoli gli hanno tributato cori e applausi.
amorejuve
13.04.2010, 15:01
Cari amici siamo qui seduti in riva al fiume da 4 anni ora finalmente cominciano a passare i primi cadaveri!
AlexnelCuore
13.04.2010, 15:02
e speriamo che ne sia valsa la pena di stare seduti sulla riva del fiume
gabriele
13.04.2010, 15:15
L'esame del pm Capuano si è concluso con una domanda sulle sim relativamente agli affari di calciomercato ed Auricchio ha risposto che non ha riscontrato telefonate con uomini di mercato.
Ultime scaramucce degli avvocati di Bertini e Racalbuto che chiedono quali siano le schede attribuite ai due arbitri ed Auricchio si rifà alla testimonianza di Di Laroni.
Viene domandato ad Auricchio se al De Cillis era stato chiesto se aveva venduto altre schede anche a soggetti non facenti parte del mondo del calcio.
Auricchio: Al momento in cui De Cillisa ha fornito il primo numero di schede, 9, non sapevamo nemmeno a chi fossero intestate, e quelle sono rimaste.
Viene poi fatta domanda sulla deposizione di De Cillis, che aveva affermato di aver fornito anche delle schede a Branca
Auricchio: Se ci sono schede intestate a Branca sono certamente state compendiate
Avv. Morescanti: Oltre agli accertamenti tecnici di cui ha parlato il suo collega Di Laroni, sulle sim svizzere ha fatto altri accertamenti?
Auricchio: No
Avv. Prioreschi: Lei quando ha lasciato il reparto operativo?
Auricchio: Novembre 2006
Avv. Prioreschi: Le informative sulle sim sono di marzo, giugno e dicembre 2007. Lei le ha lette?
Auricchio: Ho fatto riferimento non agli esiti..,
Avv. Prioreschi: Voglio sapere se le ha lette
Auricchio: Sì, le ho lette
Avv. Prioreschi: Quando?
Auricchio: Non ricordo, le ho lette più volte anche tempo fa
Avv. Prioreschi: Quindi quel dato sui contatti di Moggi con... è stato formulato in via ipotetica. Questione Antonelli: Lei ha detto di aver parlato con lui solo della questione Gea-Antitrust. Per quello che risulta a me l'Antitriust ha aperto l'indagine il 31 marzo 2005; mi nsembra un pò difficile che prima del 1 febbrdaio 2005 possa aver parlato di una indagine ancora non iniziata, vuole chiarire?
Auricchio: Quella notizia è l'apertura formale delle indagini sulla scorta di una attività istruttoria
Avv. Prioreschi: Questo lo dice Lei
Auricchio: No, l'Antitrust apre l'inchiesta solo dopo le indagini
Avv. Prioreschi: Lei sa che Antonelli ha detto una cosa diversa? Che Lei avrebbe detto che stava svolgendo indagini sul calcio?
Auricchio: Vabbè ma con Antonelli non potevo parlare di pallavolo
Avv. Prioreschi: Ma scusi lei in quel momento quali indagini stava svolgendo sul calcio?
Auricchio: Queste
Avv. Prioreschi: E allora?
Auricchio: Ma è Antonelli a dire che aveva parlato con me
Avv. Prioreschi: Baldini. A Roma ha negato di avere rapporti di amicizia con lei, poi quando verrà glielo chiederemo. Anche in questo caso Lei non ha parlato di questa indagine?
Auricchio: Non di questa indagine
Avv. Prioreschi: Lei conosce la giornalista di “Milano Finanza”?
Auricchio: Sì
Avv. Prioreschi: Come la conosce?
Auricchio: Me l'ha presentata Baldini, ma non è una novità...
Avv. Prioreschi: In quali circostanza e perché?
Auricchio: Per una iniziativa di acquisizione della Roma Calcio da parte della Augusta
Avv. Prioreschi: L'ha incontrata insieme a Baldini?
Auricchio: Mi è stata presentata da lui
Avv. Prioreschi: L'ha incontrata con lui?
Auricchio: Sì
Avv. Prioreschi: L'ha incontrata perché le interessavano i profili economici di questa storia?
Auricchio: No, le attività per cui ho sentito la signora erano di tipo economico-finanziario relative all'indagine che stavo svolgendo. Mi ha fornito un documento di Capitalia relativo alla Roma Calcio. Sono già stato ascoltato sul punto, non ho niente da nascondere.
Avv. Prioreschi: In che data?
Auricchio: Non lo ricordo.
PM: Opposizione non è argomento di indagine
Auricchio: La colloco tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005
Avv. Prioreschi: Vorrei capire, dove è avvenuto l'incontro?
Auricchio: In Via del Corso
Presidente Casoria: Avvocato non insista, è marginale
Avv. Prioreschi: No, non è marginale, Giudice, perché è importante capire il ruolo che hanno avuto i grandi suggeritori in questo processo. La prima informativa su Capitalia è dell'ottobre 2004. Dove ha incontrato Baldini le altre volte?
Auricchio: In galleria, poi in un bar di Viale Mazzini.
PM: C'è opposizione, queste domande sono state già fatte al teste.
Presidente Casoria: Abbiamo capito che c'era una certa amicizia tra i due, e che prendeva informazioni.
Il pm prende la parola dicendo che non si opporrà alla richiesta di inserimento delle nuove telefonate "ritrovate" proposta dalla difesa Moggi. Anzi, secondo Narducci, alcune di queste, quelle di Foti per esempio, sono già agli atti. Viene indicata una serie numerosa di telefonate e la procura non si oppone, nemmeno su quella di Cipollini, presidente del Bologna, che riceve una telefonata di Bergamo che chiede il numero di Mazzone perchè c'è un giornalista che vuole intervistarlo. L'allora presidente del Bologna richiama Bergamo per fornire il numero di Mazzone.
La parte civile, invece, si oppone in quanto "La difesa Moggi vuole evidenziare che vi erano rapporti di tutti con i designatori e perchè vogliono far rilevare che i presunti illeciti sarebbero stati commessi anche da altri. Questo esula dai fatti del processo".
Trofino replica: Il pensiero della difesa di Moggi lo interpreta la difesa di Moggi.
La difesa Meani fa opposizione perché, delle nuove intercettazioni, non vengano trascritte quelle che rigurdano Meani, in quanto Meani non doveva neanche essere intercettato.
AURICCHIO HA TERMINATO IL SUO CONTROINTERROGATORIO.
Alla prossima udienza, il 2 aprile, ci saranno ancora testi dell'accusa, tra i quali Carlo Ancelotti.
Segue una dichiarazione spontanea di Paolo Bergamo.
L'udienza è chiusa.
ESCLUSIVA JU29RO.COM: Altro che Moggi. Facchetti chiede, anche a Bergamo, di avere Collina. Guarda il video:
http://www.youtube.com/watch?v=ovAyyt9FKlg
AlexnelCuore
13.04.2010, 16:31
Calciopoli, a Moggi il primo round
Auricchio: "Facchetti vide Bergamo"
Fonte: Sporc mediaset
Si è conclusa alla 14.50 l'udienza di Napoli del processo Calciopoli. In quella che era considerata una tappa fondamentale, i legali di Luciano Moggi hanno chiesto l'acquisizione, da parte del giudice, di 75 telefonate fin qui non agli atti. Il momento clou è stata l'audizione del tenente colonnello Auricchio che ha confermato un incontro tra Facchetti e Bergamo a casa di quest'ultimo. Il processo è stato aggiornato al 20 aprile.
BERGAMO: "A CENA NESSUN IMBROGLIO"
"Mi sembra di essere diventato quello che faceva le cene". Queste le parole dell'ex designatore Paolo Bergamo al termine dell'udienza di Napoli. "Io ero al mio sesto e ultimo anno di lavoro e avevo deciso, con mia moglie, che quando Milan, Inter e Juventus sarebbero venute a Livorno per giocare, li avremmo invitati a cena per vedere dei vecchi amici come Galliani e Moggi - spiega -. Così ho fatto con l'Inter e con Facchetti, così ho fatto col Milan di Galliani che però ha rifiutato l'invito e la stessa cosa ho fatto a fine campionato con la Juventus, invitando in quell'occasione anche Mazzini".
Bergamo ribadisce che era lui a organizzare le cene, "che a tavola non si facevano imbrogli ma ci si gustava solo la cena. In più vorrei ricordare che i regolamenti non lo impedivano ed ero controllato costantemente visto che il telefono da me utilizzato era intestato alla Figc". All'uscita dal tribunale una ventina di tifosi juventini ha accolto Luciano Moggi al coro di "Un direttore, c'è solo un direttore".
ore 14.50 UDIENZA CHIUSA, AGGIORNATA AL 20 APRILE
E' terminata l'udienza a Napoli del processo Calciopoli. La prossima è stata fissata per il prossimo 20 aprile
ore 14.47 PROCURA NON SI OPPONE AD ACQUISIZIONE
Tra le telefonate trascritte dalla difesa di Moggi che ne ha chiesto l'acquisizione al Tribunale di Napoli vi è anche una telefonata di condoglianze all'ex presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti, per la morte della sorella, nonché una telefonata che Bergamo fa a un dirigente del Bologna per ottenere un numero di telefono dell'allenatore Mazzone richiestogli da un giornalista. E' quanto ha sottolineato il pubblico ministero Giuseppe Narducci in chiusura della udienza del processo di Calciopoli. Il pm ha comunque precisato che la Procura non si oppone all'acquisizione "in modo che possono essere vivaddio trascritte fedelmente e potremo cosi' ragionare su dati veritieri".
ore 14.45 L'ACCUSA CHIEDE LA CONVOCAZIONE DI ANCELOTTI
L'accusa ha chiesto al giudice di convocare Carlo Ancelotti per deporre al processo. Il tecnico del Chelsea dovrà dunque comparire nella prossima udienza
ore 14.30 FACCHETTI A BERGAMO: "HO PROBLEMI CON BERTINI"Sempre nell'intercettazione antecedente a Milan-Juve, Facchetti disse a Bergamo di avere "qualche problemino con Bertini". Bergamo promise all'ex interista che avrebbe parlato lui con l'arbitro e lo rassicuròper il sorteggio della gara contro i bianconeri
ore 14.20 MORATTI: "L'UDIENZA? NON HO AVUTO TEMPO"
Sull'udienza in corso a Napoli, Massimo Moratti è lapidario: "Ho avuto altro da fare, non ho avuto tempo"
ore 13.59 LE SIM SVIZZERE DI MOGGICapuano concentra l'accusa e chiede ad Auricchio: "Quanti contatti ci sono stati tra Moggi e i designatori su sim svizzere?". La risposta: "104 in entrata e 74 in uscita con Bergamo, 72 in entrata e 128 uscita con Pairetto".
ore 13.35 "ASSOCIAZIONE A DELINQUERE SGANGHERATA"
Nell'ultima parte del controesame, l'avvocato Trofino incalza Auricchio su Milan-Juve, gara che poi decise lo scudetto dei bianconeri.
Auricchio: "In griglia c'erano Collina, Trefoloni e Paparesta" (alla fine arbitrò Collina, ndr)
Trofino: "Mi conferma che nessuno di questi era amico della Juve"
Auricchio: "Di sicuro Collina, ma anche Trefoloni e Paparesta..."
Trofino: "Come associazione a delinquere mi sembra davvero sgangherata, più che altro perché no fa mettere nel sorteggio decisivo nemmeno un arbitro di quelli considerati amici della Juve".
Trofino parte poi con le domande sull'arbitro De Santis.
Trofino: "De Santis quell'anno affossa la Juve in almeno tre partite e lei lo sa. E me lo considera un associato? Mi dica da quali telefonate desume il fatto che poi lei lo consideri sdoganato dal sistema Moggi"
Auricchio: "Le partite sono due e non tre. Le telefonate su De Santis?... Ehm..."
Trofino: "Il mio controesame può finire qui"
ore 13.30 PENTA: "MOGGI NON ERA IL PRIMO A ESSERE INFORMATO"
Nicola Penta, il consulente informatico della difesa di Luciano Moggi, butta sul tavolo due temi: le informazioni in anticipo sulle designazioni e sulla questione del trasferimento di Patrick Vieira alla Juventus: "In realtà - ha dichiarato- abbiamo prodotto e incrociato con documenti già esistenti intercettazioni ed sms nei quali si evince chiaramente e spesso che Moggi arrivava addirittura terzo. C'è una volta in cui l'allora presidente dell'Inter chiama il videdesignatore Mazzei il giovedì alle 17.50 e ottiene i nomi che saranno resi pubblici il giorno dopo. Poi Meani incassa due sms dal segretario della Can Martino intorno alle 11.15 del venerdì. E Moggi, ormai terzo, si becca un capo di imputazione penale e sportiva perchè ottiene i nomi alle 11.53 del venerdì. Ci sono state grandi negligenze in questa storia: mi spiegate perchè non c'è nessuna telefonata intercettata di quando Moggi comprò Vieira? Moggi era pedinato ed intercettato e lo sapeva e quindi si proteggeva con le sim svizzere. Credo che si debba fare tutta la chiarezza del caso. Io sto per denunciare pesanti minacce nei miei confronti, arrivate da quando conduco questo lavoro di analisi che avrebbero dovuto fare altri ".
ore 12 - SCONTRO SULLA TELEFONATA FACCHETTI-BERGAMO
La telefonata tra Facchetti e Bergamo non trascritta perché non ritenuta importante ha scatenato il puntiferio in aula. L'avvocato Trofino ha incalzato Auricchio: "Non è stata ritenuta importante mentre quella di Moggi che chiede al designatore se aveva studiato sì? Qual è la differenza? Perché l'avete messa solo nel brogliaccio e non l'avete inserita nell'informativa?", ha continuato Trofino. "Non l'abbiamo ritenuta importante", la replica di Auricchio che non ha fornito ulteriori spiegazioni. Su Auricchio è intervenuto anche Moggi: "Vediamo cosa decidono di fare con lui dopo la deposizione di oggi"
IL TESTO DELL'INTERCETTAZIONE FACCHETTI-BERGAMO
L'avvocato Trofino ha citato una telefonata, che non appartiene a quelle già trascritte e contenute nelle informative, del 26 novembre 2004 in cui il dirigente nerazzurro Giacinto Facchetti conversa con l'ex designatore Paolo Bergamo.
Facchetti: "E allora per domenica?"
Bergamo: "Facciamo un gruppo di internazionali così non rischiamo niente"
Facchetti: "Va bè, metti dentro Collina"
Il penalista ha chiesto al testimone perché questa telefonata non fosse stata considerata dagli investigatori. "La conversazione tra Bergamo e Facchetti - ha replicato come già scritto Auricchio - è stata registrata e trascritta ma non è nell'informativa perché non è stata considerata investigativamente utile".
Due giorni dopo, il 28 novembre 2004, si giocò Inter-Juventus. L'arbitro designato fu Rodomonti, l'incontro fini 2-2 (ndr)
ore 12.00 - "TELEFONATA FACCHETTI-COLLINA NON IMPORTANTE"
Continua la deposizione di Auricchio: "La telefonata in cui Facchetti chiede a Collina e parla della griglia con Bergamo è stata trascritta ma da noi non ritenuta investigativamente importante"
MOGGI: "OGGI FACCIO PARLARE GLI AVVOCATI"
Accolto dall'incoraggiamento di alcuni tifosi bianconeri, ha fatto il suo ingresso nel Palazzo di Giustizia di Napoli l'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, principale imputato nel processo Calciopoli di cui oggi si tiene una attesa udienza. Moggi non si e' fermato con i cronisti: ''Non parlo - ha detto - oggi parleranno solo i miei avvocati. E poi - ha scherzato - oggi ho un po' di raucedine e non posso sforzare la gola''. Intanto al gruppo di tifosi juventini, una ventina di persone, che sostava dinanzi all'ingresso del tribunale, e' stato concesso l'ingresso.
Continua la deposizione di Auricchio: "La telefonata in cui Facchetti chiede a Collina e parla della griglia con Bergamo è stata trascritta ma da noi non ritenuta investigativamente importante"
ore 11.40 - ASCOLTATA TELEFONATA TRA FACCHETTI E BERGAMO
E' stata fatta ascoltare il aula la telefonata intercorsa tra l'allora presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti, e l'ex designatore Paolo Bergamo. Nella telefonata, del 26 novembre 2004, si parla di designazioni
ore 11.20 - AURICCHIO: "FACCHETTI INCONTRO' BERGAMO"
Rispondendo alle domande di Trofino, il tenente colonnello Auricchio ha ammesso di essere a conoscenza di un incontro tra Facchetti e Bergamo nella casa di Collesalvetti di quest'ultimo: "Se mi chiede di Facchetti - ha detto - mi risulta. Non mi risulta Moratti".
Attività di Carraro per favorire la Lazio: "Ha avuto un ruolo marginale in questa operazione. Il suo non è stato un ruolo risolutivo. Dalle indagini sulla Lazio, i protagonisti sembrano Lotito e Mazzini".
Sulla Fiorentina: "Mazzini si propone con questo ruolo di catalizzatore (con Della Valle, ndr) per una serie di valutazioni sia in direzione della Fiorentina calcio che con i designatori. L'origine è un contatto con Mencucci, che è preoccupato per l'andamento della squadra. E' lì che Mazzini si erge a catalizzatore, dicendo in sostanza "devi fare come dico io". Non c'è una richiesta da parte di Mencucci iniziale, Mencucci è frustrato per una serie di eventi negativi e si confida con Mazzini che si propone, appunto, come elemento catalizzatore"
ore 11.02 - "LE TELEFONATE SONO RILEVANTI"
Il giudice Teresa Casoria accetterà la richiesta dei legali di Moggi e farà acquisire le telefonate ritenute importanti dalla difesa. Al pm Narducci, il giudice ha infatti detto: "Le telefonate mi sembrano rilevanti"
ore 10.28 - CHIESTA LA TRASCRIZIONE DI 75 TELEFONATE
La difesa dell'ex dg della Juve, Luciano Moggi, ha chiesto alla nona sezione del Tribunale, davanti alla quale è ripreso il processo di Calciopoli, che disponga la trascrizione di 75 telefonate che erano "inedite" e che sono state esaminate dai proprio consulenti. Le telefonate si riferiscono a conversazioni con indagati, tra i quali gli ex designatori Bergamo e Pairetto da parte di diversi dirigenti di società di calcio.
La questione è stata illustrata dall'avvocato Maurilio Prioreschi che insieme con l'avvocato Paolo Trofino assiste Moggi. La difesa ha chiesto altresì l'acquisizione di circa 3.000 "contatti" telefonici con indagati da parte di dirigenti di società (si tratta dei contatti ricavati dai tabulati anche relativi ai centralini dei club calcistici). Il Tribunale ha invitato quindi la difesa di Moggi a produrre il materiale per la prossima udienza. In tal modo anche il pubblico ministero avrà modo di esaminare e valutare gli atti indicati dai legali.
In apertura di udienza, prima di convocare in Aula il colonnello Attilio Auricchio per il controesame, il legale di Moggi, Prioreschi ha avanzato la richiesta sulle telefonate ritenute "rilevanti ai fini delle esercizio della difesa". A giudizio del difensore dalle telefonate, diversamente da quanto ritennero i pm, si evince che "pranzi e cene li facevano tutti, incontri con i designatori li facevano tutti, di griglie parlavano tutti". 13 aprile 2010
YouTube- Calciopoli - servizi TG1, TG2 e Corriere
YouTube- Il commento dell'avvocato Trofino (Moggi)
YouTube- Dichiarazioni di Narducci
YouTube- Moggi "intervistate Auricchio e Narducci"
Questa è la telefonata tra Bergomi e Facchetti dove Facchetti chiede di mettere in griglia Collina, definita dai legali di Moggi 'La madre di tutte le intercettazioni'
http://www.tuttosport.com/video/calcio/serie_a/juventus/2010/04/13-13744/La%20telefonata%20tra%20Bergamo%20e%20Facchetti
quella postata da gabriele l'hanno tolta da youtube. per ora solo su tuttosport
maurizio
13.04.2010, 19:44
Facchetti Jr:"Il nome di Collina lo fa Bergamo"
"Falsificazione grave dei fatti, vergognosa e inaccettabile, oltre che lesiva della memoria di mio padre". Attraverso un comunicato, Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, commenta la telefonata acquisita dal Tribunale di Napoli nel quale suo padre parlava con l'allora designatore arbitrale Bergamo. "E' stata fatta un'interpretazione differente dalla realtà delle cose con l'attribuzione a mio padre di parole pronunciate da Bergamo".
''In tale conversazione - scrive Gianfelice Facchetti - a mio padre viene attribuito l'aver pronunciato il nome del Sig. Collina, cosa che invece dialogando faceva il Dott. Bergamo; di conseguenza, ne è risultata un'interpretazione totalmente differente dalla realtà delle cose, utilizzata peraltro dai legali stessi del Sig. Moggi in aula e diffusa con irresponsabile complicità da alcuni organi di informazione''.
"Pur riponendo la massima fiducia nella giustizia - conclude la nota - la famiglia di Giacinto Facchetti chiede a tutti gli organi competenti, sportivi e non, di prendere una posizione decisa e definitiva a riguardo di questa vicenda indegna''.
Sportmediaset.it
''In tale conversazione - scrive Gianfelice Facchetti - a mio padre viene attribuito l'aver pronunciato il nome del Sig. Collina, cosa che invece dialogando faceva il Dott. Bergamo
bè sopra c'è la telefonata, ascoltiamola e vediamo se è vero
Appena risentita.
Facchetti: "Metti dentro Collina" (al secondo 37 della conversazione)
poi successivamente Bergamo ripete che nella griglia metterà Collina
maurizio
13.04.2010, 20:11
è duro difendere
quello che non si può.. sig G.felice
Poveracci questi interisti. Non sanno più a che attaccarsi.
Si sente benissimo che lo dice Facchetti. Se non si sentisse sarei il primo a dirlo. Sono juventino ma sono "onesto" io. Non mi piace nascondere l'evidenza. Evidenza che cercano di nascondere gli onestoni del calcio italiano
Ecco l'hanno rimessa su Youtube:
YouTube- Intercettazioni Inedite: Facchetti e Bergamo del 26/11/04
amorejuve
13.04.2010, 22:48
Appena risentita.
Facchetti: "Metti dentro Collina" (al secondo 37 della conversazione)
poi successivamente Bergamo ripete che nella griglia metterà Collina
si sente che lo dice Facchetti...
mi permetto di dire che Facchetti jr. ha già commentatato automaticamente la realtà.
Rispettosamente non aggiungo altro.
alessandro magno
13.04.2010, 23:19
direi che facchetti junior ha perso un occasione per star zitto. se non ce lo faceva notare non andavamo a controllare ma cosi????
è piu che evidente che è suo padre. e poi scusate finiamola con sta storia del morto.
pure hitler è morto che facciamo portiamo un po di rispetto pure a lui? :rideretanto:
AlexnelCuore
13.04.2010, 23:25
direi che facchetti junior ha perso un occasione per star zitto. se non ce lo faceva notare non andavamo a controllare ma cosi????
è piu che evidente che è suo padre. e poi scusate finiamola con sta storia del morto.
pure hitler è morto che facciamo portiamo un po di rispetto pure a lui? :rideretanto:
ma si Benny ora portiamo rispetto a tutti i morti, sopratutto i loro, lo stesso rispetto che hanno portato per l'avvocato...................
amorejuve
13.04.2010, 23:28
Riascoltandolo bene deve ammettere che mi vengono dei dubbi... sapete?
Facchetti mi pare dica: "ma metti dentro qualche..."
mentre Bergamo stava iniziando un elenco poi interrotto
"Collina... ...Ma tutti internazionali, Giacinto... così perlomeno non c'è discussione perchè c'è dentro Collina..."
Vi confesso che mi lascia molto perplesso
alessandro magno
13.04.2010, 23:33
non so amorejuve non son tanto convinto a me pare fachetti , ma comunque o lo dice lui o non lo dice lui sta discutando una griglia di arbitri per una partita dell'inter . se era reato per moggi lo è pure per lui no?
amorejuve
13.04.2010, 23:40
non so amorejuve non son tanto convinto a me pare fachetti , ma comunque o lo dice lui o non lo dice lui sta discutando una griglia di arbitri per una partita dell'inter . se era reato per moggi lo è pure per lui no?
No, no... non si poteva discutere di queste cose però per onesta intellettuale è diverso Moggi gli dice "Ho studiato questo..." e Moggi si sà che aveva questo modo di fare
Facchetti si sente che sta ad ascoltare che gli dice Bergamo e sembra poco propositivo fino a quando espone le sue lamentale.
Sai dipende molto dall'aspettativa che uno ha, capire che dice...
io onestamente immaginando di essere neutrale più lo sento più il dubbio ce l'ho
alessandro magno
13.04.2010, 23:42
va bene ma pure scartando questa come dubbia ce ne sono altre c'è quella in cui si dice ''questa partita la vinciamo insieme'' cacchio qui si parla di partita e di calcio mica di baccalà :icon_wink:
amorejuve
13.04.2010, 23:51
va bene ma pure scartando questa come dubbia ce ne sono altre c'è quella in cui si dice ''questa partita la vinciamo insieme'' cacchio qui si parla di partita e di calcio mica di baccalà :icon_wink:
No, no nessun dubbio su quella là... è una telefonata che dimostra un condizionamento psicologico ottenuto a forza di pressanti lamentele.
alessandro magno
13.04.2010, 23:58
adesso c'è pure quella in cui moratti (mi pare) gli dice di passare ap rendersi un regalo.
insomma di carne a cuocere ce n'è :icon_wink:
amorejuve
14.04.2010, 00:05
adesso c'è pure quella in cui moratti (mi pare) gli dice di passare ap rendersi un regalo.
insomma di carne a cuocere ce n'è :icon_wink:
Aspettando di sentirle tutte, ovviamente, per ora quello che ho percepito finora è che questi dell'Inter aveva una vera paranoia, la stessa che hanno trasmesso ai loro tifosi col vittimismo.
Si sente che cercavano di fare un po' di pressioni, si sente Bergamo che cerca di fare lo psicologo... e gli credo che gli avevano dato la direttiva di farlo. Non se ne poteva piu' del clima creato.
Per me era un mondo normale, erano tutti da art.1, niente di incredibile.
Loro però hanno voluto questo casino e adesso le istituzioni devono usare equità.
AlexnelCuore
14.04.2010, 00:06
Si benny l'ho postata nel topic delle intercettazioni
gabriele
14.04.2010, 10:25
C'è un intervento di Bergamo, una dichiarazione spontanea:
"Mi sembra il caso di fare chiarezza su alcuni aspetti che sono stati male interpretati. mi sembra di essere diventato quello delle cene e del maghetto che faceva i sorteggi. Voglio dare alcuni chiarimenti: le mie sono verità certificabili, quell'anno, al mio sesto anno di lavoro con Pairetto, arrivo e decido che, essendo il mio ultimo anno (e non è vero che faccio la cena per essere confermato, perché avevo già deciso di dimettermi), avevo deciso con mia moglie che quando viene la Juve, l'Inter e il Milan a Livorno li ospito a casa. Arriva l'Inter a gennaio, chiamo Facchetti, lo vado a prendere all'aeroporto, lo porto a casa mia; poi dopo un mese viene e giocare il Milan chiamo Galliani, gli dico della cena, Galliani rimane titubante, lo richiamo il giorno dopo: lui mi dice che non era il caso perché era candidato alla rielezione alla Lega. Non viene ma le telefonate ci devono essere; a fine campionato, con il titolo già assegnato, ripeto l'invito alla Juve cercando di far venire anche Mazzini: ma non potevo farlo in prima persona e per correttezza dico a Giraudo: 'Avete piacere che venga anche Mazzini?' 'Ma ci mancherebbe altro'. Facciamo la cena a campionato assegnato e io ho la casa circondata di carabinieri. Credo che ci sia una disparità di trattamento. I regolamenti non impedivano di partecipare alle cene e vorrei introdurre anche il nostro ruolo. I regolamenti non impedivano che il designatore avesse rapporti con tutti quelli che chiedevano chiarezza. Il telefono non era il mio, ma della Federazione, i tabulati erano leggibili. Io decido di fare questo perchè arrivo alla carica dopo 15 anni di A e 10 di internazionale, designatore in coppa Campioni, e tante altre cose; e so che posso avere rapporti con le società e capire gli umori, capire cose che le società non mi dicevano, io in questa mano dovevo aver tutto quello che era possibile sapere. Mai ho fatto una telefonata ad un arbitro o un assistente per dire come comportarsi. Io con queste conoscenze, unite alla conoscenza della forma degli arbitri, vado a formare le griglie. E badate bene, io il sorteggio non lo faccio mai. In Tv si vede me che apro una pallina, ma quella pallina me l'ha data un giornalista. Anche il sorteggio dunque era regolare. Per i primi cinque anni siamo sempre stati riconfermati senza problemi. Quindi prima Nizzola, poi Carraro, se rinnovavano l'incarico che assegnò i primi due anni lo scudetto alla Lazio e alla Roma come mai era accaduto, poi l'anno dopo lo perse l'Inter e poi lo vinsero la Juve e il Milan che arrivarono in finale in Coppa e quindi erano le più forti, un motivo doveva pur esserci".
L'udienza è tolta!
eldavidinho94
14.04.2010, 13:35
Bergamo: «Il nome di Collina lo fece Facchetti»
http://www.tuttosport.com/images/10/C_3_Media_1034710_immagine_l.jpg
L'ex designatore arbitrale commenta l'intercettazione con l'allora presidente dell'Inter e spiega: «Il regalo di Moratti? Non ricordo di essere mai andato nella sede a ritirare nessun regalo»
ROMA, 14 aprile - Paolo Bergamo (http://www.tuttosport.com/ricercakey/Bergamo), ex designatore arbitrale coinvolto nal caso Calciapoli, parla in esclusiva ai microfoni di RaiSport in merito alle ultime intercettazioni venute alla luce e in particolare a quella che lo vede protagonista con Giacinto Facchetti. «Fu lui a fare il nome di Collina e non viceversa - dichiara con fermezza Bergamo e continua- Il regalo di Moratti? Non ricordo di essere mai andato nella sede a ritirare nessun regalo. Era Natale e in quel periodo era normale ricevere dalle società il classico regalo per le feste e insomma anche nel valutare questi audio ci vorrebbe un po' di buon senso. Le cene con i dirigenti? Non mi sembra una cosa vergognosa. Era il mio ultimo anno da designatore e così d'accordo com mia moglie organizzai delle serate a casa con vecchi amici tra i quali Giraudo e Moggi. Moratti non venne mai, fu lui a invitarmi negli anni precedenti a Forte dei Marmi».
juventinadelsud
14.04.2010, 14:02
Facchetti fa il nome di collina ed è abbastanza chiaro e a me dispiace che è morto perchè avrei goduto a vedere pure la sua faccia oggi
eldavidinho94
14.04.2010, 18:46
Avv. Grassani: “Juventini rassegnatevi, l’Inter non rischia nulla” (http://juvemania.it/avv-grassani-juventini-rassegnatevi-linter-non-rischia-nulla/)
Mancano sei giorni alla prossima udienza del processo di Napoli, ma già circolano le più svariate ipotesi sulle conseguenze che potrebbero avere le nuove intercettazioni acquisite dai PM. In merito, è intervenuto ai microfoni di Calciomercato.it, l’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo.
“L’impatto che le inedite telefonate possono avere sull’aspetto penale non è prevedibile, ma ci potrebbero essere delle ripercussioni”.
Per quel che riguarda il processo sportivo, Grassani fa tornare con i piedi per terra i tifosi bianconeri: l’Inter non sarà sanzionata, è tutto prescritto. “Conseguenze ulteriori per i nuovi dirigenti non coinvolti nel procedimento di calciopoli del 2006, è assolutamente inesistente. Il motivo è semplice e di natura tecnica e riguarda la prescrizione. Prima di analizzare il contenuto di quelle telefonate, qualunque sarà il loro contenuto, se sono comportamenti verificatesi entro giugno 2005, né arbitri, né dirigenti, né club possono essere fatti oggetti di alcun procedimento penale perchè è intervenuta la prescrizione”.
Neanche lo “scudetto di cartone” può essere recuperato? “Altra storia è l’assegnazione dello scudetto all’Inter del 2006 perchè questa vicenda non ha visto nessuna celebrazione di poteri, ma è uno scudetto che è stato assegnato sul parere di tre saggi ed è un atto ottenuto in una fase in cui la federazione era senza l’organo federale e collegiale, ma con un commissario che riassumeva tutte queste funzioni. Di conseguenza, siccome si trattava di un atto politico amministrativo discrezionale di tre saggi è ovvio che se oggi emergessero comportamenti dal punto di vista disciplinare rilevanti a carica dell’Inter, non si può escludere che sempre in via politica-amministrativa discrezionale, la federazione possa tornare sulle sue decisioni o comunque riesaminare il caso”.
Moggi e il suo staff di legali, quindi, starebbero alzando solo un gran polverone, perché più che dimostrare la colpevolezza di altri dovrebbere prima portare prove a propria discolpa… “La loro è una strategia ‘Tutti colpevoli o tutti innocenti’. E’ una strategia che sotto il profilo penale può avere un suo pregio o un suo rilievo, mentre sotto il profilo sportivo si potrebbe riaprire solo se ci fossero prove a discolpa della Juventus, ma non prove che coinvolgono altre”.
maurizio
14.04.2010, 19:13
un'altro interista che rompe..non credo che Moggi ed i suoi legali, stiano a perder tempo...come fà capire grassani
prescrizione o meno. almeno si chiarisce tutto. per tutti
ma io vorrei sapere cosa è capitato. e stà capitando ora.. in questi ultimi campionati.
troppi favori pro in**r troppo scudetti che non avevano mai sognato
il calcio. anzi chi lo gestisce fanno una pena ..vergognosa
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Facchetti Jr: "Sarebbe bel gesto restituire scudetto 2006"
Gianfelice ha parlato così alle 'Iene'.
"Un attacco alla figura di mio padre molto forte, volgare e anche violento. È vergognoso". Gianfelice Facchetti, figlio dell'ex presidente dell'Inter, ha commentato così l'interpretazione data dai legali di Luciano Moggi, nel processo di Calciopoli a Napoli, di una telefonata fra Giacinto Facchetti e l'ex designatore Paolo Bergamo (ascolta l'audio (http://sport.virgilio.it/calcio/audio_nuove_intercettazioni.html)).
Il figlio dell'ex presidente nerazzurro è tornato poi a parlare alle 'Iene' e sul titolo del 2006 ha detto: "Sarebbe un gesto molto eclatante ma che avrebbe il potere di far acquisire ancora più punti alla nostra storia".
Poi torna sull'intercettazione con Bergamo: "Intepretazione falsificata, chiedere il miglior arbitro per giocare una partita mi sembra la richiesta di giocare una partita in condizioni di legalità nel campionato più taroccato nella storia del campionato italiano".
ps (http://www.google.com/url?ct=abg&q=https://www.google.com/adsense/support/bin/request.py%3Fcontact%3Dabg_afc%26url%3Dhttp://sport.virgilio.it/calcio/facchetti-jr-vergognoso-attacco-a-mio-padre-tutto-falso.html%26hl%3Dit%26client%3Dca-itmatrix%26adU%3Dwww.kryptotel.net%26adT%3DTelefon o%2BIntercettato%253F%26adU%3Dwww.PrivateWave.it%2 6adT%3DIntercettare%2BTelefonate%26adU%3Dwww.Alice .it/Voce_Senza_lLmiti%26adT%3DTelefonata%26gl%3DIT%26h ideleadgen%3D1&usg=AFQjCNGBR28mkxjGm85TKgmwLHFTY6UmCw)
la vostra è una brutta bruttissima storia
Per Grassani: vedremo se dobbiamo rassegnarci
Per Facchetti jr: ve ne volte uscire restituendo lo scudetto??
avete molto altro da restituire e spero che pagherete di tutte le ********te fatte in questi anni
Inter: «Non restituiremo lo scudetto 2006»
MILANO, 14 aprile - L'Inter non ha alcuna intenzione di restituire lo scudetto 2005-06 assegnatole a tavolino dopo le sentenze sportive di Calciopoli. Non c'è nessun commento ufficiale alle parole di Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, ex presidente nerazzurro, ma questa è la posizione lasciata filtrare dal club. Si tratta - è in sintesi il pensiero diffuso fra la dirigenza interista - di una scelta di coerenza affinchè non passi, ora e in futuro, il pensiero che l'Inter adottava gli stessi comportamenti dei personaggi puniti dalla giustizia sportiva e imputati nel processo penale a Napoli. Restituire lo scudetto, fanno notare da corso Vittorio Emanuele, "non sarebbe affatto un bel gesto ma un brutto gesto nei confronti dei tifosi interisti".
tanto ve lo togliamo lo stesso..
amorejuve
14.04.2010, 20:40
Luca, stanno cercando di addormentare le coscienze ma questa volta non ci riusciranno. Il web è molto più seguito e influenza di piu' l'opinione pubblica rispetto a 4 anni fa.
Io stavo pensando che dobbiamo diffondere nei Forum la consapevolezza che quest'anno se non c'è equità non c'è un euro per la serie A. Niente stadio, Tv e giornali. Un concetto molto semplice.
Dobbiamo far capire che in presenza di una Farsopoli bis
uno juventino che continui a seguire il calcio alimentando questo circo di Elkann & Moratti non può essere considerato uno juventino.
Occorre una campagna tra tutti i forum, bisogna pensarci adesso per non farci trovare impreparati.
Questo è il mio pensiero
Appoggio la tua idea ma sono sicuro che ci si comporti come nel 2006.
Ti ricordi qualdo dicevamo: "14 milioni di tifosi juventini? bisogna rifare i calcoli!"
amorejuve
14.04.2010, 20:56
lo so... purtroppo ma qualcosa tenteremo.
maurizio
15.04.2010, 12:11
il solo pensiero, che se fossero uscite
tutte insieme queste intercettazioni
come sarebbe stato giusto.
noi non saremo finiti in B
più tutte le conseguenze
mi manda in crisi.
messaggio aggiunto automaticamente su quello inviato 25 minuti fa:
non so amorejuve non son tanto convinto a me pare fachetti , ma comunque o lo dice lui o non lo dice lui sta discutando una griglia di arbitri per una partita dell'inter . se era reato per moggi lo è pure per lui no?
anche per me è facchetti
che propone collina
ma su questo non c'è problema noi possiamo sbagliarci
loro no. hanno dei filtri e robe vocali,che non possono sbagliare.Mai.
Redazione
15.04.2010, 14:20
L\'ennesima vergognosa pagina di mistificazione della veritagrave; si egrave; registrata ieri riguardo alla famosa intercettazione in cui Facchetti, allora presidente dell\'inter, e il designator...
Leggi tutto l'articolo... (http://www.juvenews.net/r.php?id=11785)
Neuromancer
15.04.2010, 15:13
Ragazzi ma è successa la stessa cosa a studio sport delle 13...dire che è Bergamo a dire metti dentro Collina,che peraltro in italiano non ha nessun senso perchè al limite Bergamo avrebbe detto "Metto dentro Collina" equivale a dire che il colosseo si trovi in Francia.
Quindi deduco che per molti anti-juventini mistificatori della realtà... il colosseo sia a Parigi...
gabriele
15.04.2010, 16:13
Caldiopoli, Prioreschi: richiesta di trascrizione
Tribunale di Napoli – Udienza del 13 aprile 2010.
Prioreschi: richiesta trascrizione nuove intercettazioni.
Prioreschi: «Presidente chiedo scusa, sono l’avv. Prioreschi difesa Moggi. Noi abbiamo una richiesta da fare, se lei ritiene di finire prima il controesame del Colonnello..o se ritiene..».
Casoria: «Vediamo, che richiesta c’è?».
Prioreschi: «Una richiesta di trascrizione di alcune intercettazioni telefoniche che prima non erano state trascritte. Se lei ritiene la illustro subito, oppure come preferisce insomma».
Casoria: «Va bene allora la illustri va. Noi già ci siamo pronunciati con un’ordinanza del maggio 2009 su istanza dell’avv. Bonatti per la quale è chiaro che, se la difesa chiede di trascrivere altre.., è un suo diritto alla prova… Penso sia breve questa illustrazione».
Prioreschi: «Presidente per carità, io non ho problemi, devo un minimo motivarla, presumo.
Ritengo che sia venuto il momento di riportare il processo nella sua sede propria che è quella di cui stiamo celebrando in questo momento. Dopo le anticipazione della stampa, noi come difesa Moggi dobbiamo avanzare una richiesta al tribunale che è, come dicevo prima, è quella appunto di trascrivere una serie di intercettazioni telefoniche che non erano mai state evidenziate e credo trascritte.
In sede di requisitoria, nel giudizio abbreviato, il 27.10.2008 l’ufficio del pubblico ministero si era espresso in questo in questi termini : ''Piaccia o non piaccia non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo. Sono balle smentite dai fatti la tesi dell’esistenza di un sistema generalizzato in cui erano tutti a parlare con tutti. Nelle migliaia di intercettazioni ci sono solo quelle degli attuali imputati perché solo quelli colloquiavano con i poteri del calcio. I cellulari erano intercettati 24 ore su 24, l’evidenza dei fatti dicono che non è vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzini, a Lanese. Le persone che hanno stabilito rapporti con questi si chiamano: Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle ” .
Piaccia o non piaccia all’ufficio del pubblico ministero queste telefonate ci sono; piaccia o piaccia tutti parlavano con tutti; piaccia o non piaccia ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzini, a Mazzei ; piaccia o non piaccia non erano balle difensive. Non lo dico con spirito polemico o di rivalsa nei confronti del pubblico ministero, lo dico anzitutto per dare atto dell’assoluta correttezza dell’ufficio del pubblico ministero che, non credo si sarebbe avventurato nel fare una dichiarazione di questo genere, se avesse avuto conoscenza di queste telefonate. E lo dico, ho introdotto il mio intervento con l’intervento del pubblico ministero, perché credo che non ci sia un modo migliore per motivare la richiesta di trascrizione di un certo numero di intercettazioni telefoniche che prima non erano state trascritte. Lo dico perché è un dato oggettivo, sostanzialmente queste intercettazioni telefoniche sono state sottratte all’indagine (sottratte lo dico in senso oggettivo, nel senso non erano state evidenziate e sottolineate); lo dico perché con un po’ di rammarico probabilmente se queste telefonate, di cui tra poco chiederò la trascrizione, forse se fossero state trovate prima, visto l’intervento di quel genere del pubblico ministero in sede di requisitoria, forse e sottolineo forse, in sede di indagini preliminari, forse questo processo avrebbe avuto un esito diverso».
Casoria: «Lei ha fatto un elenco scritto di queste?».
Prioreschi: «Si Presidente, ho fatto un elenco scritto».
Casoria: «Quante sono queste telefonate?».
Prioreschi: «Guardi Presidente, da trascrivere sono 75 non sono tantissime. Io le spiego. Lei se mi invita alla sintesi io evito.. Le telefonate sono rilevanti ai fini dell’esercizio del diritto di difesa, è inutile che lo nascondiamo, perché da queste telefonate si evince che alcuni associati o promotori con Luciano Moggi dell’associazione hanno comportamenti incompatibili con il far parte dell’associazione; si evince che i pranzi e le cene li facevano tutto; si evince che gli incontri con i designatori - come ho sempre detto ed erano legittimi - li facevo tutti; si evince che di griglie parlavano tutti; si evince che gli assistenti, le designazioni che a Moggi vengono contestate essere conosciute in anticipo di un’ora /mezz’ora, ad altri dirigenti venivano comunicate un giorno prima; si evince tutto questo.
Mi pare che saremmo stati una cattiva difesa se una volta scoperto questo dato processuale, non lo chiedessimo di evidenziarlo e di trascriverlo.
Le dicevo presidente, la richiesta é duplice: una è quella di trascrivere le 75 telefonate di cui noi abbiamo fatto l’elenco con la data, il telefono monitorato e il progressivo. In un’altra ci sono identificati gli interlocutori e i file audio dove il tecnico inserendo – io sono poco pratico di queste cose - ci sono tutti i dati per estrapolare dai 171.000 contatti, estrapolare i file audio sulla base dei quali effettuare una registrazione.
Poi io le chiedo di produrre - lei ricorderà Presidente che io, in fase di ammissione delle prove, ho prodotto un elenco di tutte le 171.000 telefonate e ho chiesto di trascriverle addirittura tutte- noi da quell’elenco - essendo venuti in possesso di una serie dei numeri di cellulari e avendo trovato anche i centralini dell’epoca delle società di calcio - abbiamo fatto gli incroci ed abbiamo tirato fuori complessivamente oltre 3000 contatti tra Bergamo, Mazzini, Mazzei, Pairetto con le società, con i dirigenti delle società. Di questi non chiediamo la trascrizione perché ci rendiamo contro che sarebbe un lavoro enorme, ci accontentiamo per il momento di queste 75. Poi produrremo un cd con una stampa (che ancora non ho perché bisogna stamparlo su un foglio A3.. il lavoro è finito questa mattina all’alba, lei capirà). In questo momento le chiedo di trascrivere queste 75 telefonate, le produco il primo cd di questi contatti (1700) tra cellulari di dirigenti di squadre di calcio e i telefoni monitorati. Mi riservo di produrre un altro cd tra i centralini delle società sportive di serie A e i telefoni monitorati e la stampa del tabulato che può essere fatta anche dal tribunale. Credo di essere stato brevissimo e..».
Casoria: «Pubblico Ministero su questa richiesta..?».
Narducci: «Il pubblico ministero deve interloquire sia su profili di carattere formale processuale, sia su profili eventualmente di contenuto. Quindi la mia richiesta in questo momento è soltanto di avere un’ora, mezz’ora di tempo a disposizione per poter esaminare la documentazione che è stata ora prodotta dalla difesa e poi interloquire compiutamente su questa richiesta».
Casoria: «Va bene. Il tribunale è orientato a dare un incarico poi cumulativo. La difesa di Pairettio, avv. Bonatti, ha individuato poi le telefonate che chiedeva fossero trascritte?».
Bonatti: «Io in effetti avevo individuato alcune telefonate. Anche a noi servirebbe, onestamente, la concessione di un breve termine per poter valutare se per caso – per evitare duplicazioni o sovrapposizioni rispetto a quelle già chieste dalla difesa Moggi -perché ovviamente noi non ci siamo sentiti con i difensori di Moggi, quindi io non so quale siano le loro richieste; per poter verificare che non vi siano sovrapposizione e evitare quindi un inutile dispendio di tempo e di energie, chiederei la cortesia ( anche noi), di poter valutare questo documento (mezz’ora/tre quarti d’ora) …così evitiamo questo..».
Casoria: «Praticamente noi, impregiudicato che il diritto alla prova immancabilmente spetta agli imputati, quindi riteniamo di esaminare congiuntamente queste richieste dell’avv. Prioreschi e dell’avv. Bonatti alla prossima udienza, alla quale sentiremo pure quello che deve dirci il pubblico ministero».
Narducci: «No, non lo so».
Casoria: «Se poi il pubblico ministero vuole interloquire già da ora… però penso che sia un diritto incontestabile dell’imputato a veder trascritta.. assoluta rilevanza dovrebbero avere queste intercettazioni».
Narducci: «Vediamo…è preferibile già adesso a fronte di una istanza quella dell’avvocato… che era annunziata e ha tempo di verificare; intanto c’è questa che é stata depositata e formalizzata quindi è opportuno a questo punto..».
Casoria: «Pubblico ministero, allora alla fine dell’udienza potrà esprimere il suo parere su questa richiesta. Va bene?».
Luigi De Vita: «Presidente se posso, anche la difesa di Bergamo - si era associata nel momento delle richieste delle prove .. a quelle all’avvocato Bonatti - ad una più ampia trascrizione e faccio propria anche io la richiesta di trascrizione dell’avv. Prioreschi».
Casoria: «Entro la prossima udienza dovete darci l’elenco di tutte queste telefonate delle quali chiedete che sia effettuata la trascrizione, va bene? tutte le difese che hanno interesse a questa trascrizione».
gandialex
15.04.2010, 17:23
Ragazzi ma è successa la stessa cosa a studio sport delle 13...dire che è Bergamo a dire metti dentro Collina,che peraltro in italiano non ha nessun senso perchè al limite Bergamo avrebbe detto "Metto dentro Collina" equivale a dire che il colosseo si trovi in Francia.
Quindi deduco che per molti anti-juventini mistificatori della realtà... il colosseo sia a Parigi...
no...la questione è che non è bergamo a dire Metti dentro Collina...Facchetti dice Metti dentro e qualcosa che viene sovrastato dalla voce di Bergamo che dice Collina proseguendo il discorso iniziato prima sui 4 arbitri che erano nell'urna...lo stanno facendo passare così su tutte le reti ora...vogliono togliere la vista da tutto ciò che è intorno...loro parlavano coi designatori, cosa che non si poteva fare e devono essere puniti, PUNTO...tutto ciò che vorrà dire?? loro stanno attirando l'attenzione su quessto per far capire che ci stiamo arrampicando sugli specchi (e se si prende solo quersto dialogo è palesemente così purtroppo...) così facendo spostano l'attenzione dal fatto stesso che questa conversazione non dovrebbe mai essere avvenuta, così come tutte le altre...e su tutte le trasmissioni la versione "edulcorata" la fa da padrone...sempre santi loro...
AlexnelCuore
15.04.2010, 22:07
Pm Calciopoli: ultima udienza favorisce accusa. Moggi ha ammesso utilizzo sim svizzere
Fonte: Ansa
Se l'intento era quello di sparigliare le carte il tentativo non è riuscito. Ne sono convinti gli inquirenti per i quali, dopo la movimentata udienza di martedì scorso al processo Calciopoli, l'impianto accusatorio resta ben saldo. Anzi, a dar conto delle indiscrezioni che trapelano negli ambienti della procura, l'accusa ritiene di aver incassato proprio da quell'udienza persino un paio di punti a favore. In primo luogo, le intercettazioni "inedite", trascritte dai consulenti di Luciano Moggi e che la sua difesa ha chiesto di acquisire agli atti, secondo i magistrati non introducono nel processo elementi tali da attenuare il coinvolgimento dell'ex dg della Juventus. Né le conversazioni in cui compaiono altri dirigenti e esponenti del mondo del calcio (Facchetti, Moratti, Galliani, Cellino, Spalletti, ecc) aprirebbero scenari nuovi, in quanto vi sarebbe la conferma della tesi del "così fan tutti", ovvero che i contatti con il mondo arbitrale da parte dei vertici delle società fossero un fenomeno generalizzato e non un'esclusiva di Moggi. Il punto, ha più volte sottolineato la procura, non è questo. Non sono assimilabili i comportamenti che emergono dalle telefonate con le iniziative tendenti ad alterare i risultati dei campionati: un conto è conversare al telefono un altro stipulare accordi illeciti (che è la principale accusa contestata nei capi di imputazione). Le 75 intercettazioni indicate dalla difesa di Moggi - e che saranno acquisite certamente alla prossima udienza del 20 aprile - dunque non "spostano alcunché, così spiegò a caldo il pm Giuseppe Narducci. E il successivo accurato esame delle telefonate svolto dai pm avrebbe rafforzato nei magistrati il convincimento che si tratta di telefonate irrilevanti sia sotto il profilo penale sia sotto l'aspetto investigativo, e dunque un'arma spuntata nelle mani della difesa. E anche sulla telefonata definita dalla difesa di Moggi come "la madre di tutte le intercettazioni" i magistrati ritengono di aver acquisito un dato certo: non è l'allora dirigente dell'Inter Giacinto Facchetti, alla vigilia dell'incontro con la Juventus, a fare il nome di Collina durante la conversazione con il designatore Paolo Bergamo. Dunque non sarebbe l'ex nazionale, scomparso nel 2006, a suggerire a Bergamo di inserire il nome dell'arbitro nella griglia ("metti dentro Collina...", era la frase attribuita a Facchetti dai consulenti di Moggi). Ma c'é un fatto nuovo - rilevano gli inquirenti - emerso dall'udienza di martedì la cui importanza probabilmente non è stato compresa a pieno per il clamore mediatico riservato alle intercettazioni: per la prima volta Moggi avrebbe ammesso, sia pure in modo implicito, il possesso di schede sim estere per conversazioni riservate. Ciò sarebbe venuto alla luce dalle stesse domande della difesa dell'ex dg bianconero quando, nel corso del controesame del colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio, è stato sottolineato che Moggi adoperava cautele ma allo scopo di parlare in maniera riservata di operazioni di calciomercato. Per tale motivo in seguito il pm aveva chiesto all'investigatore se, oltre che designatori e arbitri, anche operatori di mercato risultassero aver utilizzato le schede sim individuate nel corso delle indagini. L'ufficiale aveva risposto negativamente. Per i magistrati della procura la circostanza rappresenta un dato di assoluto rilievo, in quanto mai Moggi ha fatto ammissioni in relazione alla questione delle sim estere. I pm Giuseppe Narducci e Stefano Capuano sono intanto al lavoro in preparazione della prossima udienza. Non si escludono, secondo le voci raccolte, nuove iniziative da parte degli inquirenti. Questa volta il 'coup de theatre' potrebbe riservarlo l'accusa.
eldavidinho94
19.04.2010, 12:44
Calciopoli, due svolte in sette giorni
http://www.tuttosport.com/images/39/C_3_Media_1034739_immagine_l.jpg
Domani a Napoli l’acquisizione delle 74 telefonate. Intanto si muove anche la Figc. Il fascicolo, al quale lavorano i tre incaricati da Palazzi, è ormai pieno. Come uscire dal nodo prescrizione
ROMA, 19 aprile - Arriveranno le te*lefonate da Napoli e - al*meno - la Procura federa*le, quando si deciderà a far sapere per il tramite della Figc che anche loro si sono mossi, non solo i fascicoli di Calciopoli 1 (da via Allegri a via Po), avrà contezza dei fatti. Rischiando di essere anti*cipata quanto ad ufficia*lità mediatica persino dalla cautissima Juven*tus. Ormai solo la Feder*calcio è rimasta alla fine*stra (ma le stanze sono in fibrillazione per fughe di notizie e ricerche di fasci*coli e giustificazioni per mancate acquisizioni): le telefonate, le trascrizioni sono ovunque. Arriveran*no, con comodo, anche in via Allegri. Ma l’allerta in Procura e Figc è alto: per domani tutti sul pezzo, in contemporanea con le no*tizie in arrivo dal Tribu*nale di Napoli, dove il clou potrebbe essere pro*prio la decisione ufficiale di acquisire e far trascri*vere (ci vogliono almeno 30 giorni per le prime 74 intercettazioni) il chia*ma- chiama emerso dal la*voro dei difensori di Mog*gi.
Pronti i tre incaricati da Palazzi di metter ma*no al fascicolo ormai pie*no zeppo di notizie stam*pa (a proposito: nel 2006 l’inchiesta è partita dalle fughe di notizie). Il pro*blema posto dall’inizio di questa vicenda resterà tale e quale, anche se qualcuno in Figc una mezza idea su come usci*re dall’imbarazzante im*passe della prescrizione, dovuta alla sequela di bu*chi neri che ha avuto Cal*ciopoli dopo le sentenze del 2006. Di certo qui, or*mai, il vaso di Pandora è aperto e dal punto di vi*sta della giustizia sporti*va ci vorrà un coraggio leonino a negare una ri*balta per spiegare il sen*so di quei contatti col de*signatore Bergamo o ad*dirittura con gli arbitri, le visite in albergo pensate e chissà se poi effettuate e in quante circostanze, le chiamate ad un’ora dal derby al fischietto incari*cato di dirigere, le tutele ricevute e per cui si rin*graziano alti papaveri della Figc una volta fata*li a squadre concorrenti e cugine. E squalifiche abortite con una telefona*ta in Lega... Tutta gente che opera ancora. La sfi*lata di volti noti del cal*cio attuale che chiamava*no nel 2004- 2005 (Moratti, Foti, Cellino, Pradè, Campedelli, qual*che arbitro aduso al cam*bio di referti) davanti al viceprocuratore Gioacchi*no Tornatore e ai sostitu*ti Avagliano e Barone (anche se proprio domani Palazzi potrebbe decidere chi assegnare al caso per un pool di 7- 8 uomini, magari con all’interno qualcuno degli inquirenti dell’ex Ufficio Indagini).
AlexnelCuore
19.04.2010, 15:50
IL TESTIMONE
di Massimo Pavan (http://www.tuttojuve.com/?action=contatti&idutente=52&id=19645)
Domani al tribunale di Napoli spuntera' Carlo Ancelotti. L'ex allenatore di Milan e Juventus rispondera' alle domande di procura e difesa. Il teste viene ritenuto chiave dall'accusa.
Chissa' cosa raccontera' Mister Ancelotti, sicuramente delle sue sensazioni negative sul signor Pieri, e su quei tre arbitri che riteneva particolari (Pieri, Palanca, De Santis).
Sicuramente non parlera' di Collina che nel diluvio di Perugia, gli fece perdere un campionato.
Lo stesso Collina arbitro di quel Milan-Juventus 0-1 che determino' la vittoria in campionato della Juventus. Ci sono tante cose di cui potrebbe parlare.. sensazioni, sentito dire, etc. etc.
Potrebbe dirci di come si fa ad arrivare secondi con aiuti arbitrali quando era alla Juventus e di come invece si arriva secondi senza aiuti arbitrali al Milan... (nota incongruenza!!!)
Fossi nella difesa gli farei sentire qualche bella intercettazione di Meani che sceglie i guardalinee o di Galliani che parla con Bergamo in un post Milan-Juventus e invita il designatore e la sua corte a Istanbul. Sarebbe bello fargliele ascoltare e poi sapere se quel campionato e' stato, a suo parere cos' falsato., o quanto meno sapere come mai quelle intercettazioni erano scomparse.
In ogni caso i tifosi bianconeri da questa deposizione non possono fare altro che aspettarsi il peggio, a meno che la difesa non riesca a spingere Ancelotti a dire che le sue sensazioni sono solo tali e come tali trovano il tempo che trovano....
Domani vedremo.... ci aspetta un altro D/Day.... D/Day parte seconda.....da Napoli.
Leggi qui il riassunto della deposizione di Ancelotti nel 2006 (http://sussurrisportivi.blogspot.com/2010/04/il-testimone.html)
AlexnelCuore
19.04.2010, 17:46
BLOCCO VOLI. POTREBBE SALTARE L'ARRIVO DI ANCELOTTI A NAPOLI
Il blocco dei voli potrebbe far slittare la deposizione in aula, al processo calciopoli, del tecnico del Chelsea Carlo Ancelotti. La convocazione del tecnico della squadra londinese, indicato nella lista testimone dl pubblico ministero, era stata disposta per l'udienza di domani ma la paralisi del traffico aereo potrebbe determinare un rinvio. In dubbio, per lo stesso motivo, anche la testimonianza di un ispettore di polizia che svolse indagini sulla base di intercettazioni telefoniche che erano state disposte dalla procura di Torino.
Comunque possiamo ricordare che la maggior parte dei testimoni chiamati dall'accusa hanno testimoniato a favore di Moggi.
Che farà Ancelotti?
alessandro magno
19.04.2010, 21:42
beh ma ancelotti è la prova provata che moggi non poteva tutto. ancelotti ha perso due campionati facendo record di punti e in tutti e due i campionati ci furono decisioni palesemente a nostro sfavore .
nel primo il diluvio di perugia dove non si doveva giocare e dove trasgredirono qualsiasi elementare regolamento.
nel secondo cambiando la regola per l'utilizzo dei giocatori extracomunitari a campionato in corso e il caso volle che nakata che non poteva esser schierato con la juve fece la differenza.
gabriele
20.04.2010, 10:23
Processo Calciopoli - Udienza del 20 aprile 2010.
LA CRONACA. Ore 9.30 - Sono già arrivati De Santis, Bertini e Bergamo. Da registrare che è presente anche Maria Grazia Fazi, ex segretaria della Can. Presente anche la troupe di "Striscia la notizia"
Ore 10.15 - Iniziata. Il Presidente Casoria da la parola alla difesa di Luciano Moggi. L'avvocato Prioreschi comunica che l'elenco è lo stesso fornito già nella scorsa udienza
Presidente Casoria: Convocheremo il perito per dare un unico incarico.
Il tribunale dispone che all'udienza del 4 maggio sarà convocato il perito
Avv. Prioreschi: Ci riserviamo allora di integrare la lista
Il tribunale dispone la convocazione del perito ing. Porto (da non confondere con l'ingegere Porta che lavora per la difesa di Moggi) al quale verrà affidato l'incarico di trascrivere le telefonate
Il pm prende la parola per comunicare che non ci sono i testimoni previsti per oggi, che slittano alla prossima udienza. Inoltre, come testi per la prossima udienza ci saranno anche Cuttica, Pepe, Vignaroli e Roberto Mancini. Le difese dovranno preparare il controesame per questi testi e per il teste Cosimo Ferri. Con questi termineranno i testi dell'accusa.
L'ex arbitro Massimo De Santis chiede di rilasciare dichiarazioni spontanee.
L'avvocato Morescanti dice che non c'è opposizione all'acquisizione delle 75 telefonate, ma si riserva le deduzioni sulle eventuali integrazioni
Massimo De Santis: All'esito dell'esame di Auricchio ritengo doversoso sottoporre alcuni aspetti. Sono stato sottoposto ad intecettazione dai magistrati inquirenti. Dall'altra sono stato sottoposto ad intecettazione anche da altri organi. Qualcuno ricorda che Tavaroli e altri disposero una vera e propria analisi della mia vita. Questa attenta analisi arrivò a dire che il mio comportamento sotto l'aspetto arbitrale era stato senza macchia. A distanza di qualche tempo è stata fatta un'altra indagine, quella ufficiale del colonnello Auricchio. Leggendo gli atti non riesco a capacitarmi come mai lo stesso studio, con tutti i mezzi a disposizione, mi abbia messo sotto processo solo con alcune interecttazioni e, addirittura, solo per avere ricevuto 23 magliette dopo Lecce-Juve. Ad Auricchio sarebbe bastato informarsi, andare in Federazione e vedere come erano organizzati gli allenamenti per vedere che la combriccola romana non esisteva. Sentirsi dire che quella era una ipotesi, in sede di processo, è stata una mazzata, perchè io per quel fatto non sono potuto uscire di casa.
Qui tutto ho visto tranne che la ricerca della verità. Se Auricchio avesse fatto accertamenti seri non avrei dovuto aspettare 4 anni per sentirmi dire che la combriccola non esisteva, che in Lecce-Parma i giocatori smisero di giocare.
Sono stato zitto 4 anni...
Presidente Casoria: Le ricordo che lei è sempre imputato, non si consideri già assolto
De Santis: Lo so, giudice, ma dal giorno dell'avviso di garanzia io non vivo più...
Presidente Casoria: Succede a chi si trova in questa situazione
De Santis: Lo so ma so anche, per aver lavorato negli istituti di pena, che spesso ci sono innocenti in galera
Presidente Casoria: Errare è umano...
De Santis: No, non lo è in questi casi, giudice.
Presidente Casoria: Non si preoccupi, il popolo controlla...
De Santis: Sono stato umiliato dovendo firmare una lettera di scuse alla famiglia Facchetti, quando qui agli atti c'era la prova che avevo ragione. Un presidente di una società di calcio alla quale è stato assegnato lo scudetto 2005, che era della Juventus. Chi mi ha querelato rilascia numerose interviste su fatti che devono essere valutati da questo tribunale, spostando l'attenzione tra le telefonate tra me e il padre al possesso di una sim svizzera. Un'ultima cosa. Io sono stato esaminato dalla giustizia sportiva solo per Lecce-Parma e ho sentito Auricchio dire che l'unica partita vista è stata proprio Lecce-Parma, che tra l'altro Auricchio dice di aver visto da solo, nel suo ufficio, mentre io so che ogni attività di indagine deve essere seguita da una verbale, qui non c'è nessun verbale. Per quella gara Zeman disse che l'arbitro non c'entrava niente, ma erano stati i giocatori a determinare il risultato, quindi, non c'era nessun bisgno di ascoltare la mia telefoinata... Qui non è stata fatta nessuna indagine e, sentendo Auricchio, ho capito che quello che ho imparato il 25 anni di lavoro non è servito a nulla. Le indagni vanno fatte a 360 gradi. Io non ho nessuna intercettazione con Moggi, mi viene addebitata una sim svizzera quando sarei "sdoganato". Sono l'unico a far perdere la Juve due volte quell'anno. Sono quello che guadagna di meno dal punto di vista economico, non sono andato a cena in ristoranti al buio. Sono stato l'unico arbitro della Can intercettato. Qui deve pagare chi ha sbagliato!
L'udienza è stata chiusa dopo questa deposizione per mancanza di altri testimoni.
Prossima udienza il 27 aprile.
alessandro magno
20.04.2010, 11:00
complimenti a de santis che dice le cose come stanno
Postato via Mobile Device
AlexnelCuore
20.04.2010, 14:08
anche lui dopo 4 anni
AlexnelCuore
20.04.2010, 15:33
LIVE CALCIOPOLI - UDIENZA RINVIATA AL 27 APRILE
10:50 - La presidente Teresa Casoria ha dichiarato chiusa la seduta. La prossima udienza è fissata per martedì 27 aprile. Sono stati riconvocati Carlo Ancelotti, i due carabinieri di Torino, oltre ai rimanenti testi ammessi: Cosimo Ferri, l'ex arbitro Cuttica, Guglielmo Pepe, Fabio Vignaroli e il tecnico del Manchester City, Roberto Mancini.
10:38 - De Santis fa notare di essere stato "intercettato" dagli inquirenti e da altri organi. "Tavaroli (Telecom, ndr) ed altri disposero una vera e propria analisi della mia vita - spiega l'ex arbitro -. Tale analisi determinò che il mio comportamento dal punto di vista arbitrale fu senza macchia. Successivamente è stata fatta l'indagine ufficiale del colonnello Auricchio. Come mai sono stato messo sotto processo solo per avere ricevuto 23 magliette dopo Lecce-Juve? Auricchio doveva informarsi, doveva andare in Federazione e vedere come erano organizzati gli allenamenti, così avrebbe visto che la combriccola romana non esisteva. Qui tutto ho visto tranne che la ricerca della verità. Se Auricchio avesse fatto accertamenti seri non avrei dovuto aspettare 4 anni per sentirmi dire che la combriccola non esisteva, che in Lecce-Parma i giocatori smisero di giocare. Sono stato umiliato nel momento in cui ho firmato una lettera di scuse alla famiglia Facchetti, quando invece avevo ragione io. Auricchio mi aveva insegnato che le indagini devono essere fatte a 360°. Io non ho nessuna intercettazione con Moggi, mi viene addebitata una sim svizzera quando sarei "sdoganato". Sono l'unico a far perdere la Juve due volte quell'anno. Sono quello che guadagna meno economicamente, non sono mai andato a cena in ristoranti al buio. Sono stato l'unico arbitro della Can intercettato. Qui deve pagare chi ha sbagliato. Si doveva indagare a 360° alla ricerca della verità e questo non è successo".
10:32 - L'arbitro Massimo De Santis, imputato per associazione a delinquere, ha chiesto di rilasciare delle dichiarazioni spontanee e viene ascoltato
10:28 - Come preventivato, Ancelotti e i due carabinieri di Torino che avevano effettuato la prima parte di intercettazioni non si sono presentati in aula. L'udienza, pertanto, si avvia alla conclusione.
10:22 - L'avvocato Prioreschi dichiara che per quella data la difesa integrerà la lista delle telefonate.
10:19 - Il tribunale convoca per l'udienza del 4 maggio il perito tecnico Roberto Porto, al quale verrà affidato l'incarico di trascrivere le telefonate indicate dalla difesa Moggi e Pairetto.
10:16 - L'avvocato di Luciano Moggi, Maurilio Prioreschi, comunica che l'elenco delle telefonate è quello fornito nella scorsa udienza.
10.15 - E' appena arrivato in aula Luciano Moggi. L'udienza è iniziata.
10.03 - Montezemolo: "Scudetto 2006 dato all'Inter con troppa fretta (clicca qui per leggere la notizia (http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=19690))
09:45 - In ritardo anche oggi l'ex dg della Juventus, Luciano Moggi, che non è ancora arrivato in aula. Presenti invece, Bergamo, Pairetto e, a sorpresa, Maria Grazia Fazi, ex segretaria della Can. L'udienza sta per cominciare.
09:30 - L'udienza non è ancora cominciata. In aula numerosi giornalisti e troupe televisive, tuttavia, non sembra esserci la ressa del 13 aprile scorso.
Scatta stamattina alle 9:00, davanti alla nona sezione penale del tribunale di Napoli, una nuova importantissima udienza del processo "Calciopoli". Il giudice Teresa Casoria, infatti, dovra' comunicare la decisione del collegio in merito alla richiesta dei legali della difesa di Luciano Moggi - gli avvocati Maurilio Prioreschi e Paolo Trofino -, di acquisire le 75 nuove intercettazioni, agli atti dal 2007, ma considerate ininfluenti dagli inquirenti. Richiesta che sarà verosimilmente accolta, non solo perché l'accusa (il pm Narducci) non si è opposta, ma anche perché lo stesso presidente Casoria ha ritenuto le suddette telefonate 'di una certa rilevanza'.
E oggi potrebbero spuntarne altre 22 "inedite", per le quali i legali dell’ex designatore Pierluigi Pairetto, gli avvocati Matteo Bonatti e Luigi Sena, faranno istanza di acquisizione. Nelle ultime intercettazioni spunta, tra gli altri, l'ex dirigente del Brescia Nello Governato, che al telefono con Pairetto si fa comunicare, prima della comunicazione ufficiale, il nome dell'arbitro di Brescia-Fiorentina del gennaio del 2005; quindi, in un'altra intercettazione, il presidente del Livorno Aldo Soinelli chiama l'ex designatore Paolo Bergamo chiedendogli di incontrarlo di persona.
Oggi doveva anche essere il giorno di Carlo Ancelotti, citato come testimone dai pm Giuseppe Narducci e Stefano Capuano, ma la nube islandese dovrebbe impedirgli di volare a Napoli e quindi di essere presente in aula. In dubbio, per lo stesso motivo, anche la testimonianza dell'ispettore di polizia in servizio a Torino, Claudio Salvagno, che svolse indagini sulla base di intercettazioni telefoniche disposte dalla procura di Torino.
Oggi TuttoJuve.com seguirà minuto per minuto LIVE quest'altra fondamentale udienza del processo "Calciopoli".
08:50 - Scatta stamattina alle 9:00, davanti alla nona sezione penale del tribunale di Napoli, una nuova importantissima udienza del processo "Calciopoli". Il giudice Teresa Casoria, infatti, dovra' comunicare la decisione del collegio in merito alla richiesta dei legali della difesa di Luciano Moggi - gli avvocati Maurilio Prioreschi e Paolo Trofino -, di acquisire le 75 nuove intercettazioni, agli atti dal 2007, ma considerate ininfluenti dagli inquirenti. Richiesta che sarà verosimilmente accolta, non solo perché l'accusa (il pm Narducci) non si è opposta, ma anche perché lo stesso presidente Casoria ha ritenuto le suddette telefonate 'di una certa rilevanza'.
E oggi potrebbero spuntarne altre 22 "inedite", per le quali i legali dell’ex designatore Pierluigi Pairetto, gli avvocati Matteo Bonatti e Luigi Sena, faranno istanza di acquisizione. Nelle ultime intercettazioni spunta, tra gli altri, l'ex dirigente del Brescia Nello Governato, che al telefono con Pairetto si fa comunicare, prima della comunicazione ufficiale, il nome dell'arbitro di Brescia-Fiorentina del gennaio del 2005; quindi, in un'altra intercettazione, il presidente del Livorno Aldo Soinelli chiama l'ex designatore Paolo Bergamo chiedendogli di incontrarlo di persona.
Oggi doveva anche essere il giorno di Carlo Ancelotti, citato come testimone dai pm Giuseppe Narducci e Stefano Capuano, ma la nube islandese dovrebbe impedirgli di volare a Napoli e quindi di essere presente in aula. In dubbio, per lo stesso motivo, anche la testimonianza dell'ispettore di polizia in servizio a Torino, Claudio Salvagno, che svolse indagini sulla base di intercettazioni telefoniche disposte dalla procura di Torino.
Oggi TuttoJuve.com seguirà minuto per minuto LIVE quest'altra fondamentale udienza del processo "Calciopoli".
AlexnelCuore
20.04.2010, 15:34
TANTO RUMORE PER NULLA O FORSE NO?
di Massimo Pavan (http://www.tuttojuve.com/?action=contatti&idutente=52&id=19694)
Tanto rumore per nulla oggi a Napoli, ad eccezione delle parole di De Santis
Udienza durata poco... doveva essere la grande giornata dell'accusa ma i testi tra una nube e un vulcano non si sono presentati.
Comico il fatto che a Milano ci sono i giocatori del Barcellona che si fanno 1,000 km per giocare e testimoni al processo, alcuni anche dall'Italia non si presentano... bizzarro...
Tra i testimoni dell'accusa ci saranno la prossima volta Ancelotti e Mancini.
Strano come gli allenatori delle squadre che allora perdevano possano essere testimoni... comunque, questi sono... oltre a Cuttica, Pepe, Vignaroli, tutti questi saranno gli ultimi testimoni dell'accusa... e sara' curioso se saranno cosi' determinanti come dicono i pm.
Ma passiamo ai fatti importanti dell'udienza:
L'avvocato Prioreschi ha comunicato che l'elenco delle telefonate è lo stesso fornito già nella scorsa udienza e il Presidente Casoria ha comunicato che convochera' un perito per dare un unico incarico di trascrizione. L'elenco delle telefonate potra' essere eventualmente integrato.E' stata depositata anche un'intervista su Zamparini...che parla di Moggi e dell'arbitro Rizzoli. Curioso... che Rizzoli non sia nella cupola allora...
L'udienza di oggi ha avuto come fatto eclatante anche la dichirazione spontanea dell'ex arbitro De Santis.
Premetto, De Santis e' imputato e certamente cerca di discolparsi...
Due i punti che dovrebbero far riflettere tutti....
Primo: parla di Tavaroli e del fatto che l'Inter l'avesso fatto pedinare per compito dell'Inter. (Tavaroli ha dichiarato questo... e non solo De Santis).
Secondo: De Santis "Sono l'unico a far perdere la Juve due volte quell'anno. Sono quello che guadagna di meno dal punto di vista economico, non sono andato a cena in ristoranti al buio".
Queste parole sono parte delle domande che ci facciamo tutti, non il solo De Santis.
Per quale motivo la Juventus e Moggi dovevano tenersi in cupola un arbitro che ti fa perdere?
Ma soprattutto perche' altri arbitri che ora fanno i designatori incontravano dirigenti in ristoranti al buio? E soprattutto se allora parlavano con dirigenti allora era permesso... visto che non sono stati puniti! E se non era permesso perche' non sono stati puniti, e alcuni premiati, come garanti della pulizia e dell'onesta'?
Sono misteri che in pochi riescono a capire, o meglio capisce solo una certa parte.... quella che pensa che tutto il marcio fosse solo in alcuni. Mi fido del giudice Casoria, quando dice "il popolo controlla". Questo e' verissimo noi controlleremo tutto... dall'inizio alla fine.
Ecco le parole quasi integrali di De Santis e le parole del giudice Casoria. (http://sussurrisportivi.blogspot.com/2010/04/tanto-rumore-per-nullao-forse-no.html)
gabriele
21.04.2010, 16:48
De Santis amareggiato e deciso. All'uscita dall'aula di Napoli l'ex arbitro De Santis ha parlato della sua deposizione in aula come di uno sfogo provocato da "una vita rovinata", affermando che anche se dovesse arrivare un'assoluzione nessuno potrebbe ridargli quello che ha perso. Ha contestato anche il metodo di indagine, alla luce di quanto illustrato da Aurichio nelle sue deposizioni. Inoltre, De Santis ha detto: "In tutte queste intercettazioni ancora non esce una telefonata tra me e Moggi, motivo per cui io sono in questo processo. Vogliamo parlare delle schede svizzere? Io sono sdoganato, per quanto dichiarato da Auricchio, da gennaio a marzo: possibile che mi viene data la sim svizzera e, nello stesso periodo, io inizio ad arbitrare contro la Juventus? Forse Moggi mi chiamava per dirmi "Arbitrami contro e fammi perdere la partita"? Se alla fine verrà fuori che io sono colpevole sono pronto a pagare, ma se ha sbagliato qualcun altro è giusto che debba pagare lui". De Santis ha poi spiegato l'ultima frase con un nuovo riferimento diretto a chi ha condotto le indagini.
alessandro magno
21.04.2010, 22:12
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eldavidinho94
27.04.2010, 21:57
devo dire che è molto interessante...
Di seguito le deposizioni spontanee di Moggi
Dichiarazione spontanea di Luciano Moggi: Alcune precisazioni relative ad inesattezze dette dal teste. Innanzitutto per quello che riguarda le amichevoli, posso dire che c'era un accordo di mandare gli arbitri più vicini dal punto di vista territoriale. Non vi era nessuna richiesta in quanto per le amichevoli era possibile, per questo per la partita con il Messina venne l'arbitro di Catania, per quella con il Livorno l'arbitro di Firenze. Per quello che riguarda poi il Trofeo Berlusconi, era uso nominare l'arbitro che era passato internazionale quell'anno, ed era il caso di Pieri. Per quanto riguarda la Maserati, ci sono state indagini della Guardia di Finanza che hanno smentito il tutto, e poi bastava vedere che noi non avevamo una lira, senza fare alcuna indagine, altro che Maserati. Sento dire ancora della Nazionale: ma chi più di un dirigente di una squadra sa se un certo giocatore è in grado di giocare, di reggere più di una partita a settimana? Ancora: avrei incontrato De Santis nello spogliatoio, a fine partita. E allora? Ma lo sa questo signore che non era vietato? Lo sa che noi non avevamo addetti agli arbitri, come Meani, che entravano negli spogliatoi anche a metà partita? Facchetti ha avuto una inibizione di tre mesi per essere entrato negli spogliatoi a metà partita, ed era vietato, io sono andato a fine gara e non lo era. Mazzini era un bravo uomo ma era solo l'ultima ruota del carro. Un'ultima osservazione per quanto riguarda il metodo di indagine seguito da Auricchio: dice di avere utilizzato come metodo di indagine la Gazzetta dello Sport, che è il giornale che praticamente fa le sentenze, e per il quale il principio di non colppevolezza non esiste. Le faccio un esempio: la partita di sabato scorso Inter-Atalanta, per la Gazzetta l'arbitro merita 6,5, mentre per il Corriere dello Sport di Roma merita 5,5. Per quanto riguarda Udinese-Brescia, prima venne detto che l'arbitro aveva ammonito tre diffidati dell'Udinese, poi questa versione venne ritrattata, ora si dice di Jankulovski, ma nessuno è andato a vedere il filmato: in quella occasione il giocatore aveva sferrato un pugno ad un avversario, volevo vedere che non veniva espulso.
alessandro magno
28.04.2010, 18:22
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alessandro magno
28.04.2010, 18:23
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maurizio
28.04.2010, 18:39
Tempo scaduto: devono dimettersi! <!--sizec--><!--/sizec-->
I più "giustizialisti" dell'estate 2006, quelli che chiedevano teste e condanne esemplari in nome dell'etica e del calcio pulito, oggi si arrampicano sugli specchi e si affrettano a rassicurare "Tanto è tutto già prescritto". Che pena vedere che gli stessi che nel 2006 si distinsero per accanimento mediatico oggi si turano il naso e tollerano l'olezzo del "finto pulito". I fatti nuovi portati a galla solo oggi hanno smascherato tanti finti moralisti senza coerenza. Nel 2006 scatenarono una campagna mediatica per ottenere le dimissioni dei vertici della FIGC. L'accusa era di aver tenuto le carte nel cassetto per "coprire la Juve". Allora le carte erano giunte dalla Procura di Torino da soli due mesi, oggi parliamo di atti che si potevano e dovevano consultare anni fa, che non sono stati richiesti, o che sono stati lasciati ammuffire "in soffitta". Oggi i paladini dell'etica non chiedono la testa di chi ha sbagliato. Sostenevano che chi aveva trascurato non garantiva trasparenza. Ed oggi? Dov'è la differenza?
Riviviamo le tappe in ordine cronologico e vedremo che tanti personaggi della FIGC "Non potevano non sapere", una frase nota, per primo, a Borrelli.
8 maggio 2006 - Franco Carraro si dimette dalla Federcalcio.
Da La Repubblica: "Il numero 1 della Figc ha deciso di lasciare dopo lo scandalo delle intercettazioni e i colpevoli ritardi della Figc sulla vicenda. Il testo delle intercettazioni era infatti noto ai dirigenti federali già da tempo. [...] Le dimissioni di Carraro sono state chieste nei giorni scorsi da Repubblica, con un articolo di Gianni Mura".
Dalla lettera di dimissioni di Carraro: "Il 21 settembre 2005 ho ricevuto dal Procuratore Capo di Torino, dott. Maddalena, la richiesta di archiviazione ed il decreto di archiviazione del Gip. Il 13 marzo mi è stata inviata la documentazione che sta alla base dei provvedimenti che mi erano stati consegnati a dicembre. Da parte mia, ho immediatamente trasmesso tutta la documentazione all'Ufficio indagini della federazione e all'Uefa".
Le reazioni politiche. L'ex vicepremier Fini commenta: "Carraro se ne va? Meglio tardi che mai". Identiche parole da Maroni della Lega. E Vannino Chiti, Ds: "Ha preso atto di una situazione insostenibile, dopo l'ennesimo e disastroso scandalo".
19 maggio 2006 - La stampa chiede anche la testa del Generale Pappa, che si dimette.
Da Tgcom.it: Il capo dell'ufficio indagini della Federazione italiana gioco calcio, Italo Pappa, si è dimesso. "I continui attacchi all'ufficio, che ho l'onore ed il privilegio di presiedere, e le indegne strumentalizzazioni che alcuni organi di stampa hanno di recente effettuato, stravolgendo completamente la realtà dei fatti, mi costringono ad assumere questa dolorosa decisione".
Aggiunge il Corriere.it: "L' ampiezza dello scandalo e il peso delle intercettazioni, però, sono sotto gli occhi di tutti. Tanto che i magistrati di Napoli hanno chiesto e ottenuto di trattare direttamente con Rossi. A lui e solo a lui consegneranno le carte necessarie a far partire i processi sportivi. I magistrati sono rimasti colpiti, in passato, dalle punizioni sempre blande nei tanti scandali che hanno tolto credibilità al calcio".
C'ERANO TRACCE DI INTER.
Sono state volutamente trascurate, fino ad arrivare alla prescrizione, ma le prime tracce su rapporti dell''Inter con arbitri in attività e designatori spuntano anche loro nel maggio 2006.
11 maggio 2006 - Nucini confessa il suo rapporto con Facchetti in un'intervista a Repubblica:
Perché raccontò quelle cose a Facchetti? E cosa gli disse esattamente?
"Io credo che non sia corretto riferire i contenuti dei molti incontri che ebbi con Facchetti. Dico solo che non è stato un incontro casuale. Con Facchetti siamo stati in confidenza, se non amici, per anni".
19 maggio 2006 - Spuntano due intercettazioni con Facchetti nell'indagine della Procura di Torino.
Titola così Corriere.it - Pairetto a Facchetti: ho fatto mettere Meier.
Anche La Stampa, riporta le stesse intercettazioni. Impossibile che siano "sfuggite" (Narducci cit.)
26 maggio 2006 - Nelle informative consegnate a Borrelli, recatosi a Napoli da "privato cittadino", e non ancora Capo dell'Ufficio Indagini, ci sono già indizi riguardo alle frequentazioni di Bergamo, Pairetto e Mazzini con altri personaggi del mondo del calcio "non indagati". Le telefonate con Spinelli e Governato vengono a galla solo ora, ma delle tracce su cui indagare c'erano, ad esempio, nella telefonata 490 dell’8 febbraio 2004, Bergamo informa la Fazi: "Stamani due so’ venuti, Cinquini del Parma e Spinelli del Livorno […] e dice no, non danneggiate il Parma" ; nella telefonata 26618 del 10 febbraio 2005, Bergamo parla così del collega Pairetto: "Gigi è amico intimo di Governato, che è il consulente di Corioni! E che gli ha fa… e che Governato gli ha fatto fa’ delle cose".
8 giugno 2006 - Bergamo in un'intervista a Repubblica:
Ma parlava o no al telefono con Moggi?
"Con Moggi? Certo che parlavo con lui, ma io parlavo con tutti. Come era logico che fosse. Parlavo con Capello, con Sacchi... Normale, normalissimo"
Però i carabinieri sostengono che c'è stato un pranzo segreto a casa sua, a Collesalvetti, con i dirigenti della Juve.
"Macché segreto e segreto. Il campionato era praticamente finito, la Juventus giocava a Livorno e aveva già vinto lo scudetto. Sì, Moggi e Giraudo sono venuti a cena a casa mia, e allora?"
I carabinieri erano appostati al cancello...
"Al cancello, lungo la stradina, ovunque stavano... In passato avevo invitato a cena anche Galliani, dirigenti dell'Inter e di altre società. Scusate, ma che male c'è?"
8 giugno 2006 - Interrogatorio di Bergamo
Gli uomini del pool di Borrelli interrogano Bergamo dalle 9.10 alle 18. Bergamo confessa subito ai vicecapi dell'allora Ufficio Indagini, D’Andrea e De Feo, che sentiva tanti altri dirigenti. Tuttosport porta oggi alla luce il verbale d'interrogatorio nel quale è riportata anche questa dichiarazione di Bergamo: "Non ho mai negato di parlare della probabile formazione della griglia, che comunque dovevo confrontare con Pairetto, anche con tutti gli altri dirigenti di società che me ne avessero fatto richiesta. Questa consuetudine di parlare della griglia o di quegli arbitri che potevano andare nella griglia, ribadisco, ce l’avevo anche con altri dirigenti (tra gli altri Facchetti, Meani, Capello, Sacchi). Non so dire se Pairetto si confrontava con altri su questi temi. E preciso che la conoscenza della griglia era il “segreto di Pulcinella” in quanto gli arbitri erano certamente individuabili per gli addetti ai lavori". Perché non si è approfondito ed indagato su quanto Bergamo aveva dichiarato? Oggi non sentiremmo parlare di prescrizione per reati che si potevano indagare nel 2006.
8 giugno 2006 - Bergamo ospite/imputato a Matrix rivela contatti con tutti.
"Intervenuto in TV alla trasmissione Matrix, condotta da Enrico Mentana, Paolo Bergamo ha affermato che le telefonate a lui ed al suo collega Pierluigi Pairetto da parte dei dirigenti delle diverse squadre erano molto frequenti. Bergamo ha candidamente rivelato di essere solito parlare con tutti ed ospitare in casa sua, persino per la notte, il presidente interista Giacinto Facchetti. In particolare, ha dichiarato che riceveva spesso telefonate dai dirigenti dell'Inter, squadra a cui è stato assegnato successivamente lo Scudetto 2005-2006. Sempre nel corso dell'intervista, l'ex designatore, ha detto che durante la stagione calcistica 2003-2004 ha parlato più volte con l'allora allenatore della Roma, Fabio Capello".
19 giugno 2006 - Relazione di Borrelli a Palazzi (allora Procuratore e non ancora Super).
Ricordava Tuttosport, qualche giorno fa, dopo le intercettazioni ritrovate dalla difesa di Moggi: "In ogni caso, qualcosa Borrelli deve avere subodorato, se non addirittura capito, visto che - il 19 giugno del 2006 - concluse con queste inequivocabili parole la relazione che consegnò al procuratore Stefano Palazzi: “Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire: la vastità del contesto, la unicità di questo che è il più grande scandalo del mondo del calcio, il numero davvero ampio di società e soggetti coinvolti, i plurimi filoni investigativi che sin da ora emergono e che vieppiù emergeranno nel prosieguo, Non permettono di ritenere conclusa l’opera di individuazione delle responsabilità eventualmente attribuibili ad altre società e ad altre persone fisiche”."
12 settembre 2006 - Anche Mazzarri conferma la versione di Bergamo.
(AGM-DS) – Reggio Calabria 12 settembre – Walter Mazzarri difende indirettamente Luciano Moggi: "È vero, tutti i club si rivolgevano a Paolo Bergamo". L’allenatore della Reggina torna, nel corso della sua conferenza stampa del martedì, a parlare dello scandalo di Calciopoli. Lunedì sera, in tv, lo stesso Bergamo aveva sostenuto di avere avuto contatti frequenti con tutte le società e non solo con l’ex dg della Juventus. E Mazzarri conferma: "Ripeto quello che già avevo detto in passato: tutte le società si rivolgevano a lui in quanto designatore, era una prassi consolidata".
2 aprile 2007 - Abete presidente FIGC
Finisce il commissariamento di Pancalli ed Abete viene eletto presidente. Poche settimane più tardi c'è l' abbandono di Francesco Saverio Borrelli e la costituzione della Superprocura Federale con tutti i compiti, di indagine ed accusa, assegnati ad un uomo solo: Palazzi.
BORRELLI. Facendo un bilancio del lavoro di Borrelli non possiamo non notare che aveva avuto indizi ed elementi per aprire un filone d'inchiesta anche sull'Inter per quanto riguarda Calciopoli. A Borrelli, che invocò a lungo qualche “pentito” che rompesse l’omertà, qualcosa fu tenuta nascosta dagli investigatori, come il "caso Coppola". L'assistente Rosario Coppola raccolse l'invito di Borrelli ed il 20 maggio 2006 si recò spontaneamente dagli investigatori di Roma (i "magnifici 12" di Auricchio ndr), per parlare del "sistema" in modo allargato e di pressioni ricevute per un caso che coinvolgeva l'Inter, ma gli fu risposto che "L'Inter non interessa". Pur essendogli stata negata la conoscenza di questo importante tassello, però, Borrelli aveva, come abbiamo visto, indizi su cui indagare, aveva la deposizione di Bergamo da approfondire. Visto che a giugno 2006 aveva scritto che "Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire", chiediamo perché non lo abbia fatto nei mesi seguenti, finché è rimasto in carica.
PALAZZI. Salito alla ribalta grazie a Calciopoli e all'investitura da parte di Guido Rossi, ad aprile 2007 diventa il Capo della Superprocura. Palazzi ha avuto accesso agli stessi dati sottovalutati da Borrelli e ad altri che si sono aggiunti dopo.
30 aprile 2007 - De Santis, ad Antenna 3, riparla dell'Inter.
"Io dichiaro di non aver mai, e dico mai, parlato al telefono con Luciano Moggi e di non aver mai preso da Moggi alcuna sim straniera. Anzi. Dico di più. Ero solito parlare abitualmente con altri dirigenti calcistici. Mi sentivo spesso con Facchetti e Meani. Con Giacinto Facchetti avevo un buonissimo rapporto e devo dire che lui in parecchie circostanze è stato molto ossessivo. (...) Queste cose le sa benissimo anche Moratti. Mi spiace parlare di una persona che purtroppo non c'è più. Ma io sono disponibilissimo a rendere pubblici i miei tabulati telefonici, di modo che tutti sappiano che questi rapporti erano reali. Meani? mi sentivo spessissimo anche con lui e mi viene da sorridere quando viene trattato come un fattorino o una badante". Ma ancor più sorprendete la rivelazione di De Santis sulla sua fede sportiva: "Sono interista".
Per queste dichiarazioni De Santis si prenderà la reprimenda di quasi tutta la stampa sportiva (un esempio tra i tanti). Ma aveva ragione De Santis, le telefonate dove è Facchetti a chiamarlo, a cercare un arbitro in attività, ci sono, e tanti dovrebbero le scuse all'ex arbitro.
Davanti a tante ripetute affermazioni di Bergamo e De Santis, davanti alla deposizione di Bergamo agli atti, Palazzi avrebbe dovuto aprire un fascicolo per interrompere la prescrizione, in attesa di ricevere altra documentazione dal processo di Napoli, dove la FIGC, come "parte civile", avrebbe avuto accesso agli stessi atti scandagliati dalla difesa di Moggi. Palazzi non lo ha fatto.
Dicembre 2007 - La Procura di Napoli trasmette gli atti dell'inchiesta alla Figc.
Solo dopo 15 giorni di intercettazioni inedite, pubblicate da noi e tanti altri media, in FIGC sono andati a caccia dei 31 dvd e 40 cd con tutte le 171.000 intercettazioni, senza trovarli. Solo il 16 aprile 2010 Antonello Valentini, il direttore generale della FIGC, ammette: "Per qualsiasi vicenda di carattere giudiziario, noi ci mettiamo in scia alla magistratura ordinaria. Abbiamo accertato con il Procuratore federale che non abbiamo mai avuto quei dischetti. Il 15 dicembre 2007 Palazzi chiese i documenti a Napoli e alla viglia di Natale ci furono recapitati tre faldoni cartacei su fatti che tra l’altro erano caduti in prescrizione sei mesi prima".
I reati per le società potevano essere prescitti, ma per i tesserati non erano ancora prescritti, e dai brogliacci si sarebbero potute constatare le telefonate venute a galla.
Perché Palazzi non ha chiesto i brogliacci e tutti i cd delle telefonate?
Se si aprono fascicoli sullo striscione di Ambrosini, o sugli "aiutini" per l'Inter denunciati da De Rossi, si poteva aprire un fascicolo anche sulle dichiarazioni di Bergamo e De Santis. La FIGC non si nasconda dietro una foglia di fico.
ABETE. L'8 aprile Abete ha dichiarato: "La Figc segue con la massima attenzione l'evolversi della situazione, avendo come obiettivo quello di favorire la massima chiarezza. Abbiamo le responsabilità di garantire pari trattamento per tutti [...] L'auspicio è dei seguire tutte le vicende con il massimo rigore e rispetto".
La FIGC avrebbe dovuto seguire la situazione per favorire chiarezza dal 2006, abbiamo visto che ne aveva conoscenza. La FIGC non potrà nei fatti garantire pari trattamento, perché ha lasciato che i reati andassero in prescrizione. Il massimo rigore? Doveva esserci prima e non c'è stato nel condurre le indagini su informazioni di reato.
Abete ha detto anche: "I comportamenti illeciti si prescrivono, quelli morali no". Un contentino che non può coprire il fattaccio della prescrizione.
Abete dovrebbe dimettersi, per gli stessi motivi per i quali furono chieste a furor di stampa le dimissioni di Carraro.
Come minimo Abete, in qualità di massimo rappresentante della FIGC, per dare credibilità a parole come "chiarezza, rigore e rispetto", dovrebbe dare delle risposte su chi è il responsabile delle negligenze che hanno condotto alla prescrizione, dovrebbe chiederne le dimissioni immediate.
PALAZZI. Il superprocuratore, a capo dell'ufficio che doveva curare le indagini, è il primo ad essere chiamato in causa, il primo a dovere delle risposte. Ma tace. In questi ultimi anni ha dimostrato di aver smarrito la durezza del 2006 e, soprattutto quando i fatti interessavano l'Inter, di aver scelto tempi lunghi e mano leggera. Il 6 aprile il suo ufficio è stato tirato in ballo dall'avvocato Morescanti che, sulla questione pedinamenti e spionaggio, ha detto: "Nel 2007 la Federazione sapeva perfettamente quello che era successo. Cosa ha fatto nei confronti dell'Inter visto che da quell'indagine è emerso chiaramente che i mandanti per far seguire e pedinare determinate persone del mondo del calcio sono stati Moratti e Facchetti? La Federazione queste documentazioni le ha, io ho le prove, io ho la documentazione e l'ho portata anche al CONI quando ho difeso Fabiani e, addirittura, l'ho mandata per far riaprire il procedimento anche nei confronti dell'Inter. La Federazione ha taciuto ed ha ritenuto di non dover riaprire un procedimento così importante" (nel video, dal minuto 1:30).
Abbiamo trattato il caso in un articolo che chiede spiegazioni e non silenzio.
Ma Palazzi ha trattato anche il caso "bilanciopoli" delle milanesi: il 18 gennaio 2007 Tuttosport informava che: "l’indagine per falso in bilancio su Massimo Moratti e Adriano Galliani è stata chiusa e il pubblico ministero, Carlo Nocerino, così si esprime a proposito della situazione dell’Inter, ricollocandola nel periodo tra il 2003 e 2005: «L’equilibrio finanziario sarebbe saltato se la società avesse evidenziato le perdite connesse alle plusvalenze fittizie e l’Inter non avrebbe superato i parametri chiesti dalla Covisoc per l’iscrizione al campionato 2005-2006»". Bilanciopoli, dopo grandi "cautele", si chiude con patteggiamenti e buffetti solo il 12 giugno 2008.
Ne abbiamo parlato diffusamente in questi articoli:
Bilanciopoli, la trave nell'occhio di Palazzi
Bilanciopoli: patteggiamento e multarella per Inter e Milan
Lo scandalo dello scandalo...
C'è un altro caso che riguarda l'Inter e in cui l'operato di Palazzi ha sollevato perplessità: quello delle trattative di diversi dirigenti con l'inibito Preziosi. Per aver trattato con il presidente genoano, Secco e Bettega furono inibiti, mentre Moratti no. A Palazzi chiese conto dei "Due pesi e due misure" Roberto Beccantini (leggi l'articolo), che si sentì rispondere: "Dottore comprendo l’esigenza di dover far fronte alla curiosità dei lettori. Nello stesso tempo, mi permetto di osservare che anche notizie apparentemente simili vanno vagliate in profondità perché, lei capirà, non tutto quello che è, sembra; e non tutto quello che sembra, è. Mi scuso, dunque, se non posso proseguire in quel processo deduttivo e intellettivo che, immagino, lei vorrebbe che portassi a termine. Lei mi capisce, vero... ?".
Beccantini candidamente ammise: "Per la verità, non ho capito un tubo".
Palazzi ora dovrà gestire l'inchiesta sulle intercettazioni inascoltate anche dal suo Ufficio e fatte "scadere". L’avvocato Mario Stagliano, ex vicecapo dell'Ufficio indagini ha detto: "Nessuno si prese la briga di ascoltare quelle telefonate. Il che è grave: se io leggo, nelle informative dei Carabinieri, che ci sono 171 mila telefonate registrate e ne ho lette molte meno di mille, il dubbio di ascoltare cosa c’è in quei mesi e mesi di intercettazioni mi deve cogliere".
I media tacciono, ma noi non assumeremmo mai un incendiario per fare il pompiere.
Qualcuno ha sbagliato. Per colpa di qualcuno il tempo è scaduto: dimettetevi!
TMW.com
maurizio
29.04.2010, 14:59
La Lazio chiederà risarcimento alla FIGC
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Ha parlato oltre 40 minuti stamattina l'avvocato Gian Michele Gentile ai microfoni di Sei Volte Buongiorno su Radio Sei. Reduce da Napoli, dove martedì scorso ha assistito alla deposizione del giudice Cosimo Maria Ferri, il legale della Lazio ha affermato: "Se su Bergamo non emergeranno responsabilità in merito alla sua eventuale partecipazione nell'alterare le partite della Lazio, la società chiederà la revocazione del processo sportivo del 2006". La revocazione, la cui richiesta andrà rivolta alla Corte di Giustizia Federale, consente di modificare una sentenza definitiva qualora con nuove prove si possa dimostrare che la stessa sia stata basata su fatti falsi, inattendibili. Proprio in merito alla causa biancoceleste, nel procedimento in corso a Napoli gli arbitri Domenico Messina (arbitro di Lazio-Parma) e Gianluca Rocchi (Chievo-Lazio) sono stati assolti per non aver commesso il fatto, così come l'ex numero 1 della Figc, Franco Carraro, è stato prosciolto. Non solo, il Gup Di Gregorio, nel dispositivo relativo ai due direttori di gara, afferma che le due partite in oggetto non sono state alterate. Gentile ha poi precisato come "Rocchi e Messina abbiano smentito ogni contatto con i designatori, inoltre, i giocatori delle due partite, sentiti, hanno smentito ogni sensazione o percezione di partita inquinata". Quindi, la catena di comando ipotizzata dalla Procura federale nel 2006, "Carraro spinge sui designatori per aiutare la Lazio, i designatori chiamano gli arbitri, gli stessi dirigono pro-Lazio", di fatto non starebbe in piedi. "Ascolteremo la deposizione di Bergamo – continua deciso Gentile – e se non emergeranno fatti concreti che provino atti illeciti, ovvero, se verrà dimostrato che mai Bergamo ha provato a condizionare i direttori di gara ad agio della Lazio, allora come società chiederemo la revocazione del procedimento perché le prove su cui si fonda la condanna sportiva, in sede penale si sono rivelate inattendibili". Tornando alla deposizione del giudice Ferri, Gentile ricorda che il "teste riferisce su fatti e su impressioni", ribadendo come il magistrato – sentito come testimone dai pm partenopei – martedì scorso abbia precisato che le ipotesi di combine Mazzini-Lotito fossero solo "impressioni, sensazioni, senza alcun fondamento concreto o fatto a cui lui avrebbe assistito personalmente". Per chiudere il cerchio di Calciopoli manca solo Innocenzo Mazzini, imputato a Napoli per associazioni a delinquere per frode sportiva. "Su Mazzini non ci sono prove, all'epoca dei fatti parlare con il vicepresidente della Figc non era un reato – ricorda ancora l'avvocato – Se non sarà mostrato nulla di diverso dalle telefonate fatte con Lotito, ovvero se non ci saranno prove di un suo concreto tentativo di alterare le partite, la sua posizione non muta quella della Lazio". Tornando alla revocazione, se la Corte di Giustiza Federale dirà si all'istanza, e se la Lazio otterrà la revocazione, a quel punto la Lazio, per i danni subiti dalla mancata partecipazione alla Coppa Uefa 2006/2007, potrebbe chiedere il risarcimento in sede civile. Infine, quando gli viene chiesto "perché la Procura di Napoli non ha trasmesso tutti gli atti alla Figc", la risposta è lapidaria: "Trascuratezza oppure favoritismo, ma a quest'ultima ipotesi non voglio neanche pensare".
TMW
ps
La Lazio e i suoi dirigenti fanno vedere ai dirigenti Juve chiamiamoli così di avere le palle che noi (loro) non hanno
Voglio Lotito come presidente!
AlexnelCuore
30.04.2010, 15:59
è pesante ma ha gli attributi
alessandro magno
01.05.2010, 22:06
La Lazio chiederà risarcimento alla FIGC
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Ha parlato oltre 40 minuti stamattina l'avvocato Gian Michele Gentile ai microfoni di Sei Volte Buongiorno su Radio Sei. Reduce da Napoli, dove martedì scorso ha assistito alla deposizione del giudice Cosimo Maria Ferri, il legale della Lazio ha affermato: "Se su Bergamo non emergeranno responsabilità in merito alla sua eventuale partecipazione nell'alterare le partite della Lazio, la società chiederà la revocazione del processo sportivo del 2006". La revocazione, la cui richiesta andrà rivolta alla Corte di Giustizia Federale, consente di modificare una sentenza definitiva qualora con nuove prove si possa dimostrare che la stessa sia stata basata su fatti falsi, inattendibili. Proprio in merito alla causa biancoceleste, nel procedimento in corso a Napoli gli arbitri Domenico Messina (arbitro di Lazio-Parma) e Gianluca Rocchi (Chievo-Lazio) sono stati assolti per non aver commesso il fatto, così come l'ex numero 1 della Figc, Franco Carraro, è stato prosciolto. Non solo, il Gup Di Gregorio, nel dispositivo relativo ai due direttori di gara, afferma che le due partite in oggetto non sono state alterate. Gentile ha poi precisato come "Rocchi e Messina abbiano smentito ogni contatto con i designatori, inoltre, i giocatori delle due partite, sentiti, hanno smentito ogni sensazione o percezione di partita inquinata". Quindi, la catena di comando ipotizzata dalla Procura federale nel 2006, "Carraro spinge sui designatori per aiutare la Lazio, i designatori chiamano gli arbitri, gli stessi dirigono pro-Lazio", di fatto non starebbe in piedi. "Ascolteremo la deposizione di Bergamo – continua deciso Gentile – e se non emergeranno fatti concreti che provino atti illeciti, ovvero, se verrà dimostrato che mai Bergamo ha provato a condizionare i direttori di gara ad agio della Lazio, allora come società chiederemo la revocazione del procedimento perché le prove su cui si fonda la condanna sportiva, in sede penale si sono rivelate inattendibili". Tornando alla deposizione del giudice Ferri, Gentile ricorda che il "teste riferisce su fatti e su impressioni", ribadendo come il magistrato – sentito come testimone dai pm partenopei – martedì scorso abbia precisato che le ipotesi di combine Mazzini-Lotito fossero solo "impressioni, sensazioni, senza alcun fondamento concreto o fatto a cui lui avrebbe assistito personalmente". Per chiudere il cerchio di Calciopoli manca solo Innocenzo Mazzini, imputato a Napoli per associazioni a delinquere per frode sportiva. "Su Mazzini non ci sono prove, all'epoca dei fatti parlare con il vicepresidente della Figc non era un reato – ricorda ancora l'avvocato – Se non sarà mostrato nulla di diverso dalle telefonate fatte con Lotito, ovvero se non ci saranno prove di un suo concreto tentativo di alterare le partite, la sua posizione non muta quella della Lazio". Tornando alla revocazione, se la Corte di Giustiza Federale dirà si all'istanza, e se la Lazio otterrà la revocazione, a quel punto la Lazio, per i danni subiti dalla mancata partecipazione alla Coppa Uefa 2006/2007, potrebbe chiedere il risarcimento in sede civile. Infine, quando gli viene chiesto "perché la Procura di Napoli non ha trasmesso tutti gli atti alla Figc", la risposta è lapidaria: "Trascuratezza oppure favoritismo, ma a quest'ultima ipotesi non voglio neanche pensare".
TMW
ps
La Lazio e i suoi dirigenti fanno vedere ai dirigenti Juve chiamiamoli così di avere le palle che noi (loro) non hanno
questa sembra una notiziola invece è una bomba , perchè qualcuno apre una strada . se lotito chiederà la revoca di quel processo e magari un risarciemnto magari lo faranno anche della valle e chi sà galliani? allora anche i nostri si dovranno muovere per forza
mplatini62
02.05.2010, 07:18
che soddisfazione e orgoglio...
sperare di andare a rimorchio della lazio
che nonostante sia stata penalizzata
molto meno di noi chieda il risarcimento
danni!
e non dimenticate l'affaire Preziosi,
che se radiato come moggi...
mette in risalto il problema della vendita
di milito ai mentecatti con preziosi inibito...
che potrebbe/dovrebbe, per l'ennesima volta
essere penalizzata come per recoba.
anche questo era nell'articolo di tuttosport
e di moggi su Libero!
se ne terrà conto?
AlexnelCuore
10.05.2010, 23:21
CALCIOPOLI, domani Ancelotti in aula. Segui la diretta su TuttoJuve
Dopo la conquista della Premier League col suo Chelsea ed i relativi festeggiamenti, Carlo Ancelotti sara' domani a Napoli per testimoniare al processo di Calciopoli, che riprendera' davanti alla nona sezione del Tribunale. Ancelotti e' tra gli ultimi testi indicati nella lista dei pubblici ministeri Giuseppe Narducci e Stefano Capuano. L'ex tecnico rossonero era stato convocato gia' per la precedente udienza ma il blocco dei voli, causato dalle ceneri del vulcano islandese, determino' lo slittamento della testimonianza. Gli avvocati di Luciano Moggi presenteranno inoltre la lista delle chiamate da acquisire - aumentate da 74 ad oltre 200 - e avrà dalla procura due nuovi Cd (con migliaia di chiamate dell'ex designatore Pairetto). Le copie dei cd in loro possesso, infatti, non risultavano leggibili. TuttoJuve.com seguirà minuto per minuto LIVE quest'altra fondamentale udienza del processo "Calciopoli".
gabriele
11.05.2010, 11:27
PROCESSO DI NAPOLI : udienza del 11/05/10
9.30: L'inviato è in aula. Sono arrivati Bertini, Bergamo, De Santis, gli avvocati Prioreschi e Morescanti
10.00: E' terminato l'appello. Sono presenti il Maresciallo Di Laroni per il controesame difesa De Santis, Cuttica e Vignaroli, l'arrivo di Ancelotti è previsto per mezzogiorno.
Il teste Pepe si avvale della facoltà di non rispondere e il PM rinuncia all'esame.
10.30: Era stato convocato anche Mancini che ha mandato una comunicazione con cui dice di essere impossibilitato ed assicura la presenza alla prossima udienza, il 25.
Presidente Casoria: Le difese hanno predisposto l'elenco delle telefonate?
Difesa Pairetto: Ci sono trenta telefonate predisposte da noi, ma siamo riusciti ad ottenerle solo grazie alla disponibilità dei consulenti Moggi ma Pairetto lamenta l'assenza di centinaia di telefonate ad esempio con Facchetti che chiamava ogni settimana e a volte anche più volte. L'assenza dei brogliacci di Pairetto che non riusciamo a trovare ci limita, quelle che abbiamo oggi sono solo la punta dell'iceberg. Gli unici brogliacci sono quelli della procura di Torino che durano solo due settimane, che coprono il precampionato, che tra l'altro avvalorano ciò che dice Pairetto in quanto ci sono tre telefonate di Facchetti.
Difesa Pairetto: La richiesta è di produrre queste prime trenta ma si chiede che il giudice consenta di aggiungerne altre quando si troveranno, Pairetto dice che più se ne trascrive più emerge la sua equanimità nei confronti di tutti, quindi se non si trovano chiedo la trascrizione integrale di tutte.
Presidente Casoria: depositi l'elenco.
Difesa Pairetto: Chiedo la trascrizione dei brogliacci contenuti sui dischetti che non si aprono.
Avv. Prioreschi: Anche noi abbiamo completato un altro elenco, altre 43 telefonate.
PM: Qualche precisazione: dal luglio 2007 da quando è completatata l'indagine, agli atti del fascicolo del PM sono presenti i cd-rom originali uso autorità giudiziaria, che contengono le intercettazioni relative al processo di Napoli, nonché quelle dell'indagine di Torino. I cd-rom, tre anni fa erano liberamente utilizzabili dalle difese che avrebbero potuto chiedere copie dei cd-rom all'ufficio e quindi dovremmo anche chiarire quali sono i cd-rom che stanno circolando, né le copie sono state chieste all'inizio del procedimento. Una attività di intercettazione notevolissima è stata tutta racchiusa su supporto informatico, a differenza di quanto succedeva prima con i brogliacci. Dunque il cd-rom contiene tutti gli elementi per la identificazione della telefonata nonchè il brogliaccio. Quando sono stati consegnati, e il PM ha consegnato al collegio dei periti tutti i cd-rom, non vi fu alcun problema per la loro apertura. Anche la Procura intende chiedere ulteriori trascrizioni, altre 78, una parte riguarda il periodo coperto dalla captazione seguita dalla autorità di Torino. Sono intercettazioni che riguardano Moggi e Pairetto, Mazzini e altri, alcune che non sono state trascritte, riguardano l'agosto 2004 a cui ha fatto riferimento Salvagno nell'ultima udienza. Altra parte riguarda il periodo febbraio maggio 2005 e sono conversazioni registrate sulla utenza di Fazi e per la maggior parte sono con Bergamo, Moggi, Trefoloni che hanno sicuro rilievo processuale. Ho un elenco e dunque la Procura chiede che insieme al materiale della difesa vi sia ingresso anche per le proprie conversazioni. Altra richiesta è di tipo documentale, nel corso di una trasmissione televisiva, Matrix, Moggi ha fatto dichiarazioni confessorie ed in particolare, per la prima volta ha confessato di avere avuto la disponibilità di schede telefoniche svizzere e di averle date a Bergamo, Pairetto e Paparesta Romeo. Il PM ha acquisito il cd-rom della trasmissione e chiede l'ingresso nel processo.
Presidente Casoria: Le difese, sulla richiesta della acquisizione di 'Matrix'?
Avv. Prioreschi: Nulla quaestio sulle telefonate ma, se la difesa è imputata di ritardo, che dire del pm che le aveva con sé? Con riferimento a Matrix, mi pare che Moggi lo abbia detto in una dichiarazione spontanea che utilizzava le schede per fare il mercato, quindi non c'è una novità, non è una dichiarazione confessoria, quindi mi oppongo.
Avv. Morescanti: Sulle trascrizioni, è bene che il tribunale sappia che io non sapevo dell'esistenza dei dischetti, non ho mai avuto la possibilità di richiedere copia dei dischetti. Io mi sono recata in Procura a chiedere le copie ma mi è stato impossibile, perché ci hanno chiesto più di 35mila euro per questo adempimento.
Viene conferito l'incarico al consulente Porto che chiede 60 giorni di tempo per il deposito della perizia a partire dal 18 maggio (tra le telefonate di cui è stata chiesta l'acquisizione da parte della difesa Moggi ce ne sono alcune tra Bergamo e la sede dell'inter, tra Bergamo e Collina, tra Bergamo e Cellino, tra Copelli e Bergamo, scoperte dal perito della difesa di Moggi Nicola Penta).
11.30: Viene introdotto il teste Di Laroni che chiede di non essere ripreso dalle telecamere.
Avv. Gallinelli, difesa De Santis.
Avv. Gallinelli: quando è stato sentito?
Di Laroni: nel mese di novembre 2009.
Avv. Gallinelli: ci sa dire che indagini ha svolto in riferimento a De Santis?
Di Laroni: parto dall'inizio. Nel corso dell'indagine tecnica ottobre 2004 - giugno 2005, ci siamo resi conto che alcuni soggetti sottoposti ad intercettazione avevano creato una loro rete soprattutto tra Moggi e i due designatori che facevano riferimento ad altre telefonate e conversazioni su utenze che noi non monitoravamo.
Ogni volta che i soggetti facevano riferimento a queste conversazioni non capivamo.
All'1.04 del febbraio 2005 dall'utenza di casa di Bergamo partiva una chiamata in direzione di una utenza internazionale, che era svizzera, della sunrise.
Quindi abbiamo acquisito i tabulati di questa utenza svizzera e abbiamo visto che era intestata a De Cillis Armando e che era collegata ad altre 2 utenze, sempre intestate a De Cillis, abbiamo anche provato ad intercettarle ma in quel periodo non vi furono telefonate.
Avv. Gallinelli: giudice, io sono il difensore di De Santis, mi interessa capire come si è arrivati a lui.
Di Laroni:all'esito dell'indagine il figlio di De Cillis Armando si reca dai Carabinieri a cui dice che ha venduto 9 schede a Moggi.
Noi attiviamo attraverso la Procura, facciamo un primo lavoro su queste utenze che a loro volta hanno contatti con altre utenza nazionali ed estere, insomma si crea una rete e qui arriviamo a De Santis.
