conte di montecristo
10.02.2009, 13:08
Calciopoli: Pm: 2500 le telefonate da usare nel processo
Lunedì 09 febbraio 2009 19.12
Come elementi di prova nel processo "calciopoli" saranno utilizzate 2500 telefonate. A Napoli è cominciata l'arringa dell'accusa.
E' cominciata l'arringa dell'accusa al tribunale di Napoli nel processo per gli undici imputati per Calciopoli che hanno scelto il rito abbreviato, Duccio Baglioni, Stefano CassarÃ*, Paolo Dondarini, Giuseppe Foschetti, Marco Gabriele, Antonio Giraudo, Alessandro Griselli, Tullio Lanese, Domenico Messina, Tiziano Pieri e Gianluca Rocchi. I pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci hanno preannunciato che useranno nel processo circa 2.500 intercettazioni telefoniche delle circa centomila agli atti dell'indagine. Narducci ha parlato in particolare della Fiorentina, affermando che i Della Valle furono costretti a rivolgersi alla "cupola" di Moggi per cercare di evitare alla Fiorentina la serie B, dopo aver cercato invano di portare avanti una loro battaglia per sostenere Abete alla presidenza federale al posto di Carraro: in tutta questa operazione sarebbero stati coinvolti gli arbitri e gli assistenti che sono la maggior parte degli imputati. Prossima udienza il 9 marzo.
LE TELEFONATE. Sono circa 2500 le telefonate che saranno utilizzate come elementi di prova nei confronti degli imputati del processo "calciopoli" in corso a Napoli. Lo ha sottolineato il pm Filippo Beatrice, a margine della requisitoria che il pm sta svolgendo insieme con il pm Giuseppe Narducci nell'ambito del processo con "rito abbreviato" contro 11 dei 35 imputati (a carico degli altri imputati, tra cui l'ex dg della Juve Luciano Moggi, si procede con rito ordinario). Le telefonate, le cui trascrizioni integrali saranno depositate nel corso del processo, rappresentano un numero consistente e comunque limitato in rapporto alle circa centomila intercettazioni che sono state eseguite negli anni scorsi durante l'indagine. Nella requisitoria - che riprenderÃ* il 9 marzo prossimo - il pm Beatrice si è inoltre soffermato su uno dei capitoli principali dell'inchiesta, le schede sim segrete acquistate in Svizzera e consegnate, secondo l'accusa, da Moggi a arbitri e designatori per conversazioni riservate.
LE UTENZE. Beatrice ha ricostruito la genesi delle indagini sulle utenze svizzere, scoperte dopo una telefonata tra Bergamo e Moggi, quando l'ex dg juventino si mostrò preoccupato per l'imprudenza del designatore da lui rimproverato per essere stato chiamato sull'utenza riservata. Il magistrato ha sottolineato che le schede venivano adoperate per trattare argomenti riservati, ed ha ricordato alcune dichiarazioni fatte dall'altro designatore Pierluigi Pairetto, che ai pm ammise di aver ricevuto la "sim" segreta da Moggi che non gli avrebbe dato però, a suo dire, spiegazioni particolari sui motivi. "Pairetto - ha commentato il pm - accettò senza nulla obiettare, gli andava bene così...". Una vicenda, quella delle schede segrete, sulla quale hanno offerto importanti dichiarazioni i rivenditori del negozio di Chiasso dove furono acquistate (da Moggi, dall'ex dg del Messina Fabiani e da un dirigente bianconero, Giancarlo Bertolini, il quale ammise di averle comprate per conto di Moggi). Altre dichiarazioni ritenute rilevanti dall'accusa sono giunte dall'arbitro Gianluca Paparesta che, tra l'altro, da un numero riservato chiamò Moggi dopo quanto accaduto nello spogliatoio di Reggio Calabria, dove l'arbitro fu chiuso a chiave dal dirigente juventino infuriato per la direzione di gara.
Lunedì 09 febbraio 2009 19.12
Come elementi di prova nel processo "calciopoli" saranno utilizzate 2500 telefonate. A Napoli è cominciata l'arringa dell'accusa.
E' cominciata l'arringa dell'accusa al tribunale di Napoli nel processo per gli undici imputati per Calciopoli che hanno scelto il rito abbreviato, Duccio Baglioni, Stefano CassarÃ*, Paolo Dondarini, Giuseppe Foschetti, Marco Gabriele, Antonio Giraudo, Alessandro Griselli, Tullio Lanese, Domenico Messina, Tiziano Pieri e Gianluca Rocchi. I pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci hanno preannunciato che useranno nel processo circa 2.500 intercettazioni telefoniche delle circa centomila agli atti dell'indagine. Narducci ha parlato in particolare della Fiorentina, affermando che i Della Valle furono costretti a rivolgersi alla "cupola" di Moggi per cercare di evitare alla Fiorentina la serie B, dopo aver cercato invano di portare avanti una loro battaglia per sostenere Abete alla presidenza federale al posto di Carraro: in tutta questa operazione sarebbero stati coinvolti gli arbitri e gli assistenti che sono la maggior parte degli imputati. Prossima udienza il 9 marzo.
LE TELEFONATE. Sono circa 2500 le telefonate che saranno utilizzate come elementi di prova nei confronti degli imputati del processo "calciopoli" in corso a Napoli. Lo ha sottolineato il pm Filippo Beatrice, a margine della requisitoria che il pm sta svolgendo insieme con il pm Giuseppe Narducci nell'ambito del processo con "rito abbreviato" contro 11 dei 35 imputati (a carico degli altri imputati, tra cui l'ex dg della Juve Luciano Moggi, si procede con rito ordinario). Le telefonate, le cui trascrizioni integrali saranno depositate nel corso del processo, rappresentano un numero consistente e comunque limitato in rapporto alle circa centomila intercettazioni che sono state eseguite negli anni scorsi durante l'indagine. Nella requisitoria - che riprenderÃ* il 9 marzo prossimo - il pm Beatrice si è inoltre soffermato su uno dei capitoli principali dell'inchiesta, le schede sim segrete acquistate in Svizzera e consegnate, secondo l'accusa, da Moggi a arbitri e designatori per conversazioni riservate.
LE UTENZE. Beatrice ha ricostruito la genesi delle indagini sulle utenze svizzere, scoperte dopo una telefonata tra Bergamo e Moggi, quando l'ex dg juventino si mostrò preoccupato per l'imprudenza del designatore da lui rimproverato per essere stato chiamato sull'utenza riservata. Il magistrato ha sottolineato che le schede venivano adoperate per trattare argomenti riservati, ed ha ricordato alcune dichiarazioni fatte dall'altro designatore Pierluigi Pairetto, che ai pm ammise di aver ricevuto la "sim" segreta da Moggi che non gli avrebbe dato però, a suo dire, spiegazioni particolari sui motivi. "Pairetto - ha commentato il pm - accettò senza nulla obiettare, gli andava bene così...". Una vicenda, quella delle schede segrete, sulla quale hanno offerto importanti dichiarazioni i rivenditori del negozio di Chiasso dove furono acquistate (da Moggi, dall'ex dg del Messina Fabiani e da un dirigente bianconero, Giancarlo Bertolini, il quale ammise di averle comprate per conto di Moggi). Altre dichiarazioni ritenute rilevanti dall'accusa sono giunte dall'arbitro Gianluca Paparesta che, tra l'altro, da un numero riservato chiamò Moggi dopo quanto accaduto nello spogliatoio di Reggio Calabria, dove l'arbitro fu chiuso a chiave dal dirigente juventino infuriato per la direzione di gara.