ilmelandri
09.11.2008, 19:26
http://www.affaritaliani.it/cronache/ifil-exor.html
Ifil-Exor/ Rinviati a giudizio Grande Stevens, Gabetti e Marrone
VenerdÃ* 07.11.2008 19:01
Con cinque rinvii a giudizio per aggiotaggio informativo si è chiusa a Torino l'udienza preliminare per l'equity swap di Ifil-Exor, l'operazione che nel 2005 permise all'Ifil (la finanziaria di casa Agnelli) di mantenere il controllo della Fiat. Dopo quattro ore e mezzo di camera di consiglio, il gup Francesco Moroni ha deciso di accogliere le richieste della procura. Il prossimo 26 marzo saranno processati in tribunale l'avvocato Franzo Grande Stevens, chiamato in causa nella veste di consulente legale e consigliere d'amministrazione di Ifi-Ifil, Gianluigi Gabetti (presidente d'onore Ifil) e Virgilio Marrone (amministratore delegato Ifi). I giudici vaglieranno anche la posizione dell'Ifil e della Giovanni Agnelli & C. Sapa, che compariranno come persone giuridiche.
Il contratto di equity swap. Il contratto di equity swap su 82,25 milioni di azioni Fiat , riporta l'Ansa, fu stipulato dalla banca d'affari Merryl Linch e la finanziaria lussemburghese Exor (controllata da Ifil) nell'aprile del 2005. In settembre i titoli furono acquistati da Ifil nel momento in cui otto banche convertirono il prestito di tre miliardi in azioni. La finanziaria di casa Agnelli, con questa operazione, riuscì a mantenere il 30% della societÃ* superando quello che Gabetti, oggi, ha ricordato come "un momento drammatico". La magistratura non ha mosso rilievi all'equity swap. La causa, infatti, riguarda i comunicati diffusi il 24 agosto 2005 da Ifil e Giovanni Agnelli & C., quando, alla vigilia del convertendo, Torino - su richiesta della Consob - affermava di non avere intrapreso o studiato iniziative particolari. Da qui l'ipotesi di aggiotaggio informativo, sostenuta in aula dal pm Giancarlo Avenati Bassi. Le difese, però, replicano - con varie argomentazioni - che in quel momento non era possibile dire qualcosa di diverso: sarÃ* il processo a stabilire chi ha ragione.
La dichiarazione di Gabetti. "Sono certo - ha dichiara il manager - di avere rigorosamente rispettato la legge nel tutelare gli interessi della Fiat in un momento drammatico e non dubito che ciò mi sarÃ* riconosciuto nelle debite sedi, nella consapevolezza che esiste pur sempre una differenza tra accusa e condanna".
Ifil-Exor/ Rinviati a giudizio Grande Stevens, Gabetti e Marrone
VenerdÃ* 07.11.2008 19:01
Con cinque rinvii a giudizio per aggiotaggio informativo si è chiusa a Torino l'udienza preliminare per l'equity swap di Ifil-Exor, l'operazione che nel 2005 permise all'Ifil (la finanziaria di casa Agnelli) di mantenere il controllo della Fiat. Dopo quattro ore e mezzo di camera di consiglio, il gup Francesco Moroni ha deciso di accogliere le richieste della procura. Il prossimo 26 marzo saranno processati in tribunale l'avvocato Franzo Grande Stevens, chiamato in causa nella veste di consulente legale e consigliere d'amministrazione di Ifi-Ifil, Gianluigi Gabetti (presidente d'onore Ifil) e Virgilio Marrone (amministratore delegato Ifi). I giudici vaglieranno anche la posizione dell'Ifil e della Giovanni Agnelli & C. Sapa, che compariranno come persone giuridiche.
Il contratto di equity swap. Il contratto di equity swap su 82,25 milioni di azioni Fiat , riporta l'Ansa, fu stipulato dalla banca d'affari Merryl Linch e la finanziaria lussemburghese Exor (controllata da Ifil) nell'aprile del 2005. In settembre i titoli furono acquistati da Ifil nel momento in cui otto banche convertirono il prestito di tre miliardi in azioni. La finanziaria di casa Agnelli, con questa operazione, riuscì a mantenere il 30% della societÃ* superando quello che Gabetti, oggi, ha ricordato come "un momento drammatico". La magistratura non ha mosso rilievi all'equity swap. La causa, infatti, riguarda i comunicati diffusi il 24 agosto 2005 da Ifil e Giovanni Agnelli & C., quando, alla vigilia del convertendo, Torino - su richiesta della Consob - affermava di non avere intrapreso o studiato iniziative particolari. Da qui l'ipotesi di aggiotaggio informativo, sostenuta in aula dal pm Giancarlo Avenati Bassi. Le difese, però, replicano - con varie argomentazioni - che in quel momento non era possibile dire qualcosa di diverso: sarÃ* il processo a stabilire chi ha ragione.
La dichiarazione di Gabetti. "Sono certo - ha dichiara il manager - di avere rigorosamente rispettato la legge nel tutelare gli interessi della Fiat in un momento drammatico e non dubito che ciò mi sarÃ* riconosciuto nelle debite sedi, nella consapevolezza che esiste pur sempre una differenza tra accusa e condanna".