In particolare una delle prime 9 utenze attribuite a Moggi, aveva contatti con una sulla quale facciamo delle indagini. dal 7 gennaio al 9 marzo 2005, questa scheda ha contatti con lo stesso gestore svizzero.
Dopo, questa data ha contatti con utenze di gestori nazionali. Per assegnare l'utenza a De Santis abbiamo analizzato le celle agganciate con maggior frequenza per vedere il luogo dove maggiormente si trovava la sim che in quel caso era Roma.
In più si controllava nel caso di determinati eventi, ad esempio i raduni arbitrali si agganciavano alla celle di Firenze, Coverciano e altre volte si agganciavano a quelle delle città dove arbitrava De Santis.
Questa utenza è stata anche contattata da utenza di Tivoli, ad un'altra intestata a De Santis Rosaria e residente a Tivoli, un'altra alla moglie di De Santis, un'altra a Martino Manfredi, un'altra a Strippoli, un'altra a Consolo Andrea, un'altra a Morescanti Silvia, un'altra a Mazzei Francesco, e Di Cesare Michele, consulente finanziario.
Questi dati ci hanno permesso con buon grado di approssimazione di dire che questa utenza era verosimilmente ad uso di De Santis.
Avv. Gallinelli: maresciallo, questa è l'indagine di carattere sommario di cui ha parlato alla scorsa udienza. Lei ha detto che ha associato a De Santis questa utenza svizzera anche verificando quali utenze italiane venivano agganciate.
Avete ascoltato anche i vari soggetti per verificare se effettivamente avevano ricevuto telefonate da De Santis? Strippoli e gli altri soggetti sono stati sentiti?
Di Laroni: non li abbiamo sentiti ma non c'era bisogno. Alcuni erano dei parenti, altri erano soggetti con cui il De Santis era in contatto normalmente anche con altre utenze che intercettavamo.
Avv. Gallinelli: avete svolto verifica anche sull'esistenza di altri soggetti del mondo del calcio residenti nella zona di Roma Eur- Tivoli?
Di Laroni: No.
Avv. Gallinelli: sapete quanti abitanti fa Roma?
Di Laroni: si.
Avv. Gallinelli: e Tivoli?
Di Laroni: no,
Avv. Gallinelli: ripeto quanto ha riferito a novembre: l'analisi è consistita nel cercare di associare ogni scheda ad un probabile utilizzatore, poi abbiamo analizzato tutte le celle che si agganaciavano, al fine di individuare i luoghi frequentati.
Una volta ottenuto questo dato lo abbiamo correlato con altri utenti interecettati.
Avete esteso l'accertamento ad un raggio di azione più ampio?
Di Laroni: no.
Avv. Gallinelli: la vostra indagine è stata svolta attraverso l'indagine dell'ismc?
Di Laroni: abbiamo verificato il luogo dove si trovava la scheda.
Avv. Gallinelli: lei è a conoscenza che è necessario individuare anche l'SRB?
Presidente Casoria: ha già chiarito le indagini che ha svolto, che l'ha individuato lo stesso gestore.
Avv. Gallinelli: come sono riusciti ad associare con precisione elevata questo abbinamento?
Di Laroni: é la mole di dati che ci consente di arrivare ad un risultato con quasi certezza, qui parliamo di tantissime volte in un periodo ampio,
Avv. Gallinelli: io chiedo un dato tecnico, io voglio capire con quali analisi tecniche voi siste riusciti ad associare la scheda a De Santis.
Di Laroni: quando io ho fatto l'accertamento De Santis era intercettato e quindi in altre telefonate lui era a Coverciano e la scheda sim era collegata alla cella di Firenze.
Avv. Gallinelli: Visto che ha citato Palemo, Palermo-Juve è una delle gare che sono state contestate a De Santis.
Di Laroni: Non lo ricordo
Avv. Gallinelli: E ricorda il risultato?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Quindi avete verificato dei contatti a Palermo e avete visto che la scheda svizzera si collegava alle celle di De Santis, avete verificato se le celle erano quelle vicine allo stadio o all'albergo del De Santis
Di Laroni: Abbiamo verificato che alcune celle di Palermo agganciavano la scheda
Avv. Gallinelli: Avete accertato se le strade erano vicine allo stadio?
Di Laroni: No, mi sembra
Avv. Gallinelli: Avete controllato con quale volo è arrivato a Palermo De Santis, a che ora?
Di Laroni: No, ma ci sono anche altri casi perché parla solo di Palermo
Avv. Gallinelli: Ci arriviamo, maresciallo, lei esclude che una telefonata partita da una zona di Roma può essere agganciata da una cella di Tivoli?
Di Laroni: Forse avv. lei si irferisce al fatto che sulla montagna di Tivoli c'è un ponte ripetoriore che serve buona parte di Roma, ma non è possibile quello che dice lei
Avv. Gallinelli: Ma è uno die più grandi d'Italia?
Di Laroni: Si
Avv. Gallinelli: Il vostro accertamento è stato esteso al codice IMEI?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Attraverso questo accertamento potevate scoprire se De Santis inseriva nel cellulare una scheda svizzera, giusto?
Di Laroni: Si
Avv. Gallinelli: E perché non l'avete fatto? credo che fosse rilevante
Di Laroni: Per me lui poteva utilizzare un altro telefono
Presidente Casoria: andiamo avanti
Avv. Gallinelli: Questa interpolazione di dati era circoscritta a soggetti che erano sotto indagine?
Di Laroni: Si
Avv. Gallinelli: Ed altri soggetti?
Di Laroni: Man mano che venivano fuori, ad esempio, Pieri, Cassarà, Fabiani, li abbiamo intercettati
Avv. Gallinelli: Ed altri dirigenti c'erano? Collina c'era?
Di Laroni: Noi partiamo dall'utenza che se mi da dei numeri che posso ricondurre a De Santis faccio l'accertamento
Avv. Gallinelli: Il possesso della sim è servito alla valutazione del contesto associativo del De Santis?
Di Laroni: Noi abbiamo fatto le indagini, poi la procura...
Avv. Gallinelli: No voglio sapere come lo avete valutato voi
Presidente Casoria: Va bene avvocato abbiamo chiarito
Avv. Gallinelli: Avete fatto delle indagini incrociate per verifivcare le chiamate in entrata e in uscita dalle varie utenze?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: E come mai non avete utilizzato il software analyst?
Di Laroni: Perché presenta dei forti limiti
Avv. Gallinelli: Quindi l'avete gestita manualmente, è più sicuro ed affidabile così che col software?
Di Laroni: Abbiamo fatto manualmente, ognuno sceglie come fare io ho preferito così, sento più affidabile quello che faccio io
Avv. Gallinelli: Bene, voi avete evidenziato dei contatti tra sim svizzere e celle ubicate in prossimità di Coverciano. Ci può indicare a quali raduni ha fatto riferimento nel 2004?
Di Laroni: Nel 2004 non ho dati
Avv. Gallinelli: In quel periodo la sim di De Santis ha agganciato la cella di Coverciano?
Di Laroni: Ma non nel 2004
Avv. Gallinelli: Mi sa dire quanti raduni ci sono stati nel periodo settembre dicembre 2004?
Di Laroni: Una ventina
Avv. Gallinelli: E in quel periodo la sim ha agganciato la cella di Coverciano?
Di Laroni: Si il 21 gennaio 2005, decimo raduno
Avv. Gallinelli: Mi scusi Presidente io ho chiesto settembre-dicembre 2004
Di Laroni: Ma noi non avevamo dati
Avv. Gallinelli: E perché? agganciava o no?
Di Laroni: perché abbiamo chiesto ai gestori il traffico da giugno
Avv. Gallinelli: Ma quando comiciano i dati?
Di Laroni: Dal 7 gennaio 2005, quando De Santis arbitra Parma-Juventus
Avv. Gallinelli: E si ricorda il rosultato della gara?
Di Laroni: No, mi pare un pareggio
Avv. Gallinelli: E si ricorda se ci furono polemiche
Di Laroni: No non lo ricordo
Avv. Gallinelli: Lei non ha fatto le indagini sui tabellini?
Di Laroni: Si, ma non ricordo polemiche, è così?
Avv. Gallinelli: Il traffico di questa sim è iniziato il 7 gennaio fino al 28 marzo 2005 e dopo il 28 marzo?
Di Laroni: non c'erano più contatto con utenze Svizzere ma solo Italiane
Avv. Gallinelli: Quindi lei ha evidenziato che De Santis andava ad arbitrare e la sim agganciava la cella della città
Di Laroni: Si
Avv. Gallinelli: E avete accertato i contatti in occasione della partita Lecce-Parma il 28 maggio?
Di Laroni: No, quel giorno non c'era traffico, il gestore non ci ha fornito dati
Avv. Gallinelli: E prima di Juventus-Inter il 20 aprile 2005? a Torino?
Di Laroni: I gestori non ci hanno fornito dati
Avv. Gallinelli: Io voglio sapere in genere, non solo utenze svizzere
Di Laroni: No non ci hanno fornito dati
gabriele
11.05.2010, 13:44
12.30: Avv. Gallinelli: E il primo maggio a Firenze?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: E 12 dicembre 2004 a Reggio Calabria?
Di Laroni: No, iniziava il 7 gennaio l'ho detto
Avv. Gallinelli: Brescia-Messina, il 22 maggio?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Ma sti dati li avete chiesti?
Di Laroni: Si
Avv. Gallinelli: Quando dice non ci sono stati forniti che intende?
Di Laroni: Che li abbiamo chiesti e non ci sono stati dati
Avv. Gallinelli: Il derby del 27 febbraio 2005 Milan-Inter?
Di Laroni: No, niente dati
Presidente Casoria: E allora ci dica quali sono le partite
Di Laroni: Milan-Bologna Palermo-Juventus e Palermo-Lecce
Presidente Casoria: Adesso continui, avvocato
Avv. Gallinelli: Reggina-Messina?
Di Laroni: Niente dati
Avv. Gallinelli: Ma è stata fatta la richiesta?
Di Laroni: Si
Avv. Gallinelli: E che vi hanno detto?
Di Laroni: Che quel giorno non c'erano dati e quindi non ci potevano fornire niente
Avv. Gallinelli: Quindi il De Santis risulta essere possessore dal 7 gennaio 2005?
Di Laroni: No, io chiedo al gestore dal giugno 2004 al giugno 2007 e loro mi rispondono che i dati in loro possesso vanno dal gennaio 2005 al marzo 2005
Avv. Gallinelli: Lei a novembre riferì che dalle utenze attribuite a Moggi erano partite numerose telefonate ed altrettante numerose erano state ricevute come lo spiega?
Di Laroni: Per ogni contatto, alcuni gestori forniscono un solo dato. Altri ne forniscono 3, io di mio, anche se nella stessa telefonata c'è la differenza di un secondo con un'altra, non c'è nessuno che possa dire che sia una sola telefonata
Avv. Gallinelli: Il 21 gennaio 2005 Coverciano, vi risulta che alle 14.19 avete individuato una chiamata tra due utenze e riferito che la cella agganciata era quella di una via di Firenze. Avete verificato se il 21 e in quegli orari il De Santis si trovava in altra località?
Di Laroni: Il primo dato verificato è stato il comunicato della FIGC nel quale è detto che De Santis era presente al raduno. Il secondo dato lo abbiamo dalle intercettazioni sulla utenza di De Santis...
Avv. Gallinelli: Lei è a conoscenza che De Santis svolgeva un corso per incarichi direttivi di polizia penitenziaria?
Di Laroni: Si ricordo che tra l'altro questi aspiranti commissari venivano a fare visita a noi, il colonnello ci avvisò che stavano venendo gli aspiranti tra cui c'era anche il De Santis ed io stesso spensi i monitor dove poteva esserci il noime di De Santis
Avv. Gallinelli: Ma lei l'ha visto De Santis?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Il colonnello Auricchio glielo ha riferito?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Lei ha interpolato dei dati, eravate a conoscenza che De Santis frequantava il corso, avete fatto accertamenti sui giorni e gli orari in cui frequentava il corso?
Di Laroni: No, non l'abbiamo fatto
Avv. Gallinelli: Sa che il 21 gennaio 2005 De Santis frequentava il tirocinio presso Regina Coeli dalle 8 alle 14?
Di Laroni: No, io so che l'utenza era a Coverciano
Avv. Gallinelli: Qui si confonde la persona con l'utenza. Io credo che questo accertamento andava fatto. Non l'avete acquisito?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: 27 gennaio 2005 ore 11.53 l'utenza era sempre quella attribuita a De Santis cella agganciata Roma, sempre il 27 gennaio ore 12.14 secondo contatto tra le due schede cella agganciata Roma avete accertato dove si trovava De Santis in quella data?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Si trovava a Casal del Marmo, orario 9-13 a frequentare il corso
PM (opposizione violenta): Potrei dire che ha firmato e se n'è andato.
Avv. Gallinelli: Ma scherza? Sarebbe un reato!
Presidente Casoria: Basta con questi toni!
Avv. Gallinelli: Lei ha detto che i ritiri iniziavano il giovedì: avete accertato quando il De Santis si recava ai ritiri, durante il periodo in cui frequentava il corso?
Di Laroni: Io il 20 so che è partito alle 13 insieme a Palanca.
Avv. Gallinelli: Come lo sa?
Di Laroni: Dalle intercettazioni.
Avv. Gallinelli: Lei ha visto De Santis partire?
Di Laroni: No, lo dice lui al telefono.
Avv. Gallinelli: Avete acquisto i moduli di rimbosro delle spese di De Santis?
Di Laroni: No.
Avv. Gallinelli: 1.2.2005 ore 12.58 utenza chiamante sempre quella, cella agganciata Roma: avete accertato se De Santis frequentava il corso?
Di Laroni: No.
Avv. Gallinelli: Benissimo, nessuna domanda.
L'interrogatorio si è concluso
Viene richiesta una sospensione per attendere l'arrivo di Carlo Ancelotti.
13.00: Esame del teste Carlo Ancelotti da parte del PM
PM: Campionato 2004/05 era allenatore del Milan ricorda la partita Siena-Milan del 17 aprile 05?
Ancelotti: Si
PM: Cosa accadde nel corso dell'incontro?
Ancelotti: Siena-Milan perdemmo 2-1 e l'arbitro era Collina ci fu un episodio sfavorevole per una fuorigoipoco inesitistente e annullò un gol di Shevchenko
PM: Chi effettuò la segnalazione ?
Ancelotti: L'assistente Baglioni
PM: Conosce Meani?
Ancelotti: Si
PM: Che ruoli svolgeva nel Milan?
Ancelotti: Era l'addetto all'arbitro
PM: Lei ha fatto il viaggio di rientro da Siena con Meani
Ancelotti: Si eravamo in auto io e lui perchè lui passava da Parma dove io vivevo e mi diede un passaggio
PM: Avete parlato di quella gara?
Ancelotti: Si soprattutto dell'episodio perchè era abbanstanza chiaro e lo valutavamo molto negativamente
PM: Ricorda qualche dichiarazione che ha fatto?
Ancelotti: Le parole precise no, ma il senso era di un grave torto perché era la fine del campionato
PM: Non ricorda altro?
Ancelotti: No
PM: Lei ha detto nel verbale di sommarie informazioni del maggio 2006 che era esterrefatto e con Meani mi sono sfogato ritenendo che quella decisone fosse frutto di una premeditata scelta. Credo di aver detto che Baglioni era stato mandato da Moggi
Ancelotti: Se l'ho detto lo confermo
PM: Lei parlò con Meani anche della sua fase di allenatore della Juventus?
Ancelotti: No, non ho parlato di quello con Meani in quella circostanza
PM: Dallo stesso verbale si dice che avrebbe parlato con Meani e che Moggi sapeva già dal giovedì gli arbitri della domenica e che era già pronta la torta per la vittoria della Juventus e che erano successi fatti strani dopo Parma
Ancelotti: Non ho mai detto a Meani che Moggi mi diceva il giovedì gli arbitri della domenica nè che stilava il calendario. Dissi solo che avevo la senszione che Moggi avesse un rapporto privilegiato con De Santis
PM: Che accadde nella partita col Parma e in quella successiva a Perugia?
Ancelotti: Col Parma ci fu l'annullamento di un gol del parma all'ultimo minuto di gioco e questo a livello mediatico scatenò un putiferio e
PM: Da chi era ebitrata?
Ancelotti: De Santis e poi perdemmo con il Perugia
PM: Arbitro?
Ancelotti: Collina
PM: E parlò con Meani almeno di queste due gare?
Ancelotti: In questa precisa circostanza non ho parlato con Meani altro che della gara di Siena e di quel campionato
PM: Che intende per rapporto particolare con De Santis e Moggi?
Ancelotti: Dall'attegiamento che avevano prima delle partite
PM: Lo ha verificato durante gli anni in cui era alla Juve? e in concreto che intende per rapporto confidenziale?
Ancelotti: Rapporto confidenziale
PM: Tipo darsi del tu?
Ancelotti: Si
PM: E i suoi calciatori colloquiavano con De Santis anche nello spogliatoio dell'arbitro?
Ancelotti: Io questo non l'ho mai visto, lei si riferisce ad un racconto di Gattuso dopo un Juventus-Milan ma io non ho mai visto Moggi nello spogliatoio di De Santis
opposizione da parte dell'avvocato Gallinelli
PM: Che tipo di racconto le ha fatto Gattuso?
Ancelotti: Che aveva visto Moggi nello spogliatoi dell'arbitro
PM: Nel colloquio con Meani avete fatto riferimento ad episodi accaduti nel campionato, a quali altri si riferisce?
Ancelotti: Un Lecce-Milan arbitro Pieri con ammonizione a Maldini e Juventus-Milan Bertini dove non ci furono concessi due calci di rigore e tutto questo aveva alterato gli animi
PM: Ha mai usato l'espressione, la torta era pronta, per il campionato 1999/2000?
Ancelotti: No, mai usata, quel campionato ce l'ho ancora addosso, poi un fatto strano era successo, avevamo aspettato un'ora e mezza tra un tempo e l'altro, il 2004 2005 era diverso, l'addizione di più episodi aveva fatto pensare che c'era qualcosa contro di noi
PM: In quale periodo, allenatore della Juve, nel corso del periodo estivo è stato mai chiesto da Moggi se come allenatore della Juve aveva preferenze quanto agli incontri della Juve nella prima parte del campionato?
Ancelotti: No
Avv. Meani: Nel corso del viaggio, ricorda se Meani ricevette una telefonata da Mazzei?
Ancelotti: Ricordo.
Avv. Meani: Ricorda il contenuto?
Ancelotti: Ricordo quello che disse Meani che era imbufalito con l'assistente, ha usato toni molto duri, riguardo alla designazione di Baglioni che riteneva inadeguato.
Avv. Meani: Chi era l'arbitro?
Ancelotti: Collina.
Avv. Meani: Rispetto alle inadeguatezze di Baglioni, Meani fece esprese richieste di avere specifici assistenti?
Ancelotti: No, non fece richieste, chiese solo guardalinee adeguati.
Avv. Meani: Ricorda se fece il nome di Puglisi?
Ancelotti: No, non venne fatto.
Avv. Meani: Ricorda episodi specifici di Puglisi?
Ancelotti: Episodi in particolare no, forse solo uno di un fallo di mani di Inzaghi.
Avv. Meani: Ricorda se Collina arbitrò altre gare del Milan?
Ancelotti: Quella con la Juve.
Avv. Meani: Ricorda episodi in quella gara?
Ancelotti: Un fallo di mani in area juventina ma niente di grave.
Avv. Meani: Quindi a sfavore del Milan.
Ancelotti: Si.
Avv. Meani: Lei dice di non ricordare una espressa richiesta di Meani di avere Puglisi.
Ancelotti: Non ci fu la richiesta.
Avv. Meani: La partita successiva fu Milan Chievo e venne Puglisi, ricorda episodi particolari?
Ancelotti: No.
Avv. Meani: Se le ricordo un gol annullato a Crespo?
Ancelotti: No, non lo ricordo.
Avv.Meani: Ha fatto riferimento ad alcuni episodi che aumentavano la vostra arrabbiatura e parlava di una ammonizione di Maldini in Lecce Milan perchè?
Ancelotti: Perchè Maldini era diffidato e veniva squalificato per il derby e ci sembrava una ammonizione esagerata, sembrava proprio voluto.
13.30: Avv. Gallinelli: lei ha detto che De Santis era esuberante.
Ancelotti: Sì
Avv. Gallinelli: Ha detto che dava il tu a Moggi
Ancelotti: Sì
Avv. Gallinelli: E ai giocatori?
Ancelotti: Dava del tu
Avv. Gallinelli: A Lei?
Ancelotti: A me dava del tu
Avv. Gallinelli: E agli altri dirigenti?
Ancelotti: non lo so
Avv. Gallinelli: Ha parlato dell'ammoinizione a Maldini. Chi arbitrò il primo maggio Fiorentina-Milan?
Ancelotti: Non ricordo
Avv. Gallinelli: Si ricorda il risultato?
Ancelotti: No
Avv. Gallinelli: Si ricorda se l'8 maggio 2005 ci fu una gara decisiva con la Juve?
Ancelotti: Sì
Avv. Gallinelli: Sa se nella gara precedente il Milan aveva giocatori diffidati?
Ancelotti: Non la ricordo
Avv. Gallinelli: E Milan-Juve, la affrontaste con giocatori squalificati?
Ancelotti: Non credo
Avv. Gallinelli: In riferimento alla gara in cui Gattuso disse di aver visto Moggi nello spogliatoio, si ricorda in quella gara che accadde a Gattuso?
Ancelotti: Venne espulso
Avv. Gallinelli: Perchè?
Ancelotti: Per proteste
Difesa Fabiani
Avv. Morescanti: Lei sa chi dispone i calendari?
Ancelotti: La Federazione
Avv. Morescanti: Non è la Lega?
Ancelotti: Si la Lega
Avv. Morescanti: Lei ci riferiva che Baglioni fece un errore a vostro danno, annullando un gol. Sa se Baglioni dopo quell'errore è stato fermato?
Ancelotti: Non sono al corrente
Difesa Bertini
Avv. Bertini: sa quante volte Bertini ha arbitrato il Milan nel 2004 05?
Ancelotti: No
Avv. Bertini Quindi non sa nemmeno che ha fatto con l'arbitro? Non sa se ha arbitrato un Atalanta-Milan con un epiodio a favore del Milan?
Ancelotti: Mi ricordo a stento l'episodio
Avv. Bertini Su Juventus-Milan arbitro Bertini ha parlato di due rigori non dati. Ricorda anche di un fallo di mani a vostro favore?
Ancelotti: No
Avv. Bertini Lei ha detto che dopo Siena si sentiva defraudato. Dopo la gara di Perugia, si sentiva altrattanto defraudauto?
Ancelotti: No mi sembrava strano avere aspettato e mi sembrò una decisione dovuta all'ordine pubblico
Avv. Bertini Si ma non si sentiva defraudato?
Ancelotti: Non credo che fu un errore dell'arbitro
Controesame Avv. Prioreschi
Avv. Prioreschi: Quando definisce particolare il rapporto con Moggi da che lo ricava?
Ancelotti: Da mie valutazioni personali
Avv. Prioreschi: Juventus-Parma, gol annullato, ricorda se quel gol nasce da un angolo concesso da De Santis che era inesistente?
Ancelotti: Sì lo ricordo
Avv. Prioreschi: Juventus-Milan, ricorda di avere rilasciato dichiarazioni alla stampa su Bertini? - Prioreschi legge un articolo del Corriere - mi sono arrabbiato sui due episodi, sono due situazioni di gioco difficili ma mi sono arrabbiato è così
Ancelotti: Si
Avv. Prioreschi: Quindi erano situazioni difficili?
Ancelotti: No quello era quello che dissi ma non quello che pensavo, io ho sempre un profilo basso, lo feci per mantenere bassi i toni.
INTERROGATORIO CONCLUSO
14.00: Viene introdotto il teste Cuttica
PM: Lei è stato arbitro e poi assistente
Cuttica: Si ho arbitrato in C per 5 anni e 6 anni assistente in A, dal 2000 al 2006
PM: Chi era il responsabile?
Cuttica: Prima Mazzei che chiedeva che prima delle gare si facesse una telefonata con lui, e poi Manfredi
PM: Chi erano i designatori?
Cuttica: Bergamo e Pairetto
PM: Li sentiva spesso?
Cuttica: Quasi mai, solo dopo una gara Livorno-Cagliari in cui avevo assegnato un rigore e avevo subito un tentativo di aggressione
PM: Che le dissero i due?
Cuttica: Nulla, forse avevano già visto l'episodio, mi tranquillizzarono
PM: Lei ha arbitrato in Tunisia, quando?
Cuttica: Nella primavera del 2005
PM: Con chi andò e per quale gara?
Cuttica: La finale del campionato Tunisino, spesso gli arbitri italiani venivano chiamati per problemi interni
PM: Lei andò con Dondarini e Puglisi
Cuttica: Si
PM: Siete stati insieme in albergo?
Cuttica: Si siamo partiti il giorno prima della gara e siamo tornati il giorno dopo
PM: In quella occasione parlò con Puglisi delle designazioni di Bergamo e Pairetto?
Opposizione dell'avvocato Prioreschi: il teste non può riferire ciò che gli hanno detto altri
Cuttica: Stando tre giorni con un collega è chiaro che si parli. Puglisi era moto critico con la CAN perchè diceva che le partite della Juventus erano blindate e cose del genere
PM: E approfondiva l'argomento?
Cuttica: Chi conosce Puglisi sa che è una persona vulcanica e non perdeva occasione per qualunque errore o designazione... aveva un file con tutte le designazioni degli ultimi anni...
PM: Che rapprentavano le statistiche?
Cuttica: Ad esempio sapeva quante partite facevano i vari assistenti, quali squadre facevano...
PM: E perché riteneva che le gare della Juventus erano blindate?
Cuttica: Perché diceva che erano sempre gli stessi assistenti che facevano sempre le stesse squadre?
PM: Squadre in particolare?
Cuttica: Lui faceva riferimento alle squadre di vertice, Juve, Milan, Inter lui sosteneva che c'era un gruppo di assistenti con cui venivano gestiti i campionati
PM: C'è un esempio che le faceva il Puglisi?
Opposizione dell'avvocato Prioreschi: No, la domanda sull'esempio, no
Cuttica: No non lo ricordo
Il PM legge la dichiarazione di Puglisi in cui diceva che la bandierina dal lato della Juventus era sempre più pesante
Cuttica: Sì lo diceva
PM: Ha mai parlati con Puglisi di Fiorentina-Messina?
Cuttica: Sì è avvenuta poco prima dell'ultimo raduno CAN della stagione e siamo andati insieme a Coverciano
PM: E che successe nella gara?
Cuttica: Un episodio alla fine, un contrasto sotto di me, secondo me falloso, l'attaccante della Fiorentina aveva accentuato molto, rimanendo a terra. L'arbitro Nucini mi aveva chiesto se c'era stata violenza e io risposi che secondo me non c'era stata ma che anzi vi era stata simulazione e quandi lo ammonì per la seconda volta e lo espulse. La mattina dopo fui svegliato da Bergamo che era furioso perchè sosteneva di aver rivisto le immagini e che c'era stato il contatto anche importante e questa mia decisione aveva determinato il fatto dell'espulsione del giocatore della Fiorentina, anche perché subito dopo l'espulsione il Messina aveva segnato il gol del pareggio
PM: Dopo quella gara proseguì in serie A?
Cuttica: No, per quel campionato non fui più designato
PM: Avevate delle valutazioni?
Cuttica: Sì l'osservatore assegna un voto aa termine della gara
PM: E lei come si era piazzato?
Cuttica: Non lo so, erano secretate, l'ho saputo solo dopo, ed ero tra i primissimi
PM: Lei ha mai fatto l'assistente a gare della Juventus?
Cuttica: No
Controesame delle difese
Difesa Pairetto: I suoi rapporti con i designatori, ha mai ricevuto pressioni per agevolare questa o quest'atra squadra?
Cuttica: Assolutamente no
Difesa Mazzei
Avv. Mazzei: Lei è stato per 6 anni assistente CAN, quale era il compito di Mazzei?
Cuttica: Era all'interno della commissione era la persona deputata alla crescita degli assitenti
Difesa Moggi
Avv. Prioreschi: Quanto tempo è stato interrogato?
Cuttica: Non, lo ricordo
Avv. Prioreschi: Se le dico 7 ore?
Cuttica: Sì
Avv. Prioreschi: E come fu il clima?
Cuttica: Non ero mai stato in una caserma, ero molto scosso
Avv. Prioreschi: E colme si è svolto?
Cuttica: Con domande incalzanti, poi mi sono state fatte sentite delle intercettazioni, si è parlato di Puglisi, di Fiorentina-Messina
Avv. Prioreschi: Lei ha detto che tra gli assistenti pro-Juve c'era anche Cennicola, ma lo ha aggiunto stamattina?
Cuttica: Ripeto queste non sono mie dichiarazioni, ma di Puglisi, forse mi sono sbagliato, erano 5/6 nomi
Avv. Prioreschi: Per chi tifava Puglisi?
Cuttica: Indubbiamente il Milan!
Avv. Trofino: Voi eravate soggetti ad esprimere una serie di notizie in questionario all'inizio della stagione?
Cuttica: Sì
Avv. Trofino: C'era anche indicato se qualcuno era amico di un dirigente?
Cuttica: No, la preclusione era a livello provinciale, poi eravami tenuti a dire se c'erano rapporti professionali o di famiglia con persone del mondo del calcio
Avv. Trofino: Quindi amicizia no?
Cuttica: No
Avv. Trofino: Se ci fosse stata, quale sarebbe stata la conseguenza?
Cuttica: Che l'arbitro avrebbe avuto la preclusione per quella squadra
Difesa Bergamo:
Avv.: Ricorda la data di Fiorentina-Messina
Cuttica: Forse aprile 2005
Avv.: Può essere la tredicesima?
Cuttica: Sì
Avv.: Si ricorda quante gare ha fatto nel girone di ritorno?
Cuttica: No, non lo ricordo
14.30: Teste Vignaroli:
PM: Lei nel 2004/05 dove giocava?
Vignaroli: A Parma, arrivato a gennaio dal modena
PM: Ricorda Lecce-Parma?
Vignaroli: Si
PM: Da chi arbitrata?
Vignaroli: Finì 3-3 arbitro De Santis
PM: Cosa successe?
Vignaroli: Mi lamentai con De Santis dicendo che avevamo subito dei torni in quell'incontro che eravamo andati lì per vincere. avevamo dei giocatori diffidati e che furono tutti ammoniti, ci fu anche un'espulsione.
PM: Lei disse a De Santis che eravate andati lì per vincere?
Vignaroli: Si e lui col fischietto in bocca mi disse "questa non la vincete"
PM: L'espulsione di Contini quando avvenne?
Vignaroli: Alla fine, sul 3-3 e poi sul fischio finale ci fu l'espulsione di Morfeo e verso l'uscita aggredii verbalmente De Santis, mi fermò il DS Cinquini
PM: Che successe dopo?
Vignaroli: Ebbi solo una giornata di squalifica
PM: Lei nel processo sportivo disse di interpretare la frase come una considerazione sulla forza in rapporto con quella degli avversari. era solo una considerazione calcistica?
Vignaroli: Si ho dato questa versione perchè non pensavo che ci fosse dell'altro, dopo aver sentito le intercettazioni ho cambiato idea
Parti civili
Parte civile 1: Dalla panchina come ha vissuto la gara?
Vignaroli: Pensavamo di aver subito dei torti
Parte civile 1: Non ho altre domande
Parte civile 2: Conoscevate gli altri risultati?
Vignaroli: Si certo
Parte civile 2: Anche l'arbitro?
Vignaroli: Credo di si
Difesa De Santis:
Avv. Gallinelli: Perchè ritenne di dover dire a De Santis che volevate vincere la gara?
Vignaroli: Mi venne così, eravamo nervosi
Avv. Gallinelli: In riferimento ai provvedimenti disciplinari,mi dice quale fu l'ammonizione che ritenne assolutamente ingiustificata?
Vignaroli: Ricordo una ammonizione dopo 2 minuti, un'altra poco dopo
Avv. Gallinelli: Si ma dico se ritiene che fossero ingiustificate...
Vignaroli: Si ma sono opinioni opersonali, secondo noi non erano da ammonizione
Avv. Gallinelli: C'era un comportamento posto in essere che poteva comportare l'ammonizione, che so una protesta, l'allontanamento del pallone?
Vignaroli: No, erano falli normali
Avv. Gallinelli: Lei è stato espulso?
Vignaroli: Si a fine gara
Avv. Gallinelli: Ci può dire che ha detto a De Santis?
Vignaroli: Non ricordo
Avv. Gallinelli: Si può dire che fosse irrispettosa?
Vignaroli: Si
Avv. Gallinelli: Lei è stato sanzionato dal giudice sportivo? la squalifica fu lieve?
Vignaroli: Si me ne aspettavo di più
Avv. Gallinelli: Sa se nella gara i tabelloni erano accesi o spenti?
Vignaroli: Mi sembra fossero accesi
Avv. Gallinelli: Le sembra?
Vignaroli: Si, ma poi avevamo le radioline
Avv. Gallinelli: Si ricorda quali erano le squadre in lotta?
Vignaroli: Bologna, Samp, Fiorentina e Brescia
Avv. Gallinelli: Si ma c'erano anche altre squadre
Vignaroli:Si
Avv. Gallinelli: Ha visto o sentito De Santis informarsi sui risultati?
Vignaroli: No
Avv. Gallinelli: Lei è entrato a quale minuto?
Vignaroli: Non ricordo, forse mancavano 20 miunuti
Avv. Gallinelli: Si ricorda l'atteggiamento del lecce, se si impegnavano?
Vignaroli: Si era una gara aperta?
Avv. Gallinelli: Non si ricorda di una gara di stanca? si ricorda dell'atteggiamento di Zeman?
Vignaroli: Si, si alzò dalla panchina
Avv. Gallinelli: E che fece?
Vignaroli: Si mise dietro la panchina
Avv. Gallinelli: E con le spalle rivolte a?
Vignaroli: Non lo ricordo
Avv. Gallinelli: Le sembrò normale? non lo collegò all'atteggiamento dei giocatori del Lecce?
Vignaroli: No, perchè si stavano impegnando
Avv. Gallinelli: Oltre ai provvedimenti disciplinari De Santis adottò provvedimenti tecnici ingiusti?
Vignaroli: No
Avv. Gallinelli: Le è mai capitato di essere diffidato ed ammonito?
Vignaroli: Si mi è successo altre volte
eldavidinho94
11.05.2010, 14:03
i momenti piu importanti
Calciopoli, autorizzata la trascrizione di nuove telefonate. Ancelotti: «Perugia-Juve? Strano quel ko...»
http://www.tuttosport.com/images/56/C_3_Media_1049756_immagine_l.jpg
Si preannunciano tempi più lunghi per l'indagine bis del procuratore Palazzi anche in riferimento all'esposto della Juve che chiede la revoca dello scudetto del 2006 ma anche l'indagine a carico degli altri tesserati coinvolti dalle nuove/vecchie telefonate. Le nuove telefonate trascritte non saranno in aula prima di luglio. Udienza conclusa.
ROMA, 11 maggio - E’ il giorno delle nuove intercetta*zioni nel processo di Napoli, ma anche quel*lo in cui Carlo Ancelotti si ricala in Calcio*poli dopo il trionfo in Premier: testimone del*l’accusa per parlare dei racconti fattigli da Meani, il dirigente del Milan rivale della Ju*ve nel 2005, su Moggi che conosceva arbitri e assistenti prima degli altri (come Facchet*ti e lo stesso Meani). Non ci sarà Mancini: a lui la notifica non sarebbe arrivata, i legali di Moggi lo attendono al varco. Attesi il mare*sciallo Di Laroni (interrogato dai legali di De Santis sulla sim dell’arbitro) e l’ex assi*stente Cuttica che nell’interrogatorio del 10 giugno 2006 cambia tono e dopo aver defini*to il collega Puglisi «tifoso del Milan» ne ri*calca le tesi come accusatore di alcuni colle*ghi definiti filo juventini. Non sarà ascoltato il dipendente del Csm, Pepe, indagato sulla fuga di notizie sul caso Calciopoli. Richieste di trascrizioni: l’accusa, che mette nel faldo*ne l’intervista Zamparini e il memoriale di Facchetti jr., ne avrebbe scoperte altre tre in*teressanti (chissà perché solo ora). La difesa di Moggi chiede la trascrizione di 150 telefo*nate, di cui una inedita tra Collina e la Fazi.
14:25 UDIENZA TERMINATA
È terminata l'udienza sul processo di Calciopoli al Tribunale di Napoli.
13:10 L'AUDIZIONE DI ANCELOTTI
Conclusa la deposizione di Carlo Ancelotti, ascoltato nell'aula 9 del Tribunale di Napoli. Prima il Pm Narducci, poi gli avvocati delle difese hanno sentito il tecnico, complimentato per lo scudetto inglese dall'avvocato di De Santis, per circa un'ora. Ripercorsa l'audizione in qualità di testimone resa il 16 maggio. Ancelotti non ha accusato Moggi e De Santis, in riferimento alla stagione 2004-05 parla di «sue sensazioni. Il Milan si sentiva defraudato». Poi, in riferimento ai rapporti tra De Santis e Moggi, da lui definiti confidenziali, ribadisce che «De Santis dava del tu a Moggi ma lo faceva con tanti, soprattutto con allenatori e calciatori. Dava del tu anche a me. Direi che fosse il suo carattere». Poi il Pm prova a sondare su Moggi: «Non mi ha mai chiesto delle mie preferenze sul calendario». Il Pm gli chiede se avesse mai sentito di una 'torta' preparata nel 1999-2000. «Non l'ho mai detto, anzi quel campionato perso a Perugia ce l'ho ancora addosso. Fu strano perdere in quel modo, altrochè». Poi chiarisce su Juve-Parma (gol di Cannavaro): «Arrivò su un calcio d'angolo inesistente». Su Juve-Milan 0-0: «Dissi che quella di Bertini fu una buona direzione. Io amo tenere un basso profilo sulle polemiche arbitrali ma gli errori furono grossi. Pensavo altro quel giorno».
11.42 ANCELOTTI IN AULA
Accolto da fotografi e cameramen ha fatto il suo ingresso nell'aula 216 del tribunale di Napoli, dove è in corso l'udienza del processo a Calciopoli, il tecnico del Chelsea, Carlo Ancellotti. L'ex allenatore di Milan e Juventus, fresco campione d'Inghilterra, sarà ascoltato a breve come teste.
11.14 A SORPRESA SI PRESENTA IN AULA LEONARDO MEANI
L'ex dirigente del Milan, addetto agli arbitri, Leonardo Meani si presenta a sorpresa, per la prima volta, in aula. Si attende ancora l'arrivo di Ancelotti
11.03 MANCINI IN AULA IL 25 MAGGIO
Forfait di Roberto Mancini, allenatore del Manchester City, un altro dei testi atteso per oggi, che ha fatto pervenire una comunicazione ai pm con la quale giustifica l'assenza di oggi con impegni di lavoro all'estero dichiarandosi però disponibile ad intervenire nella prossima udienza fissata per il 25 maggio
10.49 CHIESTA ACQUISIZIONE DI PARTE DELLA PUNTATA DI MATRIX
Chiesta l'acquisizione di parte della puntata di Matrix nella quale Moggi dichiara di aver ceduto le sim a Bergamo, Pairetto e al papà di Paparesta. L'avvocato Prioreschi si è opposto ricordando che Moggi non ha fornito alcuna dichiarazione confessoria. «Nel corso di quella trasmissione - ha spiegato il pm Narducci - Moggi ha fatto dichiarazioni confessorie in merito al possesso di schede estere e ha dichiarato di averle cedute a Bergamo, Pairetto e a Romeo Paparesta. È - ha sottolineato il pm - un elemento di novità per cui chiediamo l'acquisizione di queste dichiarazioni». La difesa di Moggi si è opposta sull'acquisizione del filmato televisivo e ha chiesto la trascrizione di ulteriori 42-43 telefonate inedite. Anche la difesa di Pierluigi Pairetto ha chiesto la trascrizione di 30 telefonate non ancora note.
10.46 INTERCETTAZIONI, ALTRE 43 TELEFONATE!
Fra le 43 nuove telefonate ce ne sono 28 di Nucini con Bergamo e Pairetto, tre di De Santis con la sede del Bologna, due di Bergamo con la sede del Bologna, due di Pairetto con la sede del Bologna, una di Bergamo con la sede del Parma, una di Bergamo con Cellino, quattro di Bergamo con la sede dell'Inter, due di Bergamo con Fazi e una con Pairetto, tre dell'assistente Cobelli con Bergamo, una di De Santis con Facchetti. In quelle del Pm ce ne sono alcune fatte dalla procura di Torino di Moggi con Pairetto e Mazzini e altre fatte da febbraio a maggio del 2005 sopratttutto della Fazi con Bergamo, Moggi e Trefoloni.
10.40 AUTORIZZATA LA TRASCRIZIONE DI 225 TELEFONATE
E' stata autorizzata la trascrizione di 225 nuove telefonate, fra le quali ce ne sarebbero alcune con protagonista Collina. La trascrizione comincerà il 18 maggio e saranno necessari 60 giorni di tempo. L'indagine federale non potrà partire prima del 18 luglio.
10.31 PM NARDUCCI CHIEDE TRASCRIZIONE DI 78 TELEFONATE
La trascrizione di 78 telefonate inedite è stata chiesta dal pm di Calciopoli, Giuseppe Narducci, in apertura dell'udienza del processo in corso a Napoli. «Si tratta - ha spiegato Narducci - di conversazioni che riguardano il periodo storico coperto dalle indagini svolte dalla Procura di Torino e riguardano per lo più gli imputati Moggi, Pairetto e Mazzini. Alcune di queste riguardano il periodo dell'agosto 2004, altre - ha proseguito - coprono il periodo che va dal febbraio al maggio 2005 e sono relative a registrazioni su utenze in uso a Maria Grazia Fazi intercettata mentre parla con Bergamo, Moggi e Trefoloni. Sono intercettazioni - ha aggiunto Narducci - dal sicuro rilievo processuale».
10.20 ANCELOTTI ARRIVERA' VERSO LE 12
E' previsto intorno a mezzogiorno l'arrivo in aula di Carlo Ancelotti. Il teste Pepe si avvale della facoltà di non rispondere.
10.00 SONO ARRIVATI BERGAMO E DE SANTIS
Sono appena entrati in aula Bertini, Bergamo e De Santis
9.48 SI ATTENDE L'ARRIVO DI MOGGI E ANCELOTTI
Stanno cominciando ad arrivare nel tribunale di Napoli i protagonisti della giornata. Si attende l'arrivo di Moggi e Ancelotti mentre è già entrato l'avvocato Penta
eldavidinho94
11.05.2010, 14:09
Moggi, autogol televisivo
I pm chiedono acquisizione da "Matrix"
Nuova puntata del processo penale su Calciopoli a Napoli. I pm dell'accusa hanno chiesto alla giuria di acquisire le immagini della puntata della trasmissione di Canale 5 "Matrix" andata in onda settimana scorsa e dedicata al calcio-scandalo. ''Nel corso di quella trasmissione - ha spiegato il pm - Moggi ha fatto dichiarazioni confessorie in merito al possesso di schede estere e ha dichiarato di averle cedute a Bergamo, Pairetto e a Paparesta".
"E' - ha sottolineato il pm - un elemento di novita' per cui chiediamo l'acquisizione di queste dichiarazioni''. La difesa di Moggi si e' opposta sull'acquisizione del filmato televisivo.
eldavidinho94
11.05.2010, 21:26
Moggi: «Revoca scudetto? Juve doveva farlo prima»
http://www.tuttosport.com/images/44/C_3_Media_1049744_immagine_l.jpg
Così l'ex dg bianconero in una pausa dell'udienza del processo Calciopoli in corso a Napoli, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla richiesta inoltrata dalla Juve a Federcalcio e Coni di revocare lo scudetto assegnato all'Inter nel 2006
NAPOLI, 11 maggio - «Doveva farlo prima, ma va bene anche ora». Così l'ex dg della Juventus Luciano Moggi (http://www.tuttosport.com/ricercakey/Moggi) in una pausa dell'udienza del processo Calciopoli in corso a Napoli, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla richiesta inoltrata dalla Juve a Federcalcio e Coni di revocare lo scudetto assegnato all'Inter nel 2006. Quanto alla deposizione resa in aula dall'ex tecnico della Juventus Carlo Ancelotti, Moggi ha detto di averla trovata «carina». No comment da parte dello stesso Ancelotti alla richiesta di un parere sulla mossa della società bianconera di chiedere la revoca dello scudetto attribuito all'Inter.
mplatini62
12.05.2010, 12:55
vi esorto a postare, leggere e...confrontare
il senso e il contenuto degli articoli
sull'udienza di ieri, di tuttosport e
libero di oggi!
gli articoli che riguardano la deposizione di
Ancellotti!
ci trovate nulla di strano? incongruenze?
fatemi sapere.
eldavidinho94
12.05.2010, 13:34
vi esorto a postare, leggere e...confrontare
il senso e il contenuto degli articoli
sull'udienza di ieri, di tuttosport e
libero di oggi!
gli articoli che riguardano la deposizione di
Ancellotti!
ci trovate nulla di strano? incongruenze?
fatemi sapere.
vedo se riesco a trovare qualcosa e la posto
libero, poiche sul web non fa leggere il giornale,
è difficle che io riesca a trovare qualcosa,
puoi provare tu che sei un loro lettore
io cerco di trovare qualcosa su tuttosport :icon_wink:
eldavidinho94
12.05.2010, 13:36
Juve all’attacco di Calciopoli
http://www.tuttosport.com/images/54/C_3_Media_1049754_immagine_l.jpg
I tempi di Napoli allungano quelli in Figc. Ma i bianconeri non si fermano alla revoca. L’esposto per togliere all’Inter il titolo 2006 è solo il primo passo. Alla Figc hanno fretta e si interrogano sulla prescrizione
NAPOLI, 12 maggio - I tempi si allungano, ma la Juventus non molla. Perché se da una parte il tribunale di Napoli non renderà dispo*nibili le nuove telefonate pri*ma della metà di luglio, dal*l’altra i bianconeri sembrano aver virato verso una politica più aggressiva sulla vicenda calciopoli. L’esposto, spedito lunedì alla Figc e già letto dal procuratore federale Stefano Palazzi, potrebbe essere solo il primo passo: quel documen*to chiede la revoca dello scu*detto 2006, assegnato a tavo*lino all’Inter e il deferimento di tutte le squadre che, alla luce delle nuove telefonate, potrebbero essere accusate di violazione dell’articolo 1 (lealtà sportiva), ma gli svi*luppi del processo di Napoli potrebbero ispirare anche mosse più drastiche. L’avvo*cato Michele Briamonte, che sta seguendo la vicenda per conto di John Elkann e An*drea Agnelli, non chiude la porta a nessuna possibilità, neppure a quella di chiedere la revocazione delle sentenze del 2006, anche se gli elemen*ti a disposizione, per ora, non consentono di ipotizzare una soluzione simile. Ma da qual*che tempo sembra essere cambiato lo spirito con il qua*le la società si pone di fronte alle vicende del 2006, alla lu*ce di quanto sta emergendo a quattro anni di distanza. E l’attenzione con la quale i bianconeri seguono il proces*so di Napoli è un’indicazione in questo senso.
ATTENDERE PREGO - La stessa attenzione della Fe*dercalcio, dove l’affiorare di nuove intercettazioni che al*largano in modo esponenzia*le il numero di squadre che chiamavano i designatori o direttamente gli arbitri ha creato imbarazzo e la neces*sità di aprire un fascicolo che attende di essere rimpingua*to con le nuove intercettazio*ni ufficialmente trascritte dal perito del tribunale di Napo*li. Ma Roberto Porto ha det*to che ci vorranno sessanta giorni a partire dalla prossi*ma settimana, il che renderà disponibili le oltre 200 telefo*nate “inedite” solo a metà lu*glio. Che fare? Difficile che Palazzi inizi a sentire le per*sone coinvolte prima di allo*ra. Tant’è che c’è chi, in Figc, vorrebbe far slittare le inda*gini a dopo l’estate. Non Pa*lazzi che, dopo tutto questo tempo passato senza aver ascoltato il consiglio di Save*rio Borrelli (che prima di an*dare via suggerì caldamente e per iscritto di approfondire la vicenda calciopoli), vuole darsi da fare al più presto. Anche se le deposizioni do*vessero iniziare a metà lu*glio.
eldavidinho94
12.05.2010, 14:22
Legale Moggi: “Franco Baldini presto dovrà spiegare tante cose….” (http://juvemania.it/legale-moggi-franco-baldini-presto-dovra-spiegare-tante-cose/)
Maurilio Prioreschi, avvocato difensore di Luciano Moggi al processo di Napoli, è intervenuto nella trasmissione “Tutti pazzi per la Juve (http://www.tuttipazziperlajuve.com/)“, vero punto di riferimento per migliaia di tifosi juventini. Dal colloquio sono risultati diversi punti interessanti, tra cui qualche anticipazioni su come si muoveranno i legali dell’ex DG bianconero nei confronti di Franco Baldini. Buonasera Avvocato. Tempo fa il figlio di Facchetti è stato abbastanza duro definendo qualche testata giornalistica “Quattro barboni” e parlando anche male del collegio difensivo di Luciano Moggi. Voi già avete risposto a mezzo stampa. Cosa si sente di aggiungere?
“Il nostro comunicato mi sembra chiarissimo. Noi come difensori abbiamo il dovere di difendere l’imputato, sempre nel rispetto delle norme che prevede il Codice deontologico che regolano la professione di Avvocato. Io come cittadino posso rispettare chiunque, vivi e morti. Ma come Avvocato devo rispettare il Codice e fare il mio dovere. Se ciò provoca reazioni da parte di qualcuno a me francamente non interessa. Noi ci siamo limitati a chiedere la trascrizione di alcune telefonate; io non mi sono mai permesso di esprimere giudizi sulla persona, così come hanno fatto gli altri miei colleghi. Se poi il contenuto delle telefonate non piace al figlio di Facchetti, non è certo colpa mia.”
Abbiamo avuto l’impressione che molte delle persone chiamate a testimoniare forse non erano preparati ad un processo penale dove i PM hanno formulato un’accusa molto grave. Forse pensavano di poter dire ciò che più gli era comodo; non ricordare quando non volevano, trincerarsi dietro assurdi “si dice”. Non ritiene questo molto strano?
“Questo è un processo che dal punto di vista penale non presenta alcun reato. Sono state fatte nel corso delle indagini delle verbalizzazioni che gridano vendetta; il Codice, con l’articolo 194, vieta espressamente di verbalizzare opinioni, deduzioni, pressioni e voci correnti. I Carabinieri non hanno fatto altro che questo tipo di verbalizzazioni. È chiaro che la persona informata dai fatti, in assenza di un contraddittorio della difesa, davanti ai Carabinieri può dire ciò che vuole. Nel processo penale poi, grazie a Dio ci sono gli avvocati difensori che, studiando le carte, fanno le contestazioni che devono fare.”
Recentemente, sia De Santis che Bergamo, si sono scagliati contro i Carabinieri del Nucleo Operativo di Roma che sembrerebbero la reale causa di tante mancanze nell’indagine. In questi casi c’è possibilità di avviare un’azione, anche da parte vostra, nei confronti di queste persone o, al limite, potrebbero essere oggetti solo di un’indagine interna?“A noi questo aspetto interessa poco. Noi dobbiamo portare a casa un risultato, che è l’assoluzione di Luciano Moggi. Questa era un’indagine mirata, con un obiettivo precostituito. Luciano Moggi e la Juventus. Ed è stato dichiarato chiaramente dal Colonnello Auricchio. Basti pensare che la delega di indagine sulla regolarità o meno del campionato 2004/2005 è datata 5 luglio 2004, quando poi il campionato 2004/2005 è iniziato ad agosto. Le indagini non si fanno così; c’è un reato, vediamo chi l’ha commesso. Qui hanno detto “C’è Moggi, vediamo che ha fatto”. Cioè l’esatto contrario!”
Avete insistito molto, sia lei che l’Avvocato Trofino, per ciò che riguarda i rapporti tra il Colonnello Auricchio e l’ex dirigente della Roma Baldini. È venuto fuori qualcosa? Baldini verrà chiamato a testimoniare?
“Certamente Baldini era un teste dell’accusa, la quale ha poi rinunciato a chiamarlo. Noi invece lo chiameremo sicuramente a testimoniare e ci dovrà spiegare tante cose; la prima cosa è perché quando è stato interrogato al processo Gea han negato di conoscere Auricchio, tesi confutata in aula dallo stesso Colonnello. Lo stesso Auricchio prima ha negato di aver parlato con Baldini di Calciopoli, poi ha dovuto ammettere di avere parlato sia con lui che con il procuratore Antonelli. Stiamo parlando del fine 2004, quando di questo processo non ne sapeva niente nessuno. Questa cosa è passata un po’ sotto silenzio per l’uscita delle nuove intercettazioni, ma sarà un tema del processo molto interessante per noi.”
Da quelle che sono le vostre analisi, chi pronuncia per primo il nome di Collina nella famosa telefonata Facchetti–Bergamo?
“La prima volta che l’ho ascoltata ho percepito che fosse Facchetti a fare il nome di Collina. Ma chi lo dice serve a poco perché questa intercettazione va letta insieme a quella precedenti di Facchetti con Mazzei, dove il presidente dell’Inter chiede di non fare il sorteggio e gli chiede il numero 1 degli arbitri. E Mazzei gli risponde che parlerà con Pairetto. Chi pronuncia il nome non è importante perché il significato della telefonata è chiarissimo.”
eldavidinho94
12.05.2010, 23:01
GIUSTIZIA A DUE VELOCITA' (http://sussurrisportivi.blogspot.com/2010/05/giustizia-due-velocita.html)
Lo sospettavano in tanti e ieri ne abbiamo avuto la conferma, per l'indagine bis del procuratore Palazzi si prospettano tempi lunghi. Sembra che le nuove telefonate trascritte non saranno in aula prima di luglio. Questo veramente diventa incredibile e un esempio di giustizia a due velocita'. Avere le telefonate a luglio vuol praticamente dire che la giustizia sportiva non prendera' alcun provvedimento, perche' con i preliminari di Europa League non potrebbe essere stravolta alcuna classifica. Il massimo che i tifosi bianconeri possono chiedere, come ormai si sapeva vista la prescrizione, sara' la revoca dello scudetto di cartone.
Purtroppo questo rimane un ulteriore esempio di giustizia a due velocita' o di ingiustizia. Tutti ricordano come nel 2006 si fecero processi di piazza e sommari, degni delle migliori azioni di inquisizione, mentre ora tutto diventa lento e macchinoso. Non si capisce come mai si fece tutto veloce allora e come si poterono trascrivere cosi' velocemente quelle telefonate, che ora invece richiedono tempi biblici. Io penso che ci sarebbe molta gente disponibile a trascrivere anche di notte quelle telefonate pur di dare corso alla giustizia e arrivare alla verita'.
Purtroppo non tutti la pensano cosi' e i dubbi su questa giustizia a due tempi rimangono, dubbi sul processo e dubbi sulle decisioni prese...dubbi su quello che scrivono certi giornali...dubbi che nessuno ci sciogliera' mai...
massimo pavan
Purtroppo i dubbi si sono già sciolti!
mplatini62
13.05.2010, 13:10
ma come?
nel 2006 si doveva e si fece tutto in fretta
perchè c'erano i mondiali...
perchè c'era la uefa che chiedeva le iscrizioni(bugia!)
alla cl...i calendari dei campionati da scrivere...
soprattutto quello di b!
per forza fecero in fretta:
mica visionarono le ALTRE 171.000 intercettazioni!
senza ascoltarle le considerarono...irrilevanti!
ora invece serve mooolto più tempo e calma?
oggi, non c'è il campionato del mondo?
non c'è tutto il resto da mettere a regime?
noooo! oggi va tutto bene!
i mentecatti hanno vinto lo scudo,
forse anche la cl...e non si può rovinargli tutto...
lasciamoli godere...così una volta vinto...
sarà un altro titolo ormai acquisito...
magari aspettando 4 anni e cambiando nel frattempo
i regolamenti sulle prescrizioni...passerà anche
morattopoli in cavalleria!!!
per fortuna io non ci sarò.
gabriele
13.05.2010, 13:41
vi esorto a postare, leggere e...confrontare
il senso e il contenuto degli articoli
sull'udienza di ieri, di tuttosport e
libero di oggi!
gli articoli che riguardano la deposizione di
Ancellotti!
ci trovate nulla di strano? incongruenze?
fatemi sapere.
Premetto che non ho letto gli articoli da te menzionati , però forse ho capito cosa vuoi dire. Ti riporto alcuni titoli da me letti alvolo sui giornali e sentiti nelle varie Tv
" Interrogatorio Ancellotti incastra Moggi "
" Ancellotti gol dei PM "
" Si aggrava la posizione di Moggi dopo la testimonianza di Ancellotti "
" Ancellotti dichiara Moggi già il giovedi sapeva gli arbitri e faceva lui le griglie "
Come puoi vedere una totale mistificazione della realtà dato in pasto al popolo bue.
Io personalmente ho fatto leggere la trascrizione, che ho messo sul forum, dell'interrogatorio di Ancellotti a numerose persone sia juventini che tifosi di altre squadre e tutti dopo sono stati concordi che la testimonianza di Ancellotti non porta nulla di che sul tema accusatoria
mplatini62
14.05.2010, 05:25
sì gabrì...
uno dice quasi il contrario dell'altro!
uno, tuttosport, sostiene che carlo
discolpa moggi...l'altro, libero, invece
lo condanna! stesse deposizioni.
a chi credere? qual'è la verità?
questa è la disinformacia che serpeggia
e crea altro fumus persecutionis
come nel 2006!
comunque uno la pensi...è una oscura babilonia!
Questa è la stampa italiana!
Che tristezza!!!
eldavidinho94
15.05.2010, 16:29
Nicola Penta: “Calciopoli un processo mediatico, senza prove” (http://juvemania.it/penta-calciopoli-un-processo-mediatico-senza-prove/)
Il processo di Napoli ha praticamente concluso la sua fase iniziale, durante la quale abbiamo sentito, quasi tutti i teste dell’accusa (per onore di cronaca manca l’allenatore Roberto Mancini e alcuni teste, se si presenteranno, delle parti civili), dopo di che inizierà il valzer dei teste della difesa. Abbiamo ritenuto opportuno quindi ascoltare, il deus ex-machina del collegio difensivo dell’ex Direttore Generale della Juventus Luciano Moggi, il Dott. Penta, consulente sportivo della difesa di Luciano Moggi che viene da tanti indicato come futuro dirigente della Vecchia Signora, in qualità di responsabile della comunicazione. D. Come esperto di Comunicazione oltre che di Marketing, quanto ha pesato secondo lei l’effetto mediatico su questa storia
P. ”Direi che è stata basata soprattutto su quello. Negli ultimi anni, i processi mediatici influiscono dove, non essendoci le prove, si cerca di coinvolgere emotivamente le persone attraverso i media che tengono la parte dell’accusa, condizionando le menti con gli indizi, che ricordiamolo non sono prove ma ipotesi investigative”
D. Il processo di Napoli era iniziato sotto una luce funesta sembrava che avessero in mano la verità. Ma fin da subito si è capito che qualcosa non quadrava.
P. ”Pensi che Nucini, l’arbitro spia utilizzato dal Presidente dell’Inter disse di aver ricevuto una sim nel presunto incontro segreto con Moggi a Torino.. Bene, di segreto non c’era nulla perché l’Hotel Concorde, luogo dell’incontro, era la sede del ritiro di tutte le partite casalinghe della Juventus, oltre ad essere utilizzato dagli arbitri quando giocava il Torino in casa, e la presunta scheda, disse di averla gettata dal finestrino della sua auto mentre tornava a casa..queste erano alcune delle prove che non quadravano”
D. Nel 2006, molti domandavano a Moggi di scusarsi con il mondo del calcio per quanto aveva fatto. Dopo quanto abbiamo assistito a Napoli, crede che sia arrivato il momento per altri di chiedere scusa a lui e a tutti gli sportivi che hanno subito calciopoli?
P. “Direi che quello che ci è stato raccontato non è proprio la verità, ritengo a mio modesto parere che è ora di fare chiarezza su tutto, poi ci saranno i tempi delle scuse e delle responsabilità”
D. Ad oggi sono stati ascoltati tutti i testi dell’accusa, che idea si è fatto fino ad ora, e quali testi lei ad oggi ritiene importanti ai fini del lavoro della difesa?
P.” Certamente i due Notai che assistevano ai sorteggi, che verranno sentiti nelle udienze di giugno, saranno determinanti per confermare che i sorteggi erano regolari; dei testi dell’accusa mi rimase impresso Armando Carbone, noto alle cronache per essere stato uno degli artefici del calcio scommesse del 1980, quando il giudice gli chiese che lavoro faceva, lui rispose che comprava gli arbitri e aggiustava le partite”
D. Tra questi testi hanno deposto il colonello Auricchio e il maresciallo Di Laroni, che hanno mostrato evidenti falle nelle indagini condotte all’epoca.
P. Direi che più che falle sono voragini. Il col. Auricchio disse chiaramente, sotto giuramento, che l’obbiettivo dell’indagine ad un certo punto era Moggi, Giraudo e la Juventus. Ci sarebbe da parlare un anno di quello che è stato fatto, di sicuro la notizia di oggi, che il m.llo Di Laroni facesse i ricorsi delle multe ad un giornalista è una cosa vergognosa e secondo me da inchiesta, queste sono le cose che succedevano in quel periodo”
D. Dopo mesi di lavoro finalmente sono venute fuori le telefonate che Bergamo e Pairetto hanno denunciato da parte di tanti altri club e soprattutto di alcuni importanti dirigenti: tra questi la madre di tutte le telefonate, Facchetti-Bergamo.
P. ”Io non parlerei di madri, padri o zie, è chiaro che sono telefonate rilevanti, sia ai fini processuali-come ampiamente sottolineato dal giudice- che a livello di giustizia sportiva..Come ho già detto varie volte, il nostro lavoro è quello di fare luce e chiarezza su un procedimento che sino ad oggi si è dimostrato unidirezionale”
D. Siete in attesa dei cd contenenti le telefonate di Pairetto e pare i famosi brogliacci delle indagini, li avete recuperati, e cosa vi aspettate di trovarvi dentro?
P. Il 18 l’ing. Porta sarà a Napoli per ritirare il materiale, non sappiamo ancora cosa ci sia dentro, ma sicuramente alcune telefonate mancanti che sappiamo esserci, ma stiamo lavorando, e contiamo di chiedere l’acquisizione di altre 50 telefonate interessanti”
D. In una recente trasmissione Matrix lei, Moggi e Prioreschi avete avuto modo di dire la vostra, ma come abbiamo notato tutti, ci sono persone come Liguori che continuano a fare disinformazione e non dicono la verità
P. “Non abbiamo avuto modo di dire la nostra, purtroppo, ma la diremo presto. La disinformazione regna sovrana, oramai quello che dicono i media è la Bibbia. Liguori ahimè è ignorante in materia, non si è documentato, riporta quello che ha letto sui giornali. Un altro “travagliato”; per fortuna la gente non si lascia incantare da certi personaggi , che al posto di informare, disinformano, fosse per loro e qualche altro, basterebbero i PM, non ci sarebbe bisogno di fare i processi, cosa che invece, bontà loro, in democrazia succede.. Quando non si hanno argomenti la si butta in caciara innervosendo gli “avversari” e non facendo capire nulla ai telespettatori..”
D. Tanti parlano delle famose sim svizzere, che non possono essere intercettate, e gente come lo stesso Liguori, reputano la pistola fumante a disposizione dell’accusa in quanto anche senza intercettazioni sarebbero la prova dell’esistenza della Cupola, anche se lei ha dimostrato come una telefonata tra Moggi e Bergamo venisse da una sim svizzera.
P. “Vede, Liguori non sapeva questa cosa, come non la sapevano in molti.. Le sim svizzere possono essere intercettate come tutte le altre sim estere, ma come è emerso nella telefonata, Moggi non dice a Bergamo “mandami quell’arbitro lì che mi deve far vincere”, c’è ancora un sorteggio da fare, e il sorteggio era regolare”
D. Come giudica gli organi di informazione, che hanno dimostrato interesse su questo processo con enorme ritardo? Secondo lei, perché per tanto tempo ci si è “dimenticati” di questo processo?
P.” Purtroppo in Italia si è passati dal garantismo degli anni 70/80 al giustizialismo degli ultimi anni, alla Torquemada per intenderci, dove bastava non mangiare il maiale per essere considerati degli infedeli e torturati alla ruota per poi essere bruciati..Detto questo, diciamo che essendo un inchiesta basata su intercettazioni e su tabellini di giornali, sarebbe stata sicuramente archiviata, con la fuga, che a me tanto fuga non sembra, di notizie, si creò uno tsunami mediatico che portò ai processi sportivi e a tutto quello che è successo. Ora è evidente che la realtà che stiamo vivendo non può più essere occultata dai media, è interesse di tutti i cittadini capire come funziona la giustizia e chi svolge le indagini”
D. Molti continuano a considerare le Sim svizzere l’aspetto cruciale dell’intera vicenda. Una volta per tutte, quelle Sim erano intercettabili? Per intercettarle, serviva una rogatoria?
P.” Il fatto evidente è che le sim svizzere come quelle di altri paesi esteri sono certamente intercettabili, ma dopo aver sentito il contenuto della famosa grigliata fatta da Bergamo dal telefono di casa sulla scheda svizzera di Moggi, forse fa più effetto far pensare che non erano intercettabili; penso che la rogatoria non serva quando il traffico viene effettuato sul territorio, ragion di più per intercettarle, ma il mio pensiero su questo l’ho appena espresso”
D. Sempre in relazione alle Sim svizzere, sembrano esserci strane ed evidenti incongruenze tra le celle che venivano “agganciate” e gli effettivi spostamenti delle persone accusate di esserne in possesso. Qualcuno suppone addirittura che quelle schede fossero in realtà utilizzate da pedinatori sulle tracce degli stessi arbitri. Lei che idea si è fatto a tale proposito?
P.”Penso che tutta la storia delle schede svizzere sia una bufala, basta ascoltare un migliaio di telefonate per capire che il sorteggio era regolare, che Moggi temeva di essere spiato dalla Telecom, che Montezemolo faceva fuori Giraudo e Moggi alla fine dell’anno e portava Baldini alla Juve, che Baldini un anno e due mesi prima annuncia il ribaltone perché vive per quello prima di essere sentito ufficialmente dai carabinieri, che Manfredi Martino era del Milan come la Fazi, che Trefoloni Puglisi e Copelli idem, che Collina voleva incontrare Galliani di nascosto al ristorante di Meani, che Paparesta chiedeva a Galliani di interessarsi della sua azienda presso Letta per un piacere personale, che Bergamo faceva di testa sua con Pairetto, che Collina non refertava come Paparesta chi entrava e urlava nello spogliatoio a fine gara, che Meani passava 10 ore al giorno al telefono con arbitri e assistenti per convincerli degli errori projuve, che De Santis rideva come un pazzo perché con il suo arbitraggio in Juve-Inter 0-1 fece entrare in silenzio stampa la Juventus, che chi perdeva urlava al complotto e chi vinceva era contento ecc.. Non credo ai pedinatori con le schede, ma ai pedinatori ed intercettatori si”
D. Cosa emergerà nei prossimi mesi in relazione alle intercettazioni inedite?
P.” Che era un mondo dove tutti pensavano ai propri interessi, e attenti a non farsi fregare , come ancora oggi succede nel mondo del calcio e non solo..
D. Può anticiparci qualcosa riguardo ai testi che la difesa chiamerà in aula? E su quali di questi ritenete di poter trarre informazioni importanti per la vostra causa?
P.” Gli avvocati Trofino e Prioreschi stanno valutando chi saranno i 50 testi da sentire come difesa Moggi , ma sicuramente Tavaroli, Moratti e Baldini saranno i primi”
D. Ritiene che alla conclusione del processo penale si possa intervenire per riottenere gli Scudetti tolti e come si potrebbe fare? E cosa riterrete ancora di poter ottenere dopo questo processo?
P. “Penso che lo scudetto lo revocheranno di certo, subito dopo, sicuramente la Juventus farà un ricorso per la riassegnazione, quello del 2004-05 credo che rimarrà senza padrone, chi riteneva e continua ancora oggi a ritenere sia stato il più grave scandalo del calcio mondiale è in pieno delirio, oltre ad essere fazioso, prima del processo sportivo fù dichiarato che erano successi fatti gravissimi e questo ha influito sui giudici. Vi fù invece un fatto anomalo, e cioè concentrare il potere nelle mani di una persona che tra l’altro ha assegnato uno scudetto a tavolino che invece era stato vinto sul campo meritatamente”
D. Nelle ultime settimane l’interesse si è rivolto in modo particolare, ad alcune telefonate di Facchetti, suscitando il polverone e l’indignazione di tutti, lo stesso figlio ha avuto dichiarazioni forti rispetto all’eventuale “tarocca mento” di una telefonata, consegnando poi ai pm un memoriale, riterrete opportuno chiamarlo a testimoniare ed eventualmente avete ancora altre intercettazioni che possano essere ritenute rilevanti?
P.” Io nella vita ho sempre lavorato e non ho mai fatto né il figlio né il nipote , detto questo, in quel memoriale non c’è niente di nuovo se non che Moratti rappresentato dall’avvocato Nicoletti firmò i diritti televisivi per SKY insieme a Giraudo e Galliani nello studio dell’Avvocato Cantamessa, e Facchetti che lavorava per mettere insieme la cordata da opporre al Milan e alla Juventus, quando seppe che il suo lavoro era stato vanificato da quell’accordo vi lascio immaginare quale fù la sua reazione..”
D. Si voleva dimettere?
P.” Non chiedetelo a me, altri lo sanno..
D. Ma perché l’arbitro Nucini si rivolse a Facchetti?
Fabio Monti scrisse un articolo sul Corsera chiedendo come mai l’arbitro Nucini che non veniva mai utilizzato perchè scarso, non veniva dismesso, ho fatto uno studio su questo, quello che è emerso è imbarazzante, e dato che sapeva che sarebbe stato dismesso iniziò a guardarsi intorno per trovare un lavoro dato che il suo l’aveva lasciato per fare l’arbitro, oltretutto sotto giuramento ha dichiarato che veniva vessato dai designatori, è invece emerso l’esatto contrario dalle telefonate ”
D. Il giornalista Bruno Bartolozzi durante un Controcampo difendeva a spada tratta il compianto Presidente dell’Inter, arrivando al punto da far abbandonare lo studio a Mughini, a Matrix invece non ha detto quasi nulla
P.”Non era ancora a conoscenza di quello che pensava di lui il Presidente dell’Inter, una volta appreso il contenuto del memoriale, forse ha cambiato idea, tuttavia ritengo che anche lui non fosse a conoscenza di tante cose, e di molte altre che usciranno”
D. Ritornando al lavoro di ascolto delle telefonate abbiamo già detto che mancano ancora molte delle 190.000 intercettazioni, può anticiparci i nomi di persone che usano più frequentemente il telefono?
P.” Diciamo che oltre l’ex Dir.della Juventus ci sono la Fazi Meani e Bergamo che sono costantemente al telefono, poi arriva Mazzini che è uno spasso ascoltarlo”
D. A proposito di griglie e arbitri nelle teorie dell’accusa si parla molto dei favori arbitrali e di come arbitri della presunta cupola siano non solo a favore della stessa ma godano di una certa immunità. Sappiamo però che voi avete invece verificato e confutato con dati certi la teoria esattamente contraria.
P.” Le verifiche ed i riscontri effettuati danno un esito totalmente opposto, cioè che la Juventus faceva meno punti con gli arbitri asseritamente “amici” che con gli altri, ma c’è uno studio che stiamo verificando, dopo le dichiarazioni di Ancellotti che stimo molto come allenatore, che in qualche modo si sentiva defraudato, sembra invece che gli arbitri della così detta cupola fossero dalla sua, visto che non ha mai perso una partita con i loro arbitraggi, ma ha sempre vinto fuori casa ad eccezione della gara pareggiata a Torino 0-0. Basta pensare che l’arbitro De Santis ha arbitrato il Milan nel derby con l’Inter ed ha vinto 1-0, a Firenze 2-1, Racalbuto a Reggio C. con il Milan vincente 1-0, Pieri a Parma ed ha vinto 2-1..mi fermo se nò gli avvocati ..”
D. Ancora ieri sono uscite dichiarazioni di Guido Rossi in relazione alle sentenze di calcioopli può commentarle?
P.” Penso che siano deliranti, fuori dalla realtà, mi sembra di vedere “4000” dove uno sparisce per 10 anni dalla Terra e non sa cosa è successo..Il Prof.Sandulli disse che fù una forzatura di Rossi Guido ad assegnare lo scudetto all’inter, e cosa volevamo aspettarci da un tifoso che è stato anche membro del CdA dei nerazzurri? Le sue dichiarazioni le ricordo ancora, “sono successi fatti gravissimi” il giorno stesso del processo sportivo, e ora vuole farci tacere? Per il bene di tutti, anche dei tifosi dell’Inter, deve essere fatta chiarezza, e se l’inter come altri hanno fatto le stesse cose di quelli squalificati è giusto che paghino. Altrimenti non fiinirà più..
D. A suo parere, che differenza c’è tra Moggi che provava ad indovinare, peraltro non riuscendoci, una griglia al telefono con il designatore, e Facchetti che chiedeva di formare una griglia ad hoc, così da vedersi assegnato l’arbitro preferito?
P.Quello che posso dire è che Facchetti tutelava la sua società, e Moggi faceva altrettanto, i designatori andavano per la loro strada facendo credere, a tutti quelli che chiamavano, di assecondarli”
D. Ritiene ci siano dei responsabili alla Juventus per come è stata condotta la strategia difensiva al processo sportivo?
P.”Direi di si, Blanc e Cobolli con l’avvocato Zaccone, verranno ricordati per essere quelli che hanno mandato in B la Juventus, ma lo dissi a loro direttamente all’assemblea degli azionisti del 2006, ma Blanc mi rise in faccia..”
D. Oltre ai responsabili già citati, pensa ci siano altri responsabili all’interno della società, della situazione drammatica vissuta negli tempi dalla Juventus?
P.”ritengo che le responsabilità siano equamente suddivise, e come azionista,direi che è giunta l’ora di dare una svolta a livello tecnico e manageriale”
D. Crede che con l’ingresso di Andrea Agnelli, la Juventus cambierà linea radicalmente riguardo Calciopoli?
P. “Credo che Andrea Agnelli in questo momento sia la migliore soluzione per quanto riguarda la Presidenza della società, per le sue capacità e la sua fede, e come suo padre, il Dott.Umberto che non viene mai ricordato abbastanza, saprà scegliere bene i propri uomini, lo dico anche in qualità di azionista, sul discorso calciopoli anche lui vorrà fare chiarezza e penso che qualcosa cambierà”
Credits Mimmo Celsi, j1897network e l’associazione Giulemanidallajuve
amorejuve
18.05.2010, 15:39
Se non mi sbaglio c'è l'obbligo per la FIGC di concludere le inchieste entro l'inizio della stagione seguente. Che cosa si inventeranno?
AlexnelCuore
18.05.2010, 15:41
verranno fuori le scuse più assurde
eldavidinho94
18.05.2010, 21:55
mi sa che non c'è questo obbligo,
come non c'era nel 2006
pare che vogliano aspettare il corso del processo di napoli
che trascriverà le nuove intercettazioni a metà luglio,
poi comincerà a sentire i teste della DIFESA
per la sentenza bisogna aspettare...
...quindi in un certo senso la figc ha detto di poter decidere tutto
entro l'anno prossimo, se lo volessero!
mplatini62
19.05.2010, 05:58
le lepri...
improvvisamente son divenute lumache.
i leoni...conigli.
il furore e la fregola...
ora sono cautela e pignoleria.
l'agilità e sveltezza della Giustizia sportiva
oggi mutua la farraginosità e lungaggine
di quella ordinaria!
che strano! curioso non vi pare?
amorejuve
19.05.2010, 08:29
Art. 32 Procura Federale
Comma 11
Le indagini relative a fatti denunciati nel corso di una stagione sportiva devono concludersi prima dell'inizio della stagione sportiva successiva, salvo proroghe eccezionali concesse dal Presidente federale.
Secondo il codice non c'è il rischio di non riuscire a giudicare in tempo, se necessario c'è la possibilità di prorogare.
gabriele
25.05.2010, 11:57
Il processo - Cronaca dell'udienza del 25 maggio 2010
Martedì 25 Maggio 2010 10:51
http://www.ju29ro.com/images/stories/processi/narducci03.jpg
E finalmente venne il giorno di Roberto Mancini, delle sue verità: l’ex tecnico dell’Inter disse ai pm cose pesanti sul sistema Moggi, su arbitri mai indagati come Rosetti e Trefoloni, descritti nel suo interrogatorio come vicini al gruppo di Moggi. L'ex allenatore interista riferì ai pm di uno scontro con Rosetti. Dopo Mancini toccherà ai testimoni chiamati dalle parti civili.
Seguiamo la cronaca dell'udienza grazie a Frales, inviato per ju29ro.com e j1897network.com.
L'udienza inizia con l'esame del teste dell'accusa Roberto Mancini condotto dal pm Capuano.
PM: Lei nel 2004-2005 chi allenava?
Mancini: L'Inter.
PM: Ebbe giornate di squalifica?
Mancini: Sì
PM: Per quale gara?
Mancini: Non lo ricordo.
PM: Ricorda Inter-Lazio?
Mancini: Sì.
PM: Quanto finì e chi l'arbitrò?
Mancini: No.
PM: Finì 1-1, arbitro Trefoloni; ricorda qualche episodio?
Mancini: Sì.
PM: Quale?
Mancini: Forse un gol della Lazio che mi era sembrato irregolare.
PM: Lo rappresentò all'arbitro?
Mancini: Alla fine.
PM: E che gli disse?
Mancini: In quei momenti si può dire qualsiasi cosa, adesso non ricordo.
Il pm legge a Mancini quanto da lui dichiarato nel verbale di interrogatorio.
Mancini smentisce di aver detto all'arbitro che aveva arbitrato per far perdere l'Inter.
PM: Ricorda un Inter-Roma, arbitro Rosetti?
Mancini: Sì.
PM: E che gli disse?
Mancini: Parlai di lui e dei suoi amici di Torino.
PM: E a chi alludeva?
Mancini: A Moggi.
PM: Conosce Moggi?
Mancini: Sì.
PM: Da quando?
Mancini: Da sempre.
PM: E che voleva dire con quella allusione?
Mancini: Nulla, poiché l'arbitro era di Torino mi venne di dire questa cosa, pensavo che fossero amici; in quei momenti, quando uno pensa di aver subito un torto, collega l'arbitro di Torino alla Juve.
PM: Quanti anni ha fatto da giocatore e da allenatore?
Mancini: Venti da giocatore e cinque da allenatore.
PM: Ha mai visto Moggi frequentare gli spogliatoi degli arbirtri?
Mancini: Sì, quando giocavano contro le sue squadre sì.
PM: Era prassi anche di altre squadre?
Mancini: Sì.
L'interrogatorio di Mancini è già finito. I difensori delle parti non hanno avuto necessità di fare domande al teste, che ha smentito le cose dette in precedenza.
L'avvocato di Corioni, presidente del Brescia, dice che il suo assistito non sta bene e che non potrà essere presente a breve.
Inizia l'esame del teste Ragazzoni, del collegio sindacale del Brescia. Il teste, dopo aver fatto tutta la storia del Brescia Calcio dai fasti di Baggio, Mazzone, Toni e bachini, analizza i danni che la squadra Ha subito per il fatto di non essere riuscita arimanere in serie A ed essere stata costretta a disputare i campionati di serie B, danno che ammonterebbe a circa 36 milioni di euro, oltre al deprezzamento del nome della squadra.
Nicola Penta, parlando con l'inviato Frales, fa presente che ci sono intercettazioni di Nello Governato, del Brescia, che sono simili, se non peggiori, a quelle di Moggi. Finito l'esame del teste Ragazzoni, inizia l'esame del teste Cornieti, ex arbitro.
Avv. del Brescia: Lei ha svolto funzioni nel calcio?
Conieti: Sì ho esperienza da giocatore dilettante e poi arbitro di saerieA e B ed ho collaborato con colleghi a livello internazionale. Quando ho smesso ho collaborato con il Perugia e poi con il San Marino di cui sono stato presidente per un paio di anni e vanto due promozioni con queste due squadre.
Avv. del Brescia: Lei conferma che le è stata affidato un incarico di consulente da parte del Brescia calcio?
Conieti: Sì per alcune partite: Chievo-Lazio o-1, Chievo-Fiorentina, Lazio-Parma.
Avv. del Brescia: Ha preso visione dei filmati che provengono dalla panini?
Conieti: Si ho riassunto nei dischetti. Chievo-Lazio del 20/02/2005 arbitro Rocchi, dopo che la Lazio era passata in vantaggio al 30° del secondo tempo,Rocchi espelle Brighi e Baronio del Chievo provvedimento esagerato per fallo. Tali episodi rendono difficilissima la rimonta del Chievo. Lazio-Parma, settimana dopo, la Lazio vince 2-0 arbitro Messina e qui al 37' del primo tempo calcio di rigore per fallo di Zauri. L'arbitro Messina vicino all'azione non concede il rigore ma ammoinisce Cardone. Poi c'è una mancata espulsione di Liverani che rifila una gomitata ad Olive del Parma. Rigore non assegnato al Parma per due trattenute su Gilardino e su Pisano. Grandi proteste. L'osservatore abitrale a fine gara contesta all'arbitro la mancata concessione di un roigore alla squadra ospite. Chievo-Fiorentina, l'8/05/2005, arbitro Dondarini. La Fiorentina va in rete con posizione irregolare di Maggio e di Bojinov. Al 44' del secondo tempo non concesso al Chievo un rigore nettissimo per tre trattenute.
Ha parlato Cornieti. Descrivendo le partite contestate, Lazio-Chievo, Lazio-Parma e, soprattutto, Fiorentina Bologna del 5-12-2004, sulla quale si è soffermato molto. Descrive una serie di falli senza che De Santis ammonisca i giocatori della Fiorentina. De Santis ammonisce Meghni per fallo di mano volontario a centrocampo e, secondo Cornieti, la sanzione è eccessiva, perchè la sanzione per il fallo di mano è graduale in base alla pericolosità dell'azione. Petruzzi ammonito per proteste, Riganò, della Fiorentina, non ammonito per fallo di mano volontario.
CONTROESAME.
Avv. Gallinelli difensore di De Santis: Quante gare del 2004 2005 ha esaminato?
Cornieti: Quelle che mi sono state consegnate
Avv. Gallinelli: Quante?
Cornieti: Quelle che ha sentito
Avv. Gallinelli: Sulla base di quali parametri ha stabilito se un errore è volontario o involontario?
Cornieti: Io ho solo descritto i fatti in maniera asettica.
Avv. Gallinelli: Nessuna altra domanda
Avv. Gentile per Lotito (Lazio): Chievo-Lazio. Lei è in grado di riferire se anche Couto è stato espulso?
Cornieti: Io ho visto la gara ed ho rilevato questi fatti.
Avv. Gentile: Cioè non si è accorto dell'espulsione dei Couto?
Cornieti: Assolutamente no
Pres. Casoria: Cioè lei ha guardato solo i fatti in danno, com'è che non si è accorto?
Cornieti: Ho guardato tutta la gara e dovendo relazionare per il Chievo..
Pres. Casoria: Si è posto in quell'ottica lì...
Avv. Gentile: Quindi non si è accorto nemmeno dell'espulsione di altri tre giocatori del Parma
Cornieti: Non insista
Avv. Gentile: Lei condivide le ammonizioni e l'espulsione di Couto?
Cornieti: Sì
Avv. Gentile: Lei ha esaminato il giudizio di Rocchi della Commissione arbitrale su questa gara?
Cornieti: No.
Avv. Gentile: Se le dico che il giudizio è di 8,50, lo considera un buon punteggio?
Cornieti: Sì, ma si potrebbe anche contestare...
Avv. Gentile: Lei ha motivo di constestare?
Cornieti: Sì, perché, se uno riduce una squadra in 9 in tre minuti, posso pensare che non ha arbitrato benissimo. Anche un osservatore può vedere non bene una gara.
Avv. Gentile: Dice l'osservatore che Rocchi mantiene il controllo della gara con stile in quasi tutte le circostanze. Dà un taglio disciplinare molto severo negli ultimi minuti, comminando tre espulsioni: lei lo ritiene un giudizio sbagliato?
Cornieti: No, ma dice "quasi" tutte le circostanze. Un giocatore come Couto è tra i più squalificati del campionato italiano.
Avv. Gentile: Quindi, lei l'ha vista l'azione...
Cornieti: No.
Pres. Casoria: Sta esprimendo solo un giudizio...
Cornieti: Scorrettissimo.
L'avvocato Gentile legge il giudizio dell'osservatore (Nicchi) su Rocchi.
Il teste dice che è in contrapposizione con il voto dato alla fine, perchè se in una gara un arbitro non dà un rigore non può avere avuto quel voto.
Avv. Gentile: L'osservatore che scrive prestazione più che positiva, ottima la gestione disciplinare, sempre molto attento, chi da questo giudizio è un incompetente?
Cornieti: No ma può sbagliare
Avv. difensore di Della Valle: Chievo-Fiorentina: lei ha segnalato un gol, dal suo punto di vista, in fuorigioco
Cornieti: Sì, era un fuorigioco difficile da cogliere
Avv. di Della Valle: Ricorda il comportamento dell'assistente?
Cornieti: No
Avv. di Della Valle: Nessuna decisione?
Cornieti: No
Avv. di Della Valle: Ha verificato chi fosse?
Cornieti: Sì, ma non ricordo
Avv. di Della Valle: Se le dicessi Copelli e Mangiani?
Cornieti: Sì, può essere
Avv. di Della Valle: L'arbitro era in linea?
Cornieti: No
Avv. di Della Valle: Lei ha parlato di tre trattenute contemporanee. Lei esclude che fossero delle trattenute reciproche?
Cornieti: Sì
Avv. di Della Valle: Ricorda il comportamento dei giocatori del Chievo?
Cornieti: No
Avv. di Della Valle: Può essere che essi cercassero di mettersi in posizione migliore per il calcio d'angolo?
Cornieti: No
Avv. di Della Valle: Quindi erano fermi mentre venivano strattonati dai difensori della Fiorentina?
Cornieti: No
Avv. di Della Valle: Cioè, erano fermi o in posizione dinamica?
Cornieti: Gli attaccanti erano in posizione dinamica ma non da fare fallo si spostavano ma in maniera corretta
Avv. di Della Valle: Avevano contatto fisico con i difensori della Fiorentina?
Cornieti: Sì
Avv. di Della Valle: Ma è normale su calcio d'angolo una posizione del genere?
Cornieti: Può succedere
Avv. di Della Valle: Esclude che possa parlarsi di blocco?
Cornieti: Lo escludo
Avv. di Della Valle: Lei quando era arbitro partecipava ai raduni di Coverciano?
Cornieti: Sì
Avv. di Della Valle: Anche alle riunioni in cui si facevano vedere errori arbitrali?
Cornieti: Sì
Avv. di Della Valle: Anche quando si facevano vedere suoi errori?
Cornieti: Si qualche volta è accaduto, sono un uomo, ma forse nemmeno uno
Avv. di Della Valle: Cioè non è mai accaduto di avere critiche, di sbagliare?
Cornieti: Sì, avrò sbagliato ma non lo facevano vedere
Avv. di Della Valle: E' capitato qualche periodo in cui è stato fermato?
Cornieti: No, non mi hanno mai detto di essere stato fermato per motivi disciplinari
Avv. di Della Valle: E' stato arbitro internazionale?
Cornieti: No
Avv. Gallinelli: Lei ha evidenziato numerosi provvedimenti disciplinari a danno di Couto. Lei sa che De Santis è internazionale... ha evidenziato un errore di De Santis nell'ammonire Nastase e Petruzzi in Fiorentina-Bologna. Conferma?
Cornieti: Sì.
Avv. Gallinelli: Ha anche evidenziato che Nastase e Petruzzi erano diffidati.
Cornieti: Sì.
Avv. Gallinelli: Quante ammonizioni avevano già subito?
Cornieti: No.
Avv. Gallinelli: Sa quali arbitri avevano già ammonito questi giocatori?
Cornieti: No.
Avv. Gallinelli: Sa che Nastase e Petruzzi erano tra i più ammoniti? Di Couto lo sa... di questi due?
Cornieti: Assolutamente no, mi chiede l'impossibile.
Avv. Gallinelli: Lei ha anche detto che la settimana successiva erano squalificati. Sa se erano stati ammoniti dallo stesso arbitro?
Pres. Casoria: Avvocato, non lo sa: l'ha già detto.
Cornieti: Se è in diffida qualcuno lo avrà ammonito.
Avv. Gallinelli: Lei aspirava a diventare internazionale...
Cornieti: Sì, ma ho avuto la tendinite: ho iniziato a 25 anni. Sono stato sfortunato, ho bruciato le tappe.
Avv. Gallinelli: Sa se i regolamenti sui falli di mano e sulle trattenute in area sono stati modificati nel tempo?
Cornieti: Sì, certo.
Avv. Gallinelli: Ma i parametri cambiano?
Cornieti: Sì.
Avv. Gallinelli: Miccoli lei lo conosce bene? Subisce molti falli?
Cornieti: Sì, è un attaccante... ma è anche piccolino.
Avv. Gallinelli: Nastase, prima di essere ammonito, aveva già commesso altri falli?
Cornieti: Devo controllare...
Avv. Gallinelli: No, ma se si ricorda...
Cornieti: Non mi ricordo.
Avv. De Vita: Al di là dei filmati che la riguardavano, lei ha sempre concesso i rigori che doveva?
Cornieti: Ma l'ho già detto: avrò commesso i miei errori.
Avv. De Vita: Quindi, si può sbagliare...
Cornieti: Se uno è in forma, ne commette di meno.
Avv. Gentile: Quando è stata l'ultima gara che ha arbitrato?
Cornieti: L'ultima del 90/91.
Avv. Gentile: Grazie.
Avv. Geremicca: Le risulta se Petruzzi, insieme a Couto, era uno dei giocatori più squalificati della serie A?
Cornieti: No, Couto di più.
Ora tocca al curatore fallimentare della Salernitana, che, come in precedenza il consulente del Brescia Calcio, sta facendo una relazione economica su quelle che sono le perdite subite per la retrocessione in serie B. Il curatore fallimentare sostiene che la Salernitana è fallita a causa dei mancati introiti, ma va in difficoltà quando le difese gli chiedono come poteva valutare le perdite se la società, essendo non in regola con l'erario, non avrebbe potuto comunque iscriversi al campionato. Inoltre l'avvocato Prioreschi fa notare che il fallimento è stato richiesto dal PM per bancarotta fraudolenta.
Avv. Prioreschi: La Salernitata è fallita su richiesta del pm?
Curatore fall. Salernitana: Si
Avv. Prioreschi: E che cosa rilevava il giudice?
Curatore fall. Salernitana: Un disavanzo di bilancio
Avv. Prioreschi: Quindi oltre al debito con l'erario quali erano gli altri debiti?
Curatore fall. Salernitana: Circa un milione di euro con i fornitori
Avv. Prioreschi: Ha rilevato fatti di bancarotta?
Curatore fall. Salernitana: Si. La relazione è corposa, ci sono alcuni episodo distrattivi e sicuramente violazioni di legge sukl mancato versamento di trattenute
Avv. Prioreschi: C'è un procedimen to penale?
Curatore fall. Salernitana: Si per bancarotta fraudolenta
Avv. Prioreschi: Per distrazione?
Curatore fall. Salernitana: Si
Avv. Prioreschi: Nessuna altra domanda
gabriele
25.05.2010, 13:44
E' il turno del consulente del Bologna che valuta le perdite dei felsinei, a causa della retrocessione in B, in circa 33 milioni di euro, oltre ad altri 6 milioni persi dagli sponsor.
L'avvocato della FIGC chiede se ha tenuto conto del rinvio a giudizio di Gazzoni Frascara per i falsi in bilancio che, ovviamente, si sono ripercossi negli anni successivi ed il teste dice che non li ha tenuti in considerazione.
Dichiarazione spontanea di Luciano Moggi:
Cornieti era bravo come arbitro, ma molto più bravo come ex arbitro. Sarebbe meglio che avesse optato per un'altra consulenza. Quando si parla di arbitri che non concedono rigori, o gol validi, ce ne sono così tanti, e trovarsi di fronte uno che è stato dismesso tanti anni fa... Vorrei andare sulla scorsa udienza di Ancelotti: ha detto che Meani non era un dirigente del Milan, io so che quando si porta una lista all'arbitro c'è scritto chi è l'addetto, e c'è il nome di Meani. I dirigenti vanno nello spogliatoio solo prima e dopo la gara, e possono parlare con l'arbitro quanto vogliono. Salvagno quando diceva che ero stato a parlare con De Santis per un quarto d'ora, o era in malafede, o non conosceva il regolamento.
Ancelotti ha detto di sentirsi defraudato, ha citato tre partite, ed i giornali ci hanno fatto i titoli; siccome in questo mondo si dicono solo le cose che interessano citerò, di quel campionato, tre casi in cui il Milan è stato favorito: Parma-Milan, vince il Milan 2 a 1, arbitro Pieri. Per la moviola è dubbio un intervento di Cafù su Gilardino; se questo fosse un sodale dell'associazione, quale migliore occasione per far perdere il Milan? Reggina-Milan, arbitro Racalbuto, altro arbitro della cupola: commento dei giornali "La Reggina ha una paio di cose da dire all'arbitro, fallo di Nesta su un giocatore della Reggina ma manca il rosso"; se Racalbuto era veramente uno che parteggiava per l'associazione poteva, applicando la regola, espellere Nesta. Atalanta-Milan, arbitro Bertini: per la moviola Bertini, altro arbitro dell'associazione, non concede la punizione per fallo di Nesta e non lo espelle. Anche in quel campionato, in cui Ancelotti si sentiva defraudato, c'erano episodi in cui eravamo noi ad essere defraudati. Il discorso di Baglioni in Siena-Milan: viene annullato un gol a Sheva, se vogliamo prendere tutti i casi dei goal annullati non ne usciamo più. Discutono durante il viaggio, e viene fuori che Baglioni era stato mandato da me. Come si fa a dire una cosa del genere se non ci sono prove, tracce di telefonate tra me e il designatore, mentre ci sono telefonate del Milan con i designatori? Io ho fiducia nella giustizia ma, vede, quando si porta come accusa la mia amicizia con De Santis, perchè mi da del tu, se De Santis si trova davanti al Presidente della Repubblica dà del tu anche a lui. Ai consulenti del Brescia e del Bologna direi che, quando si vendono i giocatori migliori, si può anche retocedere, e il presidente del Bologna è stato accusato di bancarotta fraudolenta.
L'udienza è tolta.
Al termine della deposizione si registra un battibecco con un giornalista della Gazzetta, si sente la frase "Comunque la Gazzetta dello Sport è presente" e Moggi che accenna al ruolo di Galdi nelle indagini. A tal proposito facciamo rilevare che la presenza non basta per fare una cronaca super partes, occorre anche riportare esattamente quanto avviene in aula, cosa che, come abbiamo dimostrato, e dimosteremo ancora citando articoli del quotidiano rosa, non è sempre avvenuta, ed il titolo in prima pagina è stato riservato solo al colpo di tosse di Bergamo riferito da Manfredi Martino.
Prossime udienze del 2010: 1, 8, 15 e 22 giugno. Poi si riprenderà l'1 ottobre, con sedute il 19 e 26 ottobre, il 9, 16 e 23 novembre, ed il 14 dicembre.
Calendarizzate udienze fino al 19 luglio 2011, ma il Presidente Casoria ha detto che vorrebbe terminare entro l'anno.
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gabriele
25.05.2010, 17:00
<TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570 border=0><TBODY><TR><TD class=style15 vAlign=center align=middle height=100>Calciopoli, dichiarazione spontanea di L. Moggi</TD></TR><TR><TD align=middle colSpan=3 height=15>
</TD></TR><TR><TD align=left colSpan=4>Processo di Napoli, udienza del 25.05.2010.
Dichiarazione spontanea Luciano Moggi.
L. Moggi: «Quello che è successo questa mattina, ho l’impressione che ci siano delle persone che vengono a scherzare purtroppo io non scherzo».
Casoria: «Commenti un poco salati non sono… andiamo!».
L. Moggi: «Comunque guardi, Cornieri se mi permette Cornieri era meno bravo come arbitro molto più bravo come ex arbitro dirigente di società perché ha vinto con il San Marino e con il Perugia. Evidentemente aveva feeling con chi veniva sul campo e allora sarebbe meglio che avrebbe optato per un’altra consulenza anziché su questa. Poi quando parla di arbitri che non concedono rigori, qui non avremo più arbitri in questo campionato perché che non concedono rigori ce ne sono così tanti; che non concedono gol validi o concedono gol da invalidare, ce ne sono così tanti che arbitri non ci sarebbero più, quindi trovarsi difronte ad uno che è stato dismesso quindi in pratica da vent’anni ..vogliamo dire non è capace».
Casoria: «Abbiamo sentito ’91. Andiamo avanti ..questi commenti.. Lei dovrebbe difendersi non..andiamo, avanti».
L. Moggi: «Va bene mi difendo. Vorrei andare sull’udienza passata con Carlo Ancelotti».
Casoria: «Ancelotti».
L. Moggi: «Carlo Ancelotti ha detto nell’udienza passata che Meani non era un dirigente del Milan. Non lo so perché lo ha detto, ma qui quando si portano le liste agli arbitri ci sono delle liste in cui c’è scritto “dirigente addetto all’arbitro” e si vede Meani».
Casoria: «Vabbè, addetto agli arbitri non mi pare che è compreso..».
L. Moggi: «No, ha detto che non era, quindi Meani».
Casoria: «No, che non faceva parte della struttura società».
L. Moggi: «No, faceva parte della struttura società, perché l’addetto agli arbitri - signor presidente - è quella persona che va nello spogliatoio - a differenza dei dirigenti - sempre e comunque quando vuole: prima della partita, durante la partita e dopo la partita. I dirigenti, amministratori vanno nello spogliatoio soltanto prima della partita a salutare l’arbitro e dopo la partita. Dopo la partita ovviamente possono parlare con l’arbitro quanto vogliono. Io ho sentito l’ispettore dei vigili urbani Salvagna qualche giorno fa, quando diceva che io ho parlato 15 minuti con De Santis dopo la partita Juventus –Atalanta. Io non so quello cosa diceva o se faceva per parlare; perché se faceva per parlare è un conto, se diceva perché ci credeva non conosce i regolamenti. Perché alla fine di un partita io posso parlare anche mezz’ora con un arbitro e poi vorrei sapere anche chi gliela…».
Casoria: «Sarebbe opportuno prima di tutto non parlare proprio».
L. Moggi: «Questo è un altro discorso e purtroppo ce lo hanno insegnato .. ma sa quando non c’è niente di male, quando ha fatto la fine della fine della partita si può dire poco. Detto questo C. Ancelotti nell’ultima udienza ha detto che si sentiva defraudato, ed ha citato tre partite (Siena-Milan, Lecce-Milan, Juventus-Milan), allora Siena Milna arbitro Collina, Lecce-Milan Pieri e Juventus-Milan Bertini. Ovviamente i giornali - adesso qui ora manca il giornalista della gazzetta dello sport M. Galdi che è molto informato di queste cose e non è potuto venire per impegni suoi personali..- hanno fatto il titolo, hanno fatto il titolo su questo, “defraudo il Milan di Carlo Ancelotti”. Siccome in questo modo si parla soltanto quando le cose interessano e quanto non interessano si sottintendono e si mettono da una parte, io citerò in quel campionato 3 partite in cui si deve lamentare la Juventus nei confronti del Milan e non il contrario. Ad esempio Parma-Milan, vince il Milan a Parma 2 a 1, 04.12.2004, arbitro Pieri. Pieri è uno che si suppone faceva parte dell’associazione..bene. Questa è la moviola - trascuro il fatto di Auricchio che prevedeva tutto tramite la gazzetta dello sport , purtroppo M. Galdi non c’è mi manca il sacrale, perché altrimenti ne avrebbe fatto un quadretto diverso- La moviola: dubbio per un intervento di Cafù (giocatore del Milan) su Gilardino (giocatore del Parma) al limite dell’area, per Pieri però è tutto regolare quindi non si da un rigore a favore del Parma. Se questo fosse veramente un sodale dell’associazione quale situazione migliore per sistemare il Milan e porlo sul pareggio anziché sulla vittoria? Invece lui non dando quello che doveva dare ha permesso al Milan di vincere a Parma 2-1. Reggina – Milan, 13.02.2005, arbitro Racalbuto, altro arbitro che si dice faccia parte della cupola. Commento dei giornali la Reggina ha un paio – adesso commento anche i giornali perché lo fanno tutti – commento dei giornali: “la Reggina ha un paio di cose da dire all’arbitro” però resoconto della moviola: all’ottavo minuto ammonito Nesta giocatore del Milan per fallo su Mesto giocatore della Reggina lanciato a rete; visto che l’arbitro ha fischiato il fallo a quel punto ci stava il rosso da espulsione per interruzione di una chiara occasione da gol. Ora se Racalbuto era veramente uno che nella sostanza patteggiava per l’associazione credo che sarebbe stato evidente che avesse praticamente applicato la regola. Lui non l’ha applicata e il Milan ha vinto 2-0 a Reggio Calabria. Atalanta Milan, 05.03.2005, arbitro Bertini. La moviola - Bertini che dovrebbe essere l’altro arbitro dell’associazione- commenta un grave errore al 13° della ripresa, Nesta giocatore del Milan trattiene vistosamente Makina giocatore dell’Atalanta ma non concede la punizione e non caccia il milanista per fallo da ultimo uomo. Mi spiego, ultimo uomo significa che oltre il difensore non c’è più nessuno e quando si presenta questa occasione si deve espellere il giocatore che fa il fallo. Bertini non ha espulso Nesta, anche questo praticamente fa parte dell’associazione ha –in quel campionato in cui si sentiva defraudato Ancelotti – ha qualcosa di diverso da dire perché come cito queste partite in pratica non può dire che non è stato, è stato aiutato anziché essere stato defraudato; probabilmente defraudati siamo stati noi. Quindi dover essere qui sempre a sentire queste cose e poi dopo non reagire neppure! magari si passerà anche da arroganti ma almeno la difesa si deve fare.
Per quanto riguarda poi il discorso di Bagliaoni: Baglioni Siena-Milan. Questo è anche un altro discorso particolare. Siena-Milan, viene annullato un gol a Shevchenko, ora voglio dire se andiamo a guardare la casistica dei gol annullati e magari che erano validi, noi riempiano i giornali e riempiamo questa sede del processo di carte che praticamente non hanno ragione di esistere, perché è un fatto insito nello sbaglio che può fare un arbitro. Quindi annullato un gol. Discutono durante il viaggio Ancelotti e Menai e cosa viene fuori? Viene fuori che Baglioni, che era l’assistente che ha annullato il gol, glielo avrei mandato io. Adesso io domando - e questo per amore della verità - come faccio io a mandare un assistente visto e considerato che non ci sono neppure traccia di telefonata tra me e Mazzei - che era praticamente quello che designava gli assistenti- né tra me e egli assistenti stessi. In pratica nessuna traccia di telefonata, esattamente al contrario di quello che facevano sia Meani che Facchetti, loro telefonavano al designatore telefonavano agli assistenti e poi viene fuori che io avrei mandato Baglioni da questi particolari… Io veramente sono sconcertato, devo dire una cosa, ho fiducia nella giustizia, non sono felice di essere qui, però chiaramente ho molta fiducia in quello che sarà il giudizio finale. Perché vede quando si - e finisco signor presidente -quando si porta anche come citazione la mia amicizia con De Santis perché De Santis mi da del tu..perché De Santis mi da del tu, ma come si fa a dire una cosa del genere, quando De Santis se si trovi difronte al Presidente della Repubblica da del tu pure a lui? E’ il carattere suo questo qua, che in pratica porta De Santis a essere … poi oltre tutto dice anche un’altra cosa dava del tu anche a me e ai giocatori; mi dica Lei se è una cosa che si può sentire..».
Casoria: «Vabbè, l’ha detto che dava del tu a tutti».
L. Moggi: «Vede ma..però ha citato l’amicizia mia. Guardi io non ho mai telefonato a De Santis, sfido chiunque a trovare una telefonata tra me e De Santis perché, oltretutto, nonostante sia qui, non mi stava molto simpatico. Io potevo tranquillamente telefonare perché quando ho fatto delle cose non l’ho mai fatto a fin di male. Perché vede, quando si stratta di parlare presidente, come hanno parlato i consulenti del Bologna e del Brescia, io direi a loro tre parole, tre parole : bisogna saper fare le squadre. Quando nel caso del Brescia si vendono i giocatori migliori, si può retrocedere perché bisogna solo incrementare gli incassi siccome ci sono tante persone da mantenere e li bisogna vedere chi è a stipendio del Brescia. Il caso del Bologna; abbiamo detto che c’è un presidente che è stato indagato per bancarotta fraudolenta cosa dobbiamo chiedere di più? dobbiamo forse venire ad incolpare un a persona che ha lavorato bene, che è riuscito a fare una squadra che è riuscito a competere in campo nazionale ed internazionale.. ».
Capuano: «Presidente è leggermente inconferente con i temi del processo, se vuol fare una conferenza stampa la ci sono i giornalisti».
L. Moggi: «Io ho detto quello che dovevo dire».
Capuano: «Lei deve difendersi.. ».
Casoria: «Va bene, va bene è anche un modo di difendersi».
L. Moggi: «Certo».
</TD></TR></TBODY></TABLE>
messaggio aggiunto automaticamente su quello inviato 13 minuti fa:
Vi posto quest'articolo trovato su ju29ro che ci fa capire ancora di più la farsa di cui è stata vittima la Juve e Moggi
Calciopoli e certe verità note dal 2006
Nel 2006 solo pochi giornalisti hanno cercato la verità sull'indagine Calciopoli. Questo lavoro, che dovrebbe essere alla base del mestiere del giornalista, è stato lasciato alla voglia di sapere e di capire degli utenti del web. Nella sezione "Calciopoli/Farsopoli" del forum J1897.com (http://www.j1897network.com/forum), dove Ju29ro Team si è costituito, le informative sono state vivisezionate, con inesattezze e incongruenze messe in rilievo, fin dall'estate 2006, prima che le stesse venissero sminuzzate in aula dalle difese.
Chi cercava la verità sa da quattro anni che nelle informative ci sono errori come il risultato capovolto per Juve-Sampdoria, la mai avvenuta espulsione di Morfeo in Lecce-Parma, che il risultato di Inter-Sampdoria era 3-2 e non 3-3 come riportato dai carabinieri, per citarne solo alcuni. Molte incongruenze contenute nelle informative sono riportate anche nelle motivazioni del giudice De Gregorio (http://download.ju29ro.com/processo_calciopoli/sentenza-de-gregorio.pdf) che ha giudicato Giraudo ed altri, con rito abbreviato, basando il suo giudizio su questi atti.
Inesattezze ed incongruenze che sono state magistralmente evidenziate ed analizzate, già dal 2006, da Emilio Cambiaghi nel suo "Manuale di autodifesa del tifoso juventino".
Per fornire un aiuto a chi vuole sapere, a chi vuole ragionare con la propria testa, a chi vuole recuperare il terreno perduto, abbiamo tirato fuori dal nostro archivio un articolo del nostro Emilio Cambiaghi, riportato su diversi siti bianconeri, scritto poche ore dopo la pubblicazione dell'Atto di chiusura indagini dei pm Narducci e Beatrice (http://download.ju29ro.com/atti_procure/Atto_Chiusura_Indagini_della_Procura_di_Napoli_%28 12_aprile_2007%29.pdf) del 12 aprile 2007, del quale riportiamo uno stralcio:
Tutto quello che dovete sapere su questa indagine napoletana.
di Emilio Cambiaghi - 12 aprile 2007
Giovedì 12 aprile 2007, dopo quasi tre anni dall’inizio dell’inchiesta, la Procura di Napoli fa sapere di aver concluso l’attività di indagine relativa ai fatti del cosiddetto scandalo di “Calciopoli”.
Analizziamo il documento emesso dai magistrati Narducci e Beatrice alla ricerca delle verità e delle inesattezze. [...]
LA FIERA DEL GIÀ VISTO.
L’analisi della notifica della chiusura indagini rivela che, a parte due argomenti che tratteremo in seguito, non viene aggiunto nulla di nuovo al quadro accusatorio già noto costruito nei confronti della Juventus e dei suoi dirigenti. Scendiamo quindi nel dettaglio del documento in questione e sveliamo la prima incongruenza.
Secondo i magistrati, Moggi, Giraudo, Mazzini, Bergamo, Pairetto, Lanese, De Santis, Racalbuto, Cassarà, Bertini, Dattilo, Gabriele, Pieri, Ambrosino, Baglioni, Fazi, Mazzei, Ghirelli, Fabiani e Scardina si sarebbero associati «tra loro e con altre persone in corso di identificazione, avendo già nel passato condizionato l’esito di campionati di calcio di serie A, con particolare riguardo a quello del 1999/2000, che fu sostanzialmente condizionato fino alla penultima giornata […] e non riuscendo nell’intento di garantire alla Juventus la vittoria finale, in quanto gli accordi illeciti già stabiliti vennero compromessi dal clamore suscitato provocato dall’arbitraggio apertamente favorevole alla squadra torinese da parte di De Santis».
Quali sono le altre persone “in corso di identificazione”? Ci sono forse altre persone che hanno contribuito al “disegno criminoso” messo in piedi da Moggi? Se queste persone esistono perché non sono state identificate in ben tre anni di indagini? Primo mistero…
Ma ciò che suscita perplessità è il riferimento al campionato 1999/00: in base a quali presupposti si parla di campionato falsato «fino alla penultima giornata»? C’è per caso stata qualche indagine relativa a quel torneo? Non ci pare di averne mai sentito parlare, e poi perché è falsato solo fino alla penultima? Visto che all'ultima vi è il pantano di Perugia, tutto il torneo torna improvvisamente regolare?. Solo questa, quindi, è un’affermazione che toglie immediatamente attendibilità al lavoro d'indagine. La giurisprudenza insegna che se non si possiedono elementi per giudicare, ci si deve limitare al campo delle ipotesi e non debordare in gratuite affermazioni di colpevolezza. Insomma, fin dall’inizio pare di avere a che fare con il solito astio antijuventino piuttosto che con la serietà di persone che intendono svolgere bene il proprio lavoro.
Ma su cosa si impernia l’accusa della Procura campana? Sull’associazione a delinquere, termine già noto a chi ha avuto modo di approfondire quanto accaduto in sede di giustizia (?) sportiva la scorsa estate. Ci si chiede perché “associazione a delinquere” e la risposta, forse maliziosa, può essere questa: quel tipo di reato è l’unico che permette l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche in sede processuale. Un atto dovuto (forzato?) perché, senza di esso, non avrebbe avuto luogo alcun procedimento penale. Ma vediamo come viene dedotta l’esistenza di questa “associazione”:
«essersi adoperati al fine di garantire l’elezione di Franco Carraro quale presidente della Figc, al fine di favorire Adriano Galliani nell’elezione alla presidenza della Lega Nazionale Professionisti, raccogliendo informazioni (veri e propri dossier) per screditare Diego Della Valle, che si opponeva all’elezione di Galliani ed ancora, in relazione all’allenatore Zdenek Zeman»
Ed eccoci alla seconda incongruenza: la cupola si sarebbe attivata per favorire Galliani e Carraro nel mantenimento dei rispettivi posti di potere. Benissimo, ma perché allora Galliani non compare nella lista dei 48 indagati? Forse che tutti gli associati lavoravano per lui “gratis” o per simpatia? Sembra una banalità ma è un punto fondamentale: vi sono dozzine di persone che avrebbero compiuto i più turpi atti immaginabili per far eleggere gli unici due che neppure vengono coinvolti nelle accuse (Carraro in verità sì, ma abbiamo già visto come sia già stato prosciolto in sede sportiva). O si tratta di una banda di pazzi fuggita da un manicomio, oppure c’è qualcosa che non funziona. Tertium non datur.
Si parla anche dei cosiddetti "dossier" contro Della Valle e Zeman. Anche in questo caso è opportuno un chiarimento: il primo non è un dossier commissionato da Moggi ma un documento che un gruppo di tifosi fiorentini propone di vendere a chi tira le fila in Federcalcio. Dalle intercettazioni non si capisce se tale dossier sia stato poi effettivamente utilizzato o meno. Ciò che emerge, invece, è che Moggi ha detto di portare tali persone al cospetto di Galliani, ovvero del maggior interessato all’ottenimento di quel documento (i Della Valle avversavano la sua elezione in Lega, ed è molto nota la rivalità tra il gruppo di imprenditori fiorentini e quello facente capo a Berlusconi).
Il secondo, quello su Zeman, è in realta un’informazione che l’avvocato Paolo Trofino passa a Moggi: l’allenatore boemo si sarebbe reso protagonista di un atto poco corretto (avrebbe, in concerto con un procuratore, venduto un calciatore a 2 miliardi di lire quando invece lo stesso era a parametro zero). Moggi avvisa Giraudo e i due concordano sul fatto che una notizia del genere debba passare agli organi di informazione. Non risulta però che questa cosa sia mai accaduta. Inoltre, non si capisce perché ci si debba stupire di due persone che cercano di screditarne un’altra, quando quell’“altra” ha fatto dell’accusa gratuita (vedi affermazioni sul doping) la sua crociata preferita.
Ma andiamo avanti. Ecco un altro passaggio assai contestabile dei magistrati napoletani:
«Perché venissero sempre tutelati gli arbitri che avevano favorito la Juventus o che comunque erano vicini alla società. Perché attraverso il condizionamento di talune trasmissioni televisive (ad esempio “Il Processo di Biscardi”) o di singoli giornalisti o commentatori del servizio pubblico radiotelevisivo o di altre emittenti private (Ignazio Scardina, Giorgio Tosatti, Ciro Venerato, Franco Melli, Lamberto Sposini, Gianni Di Marzio, Tony Damascelli, Mauro Sandreani, ecc…) venissero favoriti gli interessi del sodalizio».
Siamo di fronte alla replica sbiadita delle già fantasiose imputazioni escogitate da Auricchio. La “cupola”, oltre che per far eleggere Carraro e Galliani, si adoperava per proteggere «sempre» gli arbitri vicini alla Juventus. Qualcosa suona stonato: tutti concorrono per sostenere le cariche di due milanisti (Carraro fu presidente rossonero dal 1967 al 1971) e poi fanno di tutto per proteggere gli arbitri «vicini» alla Juventus? Bah… E come compiono questa impresa?
Condizionando «talune» trasmissioni televisive. Un momento, non «talune» ma una sola, lo scalcagnato processo biscardiano, ovvero il baraccone mediatico che quando va bene raccoglie il 2% di share e che una sentenza di un tribunale (a fronte di un esposto da parte di alcuni arbitri) ha giudicato “inattendibile”. Una cupola invero ingenua: Galliani, che ne è il vertice elettivo, è amministratore delegato di Mediaset, la quale dispone di ben 3 (TRE) emittenti televisive. Perché non rivolgersi direttamente a lui, anziché ridursi a elemosinare consensi in seno ad un emittente che non gode nemmeno di copertura nazionale integrale (e, tra l’altro, di proprietà del “nemico” Tronchetti Provera) [all'epoca il Processo andava in onda su La7, ndr]?. Più che un’ “associazione per delinquere” sembra una corte dei miracoli…
La cupola, però, non si limita a controllare gli arbitri tramite le televisioni ma, addirittura, provvede a punirli, quando necessario:
«perché invece, venissero arbitrariamente penalizzati gli arbitri che non avevano favorito la Juventus».
Se, di grazia, i signori di Napoli avranno voglia di comunicarci come e quando siano stati penalizzati i fischietti “scomodi”, potremo forse intavolare un discorso serio. Siamo sempre nel campo delle supposizioni. In quali modi la cupola disponeva queste terribili punizioni? Quando, quante, quali e per mezzo di chi sono state somministrate?
Tralasciando due accuse risibili come la faccenda di Boudianski e Zeytulaev (altra nobilissima incombenza della “cupola”) e la mancata comunicazione alla disciplinare dei fatti di Reggio (una scelta di Lanese che non tocca minimamente la Juventus), passiamo ad illustrare tre vere perle contenute nel documento in esame.
PERLA N°1:
«perché venissero favoriti gli interessi (sportivi e quindi economici) di altre società calcistiche alleate al sodalizio (particolarmente Messina, Reggina e Sassari Torres), ed in particolare per garantire la iscrizione al campionato di Serie A 2005/06 del Messina e della Reggina, nonostante l’assenza dei presupposti di carattere finanziario e, comunque, per tutelare gli interessi economici propri della famiglia Franza».
Quindi Moggi e sodali avrebbero massonicamente organizzato la fraudolenta iscrizione al campionato del Messina, il quale era sprovvisto dei requisiti economici per parteciparvi. Non viene spiegato come, né vengono indicati quali fossero i parametri non soddisfatti. Certo che è curioso vedere spulciare negli affari della piccola squadra siciliana quando vi sono altre squadre - ben più importanti - che per anni si sono fatti beffa di ogni possibile e immaginabile regola in materia di bilanci e di norme federali.
PERLA N°2:
«perché venissero fornite specifiche indicazioni sulla composizione della formazione della Nazionale Italiana di Calcio, anche in relazione ai contingenti interessi della Juventus».
La “cupola” ha comandato le sorti della Nazionale di calcio e c’è gente che ancora se ne lamenta. Abbiamo vinto un Mondiale con 5 juventini in rosa, un allenatore formato e affermatosi alla Juventus e uno staff tecnico di identica provenienza e si ha ancora il coraggio di recriminare. Allora restituiamo la Coppa… E dire che questa accusa nasce da una serie di otto telefonate alla vigilia di Italia-Bielorussia, grazie alle quali si apprende che Carraro implora Moggi di occuparsi della selezione azzurra. Moggi è talmente potente che chiede di non far giocare Cannavaro, il quale invece gioca mezz’ora, ed è talmente rispettato che non viene nemmeno fatto entrare negli spogliatoi al termine della gara. Cosa della quale Big Luciano si lamenta con Mazzini…
PERLA N°3 (E 4…):
«in tal modo predeterminando gli esiti del campionato di calcio di serie A per la stagione 2004/05 (scudetto, piazzamenti per le coppe europee e retrocessioni) e, più in generale, controllando e condizionando l’intero sistema calcio professionistico italiano nell’interesse della Juventus e delle altre società stabilmente o occasionalmente legate all’associazione (Messina, Reggina, Lazio, Fiorentina, Sampdoria, Arezzo, Sassari Torres, ecc…), realizzando in definitiva illeciti ed ingentissimi profitti economici per tutti gli affiliati all’organizzazione ed ai soggetti che comunque ad essa fanno riferimento».
Quindi l’associazione di marrani, capeggiata da Moggi, predeterminava non solo qualche ammonizione e il moviolone di Biscardi ma, addirittura, era in grado di decidere «scudetto, piazzamenti per le coppe europee e retrocessioni». Questo per il solo vantaggio della Juventus e, occasionalmente, per quello delle società che a turno entravano in simpatia. Del Milan non si parla, eppure tutti si adoperavano per far eleggere Carraro e Galliani…
Ma attenzione a questa frase: «Con l’aggravante per Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Innocenzo Mazzini, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto e Massimo De Santis di aver promosso, costituito ed organizzato l’associazione. Associazione costituitasi in epoca e luogo imprecisati».
La cupola è talmente potente e misteriosa che, addirittura, non se ne conosce l’origine...
Ma, tralasciando queste accuse di minor spessore, su cosa punta principalmente il dito il dispositivo prodotto dai magistrati di Napoli? Sui soliti triti e ritriti argomenti: le ammonizioni mirate, la composizione delle griglie e i sorteggi pilotati. Vediamoli uno per uno.
IL GRANDE RITORNO DELLE AMMONIZIONI MIRATE.
Nonostante le illuminate sentenze rupertiane e san dulliane avessero decretato l’inesistenza di questa fantasiosa pratica, non si rinuncia alla calda sicurezza di uno degli "all time favourites" ritornelli antijuventini. Esaminiamo le partite sopra le quali la longa manus moggiana è riuscita a posarsi:
UDINESE-BRESCIA 1-2
«atti fraudolenti consistiti, ad opera del Dattilo, nella dolosa ammonizione dei calciatori Pinzi, Muntari e Di Michele e nella dolosa espulsione del calciatore Jankulovski, tutti in forza alla squadra dell’Udinese – successivo avversario della Juventus […] la gara dell’Udinese risultava condizionata dalle tre ammonizioni e dalla espulsione inflitte dal direttore di gara».
Ci si chiede se chi ha vergato la frase sopra riportata si sia fatto carico del dovere di vedere la partita in questione o, almeno di informarsi. L’incontro è infatti passato alla storia per un gol (quello decisivo) segnato dal bresciano Mannini con il portiere udinese De Sanctis a terra infortunato. In seguito a questo episodio è scoppiata una maxi-rissa che ha visto coinvolti praticamente tutti i 22 calciatori in campo. Quindi è già andata bene ai friulani (inviperiti per il torto subito) di ritrovarsi con solo 1 giocatore sanzionato, Jankulovski, che viene tra l’altro espulso giustamente. Questo il comunicato ufficiale della Lega Calcio in merito alle decisioni della Disciplinare:
Squalifica per una giornata effetiva di gara:
JANKULOVSKI MAREK (Udinese): perché, al 31° del secondo tempo, colpiva a mano aperta sul volto un avversario senza conseguenze lesive di sorta; infrazione rilevata da un Assistente.
Incredibile, l’infrazione era sfuggita all’arbitro Dattilo ed è stata segnalata (opportunamente) da un guardalinee. Come faceva allora l’arbitro ad espellere volontariamente (e fraudolentemente) il calciatore ceco?
Ma le stranezze non finiscono qui: i tre calciatori friulani ammoniti (Pinzi, Muntari e Di Michele) non figuravano nella lista dei diffidati (infatti scenderanno regolarmente in campo contro la Juventus). Per quale curiosissimo motivo Moggi ne avrebbe richiesto l’ammonizione? Per sfizio personale?
MESSINA-REGGINA 2-1
«il Moggi in qualità di istigatore, il Racalbuto quale direttore di gara dell’incontro compivano atti fraudolenti consistiti nella dolosa ammonizione del calciatore Mesto della Reggina».
Moggi è astuto, talmente astuto da fare di tutto per ottenere l’ammonizione di Mesto, elemento fondamentale, in mancanza del quale la Juve non potrà battere la Reggina. Infatti, la domenica successiva a Reggio, la Juve perde… e con lo scandaloso arbitraggio di Paparesta… Tra l’altro la squadra calabrese rientra nell’esclusiva lista delle “elette” che godono dei favori dell’associazione. Perché mai la si è voluta penalizzare? E, per la cronaca, l’intervento di Mesto, qualificato in televisione come «entrataccia assassina», era da rosso.
FIORENTINA-BOLOGNA 1-0.
«dolosa ammonizione dei calciatori Petruzzi, Nastase e Gamberini difensori del Bologna F.C, successivo avversario della Juventus».
Altri due fenomeni vengono “fatti fuori” dai killer infallibili al soldo di Moggi: i temibilissimi Nastase e Petruzzi (le ammonizioni sono state definite “dovute e necessarie" dalla sentenza di Sandulli). C’è poi da chiedersi cosa c’entri Gamberini, il quale non era nemmeno diffidato. Non è che dietro ogni ammonizione c’è Moggi e non ce l’hanno mai detto?
ROMA-PARMA 5-1.
In questo caso i candidati palloni d’oro, che la “cupola” fa provvidenzialmente eliminare, sono Pisanu e Contini. E questo in vista di Parma-Juventus, partita in cui De Santis (l’arbitro per eccellenza del sodalizio) non concede alla Juventus un rigore per un fallo di mani di un difensore emiliano.
SAMPDORIA-SIENA 1-1.
Qua si raggiunge il vertice dell’assurdità. L’impallinato in questione è Simone Inzaghi, centravanti della Sampdoria, che entra in campo a venti minuti dalla fine. Che precisione questa “cupola”! Far ammonire un diffidato che avrebbe anche potuto non scendere in campo e che, in quella stagione, ha fatto indigestione di chewing-gum seduto in panchina. Tutto questo per prepararsi la strada per la successiva Juventus-Sampdoria, che i bianconeri perdono 0-1, ma che Beatrice e Narducci trascrivono come “1-0” in favore della Juve. Avevano smarrito l’almanacco o solo con quel risultato si poteva dire "sai, se la Juve vince allora vuol dire che la squalifica di Inzaghi è servita"?
INTER-FIORENTINA 3-2.
Moggi è molto preoccupato dei cecchini viola Obodo e Viali e provvede così ad escluderli per la prossima partita che vede la Juventus impegnata con i toscani. Il buon Bertini, esegue, anche se si sta ancora domandando perché mai non avrebbe dovuto far perdere direttamente l’Inter, rivale della Juventus, al posto che sbattersi per “far fuori” due giocatori viola. Beh, ma in vista c’è Fiorentina-Juventus! Che finisce 3-3 con Collina che non assegna un gol fantasma di Cannavaro.
Va anche detto che Moggi è uno attento ai bisogni degli amici, infatti provvede a fare un favore al sodale Fabiani (dirigente messinese) provvedendo alla squalifica “preventiva” di Guana e Mannini in Brescia-Bologna (1-1 e arbitrava Paparesta!) per favorire il Messina per la successiva gara contro i lombardi. È un generoso Moggi, almeno questo bisogna riconoscerglielo!
Ma ci sono delle domande che restano aperte: visto che la Juventus comandava 8 arbitri, perché non chiedeva loro direttamente di far vincere le partite alla Juventus anziché produrre sforzi per far ammonire poco temibili avversari? Ha dato delle schede svizzere (vedere più avanti) d’altra parte! Che spreco di sim! E poi, quel De Santis che birbone! In Fiorentina-Milan (1-2), che anticipa lo scontro diretto a San Siro tra Juve e Milan, non espelle Stam per fallo da ultimo uomo e si dimentica di “impallinare” i tre importantissimi (questa volta sì) diffidati rossoneri: Nesta, Rui Costa e Seedorf! Evidentemente aveva il telefonino scarico…
SORTEGGI TAROCCATI.
In tema di accuse “classiche” come farsi mancare quella dei sorteggi pilotati? Ecco le partite in cui Moggi, camuffato da giornalista, avrebbe personalmente estratto le biglie dalle urne:
LECCE-JUVENTUS 0-1.
Moggi, Giraudo, Bergamo, Pairetto, Lanese, De Santis, Griselli e Ceniccola avrebbero compiuto «atti fraudolenti che, alterando la corretta e genuina procedura di sorteggio del direttore di gara […] della designazione degli assistenti […] del quarto ufficiale di gara e dell’osservatore dell’incontro, predeterminavano il risultato di calcio, risultato perseguito mediante la designazione fraudolenta di una terna arbitrale (De Santis, Griselli e Ceniccola), tutte persone che si adoperavano per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra juventina».
Insomma, questa gara col Lecce “s’aveva da vincere” e tutte queste persone hanno eseguito gli ordini alla perfezione. Peccato però che di quella gara ci si ricordi solo del campo inzuppato e di nessun episodio a favore della Juventus.
ROMA-JUVENTUS 1-2.
In questa occasione Moggi, Giraudo, Bergamo, Pairetto, Fabiani (ma che c’entra Fabiani?), Fazi, Racalbuto, Pisacreta, Ivaldi e Gabriele si sarebbero riuniti prima per taroccare il sorteggio (come lo abbiano fatto non è dato sapere) e, in seguito, per far vincere la Juve.
La partita è passata alla storia: c’è un gol in fuorigioco di Cannavaro (in campo nessuno se ne era accorto), e un rigore fischiato su Zalayeta per un fallo avvenuto sulla linea dell’area di rigore. Due episodi che fanno infuriare la Roma. I giallorossi dimenticano però come avrebbero dovuto giocare in 9 già dal 20’ del primo tempo (che fu un’ignobile caccia all’uomo) per le entratacce, da rosso diretto, di Dacourt e Cufré su Zebina e Blasi, beatamente sorvolate dal povero Racalbuto. E che dire poi del cazzotto che Cufré rifila a Del Piero subito dopo la fine del primo tempo? E del gol in fuorigioco di Cassano? E della rete inspiegabilmente annullata a Ibrahimovic? E delle raccomandazioni di Carraro ad arbitrare, nel dubbio, contro la Juve? Misteri che rimarranno senza risposta.
Stupisce che nel documento di Napoli le gare incriminate per taroccamento di sorteggio siano solo due. Due, guarda caso, è proprio il numero delle operazioni di sorteggio che i Carabinieri, nelle informative, sostengono di aver “controllato”. Ma come? Solo due volte su 38? Se si ha un sospetto non sarebbe più opportuno approfondire le indagini e fare chiarezza sulla faccenda? E quali sarebbero poi le irregolarità? Bisognerebbe spiegare in quali punti e in quali momenti il sorteggio non si è svolto regolarmente. Non sanno forse che esiste un comunicato congiunto Figc-Ussi che certifica le modalità di estrazione (il giornalista estraeva la pallina dell’arbitro solo in seguito a quella contenente il nome della partita)? Non sanno che le sentenze rupersandulliane hanno sancito, una volta per tutte, che questi benedetti sorteggi erano regolari? L’impressione è che Beatrice e Narducci abbiano preso per buone le ipotesi dei Carabinieri, risparmiando così molto tempo.
PARTITE CONDIZIONATE.
Con la formuletta «al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione, compivano atti fraudolenti finalizzati a predeterminare il risultato dell’incontro, risultato perseguito dal (nome arbitro)» Beatucci ci informa che Moggi (quasi sempre in combutta con il fedelissimo Fabiani) è riuscito ad alterare un certo numero di partite di campionato. Vediamo quali:
JUVENTUS-CHIEVO 3-0: (Pieri) vittoria inequivocabile della Juventus
JUVENTUS-LAZIO 2-1: (Dondarini) nessun episodio saliente
CAGLIARI-JUVENTUS 1-1: (Racalbuto) Emerson segna il gol del vantaggio bianconero il lieve fuorigioco, ma c’è un evidente rigore negato alla Juve per atterramento di Trezeguet. Episodio del quale Moggi si lamenterà a lungo nelle telefonate seguenti questa partita (ma non l’aveva pilotata? Perché lamentarsi di una cosa di cui si ha il controllo?).
JUVENTUS-UDINESE 2-1: (Rodomonti) gol annullato a Fava al 25’ del secondo tempo per un fuorigioco difficile, ma con la Juve già sul 2-0.
LAZIO-JUVENTUS 0-1: (Trefoloni) Siccome Trefoloni non è incluso nell’élite degli omaggiati “svizzeri” (tra l’altro il Milan con Trefoloni ha uno score di vittorie vicino al 100%) ce la si deve prendere con l’assistente Ambrosino. Peccato che non ci si ricordi di nessun episodio particolare, salvo un fantastico tuffo olimpionico di (uno dei gemelli) Dibiasi Filippini.
SIENA-JUVENTUS 0-3: (Bertini) Tre pappine e a casa
SIENA-MILAN 2-1: (Collina) dato che l’arbitro è il pelato viareggino (quello che progetta incontri segreti con Galliani e della promiscuità con Meani) dev’essere stato qualcun altro ad ostacolare la corsa delle “Marie Goretti” rossonere. E chi se non il guardalinee Baglioni, il quale sbandiera un fuorigioco che invalida un gol di Shevchenko. Fuorigioco (comunque "difficile") che nega il gol del possibile 0-1. Il vantaggio rossonero arriva comunque, e poi non è colpa di Moggi se i "meravigliosi" si fanno infilare come tordi due volte in un quarto d’ora (prove generali di Istanbul?).
Come si può facilmente vedere, queste partite non sembrano costituire particolari casi di gravità. Pare, più che altro, di trovarsi di fronte a una pretestuosa elencazione che mira a dimostrare l’indimostrabile. Non si capisce perché siano state scelte queste partite, ma il sospetto è sempre quello: ci sono dei contatti tra Bergamo e Moggi (che parlano di tutt’altro) antecedenti a questi match, e allora è ovvio che sono stati condizionati. Prendendo per buono questo ragionamento tutti i Livorno-Inter sarebbero da invalidare, dal momento che lo stesso Bergamo ha ammesso che, alla viglia di quelle partite, era solito ospitare in casa sua per la notte il vicepresidente interista Facchetti.
Una stranezza relativa a questa parte del documento è che nella quasi totalità delle partite vengono fatti anche i nomi, in qualità di cospiratori, di Pairetto e Giraudo. Eppure Pairetto non compare quasi mai nelle informative (4-5 telefonate in tutto, nelle quali non si parla mai di partite specifiche) e Giraudo non dice mai una sola parola per richiedere particolari favori. L’amministratore delegato bianconero parla quasi esclusivamente con Moggi per commentare i fatti d’attualità e, spesso, arrabbiandosi per i molti torti subiti dalla Juventus.
JUVENTUS-MILAN.
Questa partita dovrebbe essere compresa nell’elenco precedente ma, vista l’importanza, la trattiamo a parte. L’accusa è la medesima: «Moggi e Fabiani quali istigatori, compivano atti fraudolenti finalizzati a influire sul risultato dell’incontro di calcio, esito perseguito dal Bertini che si adoperava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra del Moggi».
Fa specie leggere il nome del messinese Fabiani. In quale modo avrebbe potuto aiutare Moggi a corrompere Bertini? Misteri che, si spera, avranno una soluzione.
La cosa incredibile è il trattamento che i media hanno riservato a questa notizia. Tutto quello che è possibile leggere al riguardo è la frase sopra riportata. Com’è possibile allora che la Gazzetta dello Sport abbia potuto titolare «Così Moggi e Bertini bloccarono i rossoneri»? Hanno per caso qualche prova che noi, comuni mortali, non abbiamo, oppure sono in cerca di querele? Sotto a quel titolo campeggiava la fotografia del rigore non concesso per fallo di Zebina su Crespo, con questa didascalia: «guardate il rigore non dato a Crespo». Dove sono le prove che quel penalty non è stato assegnato volontariamente da Bertini. Ma, se l’arbitro in questione era nelle mani di Moggi, perché nella stessa partita non ha assegnato un rigore alla Juventus per un fallo di mano di Costacurta su cross di Ibrahimovic? Non era più facile così? E se Bertini era così propenso ad aiutare la Juventus perché 5 giornate prima, in Atalanta-Milan, non ha espulso Nesta per fallo da ultimo uomo su Makinwa? E perché ha concesso 5 ingiustificati minuti di recupero permettendo a Pirlo di segnare il gol della vittoria milanista? Siamo sempre ai misteri…
E poi Bertini è stato anche arbitro del Milan-Juventus 3-1 della stagione successiva. Perché non si è adoperato per far vincere la squadra “del Moggi”?
E poi, se la Juventus era talmente potente, perché fu squalificato Ibrahimovic per tre giornate, impedendogli di prendere parte allo scontro decisivo di San Siro? Lo svedese venne colpito dalla prova televisiva perché l’arbitro De Santis (quello della “cupola”) non vide una “cravatta” all’interista Cordoba. Se De Santis fosse stato realmente pilotato da Moggi bastava che scrivesse sul referto di aver visto l’episodio e la prova televisiva non sarebbe stata applicabile. Invece questo non è accaduto e, nonostante i ricorsi, il potentissimo Moggi non è riuscito a far ridurre la squalifica.
Ma c’è una cosa che fa imbestialire più di tutte le altre: in quelle tre righe si ipotizza (ipotizza!!!) che la partita tra Juventus-Milan non si svolse regolarmente. È tutto lì e non c’è altro, allora com’è possibile passare già alle sentenze? Perché, invece, non parliamo della gara di ritorno, ovvero Milan-Juventus 0-1 dell’8 maggio 2005? Non si ricordano, forse, i giornalisti che esiste un’intercettazione in cui l’ineffabile Meani si vanta con il dirigente milanista Roccato «di aver selezionato e deciso lui stesso la terna arbitrale per la decisiva partita». Non solo i guardalinee, ma persino l’arbitro (ma non c’è il sorteggio?) che, guarda caso, è Collina, l’amico intimo del ristoratore di Lodi, nonché il fischietto destinatario delle attenzioni di Galliani, che lo vuole come nuovo designatore. E come dimenticare le altre parole di Meani il quale, al telefono con il guardalinee Farneti «riferisce che sono stati preparati gli orologi per tutta la squadra arbitrale»? Forse queste trascrizioni non sono giunte nella sede del quinterno rosaceo o forse, “candidamente” sono state dimenticate… così come sono stati dimenticati gli innumerevoli contatti dell’onnipresente e privilegiato co.co.co lodigiano con praticamente tutto il parco arbitrale iscritto all’Aia. Infine, per dimostrare la frode sportiva è necessario che vi siano in gioco dei benefici (economici o di altro genere) tra corruttore e corrotto.
LE UTENZE SVIZZERE.
«attraverso uno stabile vincolo associativo realizzato e costantemente alimentato da molteplici contatti telefonici rilevati su numerose e riservatissime utenze (in particolare su utenze mobili di gestori svizzeri) fornite dallo stesso Moggi (che acquistava abitualmente schede rigorosamente anonime) ai designatori arbitrali Bergamo e Pairetto, al direttore sportivo del Messina, Mariano Fabiani, agli arbitri Paparesta, Racalbuto, Cassarà, Dattilo, Bertini, Gabriele, De Santis, Pieri ed all’assistente di gara Ambrosino…».
Desta scalpore la presenza di Paparesta, l’arbitro protagonista dei fattacci di Reggio Calabria, l’arbitro che telefona al dg bianconero per scusarsi (telefonata che Moggi rifiuta sdegnato…).
Al di là di queste considerazioni non si capisce l’utilità di queste utenze riservate: da quanto emerge dal documento redatto dai pm pare che l’attività elettiva della “cupola” fosse la collezione di ammonizioni preventive di giocatori di dubbio livello. Perché mettere in piedi questo sistema per ottenere un così ridicolo vantaggio (poi ancora tutto da dimostrare)? È una domanda che necessiterebbe di una risposta. Ma vediamo cosa c’è di dubbio in questa faccenda delle schede svizzere.
La Stampa e Il Giornale del 15 aprile pubblicano uno specchietto riassuntivo dei possessori di queste ambitissime sim-card e fornisce un elenco delle chiamate e dei chiamanti: Moggi avrebbe telefonato 4 volte a Pieri (il quale avrebbe ricambiato 8 volte), 3 volte Racalbuto (idem al contrario), 2 volte Paparesta (3 le chiamate del fischietto barese a Moggi) e una volta sola il dirigente del Messina, Fabiani (che ritorna il favore in 4 occasioni).
Tre cose strane:
1- Moggi e Fabiani si sentono solo 5 volte. Com’è possibile che il messinese sia implicato in tutti i presunti taroccamenti di partita? E come è possibile includerlo se non si conosce il contenuto delle conversazioni (ci sarebbero solo i tabulati)?
2- Manca il nome di De Santis. L’arbitro romano è stato indicato come il prediletto di Moggi, perché allora non ha avuto il privilegio di una scheda omaggio? Forse perché Moggi e Giraudo, nelle intercettazioni contenute nelle informative, parlano male in continuazione di lui (torti subiti in Parma-Juve e Palermo-Juve)?
3- Paparesta: com’è possibile che l’eroe dell’asso-biodiesel da vittima diventi ora carnefice? Cosa aveva di così importante da dirsi con Moggi? Perché se era tanto vicino a Big Luciano ha combinato i disastri di Reggio Calabria?
Ma ci sono altri punti ancora più controversi:
dai tabulati come si è potuto risalire con certezza assoluta ai proprietari delle schede? Se non si conosce il contenuto delle conversazioni, è impossibile sapere quale tessera appartiene a quale nome. Ci deve essere almeno una conversazione in cui si fa esplicito riferimento non solo all’esistenza di queste utenze svizzere ma anche ai numeri telefonici precisi. All’acquisto in Svizzera non erano richiesti documenti personali, quindi, in mancanza di prove chiare e inequivocabili, è praticamente impossibile risalire ai possessori di quelle schede. Il sospetto è che gli investigatori si siano basati solo su criteri quantitativi: prima di una certa partita c’è una certa concentrazione di telefonate e allora si presume arbitrariamente che le utenze siano in possesso a Moggi e agli arbitri e che ne facciano uso per tramare complotti ai danni del campionato. Va precisato poi quale sia il ruolo di Fabiani: si parla di 42 contatti telefonici appena prima di Juventus-Milan. Cosa c’entra il dirigente messine in questo scambio di telefonate? È necessario chiamarsi così tante volte per mettersi “d’accordo”? Un arbitro "affiliato alla cupola" che ha bisogno di tante telefonate? È forse duro d’orecchio? Non è che forse parlavano di tutt’altro? Se non si conosce il contenuto di quelle telefonate perché sono necessariamente servite a truccare una partita? Su quali basi si fonda questa supposizione? Perché Moggi avrebbe dovuto servirsi di un intermediario quando è, secondo la rancorosa italietta, la causa di tutti i mali? E poi manca sempre la prova che la tal scheda appartiene a la tal persona.
Di questi tempi si è spesso parlato (e in alcune occasioni è stato dimostrato) di tagli nelle intercettazioni: Gennaro Mazzei nella trasmissione "Lunedì di rigore" del 6 dicembre 2006 ha dichiarato che alcune sue telefonate con Bergamo sono state tagliate in certi precisi punti (mancherebbero dei “non”).
Alcuni giornali parlano di 50 sim-card svizzere e di circa 800 conversazioni compromettenti. Da quali fonti hanno appreso questi numeri, dal momento che nel documento proveniente da Napoli non si legge nulla al riguardo?
Il sospetto è che molto di questa storia nasca dalle dichiarazioni “spontanee” di Nucini, il quale raccontò a Facchetti dell’esistenza di schede svizzere. Cosa che però Nucini non confermò davanti al pm Boccassini. Inoltre, un ulteriore collegamento a Nucini e, conseguentemente, all’Inter viene fornito dall’ingresso in scena di Fabiani. Il dirigente messinese è stato, infatti, oggetto dei misteriosi dossier illegali dei quali ha recentemente parlato Cipriani, attribuendone la commissione a via Durini.
Ammettiamo che Moggi abbia effettivamente consegnato agli arbitri (ben 8!) le schede straniere.
Moggi prima di una partita chiama l’arbitro e gli dice di ammonire questo e quest’altro. Se Big Luciano avesse realmente avuto la possibilità di comunicare in maniera segreta con gli arbitri e, quindi, di poter imporre loro i suoi voleri, sarebbe più ovvio che chiedesse cose ben più importanti che le ammonizioni di Pisanu, Contini e Nastase.
Il fatto di possedere schede svizzere non costituisce di per sé reato. Le usò anche lo stesso Tronchetti Provera nella sua scalata a Telecom, eppure nessuno ha mai storto il naso. Anche qualora fosse dimostrato che Moggi e qualche arbitro ne possedevano, ciò non costituirebbe prova di alcunché, se non si palesa chiaramente il collegamento diretto tra queste schede (Moggi può averne prese per gestire gli affari suoi, un arbitro potrebbe averne prese per gestire i propri. Anche perché la gente fa altro nella vita, oltre che parlare di calcio…).
Anche qualora fosse inequivocabilmente dimostrata l’esistenza di contatti tra Moggi e alcuni arbitri, questo non potrebbe costituire in alcun modo prova di illecito. E questo perché mancano i contenuti delle telefonate stesse. La mancanza di intercettazioni non può essere prova di qualcosa.
Inoltre, non è detto che arbitri e Moggi debbano per forza parlare di partite, o stipulare accordi fraudolenti. Paparesta, ad esempio, parlava con i milanisti di dossier da consegnare a Letta, Collina e Meani si accordavano per un incontro… In ogni caso, se i contenuti di queste misteriose telefonate “svizzere” fossero identici a quelli delle telefonate di Meani con i suoi amici arbitri, non ci sarebbe nulla di cui preoccuparsi: la Juve se la caverebbe con 8 punti di penalizzazione e avrebbe la Champions garantita!
IL MESSINA.
La novità emersa da questa documentazione è la presenza del già citato dirigente messinese Fabiani. Le seguenti gare sarebbero state alterate al fine di favorire i giallorossi peloritani: Messina-Fiorentina 1-1, Messina-Parma 1-0, Siena-Messina 2-2 (ma il Siena non era nelle grazie di Moggi?),Reggina-Messina 0-2 e Palermo-Lecce 3-2 (che Beatucci trascrive 3-3, aveva perso un’altra volta l’almanacco?) per le ammonizioni “preventive” di Pinardi e Rullo. Vedremo se queste si dimostreranno accuse fondate, intanto basta pensare che quell’anno la Juventus fu fermata sullo 0-0 a Messina. E meno male che erano amici e che Moggi si ingegnava per aiutare i siciliani a iscriversi al campionato. E meno male che la stagione successiva (2005/06) il Messina è impietosamente retrocesso (poi ripescato dopo le sentenze estive). Ma non poteva Moggi fare qualcosa al riguardo?
LA REGGINA.
Moggi è amico di Foti e, quind, vai col tango: Reggina-Brescia 1-3 (gli amaranto perdono e, infatti, Beatrice e Narducci dicono che c’è stato solo un «tentato illecito»…), Reggina-Cagliari 3-2, Reggina-Palermo 1-0, Udinese-Reggina 0-2, Palermo-Reggina 1-1, Sampdoria-Reggina 3-2 (un’altra sconfitta…). Foti è un mattacchione e Paparesta non è da meno: la Juve perde a Reggio 2-1. Che brutto dispetto al capo della cupola! E quel Paparesta, che aveva pure le schede svizzere, che bel modo di ricambiare!
IL MILAN.
I meravigliosi vengono coinvolti per le gare con il Chievo e il Brescia per lo zelo di Meani che ha provveduto a scegliersi (e a istruire) i guardalinee.
ALTRE SQUADRE.
La Fiorentina viene incriminata per la gara contro il Chievo (vinta per 2-1 in trasferta) e per la famosa “proposta da bandito” di Della Valle nei confronti di Lotito. Questa sarebbe un’accusa gravissima, ma evidentemente spalare fango sulla Juve è attività che dà più soddisfazione ai solerti della carta stampata e del tubo catodico.
La Lazio è coinvolta per le partite con Chievo, Parma e Bologna (tutte vinte) e, in particolare, per le richieste indebite di Carraro (lui l’hanno già assolto…) e Lotito.
La Sampdoria invece viene tirata in ballo per il match vinto 3-0 contro la Fiorentina (ma i Viola non erano protetti da Moggi? Per approfondire i presunti legami tra il dg bianconero e i Della Valle consultare il “Manuale di autodifesa del tifoso juventino” da pag.96 a 101)
DE SANTIS.
Sull’arbitro romano la fantasia si manifesta al suo grado massimo. Leggiamo e lasciamo senza commento questo memorabile passaggio:
«compiva atti fraudolenti consistiti – tra l’altro – nella ingiustificata espulsione del calciatore Galante Fabio, atti finalizzati ad alterare il risultato del predetto incontro terminato con la vittoria del Siena, dovendo peraltro il Livorno giocare per oltre settanta minuti in inferiorità numerica, ed avendo commesso il fatto per il motivo abietto di vendicarsi del presidente del Livorno, Aldo Spinelli, che aveva rilasciato dichiarazioni sulla cd “combriccola romana”, di cui De Santis fa (“fa”, non “farebbe”…, ndr) parte».
De Santis è incriminato anche per l’ormai leggendaria Lecce-Parma 3-3 che sarebbe servita a salvare la Fiorentina dal baratro della B. Per questa partita si sarebbero mobilitati, oltre all’arbiro, anche i due Della Valle, Mencucci, Bergamo, Mazzini, Moggi e l’assistente Griselli. Eppure, a parte qualche ammonizione a dei giocatori emiliani (e la mai avvenuta espulsione di Morfeo riportata nell'informativa, al 90’…) non succede niente (ma non faceva prima a far vincere direttamente il Lecce?). Ma c’è una cosa che non torna: tutti si preoccupano di Lecce-Parma ma nessuno si premura di Bologna-Sampdoria, dove sarebbe bastata una vittoria dei felsinei per mandare all’aria tutti i piani di salvataggio della Fiorentina. Che “cupola” distratta! E dire che teneva in pugno “l’intero sistema calcio professionistico”…
CONCLUSIONI.
«La cupola è formata da Juventus e Messina ed era finalizzata per squalificare giocatori come Mesto, Obodo, Inzaghi S., Viali, Guana...», ma c'è da ridere o c'è da piangere?
Associazione a delinquere finalizzata alla squalifica di Mesto, Obodo e Viali composta da Moggi, Fabiani (il primo che passava per la strada...) e TUTTI gli arbitri.
Reggina-Juve 2-1 arbitrata da Paparesta che un giorno favorisce il Messina (appartenente al nuovo concetto di cupola) e il giorno dopo arbitra a senso unico contro la Juventus, e poi chiama Moggi per scusarsi; Anthony Perkins in Psycho aveva un comportamento da lucido mentale in confronto... va a finire che giochiamo in B perchè Moggi si adoperava per far vincere il Messina (che inspiegabilmente gioca in serie A) e per qualche ammonizione "mirata" ai danni di Mesto, Inzaghi, e non ricordo quale altro fuoriclasse.
Moggi, ma che ciufolo... almeno ti fossi adoperato per far squalificare, che sò, uno Shevchenko, o un Adriano. Mo’ su Simone Inzaghi e Guana ti vai a fissare.
Un’ovvietà, insomma: com’è possibile che si metta in piedi una ramificata organizzazione che, secondo le parole dei magistrati, mira a governare «l’intero sistema calcio», per ottenere alla fine solo la squalifica di 5-6 carneadi?
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eldavidinho94
25.05.2010, 18:23
Cronaca dell’udienza del 25 maggio 2010 presso l’aula 216 della 9 sezione del tribunale di Napoli. <cufon style="width: 75px; height: 14px;" alt="ROBERTO " class="cufon cufon-canvas"><canvas style="width: 87px; height: 16px; top: -1px; left: -1px;" height="16" width="87"></canvas><cufontext>
ROBERTO </cufontext></cufon><cufon style="width: 65px; height: 14px;" alt="MANCINI " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>MANCINI </cufontext></cufon><cufon style="width: 25px; height: 14px;" alt="(ex " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>(ex </cufontext></cufon><cufon style="width: 72px; height: 14px;" alt="allenatore " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>allenatore </cufontext></cufon><cufon style="width: 36px; height: 14px;" alt="Inter)" class="cufon cufon-canvas"><cufontext>Inter)</cufontext></cufon>
Primo teste dell’accusa. Il pm prova a strappargli qualcosa, fallendo clamorosamente. Mancini è assolutamente soft, non incide, anzi.. è assolutamente tranquillo, distaccato, inglese. Non dice niente compromettente, senza neanche confermare le sue dichiarazioni rese nel 2006. “Ricorda Inter-Lazio?”. Si. “Risultato e arbitro?”. No. “Qualche episodio?”. “Forse un gol irregolare della Lazio..”. “E che ha detto all’arbitro?”. “Cose che si dicono, non ricordo”. Capuano legge: “Lei disse a Trefoloni che aveva arbitrato per far perdere l’Inter..”. Mancini smentisce. Si passa a Inter-Roma, arbitro Rosetti (di Torino, ndr). Capuano: “Lei si rivolse a Rosetti parlando di amici torinesi: a chi si riferiva?”. “Alla Juve, a Moggi in particolare”. “E che voleva dire con quella allusione?”. “No, nulla, poiché l’arbitro era di Torino mi venne di dire questa cosa, pensavo che fossero amici; in quei momenti, quando uno pensa di aver subito un torto, collega l’arbitro di Torino alla Juve..”. Capuano allora prova a lavorare in contropiede, citando la telefonata (uscita ieri (http://www.uccellinodidelpiero.com/calciopoli-partite-preparate-bene1-facchetti-e-il-4-4-4-con-bergamo-e-bertini/)) del 444 tra Bertini e Facchetti. Cerca, andando indietro nel tempo, di “giustificare” un atteggiamento sospetto dell’Inter contro Bertini. “Lei ricorda l’anno precedente qualche arbitraggio contestato di Bertini”? “No”. “Ricorda un Perugia-Inter 4-1, se ci fu un gol di mano..?”, “Ma non ero io l’allenatore!”. “Ah no?”. Si cita un’altra partita del 2004, un 3-3. L’Inter perdeva 3-1, poi recuperò. Mancini non ricorda errori di Bertini. Finisce con un buco nell’acqua. La Casoria chiede agli avvocati difensori di fare eventualmente il controesame. Nessuno lo ritiene necessario. Basta così.
<cufon style="width: 77px; height: 14px;" alt="WERTHER " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>
WERTHER </cufontext></cufon><cufon style="width: 73px; height: 14px;" alt="CORNIETI " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>CORNIETI </cufontext></cufon><cufon style="width: 87px; height: 14px;" alt="(Consulente " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>(Consulente </cufontext></cufon><cufon style="width: 56px; height: 14px;" alt="Brescia " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>Brescia </cufontext></cufon><cufon style="width: 12px; height: 14px;" alt="e " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>e </cufontext></cufon><cufon style="width: 62px; height: 14px;" alt="Bologna)" class="cufon cufon-canvas"><cufontext>Bologna)</cufontext></cufon>
Ex arbitro (140 partite fra A e B), nelle vesti di consulente del Brescia. Ex dirigente del Perugia (promosso dalla C1 alla B), ex Presidente del San Marino (dalla C2 alla C1). “Ribadisco la mia esperienza a 360° nel calcio”. Per carità! Gli viene chiesto di analizzare 3 partite per il Brescia e 1 per il Bologna. Rapidamente: la prima è Chievo-Lazio del 20 febbraio 2005 (arbitro Rocchi, assolto da De Gregorio) finita 0-2. Tra gli “appunti” di Cornieti: “35′ Rocchi espelle Brighi probabilmente per proteste”. Probabilmente. Cosa ci sarà da contestare non si sa. “Baronio del Chievo ammonito per fallo di gioco, provvedimento esagerato”. Non gli è piaciuto. Passiamo oltre: Lazio-Parma, 27 febbraio 2005, 2-0 (arbitro Messina). Il riassunto di quello che Cornieti vede è: un rigore per fallo di mano volontario di Zauri della Lazio; mancata espulsione di Liverani che sotto gli occhi dell’arbitro rifila una gomitata e Olive del Parma al quale esce il sangue dal naso; un rigore non assegnato al Parma per addirittura e due trattenute contemporanee su Gilardino e Pisano. Terza partita Chievo-Fiorentina 1-2 dell’8 maggio 2005 (arbitro Dondarini). Questi i presunti errori: gol in fuorigioco della Fiorentina (fuorigioco attivo di Maggio, “difficile da rilevare”); triplice rigore contemporaneo (fantastico) al 44 pt per falli di Ufo su Cossato, Maresca su Moro e Savini su Marchetti; altro triplice rigore di Viali su Amauri, Maggio su Pellissier e Savini su Cossato; punizione non concessa al Chievo in prossimità della “lunetta dell’area di rigore” di Viali su Cossato. Ultima partita: Fiorentina-Bologna 1-0 del 5 dicembre 2004 (De Santis). Il bollettino di guerra prevede: una non ammonizione per giocatori della Lazio al 31′, al 32′, al 33′, al 34′, al 35′. Cinque in cinque minuti, da record. C’è di tutto: giallo per fallo di mano qui e non lì, ammonizione a Nastase (diffidato) ma Miccoli accentua, rete di Maresca da annullare per un fuorigioco di Riganò attivo, c’è addirittura un “fallo di confusione” in area della Fiorentina a 13 minuti dalla fine.. Insomma.. cose così.
Passiamo alle cose belle. Le scenette più divertenti vedono protagonisti l’avv. Gentile (difesa Lotito) e la Casoria. Gentile, con riguardo a Chievo-Lazio, domanda: “Ma (Fernando, ndr) Couto espulso non l’ha rilevato?. Risposta del consulente: “Non ricordo”. Si indispettisce pure. “Cioè lei non si è accorto dell’espulsione di Choutos?”. “Ma assolutamente no”. Risate. La Casoria non capisce: “Com’è che non si è accorto!”. La risposta: “Io ho guardato tutta la partita e dovendo relazionare su quello che ha subito il Chievo..”. Gentile incalza: “Ma allora non si è accorto neanche di 3 ammonizioni della Lazio..”. “Ma non insista!”, la risposta del consulente. Gentile si arrabbia: “No io isisto, e lei mi deve rispondere”.. La Casoria seda la rissa. “Ho visto la partita ma non ho ritenuto le tre ammonizioni degne di niente..”. “Quindi le condivide?”. “Si”. “Quindi anche l’espulsione di Couto?”, “Non me la ricordo”. La Casoria è già stanca “Va be non continuamo.. avvocato..”. “No, continuamo, presidente! Ha fatto un excursus di tutta la partita..”. Cambiamo argomento: “Ha avuto modo di esaminare il giudizio dell’osservatore Alfredo Trentalange?”. Risposta: “No”. “Se io le dico che il giudizio è in media 8.50 è un buon punteggio?”. “E’ un buon punteggio ma si potrebbe contestare”. “Lei ha motivo di dire che Trentalange ha sbagliato?”. “Si, perchè se uno in pochi minuti lascia una squadra in 9 posso dubitare..”. L’avv. legge il giudizio dell’osservatore Trentalange sulla partita. “Se io le dico questo sto dicendo una sciocchezza?”. “Non credo, non lo so. Ma anche un osservatore può fare errori”. Gentile continua a leggere. E’ un rapporto ottimo, a giustificazione dell’ottimo voto. “Lei lo ritiene un giudizio sbagliato?”. “No”. Eppure non si ricorda di Couto. “Io dico solo che un giocaotore come Couto è uno dei più squalificati del campionato italiano!”. Così viene giustificato il rosso. “Ma lei non l’ha vista!!!”, ricorda Gentile. “E’ SCORRETTISSIMO!”, il giudizio netto di Cornieti.
Altro siparietto. “Giudizio di Nitti su Messina: ha letto?”, domanda Gallinelli. “Si, questo si”. “Sa che ha preso 8.40? Lo considera un buon voto o negativo?”. Cornieti dice che nel rapporto viene indicato un rigore non concesso e quindi contesta il voto. Gentile legge: “gli è sfuggito un rigore..”, c’è scritto così. “Se non fosse così penserei male”. La Casoria sorride divertita: “Ma che vuol dire.. allora quando ha sbagliato l’ha fatto dolosamente?”. “No, non mi permetterei mai. Diciamo che è stato sfortunato…”. Altro sorriso della Casoria.
Domanda Gallinelli: “Quello di Nastase era il primo fallo?”. “Non mi ricordo”.
Altra domanda, questa dell’avv. Geremicca: “Le risulta se Petruzzi era come Couto uno dei gioatori più squalificati della Serie A?”. “No”. Sorrisi. “Ok, questo lo dice lei, grazie”. Non serve proseguire.
<cufon style="width: 46px; height: 14px;" alt="DOTT. " class="cufon cufon-canvas"><canvas style="width: 57px; height: 16px; top: -1px; left: -1px;" height="16" width="57"></canvas><cufontext>
DOTT. </cufontext></cufon><cufon style="width: 89px; height: 14px;" alt="RAGAZZONI " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>RAGAZZONI </cufontext></cufon><cufon style="width: 87px; height: 14px;" alt="(Consulente " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>(Consulente </cufontext></cufon><cufon style="width: 57px; height: 14px;" alt="Brescia)" class="cufon cufon-canvas"><cufontext>Brescia)</cufontext></cufon>
Presidente del collegio sindacale del Brescia. Comincia a elencare la storia del Brescia. Si fa fatica a seguire senza un caffè. Elenca Baggio, Tare, Toni, Guardiola, i diritti tv, la Serie B, il conto economico, “Brescia città importante”.. “Per restare in Serie A devi fare una squadra migliore di altre 3, mentre in Serie B per salire in A devi fare una squadra migliore di altre 19″. Insomma è molto più facile restare in A piuttosto che salire dalla B. Eppure chiedono i danni. “Siamo da 5 anni in Serie B, abbiamo la miseria di 1200 abbonati, più solo del Gallipoli..”. Ma non era facile? Insomma un pianto continuo per dire che, da quella retrocessione causa Cupola (dice lui), tra differenziali di ricavi, medie dei ricavi della A e della B, e altri discorsi simili… Insomma facciamola corta: 12 milioni il primo anno e arrotondati 6 milioni per 4 anni. 24 + 12 = 36 milioni di danno. Non solo. Parla di Castellazzi. Era svincolato. E’ andato alla Sampdoria perchè il Brescia non poteva pagargli 700 mila euro di stipendio in B. Lo hanno perso gratis. Chiede soldi anche per quello. “Secondo me senza esagerare per quanto riguarda il discorso dei calciatori.. 20-25 milioni. Da aggiungere ai 36 milioni. Poi altri 5 milioni per il mancato avviamento/visibilità/immagine generale..”. Insomma facciamo 60 e tutti contenti! Nessuna domanda degli avvocati difensori.
<cufon style="width: 54px; height: 14px;" alt="PAOLO " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>
PAOLO </cufontext></cufon><cufon style="width: 97px; height: 14px;" alt="CERBERIZZO " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>CERBERIZZO </cufontext></cufon><cufon style="width: 87px; height: 14px;" alt="(Consulente " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>(Consulente </cufontext></cufon><cufon style="width: 57px; height: 14px;" alt="Brescia)" class="cufon cufon-canvas"><cufontext>Brescia)</cufontext></cufon>
Commercialista. Stima un danno di 65 milioni la retrocessione del Brescia. E’ un discorso preso alla larga sul mondo del calcio, il suo indotto, il fatturato in rapporto al PIL, ecc.. Ho applicato il oltiplicatore del reddito diviso per i ricavi di esercizio.. col teorema del prof.. il margine industriale per differenza, facendo una comparazione.. 15 milioni e otto più il danno da B con la media dei 3 campionati precedenti e successivi.. Uno strazio! Laconico il commento di Trofino: “Non ci abbiamo capito niente!”. E ve lo dovrei spiegare io? A fiducia! Ah, c’è un piccolo problema: il danno non era aggiornato al 2010, ma all’anno prima. Nel frattempo in danno è aumentato, c’è un anno in più. Trofino: “Scusate quindi se sto processo dura un altro anno aumenta ancora”. Risate. “No, ma comunque l’ho calcolato al 50% perchè non è tutta colpa…”. Ah, beh. Aggiorniamo!
<cufon style="width: 45px; height: 14px;" alt="ALTRI " class="cufon cufon-canvas"><canvas style="width: 57px; height: 16px; top: -1px; left: -1px;" height="16" width="57"></canvas><cufontext>
ALTRI </cufontext></cufon><cufon style="width: 93px; height: 14px;" alt="CONSULENTI" class="cufon cufon-canvas"><cufontext>CONSULENTI</cufontext></cufon>
Tocca prima ad un consulente della Salernitana, nel frattempo fallita. Ricomincia la solfa. Il curatore fallimentare sostiene che la Salernitana è fallita a causa dei mancati introiti, ma va in difficoltà quando le difese gli chiedono come poteva valutare le perdite se la società, essendo non in regola con l’erario, non avrebbe potuto comunque iscriversi al campionato. Il fallimento tra l’altro è stato richiesto dal PM, per bancarotta fraudolenta.
E’ infine il turno di un consulente del Bologna, il dott. Fabio Senese, che valuta il danno per la società allora di Gazzoni Frascara (rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta) in 43 milioni. Anche qui vi risparmio i discorsi sui costi del personale, la svalutazione, le medie dei campionati precedenti.. Il resto verrà sentito nelle prossime udienze.
L’udienza si chiude con una dichiarazione di Moggi..
<cufon style="width: 69px; height: 14px;" alt="LUCIANO " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>
LUCIANO </cufontext></cufon><cufon style="width: 54px; height: 14px;" alt="MOGGI " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>MOGGI </cufontext></cufon><cufon style="width: 102px; height: 14px;" alt="(Dichiarazione " class="cufon cufon-canvas"><cufontext>(Dichiarazione </cufontext></cufon><cufon style="width: 76px; height: 14px;" alt="spontanea)" class="cufon cufon-canvas"><cufontext>spontanea)</cufontext></cufon>
Contesta la scelta di Cornieti come consulente perchè bravo come arbitro, ma molto più bravo come ex dirigente di Società. Era meglio scegliere un altro arbitro, magari non “dismesso” da 20 anni. Passa poi ad una dichiarazione di Carlo Ancellotti dell’udienza precedente: “disse che Meani non era un dirigente del Milan”. La contestazione è che lo fosse. Si continua con una dichiarazione “Mi sono sentito defraudato”, in riferimento a 3 partite. Moggi allora cita 3 partite anche lui, in cui si deve lamentare la Juventus nei confronti del Milan e non il contrario. Parma-Milan 1-2 del 4 dicembre 2004 (Pieri, arbitro “svizzero”). “Dubbio per un intervento di Cafù su Gilardino al limite dell’area. Per Pieri è tutto regolare. Se questo fosse un sodale quale situazione migliore di sistemare il Milan e porlo sul pareggio invece di dargli la vittoria?”. Ancora: Reggina-Milan del 13 febbraio 2005, arbitro Racalbuto (svizzero): “La Reggina ha un paio di cose da dire all’arbitro. All’8 ammonito Nesta per fallo su Mesto lanciato a rete. Visto che l’arbitro fischia il fallo a quel punto ci stava il rosso”, legge Moggi. Stessa discorso: “Se Racalbuto era uno dell’associazione avrebbe applicato la regola”. Ultima: Atalanta-Milan del 5 marzo 2005, arbitro Bertini (svizzero): “Bertini commette un gravo errore al 13 st: Nesta trattiene vistosamente Makinwa ma l’arbitro non concede la punizione e non caccia il milanista per fallo da ultimo uomo”. Anche qui, avrebbe dovuto, specie perchè svizzero. Viene citata inoltre Siena-Milan (errore dell’assistente Baglioni che annulla un gol a Sheva). Dice Moggi che i milanisti lo accusano, nelle intercettazioni, di aver mandato lui Baglioni. Ma non c’è traccia di alcuna sua telefonata con Mazzei dove chiede un assistente, a differenza di quanto fatto da Meani e Facchetti. Si cita infine l’amicizia con De Santis tirata in ballo da Ancellotti, “perchè De Santis gli da del tu”. “De Santis se si trova di fronte al Presidente della Repubblica gli da del tu pure a lui, che vuol dire! E’ carattere”, dice Moggi. “Dava del tu pure a me e ai giocatori”, aveva tra l’altro detto l’ex allenatore milanista. “Io non ho mai telefonato a De Santis e sfido chiuque a dimostrare il contrario”. Attacca, infine, Bologna e Brescia per le retrocessioni: colpa della mancata abilità nel costruire le squadre. Durante l’intervento fa spesso allusioni a Galdi, della Gazzetta dello Sport. Dice che “purtroppo oggi non è presente”. A fine intervento, un giornalista, sostituto di Galdi per la Gazzetta, dice: “Comunque la Gazzetta è presente”. Moggi allora perde le staffe, e a muso duro, minaccioso, replica: “Ah eccola! Vuole che dica cosa ha fatto… Vuole che dica cosa ha fatto Maurizio Galdi? (http://www.uccellinodidelpiero.com/l%E2%80%99infame-ricchiuti-8-galdi-non-cosi/)“. Gli animi si accendono. “Lui ha fatto il collaboratore!”. “No ha fatto il giornalista!”, “No, ha fatto il collaboratore”. Il clima è rovente, e Moggi viene accompagnano fuori.
Non si sorride più.
Prossima udienza il 1 giugno 2010.
uccellino di del piero
eldavidinho94
25.05.2010, 18:29
Calciopoli (25-05-2010), Penta: “Spero la Juve cambi linea difensiva” (http://juvemania.it/calciopoli-25-05-2010-penta-spero-la-juve-cambi-linea-difensiva/)
Al termine dell’udienza di oggi al Processo di Napoli, Nicola Penta, colui il quale sta sbobinando le intercettazioni per conto della difesa di Luciano Moggi ha rilasciato la seguete dichiarazione.
“E’ una partita a scacchi, non vi aspettate tutti i giorni notizie eclatanti o telefonate stupefacenti, è un processo mediatico, di prove non ce ne sono, ci sono solo indizi, e 180.000 telefonate, che sono più o meno dello stesso tenore. Per contrastare gli indizi accusatori, portati avanti benissimo dalla procura, dobbiamo armarci di tanta pazienza, fortuna e lavoro, tenendo sempre presente, che il comportamento adottato dalla società Juventus nella fase preliminare, è stata devastante per la nostra difesa. Non possiamo continuare a difenderci da soli! La nostra speranza è che cambi l’atteggiamento difensivo della società juventus, che ricordiamolo, è imputata nel processo di Napoli, per responsabilità diretta e oggettiva, e proprio oggi sono sfilati i testi delle parti civili, che chiedono danni inesistenti secondo il mio avviso, alle società coinvolte”.
“Meani sostiene che il Milan era vittima del sistema di Moggi? Ci spieghi cosa voleva dire nella telefonata con il dottor Galliani, dove sottolineava “ho lavorato bene?” e per quale motivo minacciava di tagliare la testa all’arbitro Trefoloni, o dove si vantava di aver composto la griglia contenenti i tre arbitri (Trefoloni, Paparesta Collina) sorteggiati per la partita Milan-Juve 0-1 dell’8 maggio 2005, poi arbitrata effettivamente da Collina… O quando ha chiuso il ristorante per il famoso incontro… O quando indica ad un assistente come alzare o abbassare la bandierina… Ecco ci spieghi tutte queste cose”
alessandro magno
25.05.2010, 18:43
Serie A - Mancini ritratta, Moggi contrattacca
Eurosport - <abbr class="date updated" title="2010-05-25T09:05:00+00:00">mar, 25 mag 11:05:00 2010</abbr>
A Napoli (http://it.eurosport.yahoo.com/calcio/napoli/) prosegue il processo Calciopoli: l'ex tecnico dell'Inter (http://it.eurosport.yahoo.com/calcio/inter/) parla per circa 20 minuti di Rosetti e Moggi. Il Mancio spende però anche parole al miele per la sua ex squadra e ha confermato che resterà in Inghilterra (http://it.eurosport.yahoo.com/calcio/inghilterra/index.html). Fronte mercato: smentito interessamento per Hamsik
http://d.yimg.com/i//ng/sp/eurosport/20100525/25/a10363433b1b1c54f9b009a7c53d3fbb.jpg
L'allenatore del Manchester City (http://it.eurosport.yahoo.com/calcio/manchester-city/), Roberto Mancini, ha fatto il suo ingresso nell'aula 216 del Tribunale di Napoli dove è in corso il processo a Calciopoli. Mancini è l'ultimo teste chiamato dall'accusa. In aula sono presenti, tra gli altri imputati, gli ex arbitri Bertini e De Santis. L'ex allenatore dell'Inter è stato infatti chiamato in aula dai pm Narducci e Capuano per confermare le sue vecchie impressioni sull'esistenza di un sistema-Moggi.
Queste le prime dichiarazioni del Mancio, che ha concluso la deposizione durata circa 20 minuti: "A Rosetti (al termine di un Roma (http://it.eurosport.yahoo.com/calcio/roma/)-Inter 3-3, ndr) dissi che lui e i suoi amici di Torino (http://it.eurosport.yahoo.com/calcio/torino/) prima o poi avrebbero pagato tutto....dissi questo perchè a fine gara la foga agonistica ti fa dire tante cose. Feci quel collegamento solo perche' era di Torino e forse aveva a che fare con certe persone. A chi alludevo? Probabilmente a Moggi, pensavo fossero amici. In quei momenti, quando uno pensa di aver subito un torto. Era un arbitro di Torino e lo collegai a Moggi. Era sempre negli spogliatoi degli arbitri? Moggi non era l'unico, era una prassi anche di altri dirigenti di società. Magari negli altri casi si poteva trattare di dirigenti addetti agli arbitri, ma non so fornire il nome degli altri dirigenti che mi è capitato di vedere nella mia carriera.".
C'E' SPAZIO PER IL PRESENTE E ...... PER L'INTER - Il tecnico di Jesi, a margine del processo Calciaopoli, ha parlato anche di calcio giocato facendo i complimenti alla sua ex squadra, protagonista di una stagione incredibile e storica: "Mi fa piacere per Moratti, per la famiglia, per i tifosi e per i ragazzi che ho allenato. Mi manca l'Italia (http://it.eurosport.yahoo.com/calcio/italia/index.html) come Paese ma il calcio in Inghilterra è molto bello. Mondiali? Sono ottimista, l'Italia ai Mondiali fa sempre bene. Mercato? Hamsik non ci interessa.."
MOGGI ACCUSA ANCELOTTI - Ma non è tutto qui, a prendere parola è anche l’ex dg bianconero. Che passa per l’ennesima volta al contrattacco, in questo caso contro Ancelotti. “Dice di sentirsi defraudato? Probabilmente i defraudati siamo noi. Meani, in quanto addetto all’arbitro, faceva parte della struttura societaria”. Poi, in riferimento agli arbitraggi di alcune partite del Milan (http://it.eurosport.yahoo.com/calcio/milan/) dirette da Pieri, Racalbuto e Bertini: “Se è vero che facevano parte della cupola, avrebbero dovuto decidere diversamente. Sentendo queste cose ribadisco che i defraudati siamo noi. Erano Facchetti e Meani a chiamare per i guardalinee. Sono sconcertato”.
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alessandro magno
25.05.2010, 21:51
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gabriele
27.05.2010, 16:31
Avv. Gallinelli: "De Santis è ancora in attesa delle scuse di G.F. Facchetti"
http://www.ju29ro.com/images/stories/altri/de_santis01.jpg
Lo scandalo "Calciopoli" continua a vivere la sua fase processuale nell’aula 216 del tribunale di Napoli. Uno degli imputati di “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva” è l'ex arbitro Massimo De Santis, accusato di essere il capo della fantomatica “combriccola romana”.
A difenderlo c’è il noto avvocato romano, Paolo Gallinelli, avvocato di diversi personaggi VIP di Roma, e di diversi personaggi dello sport.
Ringraziamo Mimmo Celsi per aver realizzato questa intervista.
Che idea si è fatto ad oggi di questo processo?
E' un processo con voragini probatorie enormi. Sono solo indizi processuali, e nessuno di questi costituiva prova penalmente rilevante.
Cosa intende dire che non costituivano prova penalmente rilevante, parlandone al passato?
Fino ad un certo punto del processo i PM consideravano prove rilevanti solo le telefonate di Moggi, mentre il lavoro certosino dei consulenti della difesa portava alla luce nuove intercettazioni. Poi, due settimane fa, hanno presentato una lista di 78 telefonate (sempre lavoro di Penta e del suo staff), ed hanno ammesso che tutte sono oggi penalmente rilevanti. Questo è un passo avanti per noi, e per l’opportunità di poter lavorare più serenamente a questo processo”.
Quindi possiamo dire che il processo ha subito una svolta notevole...
Vede, le indagini sono state condotte in modo unilaterale, sono stati selezionati degli imputati, con prove che però non danno adito a colpevolizzazioni di sorta, visto che dalle telefonate portate in tribunale risulta che tutti telefonavano. E quindi non era solo Moggi a telefonare.
Riferendosi a De Santis il suo assistito, allora chi gli telefonava?
Moggi non di certo, non ci sono telefonate illecite tra i due, mentre Facchetti chiama De Santis dalla sede e da cellulari, e le telefonate saranno presentate. E non è l’unico, l’ex presidente dell’Inter, anche altre società lo facevano.
Moggi è stato accusato di scendere negli spogliatoi e di parlare con De Santis.
Esisteva già, all’epoca dei fatti il 2004, una circolare che permetteva a tutti i dirigenti di scendere negli spogliatoi a salutare gli arbitri, come rituale ospitale, fino a 20 minuti prima della partita. E poi dopo la partita successivamente alla consegna del referto. Questa circolare, inoltre, indicava chi poteva avere l’accesso allo spogliatoio, quindi oltre ai dirigenti addetti agli arbitri anche i presidenti e amministratori delle società (Moggi e Giraudo erano accreditati essendo amministratori della Juventus), e indicava che potevano consegnare dei souvenir e gadget agli arbitri (cappellini e magliette)
Inoltre De Santis viene accusato di avere rapporti confidenziali solo con Moggi...
Anche questa è una diceria smentita tra l’altro proprio dall’imputato che doveva confermarla, Ancelotti, il quale ha ammesso che De Santis è una persona molto aperta e dà del tu a tutti. Lo stesso Moggi ieri commentava come, anche al Presidente della Repubblica se lo avesse davanti, l’ex arbitro darebbe del tu. Io non vedo in questo prove di illecito. Anzi solo una certa apertura caratteriale.
De Santis era un arbitro con una carriera di successo davanti a sé, e invece è fuori dal mondo del calcio. Se alla fine ne uscirà assolto, prevedete azioni risarcitorie?
De Santis all’epoca di Calciopoli era un arbitro designato ai Mondiali, e credo che per come li stesse preparando non avrebbe fallito; purtroppo di danni ne ha subiti anche tanti, ma io confido nella giustizia. I giudici, la Casoria in testa a tutti, si sono dimostrati attenti ed imparziali nella conduzione dell’istruttoria dibattimentale, nonostante la richiesta di ricusazione dei PM, ed hanno mantenuto i toni e le condizioni del processo in modo egregio, portandolo ad un dibattimento che ad oggi è stato esemplare. Per le azioni risarcitorie ci sarà tempo di valutare, prima aspettiamo la sentenza.
Lei conosce De Santis molto bene, cosa ci può dire di più?
Penso che il calcio italiano abbia perso un ottimo arbitro, sicuramente uno dei migliori, che avrebbe potuto ricoprire ruoli importanti in sede di CAN o AIA, come consulente o in altre vesti. Invece mi tocca sentire che gente come Cornieti, che non ha avuto una carriera folgorante, ed è stato dismesso per una tendinite, faccia il consulente portando in aula prove di presunti favori per il Parma con ammonizioni mirate e ed espulsioni ad hoc, ma non nota invece poi l’espulsione di Couto, dimenticando che Petruzzi, uno degli espulsi del Chievo, era invece uno dei calciatori più fallosi di quel campionato.
Quindi pensa che la sua carriera calcistica sia definitivamente finita?
Non posso dirlo per certo, ma è paradossale che gente come Collina, Trefoloni e Rosetti, che sono intercettati con telefonate indirette, non sono state all’epoca dei fatti oggetto di intercettazione diretta sulle loro utenze telefoniche, e come siano in attività e il Collina anche designatore, facendo passare il processo sportivo 2006 come una pulizia del calcio italiano… non sono sicuro che questa pulizia sia stata fatta davvero.. E il De Santis si trova a dover soffrire per la mancanza dai campi di calcio, che sono una passione forte per lui.
La vicenda Facchetti, è stata oggetto di ulteriori discussioni, e di recente il figlio ha ricordato di una lettera di scuse firmata da De Santis...
Questa è un’altra storia. De Santis, cosi come Bergamo e Pairetto, sosteneva che riceveva telefonate da Facchetti e dall’Inter. All’epoca le prove non esistevano; dopo una denuncia, De Santis nel rispetto della memoria di Facchetti ha dovuto al fine di evitare una condanna ingiusta, firmare una lettera di scuse. Oggi le prove ci sono, grazie sempre all’aiuto dei consulenti di Moggi, Penta su tutti e, nonostante sia dovuta, la lettera di scuse dal figlio di Facchetti a De Santis non è stata restituita e il mio assistito è ancora in attesa delle scuse ufficiali.
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Tante belle cosine uscite anche oggi nell'odierna seduta del processo:
Napoli, ascoltati Farina e Pisacreta
NAPOLI, 1 giugno - Sta cominciando l'udienza odierna al tribunale di Napoli per Calciopoli. Oggi è previsto l'ascolto dei testimoni chiamati dalla difesa di Pairetto. Si assiterà ad una vera sfilata di arbitri. Testimone chiave sarà il notaio Iori di Roma, uno di quelli che presiedeva il sorteggio che l'accusa ritiene truccato. Il notaio non è mai stato interrogato dall'accusa nella fase preliminare.
ASSENTI GIUSTIFICATI ROSETTI E CALCAGNO - Fra i testimoni chiamati anche l'ex arbitro Stefano Farina, attualmente commissario Can D, gli ex assistenti Ivaldi e Pisacreta, quest'ultimo attualmente vicepresidente dell'Aia. Assenti giustificati i due arbitri della terna italiana che in queste ore sta partendo per il Sudafrica, ovvero Rosetti e Calcagno e analogamente il designatore Collina, anche lui chiamato tra i testimoni da Pairetto.
MOGGI, QUERELA A GAZZONI - Verrà sentito in mattinata anche uno dei giornalisti che presenziavano ai sorteggi estraendo le palline della discordia. Si ascolteranno anche le risposte del curatore fallimentare del Bologna il dottor Enea Cocchi. A proposito del Bologna, proprio stamattina Moggi ha presentato la querela per diffamazione contro l'ex presidente rossoblu Gazzoni per averlo diffamato nel corso di alcune interviste.
ASCOLTATO PESCIAROLI - Ascoltato il giornalista Pesciaroli interrogato inizialmente dal legale di Pairetto sulle modalità del sorteggio alle quali Pesciaroli a Roma era «quasi sempre presente». «Ero uno statistico degli arbitri, ho partecipato a quasi tutti i sorteggi avvenuti a Roma e a qualcuno di quelli avvenuti a Firenze. La presenza del notaio mi tranquillizzava anche se speravo da giornalista di poter tornare al giornale una volta dicendo che il sorteggio era stato truccato ma non ce n'è stato mai motivo... Il notaio era al centro del tavolo nella sede Aia di via Tevere. La stanza era così piccola che chi estraeva era quasi a portata di mano. Non ho mai avuto impressione che ci fosse qualcosa di sospetto. Magari avessi fatto questo scoop almeno avrei avuto la possibilità di allungarmi la carriera. Se avessi visto qualcosa di irregolare certo non me ne sarei stato zitto».
IORI: «ESTRAZIONI REGOLARE» - E' stato poi interrogato il notaio delle estrazioni Iori: «Tutto quello che concerneva questi sorteggi è comunque nei verbali che sono agli atti di questo processo. Le palline le aprivano e io facevo provvedere a richiuderle e a rimescolarle nelle urne che erano trasparenti. Non si potevano leggere i contenuti nelle palline perchè i fogli erano piegati. Non ho mai avuto sosperti di irregolarità».
Alle domande del pm Capuano su quante volte si fossero aperte queste palloine Iori dice: «Potrà essere successo una decina di volte in tutti gli anni nei quali ho svolto questo servizio. Nei verbali non ritenevo di scrivere dell'apertura delle palline perchè avevo il controllo della situazione e potevo rendermi conto se queste erano chiuse o visibilmente diverse le une dalle altre e quindi riconoscibili. Comunque quando io verbalizzo un'estrazione, verbalizzo l'estrazione. Io non consideravo anomalo che una volta ogni tanto le palline potevano aprirsi al momento dell'inserimento nell'urna perchè poi facevo provvedere al rimescolamento. E poi comunque il foglietto all'interno era piegato. Non ho mai segnalato anomalie al riguardo».
TRENTALANGE: «PAIRETTO? MAI CHIESTO DI AVERE OCCHI DI RIGUARDO» - Chiamato a testimoniare l'arbitro torinese Alfredo Trentalange, all'epoca dei fatti osservatore arbitrale, attualmente responsabile tecnico dell'Aia. Comincia l'audizione con le domande del legale di Pairetto: «Pairetto non m'ha mai chiesto di avere occhi di riguardo per squadre o tesserati - dice Trentalange - tra me e lui c'era molta confidenza: siamo entrambi di Torino e suo padre Antonio è stato il mio maestro, quello che mi ha fatto crescere come arbitro da quando ero un ragazzino appena emigrato a Torino che cominciava la carriera sui campetti di terra. Il padre di Gigi Pairetto aveva rapporti amicali con Moggi da decenni, visto che Moggi è stato dirigente del Torino. Mai mi hanno chiesto di modificare voti agli arbitri mentre facevo l'osservatore». Poi gli chiedono di Chievo-Lazio arbitrata da Rocchi e Juve-Lazio arbitrata da Dondarini: «Diedi un voto abbastanza alto a Rocchi, avevo pensato che solo l'espulsione di Couto fosse troppo severa. Quanto a Juve-Lazio per me Dondarini (condannato per quella gara, ndr) aveva arbitrato bene e gli diedi un voto alto. Ho la massima stima di Pairetto e non ho mai subito pressioni da Bergamo anche se lui non era mai stato tenero con me». Alla fine Pandolfi pone una domanda a Trentalange, citato da uno dei testi, l'ex dipendente della Juventus Maurizio Capobianco. Capobianco sostiene, dice la giudice Casoria, che lei, Trantalange, abbia avuto un'auto da Giraudo e Trentalange risponde: «Non ho avuto nessuna auto da Giraudo, ho comprato per me e mia moglie negli anni diverse auto con lo sconto fatto ai vip dalla Fiat».
GUIDI: «IL CALCIO STRESSA» - Sul banco dei testimoni si avvicenda Alessandro Guidi, ex osservatore e poi dirigente del Bologna di Cazzola. anche lui conferma che il rapporto di amicizia tra Moggi e Pairetto deriva da una frequentazione del padre dell'ex designatore. Guidi racconta anche delle pressioni vissute anche da dirigente: «Il calcio stressa, non solo gli arbitri, anche i dirigenti».
PISACRETA: «ROMA-JUVE 1-2, GARA DIFFICILE» - L'ultima deposizione prima della pausa è stata quella dell'assistente Pisacreta, attuale vice presidente dell'Aia e primo assitente di una delle partite chiave della vicenda Calciopoli, Roma-Juve 1-2 del febbraio 2005: «Pairetto e Bergamo non mi hanno mai chiesto di favorire o sfavorire giudizi in riferimento ad una squadra. Anche a Roma-Juve io ricordo di aver commesso l'errore di convalidare il primo gol di Cannavaro ma era un episodio difficile, una palla colpita dall'attacante della Juve (Ibrahimovic, ndr.) parata dal portiere e ribadita in rete da Cannavaro in posizione di fuorigioco di 10-20 centrimetri. Era difficile da percepire. Me ne sono accorto rivedendo i replay dopo la gara ma ricordo a tutti che le raccomandazioni della Fifa erano: in dubbio non alzare la bandierina perchè le statistiche dicono che fra quello che percepisce l'occhio e quello che si vede alla moviola la possibilità di errore in caso dubbio che fermi il gioco è del 90%. Così io non alzai la bandierina. Poi ci fu l'episodio del rigore fischiato a favore della Juve per un contatto ai limiti dell'aria su Zalayeta. Non potei essere d'aiuto a Racalbuto e gli dissi che non avevo certezze se il contatto fosse avvenuto fuori la riga o dentro l'area ma era comunque un episodio difficile da valutare in una partita difficilissima da un punto di vista ambientale: Capello era appena passato alla Juve, così come Emerson. In quella partita nel secondo tempo venne ingiustamente annullato un gol a Ibrahimovic e il mio collega Ivaldi segnalò un fuorigioco che non c'era, anche quello questione di centimetri». Alla domanda se poi, visto che aveva favorito la Juve, non fosse stato fermato dai designatori per motivi tecnici, a causa di quegli errori, Pisacreta è chiarissimo: «Fui fermato per circa un mese, riuscii a rientrare solo perchè sostituivo un collega infortunato. E comunque nelle mie ultime due stagioni in serie A arbitrai 11 volte la Juve: con me persero le uniche 6 partite in cui la squadra bianconera è uscita sconfitta dal campo».
gabriele
01.06.2010, 13:35
Il processo - Cronaca dell'udienza del 1 giugno 2010
Martedì 01 Giugno 2010 10:40
http://www.ju29ro.com/images/stories/processi/aula_napoli01.jpg
Al processo di Napoli è arrivato il momento dei testimoni della difesa. Oggi verranno sentiti quelli chiamati dalla difesa di Pairetto, l'ex co-designatore arbitrale. Sono attesi diversi arbitri (anche se Rosetti e Calcagno, in partenza per il Sudafrica, saranno assenti, così come Collina) e il notaio Iori, chiamato per la questione sorteggi.
Con Enea Cocchi, curatore fallimentare del Bologna, fallito nel 2005,si parla della condizione finanziaria del Bologna, che già negli anni precedenti era in una situazione fallimentare, a prescindere.
L'avvocato gli chiede se il Bologna fosse in possesso dei requisiti per iscriversi regolarmente al campionato 2004-05.
Cocchi risponde di non aver verificato. Gli viene fatto notare che i risultati economici sono legati anche ai risultati sportivi.
L'avvocato di Pairetto consegna la notifica della richiesta di presenza di testimoni: mancheranno Collina, Balducci, Valentini, Stagnoli e De Marchi, invece Rosetti non sarà presente perché parte per i mondiali, così come i dirigenti Figc Balducci e Valentini.
Angelo Pesciaroli, ex giornalista del Corriere dello Sport (curava una rubrica nella quale indovinava molto spesso le griglie con dei giorni d'anticipo, ndr), ora in pensione, e consulente lega calcio della serie C, entra in aula.
Difesa Pairetto: Era presente ai sorteggi a Roma?
Pesciaroli: Ero spesso presente come giornalista del Corriere dello Sport, non ho mai visto un sorteggio truccato, anche perché nel 2005 era presente un notaio.
Difesa Pairetto: Ha mai estratto una pallina?
Pesciaroli: Sì, una volta dopo un accordo con l'aia per l'estrazione della pallina da parte di un rappresentante federale regionale.
Difesa Pairetto: Era l'arbitro?
Pesciaroli: Sì, era l'arbitro.
La difesa Pairetto gli chiede in che albergo si facesse l'estrazione.
Pesciaroli: Era in un albergo centrale di Roma: il notaio era al centro del tavolo con i designatori, veniva chiamato il giornalista di turno e veniva completata l'estrazione con la supervisione del notai, in mezzo ad una folla incredibile. Nell'estrazione di Firenze stesso sistema, ma l'aula era più grande.
Difesa Pairetto: Ha mai notato situazioni sospette o truccate?
Pesciaroli: No, non ho mai notato, per gli anni di esperienza non ho notato nulla. Magari avessi fatto questo scoop almeno avrei avuto la possibilità di allungarmi la carriera. Se avessi visto qualcosa di irregolare certo non me ne sarei stato zitto.
Dalla diretta di Tuttosport a cura di Alvaro Moretti:
IORI: «ESTRAZIONI REGOLARE» - E' stato poi interrogato il notaio delle estrazioni Iori: «Tutto quello che concerneva questi sorteggi è comunque nei verbali che sono agli atti di questo processo. Le palline le aprivano e io facevo provvedere a richiuderle e a rimescolarle nelle urne che erano trasparenti. Non si potevano leggere i contenuti nelle palline perchè i fogli erano piegati. Non ho mai avuto sosperti di irregolarità».
Alle domande del pm Capuano su quante volte si fossero aperte queste palloine Iori dice: «Potrà essere successo una decina di volte in tutti gli anni nei quali ho svolto questo servizio. Nei verbali non ritenevo di scrivere dell'apertura delle palline perchè avevo il controllo della situazione e potevo rendermi conto se queste erano chiuse o visibilmente diverse le une dalle altre e quindi riconoscibili. Comunque quando io verbalizzo un'estrazione, verbalizzo l'estrazione. Io non consideravo anomalo che una volta ogni tanto le palline potevano aprirsi al momento dell'inserimento nell'urna perchè poi facevo provvedere al rimescolamento. E poi comunque il foglietto all'interno era piegato. Non ho mai segnalato anomalie al riguardo».
Entra il teste Trentalange.
Difesa Pairetto: Con i designatori si parlava delle griglie?
Trentalange: Sì, si parlava di questo era l'argomento prinicipale.
Difesa Pairetto: Durante i raduni si facevano la valutazione delle partite?
Trentalange: Sì, era importante perché era facile imparare dagli errori altrui.
Difesa Pairetto: Si valutavano gli errori verso alcune squadre?
Trentalange: No, si valutavono gli errori degli arbitri ma non verso la squadra ma solo dell'arbitro.
Difesa Pairetto: Quindi lei non notò vicende di privilegio verso alcune squadre?
Trentalange: No.
Difesa Pairetto: Il dottor Pairetto Le ha mia chiesto di avere favori verso alcune squadre?
Trentalange: No, nonostante avessi con lui particolare confidenza, vista l'amicizia con il padre.
Difesa Pairetto: In ambito internazionale ha mai arbitrato? Le comunicazioni da chi arrivavano?
Trentalange: Sempre da Pairetto, come succedeva prima con Casarin.
Difesa Pairetto: Pairetto le ha mai chiesto, quando era osservatore, di favorire un arbitro o chiudere un occhio?
Trentalange: No, mai.
Difesa Pairetto: Sì ricorda la partita Chievo-Lazio?
Trentalange: Sì, ci sono state tante ammonizioni ed ho dato un voto buono a Rocchi, l'unica espulsione era quella di Couto, un po' forte, ma ci stava, a differenza di quello che dicevano i giornali.
Difesa Pairetto: La sua opinione in quanto esperto la valutazioni di Pairetto erano tese a favorire un arbitro anziché un altro solo per simpatia senza una natura tecnica?
Trentalange: No, mai.
Difesa Pairetto: Lei ricorda a quale minuto Couto fu espulso?
Trentalange: Verso la fine, ma non ricordo il minuto preciso.
Difesa Pairetto: Si ricorda il raporto con Bergamo
Trentalange: Non era tenero, ma era seria come persona lo stesso di Pairetto.
Difesa Pairetto: Che ruolo aveva l'organo tecnico? Quindi era giusto avere telefonate dei designatori?
Trentalange: Era comunque un ruolo di supporto ed era importante la loro telefonata.
PM Narducci: Lei ha mai arbitrato la Juventus?
Trentalange: No, c'è un regolamento che vieta ad un arbitro di arbitrare la squadra della città di residenza.
PM Narducci: Lei ha dato un buon voto a Rocchi su Chievo-Lazio. Lei ha fatto notare però che l'espulsione di Couto era un po' severa. Non ha notato un atteggiamento particolare del giocatore Baronio?
Trentalange: Ricordo che il voto era 8.45, era una partita non perfetta.
Il Presidente Casoria chiede quale fosse il massimo voto.
Trentalange: Era 9.
PM Narducci: Come funzionava il voto?
Trentalange: Secondo parametri relativi a parametri tecnici.
PM Narducci: Quindi 8,45 era buono?
Trentalange: Si, l'espulsione di Couto era severa. Ma così lo era stato anche con il Chievo.
PM Narducci: L'analoga situazione di severità a cosa si riferisce?
Trentalange: Agli espulsi in generale di quella partita. Il metro di giudizio era l'equità di scelte, quindi questa severità è nel caso, ma equa rispetto alle altre.
PM Narducci: La partita Juve-Lazio di Dondarini, non ricorda il chiaro falllo di Ibra su Siviglia?
Trentalange: No, non ricordo.
Opposizione dell'avvocato di Pairetto: Il chiaro fallo è solo una supposizione di Narducci.
PM Capuano: Lei ha parlato di partecipazioni ai raduni era riferita al periodo di arbitro o di osservatore?
Trentalange: Come arbitro, era precedente al 2003, come osservatore era meno frequente.
PM Capuano: Quindi quando parla di filmati delle partite si riferisce al periodo precedente al 2003?
Trentalange: Sì, dopo era meno frequente.
PM Capuano: Lei faceva valutazione degli arbitri. Ina non concessione di un rigore quanto incide?
Trentalange: Relativamente, perché era da valutare il referto.
PM Capuano: Quanto incide?
Trentalange: Massimo di uno 0,20, se fosse decisivo il rigore.
Avv. Prioreschi: La partita Chievo-Lazio, è considerata positiva la direzione di Rocchi?
Trentalange: Sì.
Avv. Prioreschi: I voti erano decimali?
Trentalange: Sì.
Trentalenge viene congedato, entra il teste Guidi, osservatore ed ex arbitro.
Difesa Pairetto, chiede di Chievo-Fiorentina di Dondarini
Guidi: Non era un arbitraggio esaltante a fine stagione ma positivo e nella media.
Difesa Pairetto, chiede dell'annullamento del gol.
Guidi: Non era annullamento ma un fischio simultaneo per un fallo dell'attaccante.
Difesa Pairetto: Lei sa se gli arbitri erano sotto attacco di media o pressati da società?
Guidi: Il calcio stressa molto ed è normale anche la pressione, ma non ho notato nessuna pressione particolare
Difesa Pairetto: Quindi non c'erano pressioni dall'esterno Le esclude?
Guidi: Sì le escludo, ma è normale che società come Inter Milan Juve Bologna fossero più presenti o seguite con attenzione ma è una questione di prestigio.
Difesa Pairetto, Chiede se il gol della Fiorentina fosse in fuorigioco.
Guidi: Non mi risulta.
Difesa Pairetto: Negli ultimi 5 minuti ci furono due episodi che i giocaotri del Chievo contestarono come falli da rigore.
Guidi: Era una partita facile a fine campionato. Non ho percepito le proteste, le mie impressioni sono di una partia di fine campionato non successe nulla di particolare
Difesa Pairetto: C'è una fallo grave ritenuto tale da diversi giornalisti
Domanda non ammessa dal Presidente Casoria
Guidi: Comunque non ho percepito nulla, il voto fu 8,45
Esame di Pisacreta ex assistente edattuale vice presidente dell'Aia.
Difesa Pairetto: Commentavate le partite nei raduni nel 2004-05?
Pisacreta: Sì, commentavamo le partite, ma noi assistenti era meno frequente.
Difesa Pairetto: Roma - Juve 1 – 2, 2004 – 2005, arbitro Racalbuto e Ivaldi assistente. Lei ricorda se ci fosse un fuorigioco segnalato o meno a sfavore della Roma?
Pisacreta: La prima rete è in fuorigioco ma forse di 20 cm.
Difesa Pairetto: Qualcuno ha protestato?
Pisacreta: Sì, un dirigente all'intervallo ma nessuno se ne accorse. Al rientro negli spogliatoi ci fu detto.
Difesa Pairetto: Lei parlo di 10 cm.
Pisacreta: Sì, perché era uno spazio breve e dalla mia posizione non era visibile, poi c'era una regola della Fifa che diceva che nel dubbio la bandierina deve restare giù.
Difesa Pairetto: Quindi lei non alzò perché valutò così?
Pisacreta: No, non lo vidi proprio.
Difesa Pairetto: Ci fu un rigore a favore della Juve fischiato da Racalbuto?
Pisacreta: L'arbitro decise così perché era in posizione migliore. Mi fu chiesto anche se avevo certezza ma non ne avevo, quindi l’arbitro continuò con la sua decisione.
Difesa Pairetto: Ci furono proteste?
Pisacreta: Sì come in tutte la azioni da rigore.
Difesa Pairetto: Ci fu un gol annullato alla Juve?
Pisacreta: Sì ma era regolare il gol, ed è stata annullata da Ivaldi che commise l'errore di valutare male.
Difesa Pairetto: Questa era una partita intensa e fallosa e quindi difficile?
Pisacreta: Sì, difficilissima.
Difesa Pairetto: Lei continuò ad arbitrare?
Pisacreta: No, fui sospeso e sostituii un arbitro infortunato un mese dopo, se uno sbaglia e la commissione decide di non usarti, non lo fa.
Difesa Pairetto: Negli ultimi 2 campionati quante volte ha arbitrato la Juventus?
Pisacreta: Se ricordo bene 11 volte.
Difesa Pairetto: Quante volte perse la Juve?
Pisacreta: Ogni volta che perse ero in campo, 6 volte
Difesa Pairetto: Le venne chiesto da Pairetto di riservare particolari trattamenti verso alcune squadre?
Pisacreta: No
Avv. Morescanti: Lei ha mai ricevuto da Bergamo pressioni per favorire una squadra?
Pisacreta: No, mai.
Avv. Morescanti: Qual è il ruolo dell'assistente arbitrale?
Pisacreta: Di aiutare l'arbitro, quando l'arbitro non vede, ha la responsabilità del fuorigioco e quando la palla finisce fuori dalle linee perimetrali
Difesa Fiorentina: Lei ricorda in Lazio - Fiorentina situazioni che generarono proteste?
Pisacreta: Un tiro in porta, ma colpì anziché di testa con la mano ed era rigore e espulsione del giocatore della Lazio secondo regolamento.
Difesa Fiorentina: E l'arbitro cosa decise?
Pisacreta: Calcio d'angolo.
Difesa Fiorentina: Era la fascia di sua competenza?
Pisacreta: Sì.
P.M. Narducci: Roma-Juve, un chiarimento, parliamo del gol di Cannavaro. Lei in quel momento ha avuto il dubbio circa il possibile fuorigioco e poi non ha deciso di alzare la bandierina?
Pisacreta: Ci fu un colpo di testa di uno della Juve e Cannavaro sulla respinta segnò. Dobbiamo valutare se la posizione era in partenza di fuorigioco, ma siccome era dietro la linea del pallone non era fuorigioco. Nessuno notò questa posizione.
P.M.Narducci: Il fallo di Zebina su Zalayeta (non era Zebina era Dellas, n.d.r.) per il rigore?
Pisacreta: Io non ho certezza sulla posizione ma non sul fallo.
P.M.Narducci: Lei aveva un dubbio sul fallo ha detto.
Pisacreta: Non ho certezza sull'inizio del fallo, non sul fallo.
P.M.Narducci: Quindi dove succede?
Pisacreta: Il dubbio era il fallo ma era sulla linea quindi era rigore.
Dopo la pausa per il pranzo, riprende l'udienza ed entra il teste Stefano Farina, ex arbitro e attualmente commissario Can D.
Difesa Pairetto, chiede se ha mai subito pressioni da Pairetto per favorire squadre
Farina: No
Difesa Pairetto: Le griglie evevano dei fattori preclusivi?
Farina: Provincia e partite.
Difesa Pairetto: Durante i raduni c'erano commenti penalizzanti su squadre?
Farina: No, i commenti erano relativi agli arbitraggi.
Difesa Pairetto: Lei è mai stati criticato per favori ad alcune squadre per falli particolari, e quindi mai penalizzato?
Farina: La carriera dipende dalle scelte dei designatori, io ero un top class ed ho seguito sempre le partite in modo professionale.
Difesa Pairetto: Come conosceva le designazioni?
Farina: Tramite e-mail ma qualche volta in partite importanti capitava la telefonata.
Avv. Morescanti: Ha mai subito da Bergamo delle pressioni per arbitrare a favore di una squadra?
Farina: No
Ora tocca al teste Mitro.
Difesa Pairetto: Ha mai subito pressioni?
Mitro: No
Difesa Pairetto: Bologna-Juventus arbitro Pieri. Venne concessa una punizione a favore della Juve con gol di Nedved
Mitro: Sì da una trentina di metri
Difesa Pairetto: Distanza importante?
Mitro: Sì
Difesa Pairetto: A Coverciano facevate raduni, commentavate le partite e vedevate i filmati, ha mai notato un commento più o meno sagace per sottolineare errori a vantaggio o svantaggio di alcune squadre?
Mitro: No erano commenti di natura tecnica.
Il PM Narducci chiede di una fallo di Zebina su Cipriani, di un fallo di Thuram a Cipriani e di un fallo di Ibrahimovic su Capuano
Difesa Pairetto: Pieri dopo questa partita ebbe sanzioni?
Mitro: No, non ricordo.
Ora tocca al teste Ivaldi.
Ivaldi: Ero assistente fino al 2006 e per limiti di età lasciai.
Difesa Pairetto: Nel campionato 2004/5 aveva Pairetto e Bergamo.
Ivaldi: Sì.
Difesa Pairetto: Il dottor Pairetto Le ha mai chiesto di avere atteggiamenti di favore o sfavore verso alcune compagini?
Ivaldi: No
Difesa Pairetto: Roma-Juve: vi fu un episodio saliente, se lo ricorda?
Ivaldi: La partita fu molto particolare per un gol in fuorigioco della Roma e uno annullato per la Juve; il secondo regolare.
Difesa Pairetto: Commenti la partita.
Ivaldi: Era una gara particolarmente difficile e molto fallosa.
(Penta fa notare trattarsi della partita più fallosa del campionato: 72 falli, ndr).
Difesa Pairetto: Si ricorda perché era particolarmente difficile?
Ivaldi: Perché l'allenatore era l'ex della Roma, Emerson e Zebina pure.
Difesa Pairetto: Sul goal di Zebina?
Ivaldi: Era regolare e fu annullato.
Difesa Pairetto: Sul goal di Cassano?
Ivaldi: Era regolare.
Il giudice ha ordinato che Collina, se non si presenterà per la prossima udienza, verrà accompagnato dai carabinieri.
Finalmente viene esibita la circolare della Figc del 2004 che regolava l'accesso allo spogliatoio dell'arbitro
Il giudice ha ordinato che Collina, se non si presenterà per la prossima udienza, verrà accompagnato dai carabinieri.
finalmente una presa di posizione chiara! Se ne è accorto pure il giudice che Collina sta cercando di fare il furbo
gabriele
01.06.2010, 16:26
<TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570 border=0><TBODY><TR><TD class=style15 vAlign=center align=middle height=100>Circolare lega calcio</TD></TR><TR><TD align=middle colSpan=3 height=15>
</TD></TR><TR><TD align=left colSpan=4>"Se il colonnello Auricchio avesse chiesto copia di questo atto, che voglio leggere, e letto le disposizioni, certe cose che sembriamo scoprire ora si sarebbero sapute anche durante l’indagine. Si sente parlare a sproposito delle visite di Moggi, ma tutti sapevano cosa si poteva e cosa non si poteva fare. Nessun mistero, nessuna congettura. Ora questa carta è agli atti, poteva essere lì da quattro anni".
Questa la dichiarazione spontanea di Massimo De Santis che ha prodotto la famosa, e molto spesso citata, circolare della Lega Calcio, del 4 agosto 2004, nella quale erano contenute le norme di comportamento per i dirigenti negli spogliatoi, secondo la quale le visite erano consentite prima e dopo la gara. La stessa circolare stabiliva il divieto di regali che non fossero di piccola entità e l'obbligo di tesseramento del dirigente accompagnatore degli arbitri.
Il pm Capuano ha tentato di opporsi alla lettura della circolare ma il Presidente Casoria lo ha stoppato e ha consentito a De Santis la lettura. Oplà!
</TD></TR></TBODY></TABLE>
<TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570 border=0><TBODY><TR><TD class=style15 vAlign=center align=middle height=100>“Il sorteggio era regolare”</TD></TR><TR><TD align=middle colSpan=3 height=15>
</TD></TR><TR><TD align=left colSpan=4>Giornata di udienza, nell'aula 216 del Tribunale di Napoli, e giornata che si sta snodando sui: "non ho mai..." .
Siamo passati dalla patologia dei: "non mi ricordo" e "per sentito dire", alla sicurezza dei "non ho mai...", usato in modo plebiscitario dai primi teste ascoltati questa mattina alla IX sezione penale del Tribunale campano.
E' stato ascoltato anche un notaio! Oserei dire: finalmente.
E sapete cos'ha testimoniato? «Tutto quello che concerneva questi sorteggi è comunque nei verbali che sono agli atti di questo processo. Le palline le aprivano e io facevo provvedere a richiuderle e a rimescolarle nelle urne che erano trasparenti. Non si potevano leggere i contenuti nelle palline perchè i fogli erano piegati. Non ho mai avuto sospetti di irregolarità».
Alle domande del pm Capuano su quante volte si fossero aperte queste palline Iori dice: «Potrà essere successo una decina di volte in tutti gli anni nei quali ho svolto questo servizio. Nei verbali non ritenevo di scrivere dell'apertura delle palline perché avevo il controllo della situazione e potevo rendermi conto se queste erano chiuse o visibilmente diverse le une dalle altre e quindi riconoscibili. Comunque quando io verbalizzo un'estrazione, verbalizzo l'estrazione. Io non consideravo anomalo che una volta ogni tanto le palline potevano aprirsi al momento dell'inserimento nell'urna perchè poi facevo provvedere al rimescolamento. E poi comunque il foglietto all'interno era piegato. Non ho mai segnalato anomalie al riguardo».
In soldoni: Iori, il notaio delle estrazioni, dichiara che il sorteggio era regolare. Oplà!
</TD></TR></TBODY></TABLE>
AlexnelCuore
01.06.2010, 17:23
DIRETTA CALCIOPOLI - Arbitri e assistenti smontano Calciopoli: "Mai subito pressioni"
15.30 - L'udienza è tolta. Fissato il calendario delle prossime audizioni: 8, 15, 18 e 22 giugno. Poi la pausa estiva e arrivederci a ottobre.
15:07 - Al termine dell'udienza l'ex arbitro Massimo De Santis presenta la circolare della Lega Calcio del 4 agosto 2004, alla vigilia della stagione di Calciopoli, in cui si dettavano le norme di comportamento per i dirigenti negli spogliatoi: visite consentite prima e dopo la gara, divieto di regali che non fossero di poca entità, obbligo di tesseramento del dirigente accompagnatore degli arbitri. "Se il colonnello Auricchio avesse chiesto copia di questo atto che voglio leggere (il pm Capuano ha provato ad opporsi, stoppato dal giudice Casoria, ndr) e letto le disposizioni certe cose che sembriamo scoprire ora si sarebbero sapute anche durante l’indagine. Si sente (Ancelotti, Mancini, ndr) parlare a sproposito delle visite di Moggi: ma tutti sapevano cosa si poteva e non poteva fare. Nessun mistero, nessuna congettura: ora questa carta è agli atti, poteva essere lì da quattro anni..."
15.00 - Casoria intima a Collina di presentarsi per la prossima udienza, altrimenti verrà accompagnato dai carabinieri.
14.45 - E' il turno degli ex assistenti Mitro e Ivaldi, che confermano come i suoi colleghi di non aver mai subito pressioni dai designatori. A Ivaldi viene chiesto di Roma-Juve: "La partita fu molto particolare per un gol in fuorigioco della Roma e uno annullato per la Juve (regolare). Era una gara particolarmente difficile e molto fallosa (72 falli, fa notare Penta, ndr). Anomalie nei sorteggi? No. Perchè la partita era particolarmente difficile? Perché l'allenatore era l'ex della Roma, Emerson e Zebina pure. Gol di Zebina? Era regolare e fu annullato. Gol di Cassano? Era regolare".
14.30 - Riprende l'udienza: tocca a Stefano Farina. Anche l'ex arbitro fa presente di non aver mai subito pressioni da Pairetto e Bergamo per favorire questa o l'altra squadra. Poi spiega che le griglie avevano dei fattori preclusivi (provincia e partite) e che durante i raduni i commenti erano relativi agli arbitraggi, non erano commenti penalizzanti su squadre.
"La carriera dipende dalle scelte dei designatori - ha aggiunto Farina -, io ero un top class e ho seguito sempre le partite in modo professionale. Come conoscevo le designazioni? Tramite mail ma qualche volta prima delle partite importanti capitava la telefonata".
13.00 - L'udienza riprenderà dopo la pausa.
12:05 – A Pisacreta viene chiesto di Roma-Juve della stagione 2004/2005, dove lui e Ivaldi erano gli assistenti. “Ci furono vari episodi dubbi, tra cui la prima rete, che era in fuorigioco di 10 cm e che non sono riuscito a vedere. Per il resto, personalmente non commisi più errori, ma fui lo stesso sospeso per un mese. Ho arbitrato 11 volte la Juve e con me ha perso 6 volte”. Se Pairetto mi chiese di riservare particolari trattamenti verso alcune squadre? No". L'avvocato Morescanti domanda a Pisacreta se abbia mai ricevuto da Bergamo pressioni per favorire una squadra. "No, mai", la risposta di Pisacreta.
Narducci chiede a Pisacreta un chiarimento su Roma-Juve e in particolare sul gol di Cannavaro: "In quel momento ha avuto il dubbio che fosse fuorigioco e poi non ha deciso di alzare la bandierina? Ci fu un colpo di testa di un giocatore della Juve e Cannavaro sulla respinta segnò - spiega Pisacreta -. Dobbiamo valutare se la posizione era in partenza di fuorigioco, ma siccome era dietro la linea del pallone non era fuorigioco. Nessuno notò questa posizione".
Infine Narducci chiede (sbagliando) del fallo da rigore di Zebina su Zalayeta (il fallo era di Dellas): "Non potei essere d'aiuto a Racalbuto e gli dissi che non avevo certezze se il contatto fosse avvenuto fuori la riga o dentro l'area ma era comunque un episodio difficile da valutare in una partita difficilissima da un punto di vista ambientale: Capello era appena passato alla Juve, così come Emerson. In quella partita nel secondo tempo venne ingiustamente annullato un gol a Ibrahimovic e il mio collega Ivaldi segnalò un fuorigioco che non c'era, anche quello questione di centimetri".
11:50 - Termina anche l'interrogatorio a Guidi, fra poco sarà il turno di Narciso Pisacreta
11:30 – Finisce la testimonianza di Trentalange, ora tocca a Guidi, ex arbitro e osservatore. Si incomincia a parlare di Chievo-Fiorentina diretta da Dondarini. Guidi afferma che non è stato un arbitraggio esaltante, ma, considerando le altre direzioni, poteva benissimo essere considerato nella media. Gli vengono fatti notare diversi episodi dubbi, ma Guidi continua a sostenere che si trattavano di normali azioni da gioco, nulla di così eclatante.
11:15 - Anche i pm Narducci e Capuano fanno diverse domande a Trentalange. “Ha mai arbitrato la Juve? – chiede Narducci - No, il regolamento me lo proibiva.”. Questa la risposta di Trentalange. Successivamente vengono posti diversi interrogativi riguardo l'espulsione di Couto durante un Chievo-Lazio, durante la quale l'ex fischietto, nelle vesti di osservatore, diede un buon voto all'arbitro Rocchi, nonostare l'episodio dubbio. Trentalange ammette che l'espulsione era un po' severa, ma rispetto alle altre decisioni prese nel corso della partita questa scelta era stata equa.
11:00 - Ora tocca ad Alfredo Trentalange, ex arbitro. Trentalange afferma che con i designatori parlava spesso di griglie, ma non si valutavano mai gli errori dei fischietti verso una particolare squadra. Il cinquantaduenne, infine, smentisce nel modo più assoluto che Pairetto avesse chieste favori verso altre squadre, nonostante l’amicizia con il padre dell’ex designatore.
10:40 - Continua l'interrogatorio di Pesciaroli. Gli viene chiesto come funzionava l’estrazione: “Tutto si svolgeva in un albergo al centro di Roma - afferma Pesciaroli - . Il notaio si trovava al centro del tavolo assieme al designatore, successivamente veniva chiamato il giornalista che estraeva e così funzionava il tutto insieme alla supervisione del notaio. Situazioni strane o sospette? Mai, in tutti gli anni che ho fatto questo non ho mai notato niente di strano”.
10:30 - Il primo ad essere sentito è l'ex giornalista Pesciaroli, attualmente in pensione. “Ero presente in qualità di giornalista del Corriere dello Sport, ma non ho mai visto alcun sorteggio truccato, considerato che nel 2005 vi era anche un notaio.” Questa la testimonianza dell’attuale consulente della Lega Pro.
09:45 - Oggi si torna in aula; dopo la sfilata dei testimoni dell'accusa (che, in realtà. hanno già loro smontato teoremi di cupole e di associazioni a delinquere varie ed eventuali), è la volta di arbitri, notai e testimoni della difesa. In particolare, i notai ci tengono a difendere la loro categoria; erano loro, difatti, preposti a supervisionare le estrazioni ai sorteggi. C'è già stata abbastanza chiarezza in merito, data proprio dalle casualità estrattive (arbitri richiesti come preferenziali da Facchetti/Meani ma non ottenuti), ma si attende il "colpo di spugna" dei notai sulla questione. Domani, probabilmente, avremo altre versioni, di certo più attendibili (colpi di tosse permettendo...) sul sistema di designazione e sulla serietà con la quale quella specifica classe di professionisti lavorava ogni settimana.
L'accusa non è riuscita a produrre un solo testimone che, con la sua deposizione, sia stato in grado di inchiodare Moggi alla gogna del giustizialismo; ora è tempo che la difesa faccia crollare il castello accusatorio.
Come di consueto, TuttoJuve.com seguirà in diretta, minuto per minuto, l'udienza odierna.
eldavidinho94
02.06.2010, 09:42
ecco il riassunto (http://juvemania.it/calciopoli-arbitri-e-guardalinee-scagionano-pairetto/)
Calciopoli: arbitri e guardalinee scagionano Pairetto (http://juvemania.it/calciopoli-arbitri-e-guardalinee-scagionano-pairetto/)
Nell’udienza di Calciopoli, tenutasi ieri (1 giugno 2010) arbitri e guardalinee sono stati tutti d’accordo: non c’era nessuna pressione da parte dei designatori per favorire determinate squadre e, in primis, la Juventus. Nessun dubbio i alnelle parole rese in aula a Napoli dai testimoni chiamati dai difensori di Pierluigi Pairetto. Tra gli altri sono sfilati volti vecchi e nuovi della classe arbitrale: Alfredo Trentalange, Stefano Farina, Sandro Guidi (osservatori nel 2004/05), e gli assistenti Narciso Pisacreta, Vincenzo Mitro, Marco Ivaldi. Tutti indistintamente hanno escluso pressioni o condizionamenti dcun genere.
A fine udienza, su richiesta dei legali dell’ex arbitro Massimo De Santis, è stata acquisita agli atti una circolare della Lega calcio del 2004 (http://www.uccellinodidelpiero.com/come-le-hai-fatte-le-indagini-auricchio-de-santis-smonta-piu-capi-dimputazione-con-un-documento-del-2004/) in cui si indicavano le norme per i contatti tra arbitri e dirigenti negli spogliatoi prima e dopo la partita: 20 minuti prima dell’incontro i saluti, e – a conclusione del match – l’incontro era consentito solo dopo la stesura del referto da parte del direttore di gara.
Tutto ciò avveniva mentre l’Italia intera vedeva per la prima volta le immagini quantomeno sospette della scampagnata romana di Moratti, insieme al colonnello Auricchio e al PM Narducci (http://www.uccellinodidelpiero.com/il-pm-narducci-il-col-auricchio-il-signor-moratti-e-linviato-gazzetta-piccioni-scampagnata-di-gruppo/). Citando l’amico Christian Rocca mi viene da dire solo: “non fanno nulla neanche per salvare le apparenze”.
gabriele
02.06.2010, 16:47
<TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570 border=0><TBODY><TR><TD class=style15 vAlign=center align=middle height=100>TRATTO DAL SITO giùlemanidallajuve
Reticenze o forzature?
</TD></TR><TR><TD align=middle colSpan=3 height=15>
</TD></TR><TR><TD align=left colSpan=4>Avevo già scritto nel precedente editoriale (http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=814) di come, in molte occasioni, i due pm, nel corso del loro esame ai vari testi, abbiano fatto ricorso all’aiuto della memoria, leggendo brevi tratti dei verbali con le dichiarazioni rese in sede di sommarie informazioni. Dichiarazioni che, come andremo a vedere, in alcuni casi non sono state confermate per come furono inizialmente presentate, svilendone di molto il contenuto e mostrando chiaramente come alcuni “passaggi” siano stati forzati per finire nel calderone di un’accusa che fa sempre più acqua da tutte le parti. Ho anche scritto che molti testimoni dell’accusa in aula non hanno prodotto altro che un elenco di intercettazioni con una serie di ipotesi ad esse legate, che avrebbero dimostrato la cupola e l’associazione a delinquere. Ipotesi non verificate e che per assurdo sono state anche smentite in aula dagli stessi testimoni chiamati invece a confermale. Facciamo qualche esempio.
L’11.05.2010, Carlo Ancelotti è stato chiamato sul banco dei testimoni a Napoli. Una delle domande poste dal pm Narducci, sempre in “richiamo alla memoria” e che sembra fatta apposta per smentire nuovamente le ipotesi accusatorie è la seguente.
Narducci: «Dallo stesso verbale, c’è una prima fase che non leggo, in cui si rappresenta al teste, persona informata dei fatti, il contenuto di un colloquio telefonico registrato tra Leonardo Meani e Pierluigi Collina in relazione a confidenze ricevute da Meani da Ancelotti durante quel viaggio del 17 aprile, “cioè si dice più in particolare che al giovedì Moggi conosceva già in anticipo i direttori di gara, che era stato in grado di condizionare la programmazione del calendario del campionato e che era già pronta la torta di far vincere la Juventus, salvo poi essersi verificati fatti imprevisti dopo la partita Juve-Parma. Rispondo che non ho mai riferito circostanze così precise al Meani anche perchè realmente non conoscevo fatti di tal genere e non potevo dire e non posso oggi dire con precisione che Moggi al giovedì conosceva già il nome dell’arbitro della partita che la Juve avrebbe disputato, che aveva stilato lui materialmente il calendario. All’epoca percepivo che accadevano circostanza strane, e posso sicuramente affermare che esisteva un rapporto confidenziale tra Moggi e l’arbitro De Santis” e prosegue».
Andiamo a leggere cosa risponde il teste.
Ancelotti: «Esatto. Questo confermo, non ho mai detto a Meani che sapevo al giovedì che Moggi mi diceva gli arbitri della domenica, né tanto mai ho detto a Meani che Moggi era in grado di stabilire il calendario prima del campionato. Che succedevano cose in quel campionato, che Moggi avesse un rapporto privilegiato con De Santis, questo lo posso affermare anche se non ho dati, era solo una sensazione che io avevo».
Proseguendo.
Ancelotti: «Io direttamente non ho mai visto Moggi dentro lo spogliatoio dell’arbitro».
Ed ancora.
Ancelotti: «”La torta era pronta” non l’ho mai usata, anche perché quel campionato ce l’ho ancora addosso anche perché il fatto di averlo perso è uno dei più brutti ricordi della mia carriera. Quell’espressione lì non l’ho mai usata anche perché quel periodo lì, un fatto strano a Perugia è successo, nel senso che abbiamo aspettato un’ora e mezzo fra un tempo e l’altro e questo è molto strano, quindi…».
Narducci: «Nel corso di quel periodo, sto parlando degli anni in cui lei Ancelotti era allenatore della Juve, quindi ’99-‘01, nel corso del periodo estivo, dunque quando il campionato doveva ancora iniziare, è stato mai chiesto a lei da Luciano Moggi o altri dirigenti della Juve, se lei come allenatore della squadra in quel momento aveva preferenze quanto alle possibilità di incontri della Juventus nella prima parte del campionato?».
Ancelotti: «No».
Narducci: «Cioè se aveva dal suo punto di vista come di tecnico, allenatore riteneva che fosse più o meno conveniente per la squadra affrontare un certo tipo di impegni?».
Ancelotti: «No, non è mai successo».</B>
E su De Santis…
Ancelotti: «No, no, atteggiamento di questo genere no, non ho mai visto altro tipo di atteggiamenti, anche perché credo che De Santis era portato anche a questo tipo di atteggiamento perché aveva sicuramente un rapporto più confidenziale rispetto ad altri arbitri, anche nei confronti degli allenatori e giocatori; che caratterialmente De Santis fosse più portato a manifestare confidenza».
Quindi, ricapitolando, il pm presenta un’intercettazione in cui Meani “millantava”con Collina di aver saputo da Ancelotti circostanze che lo stesso in un’aula di tribunale ha chiaramente in buona parte smentito e per il resto archiviato semplicemente affermando: «Mie valutazioni personali».
Mi ritorna sempre in mente un’espressione utilizzata dalla procura di Torino nella disposizione di archiviazione della prima fase di intercettazioni, che recitava più o meno così: emersi in alcuni casi “elementi di segno contrario” . Proviamo a rileggere questo esame anche sotto un altro aspetto, perché a pensar male si fa peccato ma a volte…
Viene proposta al teste la lettura di un’intercettazione tra Collina e Meani, in cui l’ex addetto agli arbitri del Milan faceva confidenze all’ex fischietto. Il binomio confidenziale Collina-Meani sembra non finire mai e continua a rimanere in secondo piano.
Non solo. Rispondendo alle domande dell’Avv. Gandossi (difesa Meani), Carlo Ancelotti evidenzia come torto arbitrale quello in cui venne ammonito Maldini (Lecce-Milan), la cui squalifica gli avrebbe impedito di giocare la successiva partita che era il derby di Milano: “sembrava proprio un fatto voluto”.
Riprendiamo a questo punto anche le “sacre scritture”, quelle della gazzetta, che riporta le parole di GAlliani : «E’ stato un arbitraggio tecnicamente del tutto inadeguato»e spiega tecnicamente l’episodio: “Lecce-Milan scorre via sull’1-1, manca un pugno di minuti alla fine della partita, la squadra di Delio Rossi va in contropiede, il pallone è nella metà campo dei rossoneri, proprio davanti alla panchina di Ancelotti. Maldini interviene a gamba tesa su Konan, entrato nella ripresa al posto del giovane Bojinov: il fallo c’è, perchè il capitano è scomposto nel tentativo di arrivare sulla palla e travolge l’attaccante del Lecce. L’arbitro Pieri, lì vicino, accorre e alza subito il cartellino giallo verso Maldini, che si dispera e protesta". L’arbitro Pieri era ritenuto “inadeguato” a dirigere il Milan. Sempre consultando la gazzetta del periodo, in un diverso articolo, viene data la stessa lettura dell'episodio: “che a stretto termine di regolamento Maldini andava ammonito”. Ma da qui la polemica si sposta sulla mancata esplulsione a Bove. Inadeguato Pieri sembra essere solo quando applica la regola, come ci ricorda lo stesso Luciano Moggi : «Ad esempio Parma-Milan, vince il Milan a Parma 2 a 1, 04.12.2004, arbitro Pieri. Pieri è uno che si suppone faceva parte dell’associazione. Bene, questa è la moviola… La moviola: dubbio per un intervento di Cafù (giocatore del Milan) su Gilardino (giocatore del Parma) al limite dell’area, per Pieri però è tutto regolare quindi non si dà un rigore a favore del Parma. Se questo fosse veramente un sodale dell’associazione, quale situazione migliore per sistemare il Milan e porlo sul pareggio anziché sulla vittoria? Invece lui, non dando quello che doveva dare, ha permesso al Milan di vincere a Parma 2-1».
Eppure, Luciano lo precisa in aula: «hanno fatto il titolo su questo, “defraudo il Milan di Carlo Ancelotti” ».
Un ultimo aspetto di questo esame non certamente trascurabile. Il pm Narducci fa anche queste domande ad Ancelotti:
• Narducci: «Mi dice una battuta e le considerazioni che ha fatto lei e che ha fatto Meani durante quel viaggio di ritorno a proposito del comportamento di Baglioni e di quella partita?».
• «Senta, ricorda se durante questo viaggio lei ha avuto occasione di parlare con Meani circa alcuni aspetti della sua fase di allenatore nel corso di due stagioni (febbraio 1999 e 2001), di allenatore nella Juventus, ha avuto modo di parlare con Meani e magari di fare confidenze su uno o più episodi di quella sua esperienza di vita e di lavoro a Tornino?».
Fatti circostanziati e precise? Non proprio. Il pm Narducci, forse già sapendo di non avere nulla, chiede direttamente battute e confidenze!
Ancelotti ha tenuto a precisare in un passaggio, in conclusione del suo controesame, che «un conto è quello che si dice alla stampa, un conto è quello che si pensa». Ed aggiungiamo noi, un conto è quello che si dice in aula sotto giuramento e un conto è quello che vorrebbero farti dire per non fare figure barbine!
Eppure qualcosa di strano in quel campionato è successo, ma nessuno ha mai approfondito. Perché?
</TD></TR></TBODY></TABLE>
<TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570 border=0><TBODY><TR><TD class=style15 vAlign=center align=middle height=100>Oplà/ 3 e 4: “Non ho mai avuto l’impressione..”</TD></TR><TR><TD align=middle colSpan=3 height=15>
</TD></TR><TR><TD align=left colSpan=4>Chiamato a testimoniare l'arbitro torinese Alfredo Trentalange, all'epoca dei fatti osservatore arbitrale e attualmente responsabile tecnico dell'Aia, alla domanda sull'eventuale omaggio da parte di Giraudo di un'autovettura ha così risposto: «Non ho avuto nessuna auto da Giraudo, ho comprato per me e mia moglie negli anni diverse auto con lo sconto fatto ai vip dalla Fiat». Oplà!
Ancora una testimonianza, questa da parte del giornalista Pesciaroli, che interrogato inizialmente dal legale di Pairetto sulle modalità del sorteggio ha così dichiarato: «Ero uno statistico degli arbitri, ho partecipato a quasi tutti i sorteggi avvenuti a Roma e a qualcuno di quelli avvenuti a Firenze. La presenza del notaio mi tranquillizzava anche se speravo da giornalista di poter tornare al giornale una volta dicendo che il sorteggio era stato truccato ma non ce n'è stato mai motivo... Il notaio era al centro del tavolo nella sede Aia di via Tevere. La stanza era così piccola che chi estraeva era quasi a portata di mano. Non ho mai avuto impressione che ci fosse qualcosa di sospetto. Magari avessi fatto questo scoop almeno avrei avuto la possibilità di allungarmi la carriera. Se avessi visto qualcosa di irregolare certo non me ne sarei stato zitto». Oplà!
</TD></TR></TBODY></TABLE>
alessandro magno
02.06.2010, 16:58
fra poco diranno che farsopoli non è mai esistita , purtroppo noi la b ce la siamo fatta e ci han distrutto una sqaudra che faceva 91 punti.
alessandro magno
03.06.2010, 15:53
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alessandro magno
03.06.2010, 15:53
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alessandro magno
04.06.2010, 22:34
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alessandro magno
07.06.2010, 10:02
Calciopoli, nuova svolta: il derby Tavaroli-Moratti
http://www.tuttosport.com/images/53/C_3_Media_798453_immagine_l.jpg
© Foto Liverani
Imminente audizione dell’ex capo della security Telecom. Il presidente: «Non gli ho mai conferito mandato per redigere dossier su De Santis». L’ex uomo di Tronchetti: «Sono rimasto sorpreso che né la Figc, né i pm mi abbiano chiesto molto...»
ROMA, 7 giugno - Non sarà dirimente come la maxiaudizione a rate del colonnello Auricchio, ma l’attesissima e imminente au*dizione del testimone Giulia*no Tavaroli si annuncia come una delle altre svolte del pro*cesso Calciopoli. Moggi aveva annunciato di voler sentire l’uomo dei dossier e dello spio*naggio operato sulla supervi*sione dello stesso ex capo del*la security Telecom dal 2002, ma adesso le interviste a Re*pubblica e (immaginiamo) l’ampia serata dedicata da Te*lelombardia all’ascolto della verità di Tavaroli hanno stuz*zicato anche l’interesse dei pm napoletani, Capuano e Nar*ducci. Interessante, però, an*che la scoperta dell’integrale deposizione del presidente dell*’Inter, Massimo Moratti, messa a confronto con le verità dell’uomo dei dossier Ladroni e Como. E’ un vero e proprio derby delle dichiarazioni, quel*la che si svolge tra il segugio scatenato - per il tramite di Tronchetti - e il patron interista. Domani il processo napo*letano riprende, ma le udienze da qui al 22 giugno si attendo*no ricche di colpi di scena pro*prio per la discesa in campo di big quali Galliani, Spinelli, Pieroni, ma anche Collina e proprio gli uomini ex Telecom.
«NON RILEVANTE» - Singo*lare la coincidenza, nell’ormai lontano 2006. Indagine di Bor*relli sui pedinamenti a Vierie De Santis: interrogato Morat*ti il 3 ottobre 2006, richiesta degli attivi relativi all’interro*gatorio di Tavaroli il 18 otto*bre, l’interrogatorio si svolse il 29 settembre. Moratti sostie*ne a Borrelli: «Una persona si offrì di mettere sotto sorve*glianza De Santis. Il compian*to Facchetti mi riferì di una serie di colloqui da lui avuti con Nuciniil quale gli manife*stava un clima arbitrale non particolarmente favorevole al*l’Inter. Nucini non parlava esplicitamente di De Santis, ma faceva riferimento ad un sistema fortemente costituito in danno dell’Inter». Moratti non ricorda «se avvenne o me*no un incontro a tre tra me, Ta*varoli e Facchetti? Non ho mai dato mandato al Tavaroli di re*digere alcun dossier sull’arbi*tro De Santis né ho mai visto alcun documento in merito» in ogni caso Moratti afferma alla Figc, dopo Calciopoli, «non venne fuori nulla, per quanto a mia conoscenza, l’incontro con Tavaroli non aveva avuto al*cun concreto seguito, in quan*to lo stesso Tavaroli aveva det*to che sulla vicenda non vi era nulla di rilevante».
gabriele
08.06.2010, 10:41
Il processo - Cronaca dell'udienza dell'8 giugno 2010
[/URL] [URL="http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/2125-il-processo-cronaca-delludienza-dell8-giugno-2010.pdf"] (http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/2125-il-processo-cronaca-delludienza-dell8-giugno-2010.html?tmpl=component&print=1&layout=default&page=)
http://www.ju29ro.com/images/stories/processi/casoria02.jpg
Al processo di Napoli continua la sfilata dei testimoni della difesa. Oggi sono previste le audizioni di testi chiamati dalla difesa di Bergamo, che comprende diversi personaggi della Federazione Italiana Gioco Calcio. Torneranno a deporre anche dei protagonisti del sorteggio arbitrale, come il notaio Tavassi, che presenziava il sorteggio a Coverciano e dei giornalisti che precedevano all'estrazione di una delle palline.
Sono presenti in aula: Moggi, Fabiani, De Santis, Bergamo e Bertini. Tra i testimoni non ci sarà Collina, che ha inviato comunicazione d'impedimento, e neppure Abete. Saranno presenti martedì prossimo, il 15.
Viene introdotto il teste Stagnoli.
Avvocato Bonatti, difesa Pairetto.
Stagnoli: Sono stato arbitro fino a 25 anni poi la carriera di assistente dal '99, promosso alla Can e dal '99 all'anno scorso sono stato assistente, per 10 anni, dal 2003 internazionale, dall'anno scorso faccio parte della commissione arbitri, rresponsabile asssistenti a e b
Avv. Bonatti: nel 2004 2005 era assistente?
Stagnoli: Sì.
Avv. Bonatti: Con riferimento a quell'anno Lei era mai stato avvicinato dai designatori per favorire o sfavorire qualcuno?
Stagnoli: No, mai.
Avv. Bonatti: Ha avuto conoscenza di pressioni indebite del genere su suoi colleghi?
Stagnoli: No, mai notato questo.
Avv. Bonatti: In tutta le gestione Bergamo-Pairetto?
Stagnoli: Sì.
Avv. Bonatti: Lei è sempre stato assistente sotto la loro gestione?
Stagnoli: Sì.
Avv. Bonatti: Lei era della sezione di Bologna?
Stagnoli: Sì.
Avv. Bonatti: Lei è stato sentito dagli investigatori della Figc?
Stagnoli: Sì.
Avv. Bonatti: Le erano stati segnalati comportamenti del sig. Moggi?
Stagnoli: Sì, ma io non avevo conoscnza del fatto, non sapevo di cosa si trattasse.
Avv. Bonatti: Aveva avuto contatti con Moggi?
Stagnoli: Solo quando mi capitava di arbitrare le sue squadre, i soliti rapporti di cordialità nel ricevere la terna arbitrale.
Avv. Bonatti: Che colloqui aveva con i designatori, di natura tecnica o equivoca, con indicazioni che percepiva come di natura non tecnica.
Stagnoli: Avvenivano solo in occasione dei raduni durante i quali venivano sviscerati gli avvenimenti del campionato dal punto di vista tecnico, insieme agli altri colleghi.
Avv. Bonatti: In queste occasioni Lei ebbe modo di notare se i due dessero maggiore enfasi ad errori che riguardavano particolari squadre?
Stagnoli: Ma no, si sviscerava di tutto e si commentava tutti insieme solo per migliorare le nostre prestazioni, sia positivamente che negativamente.
Avv. Bonatti: Lei ora ricopre una carica in questo organo. Oggi è cambiato qualcosa sotto il profilo del commento delle gare?
Stagnoli: Se si riferisce agli errori, è come prima, ma anche prima si vedevano, si commenta per fare che non succeda più; e anche
le cose positive, quelle fatte bene. Non ho visto nessuna differenza.
Avv. Bonatti: Nell'attuale gestione di Collina si respira un clima paragonabile a quello di prima?
Stagnoli: Le modalità degli incontri sono le stesse, gli arbitri si vedono 23 volte all'anno mentre gli assistenti una volta al mese, magari è aumentata le tecnologia, ma il sistema dell'istruzione tecnica non è variato.
Avv. Bonatti: Nel 2004 2005 ricorda Reggina-Cagliari o Juve-Lazio, Lei era assistente?
Stagnoli: Sì, ma era Lazi-Juve.
Avv. Bonatti: Chi erano gli arbitri?
Stagnoli: Reggina-Cagliari De Santis e Lazio-Juve non ricordo.
Avv. Bonatti: Trefoloni?
Stagnoli: Non ricordo.
Avv. Bonatti: Se le ricorda perché caratterizzate da arbitraggi che le erano sembrati strani, che destavano sospetti?
Stagnoli: No, non ho notato niente di particolare.
Avv. Bonatti: Nessun'altra domanda.
Avv.Gallinelli: Si ricorda se ha svolto l'assistente con una frequenza elevata nelle gare arbitrate con De Santis?
Stagnoli: Sì, essendo internazionale spesso uscivo con De Santis.
Avv. Gallinelli: Nel 2004-2005 quante volte ha collaborato con De Santis?
Stagnoli: Sinceramente non ricordo.
Avv. Gallinelli: Lei ha riferito di ricordarsi di De Santis in Reggina-Cagliari del 12.12.04, si ricorda se De Santis gli diede indicazioni sulle modalità di svolgimento del suo ruolo?
Stagnoli: Solo esclusivamente tecniche, c'è un momento in cui la terna si riunisce, come ogni squadra prepara la gara anche la squadra arbitrale si prepara prima dell'incontro cercando un feeling. Sono indicazioni tecniche per accordaci sui falli laterali, su come segnalare qualcosa.
Avv. Gallinelli: Ci può dire quanti giorni prima della gara vi incontrate voi 4?
Stagnoli: Il primo contatto avviene nel momento della designazione che arriva all'arbitro che ha l'obbligo di contattare gli assistenti.
Avv. Gallinelli: E dove la contattava l'arbitro?
Stagnoli: Al telefono, tutti gli arbitri e gli assistenti avevamo i numeri di tutti.
Avv. Gallinelli: In quella occasione quanti giorni prima della gara?
Stagnoli: Come sempre, le designazioni venivano fatte il venerdì.
Avv. Gallinelli: Il giorno prima delle gara lei si trovava con De Santis?
Stagnoli: Certo.
Avv. Gallinelli: Notava comportamenti anomali?
Stagnoli: No.
Avv. Gallinelli: E l'incontro tecnico quando avviene.
Stagnoli: Poco prima della gara.
Avv. Gallinelli: Avete effettuato anche un riscaldamento?
Stagnoli: Certo, prima della gara.
Avv. Gallinelli: E in quella occasione dove avete effettuato il riscaldamento? Ricorda qualche circostanza particolare?
Stagnoli: Era una situazione diversa da quella di oggi perchè oggi si fa in campo insieme alle squadre. Allora si faceva o nello spogliatoio o in locali messi a disposizione dalla squadra nello stadio.
Avv. Gallinelli: In quella occasione ebbe la visita dei presidenti della Reggina e del Cagliari?
Stagnoli: Sì, ci fu un breve incontro, ci vennero a salutare.
Avv. Gallinelli: Quale fu il loro atteggiamento?
Stagnoli: Un atteggiamento cordiale di saluti.
Avv. Gallinelli: Ricorda un momento in cui De Santis si intrattenne qualche minuto in più con il Cellino?
Stagnoli: No, ricordo che siamo sempre stati insieme.
Avv. Gallinelli: Ricorda se era abitudine del De Santis tenere aperta la porta dello spogliatoio?
Stagnoli: Era abitudine di tutti.
Avv. Gallinelli: De Santis anche il quella occasione dava del tu o del lei a Cellino?
Stagnoli: In quel momento faccio fatica a ricordarlo. Quello che però posso dire è che De Santis era molto cordiale con tutti, non c'erano mai confidenza particolari ma può anche darsi che sia capitato di darsi del tu anche perchè in dieci anni incontrare le stesse persone ci può stare.
Avv. Gallinelli: Alla fine della gara l'atteggiamento del Cellino nei confronti di De Santis come fu?
Stagnoli: Ricordo che ci furono delle proteste vivaci, ma non ricordo esattamente che cosa fu detto.
Avv. Gallinelli: Può descrivere le modalità con cui vennero fatte queste proteste?
Stagnoli: Ricordo solo che era nell'occasione mentre uscivamo dal campo ci fu un momento di tensione dove ci furono delle proteste direttamente all'arbitro.
Avv. Gallinelli: Lei non si ricorda se Cellino diede una pacca sulla spalla a De Santis?
Stagnoli: So che l'incontro è stato molto ravvicinato ma la pacca non la ricordo. Le confermo che c'erano delle proteste, poi c'è un referto dove avevamo l'obbligo di scrivere tutto.
Avv. Gallinelli: Si ricorda le proteste a che si riferivano?
Stagnoli: Gli episodi non li ricordo, mi pare che ci fu un gol in presunto fuorigioco, qualche punizione non data ma non ricordo esattamente su cosa in particolare. La partita fu molto movimentata.
Avv. Gallinelli: Lei ha fatto riferimento a dei fuorigioco. Le chiedo, questa è una valutazione anche dell'assistente?
Stagnoli: Solo dell'assistente.
Avv. Gallinelli: Lei si rese conto se le proteste erano fondate?
Stagnoli: Ripeto non ricordo esattamente quali furono gli episodi particolari.
Avv. Gallinelli: Nel complesso si ricorda un buon arbitraggio del De Santis?
Stagnoli: Sì, normale arbitraggio di una partita intensa.
Avv. Gallinelli: Che pensa di De Santis.
Stagnoli: Un buon arbitro, di ottimo livello.
Avv. Gallinelli: Lei ha collaborato con lui anche in campo internazionale?
Stagnoli: Sì.
Avv. Gallinelli: E ci furono contestazioni?
Stagnoli: No.
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Avv.Gallinelli: Alla fine del torneo lei ha collaborato anche in Fiorentina-Milan del 1 maggio
Stagnoli: Sì
Avv.Gallinelli: E chi era l'altro assistente?
Stagnoli: Non ricordo
Avv.Gallinelli: Ricorda se quando si svolse la gara il Milan era in lotta con la Juve per la conquista del titolo?
Stagnoli: Non ricordo, in quel periodo c'erano sempre in lotta queste due squadre
Avv.Gallinelli: E la condotta arbitrale di De Santis in quella gara come fu?
Stagnoli: Io non ebbi problemi ma la gara non terminò con cose particolari
Avv.Gallinelli: Ricorda se c'era qualche giocatore diffidato del Milan in quella gara?
Stagnoli: Non ricordo, ma non era nella preparazione delle gara degli arbitri saperlo
Avv.Gallinelli: Ma De Santis non vi dava indicazioni sul punto?
Stagnoli: Assolutamente no
Avv.Gallinelli: E vi ha mai fatto pressioni prima di particolari partite?
Stagnoli: No si parlava solo di tecnica
Avv.Gallinelli: De Santis era molto rigoroso nell'applicazione del regolamento?
Stagnoli: Tutti dobbiamo farlo
Avv.Gallinelli: Sì ma lui era molto severo o intransigente rispetto ad altri arbitri anche nel rapporto con i giocatori?
Stagnoli: Era un atteggiamento normale, magari un pò più energico ma nulla di più
Avv.Gallinelli: Per Brescia-Atalanta ricorda la gara?
Stagnoli: Sì
Avv.Gallinelli: Chi era l'arbitro?
Stagnoli: De Santis penso
Avv.Gallinelli: Si ricorda episodi particolari?
Stagnoli: No errori no, so che ci fu una ripertizione di un calcio di rigore
Avv.Gallinelli: Nella sua esperienza ricorda anche contestazioni anche senza vostri errori?
Stagnoli: Sì spesso accade
Avv.Gallinelli: Lei si ricorda anche Brescia-Messina del 22 maggio 2005?
Stagnoli: Sì
Avv.Gallinelli: Si ricorda se il Brescia era in brutta posizione di classifica?
Stagnoli: Ricordo che nel finale di campionato ci furono partite molto intense
Avv.Gallinelli: E in quella gara il Brescia si giocava la permanenza in serie A?
Stagnoli: Molto probabilmente sì ma non ricordo proprio la posizione di classifica
Avv.Gallinelli: Come finì la gara?
Stagnoli: Non ricordo
Avv.Gallinelli: E come fu l'arbitraggio?
Stagnoli: Non lo ricordo con precisione, ma ricordo che ci furono polemiche anche se secondo me non vi furono errori tecnici
Avv.Gallinelli: Ricorda se De Santis doveva andare ai mondiali 2006?
Stagnoli: Sì, certo
Avv.Gallinelli: E ci andò?
Stagnoli: No
Avv.Gallinelli: E chi ci andò?
Stagnoli: Rosetti
Avv.Gallinelli: Nessuna altra domanda
Controesame del pm Narducci.
Narducci: Lei il 18 aprile 2005 effettua telefonata con leonardo meani, [legge la telefonata]. Di cosa state parlando in questa conversazione?
Stagnoli: Confermo che ero al telefono con il signor meani che conosco da 20 anni, abbiamo arbitrato insieme. Nello specifico questa telefonata aveva lo scopo solo ed esclusivamente di comprare 4 biglietti per il mio direttore. non avevo rapporti con meani non ero uso telefonargli continuamente, l'unico scopo era l'acquisto di 4 biglietti.
Narducci: Ma mi dica di cosa state parlando
Stagnoli: Nella telefonata lui era molto arrabbiato ma non erano episodi di mia competenza, non sapevo nemmeno di cosa stava parlando...
Narducci: Stagnoli mi scusi risponde “immaginavo” mi vuol far capire di cosa state parlando?
Stagnoli: L'ho capito dalla voce, dal modo di fare, si capisce che lui è molto arrabbiato
Narducci: Presidente la invito ad ammonire il teste a dire la verità, perchè...
Stagnoli: Io dico immagino che tu sia incazzato
Narducci: Ho capito ma immagina da cosa?
Stagnoli: Immagino nel senso che l'ho sentito arrabbiato.
Narducci: Si ricorda che il 18 aprile 2005 ci fu la partia Siena-Milan, era questo il motivo dell'arrabbiatura del signor Meani?
Stagnoli: Io non so se era questo il motivo dell'incazzatura, io lo capisco dopo che vuole intraprendere questi argomenti, che lui era arrabbiato per gli episodi arbitrali della partita Siena-Milan che io non ero partecipe. Ricordo che lui parla di un gol ma non ricordo se fosse annullato o convalidato.
Le domande proseguono sempre con l'analisi di questa telefonata, con Stagnoli che va spesso in difficoltà.
Pres. Casoria: Ma lei perchè chiama Meani il 18 aprile 2005 alle 20.59?
Stagnoli: Guardi le dico sinceramente noi non svolgiamo la nostra attività da professionisti ed oggi mi ritrovo con 400 ore di ferie in debito perchè il direttore dell'azienda in cui lavoro mi concedeva ferie per andare ad arbitrare. Così siccome è tifoso del Chievo mi chiese il favore di trovare dei biglietti per andare a vedere Milan-Chievo ed io l'unica persona che potevo chiamare per questo favore era il signor Meani.
NOTA: Il PM chiede la trasmissione degli atti della deposizione di Stagnoli per falsa testimonianza!<!-- google_ad_section_end -->
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maurizio
08.06.2010, 14:28
L’associazione “GiùlemanidallaJuve” sollecita Figc, Coni e organi di giustizia<!--sizec--><!--/sizec-->
http://i50.tinypic.com/29zygpw.jpg
ROMA, 8 giugno - Un atto di diffida ad agire a Palazzi su Calciopoli2, come dire muovetevi e fateci sapere in modo trasparente come e perché. Muovetevi e fateci capire se e perché si dovrà arrivare a una declaratoria di prescrizione per le telefonate imbarazzanti che emergono in queste settimane su Calciopoli 2, perché si possa individuare a chi chiedere una montagna di soldi di danni in caso di “nulla di fatto”, dopo il tanto fatto contro la Juve nel 2006. C’è questo e di più nell’atto fatto recapitare proprio ieri alla Figc ( Abete), al presidente della commissione di Garanzia Figc, De Lise, al presidente della Corte di giustizia, Coraggio, a Stefano Palazzi, al presidente Coni, Petrucci, a Fifa, Uefa e anche ad Andrea Agnelli dall’associazione Giulemanidallajuve sotto forma di vera e propria class action.
TROPPO FERMI - I soci della combattiva associazione di tifosi e azionisti bianconeri ha scritto per sollecitare Stefano Palazzi ad agire, appunto: l’indagine per Calciopoli2 è aperta da troppe settimane a nessun atto concreto è stato fatto. Raccolti gli articoli di stampa, in un primo momento, scelti gli investigatori del pool, inviate le lettere per acquisire le quasi 300 telefonate inserite nel fascicolo processuale, predisposta la stanza delle audizioni a via Po 42, con tanto di guardia giurata a tutela dei faldoni, la Procura si sta così come le foglie d’autunno?
AUTONOMI O NO? - Sorprende, non solo Glmdj (come chiameremo d’ora in avanti Giulemanidallajuve), che proprio la Figc che ha sempre proclamato la “differenza” di piste che la giustizia sportiva doveva battere rispetto a quella penale, non abbia ancora provveduto a investigare in proprio sulle 171 mila telefonate: si acquistino (35 mila euro) i diritti per gli audio, si ascoltino e ci si formi un’idea completa e autonoma dell’istituzione sportiva. Visto che nel 2006 le sentenze sono arrivate su parziali ricostruzioni, brogliacci e relazioni dell’accusa. Insomma: agire subito per dimostrarsi davvero indipendenti. Perché, in fondo, la selezione delle telefonate fatta da Moggi e dai pm rischia di essere parzialissima. «Dal marzo 2008 la Figc era nella facoltà di autonoma acquisizione di tutto il materiale probatorio necessario a determinare penalità per altri club o minori sanzioni per la Juventus», scrivono. Glmdj prende cappello, carta e penna per molti motivi: la diffida arriva sotto forma di esposto che - probabilmente - non potrà produrre grandi effetti dal punto di vista della giustizia sportiva (caranza di legittimazione all’azione) ma da questo punto di vista il fascicolo Calciopli2 è aperto e c’è anche l’esposto della Juventus, voluto da Andrea Agnelli, perché si faccia giustizia alla stessa velocità del 2006. Evidenziate a sufficienza le conseguenze sul titolo Juventus delle vicende del processo del 2006, ma anche tutto quanto è stato lo scoperchiamento degli ultimi mesi: le parole di Sandulli (allegato 1) («evidenziammo cattive abitudini, mica illeciti»), ma anche le incertezze e le verità sconvolgenti sulle modalità dell’inchiesta del colonnello Auricchio al processo di Napoli (allegato 2), poi le inesattezze e gli errori materiali della sentenza Giraudo. Ma c’è anche («sfugge alla comprensione») il motivo per cui siano stati ignorati l’interrogatorio all’Ufficio Indagini di Bergamo (qui anticipato ad aprile) in cui chiamava in causa « Sacchi, Facchetti, Meani, Capello e altri dirigenti ». «Esisteva un diffuso sistema di contatti», scrive Giuseppe Belviso, firmatario dell’esposto- class action che fa capire come non fosse «esclusiva dei dirigenti della Juve» e quindi «decade il presupposto dell’unicità di rapporti» vantato dall’accusa di Calciopoli. Un accenno alla vicenda MilitoMotta di cui parliamo a lato. Poi ancora «perché tanto attendismo per le ormai palesi violazioni del codice di taluni club, uno dei quali (l’Inter, ndr) veniva premiato per principi di etica».
COSTA CARA - «L’eventuale prescrizione - scrive Glmdj produrrà l’automatica costituzione in giudizio da parte della nostra associazione per il sofferente danno. Allo stesso modo si riterrà la Figc responsabile dei danni». Belviso e la sua associazione chiede la revocazione del titolo 2006, la rassegnazione alla Juve dei titoli 2005 e 2006, chiedendo in modo perentorio a Palazzi di verificare le posizioni degli altri club e dare notizia dello stato del procedimento. Concludendo con la citazione dell’articolo 328 del codice penale, quello relativo agli atti d’omissione degli incaricati di pubblico servizio. Allegando audio delle intercettazioni, articoli di stampa urlano a Palazzi di muoversi. Potranno respingere questo esposto per difetto di legittimazione ( Glmdj non è associato Figc), non potranno non tenerne conto.
fonte: tuttosport
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gabriele
08.06.2010, 16:30
Controesame del pm Narducci.
Pm: Lei viene chiamato confidenzialmente Iaio?
Stagnoli: Sì.
Pm: Nel maggio 2005 Lei ha avuto una conversazione con Meani?
Stagnoli: Sì.
Il Pm Narducci (legge una telefonata in cui Meani dice di essere incazzato) Mi spiega di che parlavate?
Stagnoli: Conosco Meani da 20 anni, è stato arbitro di calcio e quindi per me era già conosciuto. Nello specifico, la telefonata aveva lo scopo di comprare 4 biglietti per il mio direttore, non avevo rapporti con Meani, non ero uso telefonargli sistematicamente, il mio scopo di quella telefonata era di comprare 4 biglietti di una partita di calcio.
Pm: Sì, ma di che stavate parlando?
Stagnoli: Non ho idea, in quella telefonata lui era arrabbiato per situazioni che non erano di mia competenza, lui mi esprimeva delle considerazioni.
Pm: Ma a proposito di che cosa?
Stagnoli: Se Lei ha letto la telefonata...
Pm: Lei deve rispondere però...
Stagnoli: Ma nel momento in cui Lei chiama una persona tu non sai mai...
Pm: Ci deve spiegare.
Presidente Casoria: Pm, Lei deve far parlare...
Pm: Scusi, giudice, ma quando lui chiede a Meani 'stai incazzato?', lui risponde di sì e Lei dice 'Immagino, immagino'. A che si riferisce?
Stagnoli: Ma non so, forse dal tono della voce...
Pm: Giudice, Le chiedo di ammonire il teste! L'incazzatura era conseguenza di che cosa?
Stagnoli: Ma dal tono della voce, poi nel corso della telefonata capisco che si riferiva ad episodi tecnici.
Presidente Casoria: In cui Lei era coinvolto?
Stagnoli: Assolutamente no.
Pm: Lei ricorda che c'era stato il 17 aprile Siena-Milan 2-1, arbitro Collina e assistente Baglioni?
Stagnoli: Mi ricordo di quella gara, sì.
Pm: Dunque era questo l'argomento di inizio conversazione...
Stagnoli: No, lo capisco dopo che ri riferiva a quello, io ascolto, annuisco. Il tu non era riferito a me, io non ero partecipe di quella prestazione, si riferisca a un goal annullato o convalidato, non ricordo bene.
Pm: Quando Meani dice 'Quando cominci a vedere che loro hanno un trattamento e tu un altro' e Lei risponde 'Bravo, bravo' che cosa intende?
Stagnoli: Annuivo soltanto. Lui esprimeva una considerazione, se uno vede trattamenti diversi, possono nascere sospetti, se tu vedi che qualcuno a livello mediatico ha un trattamento diverso...
Pm: Lei dice 'Bravo'.
Stagnoli: Io dico 'sì, bravo', perché poi si inaspriscono gli animi... E infatti, poi, gli dico anche 'Smettila Leo'.
Pm: Ma no, Lei fa dei commenti... quando Meani dice 'Loro hanno il **** sporco, guarda la designazione di mercoledì, anche con Puglisi loro son stati degli *******', e Lei dice 'infatti, infatti' e poi ' Ma mandalo ancora, lui casualmente non fa né il Milan né la Juve, la Juve Babini non la fa mai, Puglisi mai, tu la fai poco', 'Io non la faccio mai, basta, finito', che vuole dire?
Stagnoli: Io ascoltavo una persona al telefono che faceva le sue considerazioni personali, io ero a conoscenza di queste designazioni.
Pm: Chi sono quelli che hanno il **** sporco?
Stagnoli: Non ho idea.
Pm: Ma Lei risponde 'Infatti', mica chiede di chi sta parlando?
Stagnoli: Ma spesse volte capita di stare al telefono con qualcuno che esprime giudizi nei confronti di qualcuno e l'intelocutore fa tutto il possibile per non alimentare la conversazione, per limitarla e questo era il caso. Gli dicevo che a quella partita erano designati quei miei colleghi. La designazione era già pubblica e quindi il mio 'infatti' si riferiva a quello.
Pm: Dunque nemmeno quando dice 'Puglisi non la fa mai...'.
Opposizione degli avvocati: Questo è un controesame e la prova sta andando fuori binario, è un capitolo nuovo che non si può introdurre.
Pm: E' per verificare l'attendibilità del teste.
Avvocati: Ma questa non è una parte capitolata dalla difesa.
Presidente Casoria: Pm, non insista.
Pm: Quando dice 'Finiscila Leo, che siamo al telefono, ne parliamo a quattr'occhi', perché lo incita a non parlare al telefono?
Trofino (si oppone): E' fuori dal capitolato della difesa.
Stagnoli: Perché lo scopo della telefonata era solo di comprare 4 biglietti e tutti i dirigenti li si iincontrava a quattr'occhi quando si andava ad arbitare. I dirigenti venivano negli spogliatoi e si mettevano a disposzione. Io volevo interrompere la telefonata e gli dicevo 'Se vuoi ti sfoghi a quattr'occhi'. Io non ho mai avuto frequentazioni con il signor Meani. Meani era arbitro, poi ha smesso. Lo conosci come un vecchio compagno di scuola che incontri dopo vent'anni, rapporto cordiale ma...
Pm: Alla fine della telefonata Meani dice . 'Guarda chi è andato a fare la Fiorentina domenica, Vannuccini, braccio armato' dice e Lei dice 'Vabbe, vabbè'.
Difesa Pairetto (si oppone): Siamo fuori capitolato.
Stagnoli: Non conosco nessun Vannuccini.
Pm: Ricorda Udinese-Fiorentina arbitrata da Bertini, telefonata del 18-4-2005?
Stagnoli: Non la ricordo.
Pm: Era Lei assistente?
Stagnoli: No, non ho detto.
Pm: Non abbiamo altre domande.
Presidente Casoria: Ma Vannuccini, significa 'Va Nucini', l'arbitro. Ma com'è che aveva chiamato per i biglietti, chi glieli aveva chiesti?'.
Stagnoli: Il mio direttore, quello che mi dava le ferie per andare ad arbitrare, era tifoso del Chievo e mi chiese 4 biglietti per Milan-Chievo e io l'unica persona che potevo chiamare per questo favore era il signor Meani.
Presidente Casoria: Può andare.
NOTA: I pm chiedono l'acquisizione della copia stenografica dell'interrogatorio per procedere contro Stagnoli (il Presidente Casoria: "Evidentemente per presunta falsa testimonianza", ndr). Gli avvocati protestano per l'atteggiamento dei pm, giudicato aggressivo, nei confronti del teste.
Viene introdotto il teste De Marchi.
Difesa Pairetto: Lei nel 2004 2005 era osservatore?
De Marchi: Sì.
Difesa Pairetto: Per quanto tempo lo ha fatto?
De Marchi: Ho iniziato ad arbitrare nel '64, ho percorso tutte le categorie fino alla Can, poi ho fatto l'osservatore per 9 anni alla Can.
Difesa Pairetto: Nella sua qualità, nell'epoca Bergamo-Pairetto quanti anni?
De Marchi: Sei anni.
Difesa Pairetto: Con riferimento a Pairetto.
De Marchi: Era correttissimo.
Difesa Pairetto: Lei ha avuto vari designatori, ha visto qualche differenza?
De Marchi: Assolutamente no, non ho mai avuto nessuna pressione.
Difesa Pairetto: Con riferimento alla gara Sampdoria-Juventus 0 3, ricorda qualcosa, arbitro Dondarini?
De Marchi: La ricordo per un fatto tecnico senza precedenti perché un assistente concesse un rigore, l'arbitro seguì l'indicazione dell'assistente, poi questi entrò in campo e concesse un calcio d'angolo tornando indietro.
Difesa Pairetto: Quindi lo stesso assistente cambiò idea...
De Marchi: Sì.
Difesa Pairetto: E l'arbitro che doveva fare?
De Marchi: Seguire l'assistente prenderne atto.
Difesa Pairetto: Che valutazione espresse di quell'arbitraggio?
De Marchi: Un giudizio medio perché non mi era sembrato del tutto positivo.
Difesa Pairetto: Dondarini era un buon arbitro?
De Marchi: Sì.
Difesa Pairetto: Nessun'altra domanda.
Avv. Prioreschi: Ricorda se questo fatto del rigore era sul 3-0.
De Marchi: Sì ed era in favore della Juve.
Avv. Gallinelli: Ha mai svolto l'osservatore per De Santis?
De Marchi: Non ricordo se nel 2004-05, ma l'ho visto diverse volte.
Avv. Gallinelli: Che giudizio dava?
De Marchi: Un ottimo arbitro, una buona crescita.
Avv. Gallinelli: Ha mai avuto pressioni per fare una valutazione in un certo modo?
De Marchi: Mai, avrei immediatamente denunciato il fatto.
Avv. Gallinelli: Nessun'altra domanda.
I testimoni convocati da Bergamo non si sono presentati. Al termine il Presidente Casoria, visibilmente infastidita, ha dichiarato: "A Collina fategli sapere che la prossima volta lo sanno tutti che deve venire. Faccia in modo di presentarsi".
L'avvocato Prioreschi cita per la prossima udienza del 15 giugno: Sandulli, Artico, Battaglia, Gottardo, Franchi, Fulvio Bianchi (Repubblica), Frascione, Ricciardi, Loli Piciardi, Speciale, Venerato, Abete, Antonelli, Baldini, il giudice Mastrandrea e De Gennaro.
L'udienza è tolta.
maurizio
08.06.2010, 17:19
sto processo è più importante dei Mondiali
sarà una brutta estate per moratto e company
uno scudo quello del 2006 ce lo rendono sicuramente
mentre quello del 2005.. ho letto che devono accadere delle cose..per
far si che ritorni a casa.
è corretto dire che Moggi non fa illeciti altri si
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GLi errori di oggi uguali a quelli di allora<!--sizec--><!--/sizec-->
Vi è mai capitato quando andavate a scuola o vi capita se ci andate ancora di fare il tema e la professoressa vi corregge gli errori con la penna rossa. Vi è capitato mai di avere un compagno che commette il vostro stesso errore e notare lo stesso errore corretto con la penna blu, o magari con un altro colore, come a dire che l'errore per lui non contava, mentre per voi si.
Ecco oggi sentendo le parole di Stagnoli, molti tifosi juventini si sentono così leggendo cosa dice Stagnoli "L'ANALISI DEGLI ERRORI OGGI UGUALE AD ALLORA".
Stagnoli, ex assistente arbitrale e ora vice di Collina "Il clima nell'attuale Can è simile a quello del 2004-2005, gli errori sono studiati ora come lo erano allora, quando c'erano Bergamo e Pairetto. Io una grande differrenza non la vedo". L'analisi degli errori è ora come era allora".
La penna rossa ha colpito qualcuno in un modo e diversamente altri.
Per alcuni si è calcato la mano, per altri meno e per altri ancora il garantismo sussiste sempre.
Gli errori di oggi sono gli stessi di allora, benissimo, allora perchè per quegli errori qualcuno è stato punito.
Sembra paradossale, che nessuno se ne accorga...ma noi che non siamo ciechi lo sottolineamo e vorremmo che la penna rossa, cari professoroni, fosse usata per tutti o per nessuno, basterebbe correggere i voti in pagella... e risarcire chi è stato punito ingiustamente, se così sarà verificato.
Concludo segnalando il nervosismo di oggi della procura, chissà come mai così nervosi, quando un teste poi dice cose che aiutano la difesa è falsa testimonianza vero? Quante contraddizioni, piaccia o non piaccia alla prossima udienza ne vedremo delle belle, anche se quelle che abbiamo visto e sentito fino ad ora sarebbero sufficienti a cancellare quanto segnato con la penna rossa.
LEGGI TUTTO IL DIBATTIMENTO DI OGGI E LA RABBIA DI NARDUCCI
(http://sussurrisportivi.blogspot.com/2010/06/errori-di-oggi-come-quelli-di-allora.html)
Visita il blog di MASSIMO PAVAN (http://sussurrisportivi.blogspot.com/)
amorejuve
09.06.2010, 10:33
La radiazione è un fatto assolutamente possibile.
CREDIAMOCI!
maurizio
09.06.2010, 10:53
quando Moggi era ancora ambito...da moratto :asd:
www.tuttosport.com/video//2010/06/0...opo+Chievo-Juve (http://www.tuttosport.com/video//2010/06/08-15210/Amichevole+colloquio+Moggi-Moratti+dopo+Chievo-Juve)
Calciopoli, salta l'udienza: rischio rinvio a ottobre
strano!! proprio quando doveva testimoniare Collina (aveva già rimandato 2 volte)
juventinadelsud
12.06.2010, 10:58
treoppe cose strane succedono intorno a calciopoli
mplatini62
12.06.2010, 12:44
le udienze del Processo sono state rinviate ad ottobre p.v.
le lungaggini e le farraginosità della giustizia ordinaria
le conosciamo già...
ma la proverbiale solerzia e velocità di quella sportiva,
(vedi Farsopoli 2006)dove son finite????
palazzi dove sei?
datti una mossa.
Dalla giustizia sportiva mi aspetto poco. Soprattutto se rimane controllata sempre dagli stessi poteri forti che hanno inventato Calciopoli.
Dalla giustizia ordinaria mi aspetto un "en plain" (si scrive così?) di assoluzioni. Peccato per la lungaggine dei processi.
Continuo a pensare che il rinvio ad ottobre ci debba preparare a qualche sorpresa.
leonkkit
16.06.2010, 10:12
Già molto strano..........
mplatini62
16.06.2010, 12:28
ciao vecchio leone leonkkit!
ben ritrovato. come la và?
alessandro magno
02.08.2010, 20:52
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="570"><tbody><tr><td colspan="3"><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="100%"><tbody><tr><td bgcolor="#666666" width="5">
</td> <td width="3"> </td> <td bgcolor="#666666" width="2"> </td> <td class="style13" align="left" bgcolor="#666666">GLI ARTICOLI DI GLMDJ </td> </tr> </tbody></table></td> </tr> <tr> <td colspan="3" height="15">
</td> </tr> <tr> <td rowspan="2" align="left" valign="top" width="170"><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="100%"> <tbody><tr> <td height="160">http://www.giulemanidallajuve.com/public/redazione/francescasanipoli.jpeg</td> </tr> </tbody></table></td> <td align="center" height="60" valign="bottom" width="400">Farsopoli di E. LOFFREDO del 02/08/2010 13.13.37</td> </tr> <tr> <td class="style15" align="center" height="100" valign="middle">I magnifici sette. Terzo: Sanipoli</td> </tr> <tr> <td colspan="3" align="center" height="15">
</td> </tr> <tr> <td colspan="4" align="left"> “L'hanno fatta fuori perché faceva le domande *******” . Questo è uno dei passaggi più succulenti della testimonianza del teste Francesca Sanipoli al processo napoletano.
Dopo la riammissione delle parti civili ricorrenti in Cassazione, tra le quali lei non figurava, ha cercato di re-insinuarsi tra queste. Il giudice Casoria ha dovuto più di una volta respingere i tentativi dei suoi legali di essere irritualmente riammessa. Questo però non le ha pregiudicato la possibilità di essere tra i protagonisti del processo.
È stata il teste più esuberante e quasi il più indisponente tra quelli che hanno deposto a Napoli. Come le ha evidenziato l'avvocato Trofino, legale di Moggi, è stata “un autentico fiume in piena”, talmente incontenibile che anche l'altro legale di Moggi, Prioreschi, ha dovuto riconoscere che riusciva “a non far parlare neanche lui che è un avvocato”.
Prioreschi, per esigenze di difesa, le ha dovuto ricordare che nell'ambiente calcio molti non la volevano quale inviata perché si sussurrava che “portava jella”! Il risentimento della giornalista della RAI è stato immediato e non si è sopito con il passare dei giorni, tanto che si è vista costretta a querelare il legale romano per diffamazione. In risposta ne ha ricevuta una per calunnia.
Anche di questo testimone sono state smontate le asserzioni. La Sanipoli infatti ha lamentato di essere stata dequalificata perché non le si offriva la possibilità di seguire le partite importanti della Juve, il tutto a vantaggio di un collega (Ciro Venerato) che non ne aveva i requisiti. Di questo accusa tutt'oggi l'allora direttore della testata giornalistica sportiva, Ignazio Scardina, anch'egli sul banco degli imputati a Napoli. Dal controesame è emerso che la Sanipoli nel periodo di cui lamenta la dequalificazione ha seguito la Juve per lo stesso numero di volte in cui ha seguito il Milan, per il quale però non lamenta ostracismi. Tra l'altro il 5 maggio 2002 era l'inviato per la partita della Juve a Udine, nell'occasione godette della visibilità data dal record stagionale di ascolti.
Nel corso del controesame fu evidenziato anche che la giornalista RAI, nello stesso periodo di cui lamenta un trattamento di sfavore, fu assente dal lavoro a causa di malattia per più di duecento giorni. Beh, cara mia, se (giustificatamente) ci sei poco al lavoro, non puoi certo pretendere di riscuotere premi meritocratici a fronte di chi presenzia di più.
È appena il caso di ricordare che proprio nel periodo della sua testimonianza a Napoli, la suddetta ha seguito più assiduamente la Juve. Non voglio dare adito al sospetto che proprio in vista della sua deposizione al processo l'avessero designata più volte quale inviato per le partite della Juve, è curioso però dover constatare che proprio in quel periodo la squadra bianconera abbia ottenuto risultati non proprio brillanti.
Ci fa piacere comunque aver constatato che la Sanipoli nell'ultimo periodo del campionato 2009/2010 sembrava più rilassata, di sicuro non faceva più domande *******, anzi, nelle sue interviste a fine gara è riuscita ad essere oltre che esuberante con il suo modo di porsi, anche piccante grazie alle sue scollature.
</td></tr></tbody></table>
eldavidinho94
02.08.2010, 22:25
sanipoli quest'anno ha seguito spesso la roma
Quanto mi manca il processo di Napoli!!!!!!!
Non vedo l'ora di assistere alla prossima udienza. Sono in piena astinenza!
alessandro magno
21.09.2010, 19:38
Calciopoli, la mossa di Moggi: Moratti come testimone
http://www.tuttosport.com/images/33/C_3_Media_1068833_immagine_l.jpg
© LaPresse
L'ex dg della Juventus e i suoi avvocati hanno scelto una strategia che renderà più intense le udienze autunnali, ma che riduce sensibilmente il numero dei testi: sono tutti pezzi da novanta. Intanto visita di Agnelli e Marotta in Federcalcio
ROMA, 21 settembre - Teresa Casoria, il presidente della nona sezione del tribunale di Napoli studia le trascrizioni da pochi giorni depositate presso la sua cancelleria delle oltre 200 telefonate acquisite in primavera dopo la scoperta dei legali di Moggi, grazie ai consulenti Penta e Porta, di decine di chiamate che coinvolgono dirigenti di club scampati a Calciopoli 2006. Ha cominciato da giorni la lettura per presentarsi pronta alla prima udienza della ripresa autunnale fissata per il prossimo 1 ottobre. Una data in qualche modo di svolta, questa della ripresa per il processo Calciopoli: mentre la Figc si prende tutto il tempo del mondo per sbobinare le 180 mila telefonate appena acquisite, i legali di Moggi, Pairetto e Bergamo hanno fatto partire le loro lettere di convocazione per i testimoni che ravviveranno la polemica su Calciopoli 2.
TAGLIO NETTO - Moggi e i suoi avvocati hanno scelto una strategia che renderà più intense le udienze autunnali, ma che riduce sensibilmente il numero dei testi. Pochi ma buoni, verrebbe da dire: sono tutti pezzi da novanta, utili a cercare di smontare alcune architravi dell’accusa. Raccomandata a via Allegri per il presidente della Figc, Abete (niente convocazione per i giudici sportivi), protagonista di alcune delle nuove telefonate depositate e di cui sarà chiesta l’acquisizione con altre cento (tra queste molte telefonate di Facchetti con l’utenza aziendale); poi attacco trasversale al teorema investigativo del colonnello Auricchio: ecco allora la testimonianza del grande nemico Franco Baldini e del procuratore ed ex dg granata Stefano Antonelli; quindi duello finale con Moratti e il sistema di investigazione illecita della security Telecom e chiamate a testimoniare per Tronchetti Provera, Tavaroli e Cipriani. Bergamo e Pairetto chiamano al banco dei testi Collina, ma anche Rosetti, il notaio di Coverciano Tavassi, e tre giornalisti protagonisti dei sorteggi arbitrali che l’accusa pretende taroccati dai due ex designatori e ai quali prendevano parte come estrattori di palline proprio i reporter sportivi. Soddisfatti dell’andamento del processo durante il controesame dei testi convocati dal pm Narducci, i difensori dei principali imputati di Calciopoli puntano a snellire l’iter per arrivare ad una prima sentenza per gennaio-febbraio 2011. Anche se non è escluso, visto il fitto calendario imposto dalla giudice Casoria, si possa chiudere il dibattimento a dicembre. Da verificare se la Figc (che per ora nega) voglia far cominciare il lavoro sulla revisione dell’assegnazione dello scudetto 2006 dalle telefonate trascritte e da qualche giorno a disposizione di tutte le parti. Dal 1° ottobre in aula si capirà questo e anche l’atteggiamento della Juve, dopo la lettera e i richiami alla Figc del neopresidente Agnelli.<cite class="txt_Author">Alvaro Moretti</cite>
eldavidinho94
25.09.2010, 13:35
Calciopoli bis: Moratti, c’è posta per te
http://www.tuttosport.com/images/66/C_3_Media_1133466_immagine_l.jpg
Ha già ricevuto la convocazione per il processo di Napoli. In arrivo quella di Palazzi e la richiesta danni di De Santis. L’ex arbitro chiede un risarcimento per le indagini su di lui, commissionate dall’Inter nel 2003
TORINO, 25 settembre - E’ raro che una rac*comandata non porti con sé una grana, nella migliore del*le ipotesi è una multa. Ma quella firmata dagli avvocati Federico Lucarelli e Paolo Gallinelli, che assistono l’ex arbitro Massimo De Santis, potrebbe costare più di un di*vieto di sosta a Massimo Mo*ratti che l’ha ricevuta nei gior*ni scorsi. Si tratta, infatti, di una richiesta di danni per la vicenda legata ai pedinamen*ti e alle indagini condotte sul fischietto romano da Emanue*le Cipriani e Giuliano Tava*roli, l’uomo della security del*la Pirelli, messo in contatto con Facchetti e Moratti da Marco Tronchetti Provera.
TUTTO SU DI LUI - Analoga*mente a quanto fece Christian Vieri, pure lui pedinato per or*dine di Moratti, anche De San*tis ha chiesto un indennizzo al presidente dell’Inter che com*missionò le indagini su di lui, come si legge nella sentenza del Gup Mariolina Panasiti del 28 maggio 2010, nella qua*le si parla della famigerata “Operazione ladroni”, nome sotto il quale venne raccolto il dossier su De Santis. Si tratta di una serie di «accertamenti molto approfonditi svolti su ri*chiesta del Tavaroli quando la*vorava ancora in Pirelli» e commissionati dall’Inter, che scandagliò la vita di De Santis per scoprire prove di un’even*tuale corruzione (per altro non riscontrata dal Cipriani). E per «molto approfondite» si in*tende pedinamenti, controlli dei conti bancari e del patri*monio del De Santis, nonché analisi dei tabulati telefonici. Azioni che, secondo gli avvoca*ti, «risultano gravemente lesi*ve dei diritti personalissimi del nostro assistito, il quale annuncia l’avvio delle relative azioni in sede giudiziaria». A meno che Moratti non decida di transare con lui. Perché De Santis, per il momento, non ha quantificato la richiesta econo*mica, ma nella lettera inviata attraverso i suoi legali, ha di fatto proposto a Moratti di av*viare una trattativa. Anzi una «seria e concreta trattativa per la liquidazione del danno subi*to, per il quale attende offerta di liquidazione».
IL CONQUIBUS - Quanto «se*ria » e, soprattutto, «quanto concreta» dovrà essere l’even*tuale offerta di Moratti (che ovviamente può anche rifiu*tarsi di trattare e andare in tribunale a discutere della co*sa) non è dato saperlo, anche se nel 2007 si era parlato di una cifra intorno ai cinque mi*lioni di euro. L’analoga azione di Vieri aveva portato a una ri*chiesta di 21 milioni da parte dell’attaccante, fatto pedinare da Moratti per verificare se il suo stile di vita era compatibi*le con quello di un atleta pro*fessionista.
<cite class="txt_Author">
</cite>
maurizio
05.10.2010, 12:03
<!-- main --><!-- breadcrumb --><!-- Breadcrumb, generated by 'Breadcrumb Nav XT' - http://sw-guide.de/ -->Home (http://www.calcioline.com/) / Articolo » Moggi: Auricchio ha creato Calciopoli
<!-- /breadcrumb -->Moggi: Auricchio ha creato Calciopoli
http://www.calcioline.com/wp-content/uploads/2010/10/moggi-nuovo5.jpg (http://www.calcioline.com/wp-content/uploads/2010/10/moggi-nuovo5.jpg)
Calciopoli è ricominciata e con ovviamente non potevano mancare le frasi ad effetto di uno dei suoi protagonisti. E’ l’ex Direttore generale della Juventus (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/juventus/), Luciano Moggi, a prendere la parola nel corso della trasmissione televisiva condotta da Marco Baldini “Ieri, Moggi e domani”. Moggi ha tenuto a commentare la sesta giornata di campionato, con particolare attenzione alla sfida Inter (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/inter/)-Juventus (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/juventus/).
Innanzitutto Moggi ha esordito parlando dell’udienza napoletana di venerdì: “Nell’udienza di venerdì a Napoli (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/napoli/) è stata ristabilita la verità. Baldini ha fatto l’ennesima brutta figura dimostrando che fa bene solo quando sta zitto. Come anche per Auricchio, il suo interrogatorio è stato tutto un “non ricordo” e alla fine ha anche chiesto scusa pubblicamente per essersi sbagliato. Ma noi per i suoi sbagli stiamo facendo un processo penale basato sul nulla. E’ stato stabilito infine dal perito con certezza che la frase “Metti Collina” l’ha detta Facchetti. Per noi non cambia niente, ma è definitivamente finita questa favola sull’onestà dell’Inter (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/inter/) che adesso deve fare solo una cosa: restituire lo scudetto di cartone“.
Poi arriva l’argomento campionato: “La difficile partita con la Juventus (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/juventus/) ha confermato che quest’anno l’Inter (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/inter/) farà molta fatica a riconfermarsi in Italia. Forse gli manca la voglia di vittoria che aveva lo scorso anno“.
Poi parole per la formazione torinese: “In settimana avevo consigliato alla Juve di mettercela tutta in campo per colmare il GAP qualitativo con l’Inter (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/inter/). I giocatori bianconeri mi hanno ascoltato. D’altronde solo così questa squadra può competere per le prime posizioni, lotta per lo scudetto esclusa“.
Pensiero rossonero: “Dopo l’acquisto di Ibrahimovic la squadra ha fatto un salto di qualità notevole. Allegri è un allenatore giovane e ambizioso. L’ambiente è motivato anche dai tanti anni che non vince lo scudetto. Se il fenomeno svedese si confermerà a grandi livelli per tutta la stagione il Milan (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/milan/) è la mia la favorita per vincere lo scudetto“.
Infine Moggi dice qualcosa anche sull’attuale capoclassifica: “Lazio (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/lazio/) squadra rivelazione? Non certo per me. Ho sempre considerato la squadra biancoceleste un ottimo team e la vittoria contro il Brescia (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/brescia/) con la conferma del primo posto in classifica (http://www.calcioline.com/serie-a/classifica/) ha certificato il tutto. Chiunque vorrà un posto per la prossima Champions League (http://www.calcioline.com/champions-league/) dovrà fare i conti con la squadra di Lotito, che in gara secca non è inferiore a nessuno“.
NAPOLI (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/napoli/) – Grazie alla Roma (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/roma/), finalmente in casa come in trasferta
“Grazie alla capacità di agire in contropiede di Cavani, Lavezzi ed Hamsik il Napoli (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/napoli/) in questa prima parte di stagione aveva sempre giocato meglio in trasferta piuttosto che in casa. Nella sfida contro la Roma (http://www.calcioline.com/serie-a/squadre/roma/) invece deve ringraziare i giallorossi che con disattenzioni difensive gli hanno concesso la possibilità di vincere in contropiede anche tra le mura amiche”.
gabriele
05.10.2010, 16:15
<TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570><TBODY><TR><TD class=style15 height=100 vAlign=center align=middle>Calciopoli. Teste G. Abete</TD></TR><TR><TD height=15 colSpan=3 align=middle>
</TD></TR><TR><TD colSpan=4 align=left>Tribunale di Napoli – Udienza del 1 ottobre 2010. Teste, Giancarlo Abete
Avvocato Prioreschi, difesa Moggi
Dopo la formula di rito Prioreschi chiede ad Abete di ripercorrere la sua carriera.
Prioreschi: «Nel 2000 era vice presidente e si era candidato alla presidenza..».
Abete: «Nel 2000 ero vice-presidente con il presidente Nizzola, ma a marzo 2006 scrissi una lettera al presidente Nizzola dicendo che, dal momento in cui intendevo candidarmi alla presidenza ritenevo opportuno dimettermi da vicepresidente; nel 2000.... mi sono dimesso dopo di che fu modificato lo statuto della federazione, furono fatte delle assemblee ad ottobre e a dicembre del 2000 che non ebbero esito positivo, la federazione fu commissariata, commissario il presidente Petrucci e sostanzialmente la federazione riprese la sua vita normale a fine dicembre del 2001 con l’elezione del presidente Carraro».
Prioreschi: «Veniamo più al periodo che interessa questo processo. Io le farei una domanda di carattere generale per darle modo così di spiegare bene..parliamo..periodo è il 2004, rinnovo della carica di Presidente della Federazione. Vorrei che lei spiegasse come si è arrivati alla Presidenza Carraro; lei ad un certo punto si candida poi rinuncia, se ci spiega come si sono svolti i fatti… poi magari io le faccio qualche domanda…».
Abete: «Eravamo al rinnovo quadriennale, che di solito avviene dopo i mondiali; .. nel 2004 io rappresentai, dopo gli europei, al presidente Carraro, la mia volontà di candidarmi perché volevo comunque trasferire una dimensione di autonomia sul versante delle scelte di politica sportiva (pur avendo un rapporto positivo con il Presidente Carraro) in termini di ruoli e nel contempo anche di lavoro effettuato durante il periodo di vice presidenza, però avevo delle posizioni di politica sportive diverse…. Avevamo ancora nel 2004 una normativa, una norma che poi è stata eliminata soltanto dopo il commissariamento (quindi nello statuto del 2007), che prevedeva la clausola di massimo consenso per cui occorreva avere, oltre che la maggioranza dei voti (un terzo dei voti di ciascuna componente), il che stava a significare da un punto di vista teorico che, con il 93,3% dei voti ponderati si poteva non essere eletti presidenti federali e questa era la norma vigente, perché la componente più piccola che aveva il diritto di veto era l’aia che era l’associazione allenatori con il 10%; occorreva perlomeno un terzo dei voti di ciascuna componente, quindi teoricamente uno aveva il 90% degli altri voti e il 3,3% dell’aia che quindi non un terzo.. era una situazione di totale assenza di una regola di rispetto delle maggioranza, quindi di fronte a questa posizione che già aveva portato nel 1996 e nel 2000 al commissariamento della federazione (perché il commissariamento … derivò dal fatto che esistevano diverse posizioni di politica sportiva ma che non era possibile far emergere una maggioranza in grado di vincere perché c’erano dei vincoli molti significati sul versante delle maggioranze), iniziò un percorso che poi aveva due sbocchi: o il confronto elettorale, in cui ognuno sperava di avere il maggior numero dei voti, ma ognuno aveva la consapevolezza che con quel tipo di norma nessuno sarebbe stato eletto presidente e quindi ci sarebbe stato per l’ennesima volta un commissariamento, oppure come avvenuto, prima un rinvio dell’assemblea che era stata fissata per dicembre a febbraio, poi un accordo fra varie componenti della federazione che dava luogo alla così detta staffetta e come tale una responsabilità amministrativa gestionale (io presiedevo il comitato di gestione della federazione) e poi all’impegno del presidente Carraro di dimettersi dopo i mondiali del 2006 e dopo la decisione sull’assegnazione l’assegnazione degli Europei 2012, per dar luogo al secondo biennio di mia presidenza. Ovviamente diciamo, nelle condizioni date, questo era un fatto pressoché obbligato perché l’alternativa era o non portare avanti delle posizioni di politica sportiva, o ogni volta che c’erano le elezioni determinare il commissariamento della federazione, perché io già con il Presidente Nizzola avevo avuto il 66% dei voti ponderati ma anche con il 66% dei voti ponderati non era stato possibile arrivare alla presidenza della federazione per la norma che prevedeva questa sorta di unanimità di fatto …».
Prioreschi: «Vorrei anche magari, se le è più preciso sull’accordo che ad un certo punto consente l’elezione di Carraro e in sostanza lei rinuncia alla candidatura: le riunioni, chi ha partecipato a questo accordo, se c’è stata un’interlocuzione diretta tra lei e Carraro in cui avete stabilito…».
Abete: «C’è stata l’interlocuzione diretta, ma il documento che è alla base di questo accordo, è un documento che è stato firmato da tutte le componenti della federazione, nel senso che i soggetti elettori erano: Lega nazionale Professionisti, Lega di serie C, Lega dilettanti, AIC, AIAC, erano tutti soggetti che rappresentavano l’assemblea elettorale..…».
Prioreschi: «Vi siete seduti attorno un tavolo ci spieghi..».
Abete: «Ci sono stati tutta un serie di contatti, alcuni bilaterali, tra le varie componenti, poi c’è stato un documento che è stato presentato e predisposto, c’è stato un incontro a Milano presso la sede della Lega nazionale professionisti in cui il Presidente Carraro ha significato l’accordo che si era raggiunto, questo documento è stato poi portato al Consiglio Federale validato da tutte le componenti ed è stato quello che è alla base dell’elezione del febbraio del 2005.. ».
L’invio della Casoria è quello di cercare di essere più specifici
Prioreschi spiega, che nell’imputazione di associazione si dice che questa fantomatica associazione aveva orientato e fatto si che Carraro fosse stato eletto Presidente in danno del Presidente Abete.
Prioreschi: «..Lei sostanzialmente é stato d’accordo e partecipe di questo accordo e ha ritirato la sua candidatura consentendo l’elezione di Carraro».
Abete: «Certo».
Prioreschi: «Quindi, se io le chiedo: l’elezione della Carraro è stata un’elezione condivisa e frutto di un accordo generale tra tutte le componenti della federazione, lo dico in senso ampio (lega, associazioni italiana calciatori, allenatori…), quale è la sua risposta?».
Abete: «E’ stata un’elezione condivisa dalle componenti e dal sottoscritto che hanno tranquillamente preso atto che le normative vigenti non consentivano nessun confronto democratico reale a livello di maggioranze, come si era già esplicitato nel 2000 (per cui prendere il 65% dei voti non aveva nessun significato) e quindi per evitare l’ennesima mortificazione della Federazione che già aveva avuto un commissariamento nel 1996 e nel 2000 e quindi come tale andava tranquillamente al nuovo commissariamento, perché era una situazione tecnica, si è deciso di individuare una situazione che ha determinato una condivisione di tutti i soggetti che naturalmente l’hanno sottoscritta».
Avvocato Gallinelli, difesa De Santis
Gallinelli: «Volevo chiederle se lei è al corrente del fatto - mi sembra che all’epoca era vicepresidente .. -2004 - di un rapporto di carattere economico contrattuale intercorso tra la Ing Direct (società olandese) e la Federazione Italiana Giuoco Calcio e l’associazione italiana arbitri, avente ad oggetto un progetto di sponsorizzazione denominato arbitro campione; se ne è al corrente, se può descriverci le modalità e i termini, anche economici di tale accordo».
Il pm Capuano non riesce a capire la pertinenza di questa domanda…e fa opposizione
Gallinelli spiega che sono domande attinenti rispetto al ruolo svolto…
Abete: «E’ un contratto, per altro oggetto di un riscontro documentale con interrogazione parlamentare, a cui è stato risposto nei giorni scorsi dal sottosegretario con delega allo sport..che fu fatto da questa società con l’AIA e con la Federazione. Se non ricordo male, prevedeva in qualche modo una sorta di sponsorizzazione da parte della società nei confronti dall’AIA. Le somme rinvenienti da questa sponsorizzazione, in parte furono finalizzate a rafforzare la formazione del mondo arbitrale, in parte affluirono nell’ambito della federazione (l’associazione italiana arbitri non ha una partita iva, non è un soggetto economico autonomo) …… Nell’ambito degli accordi che furono all’epoca effettuati su richiesta della società e condivisi dall’AIA, furono definite le modalità di valorizzazione anche in relazione agli arbitri che ovviamente prestavano la loro immagine».
Gallinelli: «Integrazione su questa domanda. Lei ricorda… è stato risposto in tempi recenti all’interrogazione parlamentare?».
Abete: «Pochi giorni fa».
Gallinelli: «Si ricorda quando venne fatta?».
Abete: «…Onorevole Boccia, penso avesse due anni e mezzo; datata due anni e mezzo..era molto ricca di richieste di informazioni, si collegava a vicende legate al contenzioso con Paparesta; la federazione ha riscontrato un anno un anno e mezzo fa, comunque dopo alcuni mesi; poi ho verificato che è stata oggetto di risposta in aula recentemente, però non ricordo esattamente quali sono stati………..».
Gallinelli: «Quali arbitri vennero prescelti per tale campagna promo pubblicitaria e con quali criteri vennero selezionati tali arbitri, si ricorda?».
Abete: «La selezione penso sia stata all’interno …Io ricordo Collina.. ma non è un argomento ovviamente su cui sono intervenuto in modo specifico».
Gallinelli: «C’era anche l’arbitro De Santis?».
Abete: «Forse.. si però non ho la certezza… erano tre, mi sembrano di ricordare ..4, fecero delle foto assieme però onestamente Collina…».
Gallinelli: «A proposito dell’arbitro Collina.. se mi può riferire i termini economici di tale accordo e se l’arbitro Collina ebbe a percepire delle somme in relazione a questa attività promo pubblicitarie.. ».
Abete: «Ricordo l’arbitro Collina per il semplice fatto dell’interrogazione fatta pochi giorni orsono e c’è stata l’opportunità di vederlo sui giornali… percepì circa 100.000, 00 euro..e riscontrato nell’interrogazione…».
Gallinelli: «Il rapporto con la Ing Direct… ».
Abete: «non ho mai conosciuto queste persone, era gestito dalla segreteria della federazione con l’AIA; non ho partecipato a queste trattative».
Gallinelli: «Si ricorda perché venne prescelto Collina per tale attività promo pubblicitaria?».
Abete: «Non so, ritengo per valutazione condivisa; era l’arbitro più rappresentativo e per 6 anni è stato valutato il miglior arbitro al mondo.. ».
Gallinelli: «A prescindere dal suo ricordo, sui nomi degli altri arbitri, lo stesso criterio valeva anche per gli altri arbitri?».
Abete: «Non so, non ho partecipato specificamente alla individuazione, lei sa che all’interno del mondo arbitrale, per lo meno esistono delle valutazioni..esiste l’aspettativa da parte dello sponsor… ma il perché si sia andati all’individuazione di queste persone anziché di altre egualmente professionali, onestamente non lo so».
Gallinelli: «Prendo atto del suo ricordo successivo… Settembre 2004 momento in cui venne stipulato tale accordo.. si ricorda come è emerso dall’ interrogazione parlamentare, la somma che ebbe a percepire l’arbitro Collina?».
Abete: «100.000 €..».
Gallinelli: «Si ricorda se gli altri arbitri.. venne percepito da Collina a seguito di un accordo a cui partecipò anche Collina?».
Abete: «Non lo so, non ho partecipato alle trattative».
Gallinelli: «E gli altri arbitri che parteciparono a questa campagna ebbero a percepire delle somme? ».
Abete: «Tutti gli arbitri, se non ricordo male, ebbero a percepire una certa somma.. non so se le somme erano differenziate oppure no».
Abete non lo sa, ricorda solo Collina perché questa ultima situazione è stata ravvivata dalla risposta data di recente all’interrogazione parlamentare.
Gallinelli: «Lei all’epoca era vicepresidente, ora presidente, le risulta se nell’anno 2006, fine anno 2006, il Signor Massimo De Santis ebbe a richiedere alla federazione, all’associazione italiana gioco calcio, l’accesso agli atti per verificare le modalità e i termini di tale accordo, perché partecipò a tale campagna pubblicitaria ma non percepì nessun compenso, fece istanza di accesso agli atti relativi a tale accordo e la federazione gli negò l’accesso».
L’avvocato produce il documento.
Abete ricorda che questi documenti (agosto 2006 - aprile 2007) non erano di sua competenza.
Gallinelli: «Poc’anzi ha detto che Collina venne prescelto per tale campagna, per il suo valore di arbitro, la sua esperienza…..lei si ricorda quali furono i criteri di selezione per l’arbitro De Santis per i mondiali in Germania del 2006? Perché è indicato l’arbitro De Santis?».
Abete: «Perché fu valutato un arbitro all’altezza di partecipare ad un mondiale».
Gallinelli: «Lei ebbe conoscenza di altre ragioni, altre motivazioni attese…sottese a tale designazione di De Santis come arbitro destinato..? ».
Abete: «No».
Avvocato Botti, difesa Mazzini
Botti: «Dr Abete, nel periodo in cui è stato vice presidente della Federazione..l’altro vicepresidente era Mazzini?».
Abete: «Si».
Botti: «Tutto il periodo?».
Abete: «Beh, nel 96-00 c’era un unico vice presidente, c’era uno statuto diverso; nel periodo in cui poi lo statuto fu modificato i vicepresidenti erano due e l’atro vice presidente era Innocenzo Mazzini».
Botti: «Nel periodo in cui eravate entrambi vice, la gestione, l’indirizzo della politica era autarchica del presidente o collegiale?».
Abete: «La gestione della federazione..ovviamente dipende.. ».
Botti: «Io mi riferisco all’indirizzo, alla politica gestionale in generale.. faccia comprendere al tribunale nell’ambito di questa triade come erano divisi i ruoli, i compiti, se vi era una gestione collegiale.. ».
Abete: «I ruoli sono previsti dalla carte federali e dallo statuto federale..».
Botti: «A noi interessano le situazione concrete piuttosto che situazioni statutarie.. ».
Abete: «C’era una responsabilità politica, indirizzo politico, del Presidente Federale e delle funzioni che venivano delegate ai vice presidenti… queste situazioni delegate che si sono modificate nel tempo perché variate… Mazzini seguiva da sempre l’area antidoping essendo medico, io seguivo l’area amministrativa avendo una certa esperienza professionale, poi avevamo, con ruoli articolati, una responsabilità all’interno del club Italia».
Botti: «Lei ricorda della sua elezione, se tra i suoi elettori e sponsor vi erano i Della Valle e quindi la società Fiorentina calcio?».
Abete: «Io ricordo di aver preso il 65% dei voti a scrutinio segreto avendo come avversario Nizzola; nel 2000, quando i Della Valle non erano entrati nel calcio..questo ricordo».
Botti: «Lei non ricorda quindi di avere rapporti di amicizia e quindi di particolare consuetudine con i Della Valle?».
Abete: «Ho ottimi rapporti di consuetudine e di amicizia con molti……».
L’avvocato Botti ricorda una telefonata (25.11.2004) la cui trascrizione è stata richiesta dalla difesa Moggi dove, in via generale, si parlava di una necessità su una vertenza che riguardava Totti, un contenzioso con la Federazione, un suo intervento a favore del Dr. Lucchesi all’epoca dg della Roma poi dg della fiorentina (necessità di mediazione tra la Federazione e l’atteggiamento di Totti e dei suoi difensori).
Abete: «C’era un contenzioso forse collegato ad agenti o procuratori…questo mi sembra di ricordare».
Botti: «Da parte della Federazione c’era interesse a raffreddare, temporeggiare, rallentare e le fu chiesto da Ghirelli un intervento specifico nei confronti di Lucchesi?».
Abete: «No, non so se mi fu richiesto..».
Botti: «Non lo ricorda».
Abete: «No, non lo ricordo».
Botti: «Nel maggio del 2005, prima di una partita importante per il processo.. scontro salvezza Lazio-Fiorentina, ricorda di aver avuto delle conversazioni con Mazzini sempre in ordine all’attenzione della Federazione nei confronti della Fiorentina?».
Abete: «La conversazione c‘è stata perché ne ho preso visione sul quotidiano sportivo che riportava delle frasi.. si un colloquio dopo Lazio-Fiorentina».
L’avvocato precisa che era prima dell’incontro e che ce ne sono altre successive.
Botti: «Ricorda di aver parlato con Mazzini per problemi relativi a questo incontro?».
Abete: «No, ricordo di aver parlato con Mazzini dopo la partita.. anche dove c’erano stati episodi collegati al mani di Zauri, rigore non dato, espulsioni non date …».
Botti: «22.05.2005…».
Abete: «Preoccupazione perché si riuniva la nazionale dopo (partite a giugno); preoccupazione per l’ambiente che avremmo trovato a Firenze e Coverciano.. ».
Botti: «La particolarità ..della vostra telefonata.. aveva oggetto una partita specifica, importante e che poteva decidere la salvezza… questa telefonata successiva (22.05.2005), la sua preoccupazione non ho ben compreso, la sua preoccupazione, era relativa all’arbitraggio?... ».
Abete: «Episodio clamoroso ..per un rigore non dato nel primo tempo alla Fiorentina su un mani ..sulla linea di porta da parte del giocatore della Lazio, ebbe un eco clamoroso…».
Botti: «Chi era l’arbitro? ».
Abete: «Rosetti … Si potrà evincere sia dalla giornata sia nei giorni successivi una situazione clamorosa… determinava una grande criticità sul versante della conclusione del campionato..subito dopo c’erano le partite della nazionale… preoccupazione collegata al fatto che doveva andare a Coverciano .. clima difficile sulla città di Firenze in relazione a queste situazioni».
Botti: «Era un vostra prassi prassi…dopo ogni partita o accadeva raramente?».
Abete: «Non …dopo tutte le partite, se ci sono, come in questo caso, situazioni che potevano determinare problemi anche di immagine, di tenuta della Federazione, del mondo arbitrale, ci si scambiano delle idee….».
Botti: «Nello scorrere di queste telefonate…, poi la mia opinion, è che il suo interesse era abbastanza legato alle sorti delle partite in cui era interessata la Fiorentina..».
Abete: «No, al di là della valutazioni legittime di tutti, mi è stata riconosciuta una grande trasparenza e trasversalità nel tutelare il ruolo istituzionale, al di là di quelli che sono rapporti personali, conoscenze, amicizie; questo è una grande valore di cui io mi vanto».
Avvocato Picchio, difesa Della Valle
Picchio: «Sul discorso della telefonata con Mazzini, avente in oggetto l’andamento della partita Lazio-Fiorentina, lei ricorda se quell’episodio (che ha descritto) clamoroso, determinò ulteriori interventi …ad esempio quello del sindaco di Firenze?».
Abete: «…Si, lo do per acquisito, ma ricordo anche che c’è stato; è fisiologico, in Italia, davanti un episodio di questo genere, un evento così clamoroso con una squadra che correva il rischio di retrocedere che il sindaco della città rappresentasse quello che era la realtà di sentimento da parte della città.. non è la prima volta né l’ultima.. ».
Viene nuovamente descritto dettagliatamente l’episodio.
Picchio: «Fece la telefonata e ha, attraverso questa telefonata.. , svolto un ruolo istituzionale.. ».
Abete: «Io ero vicepresidente e interloquivo con l’altro vice presidente»
Picchio: «Può riferire, se oltre questa sua telefonata, oltre al sindaco, vi furono altre evidenze pubbliche.. interventi sulla stampa..?».
Abete: «Senz’altro la stampa nei giorni successivi…».
Picchio: «Lei ricorda se tra queste 7-8 squadra vi era la Fiorentina nella lotta per non retrocedere?
Abete risponde che ricorda che la Fiorentina si salvò all’ultima giornata per una serie di risultati..in quanto aveva perso la titolarità di giocarsi da sola la possibilità di salvarsi.
Picchio: «Motivazioni sulla sua telefonata con Mazzini… prima ha fatto riferimento ad una sua preoccupazione per la nazionale a Coverciano e lei ha detto di.. ».
Abete: «Preoccupazione ambientale, perché la città di Firenze, che ci ha accolto alla grande per la partita ufficiale con le Fareeh, non ha mai avuto un rapporto facile con la Federazione e la nazionale, anche in relazione a situazioni trascorse e non ottimali tra la Federazione e città di Firenze… ci sono stati episodi in cui c’è stata la volontà, l’interesse, capacità, la necessità per trasferire un’immagine dell’istituzione che non aveva nulla contro la Fiorentina e la città di Firenze</B> (il fallimento.. i rapporti con Baggio) e quindi c’erano tutto l’interesse affinché ci fosse un ambiente sereno.. ».
Picchio: «Voi temevate, dopo l’episodio, anche problemi di ordine pubblico?».
Abete: «Ordine pubblico… inteso come situazioni di difficoltà di ambiente, si!».
Avvocato Messeri, difesa Bertini
Messeri: «Ci può dire quanti tesserati ha le Federazione Italiana?».
Abete: «1.500.000, 15.000 società dilettantistiche di settore giovanile, 67.000 squadre, 127 società professionistiche, poi dirigenti, arbitri, tecnici.. ».
Messeri: «È un ente di diritto..?».
Abete: «Un’associazione privata, per determinate funzioni ha delle responsabilità di carattere pubblico, come tale, ed in relazione alla tipologia delle problematiche, vive in una sfera privatistica a 360 gradi, ovvero vive una sfera di controllo collegata all’amministrazione pubblica…..».
Messeri: «Ha bilanci che vengono depositati?».
Abete: «Ha un bilancio preventivo e consuntivo votato dal consiglio Federale, soggetto al controllo del collegio dei revisori; come tutte le 45 federazioni sportive, i bilanci vengono validati e ratificati da parte del Coni.. ».
Messeri: «Ha degli organi di giustizia sportiva, se me li può elencare per categoria».
Abete: «Organi di garanzia, che è una realtà più ampia, ricomprendono gli organi di giustizia sportiva: giudice sportivo, commissione disciplinare; negli anni passati (caf e corte federale); la caf, organo di appello in ordine della commissione disciplinare e la corte federale emanava pareri e interpretazioni alle norme federali e statuto. Poi, con le modifiche allo statuto del 2007, i giudici sportivi sono rimasti, commissione disciplinare rimasta (hanno articolato le competenze), si è creata la Corte di Giustizia che ha la parte consuntiva e una parte collegata alla decisione sui ricorsi; ricomprende la vecchia caf e corte federale».
Messeri: «Chi esercita nell’ambito di ordinamento della giustizia sportiva, l’azione disciplinare?».
Abete: «Il procuratore federale: uff. indagini e procura federale… queste unzioni si sono unificate e la procura federale comprende anche il vecchio ufficio indagine».
Messeri: «Quale è l’organo competente a nominare i membri degli organi di giustizia sportiva?».
Abete: «La commissione di garanzia, organo composto da 5 componenti: 3 di nomina della federazione e due del Coni (precedentemente del consiglio federale)».
Messeri: «Lei ha fatto riferimento al periodo di commissariamento, coincidente con i fatti di calciopoli…quel calciopoli lì, come è iniziata la genesi della notizia rappresentate l’illecito che ha dato il là al calciopoli sportivo? avete ricevuto denunce da parte di società vostre appartenenti? ».
Abete: «Tutta l’attività di denuncia viene effettuata.. direttamente all’ufficio indagini ..quindi sono di competenza e titolarità degli organi di giustizia sportiva. C’era stata una situazione precedente a quella maturazione in relazione al processo in atto, che era collegato ad una procedimento su Torino, portato avanti dal Dr. Maddalena che aveva dato luogo penale ad un’archiviazione i cui atti erano stati rimessi alla procura federale.. Poi, ai primi di maggio del 2006, emerse prima giornalisticamente, in via esponenziale, altre intercettazioni che creavano una situazione di grande criticità per la tenuta del mondo del calcio..e non appena arrivarono queste intercettazioni iniziò quell’iter che durò 7-8-10 gg e che portò alle dimissioni di Carraro e Mazzini, sospensione di Lanese e poi il commissariamento».
Messeri: «Quale presidente ..o nella qualità che all’epoca rivestiva ..ha ricevuto direttamente o ha avuto notizia che la federazione avesse ricevuto (nel caso di risposta affermativa vorrei sapere da chi, quale tesserato e quale società), denunce esplicite dei fatti di cui ci stiamo occupando?».
Abete: «No».
Messeri: «Quindi il calciopoli sportivo è stato celebrato sulla base di atti e in virtù una legge dello stato, la 401 del ’89.. vi arrivano per trasmissione dalle procure competenti; vi risulta questo?».
Abete: «Si».
Messeri: «Le intercettazioni telefoniche, sulla base delle quali avete celebrato il primo calciopoli sportivo (stadio Olimpico, I grado, giugno 2006)… ».
Abete: «L’iter che ha seguito la procura non lo conosco, come le ho detto questa situazione è esplosa il 6-7 maggio.. dopo di che io ero rientrando da Firenze…ebbi una telefonata da parte di Carraro che mi preannunciò che si sarebbe dimesso. Tornai a Roma, ho gestito i 6-7 giorni dall’8 maggio al 16 maggio come vicepresidente vicario, livello apicale della federazione, ma poi tutto l’iter della giustizia sportiva, di fatto, si è esplicato nelle fasi successive, laddove non ero più con un ruolo federale, ma ero a capo delegazione in Germania, non seguivo più l’attività istituzionale … Ricordo come vicepresidente vicario, arrivò la comunicazione dei 41 avvisi di garanzia…avvisi di comparizione, le dimissioni di Carraro, la sospensione di Lanese e facemmo un incontro del comitato di presidenza - tenevo contatti con il Coni - decidemmo il commissariamento, perché non era possibile gestire una normalità..nei primi giorni si pensava che potesse essere gestita..poi non era tecnicamente possibile».
Messeri: «Dal momento che esiste una legge dello stato.. che consente alle procure.. da quale procura ha ricevuto gli atti?».
Abete: «All’epoca arrivarono gli atti da Torino..fu trasmessa dal presidente Carraro all’allora ufficio indagine. Per gli eventi dei primi di maggio… è stato più l’evento penale che sportivo (travolto da quello penale)».
Messeri: «Se ha ricevuto gli atti….Sto parlando del processo sportivo celebrato a luglio 2006, che si è fatto su delle intercettazioni telefoniche, chi ve le ha mandate? ».
Abete: «Lo deve chiedere alla procura federale , io non parlo.. a prescindere che il 16 di maggio ero commissariato..».
Messeri: «Chi era il capo della procura federale?».
Abete: «Stefano Palazzi».
Messeri: «Mi riservo di chiedere ai sensi del 507 …».
Messeri: «I rapporti con il procuratore sono diretti, non interfacciati dalla federazione..
Interviene Casoria, ricordando che prima Abete ha detto che risulta che li hanno mandati gli uffici giudiari.
Abete: «Ritengo, in base alla prassi, non parlo dell’evento specifico ma della prassi. Quando si ha conoscenza di un evento che ha degli aspetti di natura penale, la procura federale, visto che non può fare indagini parallele.. si mette in contatto con i magistrati per capire se può recepire dei documenti, se può attivare l’iter… sono rapporti diretti di solito tra la procura federale.. ».
Messeri: «Ricorda dove fu celebrato il processo sportivo del luglio ..?».
Abete: «No, del processo sportivo non so neanche quale sia l’aula.. commissariato il 16 maggio e dopo di che ho seguito la nazionale, fortunatamente, fino al 9 luglio sono stato fisso in Germania, poi sono rientrato e mi è stato chiesto, dal signor Rossi, di dare un contributo (amministrativo) con delega fino ai primi di agosto (come rappresentante fattispecie, informazioni storiche), poi ho fatto le consegne e fino al 2 aprile 2007 non sono più entrato in federazione».
Messeri: «Gli organi di giustizia sportiva dove celebrano i propri processi o le udienze?».
Abete: «Dipende da quante gente c’è».
La Casoria chiede la pertinenza di queste domande.
Messeri: «Siccome il presidente rappresenta la federazioni che si è costituita parte civile e chiede un danno per la pubblicità che é stata data, per me è rilevante sapere dove la federazione ha celebrato e con quali modalità si sono svolte».
Abete: «Lo deve acquisire dagli atti documentali o a memoria di chi l’ha deciso.. ».
Messeri: «Mi sembra starno che il presidente della federazione non conosca l’aula visto che si è trattato…di un’aula..particolare si è celebrato allo stadio olimpico».
Messeri: «Ricorda se c’erano giornalisti accreditati a quel procedimento sportivo?».
Abete: «Ho visto in televisione, come lo hanno visto gli altri. Certo ci saranno stati.. ».
Messeri: «Processo celebrato parzialmente anche in televisione..Si parlò anche di possibile cessione dei diritti televisivi del processo..Acquisiste l’autorizzazione dei tesserati affinché quel processo fosse celebrato dalle televisioni (tesserati coinvolti)?».
Abete: «Sta agli atti come memoria e documenti non ho…..la federazione ha agli atti è sufficiente fare una verifica documentale…. »..
Messeri: «Cause tra tesserati. Se un tesserato fa causa alla federazione italiana gioco calcio, per risarcimento danni, quale iter deve seguire?».
Abete: «È tenuto al rispetto della clausola compromissoria, quindi deve chiedere autorizzazione alla federazione, c’è un organo.. diciamo al presidente federale/parla consiglio federale, c’è un struttura (rapporti fra tesserati), c’è un gruppo di lavoro in cui sono presenti rappresentati di tutti i componenti…che valuta se ci sono le condizioni in relazione alle norme vigenti per dare o meno l’autorizzazione».
Messeri: «E se la federazione fa causa ad un tesserato, quale iter deve seguire?».
Abete: «…Se ha avuto dei danni o delle situazioni..l’attività primaria è quella che passa attraverso le sanzioni di giustizia sportiva(il DNA della federazione), se ci sono fattispecie per situazioni di danno si costituisce nei procedimenti».
Messeri: «Come ha fatto in questi questo caso costituendosi parte civile; non ha chiesto autorizzazione al Coni, tanto per fare un esempio, nell’esercitare un’azione civile nei confronti di persone che sono tutt’ora tesserati».
Abete: «La federazione deve rispondere del suo bilancio e delle sue attività, anche in capo a coloro i quali lo giudica, quindi se ritiene di aver avuto dei danni deve agire per poter cercare di recuperare questi danni…».
Messeri: «dal punto di vista contabile sicuramente, dal punto di vista processuale siamo sempre nell’ambito della clausola compromissoria, penso che questa clausola, la quale ha fatto riferimento giustamente Lei, abbia validità a senso doppio ..».
Opposizione di Capuano. Casoria risponde dicendo che sono argomenti/circostanze di interesse comune…
Messeri: «In quel ambito è stata deliberata la volontà della federazione nel costituirsi parte civile nell’ambito di questo processo e contro quali soggetti?».
Abete: «In quale ambito, dalla federazione, secondo varie fattispecie la federazione assume le decisioni, le portano a conoscenza del consiglio federale..altre assunto in consiglio federale; non ricordo se assunta dalla federazione o dal consiglio federale..o assunta direttamente in consiglio federale…però ho la certezza che gli uffici della federazione, che sono i garanti del funzionamento della macchina organizzativa, abbiano effettuato tutti i passaggi necessari previsti dalle norme vigenti. Al presidente compete la responsabilità politica di scelta di determinate decisioni, poi ci sono il segretario della federazione, l’ufficio legale, direttore generale e ognuno, per le sue competenze, verifica le tecnicità …non mi voglio né posso sostituire alle 200 persone che lavorano negli uffici..sono garanti che le procedure vengono seguite nel modo dovuto».
Avvocato Gentile, difesa Lotito
Gentile: «Elezione Carraro, Abete e Mazzini, era nel 2004?».
Abete: «Volgeva nel II semestre del 2004 ed elezione febbraio 2005…».
Gentile: «Lei ha parlato di quasi unanimità o unanimità da parte di tutte le componenti..».
Abete: «Certo, un documento che è stato condiviso».
Gentile: «C’era la possibilità che una minoranza ponesse un diritto di veto?».
Abete: «Ponesse diritto di veto..in caso di candidatura.. in confronto di candidature…..».
Gentile: «Nel 2005 avete avuto l’unanimità, all’interno della Lega nazionale professionisti ci sono stati dissensi? ».
Abete: «All’interno della Lega nazionale professionisti, c’era una situazione molto complessa.. complessa perché si fronteggiavano due gruppi che avevano delle posizione di politica sportiva diversa…situazione nuova in cui la Lega si presentava sufficientemente unita… al passaggio assembleare. Nel 2000 la lega era unita e il 65% (ripetto al 35% di Nizzola) era il frutto del consenso avuto da altre componenti, ma la lega si schierò (90) per Nizzola. Nel 2004-2005 c’era una dialettica interna all’interno della Lega nazionale professionisti (politica sportiva, diritti televisioni..equità collegata alla distribuzione ….)».
Gentile: «Poi però questa dialettica è stata contemperata in una situazione finale.. ».
Abete: «Assorbita da una situazione; decisione assunta dalle componenti …».
Avvocato Trofino, difesa Moggi
Trofino: «Lei prima ha parlato di un diritto di veto, vuole dire chi esprimeva il diritto di veto nella vechia legislazione del 2000?».
Abete: «Chiunque lo volesse esprimere».
Trofino: «Anche la Lega nazionale professionisti?».
Abete: «Il diritto di veto è, la frase più corretta è una clausola di largo consenso (qua è larghissimo …), titolarità in capo a tutte e cinque le componenti, fino al 2000 le hanno avute le tre leghe (i calciatori e i tecnici sono entrati con la legge Melandri), dopo il 2000 lo hanno avuto tutte e cinque le componenti…. …Tutti ne avevano la stessa titolarità (lega dilettanti,.. lega di serie C; dopo il 2000 AIC e AIA) ».
</TD></TR></TBODY></TABLE>
gabriele
06.10.2010, 16:24
<TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570><TBODY><TR><TD class=style15 height=100 vAlign=center align=middle>Calciopoli. A. Valentini, F. Bianchi</TD></TR><TR><TD height=15 colSpan=3 align=middle>
</TD></TR><TR><TD colSpan=4 align=left>Tribunale di Napoli – Udienza del 1 ottobre 2010. Teste Antonio Valentini, direttore generale della Federcalcio.
Avv.Bonatti, difesa Pairetto
Nel 2005 ricopriva la carica di capo ufficio stampa della Federcalcio.
Bonatti: «In questa veste lei partecipava o faceva partecipare qualcuno ai sorteggi degli arbitri?».
Valentini: «Si, ai sorteggi era sempre presente l’ufficio stampa, anche per questioni di aggiornamento del sito istituzionale in tempo reale rispetto all’esito dei sorteggi. Io spesso ci sono andato, soprattutto a Roma, ma era una presenza saltuaria non obbligata, era l’ufficio che copriva comunque il sorteggio».
Bonatti: «E quando non andava lei, ha avuto modo di mandare qualche suo incaricato?».
Valentini: «Sempre».
Bonatti: «Lei ricorda le modalità del sorteggio per quell’anno? Prevedeva..può descriverlo?
Valentini descrive il sorteggio.. e fa una precisazione in riferimento all’Ussi
Valentini: «Quando vennero fuori le prime polemiche sull’ipotesi di un sorteggio truccato, pilotato, l’Ussi si risentì molto perché metteva in discussione la serietà e la deontologia professionale dei colleghi giornalisti, allora noi d’intesa con l’Ussi, facemmo un comunicato stampa (che ho stampato dal sito ..) in cui si ricordano gli accordi e le modalità del sorteggio, che sono quelle da me descritte».
Bonatti: «A me non serve perché la sua deposizione vale più di qualunque documento. Il giornalista tra l’altro ogni volta cambiava.. ».
Valentini: «Non è mai stato lo stesso, ma è una competenza e prerogativa dell’Ussi... (cambiava di settimana in settimana; un giornalista per ogni giornata)».
Bonatti: «Il notaio si trovata, dove si trovava…?».
Valentini: «…C’era un tavolo in cui venivano appoggiate le due urne… il notaio era al centro del tavolo e redigeva un verbale..poi si svolgeva l’operazione di sorteggio.. ».
Bonatti: «Lei, …quando è stato presente ai sorteggi, con particolare riferimento a quell’anno, ma anche altri, ebbe modo di avere dubbi sulla bontà e genuinità di questi sorteggi?».
Valentini: «No, mai».
Avvocato Gentile, difesa Lotito
Gentile: «Sempre parlando dei sorteggi, anche a Coverciano mandavate qualcuno dei giornalisti?».
Valentini: «Si anche a Coverciano. c’era un collega dell’ufficio stampa che andava appositamente per assistere al sorteggio e gestire i rapporti con i giornalisti che confluivano per assistere alla piccola cerimonia».
Gentile: «Queste sedute, queste cerimonie, avevano anche presenza di estranei o erano riservate agli..? .. ».
Valentini: «Grosso modo erano sempre volti abbastanza noti, i giornalisti erano più o meno sempre gli stessi; del settore arbitrale si occupano alcuni giornalisti per varie testate».
Casoria: «La domanda è un’altra: se cerano altre persone oltre i giornalisti».
Valentini: «A me, a Roma, quando sono stato io, francamente mi sembra di no, non ricordo, ma credo di poterlo escludere; non chiedevano, conoscendoci, l’esibizione del tesserino professionale. A Coverciano è una realtà molto più ampia, io ci sono stato poche volte, nelle volte in cui ci sono stato io no, ma non posso escludere che in altre …».
Gentile: «Noi sappiamo che qualche estraneo è entrato, poteva entrare».
Valentini: «Si, potevano entrare anche i dirigenti delle società, rappresentanti delle società».
Gentile: «La preparazione delle urne, l’inserimento dei nominati in queste palle di cui abbiamo sentito parlare..chi la faceva?».
Valentini: «La Can, la segreteria della Can… d’intesa con i due commissari della Can».
Gentile: «Chi preparava i bussolotti da maneggiare non era poi chi maneggiava i bussolotti…l’estrazione la faceva?».
Valentini: «L’estrazione dell’arbitro la faceva il giornalista … precedentemente, prima di lui, uno dei due designatori estraeva, con lo stesso sistema, la pallina con la partita».
Gentile: «Ma la preparazione della pallina contenente il nome dell’arbitro, non la faceva il giornalista?».
Valentini: «No».
Gentile: «Lo faceva il rappresentante dell’aia».
Valentini: «Si».
Gentile: «Chi predisponeva le palline da estrarre, era soggetto diverso da chi estraeva».
Valentini: «Si, il giornalista entrava in ballo solo al momento dell’estrazione».
Casoria: «Con che criteri sceglievate questi giornalisti che dovevano partecipare, c’era un elenco?».
Valentini: «No, era l’Ussi, noi avevamo fatto un accordo con l’Unione stampa sportiva e di settimana in settimana, il presidente dell’Ussi, che allora era un collega della gazzetta dello sport, ci indicava, in tempi brevi alcune volte, perché magari all’ultimo non poteva venire e lo sostituiva lui stesso, chi doveva venire».
Capuano: «Lei in che momento assisteva del sorteggio, dove si collocava..tra nel pubblico?».
Valentini: «Di solito c’era, in via Tevere dove andavamo noi, c’era questo tavolo centrale, dove c’erano il notaio, il designatore, arrivava il giornalista, e poi c’era un tavolo ovale dove ci sedevano in circolo tutti quelli che eravamo, compresi gli altri giornalisti che veniva ad assistere».
Capuano: «Quando lei arrivava le sfere erano già state inserite nell’urna?».
Valentini: «No, spesso arrivavamo prima, si andava li un po’ per salutare i colleghi.. ».
Capuano: «Ha mai notato se nel trasferire le sfere dalla busta all’urna si aprivano?».
Valentini: «No.. questo non l’ho mai notato, qualche difficoltà c’è stata qualche volta nell’aprire la pallina, perché erano di plastica..tante a volte avevano bisogno di essere aiutate, ma che si siano aperte mai.. ».
Capuano: «Mai..».
Valentini: «No, che io ricordo mai».
Teste Fulvio Bianchi, giornalista
Prioreschi, difesa Moggi
Prioreschi chiede conferma per quali giornali scriveva nel 2004 e per quali scrive ancora oggi e Fulvio Bianchi risponde dicendo che nel 2004 scriveva per Repubblica (dove è rimasto 20 anni) e continua a collaborare con repubblica (dopo la pensione di giugno). Ha assistito ad un certo numero di sorteggi, prevalentemente a Rom, ma alcuni anche a Coverciano ed ha partecipato, designato dall’Ussi, al sorteggio della famosa partita Roma – Juventus del 05.03.2005.
Ripercorre la prassi della scelta del giornalista, che di solito veniva comunicata un paio di giorni prima e dopo aver dato la disponibilità alla richiesta di Capone (a suo tempo presidente dell’Ussi).
Gli viene chiesto di descrivere le modalità del sorteggio in modo rapido.
Prioreschi: «Ha notato se, in questo sorteggio a cui lei ha partecipato, ci fossero state delle anomalie nel sorteggio, successo qualche cosa di particolare o è un sorteggio che si è svolto.. ».
Bianchi: «Nel sorteggio a cui ho partecipato non c’è stata assolutamente nessun tipo anomalia, ripeto, la procedura era estremamente breve, nel senso che mettevi la mano dentro l’urla non avevi, la possibilità di toccare tutte le varie palline, prendevi la prima e la consegnavi al designatore, era un istante, un attimo..non le toccavi le palline».
Prioreschi: «Voglio dire, il sorteggio di Racalbuto è stato casuale perché lei ha pescato la pallina?
Bianchi: «È stato del tutto casuale, tanto che purtroppo io c’ero rimasto…è stato un caso».
Prioreschi: «Volevo dire..mi sento un po’ ridicolo a farle questa domanda..Nessuno le ha detto di pescare Racalbuto?».
Bianchi: «Ovviamente no, sennò lo avrei denunciato o perlomeno lo avrei fatto notare, visto che c’era un notaio che era incaricato del sorteggio.. lo metteva a verbale..è chiaro».
Prioreschi: «Ha notato se queste palline fossero una diversa dall’altra..ci fossero delle diversità delle cose..?».
Bianchi: «Non c’era nessuna diversità, almeno io le ripeto, ho preso la prima pallina che mi è venuta in mano, non c’era nessuna diversità nelle palline, non erano rigate, non erano calde, non era fredde, quindi assolutamente, prendi la prima che ti viene e la consegni al designatore. Poi fui sfortunato, nel senso ché pescai il peggior arbitro che era stato messo in griglia, che poi fu sospeso, fece un disastro in quella partita, tra lui e l’assistente, e fu sospeso 7-8 giornate dagli allora designatore perchè arbitrò male la partita; ma questo è del tutto un caso avvocato, succede anche adesso che l’arbitro..».
Prioreschi: «Ma io sono d’accordo con lei».
Avvocato Gentile, difesa Lotito
Gentile: «Lei ha detto che ha assistito a molti altri sorteggi.. ».
Bianchi: «Molti no, un paio a Roma e qualcuno anche a Coverciano».
Gentile: «Per assistere cosa faceva, andava li e entrava?».
Bianchi: «Si».
Gentile: «O chiedeva un accredito preventivo..?».
Bianchi: «No, non credo ci fosse accredito, a Coverciano forse bisogna far vedere alla guardia il tesserino dell’ordine».
Gentile: «Quindi tutti i giornalisti potevano entrare e assistere?».
Bianchi: «Si, certo».
Gentile: «Lei, se ricorda, il suo ricordo, c’erano molti altri suoi colleghi, oltre agli operatori?».
Bianchi: «Si, c’erano molti colleghi, soprattutto c’erano colleghi anche delle agenzie di stampa perché loro appena terminato il sorteggio, loro telefonavano all’agenzia e davano gli accoppiamenti delle partite, loro erano più interessati, mentre il giornalista di un quotidiano poteva essere meno interessato perché tanto, nel tempo di mezz’ora/tre-quarti d’ora aveva sulle agenzie tutti gli accoppiamenti delle partite con gli arbitri., quindi andavamo qualche volta, c’erano dei mie colleghi che andavano quasi sempre, io sono andato qualche volte perché non c’era motivo, assistevi al sorteggio, le agenzie, ripeto, nel giro di un quarto d’ora, mezz’ora davano già notizie del sorteggio».
</TD></TR></TBODY></TABLE>
alessandro magno
06.10.2010, 21:52
Serie A - Calciopoli riparte da Nesta e Del Piero
<abbr class="date updated" title="2010-10-06T15:40:00+00:00">mer, 06 ott 17:40:00 2010</abbr>
12 e 19 ottobre 2010: due date chiave nel processo a Calciopoli. Convocati in aula, tra gli altri, Nesta DelPiero e Ibrahimovic
http://d.yimg.com/i//ng/sp/eurosport/20101006/25/5e985ca79a270a84f20285f4c7d178f2.jpg
Pareggio a reti bianche dopo i novanta minuti regolamentari, ma match che si sposta dal terreno di gioco all’aula del tribunale. inter - juventus continua e lo fa per bocca di Massimo De Santis. Il fischietto di Tivoli farà testimoniare nelle due prossime udienze in programma il 12 e il 19 ottobre nove calciatori.
Tra i big spiccano i nomi di Alessandro Del Piero e Alessandro Nesta. Convocato anche Zlatan Ibrahimovic, destinato però a dare forfait a causa del doppio impegno con la propria nazionale e con il milan. Lo scopo è chiaro: dimostrare l’assoluta innocenza di De Santis.
Il 12 ottobre in aula si discuterà della partita tra lecce e Juventus del 14 novembre 2004. Una pioggia torrenziale colpì il ‘Via del Mare’: ciò nonostante De Santis non interruppe la gara che, per la cronaca, si concluse con il risultato di 1-0 in favore della Vecchia Signora, a segno con Alex Del Piero. L’avvocato Gallinelli, legale dell’arbitro De Santis, si rivolgerà a Del Piero e a Cristian Ledesma, allora capitano del club salentino, per chiedere loro di confermare di non aver richiesto l’interruzione della partita.
Sarà poi la volta del derby d’Italia dello stesso anno, vinto dall’Inter 1-0 con una punizione di Cruz. La nota dolente di questa partita riguarda un fallo dell’allora biaconero Ibrahimovic non sanzionato da De Santis.
Oggetto delle udienze in programma anche l’analisi, tra le altre partite, di Fiorentina-Milan del primo maggio 2005. I rossoneri si presentarono al Franchi con tre giocatori diffidati, quando mancava una settimana allo scontro diretto scudetto con la Juventus. De Santis non ammonì nessuno dei tre calciatori, nello specifico Nesta, Rui Costa e Seedorf. Questo dimostrerebbe, a detta di Gallinelli, la buona fede del fischietto di Tivoli.
Tanta carne al fuoco insomma, per un processo che vede ancora lontana la sua conclusione...
gabriele
07.10.2010, 17:10
<TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570><TBODY><TR><TD class=style15 height=100 vAlign=center align=middle>Calciopoli. Franco Baldini</TD></TR><TR><TD height=15 colSpan=3 align=middle>
</TD></TR><TR><TD colSpan=4 align=left>Tribunale di Napoli – Udienza del 1 ottobre 2010. Teste Franco Baldini, ex consulente sportivo.
E venne così il turno di Franco Baldini, ex “consulente sportivo” della Roma e tra i principali accusatori del fantomatico sistema Moggi.
L'avvocato Prioreschi inizialmente gli chiede di ricordare il suo curriculum professionale, poi si passa alle domande più attinenti il processo.
Prioreschi: «Nel corso della sua attività di dirigente calcistico i suoi rapporti con Luciano Moggi come sono stati?»
Baldini: «Sono stati formali». Primi dubbi
Prioreschi: «Buoni, cattivi, pessimi?»
Baldini: «Non sono stati come nessuna delle definizioni che ha dato. Erano rapporti normali, ma non posso certo definirli buoni, non è che gli andassi particolarmente a genio»
Prioreschi: «Lei quando è stato sentito li ha definiti “pessimi” »
Baldini: «Sono diventati pessimi, questo sì, certo»
Prioreschi: «Sono partiti normali e sono diventati pessimi, possiamo definirli così? »
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «Se ho capito bene nel 2004/05 non ricopriva ruoli?»
Baldini: «No, io a marzo 2005 ho dato le dimissioni»
Prioreschi: «Senta, lei conosce un maggiore dei carabinieri che so chiama Attilio Auricchio? »
Baldini: «Certo»
Prioreschi: «Ah lo conosce?»
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «Che rapporti di conoscenza ha avuto ed ha, e quando lo ha conosciuto e come lo ha conosciuto?»
Baldini: «Ho conosciuto il maggiore Auricchio nell'estate del 2003, quando i carabinieri di via Inselci indagavano sull'iscrizione al campionato della Roma e di altre squadre, dove si paventava l'iscrizione al campionato attraverso false fideiussioni. I carabinieri stavano indagando, io da consulente sportivo non avevo molta cognizione di causa di quello di cui stavamo parlando quando fu scoperto che per la Roma si paventava il rischio di fideiussioni false per l'iscrizione al campionato, però, non essendoci il direttore generale perché era stato da poco esautorato, il presidente Sensi aveva già problemi di salute, la società incaricò me di tenere una conferenza stampa a Trigoria per illustrare le ragioni della Roma. Io fui edotto nel corso di quella mattinata di quelle che erano tutte le procedure a cui la Roma aveva adempiuto e il punto di vista che la Roma riteneva fosse lecito palesare, e in quella conferenza stampa erano presenti i carabinieri di via Inselci. Dopo la conferenza stampa loro sono venuti a chiedere spiegazioni e io ho fatto in quel momento la conoscenza del maggiore Auricchio, e nel pomeriggio, come rappresentante sono andato fare una denuncia contro ignoti proprio nella caserma di via Inselci »
Prioreschi: «Sì, quindi lo conosce così, occasionalmente, nell'agosto del 2003. Successivamente all'agosto del 2003 che rapporti ha avuto col maggiore Auricchio?»
Baldini: «Dopo il 2003 è successo che nel marzo del 2005, quando già ormai il mio rapporto con la Roma era logorato, avevo già dato le dimissioni una prima volta nel novembre ed erano state respinte, l'ho date una seconda volta. Però prima di dare quelle dimissioni, avendo un'ultima chance di poter dire la mia e pensando di poterlo fare ancora da persona in carica, e quindi con una voce che si potesse ancora sentire, piuttosto che aspettare qualche tempo dopo quando mi sarei dimesso, e quindi essere scambiato come uno dei tanti perdenti che si lamenta, ho cercato di lamentarmi un attimo prima, non (con, ndr) un grande atto di coraggio dire la verità sapendo che sarebbe finita da lì a poco. Tanto è vero che il martedì successivo alle mie dichiarazioni a una trasmissione televisiva dove ho aspramente criticato il mondo del calcio, ho dato le dimissioni, e qualche tempo dopo il maggiore Auricchio mi ha chiamato»
Prioreschi: «Quando dice “qualche tempo dopo”, fa riferimento alla sua convocazione ufficiale, quando è stato interrogato?»
Baldini: «No, no, non sono stato interrogato ufficialmente, sono stato contattato una prima volta da lui chiedendomi se avessi avuto la voglia di riferire, mettere per iscritto e denunciare circostanziatamente quelle accuse velate. Perché ovviamente di prove circostanziate non ne avevo più di tanto e più delle cose che poi ho denunciato. Io ho detto che non avevo grandi cose da riferire se non qualche minaccia personale alla quale, tra l'altro, pensavo che nel corso del tempo mi sarei abituato, poi ho scoperto che non ci si abitua mai. E quindi ho detto “non ho molto da dire, non so su che cosa potermi basare per fare una deposizione”, e lì è finita. Qualche tempo dopo lui mi ha richiesto questa cosa e io ho accettato anche perché il mondo del calcio era una cosa che non si sarebbe più rappresentato (presentato, ndr)». Che segugio il maggiore! Non solo sente i testimoni che si evidenziano dalle indagini, ma va persino a scovarli e a corteggiarli di persona!
Prioreschi: «Quindi diciamo che il contatto con Auricchio sarebbe di iniziativa dell'allora maggiore adesso colonnello? È Auricchio che la cerca? »
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «E lo colloca dopo le sue dimissioni?»
Baldini: «Lo colloco una settimana, due, tre, quattro -non lo so-, dopo quella trasmissione»
Prioreschi: «Quando si è dimesso lei, a marzo?»
Baldini: «La trasmissione dovrebbe essere del 24 marzo e il 26 marzo mi sono dimesso»
Prioreschi: «2005? »
Baldini conferma: «2005»
Prioreschi: «E quindi subito dopo viene contattato?»
Baldini: «Sì, 2005, non vorrei fare confusione. Come ripeto, qualche settimana dopo sono stato contattato»
Prioreschi: «Quindi se io le chiedo: tra l'agosto 2004 (intende 2003) e le sue dimissioni, marzo 2005, se e quante volte ha visto Baldini (lapsus del legale), la sua risposta qual è»
Baldini il burlone...: «Tutti i giorni nello specchio!» Stamo a crepà dalle risate!...
Prioreschi: «No, Auricchio. La battuta “l'apprezzo”, ma insomma...»
Baldini: «Credo di averlo rivisto in quel corso, ma per quanto riferiva le indagini sulle false fideiussioni, credo di averlo rivisto una o due volte in quel periodo»
Prioreschi: «Allora, io vorrei metter un po' di ordine nei suoi ricordi. Lei ricorderà che l'ho interrogata a Roma nel processo GEA. Lei a queste domande, “se conosceva Auricchio...” »
Irrompe Narducci: «Presidente, c'è opposizione!»
Prioreschi: «Ho i verbali depositati »
Narducci: «E allora utilizzi i verbali per fare le contestazioni formali laddove c'è una difformità rispetto alla dichiarazione resa»
Casoria, rivolta all'avvocato: «Faccia la domanda diretta»
Prioreschi: «La domanda è: perché quando io l'ho interrogata nel processo GEA ha negato... »
l'avvocato neanche termina la domanda che Narducci: «Presidente, c'è opposizione!»
Prioreschi continua: «... e ha detto di non averlo mai visto se non quando... »
Il Narducci furioso: «...C'è opposizione!»
Interviene l'avvocato Bonatti (difesa Pairetto): «Chiedo scusa, chiederei alla Procura della Repubblica, magari con minor veemenza, di spiegare le motivazioni dell'opposizione. Grazie».
Casoria: «Ecco, perché...? »
Narducci: «Presidente, c'è una contestazione che va fatta ritualmente, secondo codice di procedura italiano, utilizzando verbali di dichiarazioni precedentemente resi (rese, ndr). Di fronte a questo non ci sono opposizione (opposizioni, ndr). Non affidati a ricordo (ricordi, ndr) dell'interrogante» Nella libreria del pm si trova il “codice di procedura italiano”, non il codice di procedura penale (e/o civile), dobbiamo altresì concludere che fa bella mostra di sé anche il Dizionario della lingua penale...
Si ricercano i verbali d'udienza a cui fa riferimento il pm, e poi il Presidente: «E' rigettata l'opposizione».
Prioreschi: «Allora, faccio la prima domanda. 31 marzo 2008, Tribunale di Roma, sezione X penale, io le faccio una prima domanda:
“Il maggiore Auricchio lo conosceva?”
Baldini “No, non lo conoscevo, no l'avevo visto qualche settimana prima, no scusi l'estate prima lo avevo visto perché io ero stato...”
e poi spiega la storia delle fideiussioni e che era andato in via Inselci con l'avvocato Conti a presentare la denuncia. Si ricorda? »
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «Poi io le domando:
“dopo quella volta (agosto 2003), lo ha rincontrato o ha avuto modo di parlarci?”
Baldini: “No, sono stato chiamato l'anno dopo dallo stesso maggiore Auricchio per fare quelle dichiarazioni”
Prioreschi: “Dall'agosto 2004 all'aprile 2005 lo ha mai rincontrato? ”
Baldini: “No, non l'ho mai rincontrato”
Prioreschi: “quando sono stati interrotti?”
Baldini: “No, quando sono stati interrotti. Le ho detto a (via Inselci, ndr)”.
Adesso corregge e mi dice che lo ha visto tra...»
Il pm sarà contento...
Baldini: «Mi correggo perché quando lei mi faceva le domande, riferite al processo della GEA, io ero sinceramente focalizzato in quella che era l'attività che Auricchio aveva raccolto nella mia deposizione. Io stavo pensando a quell'oggetto lì, non ho più pensato»
Prioreschi: «Baldini, l'oggetto era sempre... La domanda »
Baldini: «Io le ho detto che in quell'anno l'ho visto una o due volte perché mi stavo ancora riferendo agli sviluppi delle indagini sulle fideiussioni. Per questo quando lei mi ha fatto la domanda io ho detto no, perché non ci ho proprio pensato, parlavo di questo nuovo sviluppo, nuovo caso. Confermo, se quello che ho detto è questo, ho completamente dimenticato la vicenda delle fideiussioni. Perché la realtà è che io l'ho incontrato, lo ripeto»
Prioreschi: «Prima informalmente, se ho capito bene... »
Baldini: «No, quando ho detto informalmente mi riferivo a questo caso. Nel caso delle fideiussioni l'ho incontrato formalmente»
Prioreschi: «No guardi, a me delle fideiussioni non me ne frega niente. Tanto per essere chiaro. Io le sto dicendo: lei lo vede e lo conosce nell'agosto del 2003... »
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «...va in via Inselci e presenta una denuncia...»
Baldini: «Certo»
Prioreschi: «Dopo l'agosto del 2003 quante volte e in quali circostanze, formali, informali ha incontrato il maggiore Auricchio tra agosto 2003-marzo 2005, data delle sue dimissioni»
Baldini: «Allora, come ho detto poco fa, tra l'agosto 2003 e il marzo del 2005, in relazione alle fideiussioni, ho visto o sentito il maggiore Auricchio una o due volte»
Prioreschi: «Sia nel processo GEA che in questo processo il colonnello Auricchio ha detto, se volete è un dato dibattimentale, che tra l'agosto del 2004 e l'aprile del 2005 lei e il maggiore vi siete incontrati tre o quattro volte prima del suo interrogatorio, a prendere un caffè, e tre o quattro volte dopo. Il verbale (d'udienza) del 21 aprile 2009 a pagina 99, lo ha confermato anche quando lo abbiamo sentito. Volevo capire, rispetto a questa dichiarazione, si sbaglia il colonnello, ricorda male lei? Faccia uno sforzo di memoria, sia sugli incontri e sia sulle date, così magari facciamo un approfondimento»
Baldini: «Confermo quello che le ho appena detto. Ripeto, fino a quando ho dato le dimissioni io avevo incontrato il maresciallo Auricchio una o due volte per vicende rilevanti la fideiussione. Dopo quella trasmissione e conseguenti dimissioni, io ho incontrato Auricchio varie volte»
Prioreschi: «Ah, quindi modifica?»
Baldini: «No, no, no. Io ho detto “dopo” »
Prioreschi: «Quindi prima di marzo 2005 una o due volte, sempre per le fideiussioni. Come definisce i suoi rapporti con Auricchio? Di amicizia, di conoscenza, formali, informali...?»
Baldini: «Di conoscenza prima, di collaborazione dopo»
Prioreschi: «Conoscenza prima, e di collaborazione... Per collaborazione cosa intende? »
Baldini: «Siccome avevo deciso che quel poco che avevo da dichiarare, da denunciare, lo avrei fatto comunque. Però mi rendevo conto che la mia posizione potesse essere soltanto debole, mi sono prestato a collaborare con lui, cosa di cui non ho assolutamente da dolermi, anzi è una delle piccole cose di cui vado fieri nella mia vita. Ho cercato di indicare a lui tutte quelle persone, previo sentirle prima perché non volevo mettere in mezzo nessuno, tutte quelle persone che nel tempo si erano rivolte a me sapendo bene come la pensassi e quindi si sentivano comodi con me nel venire a denunciare le minacce o i soprusi o comunque i maltrattamenti da parte di Luciano Moggi»
Prioreschi: «In concreto, la vostra collaborazione come si è espressa? Che cosa ha detto a verbale? »
Baldini: «Dicevo: “ci sono delle persone che vengono a confessarsi con me di quelli che sono i soprusi che hanno subito, che secondo me hanno più di una ragione di denunciare i fatti” nei confronti del suo cliente»
Prioreschi: «Quindi lei ha riferito questi fatti ad Auricchio?»
Baldini: «No, ho detto ci sono dei nomi, dopodiché sono andato da queste persone e ho sentito la loro disponibilità a parlare, ben sapendo che molti di loro avrebbero detto di no, si sarebbero tirate indietro, o che addirittura sarebbero andati dal suo cliente a dire “guarda che c'è Baldini, eccetera che sta cercando di fare questa cosa...”, lo sapevo benissimo e non era un problema. Cercavo in qualche modo che tutte quelle persone che erano venute da me per i soprusi subiti, potessero denunciare»
Prioreschi: «Questo quando è avvenuto, dopo le dimissioni?»
Baldini: «Dopo le dimissioni, esattamente»
Prioreschi: «Lei è sicuro di questo?»
Baldini: «Sono sicuro» E se poi si scopre che l'opera di persuasione è antecedente al marzo 2005 ci sarebbero dei problemi, per Baldini è ovvio.
Prioreschi: «Tra le persone che lei ha contattato dopo le sue dimissioni, possiamo fare qualche nome? Le dico un nome ad esempio?»
Baldini: «Lo dica lei...»
Casoria: «No, no, lei deve rispondere, lei deve dire chi sono queste persone che sapevano, che erano maltrattate»
Baldini: «Senta, io non ho fatto quei nomi neanche al maggiore Auricchio allora, perché volevo sentire loro se fossero disponibili, perché non volevo mettere in mezzo persone che poi alla fine sarebbero andate lì a non dire niente»
Prioreschi: «Lei non ha fatto nessun nome ad Auricchio? Io non la capisco. Presidente, prima ha detto che ad Auricchio ha detto i nomi delle persone che erano maltrattate, adesso...»
Casoria: «Sta dicendo che le ha prima contattate»
Baldini: «L'avvocato ha ragione in questo caso. Io ho fatto dei nomi, ne ho verificato prima la disponibilità. Questa era la mia collaborazione con lui»
Prioreschi: «Quali nomi? Vogliamo dire quali nomi»
Casoria: «Questi che ha contattato prima»
Baldini: «Io non ho nessuna problema a farli, mi spiace tirare fuori i nomi che tanto... li faccia lei »
Casoria: «No, Baldini, lei deve rispondere. Ha detto che ha fatto questi nomi? Persone maltrattate? Eh insomma...»
Baldini: «Persone che avevano denunciato i loro maltrattamenti, che si erano confidate con me... »
Casoria: «Non denunciato, confidate con lei»
Baldini: «Sì, si erano confidate. Erano ad esempio: Nelson Ricci, Dario Canovi, Stefano Antonelli. Basta non ne ho da dire più»
Prioreschi: «Ci dice le qualifiche ricoperte e le professioni?»
Baldini: «Direttore sportivo Nelson Ricci e agenti gli altri due »
Casoria: «Direttore sportivo di che squadra?»
Baldini: «Allora del Siena». Quella senese non era una società amica della presunta cupola?
Casoria: «E agenti gli altri due per quali squadre o calciatori? »
Baldini: «Agenti di calciatori»
Prioreschi: «Non si ricorda i calciatori?»
Baldini: «No, non sto parlando dei loro clienti, sto parlando degli agenti che subivano i maltrattamenti»
Casoria: «Sempre in funzione del fatto che erano calciatori?»
Baldini: «Sì, certo»
Casoria: «E non ricorda chi erano questi calciatori?»
Baldini: «Signora, il fatto è questo: non voglio prestare qui il fianco al gioco del si dice, si dice». Ma va?! «Io le cose che avevo da dire le ho messe per iscritto»
Casoria: «Ma lei qua le deve dire oralmente! Qua non basta dire (“quello che ho scritto” ndr), qua si fa il processo orale, quindi lei lo deve dire»
Prioreschi: «Quindi lei ha fatto i nomi di Ricci, Canovi e Antonelli. Lei li ha contattati per vedere se erano disponibili a rendere dichiarazioni all'autorità giudiziaria?»
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «Queste persone le hanno dato la disponibilità a rendere dichiarazioni?»
Baldini: «Mi hanno dato disponibilità ad incontrare il maggiore Auricchio »
Prioreschi: «Lei poi ha riferito al maggiore Auricchio la disponibilità di queste persone?»
Baldini: «Sì, certo»
Prioreschi: «Questa è stata la sua collaborazione, si è limitato a contattare questo agente e questo direttore sportivo»
Baldini: «Esatto»
Prioreschi: «Non ha fatto altra attività di “collaborazione”, come dice lei? »
Baldini: «No»
Prioreschi: «Poi vedremo...»
Chissà perché Capuano non protesta per questa chiosa...
Prioreschi: «Dovremmo collocare meglio questa sua attività. Sempre nel processo GEA, il primo aprile 2008 è stato sentito anche Stefano Antonelli, che ha riferito questa circostanza che lei ha finalmente ammesso in questa sede. Antonelli il primo aprile...»
Narducci: «Presidente, c'è un'obiezione...» L'obiezione della sua coscienza...
Prioreschi: «“Obiezione” che cos'è? È un'opposizione alla domanda o è un'obiezione di principio alle domande dell'avvocato difensore?»
Casoria: «Perché?»
Narducci: «Presidente, vanno fatte le domande, si possono sollecitare le risposte, si possono far rilevare le divergenze fra le dichiarazioni. Non possono essere utilizzate, peraltro sotto forma di racconto, dichiarazioni di altre persone al fine di far emergere discordanze fra la possibile dichiarazione del teste che è qui seduto e quella di altre, peraltro in altro procedimento (uno scioglilingua! Ndr). L'unico metodo accettabile è quello che riguarda il contenuto delle domande (risposte, ndr) che Baldini rende in relazione anche alle difformità, non possono essere utilizzati elementi che “si dice” sono tratti da dichiarazioni altrui». Ah, il “si dice” non è ammissibile?! E perché siamo qui allora? Comunque non è un “si dice” e lo spiega il Presidente del Collegio giudicante.
Casoria: «Ma ci sono i verbali»
Prioreschi: «Presidente, io sto... allora, io sto... »
Narducci incredibilmente alterato (!): «Presidente non può essere data lettura di dichiarazioni e di verbali!» Questo pm è notevolmente esagitato! Chissà se è contegno normale e condivisibile.
Casoria: «Ma non diamo lettura, ma le domande al testimone! »
Prioreschi: «Io non sto dando lettura... »
Casoria: «Lei non deve dare lettura di niente, andiamo avvocato...», così vediamo se si calma il pm.
Prioreschi: «Io non sto dando lettura di niente. Gli sto dicendo, siccome debbo verificare l'attendibilità di questo teste, noi abbiamo, perché lo abbiamo prodotto ed è un verbale di dibattimento dal quale risulta che questa interlocuzione...»
Casoria: «Udienza 31 marzo 2008, pubblico ministero... »
Narducci ancora sopra i toni: «Presidente, il problema è l'ammissibilità delle domande al teste, non il verbale!» Ma perché si scalda? E poi finora ha questionato sulla lettura del verbale, adesso invece contesta l'ammissibilità delle domande? Boh.
Prioreschi: «Io verifico l'attendibilità del teste! »
Casoria evidentemente infastidita dell'atteggiamento del pm: «Dal mio punto di vista le può fare! Decide il presidente, andiamo avanti! Faccia queste domande, però non divaghi!»
Prioreschi: «Io non divago presidente! Sono stato interrotto... »
Casoria: «Perché poi ci stanno particolari, “due o tre volte lo ha incontrato”, che importanza ha?»
Prioreschi: «No, ha importanza presidente »
Casoria: «Andiamo avanti!»
Prioreschi: «Il dato documentale che noi abbiamo in atti è che Antonelli riferisce che l'interlocuzione con lei sul maggiore Auricchio, Antonelli dice, “mi ha chiamato Baldini e mi ha detto che se avevo delle cose da dire potevo andare dal maggiore Auricchio dei carabinieri”. Lo colloca nell'ottobre-novembre 2004, non dopo il... (marzo 2005 dimissioni di Baldini, ndr) ».
Casoria: «Ma lei domandi direttamente quando si è verificato questo fatto»
Prioreschi: «Ma lui continua a dire dopo il 26 marzo (2005)»
Baldini: «Lui l'unica cosa che può collocare nell'ottobre-novembre è la denuncia nei miei confronti di quelle che erano le difficoltà che stava subendo, non certo di essere invitato ad andare a parlare col maggiore Auricchio»
Casoria: «E' quello che ha dichiarato, è stato chiaro»
Prioreschi: «C'è un altro dato che però contrasta con quello che dice lei... »
Il Presidente, per prevenire un'altra levata del pm: «Domande però deve fare»
Prioreschi: «Stefano Antonelli, in questo processo, in questo procedimento è stato interrogato dal maggiore Auricchio il primo febbraio 2005... »
Narducci borbotta: «Questo qui però è troppo...». Mah, non è neanche la stessa questione per la quale si è alterato
Prioreschi: «...dicendo, “siccome mi aveva contattato poi io sono andato”. Quindi è impossibile che lei abbia parlato con Antonelli a marzo, dopo le sue dimissioni»
Casoria: «Vabbè, si può sempre confrontare per vedere chi dice il falso e chi dice il vero»
Prioreschi: «Intanto sentiamo..., poi siccome Antonelli è teste»
Capuano: «Qual è la domanda?»
Prioreschi: «La domanda è se insiste a dire che era... »
Casoria: «Lei conferma sempre che questo fatto si è verificato dopo marzo, queste sue indicazioni?»
Baldini: «Senta, questo è l'esatto ricordo che ho»
Casoria: «Che ha oggi. Queste indicazioni quindi quando le ha date? Mettiamo un punto fermo »
Baldini: «Secondo me sono successive alle mie dimissioni». A questo punto vorremmo sapere quali dimissioni, quelle accettate a marzo 2005 o quelle respinte a novembre 2004?
Prioreschi: «E come si spiega che Antonelli viene sentito il 1 febbraio 2005? »
Casoria: «Non ci importa avvocato, abbiamo rilevato questa discrepanza, poi vedremo come dovrà essere valutata. Non ce lo deve spiegare il testimone»
Prioreschi: «Benissimo. Quindi la sua unica collaborazione si è estrinsecata nel fornire questi nomi, non ha fatto altre attività di collaborazione con il maggiore Auricchio?»
Baldini: «La mia collaborazione è questa»
La giornalista Augelli
Prioreschi: «Lei conosce la giornalista di Milano Finanza, Catia Augelli?»
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «Come l'ha conosciuta, quando l'ha incontrata? »
Baldini: «L'ho conosciuta diverso tempo prima di tutti questi fatti, allora... quando..., il giorno non me lo ricordo»
Casoria: «Il giorno no, ma l'anno sì»
Baldini: «Ma neanche l'anno mi ricordo, sono sei anni di frequentazioni a Roma. Come posso fare a collocare i milioni di persone che ho conosciuto?»
Prioreschi: «Lei si ricorda di averla vista insieme al colonnello Auricchio? »
Baldini: «Sì, lo ricordo»
Prioreschi: «Allora, quando io le ho chiesto, un minuto fa, quale altro tipo di collaborazione, non se lo ricordava? »
Baldini: «ma guardi che... Visto che ogni cinque secondi tira fuori la deposizione...»
Casoria: «No, no, senta un poco, lei risponda alle domande. Questa giornalista come si inserisce in questo (rapporto di collaborazione, ndr)? »
Baldini ritorna sulla sua ritrosia a fare i nomi di altre persone minacciate ai carabinieri. Poi: «ho spiegato anche che il mio rapporto con il maggiore Auricchio è stato quello di spiegargli come secondo me funzionavano le cose. L'incontro con Catia Augelli serviva anche a questo, cioè dal punto di vista economico come funzionano le società di calcio. Tutto lì, era parte di questa collaborazione» Ecco, e perché non lo ha detto prima?
Prioreschi: «Quando io le ho chiesto qualche minuto fa quale altro tipo di collaborazione, lei mi ha detto di no. Non risulta da nessun verbale che lei ha parlato di Catia Augelli, ha capito?»
Casoria: «Come si inserisce questo rapporto con la giornalista»
Baldini: «Si inserisce perché collaborando con il Maggiore Auricchio, per fargli capire come funzionava secondo me il sistema calcio, avevo bisogno anche di qualcuno che potesse illustrargli anche dal punto di vista economico, la giornalista di Milano Finanza poteva farlo meglio di me»
Prioreschi: «Quando e dove vi siete incontrati?»
Baldini: «Non lo so, le giuro che non e lo ricordo»
Prioreschi: «Rispetto alle sue dimissioni, prima, dopo? »
Baldini: «Io non me lo ricordo»
Prioreschi: «Ricorda se avete parlato di Capitalia, Geronzi?»
Baldini: «S è parlato di Capitalia e di Geronzi perché evidentemente fanno parte del sistema calcio»
Prioreschi: «Di chi altro, oltre a Capitalia e Geronzi, si è parlato? »
Baldini: «E' una conversazione avvenuta tanto tempo fa. Sinceramente non mi ricordo, mi ricordo che ci siamo incontrati»
Prioreschi: «Presidente allora le chiedo di ammonire il teste perché mi pare reticente»
Baldini: «Mah, reticente... mi inventerò una cosa per no esserlo, che devo dire? Non mi ricordo i contenuti della conversazione»
Casoria: «Oltre la mancanza di ricordo non si può andare. Però io già l'ho ammonita all'inizio, lei come testimone deve dire la verità. Deve essere vero che lei non ricorda»
Prioreschi: «E' stata una sua iniziativa quella di dire ad Auricchio andiamo a parlare con la Augelli?»
Baldini: «Verosimilmente sì»
Prioreschi: «Si ricorda se lei ha detto ad Auricchio “Andiamo a parlare di Capitalia e di Geronzi”? »
Baldini: «No, non di Capitalia, “andiamo a parlare da chi può illustrarti dal punto di vista economico il sistema calcio” »
Prioreschi: «Lei sa Auricchio quando ha riferito all'autorità giudiziaria queste notizie apprese dalla giornalista Augelli? In quale informativa?»
Baldini: «Non lo so»
Prioreschi: «Se io le dico 18 settembre 2004? »
Narducci stranamente calmo: «C'è opposizione, presidente»
Casoria: «Ha già detto che non lo sa. Andiamo avanti»
La telefonata con Mazzini
Prioreschi: «Senta, c'è una intercettazione tra lei e Innocenzo Mazzini in cui lei dice testualmente: “Ascolta, io ti dico solo una cosa, Innocenzo, ...”, la conosce?»
Baldini: «L'avete fatta sentire in tutte le trasmissioni...»
Prioreschi: «Quindi la conosce, è preparato, Telefonata 8222 del 4 aprile 2005: “Ascolta, io ti dico solo una cosa, Innocenzo, forse se ti comporti bene, quando farò il ribaltone, e tanto lo farò, io vivo per quello, fare il ribaltone e buttare tutti di sotto dalla poltrona, io ti salverò. Forse”. Che cosa voleva dire»
Baldini: «Se oltre a riferire testualmente la telefonata potesse far sentire anche l'audio, magari si capirebbe che non si sa chi dei due scherza di più. Perché è evidente che nessuno si prende sul serio in quella telefonata. Tanto è vero che in quella telefonata poi aggiungo: “tanto per me non c'è nessun problema, io voglio dimostrare che riuscirò a stare anche senza calcio”. È chiaro che è una telefonata in cui io dico “ribaltone”. Ribaltone è una cosa che tutti sanno, non c'è niente di serio, è solo una speranza»
Prioreschi: «E quando lei dice: “Io mi sono guardato bene da fare il tuo nome, ho parlano di Galliani, Carraro, Giraudo. Non ti ho nominato, ho avuto persino il timore che tu fossi geloso qualche volta”, scherza sempre?»
Baldini: «Sì, assolutamente ha un tono scherzoso tutta la telefonata, nessuno dei due prende sul serio l'altro. Oltre tutto non è certo una telefonata di cui posso andar fiero. Perché comunque si trattava non di raccomandare, ma che un amico fosse in qualche modo pregiudicato dal fatto che pensassero che fosse amico mio. Questo è il senso, con lui davanti (Castagnini, ndr), che mi chiede di farla. Che poi la ricevo la telefonata, che è un particolare»
Prioreschi: «Ma lei a qualcuno li aveva fatti questi nomi di Moggi, Giraudo, Carraro?»
Baldini: «Guardi, se lei mi dice il 4 aprile, ci sta anche che li abbia fatti, non in deposizione, perché non ero convinto di stare in deposizione. Ci sta che io li abbia fatti, quando ne parlo non parlo mai né di Carraro, né di Galliani in veste personale, ho sempre parlato di loro così, come avevo fatto nella trasmissione di qualche giorno prima, l'ho sempre fatto in virtù del ruolo che ricoprivano, di conflitto di interessi. Ho parlato solo personalmente del suo cliente, mai delle altre persone»
Prioreschi: «Siccome dice che li ha fatti, dove li ha fatti e con chi li ha fatti? »
Baldini: «siccome sono stato contattato qualche giorno dopo.. »
Prioreschi: «Contattato da chi?»
Baldini: «Dal maggiore Auricchio»
Prioreschi: «E quindi non ha detto solo Antonelli, Canovi? Poi abbiamo scoperto che c'era la giornalista, ora abbiamo scoperto che ha parlato anche di Carraro, Moggi, Giraudo...»
Baldini: «Sono solo chiacchiere... »
Capuano protesta per qualche commento di Prioreschi, che viene rimproverato dal Presidente, «lei ha il brutto vizio di fare troppi commenti. Lei voleva evidenziare che ha fatto questi altri nomi».
Prioreschi: «Nella telefonata scherzava pure quandoraccomanda Castagnini? »
Baldini: «E' l'unico punto serio. Ma non è una raccomandazione, badi bene. Perché Castagnini ha già avuto un incontro positivo con il presidente dell'Arezzo, mi chiede di fare quella telefonata (ma la telefonata la riceve, ndr) perché mi dice: “stai attento, ho parlato con Mazzini che mi dice che anche Moggi è amico di Mancini (presidente dell'Arezzo, ndr) e non vorrei fosse pregiudicato il fatto che Moggi ti collega a me in quanto siamo dello stesso paese e siamo amici, telefona te a Mazzini per dirgli che Renzo Castagnini no c'entra niente con Baldini”. È una tutela a suo nome. Tanto è vero che nella telefonata dico: “di' pure al tuo amico”, che in questo caso sarebbe il suo cliente, “che io e Castagnini abbiamo litigato da bambini”. Se lei chiama raccomandazione questa, ne possiamo discutere»
Prioreschi: «Quindi questa telefonata parte scherzando, poi diventa seria quando parla... »
Capuano vuole dimostrare di sapersi arrabbiare come il collega: «Presidente, questo è un altro commento!». Davvero? Sembrava tanto una domanda. Poi alterandosi ancora di più: «Dobbiamo sentire le domande o dobbiamo assistere ai commenti?». Mah. I pm mi sembrano un po' troppo elettrici.
Prioreschi: «Presidente, io devo accertare che il teste..., ma che stiamo scherzando?»
Casoria dopo aver riportato l'ordine: «Andiamo avanti».
Prioreschi: «E quando parla di Veltroni è seria o scherzava in quella parte di telefonata?»
Baldini: «In quella parte io dico a Castagnini, “potrei parlare anche a Veltroni, che conosco”, Quella è l'unica cosa seria, il resto è uno scherzare»
Prioreschi: «Ma poi lei questi nomi all'autorità giudiziaria, Giraudo, Galliani e quant'altro, lo ha fatti o non li ha fatti?»
Baldini: «Stanno nella deposizione. Nella deposizione all'autorità giudiziaria si può mettere soltanto quelle che sono le prove, sennò è inutile metterli, e a quello mi sono riferito»
Casoria: «Ha fatto questi nomi?» poi rivolta a Prioreschi: «Che intende lei poi per autorità giudiziaria?»
Prioreschi: «Presidente, il signor Baldini ha avuto il privilegio di essere interrogato da solo dal maggiore Aurcchio. Erano lui e il maggiore, in una lunga deposizione. Quindi quando è stato interrogato da Auricchio»
Casoria: «Quindi non autorità giudiziaria»
Prioreschi: «Ricorda se li ha fatti questi nomi? Ricorda se ha parlato di Capitalia, di Geronzi...?»
Baldini: «Penso di sì»
Prioreschi: «Basta presidente ho finito»
Controesame del pm
Il pubblico ministero ha domande.
Narducci: «Lei in alcuni passaggi delle dichiarazioni fino ad adesso, anche con riferimento a quei nominativi che ha citato, Ricci, Canovi e Antonelli, e poi con riferimento a lei, ha parlato di minacce e di soprusi ricevuti. Mi fa capire esattamente quali minacce e quali soprusi lei fa riferimento?»
Prioreschi: «C'è opposizione Presidente»
Casoria: «Perché questo?»
Prioreschi: «Perché non è oggetto di questo processo, è stato oggetto nel processo che si è celebrato...»
Casoria: «E vediamo. Come fa a sapere di che minacce, il pm vuole sapere di che minacce si è trattato? Rigettata l'opposizione. Lei deve dire in concreto di che minacce si è trattato»
Baldini: «Chiedo scusa, io vorrei capire meglio la domanda. Lei si riferisce a quelle personali o a quelle che mi sono state raccontate»
Narducci: «Sia quelle personali sia quelle che le sono state raccontate»
Casoria: «Il pubblico ministero vuole sapere il contenuto di queste minacce»
Bonatti: «Però chiedo scusa, prima della risposta, quelle de relato no, le sue quelle che secondo lui ha ricevuto»
Narducci: «Perché, secondo il codice non si possono ricevere?» Che “obiezione” è questa?!
Bonatti: «No, quelle de relato ci deve dire nomi e cognomi che poi verranno qui a raccontarcele »
Narducci: «Ah, che cos'è un'indagine giudiziaria?»
Prioreschi: «E se le collochiamo nel tempo, presidente»
Casoria: «Collochiamo tutto. Allora cominciamo con il contenuto delle minacce che hanno fatto a lei e chi gliele ha fatte».
Baldini: «La minaccia che ho ricevuto io, ed è stata fatta dal cliente dell'avvocato Prioreschi... »
Casoria: «Deve dire “Moggi Luciano”»
Baldini: «...Moggi Luciano, è riferita nella deposizione che ho fatto ai carabinieri, quando riferisco che in occasione di una cena di Natale lui mi si è avvicinato e mi ha detto: “ma perché ci sono tutte queste difficoltà per mio figlio ad avere giocatori della Roma giovanile come procure? Non dovrebbero esserci, sai noi dobbiamo darci una mano, perché questo è un lavoro strano, un anno si lavora da una parte, un anno si lavora da un'altra, un anno non si lavora” »
Casoria: «Così ha detto». E non pare proprio una minaccia.
Prioreschi: «L'anno presidente»
Baldini: «Era una cena di Natale che posso collocare o nel 2001 o nel 2002»
Narducci: «E quelle che lei ha ricevuto per confidenza?»
Baldini: «Quelle che ho ricevuto per confidenza parlavano di giocatori costretti a firmare con uno piuttosto che per un altro perché sennò non gli veniva rinnovato; o di procure che dovevano essere assegnate al figlio di Luciano Moggi piuttosto che al procuratore perché sennò questo contratto non sarebbe mai potuto arrivare alla fine; che doveva sistemare certi giocatori; che, parlando del direttore sportivo doveva prendere certi giocatori piuttosto che prenderne altri perché sennò avrebbe avuto delle ritorsioni; che non poteva vendere un giocatore a me, come era successo nel caso di Nelson Ricci, questo era il caso del giocatore Taddei, che no poteva venderlo perché c'era l'interesse della Juventus e questo a me avrebbe creato dei problemi. Questo tipo di minacce e soprusi. È qualcosa che sta al di sopra un po' di tutto, che si può raccontare soltanto con una parola: la paura di perdere il posto di lavoro»
Narducci: «Ho capito. Non ha mai più ricevuto nella sua vita minacce da Luciano Moggi?»
Baldini: «Ce n'è stata una clamorosa addirittura in tribunale. Si è avvicinato con le dita, non voglio dire a forma di pistola, perché probabilmente non lo erano», e perché allora lo dice?! «con le dita a un centimetro dal naso: “stai attento pezzo di m**da perché tu finisci male” . Questo alla vigilia di una delle udienze del processo GEA. Nello stesso processo, ma in un'altra udienza, si alzava dalle postazioni del pubblico, minacciandomi con la mano mentre io stavo facendo deposizione. Poi di messaggi è pieno, quanti ne vuole. Ogni settimana nei suoi commenti, diffamazioni e quant'altro. Questo. Che devo fare più di così?»
Narducci: «Grazie»
Replica delle difese
Prende la parola l'avvocato Trofino
Trofino: «Lei prima rispondendo a domanda dell'ufficio di presidenza “a che cosa erano consistite queste minacce”, ha raccontato l'episodio di questa cena, che non riesce a collocare nel tempo, in cui Moggi le avrebbe detto, “trovo difficoltà ad avere contratti anche, eccetera...”, lei ha risposto cosa?»
Baldini: «Io ho risposto che era sfortunato, anche se non ho usato proprio questo termine»
Trofino: «Poi lei ha aggiunto, per avvalorare questa sua minaccia, “avevo paura di perdere il posto”. Lei all'epoca era dipendente della Roma, era direttore sportivo della Roma, perché aveva questa paura di perdere il posto?»
Baldini: «Perché è una paura che hanno tutti quelli che fanno calcio» Ma non si vantava di saper stare anche senza calcio? «In un sistema dove il suo cliente... »
Trofino: «Ma non riferita all'eventuale attività di Moggi, insomma...»
Baldini: «Certo, assolutamente riferita...»
Casoria: «Lei era dipendente della Roma, per quale via Moggi poteva influire nella Roma?»
Baldini: «Eh no, se vogliamo fare Alice nel paese delle meraviglie...»
Casoria: «No, no, lei qui deve spiegare»
Baldini: «Possiamo parlare di quello che è questo signore. Questo è un uomo senza qualità... »
Trofino: «Un momento, lei non può esprimere questi giudizi»
Trofino: «Io penso...» e a questo punto si sente il legale che dice «Stai calmo». E solo da in questo si evince una reazione di Moggi.
Casoria: «L'avvocato voleva sapere per quale via, essendo lei dipendente della Roma, pensava che Moggi poteva incidere sulla Roma e farla licenziare?»
Baldini: «E' la minaccia latente in giro per il mondo del calcio, che nulla si muovesse o si spostasse se Moggi non lo volesse. Questo era il sistema »
Casoria: «Pure la Roma era sotto il dominio di Moggi, questo vuole...»
Trofino: «Ma Sensi era un avversario politico di Moggi e di Giraudo?»
Baldini: «E lo è stato fiero, finché è stato in salute»
Trofino: «Perché, all'epoca non era in salute?»
Baldini: «Sì, certo che era in salute»
Trofino: «E allora? Vabbè...»
Baldini: «Io non avevo paura della minaccia, era chi la proferiva che aveva quella intenzione. Non sono mica io sotto giudizio, abbia pazienza avvocato». Capra!
Casoria: «Un momento, qui non c'entra lo stare sotto giudizio. L'avvocato le pone questo problema: lei dice che poteva perdere il posto, come poteva influire Moggi a farle perdere il posto?»
Baldini: «Chiedo scusa, ma mi è stato chiesto l'efficacia che questa minaccia ha avuto o se io questa minaccia l'ho ricevuta? Se la domanda è la prima, l'efficacia non c'è. Se la domanda è: “la minaccia l'hai ricevuta?”, la risposta è sì, l'ho ricevuta»
Casoria: «Però non aveva efficacia, perché Sensi non avrebbe sentito quello che diceva Moggi»
Trasferimenti dalla Juve al Messina
Trofino: «Lei sa di alcuni giocatori ceduti dalla Juventus al Messina calcio?»
Baldini: «Sì»
Trofino: «E a proposito di questi giocatori lei come si è espresso?»
Baldini: «Mi sono espresso in maniera dubitativa»
Trofino: «Se non ricorda cosa ha dichiarato, io glielo posso leggere a sostegno del suo ricordo»
Baldini: «Me lo dica, se me lo legge lo ricordo meglio»
Trofino: «Lei ad una domanda specifica in quel lunghissimo interrogatorio che ha avuto in solitudine con il maggiore Auricchio»
Un indisponente Capuano: «Presidente, possiamo fare prima la domanda prima di leggere l'interrogatorio?»
Trofino, molto infastidito dal contegno dei pm: «Vabbè, se la difesa non può parlare, io me ne vado a questo punto!»
Capuano, che ormai ha acquisito i toni accesi del collega: «No avvocato, è inutile..., lei può parlare, lei deve fare le domande, poi sollecita il teste sull'interrogatorio!». È arrivato il moderatore del palazzo di giustizia...
Casoria: «Avvocato, è stato rimarcato già varie volte questo fatto che... »
Trofino: «Presidente, la letteratura giudiziaria è piena. Se gli avvocati non riescono nemmeno a parlare..., le opposizioni devono essere serie, concrete... »
Di nuovo uno scalmanato Capuano: «Avvocato, lei deve fare la domanda al teste, se il teste risponde una cosa...»
Casoria: «Un momento, pubblico ministero no! No, no, non va bene... »
Capuano imperterrito: «...differente rispetto all'interrogatorio che ha reso al maggiore Auricchio lei gli fa la contestazione!» I pm prima dell'udienza saranno stati morsi dalla tarantola
Trofino: «Pubblico ministero, lei non comprende quello che io ho detto! Ho detto “a sollecitazione del suo ricordo le contesto”, posso leggere...»
Capuano: «Quale?! Contesta se non ha fatto la domanda! Che contestazione fa, avvocato?!»
Trofino: «Ho chiesto dei giocatori che aveva ceduto... »
Casoria: «... al Messina, avanti!»
Capuano: «E ha risposto!». Allora, esimia capra, gli ha fatto o no la domanda propedeutica alla contestazione?
Casoria: «Ha detto che ha risposto delle perplessità. Sentiamo, di che si trattava? Non lo legga. Lei deve dircelo oggi, perché non andava bene questo trasferimento»
Baldini: «Sinceramente se io potessi sentirlo...»
Casoria: «Lei ci deve rispondere quello che ricorda oggi, poi leggiamo quello che ha detto allora »
Trofino: «Quali sono state le sue considerazioni, che ha fatto in merito a queste cessioni quando è stato sentito dal colonnello Auricchio?»
Baldini: «Ho probabilmente riferito il fatto che a parer mio erano cessioni forzate, in quanto i valori delle comproprietà secondo me non erano congrui al mercato, ed evidentemente c'era un accordo tra Messina e Juventus, in quel caso Moggi, per poter eventualmente giustificare certi squilibri di bilancio. C'erano cose che non tornavano, che non erano congrue secondo me. Tutto lì».Lui sì che ce li ha certi squilibri...
Trofino: «Allora procedo a contestazione. A questa domanda il signor Baldini così risponde:
“In merito a rapporti tra giocatori di calcio rappresentati dalla GEA e contestualmente di proprietà della Juventus, mi viene chiesto di riferire quanto a mia conoscenza in merito alle modalità di trasferimento presso la squadra di calcio del Messina. Non ho una cognizione diretta al riguardo, però posso dire che quando una società tipo il Messina, due anni fa, paga cifre elevate per quattro o cinque giocatori, ad esempio Aronica, Lavecchia, Guzman, di proprietà della Juventus, giocatori che detta società difficilmente avrebbe piazzato anche in prestito gratuito, è verosimile ritenere che lo faccia per avere un diverso tipo di rientro, anche ad esempio a livello arbitrale”.
Ora, lei in questa deposizione non ha parlato di bilanci, come ha fatto stamattina. E non solo non ha parlato di bilanci, ha parlato di favori arbitrali in genere, e ha detto anche che Aronica, Lavecchia e Guzman, nessuno li avrebbe presi neanche in prestito. Cambia questo giudizio? Tra l'altro Aronica...»
Baldini: «Aspetti, bisogna collocare... La deposizione è del 2005, sto parlando di due anni prima sono nel 2003, andiamo a vedere Aronica, Lavecchia e... all'epoca quanto poteva essere stimato come valore. Dopodiché confermo esattamente quella che è la deposizione, la ricordo completamente e la confermo in toto». Contento lui...
Casoria: «Perché lei dice che era sopravvalutato»
Baldini: «Sì»
Trofino: «Scusi, come fa a dire che era sopravvalutato se... »
Baldini: «Era il mio mestiere avvocato» e si vede...
Trofino: «... se lei dichiara di non sapere nemmeno quale era il valore di questi giocatori? Quelli con i quali erano stati trasferiti»
Baldini: «No, no, i valori li sapevo, erano su tutti i giornali i valori per i quali erano trasferiti»
Trofino: «Lei è stato sentito e ha detto: “Non ho cognizione diretta a riguardo”»
Baldini: «Nel senso che non ho partecipato a nessuna trattativa, non so precisamente come si sono svolte le modalità. Ma le cifre con le quali erano riportati a bilancio erano note, avvocato». Note a chi?
Casoria: «L'avvocato vuole sapere come sapeva lei questo prezzo? Ci dica qual era il prezzo»
Baldini: «I giornali erano solito pubblicare le cifre alle quali i giocatori venivano trasferiti»
Trofino: «Ah, le valutazioni sui giornali»
Casoria: «E lei si ricorda questi valori?»
Trofino: «Lei ha pensato, “siccome i giornali dicono che costa tanto, la Juve li ha ceduti per tanto, quindi fanno i favori arbitrali perché sono...”. Questo è stato il suo pensiero?»
Baldini: «E' un pochino più complesso, però riferitamente a quella cosa lì... »
Trofino: «Guardi, io sono qui, ce lo può spiegare con tranquillità»
Casoria: «Sentiamo allora, ce lo spieghi meglio»
Baldini: «Erano giocatori che a mio parere erano stati valutati incongruamente...»
Casoria: «Lei li conosceva molto bene? »
Baldini: «Certo che li conosco. Ho ipotizzato...»
Trofino: «”Ipotizzato”»
Baldini: «Ipotizzato esatto, ma infatti lo confermo... »
Trofino: «Bastava recuperare questo suo termine»
Baldini: «Ho ipotizzato che dietro a questo superiore esborso di quelli che erano i valori, il Messina cercasse di accattivarsi, vista la stretta relazione che aveva con il direttore generale della Juventus, cercasse di ingraziarsi anche un certo sistema arbitrale, che lui in qualche modo, a parer mio, controllava» A parer suo! Oltraggiati per le ipotesi di Baldini! Povero derelitto paese (minuscolo) se ti riduci a celebrare processi sulla base di questi elementi.
Trofino: «Signor Baldini, è molto strano che lei ipotizzi questo. Sa perché? I giocatori erano stati dati in prestito»
Capuano: «Presidente, ma che cos'è questa, una domanda? Mi dica...»
Trofino: «E' una ricerca della verità»
Capuano di nuovo sopra le righe: «Avvocato ma non è il momento! Lei sta sentendo il teste, voglio dire...»
Trofino: «Presidente, però adesso mi scusi, queste interruzioni del pubblico ministero comincio a definirle non aderenti al dato processuale. Io sto facendo delle domande, il teste mi dà delle risposte e mi ha detto che il valore lo ha letto sui giornali. Ora io posso contestare al teste...»
Casoria: «...Che erano dati in prestito? »
Trofino: «Qual è l'opposizione del pubblico ministero? Altrimenti è pretestuosa »
Casoria: «Ma no avvocato... »
Trofino: «Va bene allora. Presidente, è uno dei principali testi d'accusa, non citato dai procuratori della Repubblica, è qui! Lo abbiamo citato noi, immaginatevi quanto lo ritengono debole!? »
Baldini: «Avvocato, se i giocatori sono stati dati in prestito, e se questo prestito si è poi confermato poi nel tempo e non era semplicemente un prestito con diritto di riscatto obbligato della metà»
Trofino: «No, c'era un premio di valorizzazione»
Baldini: «Attenzione, se il trasferimento è in nero oppure il prestito è rimasto tale pure l'anno successivo, non ho altro che dire che mi sono sbagliato e lo ammetto. Credo che non sia così però». E se ne esce cosi lui, si è sbagliato! Brusio in aula.
Trofino: «Questo lo dimostrerò io poi documentalmente al tribunale. Le volevo chiedere un'altra cosa, sempre a proposito di sbagli e di errori. Ma si è sbagliato anche su Taddei? Perché Taddei l'anno dopo tutto quello che ci ha raccontato, è andato alla Roma. »
Baldini: «No, non quell'anno... »
Trofino: «Ma come?»
Baldini: «Ma signori, non parlate di cose di cui forse non sapete... Quell'anno Taddei, raggiunto un accordo, presenti me, Nelson Ricci, firmati tutti i bolli e qualsiasi altra cosa, è tornato indietro Ricci e ha detto: “bisogna strappare questo accordo, non è più possibile perché c'è qualcosa, il presidente si è arrabbiato con me. Dobbiamo mandare a monte quest'affare”. E sa cosa è successo?»
Trofino: «Secondo me si sta sbagliando un'altra volta...»
Baldini: «No, no. Sa cosa è successo? Che Taddei è rimasto a Siena, è andato alla Roma l'anno dopo, a scadenza di contratto»
Trofino: «Beh, è andato alla Roma»
Casoria: «Con un anno di ritardo dice il teste»
Trofino: «Così non lo ha nemmeno pagato, presidente»
Baldini: «Esatto, perché quell'anno che voleva pagarlo, non le è stato possibile di farlo. All'ultimo momento si è tirato indietro il Siena»
Trofino: «E ci ha guadagnato!»
Baldini: «Non vuol dire niente, perché quell'anno che lo voleva... »
Trofino: «Siamo tutti esperti di calcio...»
Baldini: «Molto più di me, bravi! »
Trofino: «Questo poi sarà documentale e poi vedremo»
Baldini: «E certo, lì non si può sbagliare»
Trofino: «Però il problema è che quando fa le denunce deve essere preciso»
Narducci: «Presidente... presidente...» poi come se fosse al mercato: «E se lo tenga per sé il commento!»
Casoria: «Però pubblico ministero, certe volte avete problemi di... »
Trofino: «Non si fanno commenti...! E' nella storia della letteratura giudiziaria che si può fare commenti»
Narducci: «Lasciamo stare la letteratura e torniamo alle regole avvocato!» E tu torna all'educazione! «...rispetti le regole, lasci la letteratura a casa!»
Casoria: «Avvocato andiamo avanti...»
Trofino: «Lei grida in una maniera quando parla con i testi, e io non mi lamento, non si lamenti per una battuta... »
Narducci: «Io conosco il codice di procedura penale!» Se lo dice lui...
Trofino: «Sì, conosce il codice, ma non deve urlare quando interroga i testi! Io urlo solo quando è necessario!».
Casoria: «Andiamo, avanti!»
Trofino: «Senta, le volevo chiedere, nel corso di questa audizione che lei ha avuto con il colonnello Auricchio non ci sono state interruzioni, vero?»
Baldini: «Interruzioni?»
Trofino: «Avete preso mai un caffè, niente?»
Baldini: «Può darsi di sì, non mi ricordo quanto è durato. Che vuole che le dica? Non lo so, non ricordo»
Trofino: «Siccome è durata ore, ore e ore...»
Baldini: «Non ricordo»
Trofino: «Non se lo ricorda, perfetto», chissà in quante (poche) paginette sono state riassunte quelle ore. «Senta, e nel corso di questa deposizione il colonnello Auricchio le ha fatto ascoltare telefonate? Ha letto deposizioni di altri testi? Le ha riferito di disponibilità di altri testi a testimoniare, per invogliarla...»
Baldini: «Assolutamente no»
Trofino: «Non le ha fatto sentire nessuna telefonata? »
Baldini: «Assolutamente no»
Trofino: «E' mai stato a pranzo con il colonnello Auricchio a Trigoria? »
Baldini: «A Trigoria? Se non è stato nell'occasione...»
Trofino: « Se lo ricorda? Sì o no?»
Baldini: «No. La verità ha più parole di quello che sto dicendo. Non ricordo se il giorno della conferenza stampa a Trigoria dopo ci siamo fermati a pranzo. Quella è l'unica occasione»
Trofino: «Non ho altre domande presidente. Grazie»
Casoria: «Il teste può andare»
Baldini: «Grazie, arrivederci»
Il Presidente Casoria, accogliendo la richiesta dei legali di Moggi sposta in coda agli altri la citazione dei loro testi. Ordina anche che per l'udienza successiva gli avvocati Bonatti per Pairetto, Morescanti per Bergamo e tutti i difensori degli arbitri imputati citino tutti i testi da sentire.
I pm chiedono di conoscere i testi citati dalle difese di Pairetto e Bergamo. L'avvocato Morescanti citerà il giornalista Capone e il notaio Tavassi, l'avvocato Bonatti citerà Rosetti, Bergonzi, Calcagno, Pirondini e fapresente ch vista l'impossibilità di citare Cornu (ex dirigente UEFA) potrebbe optare per un altro teste. L'avvocato Messeri (difesa Bertini) rinuncia a citare testimoni. Per gli altri avvocati si rinvia alla lista testi.
</TD></TR></TBODY></TABLE>
messaggio aggiunto automaticamente su quello inviato 40 minuti fa:
<TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570><TBODY><TR><TD class=style15 height=100 vAlign=center align=middle>Calciopoli. Stefano Papi</TD></TR><TR><TD height=15 colSpan=3 align=middle>
</TD></TR><TR><TD colSpan=4 align=left>Tribunale di Napoli – Udienza del 1 ottobre 2010. Teste Stefano Papi, ex assistente arbitrale.
Avvocato Morescanti, difesa Bergamo
Morescanti: «A parte fare il commercialista, se vuol spiegare al collegio il suo ruolo nell’ambito del calcio e dell’arbitraggio».
Papi: «Sono assistente di serie A (da 10 anni); per 9 anni ho fatto assistente A e B e da quest’anno faccio parte dell’organico per l’ultimo anno, della serie A».
Morescanti: «Corrisponde al vero che lei prima come adesso, è uno dei più impegnati assistenti in partite diciamo di cartello, importanti?».
Papi: «Lo prendo come complimento; si, direi che ho fatto 120, oltretutto sono uno dei più anziani come appartenenza al ruolo e come età. In questo periodo, a parte i primi tre anni in cui ho fatto spesso partite di B e magari un po’ meno impegnative, nell’ultimo periodo sono stato impegnato in partite piuttosto impegnative».
Morescanti: «Lei, che notoriamente nel gruppo, diciamo, godeva di stima per la sua serietà e preparazione, soprattutto da parte del Dr. Bergamo, ha mai ricevuto, proprio dal Dr. Bergamo, delle confidenze che magari le ha fatto sulla questione; se il Dr Bergamo ha chiesto a Collina di sostituirlo nel proprio ruolo di designatore visti i grandi impegni a livello internazionale che il Dr. Bergamo aveva. Se lei ricorda, se c’è un episodio..».
Papi: «Si, questo è accaduto in particolare in una cena a casa mia, dove c’era il Dr. Bergamo, venne insieme a Collina, mi sembra di ricordare che fosse un venerdì, perché loro erano al raduno di Coverciano; io inviati loro a cena insieme anche a Braschi e siamo stati a cena insieme e in quell’occasione Bergamo spiegò che vedeva la fine del suo percorso di designatore e individuò Collina come colui che avrebbe potuto continuare il lavoro da lui iniziato in maniera corretta. In poche parole vedeva Collina come la persona più indicata per fare un designatore unico a differenza di quello che era lui in quel momento essendo lui stesso co-designatore insieme a P. Pairetto».
Morescanti: «Non ho fatto caso; si ricorda il periodo in cui avvenne questa, perlomeno l’anno?».
Papi: «L’anno in cui Bergamo cessò la sua attività, quindi 2004-2005: nella seconda fase, primavera del 2005».
Morescanti: «Le hai mai ricevuto pressione di qualsiasi tipo, visto che lei ha arbitrato, come assistente ha partecipato a gare di cartello, a gare importanti, ha mai ricevuto pressino da parte del Dr Bergamo di arbitrare a favore o meno di una o un’altra società».
Papi: «No, no no».
Morescanti: «Corrisponde al vero, vista appunto la sua esperienza, mi dica se sbaglio, che le gare di campionato quelle più importanti, quelle che poi.. quindi che finiscono in prima griglia, sono anche quelle dove c’è maggiore attenzione per quanto riguarda l’ordine pubblico, e quindi per la violenza negli stadi, dei tifosi.. ».
Papi: «Direi di si, se ho capito giudice, se la domanda è.. »….
Morescanti: «Vi è una preoccupazione da parte dei designatori nell’inviare un arbitro piuttosto di un altro, un arbitro più preparato, un arbitro con più esperienza che può essere definito più bravo?»
Papi: «Il ruolo del designatore è proprio quello di dover individuare l’arbitro più esperto, nel momento in cui vi è una partita importante, importante sia per problemi di classifica, problemi di ordine pubblico, per problema della stessa città (parliamo di derby). Il ruolo del designatore è proprio quello di individuare la persona adatta per partita adatta, proprio come un allenatore cerca di individuare i calciatori più adatti per la partita che deve affrontare».
Morescanti: «Sempre sulla questione dell’ordine pubblico. Se lei ricorda se ha avuto modo di vedere o comunque se sa, ricorda se qualche suo collega a fine gara è stato scortato dalle forze dell’ordine proprio perché, per il pericolo di aggressione da parte di alcuni tifosi, per frange di tifosi particolarmente violenti nei propri confronti?».
Papi: «Non so se posso fare una domanda su una domanda; se si riferisce alle partite in generale?».
Morescanti: «In generale».
Papi: «Se si riferisce alle partite in generale, io sono uscito personalmente da arbitro (28 anni che faccio l’arbitro), sono uscito con i carabinieri tantissime volte, una decina; ho preso un calcio, mentre scappavo da un campo mi hanno tirato accendini, una volta anche simpatico le chiavi della macchina. Un arbitro deve, quando fa l’arbitro in determinate partite, io parlo delle categorie più basse perché ovviamente in serie A e B, ho preso solo una palla di neve durante Atalanta- Como in campo neutro a Reggio Emilia, fui colpito da palla di ghiaccio che mi fece cadere a terra. In A e B ovviamente c’è tanta forza dell’ordine quindi è difficile che un arbitro venga colpito».
Casoria: «Diceva scortato non colpito..».
Morescanti: «Quando siamo usciti dalla stadio invece di uscire con la propria borsa…(con la propria macchina) con i carabinieri… direi assolutamente è una cosa che un arbitro deve mettere in conto per la sua l’attività che fa».
Morescanti: «Lei ricorda se l’arbitro Rosetti addirittura ha dovuto sospendere una gara proprio per questioni ordine pubblico?».
Papi: «Mi sembra il derby Lazio-Roma.. mi pare che fosse».
Morescanti: «Ricorda l’anno di questo derby?».
Papi: «Potrei sbagliarmi, mi sembra fosse 2004-2005».
Morescanti: «Facendo un passo indietro, in riferimento all’idea di Bergamo di lasciare il proprio ruolo da designatore, lei ricorda se poi effettivamente al termine dell’anno 2005, Bergamo diede le dimissioni? o se lei ricorda di una conferenza stampa o di un’occasione pubblica in cui Bergamo manifestò questa sua volontà?».
Papi: «Io venni a sapere da alcuni suoi colleghi che Bergamo aveva deciso di cessare la sua attività di designatore, lo venni a sapere da colleghi, tra di noi siamo molto, ci sentiamo spesso, ovviamente una variazione del designatore, nel ruolo in cui è un arbitro o un assistente, comunque è importate quindi chi la sa per primo la comunica».
Morescanti: «Lei è al corrente, se corrisponde al vero o meno, se nel 2004-2005 era volontà della federazione e della lega organizzare incontri tra arbitri e presidenti di società, ricorda se c’erano cene, incontri, incontri che dovevano essere fatti obbligatoriamente perché la lega ai fini della licenza uefa .. ci può spigare?».
Papi: «Si venivano fatti degli incontri. Queste cose, venivano fatte con gli arbitri, il mio ruolo di assistente è un ruolo un po’ più defilato, tant’é che gli assistenti non sono invitati; ci sono delle giornate in cui fanno incontri dirigenti di calcio con i designatori e con gli arbitri.. è successo anche negli anni passati».
Morescanti: «Se lo sa, può spiegare il motivo di tali incontri?».
Papi: «Sono finalizzati a cercare di smorzare un po’ le tensioni; credo che.. ».
Morescanti: «Quindi se io le dico che possono essere svolte anche per dirimere delle controversie, di rendere l’ambiente più, tra quello arbitrale e i presidenti delle società di calcio…per rendere questo, l’ambiente più unito, più leggero, perché capiamo le critiche che possono esserci dalla stampa… (gli errori arbitrali a destra, la scelta di un allenatore sbagliato a sinistra), per cui tutta questa animosità che gira intorno ad una gara, al mondo del calcio, se io le dico che questi incontri per far avvicinare queste due realtà che poi facevano comunque parte dello stesso mondo, dove comunque avevano dei ruoli distinti, potevano servire anche a rendere più sereno questo ambiente, sto dicendo una realtà?».
Papi: «Ritengo fosse un tentativo, un tentativo di sdrammatizzare, di creare un’armonia migliore, che poi ciò in realtà avvenga e che si sia un’armonia successivamente a questi incontri non glielo so dire.. Però il tentativo mi sembra sia questo».
Avvocato Bonatti, difesa Pairetto
Bonatti: «Nell’anno calcistico 2004-2005, ebbe a svolgere il suo ruolo di assistente?».
Papi: «Si».
Bonatti: «Serie A e B?».
Papi: «20 gare in serie A, non vorrei dire.., una ventina sicuramente».
Bonatti: «Rispetto al Dr Pairetto, mio assistito, il Dr Pairetto ebbe mai a suggerirle comportamenti che in qualche modo fossero mirati a favorire o alterare il risultato di un partita?
Papi: «No, non parlavo con Pairetto neanche; Pairetto non aveva dei rapporti così assidui con gli assistenti, con me in particolare».
Bonatti: «Il Dr. Pairetto difendeva la categoria arbitrale in senso lato? Pre-domanda: C’erano attacchi da parte dei media e/o delle società calcistiche alla terna arbitrale..è capitato, capitava?».
Papi: «Si assolutamente».
Bonatti: «Capita tutt’ora».
Papi: «Assolutamente, voglio dire si».
Bonatti: «Gli allora designatori vi difendevano da questi attacchi o vi lasciavano esposti al pubblico..?».
Papi: «No, credo che intendessero difenderci».
Bonatti: «E queste difese erano parziali, ossia sono nei confronti di alcune società e no di altre o erano a 360 gradi?».
Papi: «Fossero imparziali, ripeto il mio ruolo di assistente, per far capire al giudica quello che volevo dire, l’assistente in un ruolo di questo tipo è un ruolo secondario. Si chiama assistente per quello, collabora. Quelli che sono i rapporti tra le società e i designatori interessano maggiormente l’arbitro.. siamo più di basso profilo.. ».
Bonatti: «Lei però comunque ha sempre frequentato Coverciano».
Papi: «Senz’altro… facciamo un raduno al mese, oggi tutti i miei colleghi sono a Coverciano al raduno mensile con gli assistenti».
Bonatti: «Se non altro per aver partecipato..In quegli anni, quell’anno 2004-2005 in particolare, lei ha ricordato di aver potuto vedere o notare che il Dr. Pairetto o il Dr. Bergamo avvicinassero alcuni arbitrio o alcuni assistenti in maniera ambigua o aveva notizia che dessero consigli volti ad alterare il risultato? ».
Papi: «No, queste informazioni..il rapporto tra un designatore e un arbitro è un rapporto..tipo un allenatore con un calciatore, il designatore deve formare l’arbitro..».
Bonatti: «Questa è teoria.. Ma in pratica lei ebbe modo di ..sospettare..? ».
Papi: «No».
Avvocato Gallinelli, difesa De Santis
Gallinelli: «Nell’anno 2004-2005, si ricorda quante partite arbitrò della Juventus?».
«Mi apre 2-3 tre, non mi ricordo bene».
Gallinelli: «Se gliele elenco? Chievo-Juventus».
Papi: «Si la ricordo».
Gallinelli: «Brescia - Juventus».
Papi: «Si».
Gallinelli: «Atalanta Juventus?».
Papi: «Si».
Gallinelli: «Si. Ricorda se la Juve, se vinse o perse?».
Papi: «A Brescia ha vinto.. ha vinto tutte e tre».
Gallinelli: «A proposito di Atalanta-Juventus venne arbitrata da Collina?».
Papi: «Si».
Gallinelli: «Collina le dava delle indicazioni prima della partita.. che magari lei reputò strane..atipiche, sulla condotta?».
Papi: «Collina è l’arbitro con il quale io sono uscito più in quell’anno, 6 volte, una gara internazione. C’è un rapporto anche di amicizia, le sue indicazioni erano sempre le stesse, indicazioni tecniche, ci diceva quello che dovevamo fare in campo».
Gallinelli: «Collina, se lei faceva una segnalazione per quanto sua competenza come assistente (fuorigioco o fallo di un giocatore), Collina disattendeva oppure ottemperava le sue indicazioni?».
Papi: «Di solito faceva quello che l’assistente diceva, soprattutto per determinati ambiti; è chiaro che su una degnazione di un fuorigioco, è difficile che disattenda una segnalazione di un guardalinee.. un calcio di punizione, un arbitro può disattendere… casi in cui viene comunicato dalla panchina o cose da questo tipo, comunque l’arbitro è quello che decide».
Gallinelli: «A tal proposito, per quanto riguarda la parte del terreno di gioco di sua competenza. Le è capito di segnalare anche un fallo commesso da un giocatore?».
Papi: «Certo».
Gallinelli: «Quando segnalava questi falli, lei era a conoscenza che questo tale giocatore, che poi l’arbitro andava ad ammonire, fosse, era diffidato o non era diffidato? ».
Papi: «No, non era questo un elemento che mi riguardava».
Gallinelli: «Ma ne era a conoscenza? ».
Papi: «No, non era un elemento che guardavo».
Gallinelli: «Esatto, quindi lei, a prescindere dalla consapevolezza o meno se..della situazione disciplinare del giocatore, lei segnalava un fallo che riteneva commesso da quel giocatore».
Papi: «Ammonizioni, arbitri tipo Collina, le fanno per conto proprio; l’assistente per segnalare una punizione deve essere una cosa molto chiara, deve avere una spiccata personalità».
Gallinelli: «Lei è capitato lei insomma. Quindi.. Le è capito ha svolto attività di assistente anche in partite arbitrate da Massimo De Santis?».
Papi: «Si una».
Gallinelli: «Una, ecco, lei ha notato una omogeneità di comportamento nei suoi confronti tra Collina e l’arbitro De Santis? L’arbitro De Santis discostò..come comportamento?».
Papi: «In merito alle indicazioni degli arbitri sono le stesse, di tutti gli arbitri internazioni sono le stesse disposizioni, per altro, a questi livelli, le disposizioni degli arbitri nei confronti dei/ai guardalinee sono comuni, non ci sono differenze».
Gallinelli: «Quindi l’arbitro De Santis può dire, può anche non ricordare, se disattese delle sue indicazioni?».
Papi: «Non ricordo, anzi mi chiese, su una, ci fu un giocatore mi pare fosse Santana che si era levato una maglia dopo il gol, fece due gol mi pare di ricordare questo giocatore, e in un’occasione si era levato la maglia e fu ammonito; la squadra protestava perché diceva che questa maglia se l’era levata due volte, l’arbitro De Santis mi chiese se avevo visto se si era levato la maglia, io non avevo visto e dissi di no e il giocatore fu ammonito per quella volta che eravamo certi che se l’era tolta».
Gallinelli: «Di Collina ha chiarito che aveva un comportamento arbitrale che lei conosceva molto bene, molto coerente».
Papi: «Assolutamente».
Gallinelli: «Anche De Santis aveva un rapporto collaborativo con gli assistenti?».
Papi: «Per quello che ho visto, io ho fatto l’assistente una volta sola, fu collaborativo sicuramente.
Collaborativo deve essere l’assistente… deve essere collaborativo con l’arbitro, livello più basso rispetto a loro..però giustamente..».
Gallinelli: «Lei ha ricordato un episodio in cui De Santis..volle».
Papi: «Chiese a me…». Ricorda l’episodio di Santana.
Gallinelli: «Ultima domanda. Poi lei e il suo collega assistente per una determinata partita facevate un brithing con l’arbitro? ».
Papi: «Si facevamo..».
Gallinelli: «Di poco precedenti alla partita?».
Papi: «Si anche in amichevole, dobbiamo fare una riunione prima della partita, di solito la facciamo intorno alle 11.30, di solito mangiamo anche qualcosa insieme e si iniziano a mettere in moto i meccanismi delle indicazioni che da l’arbitro; si parla del fuorigioco, dei giocatori, quando e come dobbiamo intervenire, cerchiamo di ricordarci anche che tipo di difese sono..essendo il nostro ruolo particolarmente importante per il fuorigioco, diventa determinante che tipo di difesa schierano le squadre ( a te a quattro), se salgono, se ci sono giocatori particolari che ci creano delle difficoltà, tipo Inzaghi, giocatori che giocano molto sul filo si dice, quindi è un colloquio dove cerchiamo di approfondire tutti gli aspetti che poi ci dobbiamo trovare in campo».
Gallinelli: «Quindi l’arbitro dirige questo brithing?».
Papi: «Si assolutamente»
Gallinelli: «E cioè, lei ha riscontro una variazione di intensità e di durata a secondo della delicatezza della partita..?».
Papi: «No, no la diversità… L’intensità e la durata per utilizzare le sue parole, non dipende dalla partita, ma dal carattere dell’arbitro, dalla sua dialettica, dalla sua –permettetemi- cultura calcistica. Ci sono arbitri che hanno una conoscenza perfetta di tutti i giocatori, e ci sono degli altri che ne sanno molto meno; c’è chi è attento ai particolari a tutto…. Non è solo questione di tempo ma anche di intensità… C’è chi in poco tempo riesce a dare informazioni precise e corrette e chi magari ci mette moltissimo e non riesce a dare intensità; dipende dalla sua personalità dal suo modo, fa parte di lui, un arbitro è un uomo».
Gallinelli: «Lei ha parlato di cultura calcistica, questa cultura calcistica lei l’ha ravvisava nel comportamento arbitrale di Collina e De Santis?».
Opposizione del Pm: «Questa è una valutazione».
Papi: «E’ chiaro che Collina e De Santis sono due persone completamente diverse, questo non vuole dire che uno non è un grande arbitro…o tutti e due non siano grandi arbitri».
Casoria: «Deve concentrarsi su De Santis però.. Collina….».
Gallinelli spiega che sono i due arbitri a cui ha fatto riferimento.
Papi: «Certo, anche De Santis conosceva i calciatori in maniera.., le dirò che a maggior ragione che alcuni giocatori lo chiamavano Massimo; aveva una conoscenza specifica dei calciatori tanto che lo chiamavano Massimo e questa è una cosa che mi rimase in mente. Io sono uscito con De Santis, se non una sola volta, e fui colpito da questa cosa che lo chiamavano per nome».
Controinterrogatorio Capuano, pubblico ministero
Capuano: «Lei prima delle partite aveva contatti telefonici con i designatori, con il vostro responsabile?».
Papi: «A volte si, a volte no».
Capuano: «Con chi?».
Papi: «Con Mazzei».
Capuano: «Sempre e solo con Mazzei?».
Papi: «Si, a volte ci faceva in bocca al lupo; è successo anche con Bergamo».
Capuano: «È successo anche dopo di commentare, immediatamente dopo?».
Papi: «Si si, è successo».
Capuano: «Con chi?».
Papi: «Con Mazzei, anche con Bergamo e Pairetto. Con Pairetto non immediatamente, dopo, ma dopo qualche partita ho chiamato anche Pairetto».
</TD></TR></TBODY></TABLE>
eldavidinho94
07.10.2010, 17:58
Calciopoli 2: i tempi non tornano. Palazzi che fa?
http://www.tuttosport.com/images/81/C_3_Media_1092681_immagine_l.jpg
86 giorni per condannare 150 per non decidere! L’esposto di Agnelli ha 5 mesi, la Figc ha acquisito le telefonate. La procura federale ha già in mano le 140 trascrizioni per valutare i comportamenti dell’Inter. Il rischio del clamoroso sorpasso del Tribunale di Napoli
TORINO, 7 ottobre - Tenete a mente questi due numeri: 86 e 150. Perché sono i protagonisti d’una strana storia cominciata 4 anni fa. La scintilla che fece scoppiare il devastante incendio di Cal*ciopoli scoccò il 2 maggio, con la pubblicazione delle prime intercettazioni. Passarono 86 giorni e la sentenza della Cor*te Federale (il secondo grado della giustizia sportiva) con*dannò: la Juventus alla B e alla revoca di 2 scudetti; Milan, Fiorentina e Lazio a penalizzazioni di varia entità; una deci*na di dirigenti e arbitri ad ammende e squalifiche. Bastaro*no, insomma, 2 mesi e mezzo per istruire non uno ma due processi ed emettere una sentenza che ha cambiato la storia del calcio italiano.
Il 10 maggio 2010, a quasi 4 anni dallo scoppio dello scanda*lo, la Juve ha presentato un esposto alla Federcalcio, firma*to dal presidente Andrea Agnelli, nel quale si chiede in mo*do circostanziato e motivato che la giustizia sportiva analiz*zi i nuovi e fondamentali elementi emersi durante il proces*so penale di Calciopoli. Secondo la Juventus, sulla base del*le nuove intercettazioni, 40 delle quali riguardano i dirigen*ti dell’Inter, si può rivedere la decisione che il 27 luglio 2006 assegnò lo scudetto proprio ai nerazzurri e valutare un’even*tuale revisione dell’intero processo. Da allora sono passati 150 giorni, quasi il doppio di quelli che ce ne vollero percon*dannare la Juve alla B, e la Procura Federale non si è mos*sa. Dov’è finita la fretta di fare chiarezza del 2006? Dov’è fi*nita la proverbiale celerità della giustizia sportiva? Perché ci vuole così tanto a leggere 40 intercettazioni e provare a trar*ne una conclusione?
Sono passati cinque mesi da quando sulla scrivania del pro*curatore Stefano Palazzi è at*terrato l’esposto della Juven*tus. Ne sono passati sei e mez*zo da quando le prime inter*cettazioni dei dirigenti dell’In*ter sono comparse sui giornali. Si è avuta notizia dell’apertu*ra di un fascicolo a riguardo, senza che poi se ne avessero al*tre su eventuali sviluppi con*creti. Se qualcuno ricorda la frenesia della torrida estate del 2006, non può non notare come strida la differenza con i tempi rilassati con i quali la giustizia sportiva si occupa dell’argomento oggi.
<cite class="txt_Author">Guido Vaciago</cite>
Buongiorno sono Max e in riferimento al processo di Napoli credo proprio che ci sarà da divertirsi, in quanto il quadro accusatorio si sta smontando inesorabilmente, e di conseguenza se le cose vanno in una certa maniera si dovrà rivedere tutto
Ovviamente io come tutti i tifosi juventini sono tutto orecchie e monitoro con massima attenzione l'evolversi della situazione
Forza Juve:sciarpa::sciarpa:
gabriele
08.10.2010, 16:04
<TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570><TBODY><TR><TD class=style15 height=100 vAlign=center align=middle>Calciopoli. P. Collina</TD></TR><TR><TD height=15 colSpan=3 align=middle>
</TD></TR><TR><TD colSpan=4 align=left>Tribunale di Napoli – Udienza del 1 ottobre 2010. Teste Pierluigi Collina, ex arbitro, ex designatore.
Esame Bonatti, difesa Pairetto
Avvocato Bonatti: «Può riassumere la sua carriera nel mondo arbitrale?»
Collina: «Ho iniziato nel 1977, a 17 anni…ho arbitrato la prima partita di Serie A nel 91, nel 1995 sono diventato internazionale e ho arbitrato fino all’estate del 2005.»
Avv. Bonatti: «E dopo?»
Collina: «Dal dicembre 2007 ho assunto l'incarico di consulente alla CAN A e B e da luglio 2007 al 30 giugno 2010 sono stato commissario della CAN A e B.»
Avv. Bonatti: «Ha svolto il ruolo di designatore?»
Collina: «Sì, era il termine tecnico; diciamo che il termine “volgare” è designatore.»
Avv. Bonatti: «Con riferimento alla storia recente, può riassumersi dal 2000 in avanti la genesi delle designazioni? Cioè, ci sono stati dei cambiamenti? Si sono verificate sempre nello stesso modo? Sono sempre state riservate a scelta “arbitraria”? A sorteggio?»
Collina: «Non ricordo gli anni precisi, però sicuramente si è passati attraverso una fase di designazione soggettiva, cioè delle scelte fatte da una persona o da un gruppo di persone che fanno parte di una commissione, ad una scelta legata all'utilizzo di un computer con un programma che prevedeva l’inserimento di determinate variabili e che dava un certo tipo di risultato, poi all’utilizzo di un sorteggio, chiaramente legato anche questo all’inserimento di alcune variabili; un sorteggio, diciamo così, “pilotato”…non un sorteggio “puro”, fino agli ultimi anni dove invece si è ritornati alla scelta soggettiva.»
Avv. Bonatti: «Quindi, nella sua gestione quale commissario, lei ha scelto autonomamente e soggettivamente gli arbitri da designare?»
Collina: «Assolutamente sì, è stata una delle condizioni dalla quale non avrei potuto prescindere.»
Avv. Bonatti: «Con riferimento all’anno calcistico 2004/05, lei ricorda quale fosse il metodo di designazione?»
Collina: «Sorteggio per fasce, per griglie.»
Avv. Bonatti: «Nella stagione 1999-2000 arrivano Pairetto e Bergamo.»
Collina: «Sì.»
Avv. Bonatti: «Prima di allora era stato previsto anche un tipo di sorteggio diverso da quello poi successivamente adottato nella gestione Pairetto-Bergamo?»
Collina: «Sì, se non ricordo male un sorteggio integrale, cioè gli arbitri erano divisi in due gruppi, uno per la Serie A e uno per la Serie B. Due gruppi senza la possibilità di scambio se non ad un certo punto della stagione, e gli arbitri venivano sorteggiati all’interno di queste partite.»
Avv. Bonatti: «Questo è favorente o sfavorente rispetto alla crescita di un arbitro giovane?»
Collina: «Assolutamente sfavorente.»
Avv. Bonatti: «E il sistema adottato negli anni successivi?»
Collina: «Migliore rispetto all’esperienza precedente, ma assolutamente non adeguato a quello che è un processo di formazione/crescita degli arbitri. La scelta soggettiva è il sistema migliore»
Avv. Bonatti: «Nel suo palmarès è stato nominato per sei anni consecutivi “miglior arbitro del mondo”?»
Collina: «Sì.»
Avv. Bonatti: «Corrispondono questi anni alla gestione quali designatori di Bergamo e Pairetto?»
Collina: «Sì…ho dei dubbi sul primo ma credo che non rilevi.»
Avv. Bonatti: «Nel 2004-2005 Pairetto era anche designatore Uefa?»
Collina: «Sì.»
Avv. Bonatti: «Lei era arbitro internazionale anche quell’anno?»
Collina: «Assolutamente sì.»
Avv. Bonatti: «L'atteggiamento del dottor Pairetto nei suoi confronti, sia per partite in ambito nazionale che internazionale, era un atteggiamento di neutralità, ispirato sia a consigli o suggerimenti di natura tecnica, o aveva invece altro tipo di caratteristiche? »
Collina: «Era improntato a dare consigli, a cercare di ottenere dagli arbitri, da me in particolare, ovviamente rispondo per me, le migliori prestazioni possibili. »
Avv. Bonatti: «Le venne mai suggerito dal dottor Pairetto o da qualcuno di assumere atteggiamenti che le riteneva non tecnicamente giustificati o giustificabili per favorire o sfavorire l’una piuttosto che l'altra compagine calcistica? »
Collina: «No.»
Avv. Bonatti: «Ha mai visto o sentito che il dottor Pairetto si fosse impegnato con analoghe azioni nei confronti dei suoi colleghi o designatori o arbitri? »
Collina: «No. »
Avv. Bonatti: «Nell’anno 2004/05, o anche negli anni precedenti e, credo, anche in quelli successivi, la categoria arbitrale era soggetta ad attacchi mediatici o da parte delle società calcistiche?»
Collina: «Mediatici sicuramente sì, e sicuramente da parte delle società calcistiche c'erano critiche.»
Avv. Bonatti: «Pairetto e Bergamo proteggevano la categoria da questi attacchi, ossia, svolgevano il loro ruolo di mediazione e quindi di protezione o invece li lasciavano “esposti”?»
Collina: «E' il compito dei designatori proteggere.»
Avv. Bonatti: «Sì, ma loro lo facevano?»
Collina: «Sì.»
Avv. Bonatti: «Nel 2004/05, lei ha ragioni di sostenere che questo atteggiamento di protezione era diverso a seconda di chi elevava le proteste? »
Collina: «Non ho ragione per poterlo pensare. »
Avv. Bonatti: «Lei ricorda di aver arbitrato in quell’anno la partita Siena-Milan del 17 aprile 2005?»
Collina: «Sì.»
Avv. Bonatti: «Ricorda chi vinse?»
Collina: «2 a 1 per il Siena.»
Avv. Bonatti: «Qualcuno si adoperò presso di lei perché il risultato di quella partita fosse in qualche modo orientato? »
Collina: «No. </B>»
Avv. Bonatti: «A parte lei, ha modo di ritenere che i suoi assistenti avessero assunto anche in questo caso atteggiamenti tecnicamente non coerenti e quindi avessero preso decisioni che potevano essere ispirate a ragioni diverse da quelle tecniche?»
Collina: «Avrei denunciato la cosa. »
Avv. Bonatti: «Ricorda chi erano i suoi assistenti in quella partita?»
Collina: «Farneti e Baglioni.»
Avv. Bonatti: «Vi fu un episodio su Shevchenko segnalato da Baglioni?»
Collina: «Fu annullata una rete sul risultato di 0-0 per un fuorigioco.»
Avv. Bonatti: «Lei ritiene che questa segnalazione fosse giustificata, corretta, coerente?»
Collina: «Ho assecondato l'assistente. Da quella che era la mia percezione dal campo, non avevo elementi per potere non tener conto della segnalazione. Questo è quel che prevede il regolamento.»
Avv. Bonatti: «Lei ritiene che fossero rispettati i criteri per la loro formazione delle griglie?»
Collina: «I criteri oggettivi, le preclusioni, non possono che essere rispettati. Ricordo di un episodio che mi ha visto coinvolto nel quale, ora non ricordo se era stata inserita o non inserita una preclusione che mi riguardava, il mio nome fu abbinato a quello di una partita mi sembra di ricordare del Palermo, il sorteggio fu rifatto. Mi ricordo bene perché io anziché andare in Serie A. andai in una partita di Serie B. E, le dico la verità, non la presi molto bene.»
Avv. Bonatti: «Lei ritiene che, rispetto a Coverciano, le riunioni vertevano su commenti tecnici alle partite?»
Collina: «Veniva analizzata una serie di episodi che venivano selezionati dai designatori.»
Avv. Bonatti: «Ritiene che queste selezioni, che in questi commenti fossero riservati trattamenti diversi agli eventuali errori o alle giuste segnalazioni arbitrali a seconda della squadra che era interessata dal fallo o comunque dalla problematica evidenziata?»
Collina: «Non in maniera rilevante. Può darsi che possa essere messa maggiore attenzione su un episodio che ha avuto rilevanza maggiore, ma non ho avuto riscontro di un atteggiamento deliberato in tal senso. »
Avv. Bonatti: «Ritiene che fossero mai state, dal dottor Bergamo o dal dottor Pairetto, evidenziate problematiche tecniche quando invece queste non c’erano o comunque che si fosse calcata la mano su situazioni rispetto alle quali invece non avrebbe dovuto essere calcata la mano?»
Collina: «Si…volevo però anche cercare di spiegare che la scelta dell'episodio è anche funzionale a determinati momenti. Se mi rifaccio alla mia esperienza recente, se ho un arbitro che sta vivendo un momento negativo e difficile che io vada ad enfatizzare o che sia andato ad enfatizzare un suo episodio perché non farei altro che accentuare il suo momento di disagio, il suo momento di difficoltà; è più facile essere più attenti e più decisi magari su chi sta vivendo un momento buono di forma, di condizione psicologica.»
Avv. Bonatti: «Lo facevano anche allora?»
Collina: «Non lo so con certezza, ma credo che faccia parte dell’attività di gestione di un gruppo.»
Avv. Bonatti: «Lei arbitrò nella stagione 2004-05…30 gennaio 2005 Atalata-Juve e 6 febbraio Parma-Inter...se le ricorda queste due partite?»
Collina: «Sarei un marziano se mi ricordassi due date, due partite. Mi ricordo le due partite perché entrambe ebbero qualche cosa, ma non ricordo assolutamente né la sequenza temporale, né le date.»
Avv. Bonatti: «Non ricorda di “punizioni” che le vennero impartite verso la fine di quel campionato?»
Collina: «Difficile, se non c’è un chiaro messaggio, potere capire…mi ricordo di un non utilizzo dovuto a scelta voluta, ma non so se in quel campionato.»
Avv. Bonatti: «Lei conosce il signor Leonardo Meani? »
Collina: «Assolutamente sì. »
Avv. Bonatti: «Lo conosce da tanto o da poco?»
Collina: «Io credo da 22, 23, 25 anni.»
Avv. Bonatti: «Con riferimento a quegli anni (2004/05, precedenti e successivi), lei ritiene che il suo rapporto con Meani abbia avuto connotazioni volte anche lì ad influenzare la sua neutralità?»
Collina: «Da parte sua nei miei confronti, nella maniera più assoluta no. »
Avv. Bonatti: «Quindi lei sa di aver rispettato le regole della correttezza sotto il profilo anche disciplinare per quanto riguarda il suo comportamento…»
Collina: «Sono stato valutato sia dagli organi di giustizia federale sia dell'Aia, e sono stato prosciolto. »
Avv. Bonatti: «Lei ritiene che quei provvedimenti corrispondano all’oggettività storica del suo contegno?»
Collina: «Assolutamete sì.»
Difesa Meani: «Opposizione, il teste ha già risposto.»
Avv. Bonatti: «Era possibile, nella redazione dei calendari, inserire variabili segrete? »
Collina: «Non lo so perché io non ho mai partecipato alla redazione dei calendari.»
Avv. Bonatti: «Lei quando fu sentito il 16 maggio 2006 a Roma negli uffici dei Carabinieri Lazio, in quell’occasione rispose, lo leggo al tribunale: “infine sulla predisposizione dei calendari mi esprimo con una sostanziale perplessità derivante dalla impossibilità di inserire variabili in maniera segreta”…»
Collina: «Lei fa riferimento ad una telefonata nella quale io parlavo di millanterie o millantato credito a fronte di cose di questo tipo perché non credevo e non credo che fosse possibile, questa è la risposta. Però se lei mi chiede se ho elementi per poterlo dire, le devo dire che non ho elementi.»
Avv. Bonatti: «Non le risulta sia possibile, quindi?»
Collina: «Non sono un esperto di redazione calendari, però credo di avere dato in quella telefonata la mia risposta, cioè dire che secondo me non era possibile e che se era stato detto qualcosa del genere, poteva essere qualcosa di diverso.»
Avv. Bonatti: «Ecco, faceva lei riferimento a una telefonata…con chi?»
Collina: «Con Meani.»
Avv. Bonatti: «Quindi quando andò a quell’interrogatorio le fu “contestata”, o comunque fatta sentire, o letta questa telefonata…»
Collina: «Mi sembra di ricordare di si. Ora non mi ricordo se mi fu fatta sentire o se mi fu letta la trascrizione.»
Esame Morescanti, difesa Bergamo
Avv. Morescanti: «Credo di aver capito che lei, tra la designazione diretta, che era la situazione che lei ha voluto e il sorteggio preferisse, me lo confermi, la designazione diretta perché comunque deve esserci una scelta, giusto?»
Collina: «Nel 2002, quando ero ancora arbitro, e quando ero ancora designato attraverso il sorteggio, io ho scritto in un libro che assolutamente, la designazione con sorteggio è un rifiuto dell’intelligenza. Credo di averlo detto in maniera chiara quando arbitravo ancora, quindi.»
Avv. Morescanti: «Nella gestione del duo Bergamo-Pairetto, nella quale non vi era la “designazione” ma il sorteggio, questi due designatori dovevano comunque preparare delle griglie, giusto? Lei può spiegare esattamente il lavoro che si trovavano difronte Bergamo e Pairetto nel redigere le griglie? Lei prima parlava con riferimento soprattutto a dei canoni prestabiliti contro i quali loro non potevano fare nulla, come le preclusioni. Lei può spiegare al collegio tutte queste situazioni? Quindi quali erano le regole a cui doveva sottostare la formazione della griglia, e poi, anche le scelte personali, a che cosa dovevano far riferimento?»
Collina: «Sul termine esattamente ho qualche perplessità, nel senso che comunque sono passati un po’ di anni per cui chiedo scusa per qualche eventuale imprecisione. Sicuramente esistevano dei vincoli a cui i due designatori dovevano attenersi per la redazione di queste griglie. Vincoli che erano dati dall’impossibilità di arbitrare partite disputate da squadre appartenenti alla provincia di residenza dell’arbitro piuttosto che alla provincia dove viene svolta l’attività professionale principale dell’arbitro. Poi c’era sicuramente un impedimento derivante dalla ripetitività, cioè non si poteva riarbitrare la stessa squadra più di un certo numero di volte all’interno della stessa stagione; e credo ci fosse, per poi essere cambiata negli anni, una (regola) che imponeva un certo numero di domeniche fra una designazione e l’altra. Credo fu cambiata perché io mi trovai ad arbitrare la stessa squadra, se non ricordo male, a distanza di 7 o 14 giorni in una stagione. Per cui sicuramente, negli anni di utilizzo di questo sistema, a un certo punto qualcosa è cambiato. Però, c’era anche un impedimento di questo tipo. Che ricordi io, altri impedimenti di questo tipo oggettivo…chiaramente quelli legati ad eventuali conflitti d’interesse; per cui, gli arbitri sono tenuti a dichiarare all’inizio della stagione tutta una serie di informazioni. Viene chiesto loro se esistono rapporti di parentela piuttosto che rapporti di vario genere con persone che comunque abbiano un attività all’interno del calcio. Per cui in funzione di questa eventuale presenza, può esserci un impedimento. Dopo di che, invece, subentra la scelta di inserire determinati arbitri all’interno di una griglia che dipendeva dalla qualità degli arbitri, dal momento di forma degli arbitri, ma anche da esigenze, magari, di utilizzare qualcuno di questi arbitri nelle domeniche successive. Esistono fattori soggettivi che vanno a convincere le persone che devono fare queste scelte di inserire qualcuno piuttosto che qualcun altro. Chiaramente le stesse cose anche al negativo. Per cui, un cattivo stato di forma oppure una prestazione non positiva sicuramente impedisce o avrebbe dovuto impedire l’inserimento di questo arbitro all’interno di una griglia, magari con le partite più importanti.»
Avv. Morescanti: «Lei ricorda, con specifico riferimento all’anno 2004/05, quanti arbitri aveva a disposizione la CAN?»
Collina: «No.»
Avv. Morescanti: «Se le dico 40?»
Collina: «E’ nei documenti, per cui…però non ricordo.»
Avv. Morescanti: «Ok…di questi 40, perché erano 40, lei conosce il numero di arbitri internazionali, sempre nel 2004/05?»
Collina: «L’Italia ha da anni 10 arbitri internazionali. Per alcune stagioni ne ha avuti alcuni di meno. Però credo fossero 10. Però anche questo sta nella documentazione.»
La Morescanti legge i nomi di alcuni arbitri italiani nella stagione 2004/05.
Collina: «Sono arbitri che sono stati internazionali. Non le so dire se erano internazionali in quella stagione, nella stagione precedente o in quella successiva. Comunque sono tutti stati degli arbitri internazionali.»
Avv. Morescanti: «In base a queste valutazioni soggettive che un designatore deve fare nell’inserimento dell’arbitro, in quegli anni, nella griglia, in base alle valutazioni personali, il fatto che un arbitro era arbitro internazionale, quindi probabilmente un arbitro riconosciuto tra i più bravi della CAN, in base a questo ragionamento soggettivo del designatore, è giusto dire che gli arbitri internazionali andavano sempre nella prima fascia, ovvero nella prima griglia?»
Collina: «Non necessariamente.»
Avv. Morescanti: «Quali gare venivano messe nella prima griglia?»
Collina: «Erano inserite le partite ritenute più importanti, però non necessariamente dovevano essere affidate ad arbitri internazionali. Era sicuramente più probabile che in una griglia con le partite più importanti ci fossero arbitri, o comunque un numero importante di arbitri internazionali.»
Avv. Morescanti: «Ricorda la posizione di classifica della Juventus nel campionato 2004/2005?»
Collina: «Ha vinto il campionato. Ad un certo punto, sicuramente, le due squadre che lottavano erano Juve e Milan.»
Avv. Morescanti: «Lei ricorda quante erano le gare che potevano andare in prima griglia ogni domenica?»
Collina: «Credo che il minimo fosse quattro o tre. Forse in qualche occasione c’è stata anche una griglia a 3 di prima fascia. Non glielo assicuro. Quattro sicuramente. Mentre non credo ci fosse un massimo prestabilito. Dipendeva dalla necessità della partita anche perché in prima fascia/griglia potevano andare gare di Serie B che erano ritenute comunque importanti.»
Avv. Morescanti: «Nel 2004 2005 Tombolini e Racalbuto non erano arbitri internazionali (Collina conferma) ma si ricorda se siano mai stati inseriti in prima fascia/griglia?»
Collina: «Sicuramente sì.»
Avv. Morescanti: «Anche se non internazionali, questi due arbitri, poi se lei ricorda anche il motivo per cui loro non sono diventati internazionali, avevano comunque disputato ognuno oltre 100 gare in Serie A?»
Collina: «Non so il numero esatto ma avevano una esperienza. Credo fossero al loro settimo/ottavo anno di appartenenza alla CAN. Avevano sicuramente una grande esperienza.»
Avv. Morescanti: «Le risulta che un arbitro internazionale non può essere inserito in griglia (obbligo dato dalle disposizioni UEFA) nelle 48 ore successive e precedenti all'utilizzo di questo arbitro in una gara di una competizione europea?»
Collina: «L’indicazione data dalla UEFA è nelle 48 ore antecedenti alla partita della UEFA, in quelle successive alla UEFA non interessa cosa faccia quell’arbitro. L’importante per la UEFA è che venga garantita la propria partita. Per cui un arbitro non deve arbitrare una gara del campionato nazionale nelle 48 ore precedenti alla partita.»
Collina racconta un aneddoto riguardante questa disposizione.
Avv. Morescanti: «Lei ricorda quante gare ha arbitrato in Serie A con riferimento alla stagione 2004/05?»
Collina: «Non ricordo.»
Avv. Morescanti: «Se le dico 28?»
Collina: «Mi sembrano tante…»
Avv. Morescanti: «Quante sono le giornate di campionato?»
Collina: «38.»
Avv. Morescanti: «Quindi lei ha arbitrato 28 volte su 38 giornate? »
Collina: «Se lei mi dice che erano 28…»
Avv. Morescanti: «Durante la stagione calcistica, un arbitro ha normali turni di riposo?»
Collina: «Dipende dalle necessità di chi lo designa. Credo che gli arbitri si allenino, si preparino per andare in campo la domenica. Sicuramente c’è un turnover.»
Avv. Morescanti: «Per il suo rapporto diretto che lei ha avuto con i designatori Bergamo e Pairetto, in particolare Bergamo, lei che dopo ha fatto anche il designatore può spiegare al collegio se questo ruolo, e questo rapporto tra designatore e arbitro, può essere equiparato a quello che ha un allenatore con un proprio giocatore? »
Collina: «Fa parte di un corretto svolgimento di questa attività.»
Avv. Morescanti: «Se Bergamo aveva intenzione di inserire Collina piuttosto che Rosetti, piuttosto che Tombolini in prima fascia dove c’erano tre partite, quattro partite, cinque partite tutte importanti, tutte difficili, poteva capitare che Bergamo magari ne parlasse con l’arbitro e dicesse: “avevo intenzione di inserirti in prima fascia”…più o meno, non direttamente in questo modo, ma con il designatore che cercava di capire il vostro stato psicologico per poter poi lui decidere se voi psicologicamente potevate essere pronti per essere inseriti in prima o in seconda fascia/griglia?»
Collina: «Ovviamente le posso rispondere solo a titolo personale per quella che è la mia esperienza…gli anni in cui ho avuto come designatori Pairetto e Bergamo ero già ai vertici. Credo che determinate cose, determinati colloqui, determinati atteggiamenti, determinati, anche, scambi di idee potessero avvenire con me e magari pensare che non potessero avvenire con altri. A me è capitato…credo che questi rientrino nell’attività, conoscere le condizioni, lo stato di forma di un arbitro. Il parallelo con un allenatore è per certi versi assolutamente corretto, per altri un po’ meno; nel senso che il vincolo di dipendenza “gerarchica” che esiste tra un designatore ed un arbitro, è molto superiore a quello che esiste tra un allenatore ed un giocatore, perché un giocatore comunque ha la possibilità, se non ha considerazione da parte del proprio allenatore, di poter cambiare club e poter continuare la propria attività altrove. Se un arbitro non ha la considerazione da parte del proprio designatore e smette di arbitrare, ha smesso di arbitrare. La dipendenza “gerarchica” che esiste tra un arbitro ed il proprio designatore è sicuramente molto superiore.»
Avv. Morescanti: «Risponde al vero che ci sono delle gare di campionato che, in riferimento all’ordine pubblico e alla violenza negli stadi, sono suscettibili da parte dei designatori, e comunque del mondo del calcio in generale, ad un controllo maggiore per quello che riguarda l’ordine pubblico? »
Collina: «Beh, sicuramente non è compito dei designatori designare in funzione di questo tipo di condizione, però, sicuramente, gare che hanno una certa rilevanza, devono avere da parte di chi designa l’arbitro una adeguata attenzione. Per cui una gara che può essere potenzialmente molto complicata, sarà sicuramente posta sotto un’attenzione maggiore da parte di chi sceglie l’arbitro.»
Avv. Morescanti: «Corrisponde al vero che gli arbitri a fine gara, molto spesso, vengono addirittura scortati dalle forze dell’ordine per poter uscire dallo stadio?»
Collina: «Molto spesso per una questione di velocità. Il 10% per una questione di “tranquillità”, il 90% per evitare, ad esempio, traffico.»
Avv. Morescanti: «Lei ricorda se si dovette interrompere una partita per questioni di sicurezza?»
Collina: «Si, Roma-Lazio all’Olimpico. Non ricordo l’anno»
Avv. Morescanti: «Si ricorda, se è vero, che il dottor Bergamo avesse intenzione di lasciare e di passare a lei l'incarico di designatore?»
Collina: «Sicuramente questo argomento è stato oggetto di colloqui tra noi, non saprei indicare una data precisa. Però in maniera “progettuale” da parte sua c’è sempre stata la convinzione che sarei stato la logica successione; una volta che avrei smesso di arbitrare, la logica era quella che avessi continuato un certo tipo di lavoro svolto. Però, come dicevo, è stato un discorso “progettuale”. Dopo, sicuramente nella stagione 2004/05, si è passati ad una fase più concreta. Non più solo Bergamo mi parlava di queste cose…c’era anche l’allora presidente della Federazione, Carraro, che mi sollecitava in questo senso. Con Bergamo ne abbiamo parlato in maniera ripetuta. La valutazione era quella se fare un altro anno da arbitro. Nel 2005 avrei dovuto terminare la mia carriera per il raggiungimento del limite d’età dei 45 anni. L’Associazione Italiana Arbitri fece una modifica al proprio regolamento per concedere agli arbitri appartenenti alla categoria d’elite della UEFA, alla quale io appartenevo insieme ad altri, di poter continuare per un’altra stagione e quindi arrivare a 46 anni. Il dubbio era se terminare la carriera a giugno 2005 o se continuare per un’altra stagione. Io volevo continuare per un altro anno mentre Carraro mi voleva convincere del contrario. Bergamo valutava entrambe le cose con negatività.»
Avv. Morescanti: «L'arbitro da chi viene retribuito?»
Collina: «Viene retribuito dalla FIGC.»
Avv. Morescanti: «Ricorda se c’era volontà da parte della federazione di organizzare (o se erano organizzati) incontri tra federazione e lega o anche tra arbitri e rappresentanti delle società?»
Collina: «Sì, anche in quella stagione sono stati organizzati incontri con capitani, allenatori, dirigenti. Solitamente si facevano al termine del girone di andata. Non ricordo se in quella stagione era ancora in essere una cena che veniva organizzata dalla lega nazionale professionisti, a Milano, prima di natale con i dirigenti delle società.»
Avv. Morescanti: «Lo scopo di questi incontri?»
Collina: «Confrontarsi con quelle che sono le problematiche del gioco del calcio e dei campionati.»
Avv. Morescanti: «Anche per rasserenare?»
Collina: «Non era una questione di rasserenare, credo che fosse proprio un confronto concreto su tematiche anche tecniche. Ovvero interpretazioni di regole. Chiaramente più con capitani e allenatori. Ci sono modifiche sulle interpretazioni delle regole; è giusto che capitani ed allenatori ne siano al corrente. La discussione si basava anche su queste cose.»
Avv. Morescanti: «Nel 2004-2005 ha avuto pressioni o momenti in cui ha potuto capire che il dottor Bergamo in particolare faceva pressioni perché lei arbitrasse una gara a favore o contro qualcuno? »
Collina: «No. »
Avv. Morescanti: «Non crede che le polemiche e le critiche agli arbitri siano spesso infondate perché si va spesso a mettere a confronto quello che l’arbitro vede durante il gioco dalla sua posizione sul terreno di gioco, rispetto a quello che possono vedere 30 telecamere dislocate su tutto il campo?»
Collina: «La risposta è scontata. Credo che ci sia una speculazione assoluta tra quella che è la capacità umana di percepire un episodio, rispetto a quello che la tecnologia, nel corso degli anni, è stata capace di offrire. »
Avv. Morescanti: «Un’ultima domanda. Qual è il ruolo dell'osservatore arbitrale? Quando viene inviato? Viene inviato per tutte le gare? Per quale motivo viene inviato?»
Collina: «In Serie A e B viene inviato in tutte le partite e la funzione è quella di valutare la prestazione dell’arbitro. E’ un ex-arbitro, quindi una persona che ha competenza in questo campo. Quindi l’obiettivo è quello di valutare la prestazione; deve redige un rapporto che servirà al designatore per prendere decisioni sul futuro utilizzo di quell’arbitro.»
Esame Gallinelli, difesa De Santis
Avv. Gallinelli : «Con riferimento al numero di gare da lei arbitrate nella stagione 2004/05, questo numero era connesso al suo valore e prestigio di arbitro?»
Collina: «Credo che fosse legato anche al rendimento; non credo che un arbitro possa essere designato per la sua “storia”. Se non garantisce prestazioni adeguate a quelle che sono le necessità del campionato, puoi essere il miglior arbitro del mondo ma non vieni utilizzato.»
Avv. Gallinelli: «In quell'anno De Santis era internazionale?»
Collina: «Sì.»
Avv. Gallinelli: «Da quanti anni?»
Collina: «Non ricordo ma certamente era uno degli internazionali più esperti.»
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se mezz'ora prima dell’inizio di un incontro calcistico, e dopo la consegna -da parte dell’arbitro- del referto arbitrale all’osservatore, era possibile per l'arbitro conferire con i dirigenti di società che partecipavano ad una determinata competizione calcistica?»
Collina: «La Lega Nazionale Professionisti, a quel tempo, aveva emanato una circolare all’inizio della stagione che imponeva il divieto di accesso agli spogliatoi degli arbitri nei 30 minuti precedenti la disputa della partita; l’accesso agli spogliatoi era autorizzato per il dirigente accompagnatore, per il dirigente addetto all’arbitro, cioè due dirigenti scritti in elenco e, l’unica altra persona che poteva entrare era il presidente della società per fare un saluto, gesto di cortesia fatto nei confronti della terna/quaterna arbitrale. Però questo doveva avvenire, anche per motivi di concentrazione, in un tempo precedente ai 30 minuti rispetto all’inizio della gara. Dopo la partita non esisteva un divieto di accesso allo spogliatoio della quaterna. Ovviamente le stesse persone che erano autorizzate prima, erano autorizzate anche dopo, però capitava che dopo la partita potessero passare a salutare anche altri dirigenti, così come poteva capitare che qualche altro dirigente che chiedeva di poter entrare, gli venisse detto di no. C'erano dirigenti che venivano più spesso mentre altri non veniva quasi mai.»
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se le è capitato durante la sua carriera di ammonire giocatori diffidati?»
Collina: «Ovviamente sì.»
Avv. Gallinelli: «Al momento dell'ammonizione era a conoscenza del fatto che fossero diffidati o lo veniva a sapere dopo? »
Collina: «No, non ne ero a conoscenza. »
Avv. Gallinelli: «Nel campionato 2004/05 lei arbitrò Milan-Juventus che si giocò l’8 maggio 2005...»
Collina: «Sì...Milan-Juventus a 2 giornate dalla fine del campionato.»
Avv. Gallinelli: «In quel momento era in corso una lotta per la conquista del titolo.»
Collina: «Si giocavano il campionato.»
Avv. Gallinelli: «Ricorda se il Milan aveva giocatori diffidati?»
Collina: «No, era l’ultima delle mie preoccupazioni.»
Avv. Gallinelli: «E si ricorda contro quale squadra giocò la gara precedente?»
Collina: «No, oggi no. Probabilmente se mi avesse fatto questa domanda il giorno della partita, le avrei detto di sì.»
Avv. Gallinelli: «Fiorentina-Milan?»
Collina: «Non ricordo.»
Avv. Gallinelli: «E l'ultima di campionato che ha arbitrato, Fiorentina-Brescia, era una partita decisiva per la retrocessione? Ci furono contestazioni nei confronti della condotta arbitrale, alla fine?»
Collina: «Era una partita decisiva per la retrocessione, e riguardo a delle contestazioni nei miei confronti, credo assolutamente no.»
Avv. Gallinelli: «Problematiche sollevate dalla stampa sportiva?»
Collina: «Credo che i giudizi della stampa, il giorno successivo a quella partita, fossero assolutamente tutti molto positivi.»
Avv. Gallinelli: «Mi sa dire quali sono le modalità per qualificare un campo come impraticabile?»
Collina: «L'impossibilità di disputare la partita.»
Avv. Gallinelli: «Chi deve decidere, e quali sono gli accertamenti da fare?»
Collina: «L’arbitro deve decidere e determinare se la gara può essere disputata; per cui se esistono le condizioni che possono far disputare la gara anche in rispetto di quella che è la sicurezza dei giocatori. Nel concreto dipende dal tipo di condizione ostativa: se c’è la nebbia, ovviamente, deve verificare che ci sia visibilità sufficiente a controllare il gioco, se c’è ghiaccio, che non ci siano particolari pericoli per i giocatori, se c'è acqua sul terreno di gioco, che ci siano le condizioni per poter disputare la partita. E cioè, che il pallone si muova.»
Avv. Gallinelli: «L’arbitro, facendo rimbalzare il pallone, verifica se ci sono le condizioni per poter giocare?»
Collina: «Sì, è una delle verifiche, ma può essere anche quello di farlo correre.»
Avv. Gallinelli: «Ricorda se prima e dopo della partita era lecito parlare con i designatori? »
Collina: «Certamente, è compito di un designatore parlare con i propri arbitri prima o dopo la partita. A me è capitato di parlare con i designatori prima della partita, ricevevo quasi sempre una chiamata di Paolo Bergamo intorno alle 12 della domenica. Era una cosa che a lui faceva piacere fare. Anche me faceva piacere. Però ad esempio è una cosa che io non ho mai fatto. Però non trovo nulla di non corretto. »
Avv. Gallinelli: «Si ricorda i termini e le modalità del cosiddetto "progetto arbitro campione", un accordo che venne stipulato tra FIGC, AIA e con la Ing. Project (società olandese) a settembre del 2004?»
Collina: «Non ricordo il “progetto arbitro campione”. Ricordo una sponsorizzazione effettuata da parte di questa società nei confronti della FIGC e nella fattispecie dell’AIA.»
Avv. Gallinelli: «Era un progetto promo pubblicitario, giusto? Girò anche degli spot?»
Collina: «Sì, con altri colleghi. De Santis, Paparesta e Trefoloni.»
Avv. Gallinelli: «C'era un accordo per i compensi a seguito di questa attività pubblicitaria?»
Collina: «Non so se c’erano degli accordi con gli altri tre arbitri, io sicuramente avevo un accordo che mi riguardava. »
Avv. Gallinelli: «Lei percepì somme di denaro?»
Collina: «Sì, regolarmente fatturate. Faceva parte di una proposta che mi è stata fatta da parte del presidente dell’AIA, Lanese, e dai due designatori. »
Avv. Gallinelli: «Quindi aveva un accordo scritto con l'Aia riguardo questa attività pubblicitaria?»
Collina: «Non so se era un accordo scritto, o verbale, ma sicuramente ci fu la mia adesione a quella che era stata la proposta che mi era stata fatta da parte di Lanese, sulla base di una richiesta specifica da parte dello sponsor.»
Avv. Gallinelli: «Sa se De Santis ha avuto un compenso?»
Collina: «Non lo so. So che il mio compenso l’ho avuto dopo 3 anni, ma non so se De Santis, Paparesta e Trefoloni lo hanno ricevuto, ma soprattutto non so se c’era stata una proposta nei loro confronti simile a quella che avevo ricevuto io.»
Avv. Gallinelli: «Sa se c'è stata una interrogazione parlamentare l’11 luglio 2008 su tale argomento?»
Collina: «No.»
Esame De Nigris, difesa Lotito
Avv. De Nigris: «Può dire la procedura di nomina degli assistenti…se la sa?
Collina: «La procedura di nomina degli assistenti...nella commissioni arbitri esisteva una persona che era responsabile degli assistenti che, credo, facesse una proposta di designazione diretta che veniva vagliata dai due designatori e avallata oppure modificata in funzione dei convincimenti dei designatori. Non c’era sorteggio.
Esame Picca, difesa Della Valle
Avv. Picca : «Lei ha ricordato di aver arbitrato la partita Fiorentina-Brescia disputata il 29 maggio 2005. Prima della partita, lei ha ricevuto richiesta da parte dei designatori Bergamo e Pairetto di assumere delle decisioni arbitrali finalizzate ad avvantaggiare la Fiorentina e a svantaggiare il Brescia? »
Collina: «Non ho mai ricevuto richieste da parte di Bergamo e Pairetto di influenzare con mie decisioni i risultati. »
Avv. Picca: «Ha ricevuto richieste analoghe da parte di altre persone?»
Collina: «No.»
Esame Prioreschi, difesa Moggi
Avv. Prioreschi : «Fiorentina-Juve 3-3 del 9 aprile 2005: c'è stato un episodio di gol/non-gol di Cannavaro?»
Collina: «Sì, ricordo che c’è stato un episodio di questo tipo nell’arco del primo tempo, sulla quale l'assistente (che in queste situazioni aiuta l’arbitro o prende anche la decisione) disse che secondo lui il pallone non era entrato e quindi decidemmo di far proseguire il gioco. Ricordo che all’intervallo, l'allenatore della Juventus mi parlò di un pallone entrato di un metro...credo che avesse approssimato per eccesso. Ricordo che dopo la gara vidi l’episodio e ancora oggi non so se il pallone fosse entrato o meno. E’ uno degli episodi che uno valuta diversamente a seconda di come lo si guarda.»
Avv. Prioreschi: «Ricorda se per questa gara ebbe conversazioni con i designatori?»
Collina: «Sì, ricordo che dissi che mi aveva fatto piacere uscire dallo stadio con i tifosi della Fiorentina che avevano un atteggiamento molto positivo.»
Avv. Prioreschi: «Lei è stato sentito dai carabinieri il 16 maggio 2006…ricorda quanto è durato quell'interrogatorio?»
Collina: «Devo distinguere: attesi circa 2 ore per iniziare da quando entrai al momento in cui iniziò la mia “audizione”. Ricordo che insieme ad un’altra persona mi affacciai ad una finestra perché non volevo che si pensasse che il mio interrogatorio era iniziato nel momento in cui ero entrato...»
Avv. Prioreschi: «E perché iniziò dopo 2 ore?»
Collina: «Perché probabilmente c’era qualcun altro che doveva essere ascoltato.»
Avv. Prioreschi: «Dal verbale risulta che questo interrogatorio è iniziato alle ore 16.45 ed è terminato alle 21.45…»
Collina: «Abbiamo avuto anche tutta una fase di redazione del verbale, per cui…io non so tecnicamente cosa intende lei per interrogatorio…»
Avv. Prioreschi: «Quando s’è messo seduto ed ha cominciato a parlare, e quando si è alzato perché ha smesso di parlare.»
Interviene il presidente Casoria per far andare avanti l’esame.
Avv. Prioreschi: «Conferma che s’è trattato di un verbale di tre paginette dattiloscritte? »
Collina: «Non lo ricordo con precisione.»
Avv. Prioreschi: «L’interrogatorio si è svolto in un clima sereno?»
Collina: «Direi di si…assolutamente sì.»
Presidente Casoria: «Anche nella designazione diretta, quella che lei predilige, si deve sempre tener conto anche delle preclusioni…o il designatore le può anche “superare”?»
Collina: «No, all’inizio della stagione vengono fissati una serie di vincoli. »
Presidente Casoria: «Quindi valgono anche per la designazione diretta dell’arbitro?»
Collina: «Assolutamente si. »
Nessuna domanda da parte dei PM. Termina la deposizione di Collina.
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gabriele
12.10.2010, 17:27
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Il processo - Dall'udienza 12 OTTOBRE 2010:
Gallinelli contro Auricchio
Il sale sulla coda. Sul finire dell'udienza l'avvocato Gallinelli, difensore di Massimo De Santis, ha presentato una trasmissione degli atti chiedendo una valutazione sull'ipotesi di falsa testimonianza del tenente colonnello Auricchio in seguito alle dichiarazioni rilasciate in aula durante una deposizione dello scorso marzo.
Le 130 telefonate che la difesa di Luciano Moggi ha chiesto di acquisire nell'udienza dell'1 ottobre sono state verbalmente accolte dal Presidente Casoria, che ha chiesto la preparazione della lista completa. Dovrebbero essere ufficialmente ammesse agli atti durante la prossima prossima udienza, quando anche la difesa di Pairetto presenterà la sua lista di ulteriori telefonate intercettate e mai evidenziate o trascritte dagli investigatori.
Nell'aula 216 è stata la giornata dei calciatori, del notaio Tavassi, che certificava i sorteggi a Coverciano, di Antonello Capone, che all'epoca era presidente dell'USSI, l'Unione giornalisti sportivi, e designava i colleghi che dovevano estrarre le sfere degli arbitri ai sorteggi. Tra i calciatori si sono presentati Ledesma e Nesta. Del Piero assente perché non ha ricevuto la notifica di presentazione.
Come abbiamo annunciato ieri nelle nostre news l'avvocato Gallinelli ha depositato l'avviso di richiesta di proroga del termine delle indagini preliminari, datato 9 maggio 2005 e notificato a De Santis a giugno 2005. Questo documento autentico dimostra che De Santis ha "diretta cognizione" di essere indagato a campionato finito, smentendo quanto dichiarato da Auricchio, ovvero che l'arbitro sull'indagine "... a febbraio aveva le esigenze conoscitive, ad aprile ha avuto direttamente cognizione". Il deposito di questo documento era stato annunciato dall'avvocato Gallinelli già nell'udienza del 30 marzo, ma allora De Santis non riusciva a trovare l'atto originale.
LA CRONACA.
Ore 10.15 - Moggi è in aula. Presenti anche Nesta e Ledesma chiamati a testimoniare. Presenti anche Bergonzi e Calcagno. Assente Alessandro Del Piero che non avrebbe ricevuto la convocazione. Inizia la testimonianza dell'ex arbitro Roberto Rosetti.
Rosetti: Non ho mai ricevuto pressioni dai designatori. L'errore sul fallo di mano di Zauri in Lazio-Fiorentina? Io ho visto la testa, non la mano. Nell'intervallo mi disse che era stato involontario e in campo se ne accorse solo Chiellini.
Rosetti: Noi possiamo commetttere degli errori, l'errore è parte fondamentale della nostra attività, c'è una notevole differenza tra il campo e la televisione, in Fiorentina-Lazio io non commisi un errore, non vidi un fallo di mano, punto.
Domanda: Se l'avesse visto?
Rosetti: Se l'avessi visto avrei dovuto dare rigore alla Fiorentina ed espellere Zauri. Non lo feci perché non vidi, nemmeno gli assistenti videro, neanche i giocatori si accorsero tanto era violento il tiro. Anche il telcronista se ne accorse al quarto replay.
Domanda: Come si procede adesso alle designazioni?
Rosetti: Per scelta diretta.
Domanda: Come svolgeva il suo rolo Pairetto? In modo imparziale?
Rosetti: Avevamo un buon rapporto perché eravamo entrambi di Torino, ma è sempre stato corretto; (sintesi: il fatto che fossero amici era cosa diversa dal rapporto professionale).
A Rosetti è stato chiesto se fosse mai stato invitato ad attuare qualche meccanismo relativo ad ammonizioni o espulsioni. Rosetti ha risposto: "Assolutamente no. Fare l'arbitro, è una passione, è la mia vita, non avrei mai potuto fare una cosa del genere".
Avv. Picca (avv. Della Valle): Su quello che ha detto, del fallo di mano, Lei cosa decise?
Rosetti: Non avendo visto il fallo di mano, diedi il calcio d'angolo. Aggiungo che poi tra il primo e il secondo tempo incontrai Zauri, Lui mi disse che era saltato per colpire il pallone di testa, poi 'potrei anche involontariamente averla colpita con la mano', il giocatore, si sa, fa la sua parte.
Avv. Picca Lei ha detto che solo un giocatore, Chiellini, protestò..
Rosetti: Sì, ma neanche tanto violentemente...
Avv. Picca Non è vero che anche altri protestarono, Di Livio, per esempio?
Rosetti: Non lo ricordo.
Avv. Picca Ma nelle riprese, Lei dice che è un maniaco delle riprese, le rivede più volte, si vede che tutti protestano.
Rosetti: In quella fattispecie non ci fu una protesta importante degli altri giocatori, può darsi che qualcuno disse qualcosa, ma non ci fu quella che noi chiamiamo mass confrontation.
Ore 11.30 - Hanno deposto: gli assistenti Calcagno e Pirondini ed il calciatore Ledesma. Niente di "rilevante", per dirla all'Auricchio.
Ledesma all'epoca giocava nel Lecce e relativamente a quello che dichiarò nel 2006 ai pm e alla partita Lecce-Juventus, ha dichiarato: "Quello che è successo nel 2004, nel 2006 me lo ricordavo, ma adesso non me lo ricordo più. Lecce-Juve? Il campo era pesante ma nessuno chiese di interrompere la partita. Il campo pesante non favoriva la Juve".
Avv. Gallinelli: Nel 2004-2005 era capitano del Lecce?
Ledesma: Sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda Lecce-Juve?
Ledesma: Se è quella che pioveva tanto sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda le condizioni del terreno di gioco?
Ledesma: Aveva piovuto tanto tanto ma abbiamo giocato lo stesso per tutta la partita.
Avv. Gallinelli: Ricorda se De Santis venne negli soìpogliatoi e vi chiese la vostra volonta, se giocare o no?
Ledesma: Non ricordo.
Contestazione: Lei, quando venne interrogato, disse che De Santis venne negli spogliatoi
Ledesma: Adesso non ricordo, allora sì, sono passati sei anni, allora era più recente.
Avv. Gallinelli: Ricorda se Lei o l'altro capitano chiedeste di sospendere la partita?
Ledesma: Adesso non ricordo.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda episodi che danneggiarono la sua squadra?
Ledesma: No.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda se allora disse qualcosa in proposito?
Ledesma: No, non ricordo.
Avv. Gallinelli: Lei ririene che le condizioni del campo potessero pregiudicare il rendimento della Sua squadra?
Ledesma: Non posso dire, non mi ricordo nemmeno chi giocava.
Avv. Gallinelli: Lei non chiese di verificare il campo?
Ledesma: No, non lo chiesi.
Avv. Gallinelli: Rcorda se la fece l'altro capitano?
Ledesma: Non ricordo.
Contestazione: Lei disse: 'Non chiedemmo di verificare se il campo fosse praticabile'
Avv. Gallinelli: Ricorda Lecce-Parma?
Ledesma: Sì...
Avv. Gallinelli: Lei era capitano del Lecce?
Ledesma: Sì, allora sì.
Avv. Gallinelli: Trovò qualche decisione arbitrale ingiusta?
Ledesma: Quello che mi ricordavo lo dissi, adesso non posso...
Avv. Gallinelli: Eravate in lotta per la retrocessione?
Ledesma: Sì.
Avv. Gallinelli: Quante squadre erano in lotta?
Ledesma: Non mi ricordo.
Gallinelli: Eravate informati dei risultati delle altre squadre?
Ledesma: Noi no, sul tabellone forse c'era.
Avv. Gallinelli: Fu adottato qualche provvedimento verso Morfeo?
Ledesma: Se non mi sbaglio fu espulso verso la fine della partita... (ed invece non fu espulso, ndr)
Avv. Gallinelli: Perché Zeman si mise dietro la panchina?
Ledesma: Non lo so, non l'ho mai chiesto...
Clicca per vedere il documento notificato a De Santis (http://download.ju29ro.com/files/notificadesantis.jpg) da cui si evince che, contrariamente a quanto asserito in aula da Auricchio, l'ex arbitro ha conoscenza diretta di essere indagato in data successiva ad aprile 2005.
Ore 11.50 - Terminato l'interrogatorio di Nesta. Interrogato sulla sua posizione di diffidato, insieme a Seedorf e Rui Costa, alla vigilia di Milan-Juve 2005, ha dichiarato di non ricordare. Non ricorda nulla sulla partita, pur avendola giocata e dichiara: "Io mi ricordo a malapena quel campionato, figuratevi le diffide. Comunque De Santis non mi ammonì per Fiorentina-Milan e giocai la sfida scudetto contro la Juve".
Avv. Gallinelli: Su Fiorentina-Milan del 30.04.05, eravate in lotta per la conquista titolo?
Nesta: Mi pare di sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda il risultato?
Nesta: No.
Avv. Gallinelli: Era la partita precedente a Milan-Juve...
Nesta: Ah sì ricordo, quando abbiamo perso lo scudetto in casa...
Avv. Gallinelli: Lei ricorda se Seedorf e Rui Costa, oltre a Lei, erano diffidati?
Nesta: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Lei disputò Milan-Juventus?
Nesta: Sì.
Avv. Gallinelli: Venne ammonito in Fiorentina-Milan?
Nesta: Non ricordo, ma se giocai la partita dopo, no.
Avv. Gallinelli: Venne ammonito in Milan-Juventus? E venne squalificato?
Nesta: Ricordo che venni ammonito per un fallo brutto.
Avv. Gallinelli: Ricorda che per Fiorentina-Milan ci furono polemiche da parte dei dirigenti della Juve?
Nesta: C'era molta rivalità in quel periodo tra Milan e Juve, eravamo in lotta per lo scudetto...
Avv. Gallinelli: Ricorda polemiche per un fallo di Stam, con possibile espulsione, e per fallo da rigore di Pancaro che aveva atterrato Pazzini in area?
Nesta: Non ricordo, ho fatto 100 partite da quel giorno, certo, forse 100 no, però...
Avv. Gallinelli: Lei era diffidato prima di Milan-Juve?
Nesta: Non ricordo.
L'avvocato Gallinelli, difensore di Massimo De Santis, ha presentato una trasmissione degli atti per fare una valutazione sull'ipotesi di falsa testimonianza dell'allora maggiore Auricchio in seguito alle dichiarazioni rilasciate in aula a marzo.
Avv. Gallinelli: Il colonnello Auricchio nella sua testimonianza del 23 marzo ha sostenuto che il mio assistito si era "sdoganato" dalla presunta associazione perché sapeva di essere indagato. Per questo chiedo che vengano trasmessi gli atti al pm per una incriminazione per falsa testimonianza.
Presidente Casoria: Vedremo all’esito del dibattimento.
Ore 12.35 - Depone il notaio Tavassi, che certificava i sorteggi effettuati a Coverciano, e ribadisce che i sorteggi: "Erano regolarissimi". L'avvocato Prioreschi gli ha chiesto se fosse mai stato sentito dai carabinieri ed il notaio ha risposto laconicamente: "NO, e mi sono anche meravigliato di questo".
Ore 12.50 - Depone Antonello Capone, all'epoca giornalista della Gazzetta e Presidente dell'USSI. L'avvocato Prioreschi ha rivolto anche a lui la domanda "E' mai stato sentito dai carabinieri?". La risposta è stata: "NO".
L'udienza riserva anche una deposizione spontanea di De Santis ed una dichiarazione di Moggi su Baldini. Moggi in risposta a Baldini, che nella scorsa udienza aveva parlato di "paura di perdere il posto di lavoro alla Roma", ha ricordato la testimonianza di Rosella Sensi sull'incontro con Giraudo, che non esercitò alcuna pressione o richiesta su Baldini. Moggi ha ricordato che quell'anno Baldini, secondo lui, fece una campagna acquisti insoddisfacente e che creò danni alla Roma. Questi potevano essere motivi di apprensione.
Da un'agenzia AGI/ITALPRESS apprendiamo alcune delle cose dette da Moggi nella sua dichiarazione spontanea:
"Alla riunione in Campidoglio dell'aprile 2004 erano presenti Veltroni e Giraudo, ma quest'ultimo non fece alcuna pressione circa la posizione di Baldini nell'ambito della Roma, questo ha dichiarato la Sensi. Le cose che ha detto Franco Baldini nascono dal rancore che lui ha perché non è capace. Le dichiarazioni della Sensi lo hanno dimostrato. Ve le rileggo: 'Moggi non ha mai detto di cacciarlo via, perché non era neppure alla riunione che abbiamo avuto con Veltroni in Campidoglio. Lo abbiamo mandato via visto che era finito il rapporto di fiducia dopo quello che era successo con Mexès', giocatore che doveva arrivare in maniera gratuita e che invece è costato 5 miliardi e poi è stato anche squalificato per un anno". Dopo l'udienza, sulla eventuale chiamata di Moratti come testimone Moggi ha detto: "Allo stato delle cose non ce ne sarebbe neppure bisogno perché si è manifestato tutto, ma resta nella lista".
L'udienza è teminata ed il prossimo appuntamento è fissato per il 19 ottobre alle ore 9.30.
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Da un'agenzia AGI/ITALPRESS apprendiamo alcune delle cose dette da Moggi nella sua dichiarazione spontanea:
"Alla riunione in Campidoglio dell'aprile 2004 erano presenti Veltroni e Giraudo, ma quest'ultimo non fece alcuna pressione circa la posizione di Baldini nell'ambito della Roma, questo ha dichiarato la Sensi. Le cose che ha detto Franco Baldini nascono dal rancore che lui ha perché non è capace. Le dichiarazioni della Sensi lo hanno dimostrato. Ve le rileggo: 'Moggi non ha mai detto di cacciarlo via, perché non era neppure alla riunione che abbiamo avuto con Veltroni in Campidoglio. Lo abbiamo mandato via visto che era finito il rapporto di fiducia dopo quello che era successo con Mexes', giocatore che doveva arrivare in maniera gratuita e che invece è costato 5 miliardi e poi è stato anche squalificato per un anno". Dopo l'udienza, sulla eventuale chiamata di Moratti come testimone Moggi ha detto: "Allo stato delle cose non ce ne sarebbe neppure bisogno perché si è manifestato tutto, ma resta nella lista".
alessandro magno
12.10.2010, 22:02
Calciopoli. Del Piero assente
Mattinata 'calda' a Napoli. De Santis contro Auricchio, Moggi attacca Baldini. Si riparte martedì 19. Attesa per la decisione sull'acquisizione delle telefonate più imbarazzanti che riguardano l'Inter
NAPOLI, 12 ottobre - Mattinata piena a Napoli per l'ennesima udienza del processo penale di Calciopoli. È stato il giorno delle deposizioni di Nesta, Ledesma e Rosetti. Per quanto riguarda gli assenti (Del Piero, Ibrahimovic, Domizzi, Galante, Lucarelli e l'arbitro Tagliavento) il giudice Casoria ha espresso il proprio disappunto, ipotizzando anche di farli venire accompagnati dai carabinieri. Si riprenderà martedì 19. Grande attesa per la decisione sull'acquisizione delle nuove telefonate, tra le quali spiccano quelle più importanti sull'Inter (il 5-4-4 e Bertini imbarazzato su Facchetti).
NIENTE ALEX - Alessandro Del Piero non c'è. Il capitano della Juve non ha ricevuto la notifica e forse sarà ascoltato nelle prossime udienze. Presente invece Cristian Ledesma. Il centrocampista della Lazio è stato chiamato da De Santis per testimoniare sulla gara Lecce-Juve 0-1. In aula anche Alessandro Nesta e gli arbitri Rosetti, Bergonzi e Calcagno.
ECCO NESTA, POI UN MALORE - L'udienza è stata sospesa per qualche minuto a casua di un malore di una ragazza del pubblico, soccorsa dal teste Fornasin (guardalinee) che è medico. Prima, per 7 minuti, ha parlato Alessandro Nesta: «Io mi ricordo a malapena quel campionato, figuratevi le diffide. Comunque De Santis non mi ammonì per Fiorentina-Milan e giocai la sfida scudetto contro la Juve». Ripresa l'udienza, spazio alla deposizione del notaio Tavassi, che faceva il sorteggio a Coverciano.
alessandro magno
12.10.2010, 22:05
Perito ci ripensa: «Bergamo non Facchetti a dire Collina»
http://www.tuttosport.com/images/03/C_3_Media_1146603_immagine_l.jpg
Porto inizialmente aveva indicato l'ex presidente dell'Inter
TORINO, 12 ottobre - Non fu Giacinto Facchetti a pronunciare il nome Collina durante la conversazione telefonica del 26 novembre 2004 con l'allora designatore arbitrale Paolo Bergamo in cui si faceva riferimento a una griglia arbitrale per una partita del campionato.
È quanto emerge da una integrazione della perizia fonica depositata oggi al processo di Calciopoli in corso a Napoli da Roberto Porto, il perito incaricato di esaminare e trascrivere le intercettazioni indicate dalla difesa di Luciano Moggi. Porto aveva depositato la perizia ufficiale nella quale veniva attribuita a Giacinto la frase «va, beh, ma metti dentro Collina» lo scorso 15 settembre e la stessa trascrizione peritale è finita con le altre 187 telefonate in mano alla procura federale per l'indagine sportiva di Calcipoli 2.
L'attribuzione del nome Collina a l'uno piuttosto che all'altro dei protagonisti della telefonata aveva scatenato le polemiche in questi mesi. Si trattava di quella che la difesa di Moggi aveva definito «la madre di tutte le intercettazioni», sostenendo che la frase «metti dentro Collina» era da attribuire all'ex presidente dell'Inter Facchetti. Il perito, a quanto si è appreso, ha invece accertato che il nome dell'arbitro è pronunciato dall'interlocutore, ovvero dal designatore Bergamo. Al di là di quanto emerso in queste ore a Napoli, reistono i dubbi sul lavoro peritale, che finiscono per coinvolgere -a questo punto- anche le altre trascrizioni: Porto aveva collaborato anche alla trascrizione delle tremila telefonate che hanno costituito il corpus dell'accusa. Martedì 19 si torna in aula e, si dovrà chiarire chi ha dato il necessario permesso all perito di "rivedere" la sua stessa perizia firmata solo 27 giorni fa.
eldavidinho94
12.10.2010, 22:36
:incazzato:
e in base a cosa ci ha ripensato?
ma io dico, noi del forum ma tutti gli utenti di internet in generale
che s'interessano e s'informano
sanno quali sono le intercettazioni piu importanti,
blog importanti per la ricerca della verità come
glmdj, ju29ro, il blog dell'uccellino di del piero,
hanno gia compiuto il lavoro di trascrizione e di CONFRONTO
delle intercettazioni...
.... e il tribunale deve ancora decidere a chi attribuire le intercettazioni?
roba da pazzi! :spar:
alessandro magno
12.10.2010, 22:40
si che poi detto fra noi elda non cambia na sega.
se stan discutendo se fare una griglia , che bergamo dica a facchetti : metto collina?
o che facchetti dica a bergamo : metti collina.
è lo stesso illecito. non dovrebbero stare a discutere di chi metter in una partita . punto e basta.
eldavidinho94
13.10.2010, 13:59
Prioreschi (legale Moggi): “Metti Collina è irrilevante. Sim svizzere, argomento tragicomico”
Il legale di Luciano Moggi, avvocato Maurilio Prioreschi conferma ancora una volta che è irrilevante chi pronuncia "Metti Collina"
Roma – Puntata di “Signora Mia” incentrata su calciopoli quella che è andata in onda ieri sera sulle frequenze di Rete Oro nella quale è intervenuto a caldo, dopo la giornata di udienza a Napoli, l’Avv. Maurilio Prioreschi.
Il difensore di Luciano Moggi, intervistato dai componenti della redazione di Tutti Pazzi Per La Juve, celebre trasmissione radiofonica della Capitale, dopo un breve resoconto sulla giornata d’udienza ulteriormente negativa per il teorema accusatorio, ha precisato nuovamente il peso processuale del contenuto della conversazione telefonica intercettata tra l’ex presidente dell’Inter Giacinto Facchetti e l’allora designatore degli arbitri Paolo Bergamo avvenuta il 26/11/2004 pochi giorni prima della partita Inter – Juventus: “Chi dice <<metti collina="">> non è assolutamente rilevante”. - Puntualizza l’Avv.Prioreschi che prosegue: “Quell’intercettazione deve essere letta in parallelo con la precedente Facchetti-Mazzei, (25.11.2004 ndr), dove Mazzei comunica gli assistenti, <<numero 1="" 2="" e="" numero="">> (Ivaldi e Pisacreta), dove Facchetti dice chiaramente <<<mettiamo 1="" arbitri:="" collina="" degli="" il="" metti="" numero="">>, Mazzei dice: << Ma come facciamo? C’è il sorteggio!>> e Facchetti dice: << Ma no, quale sorteggio! Parla con Bergamo>>, quindi poi Facchetti chiama Bergamo ed è il prosieguo naturale di quella telefonata. Ora che lo dica Bergamo o lo dica Facchetti francamente non ha nessuna importanza: il significato della telefonata è chiarissimo. Soltanto chi è in malafede non riesce a capire e poi cerca di arrampicarsi sugli specchi su chi l’ha detto. Non ha nessuna importanza chi ha detto <<metti collina="">>”.
Le intercettazioni indicate dall’Avv. Prioreschi supportano pienamente la tesi difensiva e fanno emergere il grave comportamento tenuto dall’ex presidente dell’Inter che riesce a sapere in anticipo i nomi dei due guardalinee, Ivaldi e Pisacreta, poi effettivamente designati per la partita Inter – Juventus, e suggerisce al Mazzei il modo per aggirare il sorteggio al fine di ottenere l’arbitro gradito ai nerazzurri ovvero Pierluigi Collina.</metti></mettiamo></numero></metti>
<metti collina=""><numero 1="" 2="" e="" numero=""><mettiamo 1="" arbitri:="" collina="" degli="" il="" metti="" numero=""><metti collina=""> </metti></mettiamo></numero></metti>
Impianto accusatorio inconsistente anche per la questione “Sim straniere”.
La situazione più imbarazzante, riguarda la presunta Sim ritenuta dall’accusa in possesso dell’allora arbitro Massimo De Santis agganciata dagli investigatori ad una cella di Coverciano mentre il fischietto di Tivoli si trovava ad un corso riservato alle guardie penitenziarie tenuto a Roma dallo stesso Maggiore Auricchio che conduceva le indagini nell’operazione Off-Side.
“Il criterio utilizzato dagli investigatori non ha nulla di scientifico”. – afferma l’Avv. Prioreschi che continua: “Inoltre c’è un dato agghiacciante: i carabinieri hanno elaborato centinaia di migliaia di contatti telefonici a mano per ricavare questi presunti contatti tra le sim svizzere e poi quello che è più tragico da un lato e comico dall’altro è che le chiamate tra le sim in entrata ed in uscita non corrispondono. Se A chiama B 10 volte, A avrà 10 chiamate in uscita e B 10 in entrata, invece su tutte le sim svizzere abbiamo dati di 10 in uscita e dall’altra parte 100 in entrata oppure 10 in uscita e nessuna in entrata, insomma non corrisponde nulla. E’ una cosa che definire comica e dire poco. Il dato delle sim svizzere, se esiste, è il seguente: una scheda chiama un’altra scheda, ma chi fosse al telefono dell’una e dell’altra nessuno lo può dire”.
Fonte: www.tuttipazziperlajuve.com
eldavidinho94
14.10.2010, 13:38
Svelato il mistero del “Metti Collina”: Porto e la bozza sfuggita
E’ stato finalmente svelato il mistero dell’ormai tragicomico “Metti Collina”, quel particolare rilevante solo per le coscienze di qualche tifoso nerazzurro che spera ancora di ottenere la santità con le indulgenze. La frase incriminata fa riferimento alla griglia abbozzata da Berga*mo al telefono con Facchetti alle 9.51 del giorno in cui – so*lo alle 11 – si sarebbe proce*duto al sorteggio degli arbi*tri. La verità la svela oggi ‘Tuttosport’ e dire che abbia fatto imbufalire lo staff difensivo degli imputati è dire poco.
Il perito Porto, in sostanza, si è rimangiato la perizia a distanza di qualche giorno dal deposito in tribunale: nel*l’udienza del 1 ottobre la giu*dice Casoria aveva afferma*to, alla presenza di Porto al banco dei testimoni, che le trascrizioni erano sta*te ufficialmente depositate. In realtà così non è stato e il 7 ottobre Porto scrive. “Io sot*toscritto faccio presente quanto segue: il 15 settembre 2010 ho depositato la secon*da perizia fonica trascrittiva; il 4 ottobre (ma era l’1 otto*bre) ho confermato in udien*za la perizia da me redatta; nei due giorni successivi a ta*le conferma, su vari giornali sportivi venivano riportati alcuni passi della telefonata 4853 del 26 novembre 2004; rivedendo la relativa trascri*zione mi accorgevo di aver depositato una bozza della stessa, con al*cune imprecisioni. Per i sum*menzionati motivi, io sotto*scritto deposito in data odier*na la trascrizione della con*versazione 4853, ribadendo che, per mero errore materia*le, nelle perizia da me depo*sitata il 15 settembre è stata riportata una bozza della stessa che deve intendersi sostituita da quella allegata“.
E’ davvero incredibile come un perito che sin qui aveva depositato perizie foniche impeccabili abbia commesso un errore così grossolano presentando una bozza, proprio per la telefonata più importante. Per evitare che l’episodio si ripeta, comunque, la difesa di Moggi è orientata a chiedere che un loro consulente affianchi il perito Porto da qui alla fine del processo.
maurizio
19.10.2010, 12:08
Calciopoli, Del Piero in aula a Napoli
"Scudetti vinti? Tutti meritati"
<TABLE id=imgesterna cellSpacing=0 cellPadding=0 width=330 align=right><TBODY><TR><TD style="PADDING-LEFT: 8px">http://www.lastampa.it/sport/cmssezioni/calcio/201010images/delpiero01g.jpg</TD></TR><TR><TD style="PADDING-LEFT: 8px" class=didascalia>Alex Del Piero, 35 anni, capitano della Juventus</TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE style="PADDING-RIGHT: 12px" id=strumenti cellSpacing=0 cellPadding=0 width=250><TBODY><TR><TD bgColor=#ececec height=2 colSpan=2><!--div style='width:100%; background-color:#ECECEC;'-->http://www.lastampa.it/common/images/pixel.gif<!--/div--></TD></TR><TR><TD height=35>http://www.lastampa.it/common/images/stampa_scritta.gif (http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calcio/201010articoli/29949girata.asp#)http://www.lastampa.it/common/images/busta_scritta.gif (http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calcio/201010articoli/29949girata.asp#)http://www.lastampa.it/common/images/ok_scritta.gif (http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp)</TD><TD align=right><SCRIPT language=JavaScript type=text/javascript><!--//OAS_RICH('SpotLight_01');//--></SCRIPT>condividi http://www3.lastampa.it/fileadmin/templates/images/facebook_trans_ani.gif (javascript:openWin('http://www.facebook.com/sharer.php', 'u='+escape(location.href))) http://www.lastampa.it/common/images/twitter.gif (javascript:openWin('http://twitter.com/home', 'status=Currently reading ' + escape(location.href)))<SCRIPT type=text/javascript> //<![CDATA[ function openWin(url, qs) { window.open(url+'?'+qs, '_blank'); } //--></SCRIPT> </TD></TR></TBODY></TABLE>
Il capitano della Juve teste della difesa di De Santis: «Legittimi anche i successi degli altri club»
NAPOLI
Il capitano della Juventus, Alessandro Del Piero, ha deposto in qualità di testimone al processo di Calciopoli ripreso a Napoli, davanti alla nona sezione del tribunale. Il campione bianconero è stato citato dalla difesa dell’ex arbitro Massimo De Santis. Il legale di De Santis, avvocato Paolo Gallitelli, ha rivolto a Del Piero domande su alcuni incontri della Juve arbitrati da De Santis e in particolare su alcuni episodi favorevoli alla squadra bianconera.
Del Piero ha ricordato, a proposito della partita persa in casa con l’Inter, lo scontro che ci fu tra Cordoba e Ibrahimovic che costò la squalifica dell’attaccante svedese in seguito alla prova televisiva e che comportò l’assenza di Ibra in occasione della partita decisiva per l’assegnazione dello scudetto contro il Milan. Rispondendo ad una domanda del legale, Del Piero ha detto: «Qualunque squadra che ha vinto il campionato lo ha meritato, la Juve come le altre».
A proposito del rapporto dei calciatori con De Santis, Del Piero ha affermato che si trattava di un rapporto «disteso, dava del tu a tutti i giocatori, ha sempre cercato la via del colloquio». Il capitano della Juve ha inoltre ricordato di essere stato espulso soltanto due volte nella sua carriera e in una di queste occasioni, a Udine, fu De Santis a estrarre il cartellino rosso.
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juventinadelsud
19.10.2010, 12:15
ormai è solo il processo di moggi!che tristezza
AlexnelCuore
19.10.2010, 14:39
più tempo passa e più mi rendo conto che questo processo sia un buco nell'acqua
gabriele
19.10.2010, 14:42
Processo Calciopoli - Udienza del 19 ottobre 2010.
Dovrebbero essere ascoltati in aula, convocati come testimoni dall'avvocato Gallinelli (difesa De Santis): Del Piero, che risponderà su quel Lecce-Juventus, poi Frey, Domizzi, Gamberini e Tagliavento. La difesa dei Della Valle ha convocato Di Livio. Ibrahimovic ha presentato giustificazione perché impegnato in Champions. La difesa di Moggi ha ottenuto di chiamare i testimoni del suo elenco per ultimi. L'avvocato Prioreschi ha detto che quello sarà il momento in cui decideranno se convocare nuovamente Moratti, che non si era presentato l'1 ottobre, o rinunciare alla sua deposizione.
Ore 9.45 - Frales: Buongiorno a tutti. L'aula 216 del Tribunale di Napoli è già gremita. Moggi è già al suo posto, come anche De Santis.
C'è Alessandro Del Piero, che dovrebbe essere il primo a testimoniare.
Ore 10.10 - L'avvocato dei Della Valle dichiara che sono presenti Di Livio e l'assistente Farneti. Non saranno presenti Galli e Zoff. L'avvocato Picca comunica che l'arbitro Dondarini, come Lanese in passato, si avvale della facoltà di non rispondere, un suo diritto in quanto è stato condannato nel procedimento di primo grado con rito abbreviato. E' entrato in aula il teste Alessandro Del Piero.
Ore 10.20 - DEPOSIZIONE DI ALESSANDRO DEL PIERO
Avv. Gallinelli: Da quanto è nella Juve?
Del Piero: Da più di 16 anni.
Avv. Gallinelli: Quanti trofei ha vinto?
Del Piero: Diversi trofei, tanti scudetti nell'ordine del 17... 15... dipende da tante cose...
Avv. Gallinelli: E' anche stato nella Nazionale?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Cosa ha vinto?
Del Piero: Un Mondiale nel 2006 e due campionati eurpei con l'under 21.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda chi vinse lo scudetto 2004 2005?
Del Piero: Certo, lo ricordo, la Juventus.
Avv. Gallinelli: Quanti gol realizzò?
Del Piero: Non ricordo con precisione.
Avv. Gallinelli: 14?
Del Piero: Sì, probabile.
Avv. Gallinelli: Ricorda di avere segnato un gol in Lecce-Juve il 14 novembre 2004?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda le condizioni del campo?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Può descriverle?
Del Piero: Difficili, perché aveva piovuto molto.
Avv. Gallinelli: Chi era l'arbitro?
Del Piero: Sì, De Santis.
Avv. Gallinelli: Ricorda se De Santis effettuò un sopralluogo?
Del Piero: Mi sembra di si perché prima della gara ricordo che abbiamo parlato delle condizioni del campo con lui.
Avv. Gallinelli: Lei chiese o pose dei dubbi sulla praticabilità del campo o ritenne che la gara potesse essere giocata?
Del Piero: Per me c'erano le condizioni per giocare.
Avv. Gallinelli: Aveste un colloquio con De Santis?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Insieme al capitano del Lecce?
Del Piero: Sì congiuntamente.
Avv. Gallinelli: Anche con altri giocatori?
Del Piero: No, abitualmente si fa solo con i capitani.
Avv. Gallinelli: Le sarà capitato altre volte, è questa la procedura?
Del Piero: Sì, credo che l'arbitro debba andare a controllare di persona, poi parla con i capitani.
Avv. Gallinelli: Nel corso della gara Lei chiese a De Santis di sospendere la partita per verificare?
Del Piero: Io no, perché il campo era impegnativo, ma non vi era la situazione di sospendere, l'atteggiamernto generale dall'inizio della gara era di giocarla.
Avv. Gallinelli: Lei si considera un giocatore più tecnico o più agonistico?
Del Piero: Forse entrambe ma forse più tecnico.
Avv. Gallinelli: Quindi le sue caratteristiche sono adatte ad un campo asciutto o come quello di Lecce?
Del Piero: Certamente più asciutto.
Avv. Gallinelli: Lei fiu sostituito nel secondo tempo?
Del Piero: Sì, dopo circa un quarto d'ora.
Avv. Gallinelli: E questa sostituzione era anche a causa del campo?
Del Piero: Sì, credo di sì.
Avv. Gallinelli: Anche i suoi compagni di squadra del tempo erano tecnici come Lei?
Del Piero: La nostra squadra era impostata cercando di essere forte su tutti gli aspetti, ma quello tecnico era molto presente.
Avv. Gallinelli: Quindi non gradivate giocare la partita con quelle condizioni?
Del Piero: Certo non erano ideali.
Avv. Gallinelli: Ricorda qualche decisione dell'arbitro che ritenne sorprendente?
Del Piero: No, non lo ricordo... situazioni clamorose...
Avv. Gallinelli: Pessotto, Thuram e Tudor vennero ammoniti?
Del Piero: Non lo ricordo, è probabile.
Avv. Gallinelli: Vi furono proteste dei giocatori per decisioni sbagliate dell'arbitro?
Del Piero: Credo di sì, ci sono sempre proteste da parte di entrambe le squadre, le tensioni sono alte.
Avv. Gallinelli: Le è capitato di regalare la sua maglietta ai componenti della terna arbitrale o ai dirigenti della società avversaria?
Del Piero: Nel corso della mia carriera ho regalato magliette un po' a tutti.
Avv. Gallinelli: La sua maglietta è molto richiesta?
Del Piero: Sì, è così.
Avv. Gallinelli: Palermo-Juve del 2005.l’arbitro era sempre De Santis?
Del Piero: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: E ricorda il risultato?
Del Piero: Forse abbiamo perso.
Avv. Gallinelli: Sì, 1-0. Ricorda un episodio su Zambrotta?
Del Piero: Si, mi pare di ricordare qualche protesta,
Avv. Gallinelli: Ricorda se era De Santis?
Del Piero: No.
Avv. Gallinelli: Parma-Juve del 6 gennaio 2005 ricorda proteste per un fallo di mano?
Del Piero: Sì, lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda il risultato?
Del Piero: No.
Avv. Gallinelli: Sempre nel 2004-2005 chi lottava per lo scudetto?
Del Piero: Si sono delineate a lungo andare Juve, Milan e Inter su tutte.
Avv. Gallinelli: Ricorda l’incontro con l’Inter del 20 aprile 2005?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Come finì?
Del Piero: Credo in pareggio.
Avv. Gallinelli: Se dico che perdeste 1-0?
Del Piero: Può essere.
Avv. Gallinelli: Ricorda l’arbitro?
Del Piero: No.
Avv. Gallinelli: Ricorda se ci furono delle proteste?
Del Piero: Ricordo un episodio di un Juve-Inter che portò ad una squalifica di Ibrahimovic per fallo su Cordoba...
Avv. Gallinelli: Si ricorda se Ibrahimovic era diffidato?
Del Piero: Sì, era a rischio.
Avv. Gallinelli: Quanti gol segnò Ibrahimovic in quel campionato?
Del Piero: Tanti.
Avv. Gallinelli: Vennero anche ammoniti Appiah e Nedved?
Del Piero: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda proteste per una mancata concessione di un rigore su Nedved?
Del Piero: Di preciso no.
Avv. Gallinelli: E di uno scontro tra Cordoba e Ibrahimovic?
Del Piero: Sì, lo ricordo bene, perché Ibrahomovic venne squalificato con la prova tv e questo non lo fece giocare nella partita decisiva col Milan. Sì, De Sanctis non vide quel fallo e non mostrò il rosso a Ibra. Ma questo ci costò carissimo, perchè senza prova tv avrebbe giocato la sfida scudetto contro il Milan.
Avv. Gallinelli: Presupposti della prova televisiva è che l’arbitro dichiari di non aver visto l’episodio?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Quindi se l’arbitro avesse dichiarato anche in un secondo momento di aver visto, Ibrahimovic avrebbe giocato Milan-Juve?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda che De Santis ha arbitrato molte gare giocare da Lei...
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Lo considera un buon arbitro?
Del Piero: Sì, è anche uno dei due che mi ha buttato fuori.
Avv. Gallinelli: Ah sì? Quante espulsioni ha avuto in carriera?
Del Piero: Solo due e una comminata da lui.
Avv. Gallinelli: Quale era il rapporto tra De Santis e i dirigenti?
Del Piero: Né confidenziale né staccato ma disteso.
Avv. Gallinelli: Le dava del tu?
Del Piero: Sì, capitava, dopo un po' di anni dava del tu, ma lo dava a tutti, ha sempre cercato una vita colloquiale nei momenti di tensione.
Avv. Gallinelli: Tra i tanti trofei ha vinto anche il 2004 2005, ma anche il 2005 2006...
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Sa che la giustizia sportiva ha revocato questi due scudetti?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Ha mai avuto la percezione che le vittorie fossero state determinate anche da fattori esterni?
Del Piero:No.
PM: Opposizione.
Avv. Gallinelli: Lei ha fatto la stessa domanda a Galliani.
Presidente Casoria: Risponda.
Del Piero: Credo che qualunque squadra abbia vinto il campionato lo abbia meritato.
Avv. Gallinelli: Nessuna altra domanda. Le faccio solo i complimenti per il record.
Presidente Casoria: Avvocato, Lei ha fatto anche i complimenti ad Ancelotti...
Avv. Vitiello, difesa dellla Juventus: Nel 2004 la Juve acquistò Emerson e Zebina che provenivano dalla Roma, e Cannavro ed Ibra, e Capello come allenatore...
Del Piero Sì.
Avv. Vitiello: Quindi la squadra si creò con tutta una serie di campioni... nel 2006 acquistò vieira
Del Piero Nel 2005.
Avv. Vitiello: E questi giocatori sono andati via nel 2006...
Del Piero Sì.
Avv. Vitiello: Quindi la Juve aveva un telaio composto da campioni.
Del Piero Sì.
Avv. Vitiello: Nella finale mondiale del 2006 quanti giocatori giocavano nella Juve? L’avv. Legge le rose delle squadre e Del Piero conferma che giovavano nella Juve.
Avv. Vitiello: Nel 2004–2005 la Juve fece 86 punti?
Del Piero Credo di sì.
Avv. Vitiello: Per la capacità realizzativa della Juve, in quell’anno Ibra segnò 16 gol di cui 1 su rigore, e Lei 14, di cui 4 su rigore, e Iaquinta 13?
Del Piero Ma Iaquinta non era con noi.
Avv. Vitiello: Nel campionato 2005-2006 la Juve fece 91 punti?
Del Piero Sì.
Avv. Vitiello: E Trezeguet segnò 23 gol, e Lei 12?
Del Piero Sì.
Avv. Vitiello: Quindi la squadra aveva un attacco molto forte, capace di segnare senza condizionamenti?
Del Piero Sicuramente.
Avv. Vitiello: Ricorda se in quegli anni qualche altra squadra ha fatto investimenti pari a quelli della Juve?
Del Piero Beh l’Inter ha sempre investito tanto…
Avv. Vitiello: L’investimento della Juve può essere valutato intorno ai 150 milioni di euro?
Del Piero Sì.
Avv. Vitiello: Null’altro.
Pm: Lei ha ricordato, con riferimento ad almeno 3 gare, come incontri nei quali vi sono state decisioni sfavorevoli alla Juve. È giusto?
Del Piero Sì, forse non proprio in tutte e tre.
Pm: Può ricordarmi uno, o più incontri precedenti, che Lei può indicare come gare nelle quali De Santis ha adottato situazioni favorevoli?
Avv. Gallinelli: Opposizione. Del Piero ha giocato più di 700 partite, la domanda è molto fumosa.
Presidente Casoria Risponda.
Del Piero: Non posso ricordare altri episodi, tendenzialmente mi ricordo di determinati episodi ma non degli arbitri. Per esempio ricordo dell’espulsione perché riguardava me
Pm: Una cosa che non mi è chiara, su Juve-Inter, e di coseguenza capitata ad Ibra. Nel corso dell’incontro venne adotatta una decisione da De Santis su Ibra, o no?
Del Piero: I ricordi che ho di quella gara sono quelli che ho detto. Uno scontro tra Ibra e Cordoba.
Pm: Ma dopo questo scontro vi fu un provvedimentio di De Santis?
Del Piero: No.
Avv. Gallinelli: Se De Santis avesse adottato un provvedimento nei confronti di Ibra sarebba scattata la prova televisa?
Del Piero: No.
DEPOSIZIONE DI DOMIZZI.
Avv. Gallinelli: In che squadra giocava nel 2004-2005?
Domizzi: Nel Brescia.
Avv. Gallinelli: In che posizione eravate?
Domizzi: In fondo, siamo retrocessi.
Avv. Gallinelli: Con chi giocate l’ultima?
Domizzi: Con la Fiorentina.
Avv. Gallinelli: E quella prima?
Domizzi: Col Messina.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Domizzi: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Con quante squadre era coninvolto il Brescia?
Domizzi: 4 o 5.
Avv. Gallinelli: Lei era titolare?
Domizzi: Sì.
Avv. Gallinelli: Vennero adottati provvedimenti disciplinari in Brescia-Messina nei suoi confronti?
Domizzi: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda se era diffidato?
Domizzi: No, non ricordo.
Avv. Gallinelli: Lei giocò Fiorentina-Brescia?
Domizzi: Sì.
Avv. Gallinelli: Quindi, probabilmente, se fosse stato diffidato in quella precedente e avendo giocato l’ultima, non sarà stato ammonito?
Domizzi: No.
Avv. Gallinelli: Una sconfitta col Messina che avrebbe determinato?
Domizzi: Sarebbe stata grave, non ricordo di preciso ma saremmo arrivati all’ultima partita costretti a vincere.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda di partite arbitrate da De Santis?
Domizzi: Sì, diverse volte.
Avv. Gallinelli: Quale era il rapporto tra De Santis e i giocatori?
Domizzi: Era abbastanza buono
Nessuna altra domanda.
Avv. Picca: Su Fiorentina-Brescia era in campo?
Domizzi: Sì.
Avv. Picca: Ricorda il risultato?
Domizzi: Sì, 3-0.
Avv. Picca: Fu giocata con tensione, aggressività?
Domizzi: Beh credo di sì, era fondamentale.
Avv. Picca: Chi fu l'arbitro?
Domizzi: Collina.
DEPOSIZIONE DELL'ARBITRO TAGLIAVENTO.
Avv. Gallinelli: Da quanto è in attività dal 2003 in serie A?
Tagliavento: Questo è l’ottavo anno.
Avv. Gallinelli: Quale è l’organo che pone in essere le valutazioni per l’avanzamento?
Tagliavento: Ogni domenica c’è un osservatore che ti da un voto e alla fine si fa una media e i migliori vanno avanti.
Avv. Gallinelli: E per diventare internazionale?
Tagliavento: Uguale.
Avv. Gallinelli: È giusto dire che per diventare internazionale la valutazione è più approfondita?
Tagliavento: Diciamo che è un po’ più selettiva.
Avv. Gallinelli: Ricorda le gare dirette da Lei nel 2004 2005?
Tagliavento: Non tutte
Avv. Gallinelli: Palermo lecce del 2005?
Tagliavento: Ero il quarto, sì.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Tagliavento: De Santis
Avv. Gallinelli: Ricorda episodi particolari?
Tagliavento: Non ricordo quasi nulla, solo che fu una bella gara.
Avv. Gallinelli: Nella sua esperienza di quarto uomo se l'arbitro commette degli errori lei se lo ricorderebbe?
Tagliavento: No, non sempre.
Avv. Gallinelli: Ricorda se quando eravate insieme De Santis le ha parlato di giocatori diffidati?
Tagliavento: Mai.
Avv. Gallinelli: In Palermo Lecce ricorda provvedimenti disciplinari?
Tagliavento: Non ricordo.
L’avvocato Gallinelli interroga Tagliavento sulla sua carriera, su quelli che erano i rapporti con De Santis e su quelle che normalmente sono le “usanze” degli arbitri circa il recupero in caso di molte ammonizioni e soprattutto sul famoso Inter Sampdoria
DEPOSIZIONE DI FREY.
Avv.Gallinelli: Nel 2004-2005 dove giocava?
Frey: Nel Parma
Avv.Gallinelli: Era titolare?
Frey: Sì
Avv.Gallinelli: In quella stagione ricorda Parma-Juve del 6 gennaio?
Frey: Sì finì in parità e feci una grande prestazione contro una grande squadra.
Avv.Gallinelli: Ricorda se ci furono contestazioni della Juve?
Frey: Non ricordo
Avv.Gallinelli: Non ricorda un cross di Del Piero che la Juve riteneva essere stato deviato con la mano?
Frey: No
Avv.Gallinelli: Ricorda l’arbitro?
Frey: No.
Avv.Gallinelli: Lecce-Parma la ricorda?
Frey: Sì
Avv.Gallinelli: Perché era importante?
Frey: Perché ci giocavamo la salvezza.
Avv.Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Frey: Non ricordo.
Avv.Gallinelli: De Santis?
Frey: Sì
Avv.Gallinelli: Era internazionale?
Frey: Non lo so.
Avv.Gallinelli: Ma era un arbitro adeguato alla gara?
Frey: Sì
Avv.Gallinelli: Come era messo il Parma?
Frey: Doveva assolutamente vincere.
Avv.Gallinelli: Ma dipendevate anche da altre gare?
Frey: Sì.
Avv.Gallinelli: Anche da Bologna-Sampdoria?
Frey: Sì e anche dalla gara della Fiorentina che giocava col Brescia.
Avv.Gallinelli: Ricorda coime finì BolognaSampdoria?
Frey: In parità.
Avv.Gallinelli: Ricorda quali potevano essere le conseguenza del Parma in caso di vittoria della Sampdoria?
Frey: Noi se avessimo vinto ci saremmo salvati quindi pensammo alla nostra gara.
Avv.Gallinelli: Contro chi giocavate la gara precedente?
Frey: Col Siena.
Avv.Gallinelli: Colme finì?
Frey: In parità.
Avv.Gallinelli: Se aveste battuto il Siena la gara con il Lecce che importanza avrebbe avuto?
Frey: Se avessimo vinto col Siena saremmo stati salvi.
Avv.Gallinelli: Qual era la vostra preoccupazione sulla disputa degli spareggi?
Frey: Fu una stagione molto lunga ricordo che dovevamo assolutamente vincere.
Avv.Gallinelli: Voi eravate preoccupati anche di dover prolungare la stagione per altri 15 giorni?
Frey: Sì, c’era molta stanchezza fisica e mentale.
Avv.Gallinelli: Quindi ci fu molto nervosismo in quella gara?
Frey: Sì.
Avv.Gallinelli: Ricorda se l’arbitro comminò dei provvedimenti disciplinari ad inizio gara ad alcuni suoi compagni?
Frey: Non ricordo.
Avv.Gallinelli: Lei mise in relazione i provvedimenti disciplinari adottati in quella gara in realzione al nervosismo dei suoi compagni?
Frey: Sì
Avv.Gallinelli: Ricorda momenti di nervosismo a fine gara?
Frey: Sì nel sottopassaggio ci fu confusione ma in quel momento ero sotto la curva con i miei compagni.
Avv.Gallinelli: Sa se Vignaroli ebbe un atteggiamento aggressivo?
Frey: No ero lontano.
Avv.Gallinelli: Chi era il portiere del Lecce?
Frey: Sicignano.
Avv.Gallinelli: Ricorda se l’arbitro fischiò un fallo commesso ai danni di Sicignano?
Frey: Non ricordo.
Avv.Gallinelli: Ricorda se giocava con lei Morfeo?
Frey: Sì
Avv.Gallinelli: Venne ammonito o espulso?
Frey: Penso ammonito.
Avv.Gallinelli: Per proteste?
Frey: Non ricordo.
Avv.Gallinelli: Commise un fallo su Sicignano?
Frey: Non ricordo.
Avv.Gallinelli: Sa se Sicignano effettuò una parata importante su Bresciano nel recupero?
Frey: Non ricordo.
Avv.Gallinelli: Ma cercaste di vincere la gara anche nel recupero?
Frey: Certo.
Avv.Gallinelli: Ricorda un atteggiamento di Zeman?
Frey: Sì, è stato strano perché nel secondo tempo si è alzato dalla panchina e si è messo dietro alla stessa.
Avv.Gallinelli: Questo comportamento era accompagnato da fischi del pubblico?
Frey: Sì c’erano dei fischi.
Avv.Gallinelli: Ricorda se nel Lecce giocava Vucinic?
Frey: Sì
Avv.Gallinelli: Era l’unico attaccante?
Frey: Non so se fosse l’unico.
Avv.Gallinelli: Ma venne sostituito?
Frey: Non ricordo.
Avv.Gallinelli: Sa se De Santis chiese informazioni sugli altri risultati?
Frey: Noi giocatori sì, ma l’arbitro non so.
Avv. Gallinelli: Sa se De Santis si informò sui diffidati?
Frey: Non lo so.
Avv. Gallinelli: Ma i tabelloni erano accesi?
Frey: Ricordo che c’era un tabellone che era acceso.
Avv. Gallinelli: Sa se c’era un dirigente del Parma che informava sull’andamento delle altre gare?
Frey: Sì, alcuni compagni si alzavano dalla panchina per informarci.
Avv. Gallinelli: Nessuna domanda
Avv. De Nigris, difesa Lotito.
Avv. De Nigris: Ha giocato Lazio-Parma del 2005?
Frey: Credo di sì.
Avv. De Nigris: Ricorda la gara?
Frey: No, nemmeno il risultato.
Avv. De Nigris: Basta così.
Avv. Picca, difesa Della Valle
Avv. Picca: Lecce-Parma fu l’ultima a finire?
Frey: No, credo di no, mi pare che la Fiorentina finì prima di noi.
Avv. Picca: Quindi mentre eravate in campo il risultato della Fiorentina era definitivo?
Frey: Sì, ricordo l’immagine dei giocatori della Fiorentina che aspettavano il nostro risultato.
Avv. Picca: Mentre stavate giocando veniste informati che la gara della Fiorentina era terminata?
Frey: Sì.
DEPOSIZIONE DI GAMBERINI.
Avv. Gallinelli: Nel 2004-2005 dove giocava?
Gamberini: Nel Bologna.
Avv. Gallinelli: Ricorda Fiorentina-Bologna del 5.12.2004?
Gamberini: Ricordo che finì in pareggio.
Avv. Gallinelli: Al di là del risultato ricorda qualche episodio?
Gamberini: No.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Gamberini: Non so.
Avv. Gallinelli: Può essere De Santis?
Gamberini: Sì.
Avv. Gallinelli: Quando ci sono degli episodi che svantaggiano la sua squadra ricorda il nome dell’arbitro?
Gamberini: No.
Avv. Gallinelli: Subì una ammonizione?
Gamberini: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: E se qualche su compagno di squadra venne ammonito?
Gamberini: Non so.
Avv. Gallinelli: Se c’era qualcuno diffidato e venne ammonito?
Gamberini: Non so.
Avv. Gallinelli: Nastase e Petruzzi vennero ammoniti?
Gamberini: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda se i due vennero sanzionati disciplinarmente con frequenza?
Gamberini: Sì, venivano sanzionati con una certa frequanza.
Avv. Gallinelli: Petruzzi venne ammonito spesso per proteste?
Gamberini: Sì.
Avv. Gallinelli: E Nastase?
Gamberini: Sì.
Avv. Gallinelli: Lei venne mai squalificato in quell’anno?
Gamberini: Mi sembra una sola volta.
Avv. Gallinelli: Quando?
Gamberini: Non lo ricordo, non ne sono nemmeno sicuro.
Avv. Gallinelli: Lei giocò Bologna-Juventus, successiva a quella con la Fiorentina?
Gamberini: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Può escludere che in Fiorentina-Bologna, Giunti, Sussi, Suarez, Loviso, Petruzzi, Nastase e Torrisi erano tutti diffidati?
Gamberini: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Sa se questi subirono molti provvedimenti discplinarii nell’arco dell’anno?
Gamberini: Ricordo di Petruzzi e Nastase, gli altri non so.
Avv. Gallinelli: Può andare.
DEPOSIZIONE DI PASQUALE D'ADDATO, EX OSSERVATORE.</EM>
Avv. Gallinelli: Nel 2004-2005 era osservatore?
D'addato: Sì.
Avv. Gallinelli: In che consiste questa attività?
D'addato: Veniamo designati per valutare l’operato dell’arbitro.
Avv. Gallinelli: E la sua valutazione viene effettuata dal campo di gioco?
D'addato: No, ero in tribuna?
Avv. Gallinelli: Era a Lecce-Juventus del 14.11.2004?
D'addato: Sì.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
D'addato: De Santis.
Avv. Gallinelli: E gli assistenti?
D'addato: Griselli e Cennicola.
Avv. Gallinelli: Quali erano le condizioni del campo?
D'addato: Ricordo che quella domenica non piovve ma era piovuto di notte. Il terreno era pesante e mi preoccupavo se si potesse giocare. Ma era giocabile.
Avv. Gallinelli: Sa se De Santis fece un sopralluogo?
D'addato: Sì.
Avv. Gallinelli: Ne parlò con Lei?
D'addato: No, non potevo avere rapporti prima della gara.
Avv. Gallinelli: Parlò con gli organi tecnici dell’operato dell’arbitro dopo la gara?
D'addato: Subito dopo, quando l’arbitro faceva bene, telefonavo a Bergamo e Pairetto. Mi ricordo che dopo la gara telefonai.
Avv. Gallinelli: Stabilì anche un voto?
D'addato: Sì.
Avv. Gallinelli: A chi rappresentò il voto?
D'addato: Parlai con i designatori dicendo che avrei dato 8,75 all’arbitro.
Avv. Gallinelli: Anche gli assistenti andarono bene?
D'addato: C’era una differenza. Gli assistenti un pò meno bene dell’arbitro, ricordo un 8,40 ad uno dei due assistenti.
Avv. Gallinelli: Venne influenzato nel giudizio?
D'addato: Assolutamente no.
Avv. Gallinelli: Quella volta, ma in altre occasioni?
D'addato: Mai, mai, mai!
Avv. Gallinelli: Ricorda se dopo la gare ebbe in omaggio della magliette?
D'addato: Ricordo che il giorno dopo i giornali scrissero che erano state distribuite delle maglie, io ne ebbi una per cortesia dell’arbitro.
Avv. Gallinelli: Ma succedeva spesso?
D'addato: Sì, è una cosa frequente, è una cosa di modico valore ed è un ricordo.
Avv. Gallinelli: Ha mai avuto magliette dell’Inter, del Genoa?
D'addato: Sì, sì, in quella gara ne ebbi anche una del Lecce.
Avv. Gallinelli: Lei era anche a Lecce-Parma?
D'addato: Sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda se si trattava di una gara di forte interesse?
D'Addato: Sì, fui felice perché la gara era delicatissima e mi inorgogliva di essere stato designato. La partita fu arbitrata con eccellenza da De Santis, che è stato l’arbitro che ha avuto il voto più alto nella mia carriera. Mi colpì molto l’atteggiamento di Zeman che si mise spalle al campo. Non ho mai avuto modo di vedere altre volte una cosa simile.
Avv. Gallinelli: Ricorda l’atteggiamento del Parma?
D'Addato: Ricordo che ci furono molti ammoniti ma tutti appropriati non ho visto nulla di anomalo.
Avv. Gallinelli: Notò un atteggiamento di nervosismo nei giocatori del Parma?
D'Addato: Sì, ricordo che nei primi venti minuti l’arbitro fischiò il 40/50% degli interventi di tutta la gara.
Avv. Gallinelli: Perché un arbitro inflige numerosi provvedimenti disciplinari all’inizio della gara?
D'Addato: L’arbitro ha interesse a far capire ai giocatori che devono giocare al calcio e la gara non deve degenerare.
Avv. Gallinelli: Morfeo venne ammonito o espulso?
D'Addato: Ammonito.
Avv. Gallinelli: Per quale condotta?
D'Addato: Non ricordo con esattezza ma o per protesta, o per gioco falloso.
Avv. Gallinelli: Ricorda se allontanò il pallone?
D'Addato: Ah sì, ora ricordo, fu per questo.
Avv. Gallinelli: Quanti minuti di recupero furono assegnati?
D'Addato: Non ricordo ma quella è una formula matematica, e se gli ho dato quel voto vuol dire che era adeguato.
Avv. Gallinelli: Il Parma nel tempo di recupero rischiò di vincere la gara?
D'Addato: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda un episodio tra De Santis e Vignaroli?
D'Addato: E' accaduto mentre la gara finiva, scesi dalla tribuna per andare dall’arbitro. Quando arrivai nel sottopassaggio vidi un po’ di trambusto, entrai subito nello spogliatoio e De Santis mi disse che un giocatore lo aveva minacciato, e che lui lo riteneva espulso.
Avv. Gallinelli: Lei è ancora osservatore?
D'Addato: No, faccio parte del settore tecnico dell’Aia.
Avv. Prioreschi: Ricorda di essere stato interrogato dai carabinieri di Roma?
D'Addato: Sì.
Avv. Prioreschi: Quanto è durato l'interrogatorio?
D'Addato: Non ricordo.
Avv. Prioreschi: Se Le dico che è inizato alle 10 di mattina ed è finito alle 17, cioè 7 ore per una paginetta di verbale, dico bene?
D'Addato: Non ricordo.
Avv. Prioreschi: Ricorda se Le sono state lette delle intercettazioni?
D'Addato: Sì.
DEPOSIZIONE DI RICCI PAOLO.
Avv.Gallinelli: Lei è stato sentito dai carabinieri di Roma?
Ricci: Sì
Avv.Gallinelli: Per quanto tempo?
Ricci: Circa tre ore.
Avv.Gallinelli: Per quante pagine di verbale?
Ricci: Tre o quattro, non ricordo con esattezza.
Avv.Gallinelli: Che lavoro svolgeva nel 2004/2005?
Ricci: Ero assistente di A e B.
Avv.Gallinelli: A quale polo di allenamento apparteneva?
Ricci: Polo tre di Roma, dell’EUR.
Avv.Gallinelli: Come mai?
Ricci: Perché era più vicono a dove lavoravo.
Avv.Gallinelli: Era lo stesso di De Santis?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: Per quanti anni è stato insieme a lui ad allenarsi?
Ricci: Da quando ero nel settore della serie C.
Avv.Gallinelli: Doveva neccessarimente frequentare quel polo, o poteva scegliere?
Ricci: Dovevo per forza andare lì.
Avv.Gallinelli: Quale era la frequenza?
Ricci: Tre volte a settimana.
Avv.Gallinelli: Vi era, quindi, un obbligo di frequenza?
Ricci: Sì, con le presenze.
Avv.Gallinelli: Chi conduceva gli allenamenti?
Ricci: Un preparatore, Faragnoli.
Avv.Gallinelli: Il quale dava disposizioni anche a De Santis?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: De Santis Le parlò mai di procedimenti penali pendenti sul suo conto?
Ricci: No.
Avv.Gallinelli: De Santis La sollecitò mai sulla condotta che avrebbe dovuto tenere come assistente per alcune squadre?
Ricci: No, se lo avesse fatto lo avrei immediatamente segnalato.
Avv.Gallinelli: Era assisstente in Livorno-Siena?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: Si ricorda di situazioni conflittuali tra De Santis e Spinelli?
Ricci: No.
Avv.Gallinelli: Ricorda il risultato?
Ricci: Sì, perché fu un 6-3.
Avv.Gallinelli: Vi furono provvedimenti disciplinari?
Ricci: Un'espulsione di Galante che diede un calcio a gioco fermo ad un avversario.
Avv.Gallinelli: Quindi, fu una espulsione giusta?
Ricci: Galante protestò. Sì ma era così evidente.
Avv.Gallinelli: E i giocatori del Livorno protestarono?
Ricci: Sì, e se la presero con il calciatore del Siena, mi pare Alberto.
Avv.Gallinelli: Ma venne sostituito?
Ricci: Sì poco dopo.
Avv.Gallinelli: Quindi questa sostituzione derivò anche dal comportamento dei giocatori del Livorno?
Ricci: Credo di sì.
Avv.Gallinelli: Ci fu anche un rigore in favore del Livorno?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: Era giusto?
Ricci: Credo di sì.
Avv.Gallinelli: Era dal suo lato?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: Ritenne corretta la decisione?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: Ci furono proteste del Siena?
Ricci: No.
Avv.Gallinelli: Come venne giudicato il vostro operato dall’osservatore?
Ricci: Era Ceccarelli e ci giudicò molto bene, tutti e tre.
Avv.Gallinelli: Alla fine della gara aveste delle magliette?
Ricci: Sì, era consuetudine fare omaggi ai quattro componenti arbitrali.
Avv. Gallinelli: Il rapporto di De Santis con voi, e con i giocatori, come era?
Ricci: Disteso.
Avv. Gallinelli: De Santis dava del tu?
Ricci: Ai dirigenti del settore arbitrale sì, a quelli delle società no, ai giocatori, a qualcuno certamente sì.
Avv. Gallinelli: Nessuna altra domanda.
Il dirigente del Lecce Zanotti è rimasto bloccato per un incidente e non sarà presente. Verrà il 26, insieme a Banti e Ibra. L'esame dell'avvocato Gallinelli è terminato.
DEPOSIZIONE DI ANGELO DI LIVIO.
Avv. Picca (difesa Della Valle): Nel 2004-2005 era della Fiorentina?
Di Livio: Sì.
Avv. Picca: Era il primo anno?
Di Livio: Sono arrivato nel 1999.
Avv. Picca: Poi, dopo, che ha fatto?
Di Livio: Ho terminato la mia carriera.
Avv. Picca: Era il capitano?
Di Livio: Sì.
Avv. Picca: Lazio-Fiorentina, 22 maggio, chi era l'arbitro?
Di Livio: Rosetti.
Avv. Picca: Risultato?
Di Livio: 1-1.
Avv. Picca: Ci furono decisioni contestate?
Di Livio: Sì, ci fu un fallo di mani di Zauri.
Avv. Picca: E l’arbitro che fece?
Di Livio: Nulla, non lo vide…
Avv. Picca: Lei mosse delle proteste?
Di Livio: Qualcuno l’ha fatto, qualcuno no, io non l’ho fatto, sia perchè ero in una zona laterale, e poi perché la Lazio stava ripartendo in contropiede.
Avv. Picca: Chi protestò?
Di Livio: Chiellini e Maresca, mi pare, ma non ci fu tempo.
Avv. Picca: Lei mosse richieste di chiarimento all’arbitro?
Di Livio: Sì, tra il primo ed il secondo tempo, e lui disse che non aveva visto il fallo di mani.
Avv. Picca: Ma Rosetti chiese al giocatore della Lazio chiarimenti?
Di Livio: No, non in quel momento.
Avv. Picca: La gara era importante per voi?
Di Livio: Molto importante, eravamo in una situazione delicata e ci servivano 2 vittorie.
Avv. Picca: Quale era il vostro atteggiamento in campo?
Di Livio: Concentrazione senz’altro, ma la gara fu una partita normale, anche la Lazio non se la passava benissimo, era qualche punto sopra di noi e all'ultima andavano a Palermo.
Avv. Picca: Quale fu l’atteggiamento della Lazio.
Di Livio: Come la nostra, una squadra che non regalava niente.
Avv. Picca: Ci fu qualche episodio particolare alla fine della gara?
Di Livio: Adesso non ricordo, ma certo quando abbiamo rivisto le immagini ci siamo resi conto che eravamo stati danneggiati.
Avv. Picca: Sa se Rosetti rivide in tv la sua decisione?
Di Livio: Questo non lo so, quando ci ho parlato io, alla fine del primo tempo, mi è sembrato convinto ed onesto.
Avv. Picca: Nel vostro spogliatoio ci furono reazioni di nervosismo?
Di Livio: Sì, quando i nostri dirigenti ci dissero che era molto evidente il fallo di mani.
Avv. Picca: Quindi, per questo, divenne fondamentale l’ultima gara?
Di Livio: Si, dovevano combaciare dei risultati per ottenere la salvezza.
Avv. Picca: Anche Lecce-Parma e Bologna-Samp?
Di Livio: Sì.
Avv. Picca: Ha giocato anche l’ultima Fiorentina-Brescia?
Di Livio: Sì.
Avv. Picca: Chi fu l’arbitro?
Di Livio: Collina.
Avv. Picca: Che clima c’era?
Di Livio: Tensione, chi perdeva andava in B.
Avv. Picca: Come fu l’arbitraggio di Collina? Ci furono decisioni contestate?
Di Livio: No, ci fu un rigore secondo me netto.
Avv. Picca: Lei giudicò l’arbitraggio corretto?
Di Livio: Sì, fece la sua partita.
Avv. Picca: Verificò decisioni finalizzate a favorire una delle due squadre.
Di Livio: No.
Avv. Picca: Anche per gli assistenti, vale lo stesso giudizio?
Di Livio: Certo.
Avv. Gallinelli: Conosce De Santis?
Di Livio: Certo.
Avv. Picca: L'ha arbitrata con frequenza?
Di Livio: Tante volte.
Avv. Picca: Quale era il rapporto tra De Santis e i giocatori? Dava del tu?
Di Livio: Certo, anche con me, non era un problema.
Può andare
DEPOSIZIONE DI FARNETI.
Avv. Picca: È ancora assistente?
Farneti: No sono dirigente AIA.
Avv. Picca: Nel 2004-2005 fu assistente di Collina in Fiorentina-Brescia?
Farneti: Sì.
Avv. Picca: In quella stagione quante partite ha disputato?
Farneti: Era la mia ultima, forse oltre venti.
Avv. Picca: Prima della gara era previsto un incontro tra assistenti ed arbitro?
Farneti: Non era da regolamento ma avveniva sempre.
Avv. Picca: Era una prassi?
Farneti: Sì.
Avv. Picca: Nel 2004-2005 ha sempre avuto questo incontro?
Farneti: Sì, sì.
Avv. Picca: Questo incontro lo ebbe anche in Fiorentina-Brescia?
Farneti: Sì.
Avv. Picca: Ricorda se in questo incontro Collina Vi diede delle informazioni diverse dal solito?
Farneti: No.
Avv. Picca: Era già stato con Collina?
Farneti: Sì, diverse volte.
Avv. Picca: Registrò in quell’incontro le identiche disposizioni che Collina gli aveva dato altre volte?
Farneti: Sì, sì.
Avv. Picca: In quell’incontro Collina diede indicazini di adottare provvedimenti che avvantaggiassero una o l’altra squadra?
Farneti: Assolutamente no.
Avv. Gallinelli: A quale polo di allenamento venne assegnato dalla CAN?
Farneti: Quello di Cagliari.
Avv. Gallinelli: Perché?
Farneti: Risiedo lì.
Avv. Gallinelli: Ha svolto attività di assistente con De Santis nel 2004-2005?
Farneti: Sì.
Avv. Gallinelli: In quante gare?
Farneti: Se me le ricora posso confermare ma certamente ricordo Parma-Juve.
Avv. Gallinelli: È quella che volevo chiedere… chi era l’altro assistente?
Farneti: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda proteste della Juve per mancata assegnazione di un rigore?
Farneti: Sì.
Avv. Gallinelli: Era da quella parte?
Farneti: Sì.
Avv. Gallinelli: Vide il fallo di mani?
Farneti: Sì ma lo giudicai involontario e non intervenni.
Avv. Gallinelli: Ci furono proteste anche nei giorni successivi?
Farneti: Non ricordo particolari proteste se non quelle solite, ricordo di Moggi che nello spogliatoio disse che non avevo visto questa azione e che avrei dovuto portare gli occhiali.
Avv. Gallinelli: Lei ha parlato di solite proteste quindi era normale?
Farneti: Sì, quasi sempre.
Avv. Gallinelli: De Santis prima della gara Le diede disposizioni in merito al comportamento che avrebbe dovuto assumere?
Farneti: No, assolutamente no!
Avv. Gallinelli: Quindi non cercò di influenzarla?
Farneti: No.
Avv. Gallinelli: Lei ha assistito anche a proteste di dirigenti di società?
Farneti: Certo.
Avv. Gallinelli: Di tutte le squadre?
Farneti: Di molte squadre.
PM. Ci riferisce meglio del colloquio avuto con Moggi?
Farneti: Dopo la gara entrò Moggi nello spogliatoio, ci salutò rammaricandosi del risultato, e ci parlò del rigore che ci poteva essere; io dissi che non ero d’accordo e ci lasciammo. Lui fece una battuta, probabilmente, dicendo a De Santis che lui non poteva vederla, ma che poteva vederla il suo assistente, che doveva mettersi gli occhiali.
Avv. Gallinelli: Era prassi che i dirigenti facessero commenti del genere?
Farneti: Beh sì, poteva senz’altro capitare.
Presidente Casoria: Come reagì De Santis a quella battuta di Moggi?
Farneti: Non disse nulla, nessun commento.
Il Presidente Teresa Casoria si è indispettita perché non ci sono più testimoni.
Dalla prossima udienza chiederà a tutti gli avvocati quali sono i testi cui hanno interesse, e quelli che non verranno saranno accompagnati dai carabinieri. Anche alle telefonate nuove da acquisire sarà messo un freno.
Avv. Gallinelli: Su questo punto, ci sono telefonate che attengono specificamente ai capi di imputazione che abbiamo interesse ad acquisire.
Per la Casoria il 23 novembre dovrebbe essere la data ultima per i testi.
Per la prossima udienza ci saranno Banti, Zanotti e Ibrahimovic, oltre al consulente della difesa dei Della Valle, Zoff; rinuncia a Civoli e Dotto. L’avvocato di Salvatore Racalbuto porterà il consulente tecnico.
L'UDIENZA E' TERMINATA. Alla prossima.
alessandro magno
19.10.2010, 22:11
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juventinadelsud
20.10.2010, 08:50
udite udite ieri al tg5(spero di non sbagliare canale)hanno fatto vedere la testimonianza di del piero!wow
gabriele
20.10.2010, 10:51
<TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570><TBODY><TR><TD class=style15 height=100 vAlign=center align=middle>Calciopoli. Alessandro Del Piero</TD></TR><TR><TD height=15 colSpan=3 align=middle>
</TD></TR><TR><TD colSpan=4 align=left>Tribunale di Napoli – Udienza del 19 ottobre 2010. Teste Alessandro Del Piero, calciatore
Avvocato Gallinelli, difensore De Santis
Gallinelli: «Lei è un giocatore della Juventus attualmente?».
Del Piero: «Si».
Gallinelli: «Da quanti anni è un giocatore della Juventus?».
Del Piero: «Da più di 16 anni».
Gallinelli: «Può riferire al tribunale quanti trofei, più o meno, nazionali o internazionali, ha vinto con la Juventus..nel corso della sua carriera in questa società?».
Del Piero: «Diversi trofei, tanti scudetti….siamo nell’ordine dei 17/15 dipende da tante cose..intorno a quella cifra li».
Gallinelli: «È stato anche giocatore della nazionale italiana di calcio?».
Del Piero: «Si».
Gallinelli: «Può riferire al tribunale quanti e quali trofei ha vinto con la nazionale italiana di calcio?».
Del Piero: «Un campionato mondiale nel 2006 e due campionati europei under 21 20 anni fa».
Gallinelli: «Dr Del Piero, lei ricorda - le dico chi vinse, non a chi venne assegnato - lo scudetto della stagione calcistica 2004-2005?».
Del Piero: «Si lo ricordo, la Juventus».
Gallinelli: «Si ricorda quanti gol realizzò in quel campionato, più o meno?».
Del Piero: «No, però..».
Gallinelli: «Più o meno? Tanti?».
Del Piero: «Si..».
Gallinelli: «Corrisponde al vero dire che ne segnò 14?».
Del Piero: «Probabile, più di 10 mi ricordo di sicuro, poi non so.. ».
Gallinelli: «Entrando più nello specifico - ovviamente per quanto lei possa ricordare - lei ricorda di aver segnato anche un gol nella partita Lecce -Juventus del 14.11. 2004?».
Del Piero: «Si».
Gallinelli: «Lei ricorda le condizioni del campo da gioco? può descriverle al tribunale? quali erano?».
Del Piero: «Condizioni del campo difficili, perché aveva piovuto molto e quindi il campo, sotto quell’aspetto, era molto impegnativo».
Gallinelli: «Lei ricorda chi era l’arbitro di quella partita?».
Del Piero: «Si, De Santis».
Gallinelli: «Lei Ricorda.. se l’arbitro De Santis effettuò un sopralluogo sul campo da gioco prima della partita per verificarne l’idoneità?».
Del Piero: «Mi sembra di si, ora non ricordo bene.. prima della partita ricordo abbiamo parlato riguardo le condizioni del campo con De Santis e con il capitano del Lecce».
Gallinelli: «Lei era il capitano della Juventus e De Santis parlò con lei e con il capitano del Lecce?».
Del Piero: «Si».
Gallinelli: «Lei chiese, oppure pose dei dubbi , in ordine all’impraticabilità del campo e all’impossibilità di giocare la partita, oppure ritenne che la partita potesse essere giocata?».
Del Piero: «Per quanto riguarda me…la discussione che poi ne venne fuori..il chiarimento, c’erano le condizioni per giocare la partita».
Gallinelli: «Questo colloquio avvenne nello spogliatoio?».
Del Piero: «Non ricordo bene se nello spogliatoio o a bordo campo.. ».
Gallinelli: «Ma lei parlò con De Santis congiuntamente al capitano del Lecce, oppure De Santis parlò separatamente prima con lei e poi con ..?».
Del Piero: «Congiuntamente, di solito si fa così».
Gallinelli: «Ma in presenza anche degli altri giocatori delle due squadre?».
Del Piero: «No, abitualmente si prende il capitano di ogni squadra, si va la e si verifica le condizioni del campo.. ».
Gallinelli: «Questa, nella sua lunga esperienza, le sarà capitato altre volte, di situazioni di campo da gioco simili.. è questa la procedura, cioè l’arbitro deve parlare con i capitani delle due squadre?».
Del Piero: «Credo che l’arbitro in precedenza vada a controllare di persona, con i suoi collaboratori le condizione del campo e poi eventualmente le valuta insieme con i giocatori».
Gallinelli: «Le è successo altre volte, in situazioni simili con altri arbitri?».
Del Piero: «Si».
Gallinelli: «E’ in grado di riferire al tribunale se nel corso della partita, lei o il capitano del Lecce chiedeste al De Santis di sospende provvisoriamente la partita per verificare la permanenza delle condizioni di praticabilità del campo di gioco?».
Del Piero: «Io non chiesi di sospende la partita perché il campo rimaneva un campo sicuramente impegnativo ma non c’erano secondo me.. la situazione per sospenderla, quello che fece il capitano del Lecce sinceramente non lo so; l’atteggiamento generale da inizio della partita in poi non era certo quello di sospendere la partita».
Gallinelli: «Era di giocarla?».
Del Piero: «Si».
Gallinelli: «Lei - ovviamente se è in grado di riferirlo al tribunale - si considera un giocatore con caratteristiche più tecniche o agonistiche?».
Del Piero: «Onestamente entrambe, ma decisamente più tecniche».
Gallinelli: «Le sue caratteristiche tecniche, prevalenti su quelle agonistiche, sono più compatibili con un terreno di gioco asciutto o con un terreno di gioco pesante, scivoloso come..?».
Del Piero: «Asciutto, sicuramente non pesante o scivoloso».
Gallinelli: «Lei venne sostituito?».
Del Piero: «Si».
Gallinelli: «Si ricorda più o meno dopo quanto tempo?».
Del Piero: «Verso.. se non sbaglio, dopo un quarto d’ora, 20 minuti».
Gallinelli: «E questa situazione dipese anche dalle situazioni del campo?».
Del Piero: «Credo di si».
Gallinelli: «Può riferire al tribunale – ha detto che le caratteristiche tecniche erano prevalenti su quelle agonistiche - se altrettanto vale per i suoi compagni di squadra dell’epoca.. se prevalevamo queste doti più tecniche che agonistiche?».
Del Piero: «La nostra squadra era impostata per cercare di essere forte su tutti gli aspetti, sia tecnico che agonistico, fisico e mentale, quindi si cercava di avere la completezza, l’aspetto tecnico era molto valutato e molto presente, certo lo era, si».
Gallinelli: «In quelle condizioni, parlando anche con i suoi compagni di squadra dell’epoca, non gradivate giocare la partita in quelle condizioni?».
Del Piero: «No, le condizionali ideali certamente non sono quelle di quel terreno di gioco, quello di sicuro».
Gallinelli: «Senta, lei ricorda qualche episodio in particolare, qualche decisione, provvedimento con riferimento ad episodi di gioco o disciplinare, qualche decisione dell’arbitro che lei ritenne sorprendente in negativo, che venne ritenuta da lei non corretta?».
Del Piero: «No, onestamente non lo ricordo, non ci fu una situazione clamorosa che io ricordi ».
Gallinelli: «I giocatori Thuram, Pessotto e Tudor erano suoi compagni di squadra, in quella partita ?».
Del Piero: «Si».
Gallinelli: «Ricorda se De Santis li ammonì, estrasse il cartellino giallo..?».
Del Piero: «Non ricordo, probabile.. ».
Gallinelli: «Vi furono proteste anche dei giocatori della Juventus (oltre che del Lecce) per qualche decisione degli assistenti di linea in quella partita?».
Del Piero: «Credo di si..sinceramente non ho la certezza di aver..».
Gallinelli: «Da parte vostra vi furono delle proteste?».
Del Piero: «Ci sono sempre delle proteste da parte di entrambe le squadre è un atteggiamento.. che è abbastanza noto in noi calciatori, quando le tensioni sono alte soprattutto».
Gallinelli: «Visto che lei è un giocatore tutt’ora in attività, le faccio una domanda al passato e al presente: le è capitato e le capita di regalare dopo la partita la sua maglietta da gioco ai componenti della terna arbitrale o dirigenti della società avversaria?».
Del Piero: «Si, nel corso della mia carriera ho regalato magliette un po’ a tutti : arbitri, dirigenti avversari, giocatori avversari, allenatori avversari.. ».
Gallinelli: «La sua maglietta immagino sia molto richiesta?».
Del Piero: «Si, è così».
Gallinelli: «Le chiedo un ulteriore sforzo mnemonico; Dr. Del Piero, mi riferisco alla partita Palermo-Juventus del 05.02.2005 che venne giocata in notturna alle ore 20.30. Può riferire al tribunale se l’arbitro di quella partita fu sempre De Santis?».
Del Piero: «Non lo ricordo questo».
Gallinelli: «Ricorda il risultato della partita, se voi perdeste oppure pareggiaste o vinceste?».
Del Piero: «Il 20 febbraio… perdemmo a Palermo…2-1 se non erro».
Gallinelli: «1-0. Lei ricorda se in quella partita - forse magari questo episodio può farle tornare in mente l’intero incontro - se voi protestaste (lei e i suoi compagni di squadra) per la mancata concessione di un rigore per un fallo commesso su Zambrotta, suo compagno di squadra?».
Del Piero: «Si ci furono degli episodi.. ».
Gallinelli: «Se il fallo fosse stato commesso dentro o fuori dell’area?».
Del Piero: «No, questo no».
Gallinelli: «Comunque ricorda questa situazioni di incertezza e di proteste?».
Del Piero: «Di proteste si ».
Gallinelli: «Lei adesso ricorda se era De Santis l’arbitro di quella partita?».
Del Piero: «No».
Gallinelli: «Corrisponde al vero che anche nella partita - ovviamente se la ricorda - Parma- Juventus del 06.01.2005 - e questo è un episodio che la riguarda diciamo in modo più specifico - ci furono poteste sue e dei suoi compagni di squadra, per la mancata concessione di un calcio di rigore su un cross suo per un fallo di mano in area di un giocatore del Parma? E questo successe alla fine della partita Lo Ricorda?».
Del Piero: «Si».
Gallinelli: «Può descriverlo in maniera sintetica al tribunale?».
Del Piero: «L’ha descritto lei in modo sintetico, nel senso che la palla, toccata di mano.. dove ci furono proteste da parte nostra».
Gallinelli: «Proteste, molto vibranti?».
Del Piero: «Si, non ricordo bene quanto vibranti».
Gallinelli: «Si ricorda il risultato in quel momento, quanto era?».
Del Piero: «No, non lo ricordo».
Gallinelli: «Si ricorda se era comunque alla fine, successe alla fine della partita?».
Del Piero: «Si».
Gallinelli: «E l’arbitro di quella partita lo ricorda?».
Del Piero: «No, abbiate pazienza ne ho giocate più di 700 di partite fortunatamente non mi ricordo degli arbitri».
Gallinelli: «Avrei preferito farle queste domande quattro anni fa però non potevo. Lei si ricorda sempre nel campionato 2004-2005, quali erano le squadre che lottavano per la conquista dello scudetto?».
Del Piero: «Si, si sono delineate a lungo andare Juventus, Milan e Inter sicuramente su tutte; poi c’erano anche Roma e Lazio.. ».
Gallinelli: «La testa della classifica, si ricorda appunto più o meno la vostra posizione e quella del Milan?».
Del Piero: «Si si, eravamo ad un certo punto appaiate, se non sbaglio».
Gallinelli: «Lei allora può ricordare, ha parlato anche di inter, l’incontro (juve –inter/ inter juve) è considerato anche il derby d’Italia vero?».
Del Piero: «Si».
Gallinelli: «Lei ricorda questo derby d’italia che si giocò il 20 aprile a Torino della stagione 2004-2005..?».
Del Piero: «No però mi sembra che abbiamo pareggiato».
Gallinelli: «Se io le dicessi che perdeste 1-0 ,può confermare, ricorda?».
Del Piero: «Può essere, non ricordo bene ma può essere».
Gallinelli: «Lei ricorda l’arbitro di quella partita, é un partita più importante a livello di..quindi credo che..?».
Del Piero: «No, no».
Gallinelli: «Lei ricorda se ci furono in quella partita delle proteste per decisioni, o mancate decisioni dell’arbitro in relazione a situazioni di gioco o a provvedimenti disciplinarti adottati o non adottati dall’arbitro?».
Del Piero: «In un Juventus-inter ci fu un episodio importante, non so se corrisponde a quell’anno, ma è molto probabile, che scatenò poi una squalifica successiva di ibrahimovic per un fallo su Cordoba».
Gallinelli: «Lei si ricorda se ibrahimovic era diffidato per quella partita?».
Del Piero: «Sì, era a rischio di squalifica, si».
Gallinelli: «Ibrahimovic era un suo compagno di squadra… Quanti gol segnò Ibrahimovic in quel campionato?».
Del Piero: «..Tante».
Gallinelli: «Si ricorda se vennero anche ammoniti anche Appiah e Nedved?».
Del Piero: «No, non ricordo».
Gallinelli: «Lei Ricorda se la sua squadra protestò sempre per una mancata concessione di un rigore su Nedved?».
Del Piero: «No, di preciso no, non ho in mente l’episodio».
Gallinelli: «E di uno scontro, a distanza rispetto al punto del campo in cui era in svolgimento l’azione di gioco, un episodio in cui ci fu uno scontro tra Cordoba (giocatore dell’inter)e Ibrahimovic?».
Del Piero: «Sì, lo ricordo bene, perché come dicevo prima, ci furono delle sanzioni successive che noi abbiamo assorbito come penalizzanti perché, la prova tv poi diede 3 giornate ad Ibrahimovic facendogli saltare fino la terza giornata, appunto, che c’era Milan- Juventus, era una sfida decisiva».
Gallinelli: «Questa situazione disciplinare che venne a crearsi in quella partita determinò la mancata partecipazione di Ibrahimovic alla partita decisiva per lo scudetto, questo voleva dire?».
Del Piero: «Si, quella che poi ci fu tra Milan e Juventus a Milano, appaiate a pari punti a poche giornate dalla fine, era una partita scudetto e oltre le due precedenti ,non avevamo a disposizione Ibnrahimovic per quella partita».
Gallinelli: «Quindi corrisponde al vero che, queste decisioni adottate dall’arbitro nei confronti di Ibra determinarono per voi la partecipazione a quell’incontro senza un attaccante di grande prestigio, di grande valore nella partita Milan-Juventus?».
Del Piero: «Certo si».
Gallinelli: «Senta, ma presupposto della prova televisiva dell’applicazione della prova televisiva è che l’arbitro dichiari al giudice sportivo di non aver visto e quindi di non aver valutato l’episodio in contestazione?».
Del Piero: «Si, se l’arbitro non ha visto e valutato l’episodio, subentra la prova televisiva».
Gallinelli: «Se l’arbitro avesse dichiarato in un secondo momento al Giudice Sportivo, di aver già visto e già valutato quell’episodio, Ibrahimovic avrebbe giocato la partita Milan-Juventus, corrisponde al vero questo? ».
Del Piero: «Si, perché avendo giudicato già l’arbitro in campo quello che era successo in teoria non entra la prova tv».
Gallinelli: «Senta, venendo nello specifico all’arbitro De Santis, lei ricorda quindi, De Santis arbitrò molte partite giocate da lei, dalla Juventus?».
Del Piero: «Sì».
Gallinelli: «lo ricorda molto bene l’arbitro De Santis? Lo considera un buon arbitro?».
Del Piero: «Sì, è uno dei due arbitri che mi ha buttato fuori. Ricevetti due volte il cartellino rosso per somma di ammonizione e uno..».
Gallinelli: «E fu l’arbitro De Santis?».
Del Piero: «Si a Udine».
Gallinelli: «Ah sì? Quante espulsioni ha avuto in carriera?».
Del Piero: «Due».
Gallinelli: «Le uniche due espulsioni le furono comminate da De Santis?».
Del Piero: «Una delle due».
Gallinelli: «Quale era il rapporto tra De Santis e i dirigenti? lei ricorda lo può descrivere, confidenziale distaccato?».
Del Piero: «Non era né confidenziale, né distaccato ma disteso, un arbitro aperto».
Gallinelli: «Le dava del tu?».
Del Piero: «Sì, capitava, dopo un po' che mi arbitrava mi dava del tu come a tutti i giocatori..».
Avv. Gallinelli: «Anche quando la espulso le dava del tu?».
Del Piero: «Forse io gli diedi qualche cosa di altro… ha sempre cercato la via colloquiale sia nei momenti di tensione, di fischiare un fallo…».
Avv. Gallinelli: «Tra le prime risposte che mi ha dato..tra i tanti trofei che non le ho chiesto di elencare vinceste con la Juventus anche il campionato 2004-2005, cinveste anche il campionato 2005-2006... ?».
Del Piero: Sì».
Avv. Gallinelli: «E’ a conoscenza del fatto che la giustizia sportiva ha revocato lo scudetto del 2004-2005, nel 2005-2006?».
Del Piero: Sì».
Avv. Gallinelli: «Nell’arco delle partite da lei disputate, anche nelle stagioni precedenti a quelle che le ho indicato,lei ha mai avuto la percezione che le vittorie della Juventus e i gol da lei segnati fossero stati determinati anche da situazioni arbitrali favorevoli alla Juventus?».
Del Piero: «No, per il semplice».
Pm Narducci«: Opposizione».
Avv. Gallinelli: « Opposizione a Galliani, è stata chiesta la stessa chiesta la stessa cosa nel maggio del 2006».
Presidente Casoria«: Risponda».
Del Piero«: Credo che qualunque squadra abbia vinto il campionato italiano lo abbia meritato».
Avv. Gallinelli: «Nessuna altra domanda. Le faccio solo i complimenti per il record raggiunto».
Presidente Casoria«: Avvocato, Lei ha fatto anche i complimenti ad Ancelotti... ».
Avv. Gallinelli: «Quando se li meritano».
Presidente Casoria«: Ma no in un’aula di tribunale, glieli faceva fuori…»
Avvocato Vitiello, difesa Juventus
Avv. Vitiello: «Signor Del Piero, per cortesia, buongiorno. Posso restar seduto, Presidente?».
Presidente Casoria«: Sì».
Avv. Vitiello: «Nell'anno 2004 la Juventus acquistò come giocatori Emerson e Zebina che provenivano dalla Roma, già campione d'Italia; acquistò anche Cannavaro, che all'epoca era dichiarato il miglior difensore, nonché Blasi, nonché Ibrahimovic, ed assunse anche il signor Capello, allenatore della Roma vincente il campionato?».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Quindi la squadra si creò con tutta una serie di campioni, con tutta una serie di calciatori; nel 2006 la Juventus acquistò anche Vieira?».
Del Piero: «Sì, 2005».
Avv. Vitiello: «2005, chiedo scusa. E Vieira era considerato all'epoca il miglior centrocampista esistente sul mercato; è così?».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «E questi giocatori, successivamente alle vicende che occupano, sono poi stati acquistati in una diaspora che ha visto solo lei e pochi altri restare alla Juventus verso Real Madrid, Barcellona e Inter, cioè sempre squadre di massimo vertice?».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «E quindi possiamo dire che la Juventus negli anni in questione aveva un telaio, una squadra composta da campioni?».
Del Piero: «Sicuramente».
Avv. Vitiello: «Per cortesia, nella finale mondiale dell'anno 2006, ricorda fra le due squadre che disputarono la finale mondiale, Italia-Francia, quanti giocatori militassero nella Juventus o ritiene più opportuno che glieli legga io e lei mi conferma se erano giocatori Juve?».
Del Piero: «Legga pure Lei, mi sembra nove».
Avv. Vitiello: «Gianluigi Buffon ».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Gianluca Zambrotta».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Fabio Cannavaro».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Fabio Grosso, sia pure come riserva».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Mauro Camoranesi».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Alessandro del Piero».
Del Piero: «Fabio Grosso forse no, è arrivato dopo».
Avv. Vitiello: «Come?».
Del Piero: « Fabio Grosso è arrivato dopo».
Avv. Vitiello: « Però ...doveva andare alla Juventus».
Del Piero: «Oggi lo è».
Presidente Casoria«: Ha detto che è arrivato dopo».
Avv. Vitiello: «Vincenzo Iaquinta».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Alessandro del Piero».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Per la Francia: Liliam Thuram.
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Patrick Vieira».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: « David Trezeguet».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Zinedine Zidane, che poi entrerà in orbita della società Juventus, o è andato via».
Del Piero: «Sì, era stato alla Juventus».
Avv. Vitiello: «Thierry Henry».
Del Piero: «Era stato alla Juventus».
Avv. Vitiello: «Perfetto! Quindi possiamo dire che la maggior parte dei giocatori presenti nella finale mondiale del 2006 erano giocatori di provenienza juventina sia per l'una squadra che per l'altra squadra nazionale?».
Del Piero: «Sì, era... è stato sottolineato da tutti questo fatto».
Avv. Vitiello: «Per cortesia, nell'anno 2004-2005, la classifica finale vide la Juventus con 86 punti finali, come risultato?».
Del Piero: «Credo di sì, non ricordo di preciso ma.. probabile».
Avv. Vitiello: «Per quanto riguarda la capacità realizzatrice della squadra Juventus a l'epoca - stiamo guardando la classifica marcatori 2004-2005 - è esatto dire che quell’anno Zlatan Ibrahimovic segnò 16 gol di cui uno solo su rigore?».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «E' esatto dire che Alessandro Del Piero ne segnò 14, di cui solo 4 su rigore?».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «E' esatto dire che Vincenzo Iaquinta ne segnò 13, di cui solo zero su rigore?».
Del Piero: «Sì, ma non giocava con noi».
Avv. Vitiello: «Sì....A me serviva soltanto come parametro per la valutazione di capacità calcistiche».
Avv. Vitiello: «Un attimo ancora. Nell'anno 2006 la classifica della Juventus prima terminò a 91 punti - 2005-2006 - prima della sentenza Caf?».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «E in quell'occasione nella classifica dei marcatori David Trezeguet della Juventus segnò 23 gol, senza nessun rigore?».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: « E in quella stessa classifica lei segnò, signor Del Piero, segnò 12 goal di cui solo due su rigore?
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Quindi possiamo dire che la squadra aveva, oltre che un'eccellente difesa, oltre ad un robusto centrocampo, un eccezionale attacco, in grado di produrre goal senza necessità di interventi, di rigori o altre attività esterne?».
Del Piero: «Sicuramente ».
Avv. Vitiello: «Sicuramente. Lei ricorda se in quei campionati qualche altra squadra avesse fatto investimenti di così alto valore e importanza, sia dal punto di vista della qualità dei giocatori sia dal punto di vista economico per se, per rafforzare la propria squadra?».
Del Piero: «Beh l’inter ha sempre investito molto in.. negli acquisti. Poi onestamente non ricordo quanto.. se più o meno di noi... Quindi non saprei dirle».
Avv. Vitiello: «L’investimento della società Juventus lo possiamo valutare all'epoca all'incirca in 150 milioni di euro?».
Del Piero: «Sì».
Avv. Vitiello: «Un attimo ancora... Null’altro».
Narducci, pubblico ministero
Pm Narducci: «Lei ha ricordato, con riferimento ad almeno 3 gare (Palermo-Juve, Parma-Juve e Juve-Inter), lei ha evidenziato questi tre incontri come incontri nei quali vi sono state da parte del De Santis decisioni sfavorevoli , comunque certamente non favorevoli per la sua squadra. È corretto?».
Del Piero: «Sì, forse non proprio in tutte e tre... ».
Pm Narducci: «Con le dovute differenze».
Del Piero: «Situazioni contrastanti..in tutte e tre le partite».
Pm Narducci: «Volevo che Lei mi ricordasse - ha premesso all'inizio della sua deposizione che è un calciatore ovviamente in attività da lungo tempo e che ha disputato tante partite, arbitrate anche in precedenza dall'arbitro Massimo De Santis - vorrei che lei mi ricordasse uno o più incontri precedenti a questi, che lei può indicare come fatti, come partite che lei ricorda come incontri nei quali l'arbitro De Santis ha adottato decisioni sfavorevoli, in quel momento, per la sua squadra ».
Avv. Prioreschi: C'è opposizione Presidente, la domanda è generica, Del Piero ha detto che ha giocato più di 700 partite... ».
Avv. Gallinelli: « Se può specificare non c’è opposizione , aiutare il ricordo di Del Piero e precisare non c'è opposizione, se resta in questi termini mi sembra che sia un po’fumosa».
Presidente Casoria: « Ammettiamola, ammettiamola».
Del Piero: «Come già successo in molte occasioni rispondendo all’avvocato, in molte occasioni ha dovuto lui suggerirmi l’arbitro in questione, quindi non ricordare singolari episodi se non quello che ho già citato…… quindi tendenzialmente io mi ricordo di determinati episodi non degli arbitri che mi… Mi ricordo dell’espulsione, sono andato a rivedere , l’espulsione è stata di De Santis .. ».
Pm Narducci: «Questa riguardava direttamente lei, non riesce in questo momento a ricordare altri episodi anche in riferimento alle stagioni precedenti. Mi scusi, una cosa che onestamente non mi è chiara, lei ha risposto ad una domanda su Juve-Inter , parte finale del campionato , e di conseguenza capitato ad un suo compagno di squadra ad Ibrahimovic. E lei stesso mi sembra ha confermato che vi fu provvedimento a seguito di prova televisiva … Mi scusi, non ho compreso, nel corso dell’incontro nei confronti del suo compagno di squadra Ibrahimovic venne adottata una decisione da De Santis su Ibrahimovic, o no? ovvero quelle conseguenze che lei ha indicato (restò fuori per alcuni incontri tra cui juve-milan) vennero adottate solo a seguito della prova televisiva?».
Del Piero: «I ricordi che ho di quella partita, di quegli episodi, sono quelli che ho già citato prima, cioè uno scontro tra Cordoba Ibra e a seguito del quale, poi, con la prova televisiva, Ibrahimovic venne squalificato. Lo ricordo bene, perché poi Ibrahimovic venne a mancare per tre partite tra cui quella decisiva... ».
Pm Narducci: «Scontro al seguito del quale non vi fu un provvedimento di ammonizione o di espulsione, se lei lo ricorda ovviamente».
Del Piero: «Certo, perché è subentrata la prova televisiva, l'ho già detto prima».
Pm Narducci: «Quindi non c'è stato provvedimento dell'arbitro De Santis. Questo lei lo ricorda?».
Del Piero: «Sì, lo abbiamo già detto prima».
Pm Narducci: «Grazie, non ho altre domande».
Avv. Gallinelli: «Vorrei chiudere, gentilmente, cortesemente Presidente l'esame, anche per superare la profonda suggestività della domanda che è stata fatta, e spiegherò il perché. Credo che avesse già risposto, solo a chiarimento. Dr. Del Piero, se l'arbitro De Santis avesse visto ed adottato un provvedimento disciplinare di ammonizione nei confronti di Ibrahimovic, sarebbe scattata la prova televisiva? ».
Del Piero: «No».
</TD></TR></TBODY></TABLE>
<TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570><TBODY><TR><TD class=style15 height=100 vAlign=center align=middle>Nesta, Borsari, Brighi, Forsanin</TD></TR><TR><TD height=15 colSpan=3 align=middle>
</TD></TR><TR><TD colSpan=4 align=left>Tribunale di Napoli – Udienza del 12 ottobre 2010.
Teste Alessandro Nesta, giocatore del Milan
Avvocato Gallinelli, difesa De Santis
L’avvocato Gallinelli, interroga il teste sulla partita Fiorentina –Milan del 30 aprile 2005 ma il teste, conferma soltanto che nella stagione 2004-2005 giocava nel Milan e che la sua squadra era in lotta con la Juventus per il titolo. L’avvocato chiede se c’erano dei giocatori diffidati nel Milan (Sedorf e Rui Costa), se De Santis lo ammonì, se ci furono polemiche dei dirigenti della Juvetus per l’arbitraggio dello stesso De Santis, se ci furono contestazioni per la mancata concessione di un rigore per fallo di mano di Stam e un rigore per Pancaro. L’Avvocato chiede, in aiuto della memoria, di poter far visionare al giocatore i comunicati ufficiali della Lega professionisti di quella partita; il giudice nega. Il giocatore non ricorda.
Teste Franco Borsari, ex osservatore arbitrale di calcio
Avvocato Gallinelli, difesa De Santis
Avvocato Gallinelli: «Senta lei ricorda la partita Fiorentina-Bologna del 05.12.2004?».
Borsari: «Si vagamente..si insomma».
Avvocato Gallinelli: «In quale veste ricorda quella partita (professionale o sportiva)? Lei aveva un ruolo specifico per quella partita?».
Borsari: «Di osservatore arbitrale».
Avvocato Gallinelli: «Lei era osservatore arbitrale. Può spiegare al tribunale in sintesi in cosa consiste il ruolo di osservatore arbitrale?».
Borsari: «Certo, molto in sintesi. L’osservatore arbitrale é colui che va “a giudicare” la terna arbitrale che dirige quella gara e quindi cerca di prendere gli appunti necessari, memorizzare le cose importanti; e poi dopo alla fine va negli spogliatoi e va a giudicare questo arbitro, poi dopo c’è una stesura di un rapporto di gara che poi viene mandato all’organo tecnico, alla commissione dell’organo tecnico che lo ha designato».
Avvocato Gallinelli: «Quindi questa valutazione la fa sul terreno di gioco e non la fa seguito con la visione dei filmati?».
Borsari: «Solo negli spogliatoi».
Avvocato Gallinelli: «Assiste alla partita allo stadio?».
Borsari: «Assisto alla partita allo stadio poi dopo rientro».
Avvocato Gallinelli: «È una valutazione di quanto lei hai assistito durante la partita allo stadio e non su dalle immagini televisive».
Borsari: «Assolutamente no».
Avvocato Gallinelli: «Lei ricorda il comportamento arbitrale del De Santis in quella partita?».
Il ricordo è vago.
Avvocato Gallinelli: «Se avesse commesso .. degli errori arbitrali se li sarebbe ricordati?».
Borsari: «Si».
Avvocato Gallinelli: «E se la sarebbe ricordata meglio quella partita se..».
Borsari: «Io quando sono andato negli spogliatoi, gli ho detto quelle cose normali che dovevo dire in base a quello che era stato per me il giudizio dato all’arbitro.. ».
Avvocato Gallinelli: «Non ricorda più o meno il voto?».
Borsari: «Il voto sicuramente era positivo, ma non so esattamente quale era il punteggio».
Avvocato Gallinelli: «Le capitò altre volte di essere stato osservatore arbitrale di altre partite arbitrate dal De Santis?».
Borsari non ricorda bene, ma conferma che una volta all’anno crede di averlo visto.
Avvocato Gallinelli: «Le è capitato mai di valutare negativamente la condotta arbitrale del De Santis o di rilevare dei gravi errori di valutazione anche sotto il profilo disciplinare?».
Borsari: «Questo non lo ricordo proprio».
Avvocato Gallinelli: «Se avesse riscontrato dei gravi errori come osservatore, se le sarebbe ricordate in questo momento?».
Borsari: «Probabilmente si».
Teste Cristian Brighi, arbitro di calcio
Avvocato Gallinelli, difesa De Santis
Arbitro di seria A da 9 anni
Avvocato Gallinelli: «Qualche domanda se lei ricorda, l’incontro di calcio, 2004-2005 Parma- Juventus del 06.01.2005. Lei ricorda questo incontro?».
Brighi: «Sinceramente no».
Avvocato Gallinelli: «Nel corso di quella stagione esercitava l’attività di arbitro?».
Brighi: «Si».
Avvocato Gallinelli: «Lei non ricorda se in quell’incontro era quarto uomo?».
Brighi: «Se lei mi dice che ero quarto ufficiale.. si».
L’avvocato Gallinelli chiede se De Santis ha mai dato indicazioni su atteggiamenti particolari che doveva avere verso determinate squadre o verso determinati giocatori, se durante l’incontro pre-partita ha riscontrato qualche anomalia nelle informazioni tecniche che forniva prima della gara e Brgihi risponde che «erano semplici disquisizioni tecniche che si facevano a suo tempo e che si fanno anche oggi», affermando di non avere avuto mai nessuna indicazione particolare.
Durante i raduni di Coverciano, l’arbitro Brighi era solito sedere a tavolo con De Santis (assidua frequentazione) e non ebbe mai indicazioni dall’ex fischetto su l’atteggiamento che doveva tenere verso determinate
Avvocato Gallinelli: «Le ebbe mai dire di essere a conoscenza, nella sua qualità di indagato in procedimenti pensali relativi alla sua condotta di arbitro?».
Brighi: «No».
Avvocato Bonatti, difesa Pairetto
Bonatti: «Lei ricorda nella stagione 2004-2005, la partita Bologna-Juventus del 12.12.2004?».
Brighi: «Si ero quarto ufficiale».
Bonatti: «C’era Pieri come arbitro?».
Brighi: «Si».
Bonatti: «Lei o gli assistenti, foste avvicinati da Pieri per assumere atteggiamenti arbitrali nei confronti della juventus specificamente?».
Brighi: «No».
Bonatti: «In altre occasioni, a parte questa, le fu mai chiesto di assumente atteggiamenti di favore?».
Brighi: «No».
Bonatti: «Desumere simili atteggiamenti dai suoi colleghi?».
Brighi: «No che io sappia, né che ho mai assistito».
Bonatti: «Commenti di Corverciano; Lei ritiene che Bergamo e Pairetto riservassero dei trattamenti diversi verso alcune squadre?».
Brighi: «Gli errori erano trattati nella stessa maniera nei confronti di tutti gli arbitri e tutte le squadre».
Bonatti: «C’erano polemiche contro gli arbitri nella stagione 2004-2005 o nella sua storia calcistica?».
Brighi: «Tutte le domeniche».
Bonatti: «I designatori vi penalizzavano se commettevate errori verso squadre come Juventus o Milan più che verso altee squadre?».
Brighi: «Penalizzazione uguali in relazione all’errore commesso e non alla squadra».
Teste Lorenzo Fornasin, ex assistente arbitrale di calcio (fino al 2006).
Avvocato Gallinelli, difesa De Santis
Avvocato Gallinelli: «Senta, quale polo di allenamento arbitrale frequentava?».
Fornasin: «Tre Fontane a Roma Eur».
Avvocato Gallinelli: «Si ricorda quali erano gli altri componenti partecipanti a questo polo di allenamento?».
Fornasin: «Si, eravamo arbitri della can e assistenti, oltre che altri arbitri di categorie differenti (serie C interregionali); ci vedevamo un po’ tutti per allenarci».
Avvocato Gallinelli: «Chi dirigeva la vostra attività e la vostra attività, la vostra preparazione atletica all’interno di questo polo?».
Fornasin: «Preparatore atletico F. Firmioli».
Avvocato Gallinelli: «Senta si ricorda le ragioni che determinano l’inserimento di un arbitro in un determinato polo piuttosto di un altro?».
Fornasin: «Credo siano derivate dalla residenza, dalla vicinanza».
Avvocato Gallinelli: «Si ricorda gli altri nominati di altri arbitri e assistenti che frequentavo lo stesso polo…?».
Fornasin: «De Santis, Farina, Palanca: come assistenti c’era Ricci, Ceniccola e altri della serie C, esempio Valeri .. ».
Avvocato Gallinelli: «Lei poteva decidere autonomamente di frequentare altro polo di allenamento o era tenuto a frequentare quel polo? ».
Fornasin: «No, ero tenuto a frequentare quel polo a meno che non avevo dei problemi logistici; avevamo dei poli assegnati».
Avvocato Gallinelli: «Frequentazione obbligatorie?».
Fornasin: «Si».
Avvocato Gallinelli: «Giorni particolari?».
Fornasin: «Martedì, mercoledì e venerdì».
Avvocato Gallinelli: «Era De Santis che decideva i giorni in cui vi dovevate allenare?».
Fornasin: «Magari! sarebbe stato bello, era la Can».
Avvocato Gallinelli: «Lei e gli altri partecipanti a quel polo, avete mai avuto pressioni dall’arbitro De Santis sulla condotta da tenere..sulle partite…?».
Fornasin: «Personalmente mai, eventualmente Massimo De Santis, poteva darci dei consigli di esperienza; consigli tecnici, ma mai comportamentali».
Avvocato Gallinelli: «Metteva a disposizione la sua esperienza.. ».
Fornasin: «Si, per casistica, procedure regolamentari».
Avvocato Gallinelli: «Era l’unico arbitro internazionale?».
Fornasin: «Inizialmente si, poi si è aggiunto Farina che è venuto a vivere a Roma ha dovuto frequentare quel polo».
Avvocato Gallinelli: «Anche Farina metteva a disposizione la sua esperienza?».
Farina e De Santis erano gli arbitri più rappresentativi
Fornasin: «Si».
Avvocato Gallinelli: «L’arbitro De Santis, per conoscenza diretta o riferito dai altri componenti del polo, era a conoscenza di indagini di natura penale nei suoi confronti in relazione alla sua attività di arbitro?».
Fornasin: «No, non ho saputo niente».
Avvocato Morescanti, difesa Fabiani
L’avvocato Morescanti chiede, in riferimento alla partita Cosenza-Triestina del 16.03.2003, arbitro Nucini. Il teste non ha un ricordo preciso.
Avvocato Bonatti, difesa Pairetto
Bonatti: «Nell’anno 2004-2005 faceva l’assistente in serie A-B (risposta affermativa del teste). Lei ricorda, con specifico riferimento a quell’anno , o comunque più in generale nella gestione quali designatori Bergamo-Pairetto, se le fu mai indicato di tenere atteggiamenti di favore o di sfavore nei confronti di qualche squadra piuttosto di altre?».
Fornasin: «Mai».
Bonatti: «Il dr Pairetto, neanche implicitamente, né con frasi sibilline, le fece mai capire di tenere un atteggiamento di riguardo nei confronti della Juventus piuttosto…».
Fornasin: «Mai».
Bonatti: «Aspetto tecnico, voi come assistenti, andavate a Coverciano (e partecipavate alle riunioni tecniche)? ».
Fornasin: «Si».
Bonatti: «Hai mai notato se nello specifico, stagione 2004-2005 e più in generale Bergamo e Pairetto avessero mai enfatizzato alcuni errori, che svantaggiavano o avvantaggiavano alcune squadre piuttosto che altre ?».
Fornasin: «No, venivano valutati gli errori, per cercare di capire dove si sbagliava, al fine di evitarli la volta successiva».
Bonatti: «Quindi secondo lei erano rispettati i valori di natura tecnica?
Fornasin: «Certamente si
Non ha mai notato nessuna enfatizzazione di un errore piuttosto di altri per ragioni che non fossero di natura squisitamente tecnica?».
Fornasin: «No».
</TD></TR></TBODY></TABLE>
juventinadelsud
20.10.2010, 14:49
gabriele ma non avevi gia pubblicato il tutto???
gabriele
20.10.2010, 15:57
Si ma la seconda parte se ci fai caso è con gli interrogatori completi
gabriele
21.10.2010, 15:47
<TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570><TBODY><TR><TD class=style15 height=100 vAlign=center align=middle>Calciopoli. Maurizio Domizzi</TD></TR><TR><TD height=15 colSpan=3 align=middle>
</TD></TR><TR><TD colSpan=4 align=left>Tribunale di Napoli – Udienza del 19 ottobre 2010. Teste Maurizio Domizzi, calciatore.
Avvocato Gallinelli, difesa De Santis
Avv. Gallinelli: «Lei nel campionato 2004-2005 in quale squadra giocava?».
Domizzi: «Nel Brescia».
Avv. Gallinelli: «Brescia. Lei si ricorda la posizione di classifica del Brescia, diciamo, nella parte conclusiva del campionato?».
Domizzi: « Purtroppo si perché retrocedemmo..di preciso le ultime giornate adesso non ricordo, ma siamo retrocessi».
Avv. Gallinelli: «Questa circostanza le rende più facile il ricordo delle partite giocate nell’ultima fase del campionato. Lei ricorda con chi giocaste l’ultima?».
Domizzi: «A firenze. Fiorentina-Brescia».
Avv. Gallinelli: «E quella prima?»
Domizzi: «Brescia -Messina».
Avv. Gallinelli: «Brescia-Messina; può riferire chi era l’arbitro di Brescia-Messina?»
Domizzi: «Onestamente, non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Può escludere che l’arbitro era Massimo De Santis?».
Domizzi: «Non ricordandolo.. non posso escluderlo».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda il Brescia con quali, quante squadre era coinvolto nella lotta per la permanenza in serie A?».
Domizzi: «2 o3, Fiorentina, Parma…».
Avv. Gallinelli: «Lei era titolare o riserva? Si può definire titolare?».
Domizzi: «Sì..».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se vennero adottati provvedimenti disciplinari nella partita Brescia-Messina nei suoi confronti?»
Domizzi: «Non ricordo onestamente… venni espulso di sicuro no.. non ricordo se fui ammonito, non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Ricorda se era diffidato?»
Domizzi: «No, non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei giocò la partita Fiorentina-Brescia?»
Domizzi: «Sì».
Avv. Gallinelli: «Lei può escludere, ecco avendo giocato Fiorentina-Brescia, lei può riferire al tribunale, naturalmente con ragionamento deduttivo che lei deve ricordare, se poteva essere stato ammonito o diffidato?»
Domizzi: «No, se giocai Fiorentina-Brescia, sicuramente non fui ammonito.. non posso ricordare con precisione… se giocai Fiorentina-Brescia evidentemente non fui ammonito …ammesso che in quella partita ero diffidato.. ».
Avv. Gallinelli: «Senta, riguardo alla posizione di classifica particolare del Brescia, una sconfitta o pareggio col Messina cosa avrebbe determinato? quali conseguenze avrebbe determinato per la partita Fiorentina-Brescia?».
Domizzi: «Abbastanza gravi , nel senso che matematicamente … non ricordo di preciso, però credo che noi giocammo l’ultima a Firenze…. Che forse pareggiando per noi poteva essere sufficiente per salvarci… mentre evidentemente se avessimo perdere con il Messina saremmo arrivati a quella in una condizione.. non so se matematicamente, ma saremmo arrivati all’ultima partita costretti a vincere a Firenze…»…….
Avv. Gallinelli: «Signor Domizzi, lei ricorda appunto di partite arbitrate, delle sue squadre, del Brescia, arbitrate dall’arbitro De Santis?»
Domizzi: «Ma io, ne ricordo diverse volte, no specificamente di quando ero a Brescia…nella mia carriera diverse volte ho avuto..».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda quale fosse il rapporto tra De Santis, i dirigenti, i giocatori, dava del tu?»
Domizzi: «Io posso parlare per la mia esperienza , era un rapporto abbastanza buono… insomma».
Avvocato Picca, difesa Della Valle
Avv. Picca: «Chiederei al teste sulla partita Fiorentina-Brescia; lei l’ha disputata quella partita, era in campo?»
Domizzi: «Sì».
Avv. Picca: «Lei può riferire, ovviamente, sinteticamente quale fu l’andamento della partita..ricorda il risultato?»
Domizzi: « 3-0».
Avv. Picca: «Ricorda l’andamento del proseguo della partita? una partita giocata con particolare tensione, con particolare aggressività da parte di entrambe le squadre?»
Domizzi: «Evidentemente sì, era una partita decisiva per restare in serie A, quindi era una partita carica di tensione, chi avesse perso avrebbe rischiato la serie B come..poi successo a noi ».
Avv. Picca: «Non ho capito la risposta data alla domanda del collega; quale era il risultato non utile ma necessario e indispensabile per voi ai fini della permanenza in serie A?».
Domizzi: «Ovviamente, con la vittoria credo sarebbe stato matematico, invece pareggiando avremmo dovuto aspettare il risultato del Bologna e del Parma, di altre squadre coinvolte, perché lo ricordo bene prima della partita … la Fiorentina in classifica era ultima».
Avv. Picca: «Ricorda quale era il risultato necessario utile anche per la Fiorentina in quell’incontro?».
Domizzi: «Credo anche la Fiorentina dovesse necessariamente vincere con noi e sperare di non dover fare lo spareggio ... ».
Avv. Picca: «Chi fu l'arbitro?»
Domizzi: «Collina».
Avv. Picca: «Lei ricorda decisioni arbitrali particolarmente contrastate, particolarmente controverse, o fu un arbitraggio che si può definire regolare, nel senso che è nella norma delle disposizioni e dei regolamenti tecnici?».
Domizzi: «Per quello che può essere e conta il mio giudizio, mi ricordo un arbitraggio regolare».
Avv. Picca: «Regolare nel senso che non ci furono decisioni particolarmente controverse o contestate da voi?».
Domizzi: «No guardi, se può essere utile, ricordo di aver fatto io un calcio di rigore io su Pazzini, sul primo gol, rigore che poteva a mio modo di vedere starci.. ».
Avv. Picca: «Dice questo. Ricorda decisioni assunte dagli assistenti dell’arbitro particolarmente contestate o controverse rispetto alla vostra posizione o anche in questo caso fu un arbitraggio da definirsi regolare rispettoso delle norme e delle disposizioni tecniche?».
Domizzi: «Penso di si..non ricordandomi … la partita era molto importante se ci fosse stata qualche decisione che a noi poteva creare qualche danno, credo che lo avrei ricordato..onestamente non ricordo niente di particolare».
</TD></TR></TBODY></TABLE>
<TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570><TBODY><TR><TD class=style15 height=100 vAlign=center align=middle>Calciopoli. Paolo Tagliavento</TD></TR><TR><TD height=15 colSpan=3 align=middle>
</TD></TR><TR><TD colSpan=4 align=left>Tribunale di Napoli – Udienza del 19 ottobre 2010. Teste Paolo Tagliavento, arbitro di calcio
Avvocato Gallinelli, difesa De Santis
Avv. Gallinelli: «Lei é un arbitro tutt’ora in attività? Da quanto tempo svolge l’attività di arbitro, da quanti anni (professionista)?».
Tagliavento: «Sono stato promosso dal 2003. Questo è il mio ottavo anno».
Avv. Gallinelli: «Senta quali sono i presupposti per la promozione, l’avanzamento in carriera di un arbitro? chi decide anche?».
Tagliavento: «Ci sono tutti gli step che uno deve passare fin da quando comincia; ogni categoria c’è uno step che ti permette di passare, in seguito a delle votazioni che ti danno gli organi che ti vengono a vedere, in base a questa votazione, a fine anno o quand’è, passi nella categoria superiore».
Avv. Gallinelli: «Può riferire al tribunale, quale è l’organo e all’epoca quali sono state le persone, i soggetti appartenenti a tale organo che hanno posto in essere, effettuato tale valutazione nei suoi confronti, nei suoi passaggi fino alla sua posizione attuale?».
Tagliavento: «Alla can C, non è una persona, ogni domenica c’è un osservatore che ti dà un voto in basa alla partita e ogni partita ricevi una valutazione e alla fine si fa una media e le medie più alte passano alla categoria superiore. Dire tutti i nomi.. ».
Avv. Gallinelli: «I soggetti come carica, come funzione».
Tagliavento: «A fine hanno c’è una commissione che valuta queste medie e ti promuove.. ».
Avv. Gallinelli: «E per diventare internazionale?».
Tagliavento: «Uguale, funziona con lo stesso metodo, l’organo tecnico decide.. non sono stato mai organo tecnico quindi le procedure precise non lo conosco benissimo ma credo che funzioni così.. ».
Avv. Gallinelli: «È corretto dire che per essere promosso arbitro internazionale, questo tipo di valutazione è ancora più approfondita..rispetto al passaggi di Can-C e C-B?».
Tagliavento: «La procedura è sempre la stessa … Diciamo che è un po’ più selettiva che approfondita , ma la metodologia è sempre la stessa. Al momento è lo stesso organo ».
Avv. Gallinelli: «Ricorda le partite da lei dirette da lei o componente della terna, quaterna arbitrale , del campionato 2004-2005? in linea di massima..».
Tagliavento: «Alcune, non tutte…».
Avv. Gallinelli: «Le ricorda di essere stato quarto uomo nella partita Palermo-Lecce del 2005?».
Tagliavento: «Mi ricordo di questa partita, che ero il quarto ufficiale, non ricordo la data…».
Avv. Gallinelli: «Ricorda chi era l’arbitro?».
Tagliavento: «Si, De Santis. ».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda rammenta qualche situazione di gioco, nel corso di quella partita, non a suo giudizio a suo modo di vedere non correttamente valutata dall’arbitro De Santi anche a livello disciplinare?
Tagliavento: «No, non ricordo quasi nulla di quella partita, un ricordo molto lontano..solo che fu una bella gara».
Avv. Gallinelli: «Nella sua esperienza di quarto uomo, quindi come coadiutore dell’arbitro (svolge un ruolo esterno rispetto al ruolo che svolge l’arbitro della partita, il direttore di gara), lei laddove l'arbitro valuti in modo, diciamo, non corretto degli episodi gioco, lei avrebbe mantenuto un ricordo preciso?».
Tagliavento: «Non credo, perché comunque voglio dire di partite ce se ne sono state tante, qualche volta qualche errore lo si commette, ma ricordarsele tutte quante, per lo meno quando non le vivi tu, dico personalmente, diventa davvero difficile…..».
Avv. Gallinelli: «La commistione di errore da parte dell’arbitro, degli arbitri in genere è abbastanza frequente».
Tagliavento: «Frequente … a volte accade».
Avv. Gallinelli: «Prima della partita, lei effettuava l’arbitro, lei gli assistenti, in generale, un briefing?».
Tagliavento: «Si, certo».
Avv. Gallinelli: «Può riferirlo al tribunale, può spiegare in modo sintetico le modalità di svolgimento di questo briefing?».
Tagliavento: «Ci si incontra prima di andare allo stadio… e si discute delle tecniche delle partita come ci si dovrebbe comportare quando può succedere qualcosa, quando può accadere qualche situazione».
Avv. Gallinelli: «Si parlava, durante questi briefing, anche della posizione disciplinare dei giocatori, eventuale presenza nelle due squadre di giocatori diffidati?».
Tagliavento: «Che mi ricordo io no…».
Avv. Gallinelli: «Che lei si ricordi, nelle partite in cui lei ha coadiuvato il De Santis, il De Santis le ha mai parlato di giocatori diffidati appartenenti all’una o all’alta squadra?».
Tagliavento: «E’ una cosa che non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Non ricorda che De Santis le abbia mai parlato di giocatori diffidati?».
Tagliavento: «Se lo abbia fatto o meno».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda contro quale squadra avrebbe giocato il Lecce nella domenica successiva alla partita Palermo-Lecce?».
Tagliavento: «Non precisamente so che comunque che avrebbe fatto una partita importante per il seguito del campionato, ma non mi sembra di ricordare perfettamente ..ho un ricordo vago».
Avv. Gallinelli: «Nel corso del briefing, si parlava anche del calendario, delle partite successive delle squadre di volta in volta arbitrate?».
Tagliavento: «Non posso dire assolutamente nulla..».
Avv. Gallinelli: «Era argomento o no del briefing?».
Tagliavento: «Si parla solitamente, genericamente, anzi categoricamente si parla della partita in oggetto».
Avv. Gallinelli: «Nel corso della partita Palermo-Lecce ricorda se l’arbitro De Santis adottò dei provvedimenti disciplinari nei confronti di qualche giocatore?».
Tagliavento: «Non lo ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se ammoni i giocatori Pinardi e Arullo?».
Tagliavento: «Ho appena detto che non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Nel corso della sua carriera - posso anche parlare della presente- le è capitato di venire a conoscenza successivamente alla direzione di una determinata partita, di aver comminato un’ammonizione a dei giocatori diffidati senza che lei lo sapesse?».
Tagliavento: «Assolutamente si .. ».
Avv. Gallinelli: «Le è capitato».
Tagliavento: «Di venire conoscenza in un secondo momento che era in già diffida, questo mi chiedeva?».
Avv. Gallinelli: «Esatto».
Tagliavento: «Si si».
Avv. Gallinelli: «Con riferimento al fatto che un giocatore sia o non sia diffidato - al di la, non le chiedo della conoscenza - l’arbitro deve adottare un diverso parametro di valutazione?».
Tagliavento: «Le Posso dire dire quello che fare io, assolutamente no, in generale è così».
Avv. Gallinelli: «Comunque nel complesso, nel suo ricordo generale della partita Palermo-Llecce, la condotta arbitrale del De Sanits come la valutò?».
Tagliavento: «Guardi, come le ho già detto, ricordo che fu bellissima partita, non ricordo particolari problemi,se questo intende dire; un ricordo molto lontano.. ».
Avv. Gallinelli: «Poc’anzi le ho chiesto dei briefing pre-partita, era o é cosa normale che l’arbitro prima di una determinata partita parli con i designatori e con i osservatori arbitrali, con gli osservatori magari mi riferisco al parlare nel dopo-partita».
Tagliavento: «Nel dopo partita c’è un confronto con gli organi tecnici, con l’osservatore è assolutamente, solo ed esclusivamente, dopo la partita».
Avv. Gallinelli: «Quando lei dice, organi tecnici incluse anche i designatori arbitrali?».
Tagliavento: «Dopo la partita si».
Avv. Gallinelli: «Le è mai capitato di aver parlato ovviamente con organi tecnici, di argomenti relativi alla partita da arbitrare, con i designatori?».
Tagliavento: «Quando, prima o dopo?».
Avv. Gallinelli: «Prima».
Tagliavento: «A volte, quando ci davano le partite ci trovavamo direttamente Coverciano, è ovvio che poi si commentava per cercare di cogliere qualche.. ».
Avv. Gallinelli: «Veniva o non veniva operata una distinzione da parte degli organi tecnici di eventuali colloqui pre-partita , con gli arbitri che dovevano dirigere una partita delicata, importante, o per la lotta per lo scudetto o retrocessione?».
Tagliavento: «Le posso dire quello che succedeva a me, gli alti non posso.. in quegli anni, quando magari io ero nelle primissime partite di serie A che facevo, quindi nel momento in cui venivo designato era normale magari qualche volta prima di andare li a Coverciano, ti facevano in bocca al lupo, ti davano qualcosa di esperienza..?».
Avv. Gallinelli: «La considera una cosa normale oppure ..?».
Tagliavento: «A Coverciano, si».
Avv. Gallinelli: «Nel caso in cui ci sia la situazione -per l’arbitro- di valutare la eventuale praticabilità o impraticabilità del terreno di gioco, è potere discrezionale dell’arbitro adottare tale tipo di decisione, cioè di sospendere la partita?».
Tagliavento: «È solo esclusivamente l’arbitro che decide se il campo è praticabile o no».
Avv. Gallinelli: «La domanda precedente, riguardo ai colloqui con organi tecnici partita pre partia l’ho fatta in relazione a Lecce-Parma del 29.05.2005 lei ha un ricordo di questa partita».
Tagliavento: «Ricordo che era una partita importante a fine campionato.. era una partita dove c’erano stati un bel po’ di gol.. ».
Avv. Gallinelli: «In questo tipo di partita che lei ha definito importante, era il quarto uomo?».
Tagliavento: «Quarto ufficiale, si».
Avv. Gallinelli: «Una partita delicata. Era importante anche per lei che fosse diretta da un arbitro internazionale?».
Tagliavento: «Importante cosa intende?».
Avv. Gallinelli: «Si sentiva più tranquillo.. ».
Tagliavento: «Quarto è un ruolo.. non è il quarto ufficiale che si deve sentire tranquillo sotto questo punto di vista; era normale che le partiti difficili sulla carta, importanti, le faccia un arbitro con più esperienza».
Avv. Gallinelli: «E l’arbitro chi era? l’arbitro di Lecce-Parma? ».
Tagliavento: «De Santis».
Avv. Gallinelli: «Era un arbitro di una certa importanza? ».
Tagliavento: «Si, era certamente considerato un arbitro importante».
Avv. Gallinelli: «Nel pre-partita, che le risulta, che lei ricordi, ha dato delle disposizioni lei e agli assistenti di linea sul modo».
Tagliavento: «Le consuete ».
Avv. Gallinelli: «Normali.. ».
Tagliavento: «Non ricordo cose che uscivano al di fuori di argomenti tecnici».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda di decisioni dell’arbitro De Santis in quella partita, sia di valutazioni di situazioni di gioco, sia di valutazioni di comportamenti disciplinari - disciplinarmente rilevanti per i giocatori - che l’hanno colpita, l’hanno sorpresa?».
Tagliavento: «Colpito e Sorpreso no. Ricordo un numero alto di sanzioni disciplinari e ricordo che il Parma fece un gol ..a fine la partita non era entusiasta di queste scelte.. ».
Avv. Gallinelli: «Per la sua esperienza - ha detto che questa partita era delicata, importante - c’è una proporzione, rapporto di causa effetto, tra l’importanza della partita, la delicatezza e il numero di provvedimenti disciplinari adottati? Per quella che è la sua esperienza».
Tagliavento: «Per la mia esperienza non è sempre così; può accadere, come può accadere anche un numero alto di ammonizioni che tecnicamente prima sulla carta su una partita che sulla carta».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se proprio all’inizio della partita Lecce-Parma , De Santis comminò delle ammonizioni ai giocatori del Parma?».
Tagliavento: «..Le motivazioni non le ricordo..».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda quale era l’atteggiamento dei giocatori del Parma all’inizio della partita? Un atteggiamento aggressivo, determinato..».
Tagliavento: «Determinato si, aggressivo non me lo ricordo; sicuramente era una partita importante e come tutte le partite importanti l’atteggiamento non è quello..di una passeggiata insomma».
Avv. Gallinelli: «Era una partita improntate per la lotta retrocessione o permanenza in serie A, della massima serie; lei ricorda se c’erano altra partite, più o meno quante, che erano determinanti?».
Tagliavento: «Mi ricordo che ce n’erano altre, quante no».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda o percepì il De Santis chiedere informazioni a taluno sull’andamento delle altre partite che rilevavano ai fini della permanenza?».
Tagliavento: «Non lo ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda l’atteggiamento dell’allenatore del Lecce, Zeman, nel secondo tempo della partita di calcio? ci fu qualcosa nel comportamento di Zeman, qualcosa che la colpì?».
Tagliavento: «Qualcosa che ho letto dopo, ma al momento».
Anche succeissivamente
Non mi ricordo..assunse un atteggiamento che non mi colì, non dico che non è successo non lo ricordo ».
Avv. Gallinelli: «Se io le chiedo se corrisponde al vero …che Zeman volto le spalle al campo, che assunse una posizione frontale rispetto al pubblico».
Tagliavento: «È una cosa che non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Ricorda i fischi dei giocatori del Lecce verso la proprio squadra?».
Tagliavento: «Non credo nemmeno di averli sentiti..si è concentrati sulla la gara, quello che succede all’esterno».
Avv. Gallinelli: «Ricorda se il Lecce schierava il giocatore Vucinic».
Tagliavento: «Non assolutamente ».
Avv. Gallinelli: «..Non ricorda nemmeno se venne sostituito..oppure la sostituzione magari l’aiuta a ricordare?».
Tagliavento: «No..sono comunque scritte sui referti di gara».
Avv. Gallinelli: «Volevo un suo contributo dichiarativo al tribunale. Ricorda se i tabelloni dello stadio erano accesi o spenti o se indicavano i risultati delle altre partite?».
Tagliavento: «Assolutissimamente no. Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Per quanto riguarda gli omaggi post gara, lei è a conoscenza , capita, succede che agli arbitri, ai componenti della quaterna arbitrale o agli osservatori vengono donate delle magliette di gioco delle due squadre, da parte delle due società?».
Tagliavento: «Si si accade».
Avv. Gallinelli: «Lei ha verificato, lei arbitra da molto tempo, le è capitato di vedere regali da parte di tutte le società, oppure solo di qualche società? È una cosa diffusa?».
Tagliavento: «E’ una cosa diffusa.. Dire tutte tutte… a volte accade che succede a volte no».
Avv. Gallinelli: «E’ compatibile questa situazione con le direttive che voi dovete..?».
Tagliavento: «Sono magliette..l’importante è non chiedere le cose, ma se ti vengono omaggiate… omaggio di una maglia.. ».
Avv. Gallinelli: «Lei ha avuto in dono anche magliette dell’inter, Genoa, Sampdoria?».
Tagliavento: «Di tutte le società».
Avv. Gallinelli: «Il rapporti di Massimo De Santis con giocatori o dirigenti è distaccato o un rapporto confidenziale nel senso che usava il lei o del tu, nei rapporti con queste persone, questi soggetti (dirigenti e giocatori)?».
Tagliavento: «Arbitrava da molti anni e succedeva che dava del tu a qualche dirigente o qualche giocatore».
Avv. Gallinelli: «Nella partita Lecce-Parma, lei ricorda se l’arbitro De Santis diede un recupero inferiore, superiore o equivalente quattro minuti?».
Tagliavento: «E’una cosa che non ricordo il tempo preciso … anche questo è scritto comunque nei referti ….».
Avv. Gallinelli: «Lei se può riferire e spiegare al tribunale, a tutti noi – questo ovviamente non è scritto -chi decide il tempo di recupero da assegnare ad una partita?».
Tagliavento: «L’arbitro».
Avv. Gallinelli: «Ci può essere anche un contributo degli assistenti di linea?».
Tagliavento: «Assistenti di linea? Solitamente non accade».
Avv. Gallinelli: «Da chi parte, c’è qualche soggetto chi indica, suggerisce?».
Tagliavento: «Un conteggio minimo matematico per le sostituzioni e l’ingresso dei barellieri, in più decidere di aumentarlo in base a qualcosa che magari è successo che non è nel conteggio matematico».
Avv. Gallinelli: «Per ogni sostituzione, può riferire al tribunale quanto viene concesso?».
Tagliavento: «Sono 30 secondi».
Avv. Gallinelli: «Vi furono molte sostituzioni nella partita Lecce-Parma?».
Tagliavento: «Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Una cosa molto importante per questo processo. Lei ricorda se l’arbitro De Santis in Lecce-Parma, aumentò il recupero rispetto al tempo di recupero applicato per le sostituzioni avvenute?».
Tagliavento: «Non lo ricordo, bisogna considerare pure che se ci le sostituzioni doppie non si fa un minuto, tra primo e secondo tempo nulla da recuperare».
Avv. Gallinelli: «Ricorda se ci furono 4 sostituzioni?».
Tagliavento: «Non ricordo il numero delle sostituzioni».
Avv. Gallinelli: «Le più escludere che ci sono stati 4 minuti di recupero?».
Tagliavento: «Come faccio ad escluderlo?...Quanti minuti ci sono scritti sul rapporto di gara?».
Avv. Gallinelli: «4 minuti e le sostituzioni sono state 4. Lei ricorda - e questo può stimolare anche il ricordo sulla domanda precedente - se il Parma nel tempo di recupero stava per realizzare una rete, stava per vincere la partita? ..se il portiere del Lecce fece una parata che evitò al Lecce la sconfitta su un tiro di un giocatore del Parma?».
Tagliavento: «È una cosa che non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Si parlò nel corso della partita o anche dopo tra i componenti della terna, anche con lei, dei risultati delle altre partite?».
Tagliavento: «Durante la gara?.. è una cosa che non ricordo, se fosse successa me la ricorderei, però è una cosa che non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Nell’intervallo ».
Tagliavento: «Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Nel corso della sua carriera, anche attualmente le è mai capito di comminare un numero elevato di ammonizioni o anche espulsioni nei confronti di giocatori di una determinata squadra?».
Tagliavento: «Credo di si. Per un numero importante che intende?».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda una partita Inter-Sampdoria in cui lei comminò due espulsioni a due giocatori dell’inter?».
Tagliavento: «Si lo ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda questo. E vi furono anche espulsioni anche tra i giocatori della Sampdoria?».
Tagliavento: «Si ».
Avv. Gallinelli: «Quante?».
Tagliavento: «Una».
Avv. Gallinelli: «Una espulsione. Ci furono proteste da parte della società.. dell’inter?».
Tagliavento: «Proteste di che genere? a fine partita?».
Avv. Gallinelli: «Poteste, polemiche relativamente per le espulsioni da lei comminate, proteste ovviamente dopo la fine della partita».
Tagliavento: «Dopo la fine della partita con me direttamente non ci furono particolari momenti allo di proteste nello stadio nel.. .. a livello mediatico proteste ..sicuramente fu una partita dove a livello mediatico era successo un qualcosa ma particolari proteste non..le ricordo ».
Avv. Gallinelli: «Nonostante le proteste era convinto della legittimità delle sue decisioni?».
Tagliavento: «Assolutamente si».
Avv. Gallinelli: «Poi le è capitato di arbitrare una partita dell’internazionale?».
Tagliavento: «Si».
Avv. Gallinelli: «Dopo quando tempo?».
Tagliavento: «Dopo.. basta fare i conti credo qualche mese».
Avv. Gallinelli: «Qualche mese, nessuna altra domanda».
Avvocato Mauro Tornincasa difesa Pairetto (sostituto anche per Bonatti)
Avv. Tornincasa: «Nel corso del campionato 2004-2005 o comunque nel corso degli altri campionati in cui lei è stato arbitro e il Signor Pairetto ha svolto invece il ruolo di designatore, lei ha mai ricevuto pressioni di qualunque tipo dal signor Paiertto o comunque sollecitazioni affinché il suo arbitraggio la sua collaborazione con la terna arbitrale, fosse di favore o sfavore per una squadra piuttosto che per l’altra?».
Tagliavento: «No mai».
Avvocato Morescanti, difesa Bergamo
La stessa domanda nei confronti del dr Bergamo».
Tagliavento: «Stessa cosa, mai».
Capuano, Pubblico Ministero
Capuano: «Lei ha riferito prima, per la difesa di De Santis, che aveva modo di confrontarsi con i designatori a Coverciano, le é capitato dopo il sorteggio, ha avuto modo di comunicare anche telefonicamente nelle ore immediatamente prima con la terna arbitrale, i designatori?».
Tagliavento: «A me non é mai successo. Solo in un’occasione».
Capuano: «Le é mai successo di parlare con i designatori nel corso della partita, evidentemente tra il primo e secondo tempo?
Tagliavento: «Mai».
Capuano: «Anche negli anni successivi e precedenti al suo arbitraggio_».
Tagliavento: «Mai durante la partita».
Avvocato Gallinelli, difesa De Santis
Avv. Gallinelli: «Ha detto solo in un’occasione le è capitato di parlare prima della partita direttamente con organi tecnici, può riferire quale? ».
Tagliavento: «In una partita a Chievo, Chievo-Cagliari, la mattina mi chiamò Bergamo e..per farmi un imbocca al lupo e dirmi di cercare di fare bene..non mi colpì tanto di quello che mi disse, ma che era la prima volta che mi chiamava prima di una partita».
Avv. Gallinelli: «Poi lei arbitro normalmente?».
Tagliavento: «Si».
Avv. Gallinelli: «Ci furono contestazioni».
Tagliavento: «No».
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<TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0 width=570><TBODY><TR><TD class=style15 height=100 vAlign=center align=middle>Calciopoli. Sebastian Frey</TD></TR><TR><TD height=15 colSpan=3 align=middle>
</TD></TR><TR><TD colSpan=4 align=left>Tribunale di Napoli – Udienza del 19 ottobre 2010. Teste Sebastian Frey, calciatore
Avvocato Gallinelli, difesa De Santis
Avv. Gallinelli: «Nella stagione calcistica 2004-2005, può riferire al tribunale, in quale squadra lei giocava?».
Frey: «Giocavo nel Parma».
Avv. Gallinelli: «Era un giocatore titolare?».
Frey: «Sì».
Avv. Gallinelli: «In quella stagione - che ovviamente le ho indicato- ricorda la partita Parma-Juve del 6 gennaio 2005^ (come data precisa)?».
Frey: «Sì, ricordo quella partita che finì in parità, ma la ricordo in modo particolare perché feci prestazione importante con una grande squadra, ecco perché la ricordo».
Avv. Gallinelli: «La Juventus era una grande squadra?».
Frey: «Certo».
Avv. Gallinelli: «Ricorda se ci furono contestazioni da parte dei giocatori della Juve per la mancata concessione di un calcio di rigore?».
Frey: « Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se ci fu un cross di Del Piero che i giocatori della Juve ritennero deviato di mano da un suo compagno di squadra?».
Frey: «No. Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda chi era l’arbitro di quella partita?».
Frey: «No».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda la partita Lecce-Parma del 29.05.05, la ricorda?».
Frey: «Sì».
Avv. Gallinelli: «Era una partita importante per che cosa?».
Frey: «Importante per la mia squadra che era il Parma, perché con quella partita ci giocavamo la salvezza, ecco».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda chi era l’arbitro?».
Frey: «No».
Avv. Gallinelli: «Se le dico, le chiedo se l’arbitro era De Santis, lei ricorda oppure no?».
Frey: «Sì».
Avv. Gallinelli: «Era un arbitro internazionale, l’arbitro De Santis?».
Frey: «Non lo so».
Avv. Gallinelli: «Non lo so. Ma lei lo considerava un arbitro adeguato per la direzione di una partita così importante come lei ha detto?».
Frey: «Un arbitro di serie A, quindi penso di si».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda quale era esattamente la classifica del Parma prima di quell’incontro?».
Frey: «No esattamente; so che quella partita per noi era fondamentale perché dovevamo assolutamente vincere per rimanere in serie A».
Avv. Gallinelli: «Esatto, quindi cercavate anche la vittoria di quella partita come risultato?».
Frey: «Assolutamente si».
Avv. Gallinelli: «Il risultato di quelle partita era condizionato, ovviamente, doveva essere messo in relazione ai risultati di quante altre partite?».
Frey: «Quante non ricordo, so che comunque dipendeva anche da altre partite su altri campi».
Avv. Gallinelli: «Anche la partita Bologna-Sampdoria?».
Frey: «Sì, e se non ricordo male, anche dalla partita della Fiorentina che giocava, forse, contro il Brescia».
Avv. Gallinelli: «Anche la partita Siena-Atalanta?».
Frey: «Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Ricorda il risultato della partita Bologna-Sampdoria?».
Frey: «Finì In parità».
Avv. Gallinelli: «Lei ovviamente, ricorda, facendo uno sforzo mnemonico, lei ricorda, ne parlò con i suoi compagni di squadra, del fatto che, quali sarebbero state le conseguenze per voi Parma, di un ‘eventuale vittoria della Sampdoria sul campo del Bologna?».
Frey: «Noi sapevamo in quella partita li, in caso di vittoria nostra, ci saremmo salvati matematicamente, quindi abbiamo cercato tutto su quella partita li, sapendo che in caso di non vittoria, dipendeva molto dalle altre partite».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda contro quale squadra giocavate la gara precedente? Parma- Siena?».
Frey: «Forse Parma-Siena in casa».
Avv. Gallinelli: «Come finì la partita?».
Frey: «In parità».
Avv. Gallinelli: «Se il Parma avesse battuto il Siena, la gara con il Lecce avrebbe avuto meno o più importanza per voi?».
Frey: «Credo che vincendo con il Siena saremmo stati salvi».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda chi era l’arbitro della partita Parma-Siena?».
Frey: «No».
Avv. Gallinelli: «Lei può riferire se ne ha parlato, per la permanenza o meno nella massima serie, quale era la vostra preoccupazione sua e dei suoi compagni di squadra sull’eventuale sulla disputa degli spareggi per la permanenza in serie A?».
Frey: «Fu una stagione molto difficile e molta lunga; ricordo bene, so che abbiamo preparato bene questa partita, non avendo vinto in casa contro il Siena, dovevamo assolutamente vincere per rimanere in serie A; ci siamo preparati per questa partita a prescindere dagli altri risultai; sapevano che poteva dipendere anche da altre partite, ma.. ».
Avv. Gallinelli: «L’eventuale disputa degli spareggi - che poi ovviamente disputaste- degli spareggi, a livello vostro professionale, cosa avrebbe comportato, oltre ovviamente alla permanenza o meno in serie A, un prolungamento della vostra attività..?».
Frey: «Se non ricordo male di 15-20 gg».
Avv. Gallinelli: «Può riferire al tribunale se lei e i suoi compagni, voi eravate preoccupati anche ..di dover continuare ad allenarvi per altri 20 giorni?».
Frey: «L’unica cosa che ricordo di questo periodo qua, era che c’era molto nervosismo da parte nostra perché c’era molta stanchezza fisica e mentale».
Avv. Gallinelli: «Quindi lei e i suoi compagni, affrontaste anche per queste motivazione, la partita Lecce-Parma con un atteggiamento psicologico di forte nervosismo? si o no?».
Frey: «Assolutamente; forte nervosismo e forte concentrazione».
Av. Gallinelli: «Ricorda nella partita Lecce-Parma, se l’arbitro di quella partita comminò proprio nei minuti iniziali dei provvedimenti disciplinari a suoi compagni?».
Frey: «Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei mise in relazione i provvedimenti disciplinari adottati dall’arbitro in quella partita anche in relazione al nervosismo dei suoi compagni di squadra?».
Frey: «Certo, come altre squadre che giocavano la salvezza».
Avv. Gallinelli: «E questo atteggiamento di forte nervosismo, venne anche, che lei appunto poté constatare, si manifestò anche nei confronti del direttore di gara?».
Frey: «Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda un atteggiamento di particolare nervosismo nei riguardi del direttore di gara da parte del suo compagno di squadra Vignaroli?».
Frey: «Ricordo che nel sottopassaggio ci fu confusione, ma in io quel momento ero andato con altri miei compagni sotto la curva dai tifosi a cercare di tranquillizzarli perché erano molto nervosi e devo dire che tornando nel sottopassaggio era tutto finito..però c’era questa confusione nel sottopassaggio, questo si».
Avv. Gallinelli: «Può riferire al tribunale, Lei ricorda, anche da una ricostruzione complessiva, che il giocatore Vignaroli ebbe un atteggiamento di aggressività nei confronti dell’arbitro nel sottopassaggio degli spogliatoio?».
Frey: «No ero lontano».
Avv. Gallinelli: «Le fu riferito dai suoi compagni di squadra?».
Frey: «Devo dire che nello spogliatoio c’era parecchio nervosismo…».
Avv. Gallinelli: «Si ricorda chi era il portiere del Lecce?».
Frey: Sicignano, un amico».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se l’arbitro fischiò un fallo ad un suo compagni di squadra commesso ai danni di Sicignano?».
Frey: «Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se in quella partita giocava con lei Morfeo?».
Frey: «Sì».
Avv. Gallinelli: «Ricorda anche se venne ammonito o espulso?».
Frey: «Penso ammonito».
Avv. Gallinelli: «Esclude che venne ammonito per proteste?».
Frey: «Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Può escludere che il giocatore Morfeo commise un fallo su Sicignano?».
Frey: « Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda, sa se Sicignano effettuò una parata importante nei minuto di recupero su tiro del giocatore Bresciano?».
Frey: «Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda comunque che i giocatori, i suoi compagni di squadra, cercavano di vincere la gara anche nel temno di recupero?».
Frey: «Assolutamente si».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda quale fu o cosa la colpì nell’atteggiamento o in un comportamento particolare dell’allenatore del Lecce Zeman nel secondo tempo della partita?».
Frey: «Sì, è stato strano perché nel secondo tempo si è alzato dalla panchina e si è messo dietro alla panchina e si è girato.. cosa molto strana».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se questo comportamento era accompagnato dai fischi del pubblico del Lecce nei confronti dei propri giocatori?».
Frey: «Sì c’erano dei fischi, non so per quale motivo, si».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se nel Lecce giocava anche il giocatore Vucinic?».
Frey: «Sì».
Avv. Gallinelli: «Lei è portiere, quindi può avere anche una cognizione diretta, un ricordo particolare di questa.. Era l’unico attaccante del Lecce Vucinic in quella partita?».
Frey: «Era l’attaccante, non so se era l’unico».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se venne sostituito nel secondo tempo Vucinic? ».
Frey: «Non ricordo».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda o percepì, l’arbitro De Santis chiedere informazioni sugli altri risultati, ovviamente che potevano avere un’incidenza sulla posizione della bassa classifica, quella per la lotta per la retrocessione?».
Frey: «..non lo so. Noi giocatori sì, ma l’arbitro sinceramene non so, non guardavo l’arbitro in quel momento».
Avv. Gallinelli: «Con riferimento ai provvedimenti disciplinari adottati dal’arbitro De Santis nei confronti dei suoi compagni di squadra, lei ebbe delle perplessità, manifestò una disapprovazione per magari l’eccessività delle sanzioni comminate dall’arbitro De Santis?».
Frey: «No, ero troppo lontano».
Avv. Gallinelli: «L’arbitro De Santis, lo senti informasi sulla posizione disciplinare dei suoi compagni di squadra; mi spiego meglio, se erano diffidati o non erano diffidati?».
Frey: «Non lo so».
Avv. Gallinelli: «Le non percepì situazioni di questo tipo?».
Frey: «No, sinceramente preso dalla partita .. ».
Avv. Gallinelli: «Non percepì richieste di questo tipo?».
Frey: «No».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se i tabelloni erano accesi e indicavano gli altri risultati?».
Frey: «Ricordo che c’era un tabellone che era acceso…».
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda, sa se c’era un dirigente del Lecce e del Parma che comunicava nel campo il risultato delle altre partite di vostro interesse per la lotta…?».
Frey: «Sì, ricordo che i mie compagni dalla panchina si alzavano per comunicare ai miei compagni che erano vicini alla panchina altri risultati.. ma io ripeto, io ero molto lontano, non riuscivo..».
Avv. Gallinelli: «I suoi compagni di avvicinavano alla panchina?».
Frey: «Si, per chiedere informazioni, visto che in quel momento stavamo perdendo, quindi era una situazione critica per il Parma».
Avv. Gallinelli: «Lei ha visto l’arbitro avvicinarsi alla panchina, alle due panchine?».
Frey: «No».
Avv. Gallinelli: «Lei ha notato i suoi compagni avvicinarsi alla panchina?».
Frey: «Si ogni tanto, si».
Avv. Gallinelli: «Lei avrebbe ricordato, ricorderebbe se avesse visto l’arbitro avvicinarsi a una delle due panchine?».
Frey: «Sinceramente non ho fatto caso».
Avv. Gallinelli: «Nessuna altra domanda».
Avv. De Nigris, difesa Lotito
Avv. De Nigris: «Signor frey nel 2004-2005 giocava con il Parma…Ha giocato la partita Lazio-Parma del 2005?».
Frey: «Credo di sì».
Avv. De Nigris: «Ricorda questa partita?».
Frey: «No».
Avv. De Nigris: «Non ricorda nulla di questa partita?».
Frey: «Nemmeno il risultato».
Avv. De Nigris: «Nulla Basta così».
Avv. Picca, difesa Della Valle
Avv. Picca: «Sempre su Lecce-Parma.,..volevo chiederle se ricorda se Lecce-Parma fu l’ultima a terminare rispetto alle altre partite di quella giornata di campionato?».
Frey: «No, credo di no; se non ricordo male la Fiorentina ha finito prima di noi la partita ».
Avv. Picca: «Quindi è corretto dire che mentre eravate ancora in campo il risultato della Fiorentina era già acquisito perché finita quell’altra partita?».
Frey: «Sì, li per lì ci comunicavano, ricordo che la sera facevano vedere, è un ricordo, i giocatori della Fiorentina tutti a metà campo che aspettavano i risultati delle nostre partite».
Avv. Picca: «A me interessa un’altra circostanza che è questa, cioè, lei ha detto prima che venivate informati dagli altri compagni sull’esito delle partite che a voi interessavano. La mia domanda è: nel momento in cui voi stavate ancora giocando, i vostri compagni di squadra, vi informarono che la partita della Fiorentina era terminata?».
Frey: «Sì».
Avv. Picca: «Lo sapevate mentre giocavate?».
Frey: «Si».
</TD></TR></TBODY></TABLE>
alessandro magno
26.10.2010, 21:09
Calciopoli, Copelli: «Sfavorii la Juve, vinse l'Inter» FOTO
http://www.tuttosport.com/images/17/C_3_Media_1146617_immagine_l.jpg
© Foto Liverani
L'assistente: «Nella finale di Supercoppa annullai il gol di Trezeguet, mi accorsi dopo che era stato un errore. Alla fine vinsero i nerazzurri». Bergonzi: «Mai ricevuto pressioni». L'avvocato di Moggi: «Depositare sentenza sullo spionaggio Telecom»
NAPOLI, 26 ottobre - Oggi a Napoli è stato giorno di udienza. Zlatan Ibrahimovic era atteso sul banco dei testimoni. Lo svedese non c'era, la giustificazione è un programma specifico di allenamenti da seguire a Milanello. C'era grande attesa per la decisione definitiva sulla linea della difesa di Moggi: c'è stata la rinuncia ai testi mancanti, tra cui Moratti e Tronchetti Provera e la richiesta di inserire la sentenza del gup Panasiti sullo spionaggio Telecom. Intanto Palazzi a Napoli acquisisce tutto il materiale probatorio.Ecco la cronaca della giornata.
13.05 CONCLUSA L'UDIENZA
12.40 PRIORESCHI: «DEPOSITARE SENTENZA SU SPIONAGGIO TELECOM»
L'avvocato di Moggi, Prioreschi: «Rinunciamo a tutti i testi (Moratti, Tronchetti, Tavaroli), preferiamo depositare la sentenza sullo spionaggio Telecom ai danni anche di Moggi. Stanno emergendo sui cd che ci sono stati consegnati solo negli ultimi giorni tutte le telefonate relative alle gare messe sotto inchiesta. Una cosa che, voglio essere buono, definisco inspiegabile: non ce n'è nemmeno una trascritta di queste telefonate che riguardano le gare indagate! Prima o poi si dovrà fare luce su questo modo di condurre le indagini. E per questo, rinunciamo ai testi, ma ci dia la possibilità di inserire altre telefonate che stiamo scoprendo giorno per giorno».
12.20 DEPONE GIUBILO
Depone Andrea Giubilo, ex vicedirettore della testata sportiva Rai. «Qualcuno s'è lamentato del taglio dei servizi Rai? Mai lamentato nessuno, con me inipotizzabile: il contenuto dei notiziari, lo decidevo io e il taglio lo decidevo io». Il pm Narducci effettua il controesame del teste Giubilo. «Le griglie chi le doveva predisporre? Dal caporedattore del calcio venivano composte e sottoposte al via libera del direttore. I criteri? L'esperienza, la professionalità degli inviati. Ciro Venerato? Era uno dei nostri collaboratori, come molti altri. La Sanipoli era una delle redattrici e inviata sugli eventi: non era certo in concorrenza con il collaboratore Venerato. In una redazione ognuno si sente la prima firma: ma la direzione deve equilibrare le esigenze dei singoli e le esigenze della redazione. E la decisione finale sui servizi era del direttore».
12.05 LA DEPOSIZIONE DI MAFFEI
Depone Fabrizio Maffei, oggi direttore delle relazioni esterne Rai, all'epoca di Calciopoli direttore di Rai Sport. Lo ha chiamato Ignazio Scardina. «Ignazio era il responsabile della redazione calcio, alla Rai, allora: la struttura piramidale prevedeva vicedirezioni con deleghe. Lui era capo del calcio e aveva l'autonomia del ruolo per prendere le decisioni e verificarle con i superiori. Pressioni su qualche redattore per orientare i servizi sulle squadre? No. I redattori si lamentavano per le scelte degli inviati sulle partite».
12.00 LA TESTIMONIANZA DEI GIORNALISTI PARIS E FAILLA
Testimonia Carlo Paris, giornalista della Rai, chiamato a deporre da Ignazio Scardina: «Anche alla Rai facevamo le griglie, chi faceva la Domenica Sportiva, chi faceva la notturna eccetera. Indicazioni da Scardina, mio caporedattore? Assolutamente mai. Ho seguito la Juve quando giocava una notturna del sabato o domenica. Io come inviato curo i collegamenti: intervisto allenatori, dirigenti e calciatori dopo la gara». Parla poi Fabrizio Failla, giornalista della Rai Sport. «Gli incarichi venivano assegnati per un criterio geografico, ma visto che seguivo anche la pallanuoto al sabato, la domenica andavo al campo più facile da raggiungere».
11.55. PARLA IL CONSULENTE DI RACALBUTO
Parla il consulente arbitrale di Salvatore Racalbuto, Pietro Nicolosi, lo storico assistente di Concetto Lo Bello. Che deposita una perizia giurata sulle gare ai capi d'imputazione a carico dell'arbitro di Gallarate, considerato uno di quelli "amici" della Juventus e inserito dai pm nella Cupola moggiana.
«Ho visto Roma-Parma 19 dicembre 2004: ho visto il video su Sky una serie di volte. Ammonizioni ai diffidati Contini e Pisanu, che salteranno Parma-Juve del 6 gennaio 2005, ammonizioni simili. Trattenute vistose fatte con le mani sulla maglia dei giocatori. E' uno dei classici casi codificati da regolamento nella versione 2002-2003, allora vigente. Cito: l'arbitro ha il dovere di ammonire se c'è trattenuta palese. Racalbuto non poteva non farlo: Conti e Pisanu hanno fatto. Poi espulso Pisanu per la successiva ammonizione. Pisanu aveva fatto un altro fallo da giallo e Racalbuto fu magnanimo perché rischiava il rosso: Racalbuto non deve essere di cuore tenero e non poteva chiudere un occhio. Da commissario o osservatore avrei detto, hai fatto benissimo ma dovevi darne un'altra ammonizione».
Cagliari-Juve, 16 gennaio 2005, il capo d'imputazione è per atti fraudolenti a favorire la Juventus. «Ho visto la gara sul filmato Sky: ho visto e rivisto. Ci sono diversi episodi, ho scritto tutto nella mia consulenza. Racalbuto non è stato brillante, ha commesso degli errori: ha ammonito quando doveva, altre volte ha evitato seconda ammonizione ad un giocatore del Cagliari per evitargli il rosso e questo non va bene. Non avrebbe avuto buon voto: ci sono due Per fortuna di tutti il buon Dio è saggio: due errori gravissimi uno a favore Juve e uno per il Cagliari. Al 18' pt assurdo: nega un rigore a favore di Trezeguet. ASSURDO: falciato, spintonato e buttato a terra. Conoscendo l'onestà di Racalbuto, non capisco come ha fatto a non dare quel rigore. Secondo errore grave, la concessione del gol per la Juve di Emerson in netto fuorigioco: ma l'mputazione non può essere rivolta a Racalbuto ma all'assistente Andrea Consolo, assistente internazionale che non hasegnalato il fuorigioco. IL gol è concesso: hai arbitrato male, non hai dato un rigore che dovevi dare, ha dato un Una tirata di orecchie va a Racalbuto e all'assistente. Al 44' del secondo tempo c'è stata una finezza: non concede la norma del vantaggio afavore del Cagliari, ma fa bene nell'azione successiva segna il gol del pareggio con Zola. Una finezza a favore del Cagliari».
Roma-Juventus del 5 marzo 2005. «Su Roma Juve ci sarebbe tanto da dire. Ho scritto, in sintesi, tre pagine. Era gara ad alto rischio: fimentata come gara particolarmente difficile, c'era ruggine a monte. Giocatori che si ripresentarono all'Olimpico da ex. Iniziò nel clima di una guerriglia dentro e fuori dal campo. Racalbuto era teso, lo ha dimostrato. Io descrivo almeno 10-15 situazioni di ammonizioni ed espulsioni dato o non date. Le mancate espulsioni: due mancate ammonizioni Del Piero e Zambro e due non rossi non dati a Dacourt e Cufrè. Ci sono quattro episodi determinanti. Due a favore della Juve e due a favore della Roma: prima rete segnata in fuorigioco, un calcio rigore concesso che è al limite e forse fuori dall'area, di qualche centimetro. Poteva essere punizione dal limite (fallo Dellas, ma c'era fuorigioco). Un rigore chiarissimo non dato alla Juventus: fallo di De Rossi, come Un gol annullato a Ibrahimovic che era regolare e annullato per fuorigioco. Di questi quattro episodi, uno solo è responsabile Racalbuto: del mancato rigore a favore della Juve. Quello era sua responsabilità: non so perché non l'ha fischiato. Gli altri sono responsabili gli assistenti internazionali. Imigliori che avevamo in Italia: Ivaldi e Pisacreta, erano il numero 1 e 2 e gli hanno fatto commettere tre grossi errori che hanno influito sul risultato della gara. Il fuorigioco di Cannavaro su primo gol juventino è millimetrico: e come faceva Racalbuto a non fidarsi di Pisacreta (ora vicepresidente Aia e mai indagato in Calciopoli, ndr). L'arbitro va completamente assolto in quell'azione».
Il controesame passa al pm Capuano. Nicolosi risponde: «L'arbitro può fischiare anche il fuorigioco, è il giudice assoluto. Se l'arbitro si accorge: ma mi diceva Lo Bello, non guardare le gonne delle ragazze in tribuna pensa al fuorigioco... Se l'arbitro è certo può fischiare, ma in serie A oggi l'arbitro è sicuro che il fuorigioco glielo segnala l'assistente. Gol di Cannavaro è segnato agli esiti di un calcio piazzato, ma Racalbuto s'è piazzato all'esterno dell'area per i contatti in area. La rete annullata di Ibra al 21' st, la Juve era già 2-1. Il rigore per fallo di De Rossi era sullo 0-1. Su Cagliari-Juventus? L'ammonizione di Abejon per fallo su Blasi, ma la palla era lontana quello è da ammonizione. I giocatori furono scorretti e lui fu debole, blando: qualcuno gli ha parlato con le mani in faccia, troppo prudente.Metro equanime, però: permissivo con tutte e due le squadre».
11.20 BERGONZI: «MAI RICEVUTO PRESSIONI»
Depone, poi, l'arbitro Bergonzi: una testimonianza lampo. Lo interroga l'avvocato Sena, difensore di Pairetto. «Non ho mai ricevuto richieste o minacce per arbitrare a favore o sfavore di qualcuno, assolutamente. Mai avuto pressioni per ammonire a comando o spezzettare il gioco a favore di qualcuno. Se ho arbitrato Napoli-Juve nel 2007? Certo: ci furono polemiche perché commisi due errori, fischiando due rigori contro la Juventus. Non ho arbitrato la serie A per due-tre turni e la Juve per tre anni. Chi era il designatore? Collina».
11.10 CONSULENTE FIORENTINA: «LECCE-PARMA NON DETERMINANTE»
Parla la consulente della Fiorentina, professoressa Beccacece, docente alla Bocconi di matematica e calcolo delle probabilità. L'avvocato Frugiele della difesa viola interroga la prof di matematica. «C'erano sette squadre in lotta per la salvezza: 243 i casi di possibili, nel calcolo delle probabilità. Non ho calcolato ai fini della salvezza della Fiorentina il Lecce e la Lazio che erano irraggiungibili per la Fiorentina, visto che erano a 43 punti, mentre la Fiorentina era a 39 punti. Ho lavorato col metodo della proprietà oggettiva: ognuno applicando norme Figc vigenti la vittoria della Fiorentina sul Brescia e il pareggio nella famosa Lecce-Parma del 29 maggio 2005 non erano condizioni sufficienti, necessarie ma non sufficienti, a salvare la squadra viola. Ho preso in considerazione cinque gare Bologna-Samp, Fiorentina-Brescia, Lecce-Parma, Roma-Chievo e Siena-Atalanta. La Fiorentina doveva vincere per sperare. Serviva una mancata vittoria del Bologna, un ko del Chievo con la Roma salva, un successo dell'Atalanta già in B sul campo di Siena. E la Fiorentina poteva salvarsi anche con la vittoria del Parma sul campo di Lecce. Insomma, a prescindere da Lecce-Parma poteva accadere di tutto quel giorno. Il risultato del Parma era influente, ma non determinante sulla salvezza della Fiorentina».
10.50 LA TESTIMONIANZA DI MAGGIANI
Poi Maggiani, assistente in Parma-Juve del 5 genaio 2005: arbitrava De Santis e la Juve protestò per un mancato rigore per mani di un parmense su colpo di testa di Del Piero. «Ricordo quella gara - dice Maggiani -, la Juve protestò per un rigore non concesso: un colpo di testa di Del Piero e un mani. La gara finì in pareggio... 0-0, no... 1-1. Farneti decise così, ma De Santis non lo criticò per il mancato rigore alla Juventus».
10.35 COPELLI: «ANNULATO GOL A TREGUET, VINSE L'INTER»
L'assistente Copelli è il primo teste dell'udienza presso la nona sezione del tribunale di Napoli. Lo ha convocato, anzi ri-convocato (fu teste dell'accusa su Reggina-Juve e sui rapporti - sms e telefonate - con Meani) dalla difesa Fiorentina. L'avvocato Picca, che tutela i Della Valle, chiede se Dondarini in Chievo-Fiorentina avesse condizionato l'arbitraggio degli assistenti. «Mai condizionati e Dondarini non ci chiese di favorire nessuno. Il briefing pregara? Lo facevamo e facciamo tutt'ora ma solo indicazioni tecniche. Il Chievo giocava col fuorigioco e la difesa alta. Nessuno di Aia o Figc mi ha mai indicato cosa fare in campo». Poi l'avvocato Gallinelli, difensore di De Santis, chiede della finale di Supercoppa: la Juve perse a Torino contro l'Inter (gol di Cruz) e a causa di un annullamento ingiusto di un gol di Trezeguet. «De Santis arbitrò un'ottima gara, la vinse l'Inter per 1-0. Ricordo bene la gara: ci fu un mio errore, annullai il gol di Trezeguet, mi accorsi dopo che era stato un errore. De Santis accolse la mia indicazione errata e annullò: poi, però, non mi ha criticato. Era un errore e basta».
10.05 DILUVIO SU NAPOLI: LARGHI VUOTI IN AULA
Prende il via l'udienza. Confermata l'assenza di Ibrahimovic. Larghi vuoti in aula per via di un diluvio che si è abbattuto su Napoli: anche molti avvocati hanno problemi ad arrivare in aula. Ci sono Moggi, De Santis e Racalbuto, alla sua prima apparizione: sarà ascoltato oggi un consulente di parte, l'ing. Nicolosi. Presente anche l'arbitro Bergonzi e gli assistenti Copelli e Maggiani.
9.50 INTERCETTAZIONE: Pairetto sgrida Piero per rigore alla Juve
(http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/calciopoli/2010/10/26-90348/Pairetto+sgrida+Pieri+per+un+favore+alla+Juve)
9.45 SCATTO DI PALAZZI, A NAPOLI PER TUTTO IL MATERIALE (http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/calciopoli/2010/10/26-90349/Palazzi+va+a+Napoli+e+prende+tutto+il+materiale+pr obatorio)
9.30 Leggi la presentazione dell'udienza (http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/calciopoli/2010/10/26-90349/Palazzi+va+a+Napoli+e+prende+tutto+il+materiale+pr obatorio)
<cite class="txt_Author">Alvaro Moretti</cite>
juventinadelsud
27.10.2010, 10:34
Si ma la seconda parte se ci fai caso è con gli interrogatori completi
scusami!avevo letto solo l'inizio e mi sembrava uguale:notworthy:
gabriele
27.10.2010, 17:21
Il processo - Cronaca dell'udienza del 26 ottobre 2010
In aula sarà presente il consulente tecnico della difesa di Racalbuto, l'ingegner Pietro Nicolosi, come anticipato dal suo legale al termine dell'ultima udienza
Come già riferito la scorsa volta, la difesa di Moggi ha ottenuto di chiamare i testimoni del suo elenco per ultimi.
Ibrahimovic non ci sarà, perché non si è fermato a Napoli ed è rientrato a Milano. Sarà assente anche Banti ed altri impegnati in Coppa Italia.
Ore 10,20 - Nubifragio su Napoli che rende difficoltoso l'arrivo in aula. Sono ancora assenti anche diversi avvocati. Sono presenti Moggi, De Santis e Racalbuto. Tra i testimoni sono presenti l'arbitro Bergonzi e gli assistenti Copelli e Maggiani.
Ore 10,45 - Il primo teste è l'assistente Copelli, convocato dalla difesa Fiorentina. L'avvocato Picca chiede se Dondarini in Chievo-Fiorentina avesse condizionato l'arbitraggio e Copelli risponde: "Mai condizionati e Dondarini non ci chiese di favorire nessuno. Il briefing pre-gara? Lo facevamo e facciamo tutt'oa ma solo indicazioni tecniche. Il Chievo giocava col fuorigioco e la difesa alta. Nessuno di Aia o Figc mi ha mai indicato cosa fare in campo".
L'avvocato Gallinelli chiede della finale di Supercoppa Juventus-Inter, che vide il successo dei nerazzurri e nella quale venne annullata una rete regolare a Trezeguet. Copelli risponde: "De Santis arbitrò un'ottima gara, la vinse l'Inter per 1-0. Ricordo bene la gara: ci fu un mio errore, annullai il gol di Trezeguet, mi accorsi dopo che era stato un errore. De Santis accolse la mia indicazione errata e annullò: poi, però, non mi ha criticato. Era un errore e basta".
DEPOSIZIONE MAGGIANI, assistente.
Avv. Picca: Lei è assistente da quanto tempo?
Maggiani: È l’undicesimo anno.
Avv. Picca: Ha anche qualifica di internazionale?
Maggiani: Sì.
Avv. Picca: Da quanto?
Maggiani: È il quinto anno.
Avv. Picca: È chiamato a deporre su Chievo-Fiorentina del 2004/2005 ricorda la terna?
Maggiani: Dondarini, Copelli e io, non ricordo il quarto.
Avv. Picca: A quante gare ha partecipato in quel campionato?
Maggiani: Non ricordo.
Avv. Picca: Era la prima volta di Chievo-Fiorentina?
Maggiani: Era a maggio, direi di no.
Avv. Picca: Ha svolto una riunione preliminare prima della gara?
Maggiani: Certamente.
Avv. Picca: Lo ha sempre fatto?
Maggiani: Sì era una disposizione o consuetudine svolgere un briefing.
Avv. Picca: Questa disposizione c’era anche prima?
Maggiani: Non ricordo ma era una consuetudine.
Avv. Picca: Quale era l’oggetto?
Maggiani: Sono disposizioni che venivano impartite dall’arbitro agli assistenti.
Avv. Picca: Prima di quella gara le furono date disposizioni diverse dal solito?
Maggiani: No.
Avv. Picca: Dondarini diede delle disposizioni di favorire una squadra a danno dell’altra?
Maggiani: Assolutamente no!
Avv. Picca: E nel corso dell’incontro?
Maggiani: No.
Avv. Picca: E da altre persone della Federazione?
Maggiani: No.
Avv. Gallinelli: È assistente internazionale da che anno? Con quale frequenza ha assistito De Santis?
Maggiani: Spesso, sia in Italia che all’estero.
Avv. Gallinelli: E De Santis Le ha mai dato indicazioni particolari con riferimento a talune squadre?
Maggiani: Mai.
Avv. Gallinelli: Ha svolto briefing pre-gara?
Maggiani: Certamente sì.
Avv. Gallinelli: E quali disposizioni Le ha dato?
Maggiani: Disposizini tecniche e di lavori di gruppo.
Avv. Gallinelli: Ricorda Parma-Juventus del 6 gennaio 2005?
Maggiani: Sì.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Maggiani: De Santis.
Avv. Gallinelli: Ricorda indicazioni particolari di De Santis?
Maggiani: Nessuna.
Avv. Gallinelli: Ricorda delle proteste della Juventus?
Maggiani: Sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda l’azione?
Maggiani: Sì, non ero l’assistente di competenza ma ricordo su un cross un presunto colpo di braccio su colpo di testa di Del Piero.
Avv. Gallinelli: E chi era l’altro assistente?
Maggiani: Farneti.
Avv. Gallinelli: De Santis mosse delle critiche, si arrabbiò per questa mancata segnalazione?
Maggiani: No.
Avv. Gallinelli: Come finì la gara?
Maggiani: 0-0, forse no, 1-1.
Avv. Gallinelli: E qual era il risultato al momento del fatto?
Maggiani: Non ricordo.
Fine deposizione del teste Maggiani.
DEPOSIZIONE BECCACECE, professoressa di matematica applicata all’economia della Bocconi.
Difesa Della Valle: Per che cosa è stata interpellata?
Prof. Beccacece: Per descrivere matematicamente quali probabilità ci fossero prima della disputa dell’ultima giornata di campionato per la Fiorentina di rimanere in serie A, quali fossero gli elementi necessari e sufficienti per la salvezza delle Fiorentina e se fosse sufficiente alterare il risultato di Lecce-Parma per ottenere per carto la salvezza della Fiorentina e, nel caso negativo, quante altre gare dovevavo essere alterate per garantire questa certezza.
Difesa Della Valle: Qual era la classifica?
Prof. Beccacece: La Juventus era già col titolo in mano. L’Atalanta a 35, già in B e la Fiorentina a 39, penultima.
Difesa Della Valle: Quante e quali erano le squadre coinvolte?
Prof. Beccacece: Che avevano inerenza con la retrocessione della Fiorentina: Siena, Parma, Brescia, Bologna, Chievo. Queste squadre vanno a giocare 5 gare perché ci sono scontri diretti, primo tra tutti Fiorentina-Brescia, i risultati possibili danno luogo a 243 casi.
Difesa Della Valle: Quali erano le gare?
Prof. Becccacece: Bologna-Sampdoria, Siena-Atalanta, Fiorentina-Brescia, Roma-Chievo e Lecce-Parma.
Difesa Della Valle: Ce ne’era una per cui il risultato era indispensabile?
Prof. Beccacece: La Fiorentina si salva solo se vince contro il Brescia, quindi negli altri due casi è in B.
Difesa Della Valle: Era anche una condizione sufficiente?
Prof. Beccacece: No, era solo necessaria, anche vincendo poteva finire in B o andare agli spareggi.
Difesa Della Valle: Il pareggio di Lecce-Parma era sufficiente per il risultato della Fiorentina?
Prof. Beccacece: No, un risultato isolato non era sufficiente, nemmeno associato alla vittoria della Fiorentina, serviva altro, ad esempio se il Bologna non vinceva era un risultato utile.
Difesa Della Valle: Se il Parma avesse vinto l’incontro che poteva accadere?
Prof. Beccacece: La Fiorentina poteva rimanere in A, certo.
Difesa Della Valle: Se si fossero volute aumentare le possibilità perché la Fiorentina rimanesse in A cosa si doveva fare?
Prof. Beccacece: Aumentare il punteggio del Parma in classifica.
Difesa Della Valle: Nessun'altra domanda.
PM: Nella sua analisi ha preso in considerazione anche la Lazio?
Pro. Beccacece: No, la Lazio era a 43, la Fiorentina poteva arrivare a 42 massimo, ma rispetto alla lotta della retrocessione era matematicamente salva. Ho analizzato la situazione della Fiorentina, cosa succede alla lazio non mi importa, se la Lazio retrocede, la Fiorentina retrocede perché è sotto, quello che fa la Lazio non influenza.
PM: Quindi anche per i Lecce?
Prof. Beccacece: Ho fatto lo stesso discorso anche per il Lecce.
DEPOSIZIONE BERGONZI.
Avv. Sena, difesa Pairetto: Quante gare ha arbitrato sotto Pairetto Bergamo?
Bergonzi: Direi una decina in A e una trentina in B.
Avv. Sena: Ha mai ricevuto pressioni, minacce, richieste per favorire una squadra in particolare?
Bergonzi: No.
Avv. Sena: E Le hanno mai chiesto di danneggiare qualcuno?
Bergonzi: No.
Avv. Sena: E di ammonire qualche giocatore diffidato?
Bergonzi: No.
Avv. Sena: Ha diretto nel 2007-2008 Napoli-Juve?
Bergonzi: Sì.
Avv. Sena: Ci sono state polemiche?
Bergonzi: Certo.
Avv. Sena: E ha avuto conseguenze?
Bergonzi: Sì, non ho arbitrato per parecchio.
Avv. Sena: Chi era il designatore?
Bergonzi: Collina.
Avv. Sena: Dopo quanto tempo è tornato ad arbitrare la Juve?
Bergonzi: Solo adesso.
Nessun'altra domanda.
DEPOSIZIONE NICOLOSI, ex arbitro e assistente di Lo Bello.
Difesa Racalbuto: Che differenza c’è tra il ruolo di assistente ai suoi tempi e oggi?
Nicolosi: Oggi l’assistente ha molti più poteri. Anche se l’ultima decisione è dell’arbitro, ma al 99 per cento dei casi segue l’indicazione degli asisstente, se l’assistente sbaglia, l’arbitro sbaglia. Oggi la partita si arbitra in tre.
Difesa Racalbuto: Segnalare all’arbitro i giocatori in fuori gioco è competenza dell’assistente?
Nicolosi: Sì, quella è competenza esclusiva dell’assistente, l’arbitro nello svolgimento del gioco non può valutare, l’assistente deve essere in linea e deve valutare. Solo magari in casi statici l’arbitro potrebbe valutare.
Difesa Racalbuto: Quindi manca la profondità all’arbitro.
Nicolosi: Certamente.
Difesa Racalbuto: L’arbitro si posiziona in campo dove non ci sono gli assistenti?
Nicolosi: Sì, un buon arbitro si posiziona dall’altro lato dove non c’è l’assistente.
Difesa Racalbuto: L’assistente deve segnalare anche falli che avvengono sulla linea laterale di sua competenza?
Nicolosi: Di solito quelli che accadono nelle sue vicinanze.
Difesa Racalbuto: E se un fallo è commesso dentro o fuori l’area?
Nicolosi: Consigliamo agli arbitri e agli assistenti di avere segnali speciali che indicano questo aspetto.
Difesa Racalbuto: E se un gol è valido o no?
Nicolosi: Se per l’assistente la rete è valida, l’assistente indica il centro del campo. Se c’è una irregolarità di cui non è certissimo ma ne vuole informare l’arbitro si ferma sul posto. Se c’è una irregolarità evidente alza anche la bandiera.
Difesa Racalbuto: Roma-Parma, per la quale Racalbuto è accusato di avere ammonito Pisanu e Contini per non farli giocare contro la Juventus: che cosa è accaduto?
Nicolosi: Sono due ammonizioni, anzi tre, perché c’è stata una doppia ammonizione, che sono simili, cioè trattenute vistose della maglietta dei giocatori, questa è un'ammonizone codificata nel regolamento alle pagine 113–115. L’arbitro ha il dovere di ammonire in questo caso. Pisanu e Contini sono stati ammoniti per questo tipo di fallo e poi ha espulso Pisanu per un altro fallo, anzi se devo fare un appunto, Pisanu doveva essere espulso prima, chiudendo gli occhi su un altro fallo. Alla terza lo ha ammonito di nuovo e lo ha espiulso, in quel caso da osservatore avrei detto: hai fatto benissimo ma hai omesso un’ammonizione.
Difesa Racalbuto: Cagliari-Juventus del 16.1.2005 dove è contestato che Racalbuto avrebbe condizionato il risultato.
Nicolosi: In questa gara ci sono diversi episodi di ammonizioni, mancate ammonizioni. Qui Racalbuto ha commesso degli errori, certamente, ha evitato una seconda ammonizione a uno del Cagliari per evitare una espulsione e questo non va bene, ma gli episodi importanti sono due gravissimi, uno a vantaggio della Juventus e uno a vantaggio del Cagliari. Al 18' del primo tempo nega un rigore a Trezeguet che viene messo giù, davvero non ho capito come non ha dato quel rigore. Il secondo è stata la concessione del gol in favore della Juventus di Emerson, in fuorigioco, ma per quello che abbiamo detto l’errore è di Consolo, guardalinee internazionale che non segnala il fuorigioco a Racalbuto. Quindi io avrei detto a Racalbuto che ha arbitrato male, ma il secondo episodio è certamente errore del guardalinee. Inoltre al 47’ Racalbuto non concede il vantaggio a favore del Cagliari, ma fa bene perché subito dopo Zola segna il gol del pareggio.
Difesa Racalbuto: Roma-Juve: che ci può dire?
Nicolosi: È stata una gara iniziata sulle polemiche, fomentate dai giornali, quindi iniziò già sotto un clima di guerriglia. Racalbuto era consapevole di questo ed era molto teso. In particolare ce ne sono una decina che ho raccolto nella consulenza. Salterei la parte che riguarda le mancate ammonizioni ed espulsioni (secondo me due mancate alla Juve, Zambrotta e Del Piero, e una della Roma, e due espulsioni mancate della Roma) per arrivare agli episodi che condizionano il risultato della gara. Quattro episodi: due a favore della Juventus, la prima rete segnata in fuori gioco e un calcio di rigore concesso alla Juventus al limite dell’area di rigore, che io dopo avere visto 20 volte il filmato non ne sono certo, ma anche questa azione è inficiata da fuorigioco. Poi due a favore della Roma, un rigore non dato alla Juventus per fallo di De Rossi, e un gol annullato ad Ibrahimovic che era regolare. Di questi quattro uno solo è errore di Racalbuto, la mancata concessione del rigore alla Juventus per fallo di De Rossi. Per gli altri tre errori, i responsabili sono i due assistenti, i più bravi della Can, Pisacreta e Ivaldi.
Difesa Racalbuto: Quindi è corretto parlare di arbitro e non di terna arbitale?
Nicolosi: Assolutamente sì, se gli assistenti sbagliano, l’arbitro è costretto a sbagliare, non c’è verso. Il fuorigioco di Cannavaro sul primo gol della Juventus è millimetrico, l’arbitro non può assolutamente vederlo. La responsabilità non è al trenta per cento, ma al cento per cento dell’assistente.
Difesa Racalbuto: Nessuna altra domanda.
Pm: Lei ha detto che il principale compito è quello di segnalare un fuorigioco, ma l’arbitro può fischiarlo senza segnalazione?
Nicolosi: Certo, se si accorge di una mancata segnalazione ed è certo, può fischiarlo, ma a livello di serie A sono tanti i compiti dell’arbitro che non succede.
Pm: Lei ha anche detto che la segnalazione dell’arbitro su fuorigioco avviene su calci piazzati.
Nicolosi: Può succedere che su calcio piazzato l’arbitro possa dire al guardalinee "il fuorigioco lo vedo io e tu vai a fondo campo per vedere se la palla è entrata". Oggi l’orientamento che diamo noi dirigenti è che il fuorigioco sia di competenza dell’assistente. Se c’è folla in area bisogna guardare anche i falli.
Pm: Ma il gol di Cannavaro era su calcio piazzato?
Nicolosi: Sì, mi pare di sì, ma scrivo nella relazione che in quell’azione l’arbitro era posizionato all’esterno dell’area di rigore per controllare eventuali falli, demandando al guardalinee il fuorigioco.
Pm: Questi episodi che favorirono la Juve in che momento avvennero? Su che risultato?
Nicolosi: La rete annullata di Ibra al 21' del secondo tempo, quindi il risultato era già 2 a 1, il rigore di De Rossi era sull’1-0.
Pm: Per Cagliari-Juve, perché venne ammonito Abejon? E quale fu il comportamento dei giocatori delle squadre?
Nicolosi: Venne ammonito per fallo su Blasi che non aveva possesso del pallone. Anche qui, per regolamento, se il giocatore interviene sull’avversario che non ha il controllo del pallone, deve ammonire. Ricordo che il comportamento dei giocatori fu brutto, Racalbuto fu debole, blando, qualcuno gli ha anche parlato in maniera irruenta, ma il metro fu assoltamente equanime con entrambe le squadre.
DEPOSIZIONE CARLO PARIS di Rai Sport.
Difesa Scardina: Che ruolo ha?
Paris: Inviato speciale.
Difesa Scardina: E Scardina che ruolo aveva nel 2004-2005?
Paris: Capo redattore della redazione calcio.
Difesa Scardina: Quindi era il suo superiore.
Paris: Sì.
Difesa Scardina: Come veniva organizzato il lavoro nella redazione.
Paris: Per ogni turno di campionato vengono fatte il martedì, mercoledì delle griglie per ogni partita, c’è uno della ds, uno di altre trasmissioni. Io dal 2000 ad oggi rientravo parzialmente nelle griglie perché ero già al posticipo della domenica.
Difesa Scardina: Ha mai ricevuto indicazioni da Scardina per orientare il suo lavoro?
Paris: Mai.
Difesa Scardina: Ha mai seguito la Juve?
Paris: Sì, ogni volta che giocava il sabato sera, o la domenica sera.
Difesa Scardina: Come inviato faceva il servizio principale?
Paris: Come inviato curavo solo i collegamenti nel senso che, essendo la partita finita da poco, mi collego con la Domenica Sportiva per intervistare gli ospiti e poi ci poteva essere un pezzo con interviste di appoggio che nel caso delle partite della domenica pomeriggio diventavano il servizio della partita.
Difesa Scardina: Nessun'altra domanda, può andare.
DEPOSIZIONE FABRIZIO FAILLA, giornalista RAI.
Difesa Scardina: Che ruolo ha oggi?
Failla: Sono nella redazione calcio, inviato speciale per servizi e telecronache.
Difesa Scardina: Lo stesso nel 2004-2005?
Failla: Sì.
Difesa Scardina: E Scardina?
Failla: Era caporedattore.
Difesa Scardina: Suo superiore?
Failla: Sì.
Difesa Scardina: Come venivano distribuiti gli incarichi?
Failla: C’era una disposizione per cui c’era una fascia di inviati che si occupavano delle gare più importanti, io mi occupavo anche di un altro sport il sabato e la domenica venivo inviato alla partita più vicina al luogo dove mi trovavo. Il criterio della logistica era uno di quelli che venivano presi in considerazione.
Difesa Scardina: Ha mai ricevuto indicazioni da Scardina per orientare il suo lavoro?
Failla: Mai.
Difesa Scardina: Ha mai seguito la Juventus?
Failla: Credo una sola volta.
Difesa Scardina: Nessun'altra domanda.
DEPOSIZIONE FABRIZIO MAFFEI, giornalista RAI.
Difesa Scardina: Che cosa fa adesso?
Maffei: Sono responsabile delle ralazioni esterne, curo i rapporti con strutture esterne e poi responsabile della casa editrice (ERI-RAI, ndr)
Difesa Scardina: Che cosa faceva nel 2004-2005?
Maffei: Direttore RAI-Sport.
Difesa Scardina: E Scardina?
Maffei: Responsabile redazione calcio.
Difesa Scardina: Come venivano assegnati gli incarichi?
Maffei: La struttura prevedeva alcune vicedirezioni con deleghe, e Scardina era responsabile della redazione calcio. Scardina aveva autonomia per decidere l’organizzazione del lavoro.
Difesa Scardina: Ha saputo di qualche inviato che si è lamentato di pressioni di Scardina?
Maffei: In questo tema specifico sì, ma erano molti i colleghi che si lamentavano delle scelte.
Difesa Scardina: Non parlavo delle scelte, parlavo di influenze di Scardina per orientare un servizio in un certo modo.
Maffei: Ah no, quello assolutamente no, c’erano lamentele per le scelte dei luoghi.
Presidente Casoria: C’erano dei vicepresidenti?
Maffei: Sì, ognuno con delle deleghe, ma non so attribuirle adesso.
Presidente Casoria: Può andare.
DEPOSIZIONE ANDREA GIUBILO, vicedirettore TG3.
Difesa Scardina: Quali sono le sue mansioni?
Giubilo: Sono vicedirettore Tg3, vengo dalla direzione del Tg1.
Difesa Scardina: Nel 2004-2005?
Giubilo: Ero a Rai sport, vicedirettore della testata.
Difesa Scardina: Come veniva assegnati gli incarichi?
Giubilo: Era fuori dalle competenze mie, ma so che c’erano delle griglie ponderate dal capo redattore e sottoposte all’avallo del direttore.
Difesa Scardina: E nella sua qualifica ha mai avuto notizia che qualche inviato si sia lamentato perché Scardina avrebbe cercato di indirizzare qualche servizio?
Giubilo: Assolutamente no, anzi, il taglio dei pezzi lo indicavo io.
Difesa Scardina: Nessun'altra domanda.
PM: Quali erano le persone addette alla composizione delle griglie?
Giubilo: Venivano composte dal capo redattore del calcio e sottoposte all’avallo del direttore che all’epoca era Maffei.
PM: E quali erano i criteri?
Giubilo: L’esperienza, la professionalità dei vari inviati, e si rapportavano alle partite.
PM: Cosa significava in quel periodo per un giornalista rivestire il ruolo di collaboratore?
Giubilo: Aveva un contratto esterno ed aiutava la redazione nei servizi, spesso li mandavamo nelle piazze più sguarnite.
PM: Ma era conforme alle regole Rai inserire nelle griglie solo i collaboratori?
Giubilo: Avveniva, ma a loro non veniva dato il ruolo principale, magari per una grande partita c’era l’incontro principale e qualche collaboratore.
PM: Ha memoria di qualche collaboratore esterno inserito nelle griglie?
Giubilo: No, ce n’erano molti e non ricordo i nomi, so che Lei vuole arrivare a Ciro Venerato, ma Le posso dire che egli era al pari di altri collaboratori.
Presidente Casoria: E la Sanipoli?
Giubilo: La Sanipoli era una inviata.
Presidente Casoria: Si è lamentata perchè veniva pregiudicata da Scardina.
Giubilo: In una redazione ognuno si sente vittima, è compito del capo equilibrare queste tensioni.
Presidente Casoria: Ma la decisione ultima a chi spettava?
Giubilo: A Maffei.
Giudice a latere: È mai capitato che Venerato fosse mandato da solo e non come supporto?
Giubilo: Non lo ricordo, ma lo escluderei, anche se ripeto non era mia competenza.
Giudice a latere: Ma da chi dipendeva il fatto di mandarlo da solo o come supporto?
Giubilo: Sempre lo stesso, Scardina faceva le griglie e Maffei le avallava; se riteneva che ci fosse bisogno di un supporto lo inviava.
Difesa Scardina: L’inviato, la Sanipoli in questo caso, non era in concorrenza con Venerato, i compiti erano diversi, giusto?
Giubilo: Sì.
Pm: La qualifica della Sanipoli e quella di Venerato qual era?
Giubilo: La Sanipoli era una dipendente Rai a tempo indeterminato, Venerato era un collaboratore a tempo determinato.
Il difensore di Scardina deposita una sentenza del Tribunale di Roma con la quale viene rigettata la richiesta di risarcimento danni per mobbing proposta dalla Sanipoli, perché è stato accertato che la Rai non l'ha mai discriminata e quando non è andata a fare la Nazionale è perché era in maternità.
Dichiarazione spontanea di Scardina.
Scardina Ignazio: Vorrei spiegare come funzionava. Avevamo la domenica 4 trasmissioni. La DS la faceva solo l’inviato, per Stadio Sprint si utilizzava o un inviato o un collaboratore, i quali avevano 15-18 anni di esperienza. Su alcune gare utilizzavamo un collaboratore. Il pezzo di appoggio per il Milan lo faceva Granata, per l’Inter Alda Angrisani. Sulla Roma c’era Antinelli, ad esempio, ma non sono usciti in questo processo. Per la famosa partita di Lecce c’era Bizzotto per 90° e Venerato che fece un pezzo di un minuto su Del Piero che tornava a Lecce dopo un grave infortunio. Venerato da solo mi ha portato più notizie di altri 7 inviati messi insieme. Sono 44 anni che faccio questo mestiere, utilizzo le persone brave… se mando la signora alla Coppa Intercontinentale e mi dice di no, che devo fare?
Sembra che non ci siano più altri testi e il Presidente Casoria è irritata per questo. Fa l'appello degli imputati per vedere quanti testi ci sono ancora da esaminare.
Avv. Gallinelli: Per Ibrahimovic, Banti e Zanotti vi è rinuncia, ma vorrei illustrare perché queste prove le ritengo superate attraverso questa nota, che sottopongo al Tribunale, delle ultime telefonate che voglio fare allegare. Queste telefonate sono più rilevanti perché dimostrano come vi sia stata, con riferimento ai reati di frode sportiva, un'interruzione della sequenza logica dell'attività di captazione. Vanno a colmare ed integrare i vuoti che sono riferiti proprio alle gare che sono state contestate a De Santis come frode sportiva. E sottopongo i brogliacci che sono anomali nella stesura. Si parla di una telefonata tra Pairetto e un osservatore in cui si dice che parlano della partita della Sampdoria, invece parlano di Palermo-Lecce, contestata all'arbitro De Santis.
PM: E' possibile vederlo?
Avv. Gallinelli: Certamente. I testi per De Santis sono finiti.
Avv. Picca: Abbiamo Consolo per il 16 novembre, Zoff per il 9 novembre e Mitro per il 23 novembre.
Difesa Fabiani: Tutti i testi di lista li cito per l'ultima udienza del 23 novembre.
Avv. Prioreschi: Non possimo citarli tutti per il 23, uno è un ingegnere che ha fatto la perizia, ingegner De Falco, e poi Cipriani.
Presidente Casoria: Li citi per il 9.
Difesa Fazi: Non ha testi.
Difesa Foti: C'è rinuncia, tranne che per Riccardo Bigon per il 16 novembre.
Difesa Lotito: Rinuncia a tutti tranne due, tra cui il notaio, quello che non è stato sentito, Ioli, e un altro un assistente, li citiamo per il 23 novembre.
Difesa Mazzini: Un solo teste, il 23 Renzo Ulivieri.
La difesa di Moggi rinuncia a tutti i testi però l'avvocato Prioreschi dice che solo ieri ha avuto 9 dei 10 cd che non erano leggibili, e ne rimane solo uno che non si apre.
Avv. Prioreschi: Rinunciamo a tutti i testi (Moratti, Tronchetti, Tavaroli, ndr), preferiamo depositare la sentenza sullo spionaggio Telecom ai danni anche di Moggi. Stanno emergendo sui cd che ci sono stati consegnati solo negli ultimi giorni tutte le telefonate relative alle gare messe sotto inchiesta. Una cosa che, voglio essere buono, definisco inspiegabile: non ce n'è nemmeno una trascritta di queste telefonate che riguardano le gare indagate! Prima o poi si dovrà fare luce su questo modo di condurre le indagini. Io rinuncio ai testi, ma Lei mi dia la possibilità di aggiungere telefonate che riteniamo importanti.
Presidente Casoria: Va bene
Difesa Pairetto: Rimane solo l'arbitro internazionale che stiamo citando per ogni udienza, vorrei riuscire solo a portare questo.
Presidente Casoria: Va bene, per il 23.
Difesa Pairetto: Quanto alle telefonate, Le dico che abbiamo avuto 5 dvd contenenti la fonia e i brogliacci delle telefonate di Pairetto e li abbiamo avuti agli inizi di settembre, ma non abbiamo ancora finito. Se Lei ritene di lasciarci ancora del tempo lo sfrutteremmmo per questo. Abbiamo 44 telefonate assolutamente rilevanti per spiegare la correttezza dei designatori. Inoltre, rispetto alla richiesta del maggio 2010 vorremmo consegnare al perito il cd che mancava per la trascrizione di altre 29 telefonate. Devo anche rappresentare che fin dall'inizio questa difesa ha cercato di spiegare che era fondamentale avere i brogliacci. Solo a settembre li abbiamo avuti.
Racalbuto e Scardina hanno esaurito i loro testi.
Pm: Per la lista dei testi di Scardina c'è riununcia al teste Venerato.
Presidente Casoria: Adesso vediamo.
Parti civili: Tutti i testi sono stati esauriti.
La Presidente Casoria autorizza il Pm a fare proprio il teste di Scardina, Ciro Venerato, e a citarlo per il 9 novembre.
L'udienza è terminata e la prossima sarà il 9 novembre 2010.
maurizio
27.10.2010, 21:40
martedì 19 ottobre 2010
CHIEDONO IL RISARCIMENTO? (http://sussurrisportivi.blogspot.com/2010/10/chiedono-il-risarcimento.html)
Ieri ai lettori attenti e agli appassionati di Calciopoli non sarà sfuggito un fattore, che forse ai più potrà sembrare di poco rilievo, ma ad occhi attenti non appare proprio così. Infatti durante l'interrogatorio di Alex Del Piero ha fatto l'ingresso per la prima volta la Juventus e non solo perchè a essere interrogato era il simbolo bianconero. La difesa della società bianconera è entrata sul palcoscenico e ha fatto alcune domande molto interessanti che potrebbero aprire nuovi scenari. L'avvocato Vitiello ha detto: «Nell'anno 2004 arrivarono alla Juve campioni ex tricolori della Roma, Emerson e Zebina, il più forte difensore del campionato, Cannavaro, Blasi e Ibrahimovic e dalla Roma Fabio Capello?». Del Piero risponde: «Certo, quella era una squadra con tantissimi campioni. Poi venne Vieira, il miglior centrocampista d'Europa nel 2005». E Vitiello: «Conferma che dopo le sentenze del 2006 ci fu una diaspora che non la rigurdò con campioni ceduti a Real Madrid (Cannavaro), Barcellona (Zambrotta), Inter (Vieira e Ibra)?». Alex: «Certo, era un telaio di campioni. Ne avevamo nove nella finale mondiale del 2006». «Anche Iaquinta, che arriverà poi alla Juve, e Zidane che c'era stato pochi anni prima erano in quella finale mondiale?» «Sì, anche Henry era stato da noi: lo sottolinearono tutti, questo dato nel 2006». E la classifica recitava Juve campione a 86 punti e 91 nel 2006. «Sì e i tanti gol fatti da me, Ibrahimovic, Trezeguet in quegli anni erano nostri, mica regalati dagli arbitri. Potevamo segnare senza rigori e i numeri lo testimoniano». Vitiello incalza per dimostrare il valore di uella squadra sventrata da Calciopoli: «Altre squadre in quegli anni fecero investimenti pari alla Juve?» «So che la Juve investì almeno 150 milioni, di certo l'Inter investì molto, lo ha fatto sempre».
Da questo breve scambio di battute appare, forse, non tanto velato l'intento dell'avvocato Vitiello. Primo dimostrare che la Juventus era una squadra straordinaria, capace di vincere su ogni campo, un pò come l'Inter degli ultimi anni e forse anche di più, visto che i giocatori erano quasi tutti italiani. Secondo, che Calciopoli ha costituito un danno molto grave e ha penalizzato gli investimenti bianconeri.
Se fosse dimostrato che il processo sportivo 2006, è stato svolto in maniera non perfetta, si aprirebbero scenari inquietanti per qualcuno e quella Calciopoli card, di cui parlavamo in chiave di risarcimento, provocatoriamente l'anno passato, non sarebbe, forse più, una chimera.
alessandro magno
09.11.2010, 21:42
Calciopoli, Zoff: «Combine? nessuno me ne ha mai parlato»
http://www.tuttosport.com/images/27/C_3_Media_1170727_immagine_l.jpg
51 commenti (http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/calciopoli/2010/11/09-92766/Calciopoli%2C+Zoff%3A+%C2%ABCombine%3F+nessuno+me+ ne+ha+mai+parlato%C2%BB#anchorCommenti)
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© LaPresse
L'ex tecnico della Fiorentina in aula come testimone: «Interventi per favorire la Fiorentina? Nella mia carriera non ho ricevuto mai queste indicazioni»
FOTO: Zoff in aula (http://www.tuttosport.com/foto/calcio/serie_a/juventus/calciopoli/2010/11/09-18136_0/Calciopoli%2C+Zoff+in+aula+a+Napoli)
NAPOLI, 9 novembre - «Nella mia carriera non ho ricevuto mai queste indicazioni». Così Dino Zoff che ha deposto oggi in qualità di teste al processo di Calciopoli ripreso davanti al tribunale di Napoli, ha risposto alla domanda se fosse stato mai al corrente di interventi da parte dei dirigenti per favorire la salvezza della Fiorentina quando l'ex campione del mondo era alla guida della squadra viola. Zoff è stato citato come testimone dalla difesa dei dirigenti della Fiorentina, Andrea e Diego Della Valle. L'avvocato Francesco Picca, uno dei legali dei dirigenti della Fiorentina, gli ha domandato se fosse stato mai informato di tali presunti interventi. «No assolutamente, in modo categorico», ha risposto Zoff. L'ex campione del mondo si è soffermato in particolare sulla partita Lazio-Fiorentina del maggio 2005 in quanto le domande hanno riguardato il famoso fallo di mano sulla linea di porta del laziale Zauri che suscitò molte polemiche: «Credo - ha detto Zoff - che l'arbitro non l'abbia visto, del resto ho fatto fatica anche io a vederlo dalla panchina».
LE DATE - Il processo riprenderà il 16 novembre prossimo ed entro il 23 novembre - come ha sottolineato il presidente Teresa Casoria - dovranno essere ultimati gli interrogatori dei testimoni.
alessandro magno
09.11.2010, 21:44
Calciopoli, Zoff: «Combine? nessuno me ne ha mai parlato»
http://www.tuttosport.com/images/27/C_3_Media_1170727_immagine_l.jpg
L'ex tecnico della Fiorentina in aula come testimone: «Interventi per favorire la Fiorentina? Nella mia carriera non ho ricevuto mai queste indicazioni»
NAPOLI, 9 novembre - «Nella mia carriera non ho ricevuto mai queste indicazioni». Così Dino Zoff che ha deposto oggi in qualità di teste al processo di Calciopoli ripreso davanti al tribunale di Napoli, ha risposto alla domanda se fosse stato mai al corrente di interventi da parte dei dirigenti per favorire la salvezza della Fiorentina quando l'ex campione del mondo era alla guida della squadra viola. Zoff è stato citato come testimone dalla difesa dei dirigenti della Fiorentina, Andrea e Diego Della Valle. L'avvocato Francesco Picca, uno dei legali dei dirigenti della Fiorentina, gli ha domandato se fosse stato mai informato di tali presunti interventi. «No assolutamente, in modo categorico», ha risposto Zoff. L'ex campione del mondo si è soffermato in particolare sulla partita Lazio-Fiorentina del maggio 2005 in quanto le domande hanno riguardato il famoso fallo di mano sulla linea di porta del laziale Zauri che suscitò molte polemiche: «Credo - ha detto Zoff - che l'arbitro non l'abbia visto, del resto ho fatto fatica anche io a vederlo dalla panchina».
LE DATE - Il processo riprenderà il 16 novembre prossimo ed entro il 23 novembre - come ha sottolineato il presidente Teresa Casoria - dovranno essere ultimati gli interrogatori dei testimoni.
maurizio
11.11.2010, 23:35
Ju29ro - Metodo Auricchio - La tutela mediatica del Processo di Biscardi
11.11.2010 22:13 di Redazione TuttoJuve (http://www.tuttojuve.com/?action=contatti&idutente=3&id=33894) articolo letto 664 volte
<TABLE align=center><TBODY><TR><TD align=middle>http://www0.tccstatic.com/storage/tuttojuve.com/img_notizie/thumb1/d41b708aa8227d79406c68b9d315c7f5-68402-1289508547.jpeg</TD></TR></TBODY></TABLE>
Come possiamo leggere nell'informativa di aprile 2005, la sudditanza di alcuni arbitri nei confronti della Juve si suppone "comprata" non solo attraverso i fidi luogotenenti designatori, ma anche attraverso il controllo dei media (o meglio di uno di essi):
"[...] La tutela dei “fischietti fidi” - che conferma ancora ulteriormente la loro connivenza - viene poi assicurata anche attraverso l’assoluzione dal giudizio del “Processo di Biscardi”, quando sfacciati errori commessi nel corso delle direzioni di gara possono dare adito ad eccessivi sospetti suscettibili di minare il risultato raggiunto. […] Il vantaggio ricavato dagli arbitri per la loro contiguità risulta essere parimenti la garanzia di giungere ai massimi livelli di carriera e soprattutto di restare sempre in auge, il che consente loro di arbitrare gli incontri dei campionati della massima serie, di diventare arbitri internazionali con tutti i profitti derivanti sia in termini di visibilità che in quelli di guadagni economici. [...]"
Il discorso in questo caso è di una certa complessità: tenteremo perciò di semplificare al massimo. L'impianto accusatorio, in sostanza, si fonda sulla presunta attività di manipolazione dei media ad opera di Luciano Moggi, al fine di omettere gli errori a favore della Juve e amplificare quelli a favore di altri, offrendo di conseguenza protezione agli arbitri amici che, garantiti presso l'opinione pubblica, possono continuare ad arbitrare e ad arbitrare in favore della Juve, senza creare alcun imbarazzo ai designatori.
Basterebbero forse i dati raccolti nel capitolo precedente per smentire questo assunto: Racalbuto fu penalizzato dai designatori proprio perché ucciso dai media dopo la partita contro la Roma, in cui aveva sbagliato in entrambe le direzioni, ma dai media generalisti erano stati raccontati solo gli episodi favorevoli alla Juve. Paparesta, autore di errori altrettanto gravi ai soli danni della Juve, nel caso di Reggio, tornò "in squadra" invece immediatamente.
Sul piano del guadagno economico, abbiamo già riferito nel precedente capitolo.
E' curioso anzitutto notare come gli inquirenti riferiscano dell'attività di Moggi come esercitata attraverso una sola trasmissione televisiva, il Processo di Biscardi, programma certo molto noto e parte del costume, del folklore italiano, ma certo non il più seguito.
E' strano perché Moggi avrebbe avuto a disposizione, secondo logica, il più potente mezzo di comunicazione in ambito sportivo: la Gazzetta dello Sport. Il giornale rosa infatti ospitava settimanalmente una speciale moviola a cura dei due associati a delinquere Bergamo e Pairetto, rubrica nata, almeno così si desume da un'intercettazione tra i designatori, da un'idea del presidente Carraro e dell'allora direttore della rosea Calabrese, che nel suo passato da direttore de Il Messaggero non si può certo dire avesse mantenuto una linea editoriale tenera con la Juventus. Orbene: logica vuole che i designatori, punte di diamante dell'associazione a delinquere, "taroccassero" la rosea moviola, per servire allo scopo. Nemmeno un articolo di quella rubrica, al contrario, è depositato agli atti dell'accusa, come prova dell'attività manipolatrice dei media della Cupola. E sì che gli inquirenti erano lettori attenti del quotidiano rosa.
Gli inquirenti mancano anche di far notare, seppure trascrivano un'intercettazione che parla chiaro, che addirittura il giornale di famiglia "La Stampa" non era affatto al servizio della Juve, mostrandosi totalmente indipendente persino dalle richieste del mercato, essendo un giornale molto letto a Torino, e quindi dagli juventini. Moggi lamenta con Tosatti degli articoli, sempre molto duri verso la Juve, di Beccantini e Ansaldo (telefonata Moggi-Tosatti (http://www.tuttojuve.com/farsopoli/1978-moggi-tosatti-il-lato-oscurato-di-farsopoli.html)).
Gli inquirenti sembrano preoccuparsi dei pesci, infine, ma nulla sanno dell'acqua, o almeno così sembra.
Ignorano o mostrano di ignorare quale sia stata l'evoluzione del giornalismo sportivo italiano, impoverito dalla netta e schiacciante affermazione della figura del cronista dichiaratamente partigiano che difende la propria squadra e attacca le altre, ben al di là del pudore imposto dall'evidenza. Ignorano, o mostrano di ignorare, come le grandi squadre - Milan, Inter, Roma, ma non la Juve - abbiano alle proprie dipendenze giornalisti che, oltre ad occuparsi della programmazione dei loro canali tematici, affollano le trasmissioni sportive locali e nazionali. Sono questi professionisti direttamente stipendiati dalle società summenzionate, che popolano trasmissioni come per l'appunto Il Processo di Biscardi, dove la figura del giornalista super partes quasi scompare, per lasciar spazio appunto ai commentatori di parte che si scontrano aspramente, ognuno con la sua verità, espressione di questa o quell'altra squadra.
E' in questo contesto che Moggi, con metodi certo non sempre ortodossi, si inserisce, non potendo contare come altri su un diretto dipendente. Le sue pressioni sono perciò rivolte al conduttore Aldo Biscardi e al moviolista Baldas, invero piuttosto condiscendente ma cui, strano caso, non viene contestato alcun reato. Secondo Auricchio sono strumenti essenziali dell'associazione, ma non vengono nemmeno interrogati.
Strano? Lo chiede l’avvocato Prioreschi ad Auricchio il 23 marzo 2010:
Avv. Prioreschi: Un ultimo argomento di questo capitolo, diciamo… ‘Metodi e aspetti…’, come lo ha chiamato Lei… devo dire bei capitoli… ‘Strumenti e metodi dell’associazione’… è Baldas-Biscardi. Il Processo del lunedì… Allora, Lei con riferimento a Baldas… già nella dichiarazione di Scardina abbiamo appreso qual è l’importanza poi di questa trasmissione… comunque, Lei a pagina 23, sostanzialmente, sostiene che Baldas e Biscardi erano necessari al fine che si prefiggeva l’associazione. Mi sa dire perché non sono indagati? Non sono imputati…
Auricchio: Beh, io credo di averli messi in rubrica. Se Lei vede l’informativa del 19 Aprile… li ho rubricati.
Prima di tornare al Processo di Biscardi, e alle deposizioni in aula che riguardano la trasmissione, continuiamo ancora un attimo a valutare l'acqua in cui nuotano i nostri pesci. Le società competitrici non solo vantano canali tematici, redazioni e giornalisti a busta paga da spedire qua e là, ma spesso condividono anche il proprietario con alcune reti televisive di primaria importanza: è il caso dell'Inter, il cui azionista Tronchetti Provera era al tempo anche azionista di Telecom, proprietaria di La7, ed è anche naturalmente il caso del Milan e Mediaset, come tutti sappiamo. Tutti, tranne Auricchio, che il 23 Marzo in aula se ne mostra sinceramente stupito:
Avv. Prioreschi: Sa qual era lo share… si chiama così… del Processo del Lunedì, di Biscardi?
Auricchio: L’abbiamo verificato. Lo share era intorno al milione… tra i 700.000 e 1.200.000 di contatti. E comunque in una serata del lunedì sera, in una televisione minore…
Avv. Prioreschi: All’epoca La7 aveva una copertura nazionale?
Auricchio: Beh, credo di sì.
Avv. Prioreschi: Io a casa mia non la prendo…
Auricchio: La7 è una emittente nazionale. Anche la RAI a casa di qualcuno non si prende, quindi voglio dire insomma…
Avv. Prioreschi: …lo sa meglio di me… non aveva copertura nazionale…
Auricchio: No, è una emittente nazionale.
Avv. Prioreschi: Le risulta che altre società di calcio avessero, per così dire, a disposizione altre televisioni, trasmissioni, canali televisivi…
Auricchio: Su tv private, sicuramente sì. Credo. Tv private, insomma…
Avv. Prioreschi: E ci dica quali sono…
Auricchio: Mah, credo di sì… non ricordo…
PM Narducci: Ma questo è un dato che stiamo chiedendo come investigatore o come cittadino, mi scusi avvocato… almeno per…
Avv. Prioreschi: Sempre come investigatore…
PM Narducci: Non lo so, perché la domanda, sa, è un po’…
Avv. Prioreschi: Ma scusi, uno… quando scrive…
Presidente Casoria: Vabbè, avendo fatto indagine sul calcio lui…
Avv. Prioreschi: Presidente, scusi, uno quando scrive Processo di Biscardi è investigatore, quando io gli domando…
PM Narducci: No, lì ci sono le intercettazioni, le abbiamo sentite, no?
Auricchio: Ci sono le intercettazioni telefoniche, non è che…
PM Narducci: Non è che si dilettava Auricchio alla… al tema calcio in televisione…
Avv. Prioreschi: Io gli ho fatto una domanda… e penso che Lei è tanto intelligente da aver capito benissimo il senso della domanda…
PM Narducci: Sì, ma sta sollecitando la risposta come cittadino…
Presidente Casoria: No, vabbè…
PM Narducci: …non come investigatore, no?
Avv. Prioreschi: Questo lo dice Lei…
Presidente Casoria: Perché come cittadino? Sentiamo…
Avv. Prioreschi: Perché voglio sapere se lui… allora, vogliamo dire, se Lei ha accertato, Le risulta per la sua esperienza professionale, per le sue conoscenze oniriche, per quello che vuole… se ci sono società di calcio che hanno a disposizione televisioni, trasmissioni…
Auricchio: Questo sicuramente non mi risulta. Mi risulta, evidentemente, che ci sono delle tv locali… ma questo lo posso dire… soltanto qui a Napoli, per esempio, che fanno dei programmi sportivi serali che sono vicini all’atteggiamento dei tifosi. Non che società di calcio controllino…
Avv. Prioreschi: No, no, no…
Auricchio: Eh no, questa era la Sua osservazione… Le risulta che società di calcio hanno a disposizione trasmissioni televisive? Lei ha detto…
Presidente Casoria: Vabbè, non gli risultano, basta avvocato. Inutile insistere.
Avv. Prioreschi: Lei ha mai sentito parlare di Mediaset, del Milan, di chi è il padrone del Milan…
Presidente Casoria: Vabbè, vabbè…
Auricchio: Certamente, però non mi risulta che la società di calcio controlli questo.
Avv. Prioreschi: Le risulta che Tronchetti Provera sia socio in alcune emittenti…
Auricchio: Non mi risulta, insomma.
Avv. Prioreschi: Non c’è problema.
La Juve insomma si difendeva con grinta nella piccola arena del Processo, non certo prona ai suoi voleri, mentre altrove non c'era trippa per gatti. I risultati? Alterni.
E' noto ad esempio anche che la Juventus emette un comunicato (http://archiviostorico.gazzetta.it/2006/febbraio/15/regia_Giraudo_dietro_attacco_Tronchetti_ga_10_0602 15224.shtml) a firma Giraudo sul suo sito ufficiale, il 14 febbraio 2006 dopo la partita con l’Inter, nel quale scrive a proposito degli attacchi ricevuti dal "Processo": "... Invita quindi i suoi tifosi a seguire trasmissioni più obiettive".
Lo stesso giorno Mario Sconcerti scrive (http://archiviostorico.gazzetta.it/2006/febbraio/15/regia_Giraudo_dietro_attacco_Tronchetti_ga_10_0602 15224.shtml): "La Juve decideva di rifiutarsi al Processo di Biscardi invitando anzi il suo popolo a boicottare la trasmissione. […] Che cosa ha portato la Juventus a una reazione tanto seria? Non c'è dubbio che il Processo sugli arbitri e la Juve fosse la volta scorsa arrivato molto lontano. Ma nel suo solito modo, tutt'altro che scientifico e sempre molto caciarone. E comunque sempre di Biscardi stiamo parlando. Fu lui stesso a difendersi in tribunale pochi anni fa sostenendo che la sua trasmissione non aveva caratteri di verità, ma rappresentava l'innocenza che bisogna dare alle vertigini di parole che si usano in un bar sport. Perché allora, improvvisamente, questa reazione? […] Secondo punto, la sindrome storica dell'assedio che pervade la Juventus e la sua gente. Quella juventina è una colossale, straordinaria minoranza. […] Questo porta a vedere il male dovunque (successe già l'anno scorso quando Ibrahimovic fu squalificato per tre turni con la prova televisiva).
Analizziamo ora, caso per caso, i diversi momenti in cui Moggi si mosse nei confronti di Biscardi e Baldas. L'accusa sostiene che la trasmissione sia essenziale alla difesa degli arbitri della Cupola, mentre la difesa sostiene che Moggi cercasse solamente di difendere la Juventus, ogni volta.
Un caso celebre è quello di Roma-Juve. Di seguito la telefonata oggetto di inchiesta:
Biscardi Aldo: … inc… io faccio un attacco a tutto spiano agli arbitri! Ce metto: RAGALBUTO, l’arbitro del Milan, BERTINI, che BERTINI ha regalato la vittoria al Milan, poi ci metto DONDARINI che ha fatto ripetere un rigore, tanto per far chiare le cose,…. e poi ci metto l’arbitro che ha dato, che ha negato un goal alla Lazio… inc… che la palla era entrata di 48 centimetri!
Moggi Luciano: … l’arbitro ha negato?
Biscardi Aldo: … un goal alla Lazio!
Moggi Luciano: … oggi?
Biscardi Aldo: … oggi! Regolarissimo! La palla era entrata di 70-80 centimetri, …
Moggi Luciano: … ah, si?
Biscardi Aldo: Si!
Moggi Luciano: Con chi giocava la Lazio?
Biscardi Aldo: … a Lazio giocava... a... a Messina!
Moggi Luciano: … comunque, guarda, io ti dico una cosa, tenete presente anche l’ambiente di Roma dove non si può ne giocà, ne arbitrà, non si può fà niente!
Biscardi Aldo: Ma io sai come faccio,… sai come faccio?
Moggi Luciano: ... perché… perché... RACALBUTO è il meno colpevole, quello è un ambiente di matti, eh?
Il capocupola dovrebbe lavorare perché siano "sempre tutelati gli arbitri che favorivano la Juve", come scrivono i pm nella richiesta di rinvio a giudizio, ma nel caso non batte ciglio e non dà nessuna disposizione di salvare e tutelare l' arbitro "affiliato" Bertini che Biscardi vuole attaccare perché, caso strano, avrebbe aiutato il Milan!
Moggi giustifica il solo Racalbuto, arbitro della Juve, e nemmeno con molta veemenza. Piccolo particolare: il capocupola non sa neppure con chi giocava il Messina, squadra amica ed aiutata dal "sodalizio criminale", e che l'arbitro della partita era Paparesta.
Pieri per Bologna-Juventus.
Auricchio: Ancora il progressivo 1235, utenza 335XXX629 sempre in uso a Leonardo Meani, dirigente milanista, il colloquio telefonico è tra Meani e Contini, assistente della C.A.N. La data è il 17 Marzo, ore 9.01. Queste due conversazioni sono state da noi utilizzate per il dato… per la valutazione investigativa della vicinanza dell’arbitro Pieri, del gradimento dell’arbitro Pieri rispetto a Moggi. La partita Fiorentina… scusate… la partita Bologna-Juventus è una partita che, diciamo, fa… è una partita con polemiche, con strascichi successivi per l’arbitraggio appunto dell’arbitro Pieri. […] Sono conversazioni che sono state individuate per evidenziare l’attività, sostanzialmente, di aiuto, di non accanirsi, dal punto di vista mediatico, nel “Processo del Lunedì” contro l’arbitro Pieri. Ancora su questo argomento, aggiungo infine il progressivo 7150 del 14 Dicembre ore 13.01, la conversazione è tra Franza Pietro, Presidente del Messina, e Luciano Moggi, Franza telefona a Moggi. Anche in questa conversazione, il contenuto verte sostanzialmente sulla… sulla assoluzione, diciamo, dò il testuale di Franza che dice ‘Cazzo hai fatto assolvere Pieri, se ti assume Berlusconi per i suoi processi, pure Previti, li fai passare tutti’ è una battuta che fa il Presidente… il dato è sempre, come accennavo prima, al trattamento di favore che Pieri avrebbe ricevuto nella serata mediatica del “Processo del Lunedì”.
Auricchio dimentica che Moggi al telefono con Franza non si bea affatto del complimento del presidente messinese, ma sostiene che l'arbitro non meritasse un tale accanimento contro, soprattutto in relazione alle poche polemiche scaturite da episodi contrari alla Juventus, e più in particolare al caso di Reggio. Prova che Moggi stava difendendo la posizione della Juventus.
Moggi, sostiene Auricchio, difende Racalbuto anche dopo Cagliari-Juventus grazie al "Processo di Biscardi". Vero che c'è la frase che l'arbitro deve essere "assolto alla grande", ma è legata al fatto che, come è evidente e come condivide anche Baldas, la colpa di quel fuorigioco non segnalato è dell'assistente. Moggi difende anche Consolo, che non è un "affiliato", chiedendo a Baldas di dimezzare i centimetri del fuorigioco di Trezeguet. Perché lo fa? E' evidente che l'interesse principale di Moggi è che non si puntino i riflettori della polemica sulla Juve per quel goal in fuorigioco.
Auricchio: 17 gennaio, quindi il giorno dopo rispetto alla partita. Moggi è al colloquio con Innocenzo Mazzini, mette in attesa Innocenzo Mazzini e parla con Fabio Baldas. Il motivo è che non è riuscito a contattare Biscardi e quindi parla direttamente con Baldas per l’organizzazione del solito “Processo del lunedì” serale. Il testuale di Moggi è: ‘Ma digli che non rompesse i coxxioni con la partita di ieri’; Baldas replica: ‘Ma guarda che c’è il fuorigioco di Trezeguet sul gol’, appunto che era un po’ il caso che aveva determinato anche le, diciamo, le rimostranze, e in particolare del Presidente del Cagliari, Cellino. Moggi, riferito quindi a Baldas a seguito della sostanziale conferma del gol in fuorigioco, dice di non parlare dell’episodio. Risponde Baldas: ‘Sì, sì, sì, no, tutto quello che vuoi, però voglio dire, siccome sai, siccome è in virtuale, si vede che c’è, ci sono 50 centimetri di fuorigioco, adesso, voglio dire, io poi’; e Moggi ribatte dicendo: ‘E bisogna che l’accorci’, sulla risata di Baldas. Moggi, ritiene, testuale, sempre ‘Perché poi la responsabilità non ce l’ha l’arbitro’, e il Baldas, diciamo, poi replica: ‘No, no, questo è sicuro, tu mi devi dire se l’arbitro… ‘, e Moggi interrompe dicendo: ‘L’arbitro dev’essere assolto alla grande, anzi…’; Baldas di nuovo riprende la parola: ‘No, no, io su Salvatore…’ evidentemente riferito a Salvatore Racalbuto, appunto l’arbitro ‘…non c’è problema, lascia che me la gestisco io, volevo sapere se posso scaricare un po’ su Consolo’, Moggi lo interrompe… Consolo sarebbe invece l’assistente asseritamente individuato come responsabile della mancata segnalazione di fuorigioco… Moggi lo interrompe e, diciamo, testualmente riferisce a Baldas: ‘Ma poco però, eh, non tanto, sì ma poco, insomma’ riferito appunto al concetto poco prima espresso da Baldas ‘Volevo sapere se posso scaricare un po’ su Consolo’. Baldas, infine, riferisce sempre al Moggi, sempre testuale: ‘Nel senso che sì, è difficile, anche perché non si sa se la tocca lui, forse è stato tratto in inganno, c’è un rimpallo, però voglio dire a Racalbuto lo tiro fuori di sicuro, e volevo sapere appunto come la devo mettere, no, qualcosa bisogna che…’, e interviene il Moggi ‘Ma leggermente, leggermente, ma assolvi quasi anche il guardalinee perché o è stata rimbalzata la palla su… poi 50 cm li accorci, devono diventà 20’. Quindi Baldas poi chiede a Moggi di segnalare anche… di riferirlo anche a Biscardi e Moggi nel chiudere la conversazione ribadisce: ‘Poi senza punti di penalizzazione a nessuno, anzi, anzi, devi dire che Racalbuto ha tenuto la partita molto bene in pugno come in effetti è, in effetti è vero.’. E Baldas conferma questa circostanza.
Auricchio sposta l'attenzione quindi sul numero, snocciolando il lungo elenco di telefonate tra Moggi, Biscardi e Baldas, anche quelle "non rilevanti", come sottolinea il giudice Casoria :
Presidente Casoria: Pubblico Ministero, ma queste partite non sono nel capo di imputazione Livorno-Milan, è così?
PM Narducci: Sì, sì, no, ma non era in relazione… forse ha citato Livorno-Milan, non era…
Auricchio: No, ho citato Livorno-Milan semplicemente per due circostanze che ho poi ricordato, cioè…
Presidente Casoria: No, ma io dico… perché è inutile ripetere su questo fatto che interloquiva… interloquiva in tutte le partite, l’abbiamo più o meno… quindi concentriamoci sui capi di imputazione e sull’associazione. Cioè, ogni partita commentava il Moggi, l’abbiamo capito, faceva telefonate, aveva un po’ questo vizio di telefonare…
Auricchio: No, il dato investigativo che volevo sostenere, diciamo…
Avv. Trofino: Se avessero intercettato gli altri, telefonavano tutti…
Presidente Casoria: Va bene, è capitato a lui, va bene…
Auricchio: … è semplicemente il discorso che questa interlocuzione telefonica a cui ho fatto prima riferimento ce l’ha con Baldas che poi organizza la moviola. Quindi non è il…
Presidente Casoria: Ho capito, ma siccome è un concetto ripetitivo, dicevo io, siccome l’abbiamo già detto prima e non è una partita specificamente che rientra nei capi di imputazione… forse sorvolare…
Auricchio: Si, no, infatti volevo precisare questa circostanza, cioè era semplicemente… da evidenziare la… il fatto di abbandonare al suo destino il Copelli. Copelli ho ricordato era…
Moggi in sottofondo ricorda che Copelli era il guardalinee della Supercoppa Italiana che ha annullato il gol valido a Trezeguet.
PM Narducci (alzando la voce): Possiamo andare avanti, per cortesia?
Presidente Casoria: No, vabbè, Pubblico Ministero, però quello poi l’imputato pure si può difendere…
Copelli abbandonato al suo destino, come un naufrago. E tutto questo grazie alla complicità del "Processo". Tanto danneggiato Copelli che andrà ai Mondiali e verrà punito dalla giustizia sportiva con tre mesi di sospensione solo dopo il Mondiale, e solo per le telefonate con Meani. Non va ai Mondiali, invece, Marco Ivaldi, perché la FIGC ritira la sua designazione appena i documenti d'indagine vengono passati ai media, perché Auricchio riporta il suo nome nell'informativa come componente della terna di Roma-Juventus. Su Ivaldi non c'è una prova nelle informative, tanto che i pm non ne chiedono il rinvio a giudizio. Ivaldi entra nell'indagine perché, per sua sfortuna, ha sbandierato in una partita della Juve, esce pulitissimo dall'indagine, ma danneggiato dalla FIGC. Anche questo è un risultato del criterio di indagine adottato.
Infine, più in generale, gli inquirenti si soffermano sulla grande rilevanza della "patente a punti" introdotta da Biscardi, uno strumento che parrebbe rivestire il ruolo di "governo-ombra" nei confronti dei designatori arbitrali, un mezzo di pressione importantissimo.
9 febbraio 2010.
L’udienza è caratterizzata dalle forti e ripetute opposizioni dei difensori, che contestano il fatto che Auricchio commenti troppo gli stralci delle intercettazioni che legge, quando il tribunale dovrà valutare le trascrizioni dei periti. L’avvocato De Vita chiede che Auricchio riferisca, come dovrebbe fare un investigatore, sui fatti accertati. La risposta del pm Narducci la dice lunga sui fatti accertati, davvero pochi, e sull’impianto accusatorio basato esclusivamente sulle intercettazioni.
PM Narducci: Più fatti delle intercettazioni, insomma, non c’è, eh!
[…]
Avv. De Vita: Presidente, mi scusi, ma… sempre l’Avvocato De Vita. Ma questa è un’anticipazione della requisitoria del Pubblico Ministero? Io non… sinceramente è una rilettura di tutte…
Presidente Casoria: Vabbè, ma siccome le intercettazioni… parliamoci chiaro… queste sono l’u… l’elemento cardine della accusa… Ha sentito, Pubblico Ministero? Cerchi di indirizzare il suo esame in questi binari.
PM Narducci: Presidente, riferire il contenuto del colloquio… è imprescindibile, altrimenti la testimonianza del Colonnello Auricchio potrebbe non avvenire.
Auricchio riprende la deposizione seguendo il susseguirsi delle giornate di campionato, arrivando al 10 novembre 2004, ma Narducci lo fa ritornare indietro perché vuole che parli del Processo di Biscardi, uno strumento dell’associazione a delinquere:
Auricchio: Il 10 Novembre c’è una partita serale, infrasettimanale, Juventus-Fiorentina.
PM Narducci: No, Colonnello, no, no. Restiamo un attimo ancora… non abbiamo esaurito… restiamo un attimo ancora alla giornata del 7… alla giornata successiva. Lei ha fatto riferimento a una sola telefonata, quella… il progressivo è 157… telefonata Moggi-Giraudo, d’accordo. Mi deve dire se registrano altre, più o meno significative, telefonate o qualcuna degna di interesse, insomma. Prima di arrivare al 10.
Auricchio: Degno di interesse c’è un profilo che andiamo ad aprire, cioè il rapporto, il contatto, diciamo, tra Luciano Moggi e tale Baldas che in quel momento svolge l’incarico, gestisce la moviola nell’ambito del programma televisivo “Il processo del lunedì”. Anche questo è un dato che entra prepotentemente, diciamo, in questo momento nell’ambito delle investigazioni però, diciamo, sarà poi un leit-motiv importante. Vorrei fare solo una piccolissima introduzione. Il programma è un programma gestito da Biscardi, programma storico “Il processo del lunedì”, etc. etc. Nell’ambito di questo programma, un ex designatore arbitrale, quindi il dato non è proprio neutro, svolge e cura la moviola, tradizionale momento per, diciamo, tutti gli sportivi italiani per confrontarsi poi, dopo i risultati, dopo le partite. Il programma, il processo di Biscardi, ha una funzione strumentale, diciamo, importante per quanto ci riguarda. Nel senso che avendo… il programma va in onda il lunedì in serale… e dati, diciamo, Auditel raccolti a quel tempo davano delle cifre consistenti dal punto di vista… peraltro in una fascia serale… rappresentava sostanzialmente, diciamo… è possibile comunque verificarlo, il dato… comunque una grossa fetta delle persone, dello share di quella fascia serale guardava il programma di Biscardi. Considerato che quella, diciamo, a quell’ora normalmente, diciamo… il pubblico sportivo ha una sua consistenza… l’incidenza in termini, ovviamente, di opinione pubblica sportiva del programma era, diciamo, sicuramente interessante e rilevante. Da questo punto di vista, la, diciamo… da un punto di vista investigativo, voglio dire, il contatto Moggi-Baldas, che è un contatto che si ripeterà per tutto l’andamento del campionato, ha una sua consistenza perché… e lo vediamo dalle intercettazioni successive che vado a indicare… in particolare faccio riferimento al progressivo 170, utenza 335XXX344 in uso a Luciano Moggi…
Avv. Prioreschi: La data?
Auricchio: La data è del 7/11/2004, l’orario è delle 14.22, quindi l’argomento verte in relazione al palinsesto da programmare per la serata del “Processo del lunedì”. E Moggi… la chiamata è Moggi in direzione di Aldo Biscardi. Aggiungo, nell’ambito del programma la gestione della moviola, in quell’anno, comportò, diciamo, una novità : c’era una sorta di attribuzione di patente per gli arbitri, nel senso… il giochino era ti dò i punti o ti levo i punti a secondo del rendimento arbitrale giudicato nella trasmissione. Allegato a questo, c’era anche una sorta di sondaggio, diciamo, più o meno, diciamo, organizzato a margine appunto di quella stessa trasmissione. Sondaggio con le telefonate dei telespettatori. Quindi, Moggi chiama Aldo Biscardi e dice, testualmente, ‘Senti un po’ domani a Paparesta bisogna dargli… togliergli la patente completamente e gli esami entro 15 giorni, altrimenti deve essere affiliato alla Legione Straniera’, quindi sempre con l’acredine, diciamo, dimostrato, c’è questa esigenza di togliergli la patente completamente, ‘Domani, domani al Processo dovete dire ritiro della patente completa per quello che ha fatto… adesso tu devi fa un raffronto tra la partita che è stata regalata alla Reggina… Milan-Reggina che è stata regalata al Milan’. Biscardi lo informa anche degli altri ospiti che ha chiamato, ospiti di fede juventina come Calabrò e Sposini. Moggi ribadisce: ‘Domani lo dobbiamo stroncare’. Ancora Moggi a Biscardi: ‘Adesso intanto io voglio che fermino Paparesta per 4 o 5 turni… gliel’ho bello e detto… e poi gli assistenti tutti quanti perché sono stati tutti una chiavica in questa partita e siccome le chiaviche vanno punite, adesso le facciamo punire… ora tu parli con… dai i particolari a coso, a Calabrò, che ho chiamato, e a Sposini’. Poi Moggi riferisce sempre a Biscardi che contatterà Baldas direttamente: ‘Ci parlo io con Lamberto’, riferito a Sposini: ‘Non ti preoccupare… ahò io parlo con Baldas’. Successivamente infatti, 17.04 progressivo 186 utenza 335XXX344 in uso a Luciano Moggi, Baldas chiama Moggi, il quale lo informa di aver già parlato con Biscardi, per quello che appunto dicevamo: ‘Domani bisogna proporre il ritiro della patente direttamente a Paparesta con esami entro 15 giorni altrimenti non gli viene più restituita… quindi la proposta tua deve essere ritiro immediato della patente esame urgente entro 15 giorni per la riabilitazione… dopodiché devi massacrare, come si chiamano, gli assistenti… gli assistenti che, in pratica, ne hanno combinate più dell’arbitro’. La conversazione continua però essenzialmente, diciamo, dal punto di vista investigativo il leit-motiv, che troveremo anche successivamente, è: situazione sfavorevole - utilizzo strumentale della trasmissione il processo di Biscardi - gestione diretta del palinsesto - chiamata a Biscardi - chiamata a Baldas che è colui, Baldas, che gestisce la moviola, tecnicamente. Attraverso questo strumento, diciamo, si dà uno sfogo, diciamo, a questo tipo di risentimento nei confronti in particolare del Paparesta e dei due assistenti. Ancora, sempre in relazione alla questione Reggina-Juventus, ovviamente, ci sono dei contatti, diciamo, con… ci sono dei tentativi di contatto con Bergamo, e in particolare 143 utenza 335XXX164 di Bergamo Paolo…
Nota: Il tenente Auricchio ricorda anche una telefonata che un giornalista, teste d’accusa che ha lamentato l’ostracismo verso la sua trasmissione, fa a Moggi: “Ancora segnalo 151, 12.17 sempre della domenica successiva, il giornalista di RaiSport Enrico Varriale chiama Moggi, commenta l’arbitraggio, Moggi lo interrompe dice: ‘No, no, lo faccio dividere in due, altro che fa polemiche, lo faccio fare agli altri’.
Alla patente assegnata agli arbitri inventata da Biscardi Auricchio dà una importanza eccessiva, quando è solo una trovata del rosso presentatore per animare il suo bar dello sport televisivo e senza alcun riflesso a livello AIA, come evidenzia l'avvocato Prioreschi il 23 marzo 2010.
Avv. Prioreschi: Lei ha accertato se a Paparesta… ammesso, e non concesso, che si possa ritirare la patente come quella di guida ad un arbitro… non so… Lei ha accertato poi se a Paparesta, tra virgolette, era stata ritirata la patente, o se quella di Moggi era solo una battuta che diceva al telefono?
Auricchio: Sì, hanno applicato… nella classifica che fa Baldas, diciamo… questa è la domanda… nella classifica che fa nel programma…
Avv. Prioreschi: In sostanza, se la FIGC gli ha applicato…
Auricchio: No, ma ritirare la patente era in relazione a Baldas.
eldavidinho94
15.11.2010, 17:58
Domani al processo di Napoli confronto Moggi-Tavaroli
Domani giornata chiave al processo di Napoli. Confronto tra l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi e Giuliano Tavaroli, già responsabile della sicurezza Telecom e coinvolto nello scandalo Telecom-Sismi.
Domani al processo di Napoli confronto Moggi-Tavaroli
Domani giornata chiave al processo di Napoli. Confronto tra l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi e Giuliano Tavaroli, già responsabile della sicurezza Telecom e coinvolto nello scandalo Telecom-Sismi.
Udienza molto interessante. Mi sembra sia la penultima udienza dedicata ai testimoni.
Tavaroli fara' catenaccio o parlera' apertamente? Questo e' il grande dubbio. Comunque se i nostri avvocati fanno un buon lavoro riusciranno sicuramente a mettere in imbarazzo coloro che hanno pagato Tavaroli per distruggere il calcio pulito.
eldavidinho94
16.11.2010, 14:03
Calciopoli, Bertini confessa: «Ho svantaggiato la Juve»
http://www.tuttosport.com/images/79/C_3_Media_1174979_immagine_l.jpg
Deposizione spontanea dell'ex arbitro: «E poi su Nesta ho favorito il Milan»
NAPOLI, 16 novembre - Oggi moltissime le assenze anche tra i legali: l'udienza doveva essere dedicata all'ascolto di Giuliano Tavaroli, capo della security Telecom, sullo spionaggio su Moggi, De Sanctis, Fabiani e Bergamo. Ma nessuna traccia di Tavaroli, che aveva comunque fatto sapere di volersi avvalere della facoltà di non rispondere. In udienza doveva essere ascoltato Riccardo Bigon, chiamato a deporre da Lillo Foti, ai tempi di Calciopoli ds della Reggina ma anche lui avrebbe avuto un problema di notifica. Gli ultimi fuochi delle difese, prima dell'ascolto delle testimonianze degli imputati (molti rinunceranno e faranno solo dichiarazioni spontanee), sarà l'udienza di martedì prossimo: allora le difese depositeranno circa 300 telefonate scovate nei cd analizzati in queste ultime settimane. Tra queste con tutta probabilità anche alcuni file presenti nel cd dedicato a Meani, dirigente addetto agli arbitri.
10.45 - UDIENZA E' TOLTA
L'Udienza è tolta: nessun teste è presente. La Casoria vuole stringere i tempi: «Questo processo deve finire presto. Il 23 gli ultimi testi, poi le deposizioni degli imputati. Le telefonate da depositare entro il 23. Non ho tempo da perdere».
10.40 - DEPOSIZIONE DI BERTINI
Deposizione spontanea dell'arbitro Bertini: «Mi scuso se non sarò chiaro o se avrò difficoltà comunicative, ci tenevo a dire alcune cose importanti. Volevo rimarcare: sono un arbitro di calcio da una vita, oggi a 46 anni sono ancora un arbitro. In questa vita ho rispettato regole scritte nel regolamento e quelle non scritte tramandate da mio padre arbitro e dall'Aia. Io sono stato ligio a questo atteggiamento. Non ho mai fatto parte di alcuna associazione a delinquere, mi è suonato alieno essere accostato ad una fattispecie così. Potevo essere associato a una non associazione: ogni partita si è sottoposti a critiche, i club sono sempre scontenti. Ogni gara si crea una non associazione: anche con Moggi e la Juve era una non associazione perché anche la Juve così come tutte le squadre arbitrate sono state scontente del mio operato e di altri. Perché è normale sbagliare: l'arbitro va in campo e sbaglia, a volte non sbaglia ed è criticato lo stesso, spesso ingiustamente. L'errore dell'arbitro è tanto più rimarcato se messo in comparazione con le immagini tv, quella è un'altra partita, un'altra realtà: l'arbitro non potrà mai essere comparato con un sistema elettronico di 30 telecamere. Quindi io ho sbagliato, ma l'ho fatto ovviamente pensando di fare bene, all'istante, non per svantaggiare o avvantaggiare qualcuno. L'ho fatto anche contro la Juve. Anche a favore e contro le squadre in competizione con la Juve. Quando mi hanno accusato non s'è preso in considerazione che nel 2004-2005 per aver arbitrato 5 partite, 3 delle quali della Juventus, la Juve con me ebbe una media punti inferiore del campionato, con me meno punti che con gli arbitri qui. Con me il Milan, il competitore, ottenne più punti della Juve e più punti della sua media punti. Per essere uno dell'associazione ci sono dati che non tornano. Nella gara denominata partita regina di tutte le partite, Juve-Milan: voglio rimarcare (ho rivisto 15 volte quella gara, non mi dò pace) fu una partita arbitrata assolutamente bene. Lo dissero gli osservatori, qualche critico più oggettivo di altri. In quella gara ci sono dati oggettivi: 23 volte ho arbitrato in quella stagione, ho comminato 35 ammonizioni per squadra di casa e 41 per quella in trasferta, una media di ammonizioni di 1,52 per la squadra di casa e 1,78 per gli ospiti. Punizioni fischiati sono stati 449 a favore di squadra 437 per gli ospiti: equilibrio marcato. Questi sono dati ufficiali forniti alla Figc. Ho fischiato 4 rigori: 2 e 2 e 3 espulsioni. In Juventus-Milan una media di falli fischiati 42, 15 per la Juve, 27 per il Milan: un solo ammonito, contro la Juve. Uno scostamento rispetto alla media di 4,5 falli in meno alla Juve rispetto alla media e +8 per gli ospiti in quella partita. Io ho solo questo e le risultanze degli osservatori per confutare questa accusa: l'osservatore fu soddisfatto, commisi l'errore di fermare Kakà che subì un fallo con ammonizione perché era un fallo duro e invece Kakà poteva continuare a giocare. Fermai per un mancato vantaggio al Milan: questo è l'errore umano in quella partita. Per Inter-Fiorentina le ammonizioni di due giocatori viola che non giocarono contro la Juve: nel processo sportivo l'accusa di Borrelli, sentito da lui, portai il filmato della gara e facendo vedere che quella gara che le ammonizioni non potevano non essere comminate. Ho rivisto poi la gara e il tema dell'accusa: i giocatori viola diffidati erano tre e Dainelli commise cinque falli e non lo ammonii e quello fu un errore. Sulle altre gare ho dati simili. Io in quel campionato ho commesso molti errori, ma il più importante l'ho commesso con l'assistente durante Atalanta-Milan: era nello stesso giorno di Roma-Juve, in quella gara non ho espulso Nesta per fallo da ultimo uomo. Era un contropiede, ero a 50 metri dal fallo e il mio assistente non prese provvedimento, non mi aiutò: quella partita era sull'1-1, avrei dovuto lasciare il Milan in 10 e poteva decidere il campionato, avvantaggiai il Milan che al 94' segnò vincendo. Ho subito critiche enormi: venni massacrato, anche da Moggi sui giornali. Nell'arbitraggio non potrò più fare errori, ne ho fatti tanti. Qui mia controparte la Figc che mi ha assolto nei due processi sportivi: ho pagato molto, quattro anni di vita cancellati, con conseguenze familiare e di lavoro. Confido in un giudizio rapido: abbiamo rinunciato ai testi per arrivare prima possibile ad un giudizio».
10.15 ARRIVA MOGGI L'Udienza è tolta: nessun teste è presente. La Casoria vuole stringere i tempi: «Questo processo deve finire presto. Il 23 gli ultimi testi, poi le deposizioni degli imputati. Le telefonate da depositare entro il 23. Non ho tempo da perdere»
juventinadelsud
17.11.2010, 11:49
ho sentito parlare di revoca dello scudetto 2006 sempre piu vicina qualcuno ha notizie certe???
maurizio
18.11.2010, 11:49
ancora non si sa Rosy
Calciopoli, la conferma di Palazzi è a rischio
http://www.tuttosport.com/images/41/C_3_Media_1162541_immagine_l.jpg
© Foto Liverani
Il processo di Napoli più rapido della giustizia sportiva. Per il ruolo di procuratore federale sono 3 candidati per il 2011. Premiopoli scatena l’ira di Lo Monaco: «Chiarezza in fretta o vado a denunciare altrove»
ROMA, 18 novembre - Partito con enorme vantaggio - visti i tempi solitamente celeri della giustizia sportiva di Calciopoli 2006 - il procuratore federale Stefano Palazzi, in scadenza di nomina a giugno 2011, rischia uno storico sorpasso: la giudice della IX sezione del tribunale penale di Napoli, Teresa Casoria, può arrivare a concludere la fase dibattimentale (il 14 dicembre) del processone penale a 24 imputati (50 avvocati, una decina di parti civili) prima che la Figc partorisca una risposta all’esposto juventino sull’assegnazione dello scudetto del 2006 all’Inter e chiuda l’indagine sulle 200 telefonate che da aprile costituiscono - anche in Federcalcio - il corpo della cosiddetta Calciopoli 2. Roba da Guinness se si considera che le trascrizioni sono quelle periziate dal tribunale di Napoli e coinvolgono pochi tesserati, volendoli ascoltare.
PREMIOPOLI - Ci si domanda perché si proceda così lentamente. Una spiegazione può essere legata allo spinosissimo caso di Premiopoli, denunciato su queste pagine da luglio: Palazzi, con mossa azzardata non spiegata e decisamente irrituale, ha tolto tre settimane fa dalle mani dei due esperti 007 che indagavano, il caso delle possibili false o imprecise autocertificazioni avallate dall’Ufficio Lavoro della Figc, guidata dal collaboratore federale Pichi fino alle improvvise dimissioni del 14 agosto. In ballo rimborsi di centinaia di migliaia di euro spillati ai club pro (il Catania chiede verità su 500 mila euro, il Chievo su circa 200 mila). Ora uno degli investigatori, Marco Mattioli, resta in attesa di comunicazioni (anche lui) da Palazzi: è in servizio effettivo, conosce i meandri della vicenda ma non può agire per ora.
LO MONACO RINGHIA - Ieri lo sfogo di Pietro Lo Monaco, che coinvolge direttamente Abete: «C’è grande preoccupazione perché abbiamo visto strappare dalle mani dei due investigatori il caso in un silenzio imbarazzante, dopo il vostro articolo del 13 ottobre». L’amministratore delegato del Catania spiega di averne (con Campedelli del Chievo) parlato direttamente col numero 1 della Figc: «Abete ci ha detto che ora l’indagine ce l’ha Palazzi, quindi farà anche più in fretta chiarezza sulla vicenda e dirà. Questo meccanismo scoperchiato me lo devono spiegare bene: e se la chiarezza non arriva dalla federazione per una cosa che era tutta nelle mani di Amerigo Pichi, da anni, la cercheremo anche in altre sedi. Strane le dimissioni di Pichi ad agosto, no? L’ok ai pagamenti ci arrivava da via Allegri: a via Allegri chiederemo eventuali risarcimenti. Cinquecentomila euro per una società piccola sono tanti soldi e la storia colpisce i club che fanno debuttare giocatori provenienti dai campionati minori come il Catania. Palazzi vada avanti come ha chiesto Abete, altrimenti andremo a chiedere giustizia in altre sedi» . Occhio, però: tra breve scadono i termini per la proroga d’indagine.
PRIMARIE - Di certo la vicenda Premiopoli, il caso Milito-Motta, la lentezza su Calciopoli 2 mettono a rischio la conferma di Palazzi. Se passerà la riforma dello Statuto (nuova divisione tra Procura e Ufficio Indagini) in Figc si fanno tre nomi: l’attuale viceprocuratore Giorgio Ricciardi, il numero 2 della procura della Cassazione (se va in pensione) Vittorio Martusciello o il ritorno di Italo Pappa, ora in Corte di giustizia.<CITE class=txt_Author>Alvaro Moretti</CITE>
gabriele
23.11.2010, 13:56
Udienza del 23/11/2010
Questaè l'ultima udienza disponibile per ascoltare i testimoni convocati dalle difese, perché poi si passerà all'esame degli imputati disponibili a farsi interrogare. Oggi vengono consegnati gli elenchi delle telefonate delle quali le difese chiedono l'acquisizione.
Intanto il quotidiano La Stampa anticipa oggi un'altra intercettazione inedita (http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calcio/201011articoli/30725girata.asp) con Meani protagonista, questa volta a colloquio con l'arbitro internazionale Rosetti. La conversazione avviene l’8 aprile del 2005, Rosetti è stato designato per Lecce-Siena e la squadra senese la settimana sucessiva sarà l’avversario del Milan. Il dirigente milanista addetto agli arbitri dice al suo interlocutore che è una fortuna essere precluso per le partite della Juve con quel che si dice, e confessa di aver recriminato quando l'arbitro aveva ammonito i due Lucarelli del Livorno, provocandone l'assenza nella successiva partita con la Juve. A questa affermazione Rosetti risponde "ah guarda, per quanto mi riguarda ma veramente, io non ho mai visto una roba del genere, cioè io devo essere in campo libero, tranquillo...", e Meani replica "Io ti dico, quando a me magari sai, succede che lo stesso "boss" mi dica 'mi raccomando eh, se può, che abbiamo Maldini e Nesta diffidati'...".
Ore 9.45 - In aula oggi c'è il pienone ed è presente anche Ciro Venerato, imputato ma anche testimone, che aveva dovuto saltare la precedente udienza per motivi di lavoro. La prima voce raccolta è una anticipazione di quanto l'avvocato Prioreschi dovrebbe riferire in aula: sui brogliacci compaiono alcune telefonate con Facchetti, però i file audio sono illeggibili.
Ore 10.15 - Il giudice Teresa Casoria inizia l'appello. Il presidente Casoria chiede se qualche difesa ha da depositare nuove telefonate:
L'avvocato Gallinelli, difensore di De Santis, chiede la trascrizione della telefonata tra De Santis e Bergamo, dopo Livorno-Siena.
La difesa di Pairetto deposita un elenco di 20 telefonate.
La difesa di Racalbuto chiede la trascrizione di 11 telefonate effettuate dal 4.3.2005 al 5.3.2005.
Avv. Prioreschi: Fornisco un elenco di ulteriori telefonate, 114 per l’esattezza. Ma voglio far rilevare che abbiamo trovato, nel cd dei brogliacci, alcune telefonate tra Facchetti e Pairetto, però non abbiamo trovato l’audio. È solo per farlo rilevare a verbale.
Anche la pubblica accusa chiede la trascrizione di 4 telefonate sull’utenza in uso a Moggi. La difesa di Meani chiede la trascrizione di una telefonata.
Entra il perito trascrittore Roberto Porto che si impegna e chiede un termine di 60 giorni per il deposito della perizia.
Il presidente Casoria fa notare che le 114 di Moggi sono un po' tante, ma Prioreschi fa presente che fanno parte dei cd per i quali è stasta data la chiave elettronica solo a settembre, e ce ne sono ancora circa 10 mila che non sono state sentite.
DEPOSIZIONE RICCARDO BIGON.
Avv. difesa Foti: Lei è direttore del Napoli oggi ma nel 2004/2005 per chi?
Bigon: Per la Reggina.
Avv. difesa Foti: Con quale qualifica?
Bigon: Responsabile organizzativo.
Avv. difesa Foti: Era a stretto contatto con l’allenatore?
Bigon: Sì la Reggina non aveva il direttore sportivo.
Avv. difesa Foti: Chi era l’allenatore?
Bigon: Mazzarri.
Avv. difesa Foti: All’inizio del campionato, vi furono episodi sfavore voli alla Reggina in Lazio-Reggina del 19 settembre 2004, la ricorda?
Bigon: Sì anche se sono passati anni, la ricordo mi pare finì 1-1.
Avv. difesa Foti: Vi fu un episodio sfavorevole alla Reggina?
Bigon: Sì ci fu il gol della Lazio su rigore e ricordo che lo contestammo a lungo.
Avv. difesa Foti: Il 24 ottobre Chievo-Reggina 0-0, la ricorda?
Bigon: Sì
Avv. difesa Foti: Vi fu qualche episodio?
Bigon: Ricordo un gol di Bonazzoli annullato per fuorigioco, ma fu una svista.
Avv. difesa Foti: Era verso la fine dell’incontro?
Bigon: Sì.
Avv. difesa Foti: Il 3 ottobre 2004 contro il Milan la Reggina perse 3-1 ricorda?
Bigon: Sì.
Avv. difesa Foti: Anche qui vi furino dei torti?
Bigon: Sì, mi sembra che sul 2-1 per il Milan raggiungemmo il pareggio con Borriello e che la rete venne annullata in maniera sbagliata.
Avv. difesa Foti: Quando fu annullato il gol si era alla fine della gara?
Bigon: Sì.
Avv. difesa Foti: Chi era l’arbitro?
Bigon: Trefoloni.
Avv. difesa Foti: Il 31 ottobre Messina-Reggina 2-1, ricorda qualcosa?
Bigon: Questa la ricordo in modo particolare, era il derby sentito dai tifosi, andammo in vantaggio, poi vi fu un rigore per noi non concesso e poi perdemmo. Si scatenarono grosse polemiche sia tra i tofosi sia interne.
Avv. difesa Foti: Chi era l’arbitro.
Bigon: Racalbuto.
Avv. difesa Foti: Reggina-Brescia 1-3, chi era l'arbitro?
Bigon: Sempre Racalbuto.
Avv. difesa Foti: Ricorda qualcosa?
Bigon: No, di questa gara non ricordo granché, forse ancche qui un rigore non dato.
Avv. difesa Foti: In quell’anno vi furono molte polemiche?
Bigon: Sì, ricordo di sì, soprattutto il mister tenne a sottolinerare più volte gli errori e a fine anno il nostro bilancio era certamente in passivo.
Difesa Foti: Vi fu un Palermo-Reggina del 15 maggio 1-1: ricorda se la Reggina andò in vantaggio?
Bigon: Sì, con un gol di Mesto e venimmo raggiunti dal Palermo all’ultimo secondo della gara.
Avv. difesa Foti: Quindi nel recupero.
Bigon: Sì.
Avv. difesa Foti: Di cinque minuti?
Bigon: Non lo ricordo.
Avv. difesa Foti: Nessun'altra domanda.
Avv. Gallinelli: 12 dicembre 2004, Reggina-Cagliari: Lei che ruolo aveva?
Bigon: Ero responsabile amministrativo e team manager.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Bigon: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Se Le dico che era Rosetti lo conferma?
Bigon: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ci furono polemiche?
Bigon: Sì.
Avv. Gallinelli: Contro l’arbitro?
Bigon: Sì, fu una gara molto intensa, mi pare che vincemmo 3-2 e anche negli spogliatoi ci fu un poco di tensione.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda se l’arbitro era De Santis?
Bigon: Non me lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Sa se Rosetti era stato designato e poi sostituto?
Bigon: Sì, ricordo che in quella stagione accadde, ma non ricordavo che fosse in quella gara.
Avv. Gallinelli: Chi si lamentò più di tutti per quella partita?
Bigon: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda il comportamento di Cellino?
Bigon: No, ricordo che nel sottopassaggio ci fu da ridire tra gli addetti ai lavori ma se c’è stata una polemica di Cellino non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Franceschini venne spulso?
Bigon: Sì, negli spogliatoi.
Avv. Gallinelli: Ricorda il motivo?
Bigon: Non so esattamente, si arrivò quasi alle mani.
Avv. Gallinelli: Quindi fu una gara di elevata difficoltà?
Bigon: Sì, ci si giocava la salvezza.
Avv. Gallinelli: Ricorda se Mazzarri gradiva De Santis?
Bigon: Non ricordo se vi fosse un particolare gradimento.
Avv. Gallinelli: Nessuna altra domanda.
DEPOSIZIONE CIRO VENERATO.
L’avvocato Misiani non ha interesse ad ascoltarlo.
PM: che ruolo aveva nella rai nel 2004 2005
Venerato: Ero precario di fascia A, cioè la Rai è tenuta ad assumere dopo 4 anni.
PM: Quale era la sua sede
Venerato: A Milano.
PM: Con chi avev rapporti?
Venerato: Con Zermiani, ma il mio referente era Cinzia Maltese. Avevo un capo del calcio, Scardina, e tutti i giorni lavoravamo ai notiziari sportivi per Rai 2 e Rai 3. Stando a Milano seguivo molto il Milan, poco l’Inter, e talvolta la Juve per interviste esclusive, soprattutto per Ddribbling.
PM: Quanti giornalisti precari lavoravano alla Rai?
Difesa Scardina: Ma questo ce lo hanno detto già i giornalisti e i responsabili Rai.
Venerato: 8, 9, o forse 10, ma il termine precario era solo una qualifica, non una diminutio, ma io avevo fatto, prima di andare in Rai, 4 anni a Rds, 3 anni a Tele +, otto anni alla Gazzetta, 2 anni il praticante al "Roma", 4 anni al Giornale di Sicilia, opinionista a Studio Sport e 5 anni a Canale 21, conduttore per 5 anni a Canale 7, più altri incarichi vari.
PM: Può dirmi in sintesi nel corso del 2004 2005 quanti servizi dedicati agli eventi di Juve, Inter e Milan ha seguito?
Venerato: La domenica ero quasi sempre sulla Juve. Per motivi di share alla DS portavamo due pezzi. I collaboratori non assunti non potevano seguire la partita affidata alla prima firma, noi facevamo l’intervista, la storia, il personaggio. Eravamo io, Lucilla Granata e Alda Angrisani. Le jultime due facevano le milanesi. Quando c’era Costa a Torino faceva le interviste ad Agnelli, ma poi andò in pensione e Marino andò a fare il servizio della partita. E mi fu chiesto di fare le interviste, anche perché c’erano molti giocatori del Napoli, mia squadra del cuore. Io, tra l’altro, avevo dato la notizia del ritorno di Lippi, nello stesso giorno in cui Agnelli aveva confermato Ancelotti. Io avevo chimato Lippi, che mi disse che era stato chiamato dal Barcellona e che aveva rifiutato. Io gli dissi "Non è che torni alla Juve?" e lui si mise a ridere. Qui acquistai considerazione nell’ambiente.
PM: Chi faceva le griglie?
Altra opposizione dell’avv. di Scardina.
Venerato: Scardina era il capo del calcio, quindi preparava le griglie, che poi erano soggette alla riunione di redazione del martedì.
PM: Nel 2003-04 vi furono proteste di suoi colleghi per una sua esultanza al termine di Juve-Bologna?
Venerato: Io non sono juventino. Il mio telefono fu tempestato di telefonate dal curatore della DS. Aprire la Domenica Sportiva con un faccione della Juve era importantissimo. Il Bologna stava vincendo e i protagonisto erano loro. Bellardi mi premeva perché ci fosse un giocatore della Juve alla DS. La Juve non mi avrebbe dato nessuno se avesse perso, quindi al gol di Camoranesi esultai per motivi professionali.
PM: Era in contatto con Moggi in quella stagione anche per motivi professionali?
Venerato: Per quanto riguarda il mio lavoro e il taglio dei miei servizi mai. È vero che ci furono dei problemi con Scardina. Accadde che con Zeman non ho mai avuto un grande feeling, soprattutto da quando era al Napoli, che fece retrocedere. Spesso ero ospite di una trasmissione a Napoli e come difensore di Zeman c’era Galeazzi. Scardina, romanista, era un altro zemaniano. Stranamente prima di Lecce-Juve, in cui c’era Zeman, non mi mandò a fare la Juve ma una gara di terza fascia, e mi sembrò una scorrettezza dal punto di vista umano. Io posso anche avere antipatie, ma quando faccio il mio lavoro, mi spoglio di tutto.
Nota: Venerato ha riportato anche un commento di Zeman che una volta disse "Non vorrei un giorno piangermi i morti della Juventus".
Venerato: Quindi io mi sfogai con Moggi, che considero un mio amico. Voi avete sentito solo la telefonata con Moggi, ma io quel giorno mi sfogai con Ruffini e con altri colleghi. Ruffini chiamò Scardina e disse che lo avrebbe mandato come inviato di Sabato Sprint. Dopo la gara io e Zeman facemmo un'intervista.
PM: Quindi non chiese a Moggi di intervenire su Scardina?
Venerato: Gli spiegai quello che era successo, ma era uno sfogo, non dovevo chiedere niente, non dovevo guadagnarmi niente, io facevo già la Juve.
PM: Ha mai viaggiato sull’aereo della Juve?
Venerato: Sì, qualche volta sì per motivi logistici, mi dovevo trovare il sabato sera in un posto e la mattina dopo a Torino, e la RAI chiedeva alla Juve di ospitarmi solo per questo motivo. Ma era la RAI a chiederlo ed è successo solo 4 o 5 volte.
PM: Ha mai interceduto per la presenza alla DS di Mino Raiola, procuratore di Nedved?
Opposizione dell'avvocato Misiani (difesa Scardina).
Venerato: Non ho problemi a rispondere. Raiola è l’agente più importante del calcio italiano e io, che mi occupavo di calcio mercato, dovevo avere un buon rapporto con lui. Ero a cena e Moggi mi telefonò dicendo che alla DS c’era Zeman che accusava Nedved per avere abbandonato la nazionale Ceca e che voleva fare una replica.
PM: Ha conosciuto Franza? Ha parlato con Moggi mentre era con Franza?
Venerato: Sì andai a fare un servizio per dribbling e lo chiamai per farlo salutare da Moggi. Erano amici e Franza era Juventino.
PM: Nessun'altra domanda
Avv. parte civile RAI: Ricorda quante gare commentò nel 2004/2005?
Venerato: Non mi occupavo di partite ma di personaggi. A volte nemmeno la vedevo perché ero a caccia di interviste.
Avv. Trofino: Quando ha declinato le sue generalità, ha detto che Lei è dipendente Rai, quindi è stato assunto dall’azienda dopo questi fatti, è così?
Venerato: Sì.
Avv. Trofino: E allora basta, di che stiamo parlando?
Presidente Casoria: Venerato, può andare.
DEPOSIZIONE ANDREA CONSOLO, ex assistente.
Avv. Picca: Da quanti anni svolge la funzione arbitrale?
Consolo: Non lo sono più, lo sono stato fino al 2007.
Avv. Picca: Da quando?
Consolo: Dal 1999.
Avv. Picca: Una partita del 22 maggio 2005. Lazio-Fiorentina ricorda la terna arbitrale?
Consolo: Si Rosetti e Pisacreta.
Avv. Picca: Ricorda l’andamento della gara?
Consolo: Ricordo che nel primo tempo ci fu un episodio di un tiro in porta e un salvataggio di un difensore della Lazio sulla linea.
Avv. Picca: Ricorda se fu fatto con la mano?
Consolo: Non lo vidi, ovviamente.
Avv. Picca: Questo durante la gara ma dopo?
Consolo: Certo vedendo le immagini.
Avv. Picca: Parlò con Rosetti dopo la gara?
Consolo: No.
Avv. Picca: Ricorda proteste dei giocatori della Fiorentina?
Consolo: Sì ma io ero l’assistente dall’altro lato.
Avv. Picca: E non chiese chiarimenti ai suoi colleghi?
Consolo: No.
Avv. Picca: Quindi dopo la gara non ne parlò, ma dopo avrà visto le immagini?
Consolo: Non subito, credo di averne parlato al raduno mensile di Coverciano.
Avv. Picca: Quanto tempo prima seppe di dovere arbitrare la gara?
Consolo: Venerdì.
Avv. Picca: Ha mai avuto da parte di Rosetti indicazioni per favorire una squadra?
Consolo: Assolutamente no.
Avv. Picca: E da Pisacreta?
Consolo: No.
Avv. Picca: E dai dirigenti dell’AIA, i designatori?
Consolo: No.
Avv. Picca: E da dirigenti della Fiorentina?
Consolo: No.
Avv. Picca: Dalla Lazio?
Consolo: Nemmeno.
Avv. Picca: Ricorda il fallo di mano?
Consolo: Quello che ho visto in campo, ma ero a 50 metri, vedo un tiro in porta e la palla che viene deviata in angolo.
Presidente Casoria: Quando ha visto le immagini ha visto se era mano?
Consolo: Beh certo.
Avv. Picca: Ricorda che decisione assunse Rosetti?
Consolo: Angolo.
Avv. Picca: Avendo visto le immagini che avrebbe dovuto fare?
Consolo: Rigore ed espulsione.
Avv. Picca: Nessun'altra domanda.
Difesa Racalbuto: Che professione svolge?
Consolo:Cardiologo.
Difesa Racalbuto: Come assistente è stato designato per Cagliari-Juve con Racalbuto.
Consolo: Sì.
Difesa Racalbuto: La ricorda?
Consolo: Era in notturna e finì 1-1.
Difesa Racalbuto: Rricorda se ci furono proteste?
Consolo: Assolutamente no.
Difesa Racalbuto: Ricorda se alla fine ci fu un problema di un gol di Trezeguet in fuorigioco?
Consolo: Non ricordo.
Difesa Racalbuto: Lei era proprio l’assistente dalla parte del gol...
Consolo: Sì ma non mi accorsi del fuorigioco, altrimenti lo avrei segnalato e non ho nemmeno mai rivisto le immagini.
Difesa Racalbuto: Altra gara: Roma-Parma, sempre con Racalbuto, ricorda se ci furono polemiche?
Consolo: No.
Difesa Racalbuto: Il raporto arbitrale lo firma anche Lei?
Consolo: No.
Difesa Racalbuto: Ci furono ammonizioni?
Consolo: Non ricordo.
Difesa Racalbuto: Se Le dico che erano stati ammoniti Pisanu e Contini?
Consolo: Non posso ricordare avvocato.
Difesa Racalbuto: Ancora su Cagliari-Juve, Cellino avrebbe detto che c’erano state minacce di Racalbuto ai giocatori della sua squadra. Lei le ricorda?
Consolo: Ma assolutamente no, non ho sentito alcun tipo di minacce.
Difesa Mazzei: Conosce Mazzei?
Consolo: Certo facevamo riunioni insieme agli arbitri il venerdì, ma a volte noi assistenti ci riunivamo con Mazzei per vedere insieme alcune immagini per discutere del regolamento.
Difesa Mazzei: In queste riunioni facevate anche allenamenti?
Consolo: Sì, la mattina.
Difesa Mazzei: Sa delle modalità di designazione dei due assistenti per le partite?
Consolo: Vi erano delle regolari designazioni.
Difesa Mazzei: Sa se venivano proposte da Mazzei?
Consolo: Proposte?
Difesa Mazzei: Sì, da Mazzei ai designatori...
Consolo: Presumo di sì, era lui che conosceva lo stato di forma di ognuno di noi.
Difesa Mazzei: Le è mai capitato di avere delle indicazioni con la precisazione che poi la decisione sarebbe stata dei designatori?
Consolo: No.
Difesa Mazzei: Le modalità di svolgimento delle riunioni a Coverciano sono rimaste invariate nel tempo?
Consolo: Sì, in linea di massima sì.
Difesa Mazzei: Le è mai capitato di chiamare Mazzei per una designazione o riceverne qualcuna per una raccomandazione?
Consolo: No, nemmeno dai designatori.
Difesa Mazzei: Era consuetudine parlare di partite difficili?
Consolo: No, io sapevo se quella designazione si riferiva ad una gara difficile o no.
Presidente Casoria: Consolo può andare.
DEPOSIZIONE MITRO.
Avv. Picca: Lei è stato assistente?
Mitro: Sì, anche nel 2004-2005.
Avv. Picca: Da quando?
Mitro: Per 10 anni dal 1995.
Avv. Picca: Quindi quella fu l’ulitma stagione?
Mitro: Sì.
Avv. Picca: Fiorentina-Brescia: per quella gara era in terna con chi?
Mitro: Collina e Farneti.
Avv. Picca: Ricorda la partita se determimò polemiche?
Mitro: No, fu una gara diretta e condotta senza contestazioni.
Avv. Picca: Quanto prima seppe di doverla arbitrare?
Mitro: A quell’epoca, mi ricordo, sapevano il giovedì o il venerdì.
Avv. Picca: Come terna quando vi incontravate?
Mitro: La mattina, facevamo il breefing.
Avv. Picca: L’oggetto della riunione quale era?
Mitro: Disposizioni tecniche dell’arfbitro.
Avv. Picca: Collina Le diede indicazioni di favorire una suqadra in danno dell’altra?
Mitro: No.
Avv. Picca: E queste indicazioni le ebbe dal suo collega?
Mitro: No.
Avv. Picca: Registraste contestazioni dei dirigenti?
Mitro: No.
Avv. Picca: Del Brescia?
Mitro: No.
Avv. Picca: Ha ricevuto da Bergamo e Pairetto pressioni, o raccomandazioni a favorire una squadra in danno dell’altra?
Mitro: No.
Avv. Picca: E dai dirigenti della Fiorentina?
Mitro: No.
Avv. Picca: Nessuna altra domanda.
Avv. Cirillo, difesa Ambrosino: Ricorda Reggina-Messina del marzo 2005?
Mitro: Sì.
Avv. Cirillo: Che ruolo aveva?
Mitro: Assisstente.
Avv. Cirillo: E il secondo chi era?
Mitro: Ambrosino.
Avv. Cirillo: Che partita fu?
Mitro: A livello tecnico regolare. Ricordo una inversione di campo per incidenti sotto la porta del portiere del Messina.
Avv. Cirillo: Che risultato ebbe dall’osservatore?
Mitro: Non ricordo.
Avv. Cirillo: Ha notato qualche comportamento particolare di Ambrosino?
Mitro: No.
Avv. Cirillo: Ha avuto contatti telefonici con lui?
Mitro: Certo.
Avv. Cirillo: Aveva il suo numero in memoria?
Mitro: Avevo ed ho il suo numero.
Avv. Cirillo: Ha mai avuto telefonate da lui, effettuate da altri numeri?
Mitro: No mai.
Avv. Gallinelli: Ha partecipato a Inter-Milan, Arsenal-Bayern, Francia-Svizzera, Olanda-Romania?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Mitro: De Santis.
Avv. Gallinelli: Si ricorda se De Santis le diede informazioni sull’esistenza di una indagine giudiziaria?
Mitro: No mai.
Avv. Gallinelli: In riferimento ad Inter-Milan ricorda la condotta di De Santis?
Mitro: Quell’anno ho fatto tante partite con lui ed ha sempre fatto partite con la condotta perfetta.
Avv. Gallinelli: Sa dire se sue segnalazioni all’arbitro vennero recepite da De Santis?
Mitro: Le segnalazioni sono sempre state recepite.
Avv. Gallinelli: Venivano disposti dei breefing nei quali venivano affrontati solo argomenti tecnici?
Mitro: Sì solo tecnici.
Avv. Gallinelli: 20 aprile 2005 Inter-Juve, ricorda?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Ci furono epoisodi particolari?
Mitro: L’episodio più discusso fu un comportamento di Ibrahimovic da parte mia e della terna non visto e non segnalato.
Avv. Gallinelli: Al di la di questo episodio, Ibrahimovic subì dei provvedimenti disciplinari?
Mitro: Se non sbaglio era stato ammonito.
Avv. Gallinelli: Ricorda altri ammoniti della Juve?
Mitro: Certo ce ne furono.
Avv. Gallinelli: Successivamente alla gara il 28 aprile 2005 ha arbitrato una gara di champions, sempre con De Santis?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda se fu chiamato dal giudice sportivo per chiederle se aveva avuto modo di vedere l’epsidio di Ibrahimovic?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Questa richiesta era relativa alla applicazione della prova televisiva?
Mitro: Si ci chiese se avevamo visto questa violenza.
Avv. Gallinelli: Tale richiesta venne formulata solo a lei?
Mitro: No a tutti e tre eravamo in camera di De Santis. Il giudice ha prima parlato con lui e poi ha chiesto agli altri se avessero visto qualcosa della violenza di Ibrahimovic e tutti risposero che non avevano visto nulla.
Avv. Gallinelli: E quindi che cosa è successo?
Mitro: Ibrahimovic venne squalificato.
Avv. Gallinelli: Quindi se anche uno dei tre avesse detto di aver visto qualcosa che cosa sarebbe successo?
Mitro: Non sarebbe stato squalificato per quello.
Avv. Gallinelli: In Milan-Juventus dell’otto maggio era assistente?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Con quale arbitro?
Mitro: Collina.
Avv. Gallinelli: In quell’incontro partecipò Ibrahimovic?
Mitro: No.
Avv. Gallinelli: Si ricorda se non partcipò per la squalifica?
Mitro: Sì per quella presa per la prova televisiva.
Avv. Gallinelli: E Ibrahimovic venne squalificato anche prechè ammonito e diffidato?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Nell’intervallo di Francia-Svizzera accadde qualcosa?
Mitro: Sì, ci fece visita un dirigente Uefa.
Avv. Gallinelli: Walter Gagg?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: E che disse?
Mitro: Ci portò i saluti di Facchetti, a tutta la terna.
Avv. Gallinelli: Ancora su Milan-Juve, ricorda se quella gara era determinante?
Mitro: Assolutamente sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda se a quella gara parteciparano Nesta, Rui Costa e Seedorf?
Mitro: Non ricordo, forse Nesta no.
Avv. Gallinelli: De Santis Le ha mai parlato di giocatori diffidati?
Mitro: No mai.
PM: Mi dice se in quegli anni abitava a Potenza?
Mitro: Sì.
PM: E aveva il numero di cellulare 33…?
Mitro: Sì.
PM: Nessuna altra domanda.
Difesa Titomanlio: Lei ha visionato la gara. Le segnalazioni sono avvenute in che parte del terreno di gioco?
Mitro: Nella parte di sua competenza.
Presidente Casoria: Può andare.
DEPOSIZIONE ING. DE FALCO.
Avv. Morescanti: Ha avuto i dati con i quali la polizia giudiziaria ha attributo le telefonate a Fabiani?
De Falco:Il mio intervento è relativo alla associabilità delle telefonate che sono state fatte, circa 60, che sono state ascritte a Fabiani. Cioè se sono state effettuate da lui. Ci sono 60 contatti con tre colonne. Da una parte c’è l'identificativo di cella da cui è partita la telefonata, poi c'è l’indirizzo di cella ed il comune della stessa. Chi ha guardato queste immagini, ha concluso che questi indirizzi fossero nel quartire di Primavalle ela associavano a Fabiani, in via probabilistica e non logica. I dati oggettivi che portano a dire che Fabiani ha fatto le telefonate sono quelli che sono partiti da quell’indirizzo. La radiotrasmittente può essere lontana anche 20, 30 metri dall’indirizzo indicato. Io ho riportato quelle che sono le effettive posizioni delle trasmittenti delle celle. Queste celle hanno un raggio di 10 chilomenti, quindi più estese del quartiere di Primavalle, che a nord confina con il GRA ed anche ad Ovest, poi via Ttrionfale e via Boccea. Di queste 60 telefonate solo 15 sono proprio nel quartiere di Primavalle. Le altre sono fuori, oltre i 5 km dalla residenza del Fabiani. Quindi, queste celle possono raggiungere la residenza del Fabiani? Schiumando questo numero di celle si stabilisce che le uniche che possono essere raggiunte da questo punto sono 2, massimo 4. Le celle in queste zone urbane hanno una penetrazione di 600, mille metri non di più. Tutte le telefonate che partono da quell’indirizzo possono essere agganciate da 2, massimo 4 celle. La probabilità che una persona che si trova in via Cardinal D'Avanzo possa agganciare le celle presenti è del 3%. Trattandosi di celle di un gestore estero in roaming con le società italiane, potevano agganciare le celle di tutti i gestori. La cella più vicina si trova a via Tommaso De Vio. Ma la cella è molto particolare, perché esistono delle celle che sono locali, perché i canali a disposizione sono pochissimi, quindi le celle di zona hanno una determinata frequenza e possono parlare solo con zone prossime. Una deroga a questo fatto è una cella ad ombrello che serve per coprire tutti i buchi. La cella di via De Vio è su un campanile su cui ci sono delle antenne BTS e questa cella, essendo molto alta, ed essendo ad ombrello, non ci da nemmeno la certezza che la telefonata sia partita da un posto vicino. Per motivi logici e tecnici, quindi, si può dissentire dall’assunto che le 60 telefonate provengano tutte dal posto in cui abita Fabiani. Tra l’altro, non si sa nemmeno dove si trovasse l’imputato al momento della telefonata. All’epoca, essendo il Fabiani un dirigente del Messina Calcio, noi troviamo telefonate verso Messina, ma le celle a Mmessina sono lontane dal campo sportivo. Altra osservazione è la circostanza che il numero della prima colonna mi parla di settorializzazione della trasmissione. Avviene che si pongono le antenne in tre direzioni tipiche: nord, sud-est e sud-ovest. Avere una percezione di questi settori avrebbe potuto farci capire l’ubicazione del cellulare ma in questo caso non è stato possibile saperlo.
Avv. Morescanti: Quindi chi ha effettuato l’indagine ha usato tutti gli accorgimenti per sapere da dove partissero le telefonate?
De Falco: Si doveva fare in tempo reale e non è stato fatto, ma anche successivamente si poteva fare di più.
Avv. Morescanti: Le celle di cui lei ha parlato sono state veramnete interessate da queste telefonate, o i carabinieri hanno visto le 60 teelfonate provenienti dal quartiere in cui abitava Fabiani e le hanno associate a lui?
De Falco: Hanno fatto solo un collegamento logico. Se il territorio di copertura della cella fosse stato piccolo, si sarebbe potuto fare questo sillogismo. Oggettivamente non si può dire che ci sia un riscontro reale, non solo con la persona ma anche proprio con la zona.
Avv. Morescanti: È giusto identificare la scheda svizzera come segreta, non intercettabile?
PM: Opposizione!
Presidente Casoria: E perché? Risponda, se lo sa.
De Falco: Il cellulare è parte della rete, quindi quando lo accendo tutti sanno dove sono. La rete vede il telefonino e se non lo ha nei database chiede al gestore straniero se può dare la linea. Non è segreta per niente. I telefonini sono tutti intercettabili se si conosce il numero del telefonino. Quando c’è una telefonata il gestore non segna solo il numero della sim ma anche il numero del telefonino. Sarebbe stato interessante vedere se questi numeri erano associati anche ad altri numeri cellulari ma non è stato fatto.
Avv. Morescanti: Quindi quali sono le sue conclusioni?
De Falco: Non vi è collegamento tra zona e persona ma anche in termini di zona e abitazione della persona siamo a percentuali molto basse, al di sotto del 5%
Avv. Morescanti: Nessuna altra domanda.
PM: Lei sa il suo cliente dove abitava a Messina?
De Falco: Sì in albergo ma l’ubicazione delle celle è particolare non vi è una concentrazione.
PM: Ma non era più rilevante valutare non la distanza dallo stadio ma dal centro?
De Falco: Era anche un problema di albergo, perché quando ho incontrato Fabiani l’ho incontrato in diversi alberghi.
PM: Non ha ritenuto opportuno nemmeno conoscere quale fosse il suo posto di lavoro?
De Falco: Immagino lo stadio.
PM: Lo immagina o glielo ha chiesto?
De Falco: Lo immagino. Io ho mostrato le posizioni delle celle, non posso sapere in quel momento dove fosse il Fabiani, agli atti non c’è scritto niente, ma nemmeno il Fabiani può sapere quel giorno e a quell’ora dove si trovasse.
PM: Quindi anche la Sua consulenza, come le indagini dei carabinieri, sarebbe potuta essere più precisa.
De Falco: Io ho realizzato l’aspetto tecnico che riguarda la posizione delle celle e la posizione della BTS. Il lavoro della presenza nel luogo della persona non è stato compiuto da nessuno e non era mio compito.
PM: Quindi la percentuale del 3% non è relativa a Messina, non può darne una per Messina?
De Falco: Questa percentuale non è relativa alla presenza della persona in un posto ma all'abitazione.
PM: E quindi per Messina?
De Falco: Ma non posso sapere dove si trovasse il Fabiani in quel momento. C’è un aspetto che non abbiamo trattato ancora. I carabinieri hanno fatto il ragionamento per cui essendo le celle in quel quartiere, e abitando il Fabiani in quel quartiere, e essendo alcune rivolte a Messina, le hanno attribuite a lui. Inoltre, c’erano anche agganci a celle in posti diversi dove si trovava il Messina in trasferta, ma solo per 5 giornate e non per le altre trasferte.
PM: Ma Lei ha valutato se, invece, in quel momento le celle agganciate erano in posti diversi?
De Falco: Le deduzioni non le faccio io...
Presidente Casoria: Ha ragionato come hanno ragionato i carabinieri...
Pm: Oltre ai codici celle del quartiere Primavalle ci sono anche alcuni contatti presi nel corso delle partite del campionato di calcio dove era impegnato il Messina. Lei si meraviglia che nelle altre trasferte non ci sono agganci?
De Falco: Sì, è così.
Pm: Ma aggancia altre celle...
De Falco: No, non ci sono altre telefonate. Non dico che è spento ma che non ci sono state telefonate.
Pm: Lei ha anche fatto indagini sull’utenza con 84 finale?
De Falco: Sì, c’è un’unica cella che sicuramente copre la zona di via D’Avanzo, è sempre quella di via De Vio.
Avv. Morescanti: Ingegnere, ha detto che quando nelle trasferte del Messina non ci sono telefonate, lo ha detto sulla indagine dei carabinieri; o lo ha analizzato Lei? Cioè se quel giorno la scheda ha agganciato una cella di altra zona ma non è stato riportato dai carabinieri noi non lo sapremmo, è così?
De Falco: Io so che c’è stato un aggancio di una cella ma se non si fa al momento l’indagine per conoscere altri dati importanti, non lo si può sapere più, io le indagini le ho fatte dai tabulati fornitimi.
Presidente Casoria: Lei non ha interpellato i gestori?
De Falco: No, ho esaminato i tabulati ed ho interrogato i gestori che non mi hanno mai risposto.
Presidente Casoria: Può andare.
DEPOSIZIONE RAFFAELE RUSSO, segretario del Coni.
Avv. Cirillo per Ambrosino: Lei che mansioni ha svolto?
Russo: Sono stato arbitro dal '77 ed assistente per 10 anni in A.
Avv. Cirillo: Ha visionato Messina-Reggina?
Russo: Sì, perché finita l’attività di assistente sono stato componente del settore tecnico e facevo parte della scuola arbitrale.
Avv. Cirillo: Che faceva Ambrosino in quella gara?
Russo: Secondo assistente.
Avv. Cirillo: Le risulta che Ambrosino ha commesso errori?
Russo: Assolutamente, tutte le sue segnalazioni sono state corrette ed imparziali.
Avv. Cirillo: Che valutazione dà?
Russo: Certamente ottima.
Avv. Cirillo: Ho finito.
DEPOSIZIONE CAMEROTA.
Difesa Dattilo: Gara diretta da Dattilo, Udinese-Brescia. La ricorda?
Camerota: Sì.
Difesa Dattilo: Con Dattilo ha mai discusso dei diffidati?
Camerota: No, mai, non eravamo a conoscenza.
Difesa Dattilo: Che successe in quell’incontro?
Camerota: Ci fu un mio intervento per fare espellere Jankulovsky che aveva commesso un atto violento.
Difesa Dattilo: Questo eposidio era sfuggito all’arbitro?
Camerota: Credo di sì.
Difesa Dattilo: Secondo il regolamento, alla segnalazione dell’assistente che deve fare l’arbitro?
Camerota: Se non ha potuto vedere, è tenuto a fidarsi.
Difesa Dattilo: Quindi assecondare la segnalazione è un atto dovuto. Per l’art. 12, il comportamento di Jankulovski, che doveva comportare?
Camerota: L’espulsione.
Difesa Lotito: Lei è stato anche assistente in Lazio-Parma?
Camerota: Sì.
Difesa Lotito: Che ricorda?
Camerota: Mi pare il secondo gol contestato, ma le immagini mi diedero ragione.
Difesa Lotito: L’osservatote le diede "ottimo", facendo riferimento proprio a quell’episdio, è così?
Camerota: Sì.
Difesa Mazzei: Conosce Mazzei?
Camerota: Da tanti anni.
Difesa Mazzei: Che rapporti ha avuto?
Camerota: Prima di colleganza, poi è stato il mio designatore
Difesa Mazzei: Nella sua funzione di designatore che faceva Mazzei?
Camerota: Era il responsabile degli assistenti, oltre che a coordinare il nostro lavoro. Lui preparava le griglie, ma chi aveva l’ultima voce in capitolo erano Bbergamo e Pairetto.
Difesa Mazzei: Mazzei aveva sollecitato gli assistenti ad avere un contato telefonico prima delle gare?
Camerota: Spesso ci chiamava lui.
Difesa Mazzei: E che vi dicevate?
Camerota: Ci faceva le ultime raccomandazioni, ma sempre roba tecnica.
Difesa Mazzei: Dopo le gare vi sentivate?
Camerota: Certo.
Difesa Mazzei: Durante le sessioni a Coverciano si tenevano anche allenamenti?
Camerota: Sì.
Difesa Mazzei: E partecipava anche il Mazzei?
Camerota: Sì, a volte ci batteva anche sulla corsa.
Difesa Mazzei: E questi allenamenti servivano anche per le valutazioni?
Camerota: Certo c'erano dei test atletici.
Difesa Mazzei: Lei è amico di Coppola?
Camerota: Lo conosco
Difesa Mazzei: Ha mantenuto rapporti con lui?
Camerota: No
Difesa Mazzei: 2002: ha mai avuto dal Coppola lamentele sulla sua sottoutilizzazione?
Camerota: Non ricordo lamentele particolari.
Difesa Brescia: Lazio-Parma: ricorda di un fallo di Zauri su Pisanu che non portò al rigore?
Camerota: Sì.
Difesa Brescia: E perché non l’ha riferito prima?
Camerota: Perché non mi è stato chiesto.
Difesa Brescia: Le è stato chiesto che ricordava e non l’ha detto.
Camerota: Ma quell’episodio riguardava l’arbitro, io parlavo per me.
Difesa Brescia: Poi, alla fine della gara in area della Lazio si verificarono due falli.
Camerota: Non li ricordo.
Difesa Brescia: E ci fu un fallo grave di Liverani su Olive.
Camerota: Non ricordo.
Difesa Brescia: Non sa se nel referto questa omissione della sanzione fu sottolineata negativamente?
Camerota: No, non abbiamo accesso agli atti.
Difesa Brescia: Ricorda l’espulsione di Carmignani?
Camerota: Sì.
Luci e Nicchi hanno mandato una giustificazione alla difesa di Mazzei che chiede una nuova udienza, rinunciando agli altri testimoni.
Presidente Casoria: Ma avete scritto che era indispensabile?
Difesa Mazzei: Sì ma mi hanno fatto presente che non potevano venire per pregressi impegni.
Presidente Casoria: Li citerà per la prossima udienza del 14 dicembre.
Difesa Mazzei: Allora citerò solo Luci, rinuncio agli altri.
Avv. Ostellari: Ho citato quattro testi che hanno giustificato l’assenza. Per ragioni di celerità faccio presente che questi testimoni erano stati già sentiti e che c’è un fascicolo, per cui se il pm acconsente si potrebbe prendere quel fascicolo.
Il pm non acconsente.
Avv. Cirillo: Non mi è tornata la ricevuta di ritorno per l’osservatore della partita che riguarda Ambrosino. Ma se si acquisce il referto arbitrale potrei rinunciare.
Pm: Se lo porta alla prossima udienza potrei valutare.
Difesa Lotito: Avevo citato Nicchi e Trentalange, se si può depositare il loro referto agli atti con il consenso del pm potrei rinunciare.
Il Pm presto il consenso.
L’udienza è aggiornata al 14 dicembre. In attesa delle trascrizioni del perito si potranno fare le dichiarazioni spontanee. Ci saranno quelle di De Santis e di Mazzei per adesso, ma possono aggiungersene altre.
L’udienza è tolta.
maurizio
23.11.2010, 22:53
Calciopoli, scomparse le telefonate tra Pairetto e Facchetti
Nuova udienza del processo di Napoli: acquisite 151 telefonate.
Pubblicato il 23/11/10 in Home (http://sport.virgilio.it/), Calcio (http://sport.virgilio.it/calcio/index.html)|TAG: calciopoli udienza 23 novembre (http://sport.virgilio.it/ricerca/index.html?qs=calciopoli+udienza+23+novembre), telefonate pairetto facchetti (http://sport.virgilio.it/ricerca/index.html?qs=telefonate+pairetto+facchetti)
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Marcatori (http://sport.virgilio.it/calcio/serie-a/2010-2011/marcatori.html)
Foto (http://sport.virgilio.it/foto/index.html)
L'attesa era tutta per le telefonate tra Pairetto e Facchetti. Ma queste intercettazioni sono inascoltabili, stando alla difesa di Luciano Moggi. Iniziata l'udienza, i legali hanno chiesto di depositare nuove intercettazioni, come previsto d'altronde: la difesa di De Santis deposita una telefonata tra De Santis-Bergamo dopo Livorno-Siena, quella di Pairetto un elenco di 20 telefonate, quella di Racalbuto chiede di trascrivere 11 telefonate, Prioreschi presenta una lista di altre 114 telefonate e fa presente al Collegio Giudicante di aver trovato scritto nei brigliacci di alcune telefonate tra Facchetti e Pairetto, delle quali però è introvabile l'audio. Infine, la difesa di Meani chiede la trascrizione di una telefonata. L'udienza inizia così, con questa comunicazione che annulla l'insieme di aspettative che si erano create attorno a quelle conversazioni ascoltate e che non possono più esserlo, a quanto pare.
UDIENZA APERTA - La giudice ha aperto i lavori attorno alle 10.15 nell'aula 216. La trascrizione di 151 telefonate è cosa fatta. "Certo avete chiesto un bel po' di telefonate...", ha detto la giudice. L'avvocato Prioreschi ha risposto: "Ma ci hanno dato le chiavi per decrittare dieci cd con telefonate solo a settembre". Il trascrittore: "Saranno oltre duecento, le telefonate in elenco. Chiedo 60 giorni di tempo per la trascrizione. Cominceremo il lavoro il 25 novembre prossimo". Il tribunale autorizza il tempo e due collaborati.
VENERATO IN AULA - A parlare davanti alla Corte di Napoli, anche il giornalista Rai, Ciro Venerato: "Non mi mandarono a fare Lecce-Juve perché sapevano che ero antizemaniano. Mi lamentai al telefono, mica solo con Moggi ma con tutti i miei capi urlando. E riuscii a ottenere la designazione grazie ad una intervista esclusiva ottenuta grazie a Corvino. Intervistai Zeman prima della partita Lecce-Juventus e disse una cosa che fece molto rumore: 'Spero tra qualche anno di non piangere i morti juventini'. Non proprio qualcosa che faceva piacere alla Juventus".
MITRO - Oggi davanti ai magistrati partenopei è stato chiamato anche Mitro, teste della difesa Della Valle e consulente tecnico di Gennaro Mazzei. Compariva anche nella terna di Reggina-Messina, con "Inversione di campo per problemi di taferugli sotto la porta del Messina, era un derby sentito. Fu una partita regolare. Mai ricevuto da Ambrosino telefonate da numeri particolari, avevo il suo numero memorizzato e ce l’ho ancora. Ho arbitrato molte gare quell’anno con De Santis, mai mi parlò di un’indagine in corso su di lui. Juventus-Inter, mi ricordo un fallo non segnalato di Ibra: non rilevammo quell’episodio (si riferisce alla prova tv Ibra-Cordoba, ndr). Fui chiamato dal giudice sportivo per verificare la questione del fallo di Ibra, ci chiedeva se avessimo visto la violenza. Lo chiesero a tutti e tre, ervamo in camera per una trasferta in Olanda: il giudice parlò prima a De Santis, poi fece lo stesso con noi assistenti. Tutti e tre avevamo detto di non aver visto il colpo di Ibra. E quella risposta causò la squalifica per prova tv. Se io Griselli e De Santis avessimo detto o scritto non poteva essere squalificato con la prova tv. Ero anche con Collina per MIlan-Juve, che decise lo scudetto l’8 maggio 2005. In Milan-Juve non partecipò Ibrahimovic, perché squalificato da prova tv. E non giocò quella gara anche perché oltre alle due giornate per la prova tv gli demmo un’ammonizione che gli costò anche un altro turno di stop, visto che era diffidato. Milan-Juventus era una gara determinante. Nesta, Seedorf e Rui Costa? Non ricordo se giocarono. Mai mi chiese qualcosa su giocatori diffidati".
COLPO DI SCENA - Il consulente tecnico di Fabiani: "Le sim svizzere erano intercettabili. E certo non erano un sistema di comunicazione segreta. E si poteva anche abbinare il telefono alla sim svizzera, scoprendo il possessore. Non so perché non l'abbiano fatto".
Per ascoltare le deposizioni spontanee di De Santis e Mazzei, appuntamento al 14 dicembre data della prossima udienza.
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maurizio
24.11.2010, 21:35
Clamoroso annuncio di Moggi su Sportitalia
Il Direttore ha annunciato che uscirà un intercettazione dove un dirigente chiama un arbitro internazionale durante una partita per dirgli di squalificare un giocatore che la giornata successiva affronterà la sua squadra.
SPORTITALIA
Altra 'nuova' intercettazione da Napoli, Galliani chiama Collina ed è amore... "Dopo tanti anni DIAMOCI DEL TU"
E' lo stesso ex arbitro a raccontarlo a Meani. Finora come chiamate 'dirigenti top'-arbitri si era fermi a Paparesta-Moggi e Facchetti-De Santis...
Dal mare magnum di 'nuove' intercettazioni sbobinate dalla difesa degli imputati del processo di Napoli su Calciopoli spunta ora una telefonata inedita tra Leonardo Meani, addetto agli arbitri del Milan, e Pierluigi Collina, all'epoca dello scandalo arbitro numero uno d'Italia, poi avviato alla carriera di designatore unico ricoperta negli anni successivi.
E' lo stesso fischietto viareggino a raccontare un'altra telefonata, ricevuta a sua volta da Adriano Galliani in un giorno di grande amarezza rossonera: il lunedì dopo Milan-Juve che costò lo scudetto al Diavolo.
Come ricorda 'TuttoSport', si tratta di un evento raro. Di chiamate dirette tra un 'dirigente top' e un arbitro finora si era a conoscenza solo di quelle Facchettie-De Santis o Paparesta-Moggi.
Ecco il testo della telefonata:
Collina:(?) Stamattina mi ha chiamato il tuo capo? È stato di una gentilezza assoluta, veramente?
Meani: Galliani? Ieri era incazzato nero.
[...]
Meani: Che t’ha detto (Galliani, ndr.)?
Collina: E’ stato carino, m’ha detto: ‘Io l’ho chiamata unicamente perchè ho letto stamattina che Lei e il Milan non sarebbero più amici”...
Meani: Ma va’...
Collina: ‘Volevo dirLe che queste... mi hanno fatto incazzare queste cose...’. Guardi, io non ho dubbi di questo, né da un punto di vista personale Suo di Adriano Galliani né da un punto di vista di ad del Milan, per cui... Lei... mi fa piacere che mi abbia chiamato. ‘Non voglio parlare della partita di ieri, assolutamente’. No, se vuole possiamo parlarne, ci mancherebbe altro. ‘No, no, non importa, non è... non volevo chiamarLa per questo’. Ho detto: guardi, mi fa piacere, sono quindici anni che ci conosciamo, eccetera. Fra l’altro un giorno spero di poter avere il piacere che Lei mi dia del tu perché mi danno del tu tanti altri, da Giraudo ad altri che comunque sono nel calcio e mi farebbe piacere se Lei veramente... lo considererei un punto d’arrivo, gli ho detto. Fa:‘Guarda, da oggi... da oggi facciamo così. Però, visto che io sono più vecchio di te, non voglio fare il vecchio che poi... (incomprensibile) del Lei. E allora mi devi dare del tu...”
Il progetto era già allora di fare di Collina il designatore, "io, lei e Carraro dobbiamo parlare, non vada in Inghilterra...".
http://u.goal.com/98800/98834_news.jpgFonte: goal.com
eldavidinho94
03.12.2010, 12:57
Calciopoli, il perito: « Sim svizzere. Col buco...»
http://www.tuttosport.com/images/45/C_3_Media_1178145_immagine_l.jpg
De Falco: «Che errori grossolani in quell’indagine! Le telefonate sulle schede straniere si possono ascoltare, perché non fu fatto? E perché alcune sparirono? Manca una parte di verità»
ROMA, 3 dicembre - Aveva stupito senza effetti speciali l’ingegner Giu*seppe De Falco, nell’ultima udienza del processo Calciopo*li. E’ il perito di parte dell’im*putato Mariano Fabiani e ha messo al servizio dell’avvocato Morescanti la sua esperienza di perito per numerose procu*re d’Italia proprio su materie come quelle delle sim svizzere messe al centro del dibatti*mento napoletano dal lavoro dei carabinieri di Roma e pas*sato ai pm Narducci e Beatri*ce (poi Capuano). Aveva stupi*to per come, dall’alto dei suoi 25 anni passati ad affiancare chi sgomina bande e affianca*re la polizia giudiziaria, aveva smontato il ragionamento del tenente colonnello Auricchio, che ha associato ogni scheda sim a uno degli imputati ba*sandosi sulle zone geografiche delle celle a cui le schede si col*legavano. In sostanza un sillo*gismo “sim svizzera=persona” (poi imputato). Ma De Falco ha pure detto chiaro e tondo che quella rete alternativa creata da Moggi era tutt’altro che mi*steriosa: che, volendo, ci si pote*va entrare, mettere orecchio e magari raccontare una storia diversa di Calciopoli. De Falco - che insegna “sistemi automa*tici” in un istituto superiore di Salerno - collabora con nume*rose procure, anche con quella di Potenza dove agiva il giudi*ce Woodcock, quello delle inda*gini su Vittorio Emanuele e il caso dei videopoker. «Calciopo*li, indagando diversamente, poteva dare altri risultati, que*sto è sicuro».
Ingegner De Falco quattro anni fa l’incarico dei legali di Fabiani, che idea si fece sull’inchiesta Calciopoli.
«Una premessa: io svolgo, co*me perito delle Procure di Sa*lerno, Torre Annunziata, Sala Consilina, Nocera, Lagonegro, Potenza e talvolta anche Na*poli il lavoro di affiancamento peritale della polizia giudizia*ria in indagini simili a quelle condotte dal tenente colonnel*lo Auricchio per conto di Nar*ducci. Ho 25 anni di esperien*za alle spalle e ho notato subi*to il fatto che qui, una volta scelta la strada dell’indizio del*le sim svizzere, non ci si è rivol*ti ad un esperto del settore: hanno fatto un sillogismo tra persona sotto indagine e sim e lo hanno fatto diventare una prova. Non avrei fatto così, io».
Lei ha criticato le certezze con cui si attribuiva a Fabia*ni un numero di 60 contatti a Primavalle, popoloso quartiere dove viveva il suo assistito.
«Parto dall’assurdo assunto: persona=scheda. Sono sicuri che Fabiani fosse lì in quel mo*mento, in quel luogo, in quel posto? E sono sicuri che la cel*la che richiamano potesse es*sere attivata proprio da casa Fabiani? Non possono dirlo, non hanno fatto questo lavoro. Non si possono fare le cose co*sì. E mi sarei aspettato anche di leggere introduttivamente una sorta di teoria sul raggio di azione delle celle, uno studio sulla particolarità di quella vi*cina a casa Fabiani: era una cella particolare, posta su un campanile che poteva aggan*ciare e supportare celle molto lontane. Ripeto: non mi convin*ce niente di questo lavoro».
Si spieghi meglio: lei come avrebbe fatto?
«Le sim potevano essere un in*dizio, un’indagine vera su quel*l’indizio manca totalmente. Hanno preso quell’indizio ini*ziale per una prova formata. Perché non chiedere gli sposta*menti in tempo reale delle sim sotto indagine? Si può fare con un programma che usano i servizi segreti. E poi, non han*no studiato il palazzo dove abi*tava Fabiani, quando era pre*sente in loco. Mah...».
Da Primavalle a Messina: la*vorava lì, Fabiani.
«Ci sono telefonate a Messina sparse un po’ ovunque: sareb*be stato logico avere concentra*zioni allo stadio o nel suo alber*go o in sede. Niente: nessun in*dagine a riguardo e nessun da*to significativo. Eppoi non par*liamo di persona, ma di zona attiva: poteva essere un amico o chiunque ad attivare quella sim, visto che non è stato fatto alcun lavoro investigativo su*gli spostamenti e la presenza di Fabiani, così come degli altri. Io do per scontata la buona fe*de della polizia giudiziaria, ma l’onere della prova, ovvero di dimostrare che Fabiani era lì dove si attiva la cella ce l’han*no loro, non le difese. Eppoi si poteva proprio fare di più, se proprio si credeva al teorema».
Ovvero?
«Quanti arbitri ci sono cui vie*ne attribuita una scheda? Tan*ti. E molti i contatti da Cover*ciano. A quel punto si poteva fare una bella retata lì, al limi*te le sim le avrebbero trovate nei water. Magari, invece, era una bella conventicola di co*mari o camerieri amici degli arbitri. Insomma: non sono stati utilizzati tutti i mezzi di riscontro di prova a disposizio*ne quando si fa un’inchiesta sui gsm. Di certo è stato utiliz*zato un metodo grossolano e non sono galileiane le conclu*sioni. Visto che hanno fatto il gioco delle probabilità, ci dica*no qual era, stocasticamente, la loro percentuale di probabilità. Io dico che c’era meno del 3% di chance che Fabiani potesse ag*ganciare quella cella a Prima*valle, sempre che ci fosse lui lì».
In audizione ha anticipato alcuni temi.
«Mi riservo di presentare alla difesa Fabiani, per l’arringa, al*tri tre elementi che configure*ranno un altro colpo di scena. Tra l’altro i dati su ore e minu*ti dei contatti sono mescolati tra vari operatori: non coinci*dono perfettamente, di solito. E anche Moggi avrebbe di che approfondire sul tema delle sim, per quel che ho visto nel*l’informativa 554 del 28 marzo 2007».
Il suo lavoro è stato effettua*to quattro anni fa, perché non l’avete divulgato pri*ma?
«Processualmente è molto più efficace farlo ora che si forma la prova, anziché di fronte al Gip. In questi quattro anni, però, seguendo il lavoro delle difese se ne sono viste di incredibili».
Cosa l’ha colpita, in partico*lare?
«Guardi, premetto che io sono tifoso interista e avrei voluto stringere la mano a Giacinto Facchetti, un idolo per me, ma dovranno spiegare per bene il perché quelle telefonate di Fac*chetti siano state tolte dal ma*teriale d’accusa. Io il lavoro di Auricchio proprio non l’ho capi*to. Avevano a che fare con un materiale eccitante, ma l’equi*valenza tra indizio e prova è evidente per quanto emerge in udienza. Hanno fatto tutto da soli. Poi la spinta dell’opinione pubblica ha avuto la meglio».
A Napoli ha detto che le sim svizzere era tutt’altro che segrete.
«Certo. Nella stessa stanza del*le intercettazioni dove hanno ascoltato e registrato la Calcio*poli conosciuta, avrebbero po*tuto anche ascoltare la Calcio*poli su scheda svizzera. Pote*vano sapere tutto, svelare tut*to: in aula abbiamo invece una versione parziale. Fabiani non ci sarebbe proprio entrato, per esempio. Le voci “svizzere” si potevano sentire, se c’erano. Avremmo potuto seguire in tempo reale gli spostamenti. E con un’indagine condotta da esperti avremmo avuto anche a disposizione i dati dell’imei, l’identificativo del telefonino che utilizza la sim. Sapere se quella sim è stata attivata da un telefono intestato a qualcu*no degli indagati o meno. In*somma, sarebbero serviti più buonsenso e meno sillogismi, che a mio avviso in aula non posso reggere».
<cite class="txt_Author">Alvaro Moretti</cite>
AlexnelCuore
03.12.2010, 15:13
ma chissà quale parte di verità manca
eldavidinho94
04.12.2010, 18:32
YouTube - Calciopoli FAQ - Maresciallo Di Laroni definì schifezze i dati dei gestori telefonici
gabriele
06.12.2010, 17:16
Ma ferrajolo non si è stancato di fare figure di me.r.d.a. parlando di farsopoli ? Anche L'avvocato Prioreschi lo ha s.m.e.r.da.to alla grande :laugh:
alessandro magno
06.12.2010, 17:30
e quando caxxo lo aprono il processo sportivo per le altre squadre secondo ferrajolo ? mai . ma va cagar.:incazzato:
gabriele
14.12.2010, 15:48
UDIENZA DEL PROCESSO del 14/12/10
Coda delle testimonianze: nella scorsa udienza la difesa di Mazzei ha chiesto, per oggi, di poter ascoltare Luci che, come Nicchi, aveva mandato una giustificazione. Il presidente Casoria aveva dato il suo benestare. Poi si dovrebbe passare alle dichiarazioni spontanee degli imputati e, in seguito, agli interrogatori degli imputati, che però non sono obbligati a rispondere ai pm.
Sempre relativamente alla scorsa udienza vogliamo ritornare a quanto accaduto nelle prime battute e che grandi giornali con due inviati in aula, come Galdi e Piccioni per la Gazzetta, non hanno riportato (http://www.gazzetta.it/Calcio/23-11-2010/calciopoli-intercettazioni-711915361708.shtml), lasciando all'oscuro milioni lettori su un fatto che potrebbe avere sviluppi, perché non è una inezia che l'avvocato Prioreschi abbia fatto mettere a verbale l'impossibilità di trovare alcune telefonate. Ricordiamo dalla scorsa udienza:
Avv. Prioreschi: Presidente, io volevo far rilevare a verbale una circostanza: noi abbiamo trovato nel CD dei brogliacci alcune telefonate tra Facchetti ed il designatore Pairetto che, poi, nei file audio non vengono... non siamo riusciti a... non ci sono, insomma, ecco. Questo avviene anche per altre telefonate tra altri indagati ed imputati di questo processo. Ci sono alcuni brogliacci e non ci sono i relativi file audio. Adesso questo è soltanto per farlo rilevare a verbale, poi le considerazioni...
Siamo riusciti ad avere uno di questi brogliacci (clicca per vederlo (http://download.ju29ro.com/processo_calciopoli/brogliaccio.pdf)): come è possibile vedere il chiamante è un numero intestato all'Inter, non c'è nessuna descrizione, seppur minima, che aiuti a intuire il possibile contenuto della telefonata (quindi per gli investigatori, evidentemente, non c'era nulla da annotare di quella comunicazione). Per scoprirne il contenuto occorreva ascoltarla, come è stato per moltissime. Sul brogliaccio, in alto, c'è il numero di progressivo della telefonata, ma quando i consulenti sono andati a cercare la telefonata con quel progressivo non l'hanno trovata. Ci è stato riferito che non si tratta, come pure era avvenuto, di CD illeggibili, perché sullo stesso supporto ci sono file ascoltabili con progressivi precedenti e seguenti.
Su questo fatto c'è stato silenzio da parte della stampa, con unica eccezione Moretti di Tuttosport, che ne aveva dato notizia già il 16 ottobre. (http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/calciopoli/2010/10/16-88792/Calciopoli,+sparita+una+telefonata+Facchetti-Pairetto+)
Ore 10.30 - Udienza iniziata da un quarto d'ora.
Manca, anche questa volta, il teste Luci, osservatore arbitrale convocato dall’imputato Titomanlio. Il presidente Casoria è prentoria: "Dobbiamo chiudere questo esame testi. E chiederemo al pm quando intende cominciare la sua requisitoria".
Sono stati ascoltati due assistenti, Carrer e Biasutto su Arezzo-Salernitana da parte dell'avv. di Titomalio: hanno confermato la gestione corretta della gara.
Poi Biasutto viene interrogato anche dall'avv. Gallinelli (difesa De Santis) sulla gara Lecce-Parma. Biasutto dice di non ricordare nulla di particolare su quella gara e che il comportamento dell'arbitro De Santis fu corretto. Dice di ricordare l'atteggiameto di Zeman che si staccò dalla panchina assumendo un atteggiamento di contestazione nei confronti dei suoi calciatori. Come al solito nessuna particolare disposizione di De Santis nella riunione pre-gara: "De Santis ci disse di tenere la massima attenzione al match: usiamo la testa, sapevamo che era una gara importante"; l'atteggiamento complessivo di De Santis fu assolutamente corretto anche nell'occasione dell'espulsione di Contini. Non ricorda l'episodio di Vignaroli.
Avv. Gallinelli: Ricorda se Zeman sostituì Vucinic?
Biasutto: No, non ricordo.
Avv. Gallinelli: E se Morfeo fu ammonito?
Biasutto: Fu espulso, perché allontanò la palla, non vorrei dire stupidaggini, ma credo che fu così.
Avv. Gallinelli: Di che si parlò con l'osservatore?
Biasutto: Di preciso non ricordo ma il suo commento alla gara fu positivo; ricordo la protesta di un dirigente del Parma che si lamentava con De Santis dell'ammonizione dei diffidati, ma questa era una cosa che non conoscevamo. Non dovevamo certo preoccuparci di giocatori diffidati.
Avv. Gallinelli: In che modo protestò questo dirigente?
Biasutto: Entrò in maniera irruenta e aggressiva, tanto che De Santis gli disse chiaro e tondo: "Lei non mi insegna come fare l’arbitro e delle diffide a me non riguarda". E non sapevamo neanche l’esito delle altre gare: si figuri un po'.
Avv. Bonatti: Ha mai ricevuto da Pairetto e Bergamo inviti a comportarsi in maniera particolare?
Biasutto: Assolutamente no.
Avv. Bonatti: Le è mai stato proposto di assumere in campo un atteggiamento non ispirato alla correttezza?
Biasutto: No.
Avv. Bonatti: La gestione dei due designatori era ispirata a criteri tecnici, o ha avuto il sospetto che le scelte fossero ispirate da altri fattori?
Biasutto: Le designazioni erano adeguate al nostro rendimento.
Avv. Bonatti: Quindi non ha avuto mai il minimo sospetto?
Biasutto: No.
Avv. Picca: Lei ha detto che non conosceva l'esito delle altre partite?
Biasutto: Sì.
Avv. Picca: Ma al momento finale? O anche durante la gara?
Biasutto: Io personalmente no.
Avv. Picca: Da De Santis vi fu data una indicazione su come doveva finire la gara?
Biasutto: No.
Avv. Picca: Prima della gara o nell'intervallo?
Biasutto: Mai.
Difesa Parte civile: Ricorda una telefonata avuta da De Santis da Bergamo all’una?
Biasutto: No.
Parte civile:Che vuol dire in gergo che un arbitro deve mettersi “in mezzo”?
Biasutto: Mai sentito, non è un gergo arbitrale.
Contestazione dell'avv. Gallinelli.
Presidente Casoria: Precisi la domanda.
Parte civile: Se circola questa espressione.
Biasutto: No, mai sentito.
Parte civile: Nessuna domanda.
Pm: Lei ha detto che Titomanlio era già stato designato per la A, ma poi fu dirottato in B ad Arezzo-Salerrnitana.
Biasutto: No, lui mi disse che per scelta tecnica serviva un assistente di qualità in B e quindi era stato mandato lì.
Pm: Ma lui sapeva anche quale partita di A doveva fare?
Biasutto: No, ma la designazione non era ancora stata fatta, lui sapeva che era giunto il momento per lui di uscire in A, ma poi gli era stati chiesto di andare in B.
Pm: E quali erano i problemi legati alla gara di B che avevano consigliato di mandarlo li?
Biasutto: Questo non lo so, lo sa il designatore, credo che quando ci sono particolare situazioni ambientali mandano assistenti di livello superiore.
Pm: Chi era il dirigente del Parma di cui parlava?
Biasutto: Cinquini.
Pm: Mi ricorda le parole precise che utilizzò?
Biasutto: Quello che ricordo è: "Non è questo il modo di arbitrare", gli aveva condizionato la finale, si trovava con mezza squadra squalificata allo spareggio.
Il Presidente Casoria chiede al pm che tempi ha per la requisitoria, poi si stabilirà l’ordine degli avvocati.
Per la prossima udienza fissata l'11 gennaio 2011 sarà interrogato Luci e poi dichiarazioni spontanee di Cennicola e De Santis.
L’udienza è tolta tra lo sconcerto generale.
L'avvocato Gallinelli non si spiega perchè il presidente Casoria abbia rinviato la dichiarazione spontanea di De Santis alla prossima udienza, visto che oggi l'udienza è finita così presto.
Effettivamente è abbastanza strano, visto che, prima, il presidente aveva detto che chiederà al Presidente del Tribunale di poter fare udienze anche il sabato per finire presto.
Anche il consulente di Moggi, Nicola Penta è un po' incredulo.
A proposito delle dichiarazioni di Biasutto, ad una precisa domanda dell'avvocato Gallinelli se fosse mai stato interrogato in relazione alla gara Lecce-Parma, prima d'ora, ha risposto di "Io non sono mai stato sentito da nessuno nè su Lecce-Parma nè su altro: nè dai carabinieri, nè dai pm".
Nicola Penta ci fa notare la stranezza di questo comportamento: "E' come se ci fosse un testimone oculare di un delitto e non venisse ascoltato".
gabriele
11.01.2011, 16:12
Udienza dell'11 gennaio 2011. De Santis un ciclone
La sentenza Telecom viene acquisita agli atti del processo, come altri atti presentati dall'avvocato Prioreschi. L'udienza ha in De Santis il dominatore, con una deposizione spontanea che smonta il lavoro investigativo degli uomini di Auricchio e l'accusa che lo riguarda. Cennicola: "La Juve omaggiava la terna con magliette, il Milan regalava borsone con materiale tecnico Adidas e orologio; dall’Inter ricevemmo abbigliamento e borsona della Nike, orologio e in tutte le gare un maglione di cashemire. Contini, Babini, Brighi, Copelli avevano un rapporto amichevole con un dirigente di un club, Meani, e non sono in questo processo".
Per oggi è attesa la richiesta dei pm al giudice Casoria di acquisizione dell'ulteriore attività integrativa d'indagine. Sono stati ascoltati come "persone informate sui fatti" Minotti, Zamparini, Corbelli, Bresciani e il giornalista Fabio Monti del Corriere della Sera; sono stati inoltre riascoltati Baraldi e Nucini che avevano già testimoniato in aula. Tuttosport ha anticipato ieri alcuni argomenti toccati nelle dichiarazioni rilasciate (http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/calciopoli/2011/01/10-102812/Calciopoli%2C+%C3%A8+battaglia+sull%27istanza+di+N arducci). Vedremo se il presidente Casoria ammetterà questa nuova attività d'indagine che i pm, evidentemente, ritengono necessaria per consolidare quell'indagine definita "solida" già nel 2006. In caso di ammissione i testimoni dovranno deporre in aula ed essere controesaminati dalle difese.
Ore 9.40 - L'aula incomincia a popolarsi. E' arrivato De Santis, in compagnia dell'avvocato Gallinelli, ed ha confermato che farà delle dichiarazioni spontanee. E' arrivato anche l'avvocato Prioreschi.
Ore 10.00 - E' arrivato Luciano Moggi. Il Presidente Casoria ha fatto il suo ingresso in aula ed inizia l'appello.
Il difensore dell'Avvocatura Dello stato vuole produrre una sentenza pronunciata per questa stessa questione, 3152/10 del giudizio abbreviato GUP De Gregorio, che il giudice decide di acquisire
Avv. Prioreschi: la difesa Moggi deve effettuare una produzione documnetale: 3 comunicati Ansa effettuati immediatamente dopo l’effettuazione del sorteggio, il 4° è un verbale di sorteggi del 26.11.2004 redatto dal notaio, il 5° una comunicazione telecom che riguarda i criteri per stabilire l’attendibilità dell’aggancio delle celle, il 6° è la richiesta di archiviazione del caso Paparesta, il 7° è la Sentenza del 28 maggio 2010 sulla Telecom, del tribunale di Milano, "specie nelle 5 pagine che riguardano Moggi e l'Inter".
Il PM vuole verificare i documenti, ricordando che i verbali dei sorteggi sono già tutti agli atti.
L'avvocato Morescanti, per La Fazi, deposita una lettera dell’ottobre 2004 con cui la Figc allontana la Fazi dall’Aia per essere assunta con nuove mansioni presso diverso ufficio.
L'avvocato Catalanotti chiede l’acquisizione della relazione del consulente di parte di Cornieti. Poi chiede che venga acquisito un estratto della rassegna stampa per alcune partite. Fa presente, inoltre, che l’ordine degli avvocati di Milano ha disposto la archiviazione per l’esposto che venne presentato nei suoi riguardi, nonché l’archiviazione di una denuncia nei suoi confronti per violenza privata presentata da Bergamo e dai suoi legali.
L'avvocato Gallinelli fa presente che il pm non ha depositato immediatamente, come previsto dalla legge, le attività di integrazione di indagine effettuata a maggio scorso. Inoltre, tra le persone è stato ascoltato anche il Nucini che al momento dell’interrogatorio non poteva essere controinterrogato dalla difesa De Santis, che aveva una posizione stralciata.
Avv. Gallinelli: Ora risentite Nucini nel segreto delle vostre stanze. Vi ricordo che l'avete sentito in aula quando il De Santis e la sua posizione erano ancora stralciate da questo processo e non potemmo controesaminarlo, visto che parla a lungo del mio assistito, il Nucini. Sono indagini ombra delle quali non abbiamo notizia, così come non ne abbiamo dell’interrogatorio di Gianfelice Facchetti. Vorrei che il pm esponesse i risultati anche per valutare la necessità di sentire chi non abbiamo avuto modo di sentire.
Presidente Casoria: Fin quando il pm non fa richieste al tribunale, le sue indagini non ci riguardano. Non possiamo sollecitare. Sono indagini del pm che quando vorrà esporre le esporrà. Certo, prima o poi dovremo saperlo.
Il dibattimento è sospeso per 10 minuti per l’esame dei documenti per i quali è stata chiesta l’ammissione.
Ore 10.50 - Riprende l’udienza.
Il pm Capuano si oppone alla ammissione della sentenza Telecom del tribunale di Milano perché inconferente "Nulla rileva anche la parte che riguarda l'operazione Ladroni". Si oppone anche alla comunicazione Telecom del 2009 perché non relativa a quanto detto da Di Laroni. Inoltre dice: "Rappresentiamo al collegio che ci siamo accorti quando rientrando le parti civili e la riunione del procedimento di De Santis avevano dato l'ok alla riunificazione e anche all'utilizzabilità degli interrogatori di Nucini".
Presidente Casoria: Il consenso era stato dato, con la riserva di risentire il testimone nel caso.
Avv. Prioreschi: La sentenza della Panasiti c’è interesse a produrla per dimostrare che c’è stata una attività illegale di spionaggio nei confronti di Moggi ed altri. La cosa delle celle è effettivamente relativa ad altri processi, ma Di Laroni ci ha detto alcune cose che sono smentite da quella comunicazione, che dice che per fare un’attività attendibile sulle schede è necessario chiedere le informazioni relative alle celle e non sui tabulati come fatto da Di Laroni. I carabinieri avrebbero dovuto chiedere ai gestori con riferimento alle fantomatiche schede svizzere la mappa della cella e non fare riferimento ai soli tabulati, che non ci dicono se la cella in quel momento funzionava o meno, se era in zona d’ombra eccetera.
Presidente Casoria: Ma anche nel controesame di Di Laroni era emersa questa circostanza.
Avv. Gallinelli: Vorrei spiegare meglio: sono sorpreso dal pm laddove nel novembre e dicembre 2010 sono stati sentiti Facchetti Jr e Nucini. Tali verbali facevano specifico riferimento all’attività di spionaggio di cui alla sentenza del Tribunale di Milano. Quindi la pertinenza c’è ed anche la rilevanza
Avv. Cirillo, difesa Ambrosino: Apprendo solo ora delle attività dei pm non essendo stato informato.
L'avv. Russo per la Juventus si associa a quest’ultima richiesta.
Il Tribunale si ritira.
Ore 11.10 - Il Tribunale ammette i documenti dei quali l'avvocato Prioreschi ha chiesto l'acquisizione dal numero 1 al 4 e il n° 6, acquisisce la sentenza Telecom di Milano, e rigetta la richiesta che riguarda il documento Telecom del processo Stasi (delitto di Garlasco, ndr) sull’attendibilità del lavoro investigativo sulle celle, perché ha natura dichiarativa.
DEPOSIZIONE LUCI.
Luciano Luci, vicecommissario AIA (associazione Italiana Arbitri)
Avv. difesa Mazzei: Nel 2004 2005 che attività svolgeva?
Luci: Osservatore arbitrale can A e B.
Difesa Mazzei: Si ricorda di Arezzo-Salernitana?
Luci: Sì.
Difesa Mazzei: Si ricorda qualche episodio particolare?
Luci: Sì, relativamente a Titomanlio rilevai un atteggiamento non conforme alla regola 6.
Difesa Mazzei: Quindi qualche errore di segnalazione?
Luci: No, un atteggiamento tecnico non conforme alla regola 6 che disciplina l’assistente e che dice che egli si deve astenere dal segnalare falli di gioco quando sono sotto il controllo diretto dell’arbitro.
Difesa Mazzei: Chi era l’arbitro?
Luci: Dattilo.
Difesa Mazzei: Rilevò qualcosa di particolare tra il primo e secondo tempo?
Luci: A cosa si riferisce?
Difesa Mazzei: Lei ha rilevato un atteggimento attendista nel primo tempo che poi ha avuto conseguenze nel secondo?
Il teste viene autorizzato a leggere il verbale.
Difesa Mazzei: Ma gli è sfuggita la partita di mano?
Luci: No questo no.
Difesa Mazzei: Se avesse riscontrato degli errori, li avrebbe indicati nel verbale?
Luci: Certo, la valutazione finale fu di ampia sufficienza.
Difesa Mazzei: Quando parla delle segnalazioni di fuorigioco, parla del primo tempo o del secondo?
Luci: Sì indica solo quando si riferisce al secondo.
Difesa Mazzei: Si ricorda in quale metà campo si trovava il Titomanlio, verso quale attacco?
Luci: No non lo ricordo.
Avv. Ostellari (per Titomanlio): Alla fine della gara se ci sono errori tecnici o di segnalazioni li riferisce all’arbitro?
Luci: Sì.
Avv. Ostellari: E in quella gara?
Luci: Alla fine feci notare l’eccessivo interventismo a Titomanlio e lui mi disse che vedeva l’arbitro sotto pressione.
Avv. Ostellari : Quindi per quella gara non ci sono errori.
Luci: No, lo escludo.
Avv. Ostellari: Quindi gli errori di una certa rilevanza serebbero stati visionati a Coverciano nelle riunioni tecniche?
Luci: Sì.
Avv. Ostellari: Nella Sua valutazione Lei lo ha indicato come “buono” ottimo… Lei si trovava nella zona della tribuna, sotto il controllo di Titomanlio, è così?
Luci: Sì.
Avv. Tornincasa per Pairetto: Per la gara Bologna-Juventus del 12.12.04 ha svolto attività di osservatore?
Luci: Sì.
Avv. Tornincasa: Chi era l’arbitro?
Luci: Pieri.
Avv. Tornincasa: Ha rilevato la condotta dell’arbitro, si ricorda quale fu?
Luci: Il mio giudizio finale non fu ottimo, sotto la sufficienza. Per le valutazioni rilevai un reclamo del Bologna per un rigore. Da questo la gara divenne molto difficile, quindi la gestione dei calciatori fu difficile.
Avv. Tornincasa: Ricorda se questo fattore scatenante ci fu a fine gara?
Luci: Non ricordo esattamente.
Pm Capuano: Quante volte ha avuto modo di valuare la violazione dell’art. 6 nella sua carriera?
Luci: Molto spesso, soprattutto quando c’era un arbitro giovane ed assistenti esperti.
Pm Capuano: Nessuna domanda.
Avv. Ostellari: Ma questo “aiuto” era consentito o assolutamente vietato?
Luci: No, era consentito.
Avv. Ostellari: Ma è raccomandato che l’asssitente si astenga?
Luci: Sì.
Presidente Casoria: Può andare.
Esaurito l'esame dei testi si passa alle dichiarazioni spontanee ed inizia Enrico Ceniccola.
Dichiarazione spontanea di Ceniccola: Vorrei partire dalla combriccola romana della quale era capo De Santis e composta da un gruppo di arbitri e assistenti: questa combriccola era considerata il braccio armato di Moggi e si adoperava per alterare le partite. La prima delle tante domande che mi sono posto è questa: ma non dovevamo essere un gruppo di farabutti che si incontrava e che, insieme, in queste riunioni decidevamo le sorti delle campionato?
Perché hanno accusato solo me e De Santis? Dove sono gli altri appartenenti? Abbiamo ascoltato tanti testi, compreso Auricchio che ha detto che la combriccola romana non esisteva. Dopo avere appurato ciò, facciamo un passo indietro e torniamo a Lecce-Juve, campo al limite ma praticabile e, come ho già detto al pm Beatrice e confermato dai due capitani delle squadre, nessuno ha mai chiesto che la gara venisse sospesa. La Juve era la squadra tecnicamente più dotata ed ha vinto nonostante il campo. Alla fine della gara veniamo fatti omaggio di alcune magliette sia dalla Juve che dal Lecce, cosa che avveniva alla fine di tutte le gare agli arbitri, agli assistenti e all’osservatore. Anzi in quel periodo il Milan regalava borsoni, abbigliamento e orologio dell’Adidas, e l’Inter tutto della Nike, oltre ad un maglione di cachemire. Lecce-Juve, la Juve vince e avrei raggiunto l’obiettivo designato. Allora qualcuno mi spiega perché per due mesi non sono stato designato per gare importanti? Forse mi ero sdoganato anch'io? Perché non sono stato designato per partite con De Santis? Perché quando lo chiesi a De Santis mi rispose che non lo sapeva e che dovevo rivolgermi al designatore degli assistenti? E così feci, e chiamai Mazzei che mi disse che per lui ero idoneo e che dovevo rivcolgermi ai designatori. Chiamai Pairetto che mi disse che per lui non c’erano problemi e Bergamo, invece, mi disse che c’erano assisternti migliori di me. Contini, Babini e Copelli avevano un rapporto quotidiano e amichevole con un dirigente del Milan e non sono in questo processo. Non sono stato neanche giudicato dalla giustizia sportiva e mi trovo imputato nel processo per frode sportiva. Inoltre, chiudo chiedendo un giustizia vera.
Dichiarazione spontanea di Massimo De Santis: Su di me è stato scritto un romanzo al quale spero venga messa la parola fine. Cercherò di evidenziarne alcune anomalie.
I motivi per cui non mi sono sottoposto all’esame dei pm sono semplici. I pm non hanno mai ritenuto opportuno sentirmi, in nessun momento delle indagini. Sarebbe stato riduttivo sottopormi a questo esame perché ho notato il tipo di esame che hanno fatto alle altre persone e cioè l'analisi dei contenuti delle varie intercettazioni dei personaggi senza dare mai un quadro chiaro della situazione. Ritengo giusto affidare questa mia difesa solo alle mie parole.
L’avviso di garanzia del 2006 ha sancito la fine della mia carriera fatta di sacrifici e di un comportamento corretto, premiata sul campo e non grazie a raccomandazioni e a combriccole varie.
Auricchio non ha perseguito un reato ma una persona, lo ha detto lui e non è stato bello sentirlo, soprattutto per me che facevo parte del mondo della giustizia. Io ho avuto la sventura di arbitrare quel famoso Juve-Parma del 2000 con il quale vengo etichettato come "juventino" perché annullai il gol di Cannavaro. Lo dice Meani ad Ancelotti: “La torta era fatta, il campionato lo avrebbe vinto la Juve, se De Santis non avesse fatto tutto quel casino”. Per quella gara fui squalificato 4 mesi dalla giustizia sportiva, ma non per errori tecnici. Io dovetti andare via da Roma, per i tifosi della Lazio sotto casa, per la campagna fatta nei miei confronti. Fui anche chiamato da Guariniello, l’obiettivo di quelle indagini era Moggi. Ogni volta che arbitravo la Juve avevo problemi. Nel tempo c’è stata un'inversione di tendenza. All’inizio della sua carriera un arbitro viene mandato ad arbitrare le partite più facili che, ovviamente, sono quelle tra le grandi e le piccole e, ovviamente, succede spesso che le grandi vincano. Ma nel frattempo sono cresciuto come arbitro e sono andato ad arbitrare le gare più difficili, quelle nelle quali la Juve poteva perdere. Nel luglio del 2004, si parla di scommesse, Palanca e Gabriele, guarda caso amici di De Santis, si allenano con me, non lo nego, sono miei amici, vengono sospesi e chi frequentano, con chi si allenano? E' facile: De Santis. Viene sentito Dal Cin, del Venezia, e gli vengono fatte delle domande. Viene fuori che Palanca viene messo insieme a Gabriele come vicini a De Santis e alla Gea, e quindi a Moggi.
Quindi il giro è chiuso, si arriva a Moggi ma a nessuno interessa che i due vengono scagionati. Intanto sono messo sotto intercettazione io. Investigare sulla combriccola sarebbe stato facile, bastava venire al nostro polo di allenamento, vedere quello che facevamo. Purtroppo per me sentire da Auricchio che la combriccola non esisteva è stato terribile. Perché allora me la ritrovo nel capo di imputazione? Perché sull’'Espresso' a pochi giorni dall’avviso di garanzia trovo pubblicato tutto?? Mi è stato insegnato che le intercettazioni sono mezzo di ricerca della prova e che l’investigatore, dopo, deve riscontrare nei fatti. In questa indagine, che è durata tantissimo, di investigazioni non se ne parla, l'intercettazione è diventata prova. Io ho già avuto una sentenza di condanna che è quella dell'opinione pubblica. Su spezzoni di intercettazione sono state fatte le fiction. Poi è seguito lo scempio delle sentenze sportive addomesticate del 2006. Non mi è stato permesso di difendermi perché c’erano spezzoni di telefonate. Se le telefonate fossero state depositate tutte, forse avrei avuto uno spiraglio di difesa. Oggi la Figc non sarebbe dovuta tornare a sentire la stessa gente di cinque anni fa. Eppure queste telefonate sono rimaste nell’ombra. Forse conoscendole mi sarei potutto difendere anche a Milano nella querela di Facchetti. Io mi muovevo in un contesto in cui quelle cose erano normali. Perché Narducci in quest’aula ha detto che non risultavano telefonate di dirigenti dell’Inter? E io che dovevo fare? Avevo addosso numerosi processi, e per mettere fine feci la lettera di scuse.
Poi scopro che Facchetti e Moratti, dietro suggerimenti di un arbitro, Nucini, che cercava un posto di lavoro e che veniva da me a piangere perché aveva l’aspirazione di aprire un bar, mi rendo conto oggi che queste tre persone organizzavano insieme a Tavaroli indagini illecite. Che fine hanno fatto queste indagini? La sentenza stamattina depositata parla della mia vita scandagliata in tutto e per tutto con un teste che gira per le società di calcio a contrabbandare false informazioni.
La dottoressa Boccassini mi ha negato la possibilità di ottenere copie di quegli atti che riguardavano me. Facchetti con una mano indagava su di me con l’altra mi telefonava e mi mandava gli auguri, durante una partita, lo abbiamo sentito qui…
Mi viene mossa l’accusa di aver procacciato informazioni e grazie ad esse entravo e uscivo dall’associazione. Addirittura ho danneggiato quasi volutamente questa associazione. Chi è che mi ha fornito queste informazioni? Un tale Pepe Guglielmo, autista del Csm, zio di un calciatore attuale della Juventus, che mi chiedeva consigli su quale procuratore potesse seguire il nipote, mi chiedeva di Zavaglia. Se fossi stato il braccio armato di Moggi mi sarebbe stato facile indirizzarlo.
Il 18 gennaio 2007 mi è stato notificato un avviso di proroga delle indagini e poi non ne ho saputo più nulla. A giugno ho chiesto che fine aveva fatto il procedimento. Scopro che ancora oggi è nella fase delle indagini e stranamente è tornato nelle mani di Narducci dopo essere stato assegnato al pm Amato.
Senza dimenticare che non è vero che ad aprile 2005, come detto da Auricchio, avevo avuto la proroga delle indagini, ma solo a giugno 2005.
I vantaggi ottenuti da me: quali sono stati? È brutto sentirsi dire 'arbitro corrotto' ma la corruzione in che cosa consiste? In passaggio di denaro? Certo no, e quindi essi devono essere nella progressione di carriera e in maggior numero di gare arbitrate. Noi percepivamo 5000 euro lorde per una gara di A e 2500 per una di B. Quindi chi era vicino all’associazione dovevo arbitrare di più. Ebbene in quella stagione, io, capo della cupola, tra i migliori con Collina, Le elenco le cose:
Collina: 28 gare in A e 4 in B: 145.000 euro.
Paparesta: 26 in A e 3 in B, 137 mila euro.
Rosetti: 25 in A e 3 in B, 130 mila euro.
Farina: 24 in A e 3 in B, 127.500 euro.
Trefoloni: 24 in A e 3 in B, 127.500 euro.
Rodomonti: 22 in A e 6 in B, 125 mila euro.
Bertini: 23 in A e 1 in B, 117.500 euro.
De Santis 21 in A e 4 in B, 115.000 euro.
Due arbitri ci sono in quest’aula: io e Bertini, quelli che guadagnavano di meno.
Per alcuni anni io, Collina, Paparesta e Trefoloni facevamo lo spot di Conto Arancio. Dopo il 2006, non ci era stato dato nulla, chiedo alla Figc l’accesso agli atti e mi viene negato, viene fatta un'interrogazione parlamentare e scopro che Collina ha avuto 100.000 euro...
Scheda svizzera: quell’anno io frequentavo il corso per guardie penitenziarie al quale non potevo mancare perché era con frequenza obbligatoria. Tale corso si faceva a Torre del Marmo e per me era un grosso sacrificio perché scappavo il venerdì per raggiungere Coverciano. Gli investigatori potevano benissimo controllare dov’ero e che cella attaccava quella scheda. Bastava vedere dove ero io quei giorni, c’erano docenti, altri 70 allievi…
Lecce-Juve: non c’è nessuna intercettazione sulla gara. Mi viene contestato che faccio giocare su un campo impossibile per favorire la Juve, si sentono i giocatori che confermano che il campo era praticabile. Prendo 23 magliette, è vero, ma che reato è? Perché su 40 arbitri vengo intercettato solo io? Negli ultimi 10 anni in A è stata sospesa solo una gara per pioggia. Nel maggio del 2000 si è disputata una gara e sul terreno di gioco c’era molta più acqua. Il 14 maggio 2000 Collina non interruppe a Perugia: ma quando perde la Juve non c’è reato. Pensi che mi hanno chiesto magliette anche negli uffici di via Inselci, dove c’è il nucleo investigativo dei carabinieri che hanno creato Calciopoli.
La presenza di Moggi e Giraudo negli spoigliatoi: c'era una circolare che autorizzava la presenza dei dirigenti. Quando è accaduto che un dirigente della Fiorentina e dell’Inter sono entrati negli spogliatoi nell’intervallo sono stati squalificati.
Fiorentina-Bologna e Fiorentina-Milan: i calciatori diffidati. Nella prima non c’è nessuna telefonata. Ammonisco Petruzzi e Nastase. Il Bologna aveva 7 diffidati in quella gara. Ma l’arbitro deve avere un atteggiamento diverso nei confronti dei calciatori diffidati? Assolutamente no. Ma queste ammonizioni erano giuste o sbagliate? Auricchio ha dato dimostrazione di essere un buon tecnico, e perché non si è accertato se queste ammonizioni erano giuste o no?
Saltano fuori per Fiorentina-Bologna telefonate tra me e i designatori. Ma è bastata una telefonata di un giornalista che parla di "delitto perfetto" e parla di tre invece di due diffidati e Moggi cade dalle nuvole.
Fiorentina-Milan, per me è il punto cruciale di svolta di queste indagini. Il leit motiv di quel campionato è stato il duello tra Juve e Milan. Si gioca Fiorentina-Milan e le due squadre si giocano molto. La settimana successiva si gioca Milan-Juve e il Milan scende in campo con Rui Costa, Nesta e Seedorf, tre dei migliori giocatori del pianeta, altro che Petruzzi e Nastase, diffidati. Se il Milan avesse perso, avrei favorito la Fiorentina e la Juve nello stesso momento. Il Milan vince e la Fiorentina contesta la mancata concessione di un rigore. La Juve è in silenzio stampa.
Quando sono stato a 'Matrix', la prima domanda fattami è stata sulle numerose intercettazioni tra me e Moggi. Sa che c’è? Che tra me e Moggi non ci sono intercettazioni, ci sono quelle di Moggi che non mi vuole come arbitro…
Ad aprile 2005, quindi, ero sdoganato perché avrei avuto la proroga delle indagini, cosa non vera. Poi trovo una telefonata tra Ramaccioni e Meani che si preoccupano dei diffidati del Milan e che l’arbitro fosse De Santis. Quindi, ero dentro o fuori?? Sono certo che se avessi ammonito almeno uno di quelli, avrei avuto un altro capo di imputazione
Juve-Inter. L'Inter vince con l’arbitro De Santis. Due diffidati, Ibra e Appiah, che verngono ammoniti entrambi e saltano la gara con la Lazio. Ibra non solo viene ammonito ma colto dalla prova televisiva a commettere un fallo su Cordoba, fallo sfuggito a tutti. La prova televisiva si applica su richiesta della Procura su quegli episodi sfuggiti alla terna arbitrale. Perché può decadere? Perché il Giudice sportivo ha un passaggio obbligato: contatattare l’arbitro che, se dice di aver visto l’episodio, la fa decadere. Se dice di non aver visto, la fa andare avanti. Se io avessi detto di aver visto, non avrei fatto squalificare Ibra. Io ero a Lisbona e sono stato tempestato di telefonate dal giudice sportivo che magari, visto il casino che si era creato, sperava che dicessi che avevo visto…
Parma-Juve, di gennaio: si parla di una telefonata di Boschi, ma millantava. Voleva una maglietta di Ibra che non l’aveva perché l’aveva scambiata. La porta del mio spogliatoio era sempre aperta, forse per deformazione professionale…
Lecce-Parma. Io non sono stato condannato dalla giustizia sportiva per nessuna gara relativa alla Juve, ma solo per Lecce-Parma. Io, Bergamo e Mazzini, per illecito sportivo, solo per l’art. 6, nemmeno per l’art.1, mi è stata contestata perché sono state confezionate due telefonate, quella tra me e Bergamo di mezzogiorno prima della gara e tutti gli arbitri hanno detto che era prassi. La partita serviva per aiutare la Fiorentina che avrei potuto aiutare contro il Milan e non l’ho fatto. Era una delle sei gare nelle quali si decideva la salvezza. Lecce-Parma era anche difficile perché qualche anno prima il Lecce che si giocava la retrocessione, affrontò proprio il Parma, già salvo, che vinse. I giornali dicevano che il Lecce avrebbe giocato a vincere. E io dico a Bergamo: se giocano, io faccio l’arbitro e mi metto in mezzo, se non giocano, mi metto da parte. Se non ci fosse stata voglia di giocare non avrei potuto fare niente… Baraldi, Carmignani, i vari giocatori che sono venuti hanno tutti detto che non c’era nessun motivo di dubitare del mio comportamento. Vignaroli dice di avermi sentito dire che io non gli facevo vincere la partitan ma le immagini dimostrano chen nel momento in cui io avrei detto ciò, lui non è vicino a me. Abbiamo giocato su Morfeo ammonito o espulso. Era stato ammonito. Al termine della gara, mancava poco, i giocatori del Parma, forse avendo qualche indicazione che con quel risultato sarebbero andati in B, chiedevano di giocare, io diedi 4 minuti di recupero che non c’erano, io vidi la disperazione negli occhi dei giocatori del Parma, facendola terminare dopo tutte le altre. Dopo la gara mi accusano di avere comunicato a Mazzini di aver fatto un capolavoro. Ed è vero, io feci un capolavoro, perché è la verità, la gara era difficile e anche l’osservatore dice che ero stato bravissimo. La prima telefonata che faccio alle 17.46 la faccio a Bergamo e gli spiego tutto quello che era successo. Lo doveva sapere da me. Dopo di lui, parlo con Pairetto e gli dico la stessa cosa. Poi, dopo chiamo Mazzini e dico le stesse cose, in maniera più scherzosa. Le prime due telefonate non ci sono, la terza sì. La sera mi chiama Collina, mi fa i complimenti e mi dice che sono stato bravo e io ripeto le stesse cose delle prime telefonate. Alle otto del giorno dopo mi chiama Rosetti e mi dice le stesse cose. Perché queste telefonate non ci sono?
Ho finito, con la consapevolezza che questo tribunale valuti attentamente tutto quello che non è potuto emergere nel processo sportivo, con una sentenza giusta, che vada al di là delle informative dei carabinieri e che mi restituisca la mia dignità di persona per il futuro e quella di arbitro per il passato. Grazie.
De Santis presenta l’archiviazione della querela di Facchetti e il Presidente Casoria la ammette.
Pm: Preso atto che gli imputati non si sottoporranno agli interrogatori, produco gli interrogatori di Ceniccola Enrico del 23.06.2006, di Gemignani, di Rodomonti, di Mencucci, di Della Valle, di Lotito, di Bergamo, di Moggi.
Il Presidente Casoria fa presente che il perito ha chiesto un supplemento di tempo per il deposito della perizia di trascrizione delle telefonate.
Deposizione spontanea di Gennaro Mazzei: La mia nomina è stata proposta da Lanese a Carraro che l’ha confermata. Nel 2001, quando mi fece la proposta, ero considerato dall’Uefa uno dei più bravi del mondo, ho fatto finali di Champions, i Mondiali del 1998 eccetera, la proposta di Lanese era motivata da questo.
Preparavo la griglia degli assistenti, in base al loro rendimento, alla loro crescita. Qui finiva il compito del vicecommissario. Il compito delle designazioni era del commissario. Al sorteggio che veniva fatto, io non andavo mai, inviavo solo le griglie, non avevo potere decisionale. A Coverciano andavo solo perché era un raduno tecnico e quando capitava che si svolgesse anche il sorteggio ci andavo. Quello che mi interessava era il discorso tecnico. Mi trovo coinvolto in questo processo per una delle tante telefonate tra Meani e Titomanlio che io non avevo nemmeno proposto, è stato cambiato il nome. Io non ho parlato con Titomanlio solo in quella occasione, così come ho parlato con tutti gli assistenti, cercando di prepararlo ad una situazione ambientale che avrebbe trovato. Gli assistenti stavano a Coverciano solo il venerdì. Quindi quello era l’unico momento che io avevo per parlare con loro.
Ora c'è una pausa di circa mezz'ora per decidere su come proseguire, se ammettere una richiesta del pm su un file riguardante Della Valle che non sarebbe stato inserito tra quelli da trascrivere e per stabilire il calendario delle prossime udienze.
Ultima nota: Il Presidente Casoria informa che il perito Porto ha richiesto una proroga per consegnare le trascrizioni. La prossima udienza, pertanto, sarà il 25 gennaio, quando potrebbe esserci qualche altra deposizione spontanea, visto che il pm Narducci ha detto che non ce la fa ad iniziare la sua requisitoria per quella data. L'udienza è conclusa.
juventinadelsud
12.01.2011, 09:21
a me sembra solo un perder tempo per cadere in prescrizione!non se ne puo piu di aspettare
AlexnelCuore
12.01.2011, 23:23
anche secondo me, stanno facendo le cose troppo lentamente nel 2006 bastò un mese
eldavidinho94
25.01.2011, 14:00
Calciopoli: niente di fatto, tutto rinviato al 22 febbraio
Oggi niente udienza, è tutto rinviato al 22 febbraio. Il perito Porto non era pronto con le trascrizioni di tutte le telefonate. Una parte dovrebbero essere depositate il primo febbraio, mentre la data limite per la totalità è il 18. La giudice Casoria ha sollecitato il pm affinchè il 22 cominci la requisitoria. C’è resistenza da parte dei pubblici ministeri perché sostengono di voler leggere integralmente tutte le trascrizioni. Si è stabilito il principio che le arringhe difensive cominceranno con le imputazioni meno importanti. Si concluderà con l’arringa della difesa di Moggi.
Tra le nuove 300 telefonate che sono state trascritte dal perito e oggi verranno acquisite a Napoli, se ne può leggere una particolarmente interessante fra il guardalinee Puglisi e l’addetto agli arbitri del Milan Meani del 10 aprile 2005. Dice Puglisi: «Poi prima del… dovrò parlare… dovrò parlare con Galliani… No, così, perché è giusto, perché voglio… vorrei… vorrei… l’anno prossimo far qualcosa». Meani: «Esatto!». Puglisi: «Cioè, allora, l’unica persona… ». Meani: «E’ lui!». Puglisi: «Se può darmi una mano… però vorrei… vorrei parlargli e dirglielo… dirglielo». Meani: «Lui fa presto, chiama Lanese ». Puglisi: «Giusto, giusto, allora… allora adesso voglio vedere come va…» Meani: «Lui chiama Lanese e gli dice: “Allora Puglisi, se non ca… o in C o in A, da qualche parte». Puglisi: «Guarda, se va Lanese, io posso andare anche con Lanese eh…». Meani: «Ah sì vero…». Puglisi: «Non è che io ho dei problemi io… Cioè non.. cioè adesso se non va Collina… cioè o mi danno la deroga e sto ancora lì, oppure se Lanese deve fare la squadra io vado anche con Lanese, non è che me ne frega un ca… cioè anche perché diciamo che nel momento in cui dovesse anche arrivare Collina io son sempre riciclabile no? Son della sua scuderia… ». Come dire: i guardalinee chiedevano a Galliani (che poi diceva: spinga, spinga per Puglisi) aiuti per far carriera, certi di ottenerli perché c’era una vera e propria “scuderia Milan”. Ma per gli inquirenti esisteva solo l’associazione di Moggi…
AlexnelCuore
25.01.2011, 23:35
troppi rinvii
eldavidinho94
01.02.2011, 13:51
concordo con te angela. troppo tempo.
in proposito segnalo un articolo dell'ottimo alvaro moretti
Calciopoli: altro rinvio per la sentenza Gea. E sull’esposto della Juventus tutto tace
Doveva essere una delle giornate di snodo della vicenda Calciopoli: oggi alle 14.30 al tribunale di Roma prevista l’ultima udienza del processo Gea con l’arringa dell’avvocato Marcello Melandri che difende Luciano Moggi, poi camera di consiglio e sentenza in serata. E invece no: ieri ai legali che si apprestavano a concludere le loro fatiche è arrivata la comunicazione che uno dei giudici del collegio d’appello presieduta dal giudice Masi (giudice a latere il togato e scrittore di Romanzo Criminale, De Cataldo) non sarà della partita e ci si attende quindi un rinvio tecnico a data da destinarsi. Era una data particolarmente importante, questa, perché dopo la condanna a 16 mesi di Luciano Moggi, due anni fa, e quella a 14 di suo figlio Alessandro per violenza privata nelle trattative di rinnovo o trasferimento di alcuni giocatori (Blasi, Nicola Amoruso, Zeytulayev e Boudianski), ma anche la derubricazione dell’accusa più pesante di associazione per delinquere (con gli altri agenti Zavaglia, Lippi jr. Gallo e l’ex dirigente Ceravolo: tutti assolti in primo grado) si attendeva una parola “quasi” definitiva. E invece ancora niente: rinvio.
E così la palla di Calciopoli torna nel campo federale e quello del processo principale, che proprio per oggi prevede il primo deposito delle trascrizioni di altre 300 telefonate scoperte dai consulenti di Moggi a partire dalle 150 assai scottanti di Meani (in aula si torna il 22 febbraio). Al gioco dei rinvii è particolarmente avvezza la Procura federale: ultima audizione per l’inchiesta Calciopoli 2 quella di Pairetto, il 28 dicembre. Tutto tace in Figc, non Moratti e Andrea Agnelli (molto arrabbiato per le lungaggini dell’indagine federale sull’esposto bianconero sullo scudetto 2006) che duellano a distanza su Calciopoli.
(Di Alvaro Moretti per ‘Tuttosport’)
eldavidinho94
07.02.2011, 19:56
Calciopoli: ha inizio la volata finale, ma in Figc regna la confusione
Calciopoli, è iniziata la volata finale: entro giugno il quadro sarà molto più chiaro. Due i fronti: Napoli processo penale, Roma inchiesta sportiva. Napoli: il presidente Maria Teresa Casoria vuole fare in fretta e chiudere a primavera (aprile? maggio?), con la sentenza di primo grado. Il 18 febbraio il perito del tribunale, Porta, depositerà le ultime trascrizioni delle intercettazioni segnalate dalla difesa di Luciano Moggi. E’ incredibile, e non si sa ancora perché gli investigatori abbiano trascurato intercettazioni che non sembrano affatto irrilevanti: ci ha lavorato, come detto, la difesa dell’imputato n.1, Moggi, che ha affidato i file al perito Nicola Penta. Migliaia di intercettazioni: alcune centinaia, quelle considerate più interessanti, sono finite nel processo penale e adesso sono state acquisite anche dalla procura federale della Figc.
Ma restiamo a Napoli: la Casoria, come detto, vuole chiudere in fretta. Il processo riprenderà il 22 febbraio, il presidente ha chiesto l’aula anche per il sabato perché da marzo vuole tenere addirittura tre udienze alla settimana. Presto dovrebbe iniziare la requisitoria del pm Narducci: ci vorranno un paio di udienze. Chiederà condanne dure? Non si sa. Strada facendo, il processo ha preso una piega diversa rispetto ad anni fa, sono emersi tantissimi fatti nuovi. Ma è chiaro che il pm resterà delle sue convinzioni. Toccherà poi agli avvocati degli imputati smontare il ”castello” dell’associazione a delinquere. L’altro fronte, come detto,è a Roma: presto il superprocuratore Stefano Palazzi (in via d’uscita…) riprende la sua inchiesta-bis iniziata a dicembre con gli interrogatori di Paolo Bergamo e Gigi Pairetto. Tutto è focalizzato sui rapporti dei designatori, e degli arbitri, con l’Inter: esattamente con Giacinto Facchetti e Massimo Moratti. La Juventus ha chiesto (il 10 maggio dell’anno scorso) la revoca dello scudetto 2006 assegnato dai “saggi” di Guido Rossi al club nerazzurro. La Juve mette pressione ad Abete, è stanca di aspettare e vuole chiarezza. C’è chi parla di revisione di processi sportivi, ma questo è un fronte su cui non tutti sono d’accordo. Il vero nodo è sullo scudetto 2006: le ultime intercettazioni riguardano marginalmente il club nerazzurro, ma c’è quella, considerata molto importante, dell’incontro fra Facchetti e Bertini prima di un Cagliari-Inter e che l’ex arbitro di Arezzo ha definito ”imbarazzante” in una telefonata a Bergamo. Palazzi ha gli elementi ormai per giudicare e presto riprenderà gli interrogatori: fra i primi ad essere sentito potrebbe esserci Moratti. Palazzi vorrebbe interrogare anche Moggi e Massimo De Santis, entrambi non più tesserati: ma sia l’ex dg della Juve che l’ex arbitro internazionale hanno fatto sapere che non si presenteranno.
Sbagliato: se non hanno niente da nascondere (e loro garantiscono di non avere niente da nascondere) perché si sottraggono all’interrogatorio del procuratore federale? La chiarezza non guasta mai, anche se in qualche caso può essere tardiva. Intanto, la Figc non sa come uscire dal tunnel in cui si è messa: Abete sta cercando disperatamente di radiare Moggi, Giraudo, Mazzini e un’altra quarantina di dirigenti calcistici. Ma dopo la schiaffo rimediato dall’Alta Corte di giustizia presso il Coni, ora la Ficg studia un processo ad hoc solo per la radiazione, con primo e secondo grado. Ma non sa come fare: forse ne parlerà nel consiglio federale del 22 o 23 febbraio. O forse prenderà tempo, magari aspettando di vedere che succede a Napoli…
(Di Fulvio Bianchi per ‘La Repubblica – Spy Calcio’)
eldavidinho94
10.02.2011, 14:28
Gianfelice Facchetti: "I tribunali mettano fine a discussioni ridicole"
Fonte: Radio Sportiva
"La Procura Federale e quella di Napoli devono arrivare alla sentenza che metta un punto definitivo". Parole rilasciate da Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, ai microfoni di Radio Sportiva, cercando di abbassare i toni, senza però riuscirci, che puntualmente vengono innalzati in vista di un match tra bianconeri e nerazzurri: "Confrontarsi sulle opinioni non serve, ognuno dice la sua in base al proprio tifo, c´è bisogno che i tribunali mettano fine a discussioni ridicole. Ognuno fa la sua battaglia, chi perché ci crede chi magari per opportunismo e per evitare che si parli del presente. Buffon – continua Facchetti- ha detto cose molto precise, guardare avanti. Io non penso che ci sia bisogno di commentare e creare ancora più confusone, serve solo che le Procure vadano fino in fondo e diano le risposte definitive, che andranno rispettate in ogni caso"
JUVE –Il match contro la Juve, è la partita dell'anno. "È così, insieme al derby col Milan: si aggiungono motivazioni che riguardano le note vicende del passato. l'atmosfera è molto buona, l´inizio 2011 per l´Inter è stato segnato da prestazioni molto buone e vittorie. La cura Leonardo ha funzionato, ci sono ancora degli infortuni a centrocampo ma gli ultimi innesti si sono fatti sentire".
SNEIJDER - L'Inter ha ritrovato Sneijder. "È uno degli assi nella manica di Loenardo, può cambiare all´istante il volto di una squadra, come ha fatto l´anno scorso".
juventinadelsud
11.02.2011, 10:51
che ha paura che s*******no il padre????
deve rivoltarsi nella tomba e non trovare pace per tutti i reati commessi l'inferno per lui e chi lo difende
eldavidinho94
17.02.2011, 14:01
Calciopoli, telefonate in arrivo. Palazzi va da Moratti
Domani il perito depositerà le trascrizioni delle intercettazioni
ROMA, 17 febbraio - Con tutta la pazienza del mondo abbiamo fatto passare la festa di Juve-Inter, senza però permettere che sia gabbato il santo: siamo a 15 giorni dal nuovo via libera dato dalla Commissione di Garanzia alle indagini di Calciopoli 2 e sarebbe il caso di muoversi un po’ da parte della Procura federale sul fronte dell’esposto Juventus, presentato il 10 maggio ultimo scorso. Ancora qualche giorno, il tempo per il perito del tribunale di Napoli, Roberto Porto, di ultimare il deposito delle trascrizioni delle quasi 300 telefonate richieste come prove dalle difese e dai pm: domani le trascrizioni dovrebbero essere depositate e a disposizione delle parti, martedì 22 alla ripresa delle udienze ufficialmente inserite nel fascicolo processuale.
TOCCA A MORATTI - Palazzi dovrà richiederle ed esaminarle per poi passare alla fase 2 della sua indagine: era partito prima di Natale ascoltando Bergamo (che s’era messo a disposizione, visto che non è tesserato), poi dopo Natale ha ascoltato Pairetto. Inviata una lettera di convocazione senza risposta al non tesserato Moggi, ora sembra ci si stia concentrando sulla figura centrale di quell’esposto, l’attuale presidente dell’Inter e - ai tempi di Calciopoli azionista di maggioranza, Massimo Moratti. La Federazione non ha ancora comunicato l’agenda delle audizioni prossime venture, ma sembra che proprio il patron interista dovrebbe essere ascoltato (probabilmente a Milano) tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. E assai probabile che sia Stefano Palazzi e non uno dei vice finora impiegati per ascoltare Bergamo e Pairetto a porre tutte le più imbarazzanti domande del caso: dalle versioni discordanti date sul caso Nucini, cavallo di ***** interista nella Can, all’esposto alla Procura di Milano (Tronchetti parla di contatti con la Bocassini, l’Inter ha sempre negato); dalle telefonate a Bergamo a quelle di Facchetti ad un arbitro in attività ( De Santis: anche lui dovrà essere chiamato a confermare quanto dice e urla ai quattro venti, ora col supporto dei file telefonici, da cinque anni) e designatori.
TELEFONATE CALDE - L’attesa delle altre trascrizioni è fondamentale - così come l’acquisizione dell’ultimo interrogatorio di Nucini - perché tra queste 300 telefonate ci sono quelle più imbarazzanti: quella in cui si chiede di far cambiare lo score di Bertini con l’Inter (5-4-4) a quella dello stesso Bertini (da ascoltare) sull’imbarazzo per i toni usati nei suoi confronti. Altra figura chiave della vicenda Inter e che non può passare in cavalleria come pretende la parte nerazzurra in riferimento ai presupposti morali dello scudetto 2006, quella del vicedesignatore Mazzei: con lui la telefonata per provare a condizionare la famosa griglia arbitrale poi passata alla storia per il controverso «metti Collina» della sucessiva telefonata Facchetti-Bergamo. Interessante sarà capire - al di là del caso Inter - come Palazzi interpreterà la lettura di altre telefonati rilevanti (non lo furono nel 2006... chissà perché?) di presidenti e dirigenti in carica ( Cellino, Campedelli etc.) e del gruppo “Amici di Meani” di cui facevano parte molti tesserati ancora in attività. Si procederà all’indagine a fine stagione, lasciando concludere l’anno ai vari Rosetti, Copelli, Brighi. Tra le telefonate, ricordiamolo, ci sono anche le due che vedono protagonista il presidente federale Abete con l’ex vice e squalificato per cinque anni con proposta di preclusione (in questi giorni vedrà la luce la norma ad hoc) Innocenzo Mazzini. A Napoli, intanto, martedì prossimo si riparte dal via libera all’utilizzabilità delle telefonate e all’invito al pm Narducci a cominciare la sua requisitoria: se - come pare - il pm comincerà nell’udienza del 1° marzo, possibile la fissazione di un’agenda processuale per portare a chiudere il primo grado entro maggio.
PACE DI BERGAMO - Si chiude una vicenda collaterale di Calciopoli: i due ex designatori Paolo Bergamo e Stefano Tedeschi chiudono davanti al giudice di pace di Roma la querelle (e querela) legata ad una durissima lettera in cui Bergamo replicava al successore Tedeschi, che aveva affondato la lama dell’accusa nel mesi post Calciopoli in un’intervista. Pace arrivata via lettera con scuse e spiegazioni che hanno convinto Tedeschi a ritirare la querela.
<cite class="txt_Author">Alvaro Moretti
</cite>
eldavidinho94
17.02.2011, 18:49
L'On. Paniz su Calciopoli: "Napoli ci sta raccontando un'altra storia. Fiducioso per la restituzione dei titoli"
L'On Maurizio Paniz, presidente dello Juventus Club Montecitorio, intervenuto in esclusiva ai microfoni del programma di Nuova Spazio Radio, "Stile Juventus", ha fatto il punto sull'annosa vicenda "Calciopoli". Ecco un riassunto del suo intervento:
"Credo che il processo di Napoli ha già rappresentato uno spaccato molto diverso da quello che si poteva attendere. Ci sta dicendo che c'e' una seconda verità oltre a quella frettolosa del 2006. Una verità costituita da intercettazioni non emerse, negate, nascoste, che hanno evidenziato dei comportamenti altrui molto criticabili. Siamo già passati attraverso due risultati importanti sul piano giudiziario: quello sul processo di Torino per il falso in bilancio, e quello di Roma con una ricostruzione di eventi preoccupanti da parte dell'accusa. Questi hanno portato a delle assoluzioni molto significative, quindi credo che anche il Processo di Napoli potrebbe concludersi in termini molto positivi. Se così fosse, si potrebbero riavanzare richieste di recupero dei titoli vinti meritatamente sul campo da gioco. Per me i titoli sono 29, anche se con un asterisco messo di lato ma provvisorio. Se arriverà l'assoluzione e le sentenze sarrano favorevoli come le due precedenti mi attendo la revoca dello scudetto all'Inter e la riassegnazione dei titoli alla Juventus. Noi dal punto di vista 'politico', ambientale e territoriale, daremo tutto il supporto affinché il nostro punto di vista venga analizzato, rispettato, considerato e poi accolto".
AlexnelCuore
17.02.2011, 19:22
io non sono fiduciosa per nulla invece, spero di abagliarmi
eldavidinho94
21.02.2011, 14:01
Scudetto 2006, si riparte il 3 marzo con Mazzei
http://www.tuttosport.com/images/17/C_3_Media_1212617_immagine_l.jpg
Riprende l'attività di Stefano Palazzi: dopo le audizioni di Bergamo e Pairetto, ex designatori dei giorni di Calciopoli, tocca al loro vice, intercettato mentre Facchetti gli chiedeva una griglia apposta per avere Collina per il match contro i bianconeri
TORINO, 21 febbraio - Riprende - finalmente - l'attività di Stefano Palazzi, procuratore federale, sul caso dell'esposto Juve relativo allo Scudetto del 2006 assegnato all'Inter. Dopo le audizioni di Bergamo e Pairetto, ex designatori dei giorni di Calciopoli, tocca a Gennaro Mazzei, il loro vice: Mazzei è presente nelle nuove intercettazioni di cui la Procura è in possesso ed emerse lo scorso aprile, telefonate particolarmente rilevanti con l'allora presidente dell'Inter Giacinto Facchetti. In una di queste il massimo dirigente nerazzurro chiedeva a Mazzei (che però non ne aveva il potere) di costruire una griglia fatta apposta per avere Collina come arbitro di una sfida della Juve. Mazzei sarà ascoltato il 3 marzo.
IL COMUNICATO FEDERALE - «Nell'ambito dell'istruttoria in corso riguardante l'esposto della Juventus per la revoca all'Inter dello scudetto 2006, la Figc comunica che il Procuratore Federale Stefano Palazzi riprenderà le audizioni il 3 marzo ascoltando Gennaro Mazzei, ex componente della Can».
alessandro magno
21.02.2011, 15:57
purtroppo non sono fiducioso per niente neppure io
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